Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”
Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un colore, un animale, un quadro e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.
Poesie uroboriche
Sinossi
La domanda è lecita: cosa sono le poesie uroboriche?
Uroborico deriva da Uroboro (meglio conosciuto come “Ouroboros” che in greco significa “serpente che si mangia la coda”).
È un simbolo molto antico e rappresenta, appunto, un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine.
Apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, l’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose che ricominciano dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine.
Se “Poesie uroboriche” fosse
Una città: Lecco
Perchè la presenza dell’amato lago è imprescindibile ad ogni mio sguardo “oltre” e interiore. In questa mia silloge “uroborica”, poi, l’onda lunga e lenta del lago che sembra sempre la stessa ma si rinnova ad ogni deflusso rende bene l’idea della ciclicità costante, apparentemente simile e sempre diversa e unica in base all’attimo emotivo che determina il singolo sguardo.
Un personaggio:
Marcel Proust
Personaggio imprescindibile dalla sua “Alla ricerca del tempo perduto”.
Proust É la “Recherche”.
La struttura della “Recherche” è circolare. Le tremila pagine del romanzo (sarebbero state molte di più se Proust non fosse morto prima di correggere gli ultimi volumi) sono state sintetizzate in tre parole: «Marcel diventa scrittore».
Per tremila pagine Marcel, io narrante, combatte contro la sua mancanza di volontà, la sua bassa autostima, la sua fragilità fisica e psichica, il tempo che scorre troppo veloce, per arrivare finalmente a prendere la grande decisione: scriverà un romanzo sugli uomini e sul tempo.
Ma il romanzo che scriverà non è un’altra Alla ricerca del tempo perduto, bensì proprio quelle tremila pagine di cui si è arrivati alla fine. Quindi la Recherche si trova ad essere sia il libro che si è appena letto, sia, in seconda lettura, il romanzo che Marcel ha trovato finalmente la forza di scrivere.
A simbolo di questa circolarità, Proust comincia il suo romanzo con le parole: «Longtemps, je me suis couché», e lo termina con le parole «dans le Temps». Proust ha sempre affermato che l’inizio e la fine dell’opera erano stati scritti simultaneamente. Essi infatti risultano legati proprio come in un percorso che torna su sé stesso.
Una pietanza:
Riso all’Indiana (o Riso alla Casimiro)
è un piatto che mi riporta alla memoria mio padre, Chef talentuoso di cucina. E alla mia adolescenza nei momenti speciali condivisi a tavola con la sua cucina e, in parte, con lui stesso. Il gusto contrastato e contradditorio del piatto, cioè quell’agro, piccante e speziato ben amalgamato con il dolce della frutta quale ananas e mele e quelle perle gustose di carne che impreziosiscono il tutto rappresentano la contradditorietà e l’uniformità stessa di tutta la mia silloge.
Una canzone: sarebbe… due canzoni di Roberto Vecchioni
“Lettere d’amore” e “Momentaneamente lontano”.
Non ho mai taciuto che Vecchioni è uno dei miei “Vate” di riferimento e in questi due brani c’è tutto il senso delle mie “Poesie uroboriche”: la constatazione che scrivere poesie sulla vita non equivale a vivere infine la vita stessa e quel senso di distanza dal me stesso che in qualche modo vorrei si affermasse pubblicamente ma con tante, troppe, controindicazioni e contraddizioni emotive.
Dettagli del libro
Formato: Formato ebook e cartaceo
Dimensioni file: 1530 KB
Lunghezza stampa: 93
Editore: EEE-book (2 dicembre 2016)
Venduto da: Amazon – Kobo
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-340-6