Ciao Andrea

Ciao AndreaIl giorno 3 dicembre 2018 è venuto a mancare Andrea Leonelli. Per quanto mi sia difficile scriverlo, questo articolo è doveroso nei confronti di un autore EEE che ha saputo regalare ai propri lettori e alle persone che lo apprezzavano un mondo fatto di parole, di sogni ed emozioni.

Non era solo un poeta e uno scrittore, era soprattutto un uomo estremamente sensibile, pervaso di quella umanità così difficile da trovare nelle persone al giorno d’oggi. Andrea ha fatto tanto, per tutti noi. Per EEE e per molti dei suoi autori, ma non solo. Era sempre presente nel cercare di dare una mano, un consiglio utile, risolvere un problema e confortare chi, in un particolare momento della vita, aveva bisogno di calore e amicizia.

La sua perdita crea un grande vuoto, un vuoto che riecheggia fra pareti stinte e corridoi bui, producendo un silenzio difficile da ignorare. E Andrea non lo avrebbe voluto, non avrebbe gradito questo silenzio, non con il suo carattere e con la sua visione della vita.

Per questo motivo sto scrivendo questo articolo, per mantenere vivida la sua essenza e per ricordare a tutti noi che Domani ci sarà tempo, ce ne sarà sempre, a prescindere… anche per chi resta e che si ritrova a dover lenire ferite inguaribili.

E chi meglio di lui, e dei suoi versi, può degnamente concludere questo scritto? Vi lascio, dunque, ad alcune poesie tratte dai suoi libri.

Ciao Andrea #unodiEEE

 

Unico binario

Col passato come unico binario

seguo la strada che mi conduce

avanti

lontano dai vecchi

verso nuovi errori.

Esperienze vissute

da vivere

da rivivere

nella mente

rimediare il passato

correggere il futuro

vivere il presente

come unico tempo esistente.

Andrea Leonelli. La selezione colpevole

 

Liquefare l’assoluto

Esiste un angolo

fra percezione ed esperienza,

un pertugio

di intimo sublime,

una sacca

fra l’apparire e il vivere,

il sentire e l’essere.

Quel posto solo mio

in cui vivere dentro,

pensare,

provare,

liquefare l’assoluto in effimero,

trastullarsi con l’infinito.

Andrea Leonelli. Consumando i giorni con sguardi diversi

 

Cantando il silenzio

A mani vuote

stringo un ricordo,

un vuoto circondato dal nulla.

Con gli occhi spenti

fisso un futuro

perduto nella nebbia,

cantando il silenzio

a voce muta.

Attendo

che perle di minuti

sgranate come un rosario

cadano perse

nella memoria di ieri.

Andrea Leonelli. Crepuscoli di Luce

 

Voltandosi

Brucia con luce intensa

e intanto pensa

come sarebbe buio

e oscuro il domani,

il suo futuro.

Perso in quella luce

che alla vita induce

felice come un bimbo

Si volta e torna,

ancora,

nell’oscuro limbo.

Andrea Leonelli. Aperti ermetismi

 

[…] Passavano a stento anche i minuti, lentamente, ammucchiandosi gli uni sugli altri. Li guardavo scorrere e mi chiedevo dove stessero andando, ma sapevo che non sarebbero mai più tornati. Mi chiedevo se non dispiacesse loro darmi un continuo addio, come fossero stati una fila di vecchi amici che salutavano portandosi via granelli della mia vita. Oppure ero io che andavo chissà dove, seguivo la mia strada e sfilavo loro accanto, incurante del fatto che non si sarebbero ripresentati più, che una volta passati sarebbero stati persi per sempre. Mi rendevo conto di quanti non ne avevo nemmeno salutati, di quanti ne avevo lasciati fuggire, ignorandoli e perdendoli.

Che fine avevano fatto i miei minuti? Quelli trascorsi fino a quel momento? Li avevo impiegati costruttivamente? Con uno scopo? O li avevo semplicemente persi? Mi erano forse scorsi fra le dita mentre stavo lì, imbambolato, a guardarli scivolare dalle mani? Ai piedi del letto vedevo il mucchio dei minuti che si raccoglievano per trasformarsi in ore. Ore, giorni, settimane, mesi, anni. Istanti andati, irripetibili, ma ormai perduti. Non era anche quello tempo perso? Quel mettersi lì a pensare a quanto potessi averne sprecato? Forse lo era, ma non avevo altri appuntamenti a cui prepararmi, non avevo altre incombenze, quindi che male poteva fare, analizzare i miei trascorsi e cercare di capire come fossi arrivato fino a quel punto? […]

Andrea Leonelli. Domani ci sarà tempo.

