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Emanuele Gagliardi e la sua esperienza

Vi voglio proporre alcune testimonianze in cui vi viene raccontata l’esperienza con EEE vissuta da noi autori. Bella forza, direte voi, saranno tutte positive. Beh, per certi versi sì e non lo diciamo per incensarci o per farvi vedere quanto siamo belli e bravi, vorremmo solo che le voci dei nostri autori potessero giungere al vostro cuore, per capire quanto loro tengano al lavoro che hanno svolto e quanto noi, come CE, siamo orgogliosi di tutto quello che fanno. #EEE #autoriEEE

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Emanuele Gagliardi e la sua esperienza con EEE

Al giorno d’oggi l’editoria è succube, come un po’ tutto a pensarci bene, della dittatura del mercato che raramente conduce all’affermazione della qualità. Di libri ce ne sono tanti, addirittura troppi, e ormai si vendono anche al supermercato! Così inorridisci davanti agli scaffali delle novità perché insieme con Umberto Eco trovi… non faccio nomi perché non è corretto, ma quanto a “spessore” non si va oltre tronisti, veline, tuttologi, e tutti quei sottoprodotti dell’intelletto inventati dai talk e talent-show. Ritengo che l’E-book abbia una funzione positiva nell’avvicinare alla scrittura e alla lettura, specie i più giovani. Certo, mi auguro che non soppianti il libro cartaceo, e auspico che lo affianchi rendendo più agevole ed economicamente abbordabile la diffusione e la fruizione della letteratura.

Intervista a Emanuele Gagliardi autore de La pavoncellaMutuo queste convinzioni anche dall’esperienza personale con Edizioni Esordienti E-book, con cui ho pubblicato nel 2014 il thriller La pavoncella. Un Editore fresco, decisamente al passo con i tempi, dinamico e amichevole con cui mai è venuta meno, dopo la pubblicazione del libro, la comunicazione relativa alla diffusione e alla promozione. I suggerimenti e gli accorgimenti per mirare la propaganda della propria opera si sono rivelati nel tempo assolutamente preziosi tant’è che, posso dirlo con orgoglio, per due volte La pavoncella è schizzato nella Top-10 delle vendite di Amazon!

Passando poi alle motivazioni della mia scrittura: parto dalla constatazione che il vintage è ormai di moda. Proliferano i mercatini dell’usato e del riciclo, tanti musicisti e musicofili sono tornati ai dischi di vinile, spopolano i festival e le manifestazioni basate sul revival! Sotto questo aspetto mi considero, spero solo di non esser giudicato immodesto, un precursore: prediligo da sempre abbigliamento Anni ‘60 e ’70 e lo indosso semplicemente perché… mi ci sento meglio! Ascolto esclusivamente musica di quegli anni, fotografo con apparecchi a pellicola e, per arrivare alla scrittura, redigo le prime stesure dei miei romanzi con una Olivetti M40 del 1941! E le storie dei miei romanzi sono tutte ambientate in quegli anni. Perché? Perché scrivere costituisce per me un’uscita di sicurezza, virtuale ma efficace, da una società e da un mondo moderno frettoloso, superficiale, edonistico, egoista che non mi piace. Gli anni Settanta sono stati gli anni della mia infanzia e prima gioventù, epoca individualmente indimenticabile per l’irripetibile connubio tra l’effervescenza della giovane vita e la tranquillità amniotica entro cui essa si muoveva. Irripetibile, appunto, se non con la fantasia che traduco nei miei libri.

 

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