Arduhinus e Body and Soul

Arduhinus e Body and Soul in versione FREE

Arduhinus e Body and Soul in versione FREE

Arduhinus e Body and Soul sono due dei libri scelti dal catalogo EEE per essere visualizzati anche nella versione FREE.

Avere la possibilità di leggere gratuitamente una parte corposa di un libro vi darà modo di comprendere se vi piace lo stile dell’autore, se la trama vi coinvolge e se, arrivando al termine della parte FREE, avrete voglia di acquistare in versione completa digitale o, in diversi casi, la versione cartacea del libro in questione.

Arduhinus – versione free

Alla fine del decimo secolo l’Italia è cosparsa di rovine. Bande di Saraceni, Ungari, Norreni l’hanno devastata e i discendenti di Carlo Magno si sono dimostrati deboli, incapaci di respingerne le scorrerie. La popolazione per sopravvivere è costretta a rifugiarsi in bastide e castelli, sotto la protezione dei signori feudali.

La situazione di disordine del Regno Italico ha attirato le mire dei sovrani Sassoni, che si sono impadroniti del titolo imperiale. Quando i Sacri Romani Imperatori calano verso Roma per farsi incoronare dal Papa, i loro eserciti si lasciano dietro una scia di saccheggi e soprusi che colpiscono ugualmente contadini e abitanti delle città.

Molti tra i nobili, di origine longobarda o franca, tentano di ribellarsi a quella che sta diventando una dominazione straniera imposta con la forza e spesso sostenuta dai Pontefici romani. Tra loro manca, però, qualcuno capace di unire le forze di grandi feudatari e piccola nobiltà contro lo strapotere dei Sassoni, rivendicando la corona del Regno Italico.

A Plumbia, un castello sul fiume Ticino, nasce nel 955 il secondo figlio del conte Daido. Sul volgere dell’anno Mille, nelle cronache compare sempre più spesso il nome di quest’uomo: Arduhinus.

 

Body and Soul – versione free

Se dovessi definire con una sintesi il periodo in cui si svolge l’azione di Body and Soul, quello della Torino   fra il 1973 e il 1974, adotterei l’espressione usata dall’autore: il tempo in cui “le soffitte non si chiamavano ancora mansarde” . E non per servirmene come di una semplificazione lessicale, ma come di qualcosa

che implicava una concezione diversa (un uso diverso!) della divisione dello spazio sociale in uno stesso ambiente.

Complice la penombra della soffitta (ben lontana ancora dall’idea della pretenziosa mansarda), la lettura del romanzo di Paolo Cuniberti ci proietta in una città pensata dall’alto dei tetti, ma vissuta al livello più basso, quello stradale.

Lassù, l’amore (realizzato o solo vagheggiato), quaggiù, lo scazzo quotidiano del far passare le ore. E nella solita “piola” munita di biliardo.   Due luoghi simmetrici e opposti. In alto, il sogno ossessivo dell’amore; in basso, il continuo presente, fatto di piccole cose: la speranza di rimediare alla fame con un panino e un bicchiere di vino, l’attesa dell’eventuale possibilità di qualche ora di lavoro tanto per sfangarla fino a domani, le chiacchiere con i soliti quattro sfigati, nella cappa di fumo delle sigarette.

Alle note di Body and Soul, portate dal sax di Archie Shepp nell’angustia della soffitta, il compito di segnare la differenza fra il lassù del sottotetto e il quaggiù della strada, fra la fantasia e la quotidianità, fra un lontano ieri che ci appartiene  e un oggi che ci sfugge.

 

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