Il 2017 di Gastone Cappelloni

Il 2017 di Gastone Cappelloni

Buon giorno Gastone. Sei un poeta affermato, autore di 20 opere pubblicate, di cui l’ultima con noi, Tu Ottava Nota, nel 2015, che siamo molto fieri di aver pubblicato. Il tuo 2017, però, più che dedicato alla scrittura è stato dedicato al viaggio e alla promozione dei tuoi libri, tra l’altro al penultimo libro che hai scritto, Un seme oltre oceano.
Vuoi parlarci del tuo percorso?

Ho passato circa un mese in Argentina, questa primavera. Lo sentivo come un’esigenza, qualcosa che dovevo assolutamente fare, se vuoi puoi definirlo come una specie di tributo a mio zio Lino, che è emigrato in Argentina, ma anche a mio zio Domenico, emigrato in Francia, a Nizza. Un tributo a chi ha dovuto trovare il coraggio per lasciare la propria terra, il proprio Paese, per andare a stabilirsi altrove.

Avevo promesso a mio padre di fare questo viaggio, di andare a Mar del Plata, a ritrovare suo fratello Lino e, anche se mio padre non è più tra noi, sono sicuro che mi ha seguito e guidato da Lassù.

Parlaci del tuo viaggio, della tua esperienza di autore.

È stato un tour de force, da un certo punto di vista: 16 presentazioni, tra caffè letterari, presentazioni presso centri culturali e trasmissioni televisive, in 28 giorni, a Mar del Plata, a San Nicolas, a Ramallo, a Rosario, ma sarei pronto a ricominciare, per il calore, la solarità, la genuinità delle persone che sono intervenute. Come autore è stata una grande soddisfazione vedere l’interesse dei lettori, ma anche sentire la loro partecipazione emotiva alle vicende raccontate.

E come uomo?

Direi che è stato un momento ancora più importante. Mi sono trovato di riflesso coinvolto in una vita di emigrante che non mi appartiene, ma che mi sarebbe potuta appartenere. In fondo, anche la nostra vita è un viaggio, siamo sempre con le valigie in mano. E poi, in Argentina c’è ancora tanta italianità, anche se ormai sono italiani di quarta generazione, spesso non conoscono la lingua, ma rimane il ricordo delle loro origini attraverso il racconto famigliare, il senso delle loro radici.

Come poeta, tu giri anche l’Italia, hai presentato il tuo libro un po’ ovunque, hai ottenuto premi e riconoscimenti. Quanto sono importanti, per te, anche questi viaggi in un Paese che è il tuo?

Premi e riconoscimenti sono importanti, ma l’aspetto più bello dell’incontro con i lettori è quello umano, è sentire il contatto a livello di anima e di mente, sentire che la tua poesia “arriva” ai presenti, li emoziona.

Stai scrivendo il ventunesimo libro?

Per ora è ancora un segreto… Vedremo.

Casi strani

Casi strani: il mistero del manoscritto leonelliano

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Andrea Leonelli è vittima (si fa per dire) di uno di quei casi strani che capitano talvolta nella vita e che non hanno alcuna spiegazione logica.

Partiamo dall’inizio. Andrea lavora in rianimazione e quella che svolge giornalmente è un’occupazione che coinvolge tutta la sua sfera emotiva e le sue energie. A suo tempo, quando gli chiesi di scrivermi un articolo che potesse far capire cosa si prova nell’affrontare tutti i giorni un mestiere simile, lui produsse un pezzo decisamente d’impatto (QUI). Il blog era aperto da poco tempo e, nel giro di pochissimi giorni, il suo articolo divenne virale, al punto che comparve sulle riviste specializzate del settore e colleghi da tutta Italia lo lessero arrivando anche a scrivere un buon numero di commenti.

In sostanza, quell’articolo è stato condiviso più di 5400 volte su Facebook e la pagina, qui sul blog, è stata vista più di 16.000 volte (al momento, mentre scrivo, la cifra è di 16.737). Va bene, e con questo?

