Gli e-book si toccano e non solo, Giorgio Bianco, autore del libro Dammi un motivo, ha scritto l’articolo che segue proponendo un nuovo punto di vista e un diverso approccio al formato digitale. Noi lo ringraziamo per le emozioni che ci regala e per la capacità che ha avuto di esprimere un’opinione controcorrente, riuscendo a dare una dimensione più concreta agli e-book.
Giorgio Bianco ha pubblicato con EEE Dammi un motivo
Gli e-book si toccano
di Giorgio Bianco
Gli e-book si toccano. Si prendono in mano, si sfogliano, sono profumati, emozionano. E, soprattutto, volano.
Non ci credevo. Perché ho sempre visto i libri come oggetti sacri, legati alla tradizione della carta che cambia colore con il tempo, alle rilegature, ai tonfi dei dizionari di greco e latino sui banchi di scuola. Libri. Bisognosi di protezione, come nel romanzo di Ray Bradbury, dove qualcuno lotta per salvarli dalle fiamme.
Ma le tecnologie mi hanno sempre affascinato. Per questo, qualche anno fa, ho scelto un Kindle come regalo di compleanno. Facendone indigestione all’inizio, per poi dimenticarlo in un cassetto, fino al recente nuovo approccio: più equilibrato e godibile, quotidiano.
Il mio quarto romanzo, appena pubblicato da EEE, è un e-book dal titolo “Dammi un motivo”. Mi ha permesso di misurare la temperatura dei miei lettori più affezionati, ovviamente partendo da amici e parenti, conoscenti. Ho ricevuto molti messaggi, attraverso telefono e social forum: “Comprato”, “Scaricato!”, “Lo leggerò nel fine settimana!”. Ma anche: “Complimenti, ma aspetto la carta!”, “Voglio poterlo tenere in mano e sfogliarlo”.
La carta arriverà, per soddisfare questi amici. Che non sono necessariamente i più anziani: gli irriducibili del libro tradizionale e gli entusiasti del digitale si dividono in modo trasversale. Almeno secondo la mia esperienza. Infatti conosco trentenni che rifiutano la tecnologia e cinquantenni che da anni non acquistano più libri cartacei. Addirittura una signora anziana, grande lettrice affetta da un disturbo agli occhi, si sente “salvata” dall’e-book: «Mi permette di ingrandire i caratteri, cioè di continuare a leggere», commenta.
Anche la facilità nell’acquisto è importante. Quando annunci di aver pubblicato un libro di carta, molti ti stringono la mano e annunciano: «Presto lo acquisterò». Poi però non lo fanno: perché non hanno tempo, per pigrizia, perché non si trova in tutte le librerie. L’e-book invece si scarica in un attimo, fra l’altro a prezzi molto convenienti. La mia sensazione è che circoli più in fretta, in modo più fluido. Credo inoltre che abbia un accesso facilitato a circuiti di commento su internet, dove può godere di una buona pubblicità.
Ma sono partito dall’emozione. Quella che, al tempo del mio primo romanzo cartaceo, provai toccandolo, sfogliandolo, mettendoci dentro il naso. Credevo che fosse irripetibile. Sbagliavo. Vedo e annuso ogni giorno il mio romanzo e-book, gli parlo, a volte gli sorrido. Perché esiste. Ha una forma e una dimensione, un colore. E, soprattutto, l’ho visto nascere. La vera missione ora è farlo crescere. In effetti, inserendo autore e titolo su Google, comincio a trovare qualche risultato in più. Cioè il mio romanzo cammina. Non è forse quello che ci aspettiamo da tutti i bambini?
Digitale o non digitale? Io penso che la convivenza sia più che possibile, d’altra parte, come dice Günther Oettinger, il libro è sempre stato all’avanguardia tecnologica, da Gutenberg in avanti… anzi dalle tavolette di argilla in avanti. Questo a riprova del fatto che fino a quando l’essere umano avrà necessità di doversi esprimere, un mezzo lo si troverà sempre.
Grazie Sabrina e grazie ancora a tutti! Ci sentiamo presto con altre discussioni! E buona domenica!
Come in tutte le cose, non è mai tutto nero o bianco. In mezzo ci sono milioni di sfumature, e i pregi del digitale sono tra queste. Bravo!
Ciao a tutti e grazie di cuore per il calore con cui avete accolto il mio articolo! Credo che Nicoletta abbia messo l’accento sul problema fondamentale: la “consistenza” del libro cartaceo, che manca nell’e-book. Come superarla? Forse spiegando ai fedelissimi della carta che acquistare un e-book, almeno uno, non è come farsi un tatuaggio o lanciarsi con il paracadute: si può sempre tornare indietro! Ma, soprattutto, che le due modalità di lettura possono coesistere benissimo. Io stesso, di fronte alla vetrina di una libreria, raramente riesco a trattenermi. Dunque un lettore di e-book continuerà ad avere gli scaffali pieni di libri cartacei,che effettivamente sono oggetti meravigliosi. Però potrà scegliere il digitale per esempio nel caso dei classici, molti dei quali sono gratuiti. Oppure nel caso dei lettori sconosciuti: se la copertina e la “quarta” sono allettanti, 5 euro per un “Carneade” come Giorgio Bianco si possono spendere, ma 15 o 17? Magari no. Ve lo dico io, che di romanzi cartacei ne ho pubblicati tre. Dunque l’e-book può dire la sua.
Ma vedete, alla fine credo che il problema sia sempre il solito: il muro contro muro. Viviamo in una società poco attenta alle sfumature. Una società dove, per comodità e pigrizia, si tende a dividere tutto in fazioni rigide: da una parte quelli che ritengono squallido e deleterio leggere in digitale; dall’altra quelli che giudicano dinosauri gli amanti della carta. Perché invece non si riesce a decidere caso per caso? Pertanto io gioco la carta della flessibilità. Finora con risultati modesti, lo ammetto. Ma non demordo: l’e-book è un veicolo formidabile per gli esordienti, dobbiamo crederci. Anche se, molto probabilmente, la carta non farà mai la fine del vinile. E sapete che cosa vi dico? Non mi dispiace proprio per nulla! Un caro saluto a tutti!
Ciao Giorgio! Credo che l’ostacolo che ancora frena i lettori sia la consistenza… eterea dell’ebook; il fatto che, acquistandolo, non si entri in possesso di un oggetto ma di puro contenuto. E il puro contenuto, evidentemente, non basta.
Bellissimo articolo. Condivido le sensazioni!
Non avrei saputo spiegare meglio le sensazioni.
Sacrosanto, basta entrare nell’idea di essere un pò più tecnologici. Complimenti all’autore.
A volte non è semplice, ma con un po’ di pazienza si può fare 🙂