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Ecco cos’eravamo prima di nascere

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“Qui non ci sono nato, è quasi certo; non c’è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch’io possa dire «Ecco cos’ero prima di nascere».”
Nell’incipit de La luna e i falò, il narratore di questo romanzo di Cesare Pavese si definisce un bastardo, perché non conosce le proprie origini.
È un bisogno sapere da dove veniamo, dove affondano le nostre radici. Io credo che il senso profondo dei romanzi storici (ben documentati e ben scritti, questo va da sé), sia proprio questo: ci portano in un passato, anche lontano, coinvolgendoci e restituendone l’atmosfera, molto meglio di quanto lo possa fare la pagina di un manuale di storia. Li possiamo leggere come romanzi d’avventura, ma sono molto di più.
I due romanzi che presentiamo questa settimana ci riportano all’epoca longobarda, ai tempi di Carlo Magno, dove ci sono le radici del mondo moderno, le nostre radici. Il romanzo di Andrea Ravel è già noto al pubblico, è uno dei nostri bestseller, in offerta per questa settimana, mentre L’uomo dei corvi, di Grazia Maria Francese, è appena stato pubblicato.

La trama de L’uomo dei corvi:

Adelwin non ha più incontrato suo padre Arechi da quando, dieci anni prima, l’uomo ha preso parte alla ribellione contro Carlo Magno ed è stato fatto prigioniero. Paolo Diacono, zio del ragazzo, s’impegna a farlo liberare. In cambio ottiene dalla famiglia che Adelwin entri nell’ordine benedettino, ma il destino del ragazzo non sarà la vita monastica e, pur imparando a leggere e scrivere il latino, seguirà una strada diversa da quella desiderata dallo zio Paolo.
Questi, che vive in un mondo fatto di erudizione e di libri, ha ricevuto l’incarico di scrivere una cronaca del regno longobardo, diventato ormai provincia dell’impero carolingio. Nella speranza di raccogliere informazioni sulla storia della sua gente si rivolge a un “uomo della memoria”, e l’opera che scriverà, la celebre HistoriaLangobardorum, è considerata ancora oggi la principale fonte storica dell’alto Medioevo italiano
.

La trama de Il longobardo:

Anno Domini 773. Carlo Magno valica le Alpi alla testa di un imponente esercito e in poche settimane cancella il regno longobardo dalle carte geografiche.
Dopo duecento anni di pace l’Italia si trasforma nuovamente in un campo di battaglia dove ognuno deve scegliere da che parte schierarsi. Un dilemma che angoscia anche Claudio, giovanissimo discendente dell’antica e potente famiglia dei Ravello. La sua decisione è resa ancora più difficile dall’improvvisa morte del padre e dalla cospirazione, ordita dai suoi nemici, per ucciderlo e impadronirsi di tutti i beni della famiglia.
Mentre il rombo della cavalleria franca risuona nella pianura devastata dalla guerra, Claudio, aiutato dal fedele amico Mistico e da un pugno di coraggiosi, ingaggia una disperata lotta contro avversari astuti e spietati, compiendo il percorso di maturazione che lo trasformerà in un uomo.
Terra di Conquista è un romanzo dal taglio cinematografico e ricco di dialoghi, nel quale la storia è filtrata attraverso gli occhi del protagonista, che racconta in prima persona. Il risultato è un affresco straordinariamente accurato di un’epoca violenta e remota in cui la cultura di Roma, nonostante l’imporsi della barbarie, non è del tutto spenta, ma sopravvive oltre che nell’orgoglio di Claudio, anche nella forza unificante della lingua latina e della religione cristiana.
Teatro di questa avventura sono la città di Torino, allora sede di un importante ducato, i contrafforti delle Alpi e le paludi e i boschi che all’epoca occupavano gran parte della valle del Po.

Nel consueto video settimanale di lettura e scrittura creativa, inizio un discorso, spero interessante, che riguarda il personaggio nel romanzo. Argomento immenso, che amplierò nelle prossime settimane, se continuerete ad avere la voglia e la pazienza di seguirmi.

Cari saluti e buona lettura a tutti!
Piera Rossotti Pogliano

Direttore Editoriale di Edizioni Esordienti E-book

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