Fino ad ora ho solo snocciolato dei numeri che possono andare bene per delle statistiche e che, al limite, mettono in risalto il fatto che l’argomento è sentito e che la categoria degli infermieri italiani ha trovato, nelle parole di Andrea, una voce in grado di mettere in risalto le loro emozioni. Ma la singolarità della vicenda non è questa, così come non lo sono i numeri, per quanto significativi, la questione è un’altra. Dopo l’articolo, ad Andrea sono state proposte alcune interviste, fra cui quella rilasciata a Nurse24 (il video è reperibile QUI), nella quale il nostro poeta ha dichiarato (incautamente) di aver scritto un testo in merito alla propria esperienza personale, quando si è trovato dalla parte del paziente, assistito proprio dai suoi colleghi in rianimazione. Ebbene, e qui si riscontra la stranezza del caso, ad Andrea stanno arrivando email in cui gli viene chiesto dove sia possibile comprare il libro e quale sia il titolo…

Caro Andrea, a questo punto (e penso che il tuo editore sarà d’accordo) non hai più scusanti, spicciati a finire il libro (non stai mica scrivendo Guerra e Pace!), così che si possa finalmente rispondere alle richieste!

Aggiornamento

Il libro finalmente è stato pubblicato ed è uscito in versione digitale il 30 novembre 2017 e in versione cartacea il 19 dicembre, con il titolo Domani ci sarà tempo

Una Regina e i suoi Re

Una Regina e i suoi Re

Un altro poeta s’inserisce nella scuderia degli autori EEE, circondando la nostra Regina di nomi eccellenti.

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Maurzio Donte, con il suo Nell’incanto, stabilisce un nuovo filo conduttore con i propri lettori.

Elisabetta Bagli, Andrea Leonelli, Andrea Tavernati, Gastone Cappelloni e Maurizio Donte, formano una squadra poetica che assume già il sapore della leggenda. Elisabetta, con i suoi meravigliosi versi, offre una vita vista al femminile, con i suoi dubbi e le sue incertezze, condite con quella forza che ogni donna è in grado di avere. Andrea Leonelli travolge gli animi con l’energia di cui carica le sue composizioni, trovando, attraverso la sofferenza e lo strazio, la via verso il cuore dei lettori. Andrea Tavernati incanta con i propri Haiku, descrivendo in così pochi termini un universo ricco di emozioni e sentimenti. Gastone lascia senza fiato. La sua prosa, solo all’apparenza semplice, è un puro inno alla vita e a quanto possa far sentire vitale un uomo. Infine Maurizio Donte, un nome che porta l’arte poetica verso quella classicità che così bene padroneggia.

Vi presentiamo la parte iniziale della presentazione di Nazario Pardini al libro Nell’incanto

Bolero

Donte_EEEVaga sulle onde un fremere d’incanto,
mentre trema la luce della Luna
e alzo nel vento a te un notturno canto
che flebile s’inizia sotto il cielo;
con arte io vengo a te, mia sola amata,
tu danzi quasi fossi una sirena
nel mare dell’estate che è passata.
Mi ricordo il motivo della danza
ed il tuo passo al muoversi del suono,
lento Bolero, dentro la risacca,
in languide movenze d’abbandono.

