La poesia è anima che scrive

writer-1421099_640La poesia è anima che scrive

Scrivere in versi altro non è che la “verità vera” su noi stessi, dolcemente nascosta da un velo di parole che provengono dall’anima.

di Marina Atzori

È proprio così, la Poesia è anima che scrive, è libertà di espressione, è guardarsi dentro, è toccare con mano l’essenza delle emozioni. Non potevo esordire diversamente perché è stata proprio l’essenza dell’emotività a rivelarsi la protagonista assoluta del mio percorso poetico. In questi giorni ho ricevuto diversi complimenti da amici e colleghi, per il risultato raggiunto in occasione del Concorso sulle Sillogi Poetiche di EEEbook. Ebbene, devo confessarvi che sono stata la prima a rimanere sorpresa, nel momento in cui ho visto il mio nome comparire accanto a quello del poeta Oliviero Angelo Fuina. Ho riletto più volte l’articolo di Andrea Leonelli, poiché io stessa, stentavo a crederci.

Secondo posto e pubblicazione annessa. Che dire? Queste piccole, anzi grandi soddisfazioni, per me, sono quelle che contano per davvero. Vi dirò di più. L’estate appena trascorsa, scrivendo i miei componimenti, ho avvertito un cambiamento nel mio modo di scrivere, mi sono sentita pronta ad aprire la porta dei miei segreti più intimi e più vivi, perché ho creduto e credo, a questo punto, di aver raggiunto un equilibrio, tra quella che è la mia immagine riflessa allo specchio e le sensazioni che provo mentre scrivo.

In tutta sincerità, non è stato semplice tentare di addentrarmi nei meandri di una delle forme d’arte che reputo essere la punta di diamante della scrittura. Qualcosa però, nonostante tutte le riserve di questo mondo, mi ha spinta a farlo, anche se in punta di piedi. Il timore di confrontarmi con me stessa, e con ciò che la vita mi ha riservato fino ad ora, c’è stato, non lo nego. La poesia più di ogni altra cosa, mi ha permesso di superare questa paura recondita, in modo istintivo e spontaneo, in silenzio, di fronte a un foglio bianco.

Se è vero che le gabbie dorate rimangono pur sempre delle gabbie, devo ammettere di essere riuscita a spiccare il volo attraverso le feritoie luccicanti che mi impedivano di esplorare cieli e terreni nuovi.

notebook-405755_640Io scrivo di ciò che mi circonda immaginando di camminare su una corda sottile fatta di parole. Scrivo di estremi, di vertici, di angoli bui e ombrosi, di fragilità, di limiti. A volte temo che la corda si spezzi e invece, come per magia, ogni giorno diventa sempre più robusta.

Nella mia silloge “Nubi Spettri e Mulini a vento”, prossima alla pubblicazione con EEE, potrete leggermi attraverso e scoprirmi dunque, in questa insolita veste trasparente, più sensibile, più riflessiva, e di questo sono enormemente felice. Ringrazio dal profondo del cuore tutte le persone che hanno creduto e continuano a credere in me. Un grazie speciale va alla mia Editora Piera Rossotti Pogliano perché mi ha permesso di rivelare l’anima dei miei scritti ai lettori.

La poesia è tutta intorno a noi

188_poesiaLa poesia è tutta intorno a noi

Talvolta, in modo del tutto erroneo, si pensa che il fattore poetico debba essere relegato ad attimi particolari, magari significativi ed emotivamente coinvolgenti. Tuttavia, volendo ben vedere, le emozioni possono scaturire, del tutto impreviste, in situazioni anomale e forse anche fuori contesto. Partendo da questo presupposto, diventa evidente che ciò che emoziona noi non è detto che debba suscitare turbamenti in altri. Oppure, ciò che altri ritengono coinvolgente, non è detto che debba essere altrettanto interessante per noi.

Quindi cosa scatena il fattore poetico? E cosa può essere definito come “poesia”?

Il nostro concorso ha evidenziato diverse particolarità che sottolineano l’evolversi della poesia stessa, il suo divenire più “sociale” e più portata verso l’ambiente che ci circonda, verso il disagio che le problematiche moderne creano all’essere umano e al suo rapporto con gli altri. Per questo motivo, le parole di Andrea Leonelli, presidente della giuria che presiede il concorso EEE, diventano ancora più significative.

 

di Andrea Leonelli

Come presidente di giuria di questo concorso, il concorso EEE per sillogi poetiche, devo dire che ho notato una cosa piuttosto significativa: moltissimi dei poeti presenti in rete hanno partecipato con entusiasmo, lanciandosi in questa avventura con coraggio e determinazione. La qualità delle sillogi pervenute era abbastanza elevata. Ci sarà forse ancora da lavorare, per alcuni di loro, sulla presentazione grafica e, anche, sull’esposizione del contenuto, a volte basta un sinonimo per cambiare completamente la tonalità di una frase.

Tuttavia, nella maggior parte dei casi, i contenuti e la forma erano abbastanza originali ed espressi quasi sempre in maniera corretta. L’originalità nello stile, la scelta dei termini e la presentazione degli argomenti sono stati normalmente di buon livello, anche se, in alcuni casi, un maggiore rigore (forse anche una maggiore esperienza) avrebbe giovato ai testi sottoposti a giudizio.

