Premio Polverini 2

Premio Polverini: prima parte

Cronaca di un viaggio verso il Premio Polverini

la selezione colpevole

 

Preso come al solito dall’impazienza arrivo in stazione con buon anticipo. Così buono che prendo il treno precedente al preventivato per la prima tappa del viaggio. Il tempo, umido e nebbioso, non è riuscito però a smorzare un certo entusiasmo che mi agita alquanto. Non capita tutti i giorni arrivare al primo posto nel Premio Polverini
Dato che non sono un gran viaggiatore, affronto questi spostamenti con lo spirito dell’adolescente che va in gita. Inoltre sto anche andando a prendere un premio per la mia silloge d’esordio, La selezione colpevole, e ho dentro una certa soddisfatta emozione. Sì, anche perché c’è stato, a suo tempo, chi mi ha detto che a scrivere è solo una perdita di tempo. Dall’uscita delle poesie ad adesso è passato sì del tempo, con umori altalenanti riguardo la scrittura, ma per l’occasione, me la sto solo godendo.
Breve sosta a Bologna in attesa del treno, un’oretta circa, durante la quale mi rifocillo, poi, finita l’attesa mi trovo sul treno che mi porta a Roma Termini. Durante il viaggio incontrerò anche Firenze, la mia Firenze. E inizio già a pensare al mio passato. Alla mia infanzia all’adolescenza e alla gioventù. Quanta vita trascorsa e quanto tempo passato. Sono già in un turbine di ricordi e siamo appena partiti… dalle cadute in bici al Natale da bambino in famiglia. Poi la scuola, soprattutto le superiori, di elementari e medie ricordo poco. Le bigiate settimanali, le fughe, le gite. La prima vita notturna e le prime interazioni con le ragazze.
Sto decisamente divagando troppo. Tanto che, mentre sono perso nei ricordi, siamo già arrivati a Santa Maria Novella. Firenze. Mia città d’origine. Ma per i miei gusti troppo città. Io sono un tipo da paese. Da tranquilla cittadina. Spesso ho troppo movimento dentro. Se ne fossi circondato anche fuori, forse non tollererei certi momenti. Forse sarebbe meglio vivere proprio in campagna.
E comunque alla fine, dopo aver anche pisolato un po’, a Roma sono arrivato. Cotto ma sono arrivato.
Scendo dal treno e, in mezzo alla fiumana che si riversa nella capitale, riesco a fermarmi qualche minuto in stazione.
Mangio un panino al volo, mi procuro i biglietti per il viaggio di domani fino ad Anzio, quelli della metropolitana per gli spostamenti cittadini e penso che andrò quanto prima a insinuarmi nei sottopassaggi. Ho avuto buone informazioni sui tragitti e il gps decisamente mi è comodo. Non potrei perdermi e non l’ho fatto. Giunto a destinazione dopo una passeggiata per Roma, sotto una leggera pioggia ma con un caldo decisamente fuori stagione, dopo una rinfrescata rapida, quanto indispensabile, perfeziono gli accordi precedentemente presi per incontrarmi nel pomeriggio con quella coppia d’assi che sono Andrea Marinucci Foa e Manuela Leoni. A quel punto faccio giusto in tempo a puntare un paio di sveglie e mi cappotto clamorosamente sul letto per circa un’ora e mezzo.
Mi sveglio bello carico, come se avessi dormito molto più a lungo.
Incontro fissato al Colosseo per le ore 16 e, come da mia tradizione, riesco a trovarmi sotto lo stesso alle ore 15.15. Intanto faccio un po’ il turista e scatto foto.
Poi i due amici arrivano e ci salutiamo, finalmente, in carne e ossa. Passeggiata per il centro di Roma e conversazione che vaga fra i quartieri e le mode di Roma, mentre cerchiamo un posto in cui sederci e continuare a parlare in un ambiente e con un’atmosfera adatta a “Quelli come noi”. Scelta obbligata: una caffetteria interna a una libreria.
Dopo aver iniziato la “seduta” sui “seggioloni” nell’angolo, mentre attendiamo di poterci impossessare di un tavolino, ci siamo ritrovati circondati da una serie di personaggi particolari, anch’essi in attesa di un posto a sedere. Passare due ore così veloci capita di rado… Attimi spesi a considerare un panorama che verte comunque tutto attorno alle figure di autori, scrittori, editori, self publisher, editor, correttori e, soprattutto, delle loro opere letterarie. Analizziamo l’editoria sotto molteplici aspetti e parliamo, ipotizzando, scenari futuri dell’editoria italiana. Una full immersion nel sottobosco letterario e dei suoi abitanti, ma fatto con il gusto dello stare assieme, seduti, facendo della nostra conversazione una sintesi di “Racconti in un caffè”.
Ma tutto ciò che è bello, purtroppo, tende a finire. Solo che queste ore assieme ad Andrea Marinucci Foa e Manuela Leoni mi sono parse davvero pochi minuti e si sono esaurite davvero troppo presto. Ci siamo comunque lasciati con l’intenzione di ritrovarci nuovamente non appena sarà possibile.
Stanco, dopo una cena a base di pizza, mi sono fiondato a riposare in vista della levataccia che si sarebbe tenuta da lì a poche ore e, come scritto in un noto testo (la Genesi ) “e fu sera e fu mattina” e infine è giunta la fatidica domenica.
Mi sveglio di corsa e, ancora in preda ai fumi funesti del sonno, mi preparo e parto. Dopo un tragitto alquanto frettoloso arrivo a prendere la metro che, per fortuna, arriva subito e mi porta alla stazione Termini. Correndo giungo al binario da cui partirà il treno per Anzio e ci salto su. E riprendo un po’ di fiato mentre l’ultimo tratto del viaggio inizia…

Andrea Leonelli

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