Iniziare da questa citazione testuale significa andare a fondo, da subito, nella epigrammatica vicenda del canto di Maurizio Donte. Un canto dolce, estremamente musicale, nutrito di cospirazioni emotive di grande abbandono erotico-intimistico, dove il verso, con tutta la sua potenza ermeneutica, si fa corpo risolutivo degli abbrivi vitali del Poeta. Sì, c’è l’amore, vissuto con plurima collaborazione panica, con espansioni iperbolico-allusive, e con abbracci semantici di urgente vocazione narratrice, ma un amore plurimo, totale, universale che coinvolge la vita nella sua polisemica significanza: il sogno, la realtà, il tempo, la memoria, la pace, la società e quell’inquietudine che nella poesia si fa flauto sotterraneo ad accompagnare il fluire dello spartito: “Mi ricordo il motivo della danza”, una rievocazione che si traduce in alcova rigenerante, in edenico ritorno, in visione incantatrice trasferita in mondi dal sapore neoplatonico, dove tutto è leggero, inviolabile e sonoro come una musica sublimante. Ed è l’endecasillabo – trattato in tutte le salse, in tutte le sue tonalità, a majore e a minore di sonetti, odi e canzoni – a evidenziare l’esperienza metrica del Nostro; la sua abilità versificatoria, aduso, Egli, al verso nobile del canto: “con arte io vengo a te, mia sola amata,/ tu danzi quasi fossi una sirena/ nel mare dell’estate che è passata”. Un mare d’infinita portata, i cui orizzonti si estendono fino all’inverosimile, fino a traguardi a cui l’uomo non può allungare lo sguardo, data la sua pochezza. E il Poeta è cosciente della futilità del tempo, del gioco delle sue fauci, della sua rapacità e voracità: “E vano è lo sperare che ritorni:/ rapido fugge il tempo tra le dita.”, per questo si affida al memoriale, a quel “passato” che tanto vorrebbe riattivare “in languide movenze d’abbandono”; a un eros che, comunque, non circoscrive il panorama ispirativo del Nostro; dacché la perlustrazione ontologica delle piecès e lo scavo analitico si estendono, a tutto tondo, al bene e al male della vita, col ricorso a uno sguardo impegnato e addolorato su tutto ciò che crea sofferenza; su tutto ciò che si allontana dalla fraternità, e dalla umanità, visto che “Non più vi fosse guerra, ma fraterno/ amore” è l’auspicio più sentito del Poeta

In anteprima su Alibi – Altrove letterario

Quattro poesie inedite su Alibi – Altrove letterario

di Andrea Leonellialibi

Cari amici sono lieto di annunciarvi che la redazione della rivista “Alibi- Altrove letterario” mi ha scelto per partecipare al loro nuovo numero, il primo del 2016, con 4 mie poesie ancora inedite ma che saranno incluse nella mia prossima raccolta dal titolo, per ora provvisorio, di “Aperti Ermetismi”.
La rivista si occupa soprattutto di letteratura d’avanguardia e sperimentale. “Altrove letterario” è quindi una definizione eccellente di quello che la redazione propone ai lettori. Esce trimestralmente e il nome può dare la giusta comprensione di cosa tratti il progetto. Una letteratura che non si avvicina assolutamente alla narrativa di consumo che ci assale quando entriamo in libreria. L’intento è stato creare, quindi, un luogo altro dove poter scrivere e leggere. La rivista trae ispirazione da altre testate quali: Malebolgie, Marcatre, Quindici, Il Caffé ecc.. In più “Alibi”, oltre ad essere una vetrina per gli scrittori, recupererà materiali dal passato ormai relegati nell’oblio.

Per seguire le attività della rivista su Facebook, questo è l’indirizzo della loro pagina
Alibi rivista

Le poesie di mia produzione, proposte sul periodico, sono completamente inedite e parlano di un cambio di direzione nella mia linea creativa:
Entropie terminali, Aperte cicatrici, Universi contigui e Si muore senza un perché.

La nostra attività divulgativa di “desuetudini” letterarie, non convenzionali e fuori dagli schemi, esiste grazie a loro e a coloro che in futuro sceglieranno le nostre pagine per far sentire la propria voce. Buona lettura!

L’inarrestabile Gastone

L’inarrestabile Gastone: nuova presentazione a Gabicce Mare

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Le attività di Gastone Cappelloni non si fermano mai e l’inesauribile poeta ha già previsto il prossimo appuntamento con i propri lettori.

Venerdì 22 gennaio, alle ore 21.00, presso il Centro Civico CREOBICCE,  a Gabicce Mare in via 25 aprile, Gastone proporrà la lettura di alcune sue poesie tratte dalla silloge Tu, Ottava nota che, come vi ricordiamo, è stata pubblicata con EEE. La silloge, acquistabile in tutti i maggiori store online, rappresenta una raccolta di poesie divise in più sezioni a tema che hanno come unico filo conduttore la figura femminile. Quell’Ottava nota che riesce a far vibrare l’anima dell’umanità stessa.