Molte delle sillogi presentate hanno dimostrato come in tanti abbiano effettivamente capito quanto sia necessaria una certa maturità per pubblicare con un editore di provata serietà, soprattutto rispetto ai tentativi di molti altri che pubblicano solo sul web, senza mettere in gioco se stessi e le proprie capacità. Pubblicare libri non sempre è come esternare sui social. Dunque plauso e lode a tutti coloro che hanno provato e che, spero, continueranno a farlo, cercando di migliorare se stessi e il proprio stile.

L’argomento preferito dai nostri partecipanti è stato, oltre all’introspezione, tipico “piatto forte” della sensibilità degli autori di poesie, il mondo che ci circonda, con molti che hanno parlato della vita di oggi e delle problematiche sociali (con la trasposizione poetica delle notizie di attualità). Sembra infatti che la maturità dei poeti emergenti abbia raggiunto il punto in cui si sposta lo sguardo da dentro sé per volgerlo all’esterno. Infatti, è diventato per molti chiaro che l’interazione sociale è anche causa di quegli stati d’animo che spingono a comporre poesie per esternare un disagio o, semplicemente, un pensiero. Come dicevamo però, il cavallo di battaglia dei poeti è e rimane l’amore in ogni sua forma: raggiunto, perso, negato, vissuto o immaginato. Tuttavia non è mancata l’introspezione, attraverso la quale, impressa su carta, si esplorano gli animi dei poeti.

Con la possibilità di pubblicare gratuitamente e con la possibilità di avere un supporto da una casa editrice come EEE, non ci saremmo potuti aspettare di più e di meglio dai poeti di tutta la rete. I vincitori di questo concorso spero saranno felici di avere ottenuto per le loro sillogi l’approvazione di un marchio come quello di questa casa editrice che, seppur piccola, sta diventando un sinonimo di garanzia di qualità per gli scritti che propone.

La mia Bibliografia

Andrea Leonelli: la mia bibliografia

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di Andrea Leonelli

Perché questo articolo? Perché sono tendenzialmente una persona poco ordinata e, come tale, anche la mia bibliografia è caotica, almeno in parte.
Partiamo dicendo in che ordine, cronologicamente, sono stati scritti i miei libri: la mia prima silloge è “La selezione colpevole”, una raccolta di poesie scritte “di pancia”. Contiene tutto il dolore che ho vissuto in un pessimo momento della mia vita. Successivamente ho scritto “Consumando i giorni con sguardi diversi”, in cui ho inserito, forse più con la testa, diverse composizioni create al di fuori dai miei soliti schemi, cercando soluzioni nuove e sperimentali per esprimere ciò che sentivo in un periodo di transizione.
Per ultimo, almeno per ora, “Crepuscoli di luce”. Questa silloge rappresenta una sintesi di un periodo più lungo che inizia ai tempi di “La selezione colpevole” e arriva fino alla metà 2015.
Ho un’altra raccolta di poesie, già pronta ma ancora in fase di “lavorazione”, di cui è ancora presto per parlare. Sto lavorando, ormai da anni, a un romanzo/racconto lungo e autobiografico che chissà quando riuscirò a finire.
Concludiamo, dunque, parlando dell’ordine di pubblicazione: prima è uscito, come autopubblicazione, “La selezione colpevole”, mentre il primo libro pubblicato con un editore, ma solo in formato digitale, è stato il mio secondogenitoConsumando i giorni con sguardi diversi” uscito per EEE. Di seguito è uscita la seconda edizione di “La selezione colpevole” in ebook e cartaceo a cui è seguito, dopo una parentesi temporale (comprensiva di tuoni, fulmini e saette), “Crepuscoli di luce” sia digitale che cartaceo.
Ultimo “rinato” al momento è “Consumando i giorni con sguardi diversi”, in seconda edizione, stavolta nei due formati elettronico e in brossura.
Spero di aver chiarito, almeno agli interessati, la strana cronologia delle mie pubblicazioni.
Chissà le future sillogi quali vie traverse di pubblicazione potranno mai prendere e in che ordine si affacceranno al pubblico ma adesso, che è uscito il neo rinato “Consumando…”, festeggiate con me rileggendolo in questa splendida edizione “rielaborata” che potrete trovare, come tutti i titoli EEE, su tutte le piattaforme digitali. E se lo volete il cartaceo, vi assicuro che fa una bellissima figura.
Parola d’autore felice.