L’omaggio del poeta, all’universo femminile, nasce da quella sensibilità insita nell’esistenza stessa di Gastone; nella sua propensione nell’individuare la parte più delicata (e forse più debole) delle persone, riconoscendo alla Donna quel ruolo che una società come la nostra spesso tende a sottovalutare. Questa sua visione della vita lo porta verso l’estrema generosità in cui donare non è solo un mero atto simbolico ma una vera e propria ragione di vita. In quest’ottica, anche i libri che verranno venduti, nel corso della presentazione, apporteranno un ulteriore beneficio all’Associazione Omphalos, Autismo e Famiglie.

L’inarrestabile Gastone non sarà da solo in questa nuova avventura, a fargli compagnia, nel corso della serata, ci sarà anche Michela Pacassoni con il suo libro La calda estate di San Martino. Il tutto verrà coordinato da Lilli Simbari.

 

Gastone Cappelloni alla Biblioteca Baldini

Alla Biblioteca Baldini Gastone presenta Tu, Ottava Nota

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Sabato 9 gennaio, presso la Biblioteca Baldini di Santarcangelo di Romagna, alle ore 17.00, Gastone Cappelloni presenterà la sua silloge Tu, Ottava Nota. Il nostro Gastone sarà in buona compagnia perché, insieme a lui, sarà presente Alfredo Spanò, giornalista e scrittore, che avrà modo di deliziare il pubblico con la sua raccolta di racconti Delitti minimi ovvero Delitti intimi. L’evento sarà condotto da Lorenzo Nardi e Stefano Stargiotti, i quali non mancheranno di approfondire entrambi i libri e coinvolgeranno gli autori con domande a tema.

7088047Per chi non lo sapesse, Santarcangelo di Romagna  è un comune in provincia di Rimini, posto sulla via Emilia, al confine con la provincia di Forlì-Cesena. Ed è il paese natale di Papa Clemente XIV.

Dunque, per chi si trovasse in zona sabato 9 gennaio, l’appuntamento è presso la nuova sede della Biblioteca Baldini, in viale Pascoli 3, alle ore 17.oo.

Evento su Facebook

Vi ricordiamo inoltre che la silloge Tu, Ottava nota si lega ad un importante progetto sociale grazie al coinvolgimento dell’Associazione Omphalos Autismo & Famiglie che da anni si occupa di autismo nella regione Marche. Il 50% del ricavato sarà infatti devoluto alla ricerca per l’autismo e all’Associazione.

Premio Polverini bis

Premio Polverini bis: Andrea Leonelli si aggiudica anche quest’anno il primo posto di categoria.

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Con Crepuscoli di luce Andrea si è aggiudicato il primo posto nella categoria Poesia Crepuscolare al Premio Leandro Polverini, indetto dal comune di Anzio, con la seguente motivazione:

Cromaticità soffusa, oscura e crepuscolare delle liriche, nelle quali la brillantezza dei versi dona sprazzi di luce a immagini spesso malinconiche, chiare manifestazioni di una speranza che vive e si trasforma ma non muore mai. Si avvertono i richiami a un passato fatto di dolore e sofferenza che ci fa addentrare nella sua coscienza speculativa, facendoci intuire i suoi desideri e progetti futuri.

La poesia attraversa lo sguardo del lettore e penetra nella sua anima, fondendosi con essa, facendola vibrare all’unisono con gli stati d’animo del poeta.

Il Presidente della giuria
Tito Cauchi

Questo è il secondo anno di fila che Andrea Leonelli gode della soddisfazione di vedere riconosciuta la propria opera, l’anno scorso ottenne il premio con La selezione colpevole e quest’anno con Crepuscoli di luce. Dunque, caro Andrea, non ti resta altro da fare che predisporre una nuova silloge così da poter partecipare al prossimo evento.

Voce a Firenze

Domenica 19 Luglio, ore 18.00, Voce a Firenze

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Estate 2015, FestivalFiume d’Arte” alla “Casetta del Buon Vino“.
Readings e presentazioni editoriali, perfomances teatrali e poetiche ogni giorno dalle 18. Musica dal vivo presente all’aperitivo dalle 20 alle 22 e videoproiezioni fino a tarda notte in una delle più suggestive location del lungarno. Un vero e proprio “Fiume d’Arte” per un’estate indimenticabile. In questo contesto si svolgerà, domenica 19 Luglio ore 18.00, la presentazione di Voce, ultima silloge di Elisabetta Bagli, pubblicata con EEE.

Sarà Annamaria Pecoraro (Direttore di Deliri Progressivi) a condurre Elisabetta attraverso il proprio percorso poetico, all’interno del piccolo chiosco pronto ad offrirvi primi piatti gustosi per pranzo e una selezione di vini rossi e bianchi, birre e cocktail fino a dopo il tramonto.

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Domenica 19 Luglio ore 18.00
CASETTA DEL BUON VINO
Piazza Demidoff—FIRENZE

Evento su Facebook:
https://www.facebook.com/events/460413957470744/

Tratto dalla recensione di Marina Atzori: 

La Poesia possiede un universo di sensazioni che spesso vengono espresse tramite le parole. Elisabetta Bagli da una voce ai sentimenti, unica e profonda. Ebbene devo dire che leggendo questa silloge si è scatenato il terremoto dei sensi. Uso consapevolmente un elemento forte ed eclatante per descrivere le mie percezioni; questa calamità esplode quando la terra inizia a tremare. Ho avuto come l’impressione che l’autrice volesse trascinarmi in un vortice fatto di involucri, traballanti scossi, in cui emerge l’anima impaurita, sgretolata. Non vi sono lanterne a guidarvi in questo viaggio quasi ultraterreno. L’unica luce è il verbo. La parola scritta si traveste, si mimetizza, diviene quasi camaleontica, e si rimane inesorabilmente rapiti da quella che oltre ad essere Poesia diviene suono e quindi anche musica. Resto infatti in balia di tonalità alte, basse e anche mute come il silenzio espresso in questa splendida silloge. Elisabetta Bagli si improvvisa direttore d’orchestra di spartiti che sanno di magia.

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Voce al Laboratorio Sociale 100 Celle

Voce al Laboratorio Sociale 100 Celle.

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Presso il Laboratorio Sociale 100 Celle, in Viale della Primavera 319/B, il giorno 17 luglio alle ore 19.00 Elisabetta Bagli presenterà Voce, la nuova silloge poetica edita da EEE. Conversazione, letture e contributi sul tema a cura di Annamaria Giannini, Stefania Di Lino e Simonetta Ramacciani.

Parteciperanno, per offrire il proprio contributo sul tema “Voce“, i seguenti autori (in ordine alfabetico):
Sarina Aletta
Laura Cingolani
Raffaele Cozzolino
Ksenja Laginja
Anita Napolitano
Emiliano Scorzoni

Nel corso della presentazione sarà possibile degustare un aperitivo nel bar del Laboratorio Sociale e fermarsi per cena presso la Biosteria Saltatempo, in grado di offrire prodotti provenienti da colture biologiche e autocertificate a km 0.

Evento FB https://www.facebook.com/events/1137608236256497/

Introduzione a Voce di Andrea Leonelli:

Con la seconda edizione della sua silloge Voce, Elisabetta Bagli riprende alcuni dei temi che le sono più cari e allarga ulteriormente il suo sguardo, tornando anche a osservare, con il suo modo di sentire viscerale, il mondo che le sta attorno. Affronta temi quali le radici, anche se la terra, in cui esse affondano, assume sapori diversi; le donne e la femminilità, raccordandosi a uno degli argomenti a lei più cari; la vita nelle sue molteplici sfumature e, immancabile, l’Amore. Un amore che coglie tutte le accezioni possibili: vissuto, negato, frustrato, passionale, finito e sognato.
Una raccolta poetica completa e intensa, che ripropone i versi raccolti in un periodo fresco nella poetica dell’autrice, arricchiti oggi da una sapiente dose di maturità stilistica e di maggiore introspezione personale.
Le poesie presentate, in versi liberi, sono tutte caratterizzate da uno stile ricercato e raffinato, ma senza mai diventare pesanti o nebulose. La vita è vita e se ne parla, per quanto in veste poetica, in modo diretto, toccando, come solo pochi autori sanno fare, l’anima del lettore. Conducendolo nei meandri dell’intimo, anche in anfratti mai visitati prima, attraverso la parola che scorre a volte placida, altre volte impetuosa.
Voce presenta una panoramica a 360° sull’esistenza e sulle situazioni quotidiane, viste, interpretate e descritte dall’occhio sensibile e dalla mano unica di una poetessa che è un astro nascente nel panorama poetico italiano e internazionale.

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