La mia esperienza con EEE

Altri tre autori raccontano La mia esperienza con EEE ed ognuno lo fa a modo suo, con la propria passione e il proprio stile. Andrea Leonelli, Maria Luisa Mazzarini e Nicoletta Parigini sono tre Penne eccellenti ed il loro valore umano riesce quasi a superare la bravura che li contraddistingue nello scrivere. #EEE #autoriEEE

logo esperienza

Andrea Leonelli

La mia esperienza con EEE non può limitarsi semplicemente a parlare del mio ruolo di autore. Infatti, una delle cose più caratteristiche di questa, che non riesco a definire semplicemente Casa Editrice, è proprio il fatto che non lo sia, nel senso che è molto di più di quanto normalmente si usa per definire una CE. Non è solo una casa editrice ma è una squadra, un gruppo di persone che, con le loro diversità e peculiarità, si arricchiscono l’un l’altro e si aiutano, collaborano e interagiscono fra loro.
Le diversità sono un valore aggiunto e lo spirito che li anima è di collaborazione. Potremmo dire che è un po’ la parola d’ordine di molti di noi. Sostegno, aiuto, consigli, pareri ma soprattutto interazione. Vogliamo proprio trovare una definizione a tutto ciò? Fate voi… Per me EEE è un po’ come Casa.

Maria Luisa Mazzarini

Ho appena esordito in EEE con il mio libro “Si aprano le danze”, una silloge poetica, ma la simpatica e cordiale accoglienza ricevuta non solo dai miei cari comuni amici E. Bagli e G. Cappelloni, che ricambio con sentita gratitudine, ma da tutto il Gruppo degli Autori e dalla Redazione, mi ha fatto sentire a mio agio, in un ambiente culturale elevato, aperto e dinamico, nonché di alta ed adeguata visibilità. Mi congratulo con il nostro Editore, la scrittrice Prof.ssa Piera Rossotti Pogliano, ed il suo Staff, per la professionalità, l’intelligenza e la disponibilità con cui mi hanno guidato nell’editing, nonché la perfezione e i tempi minimi di realizzazione della pubblicazione. Con la Casa editrice sarò così presente anch’io, con la mia silloge, al prossimo Salone Internazionale del Libro di Torino 2016, evento d’eccellenza dell’Editoria e della Cultura letteraria. Fiduciosa, pertanto, in una serena e proficua collaborazione, intraprendo il nuovo cammino poetico- artistico-culturale all’insegna della “meraviglia” e di una costruttiva amicizia.

Nicoletta Parigini

Edizioni Esordienti Ebook ha la faccia di donna. Intendo: una faccia umana. Una faccia che corrisponde, su per giù, a quella di Piera Rossotti e dei suoi collaboratori. È una faccia che ti prende sul serio: per questo mi piace.
Edizioni Esordienti Ebook guarda al tuo valore come scrittore, senza farti credere che quella sia l’unica parte di te che conta: un modo di essere che fa bene a chi si occupa di scrittura.
Edizioni Esordienti Ebook consente, agevola, contribuisce alla tua crescita professionale. E ti aiuta ad andare oltre, se quella è la tua strada. Con generosità e impegno spassionato. Senza mai farti perdere, d’altra parte, il senso della misura.

Premio Nazionale Leandro Polverini 2016

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Premio Nazionale Leandro Polverini 2016 – POESIA EDITA

Vi presentiamo il Bando per il Premio Nazionale Leandro Polverini 2016. Noi di EEE siamo particolarmente interessati a questo premio perché Andrea Leonelli lo ha vinto, nella sezione Poesie Edite, per ben due volte, ovviamente con due nostre pubblicazioni: La selezione colpevole e Crepuscoli di luce. Tenendo conto che abbiamo aperto un Concorso per selezionare le prossime sillogi che verranno pubblicate da EEE, la conseguenza diretta sarebbe proprio poter partecipare al Premio Polverini… e fare concorrenza (sempre in modo scherzoso, all’insegna del fair play e con tanto lavoro di squadra) ad Andrea.

con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Città di Anzio. Possono partecipare libri editi di poesia in lingua italiana. Tema libero.

Il Bando:

Spedire una sola opera in 2 copie – di cui una firmata dall’autore – con posta normale non raccomandata entro il 30 settembre 2016 a PREMIO POLVERINI – via Acqua Marina 3 – 00042 Lavinio – Roma. Tel. 06/90286930 – 389/5468825 – indirizzo mail:  editotem@mclink.it

Sulla busta di spedizione va scritto PIEGO DI LIBRI (tariffa postale euro 1,28)
I PLICHI RACCOMANDATI NON SARANNO RITIRATI.
Le opere dovranno essere accompagnate da una lettera su cui sono chiaramente indicati: nome – cognome – indirizzo – recapito telefonico dell’autore e mail.

Opere ammesse:

libri di poesia  – di autori viventi – editi in Italia da gennaio 2000 a settembre 2016.
Sono ammesse anche opere stampate in proprio o presso tipografie, che contengano almeno 30 liriche.
Nessuna quota di adesione.
I premiati verranno avvisati tramite lettera cartacea.

Premi:

Ai primi dodici classificati assoluti saranno assegnate opere d’arte.
A tutti gli altri partecipanti, menzionati in 18 sezioni, saranno dati attestati di merito. Sarà, inoltre, consegnata a tutti i poeti presenti alla cerimonia di premiazione la locandina, una pubblicazione sul concorso contenente l’elenco completo degli Autori con cenni biografici, relativa classifica, sezione poetica, provenienza regionale.
La stessa pubblicazione sarà consegnata inoltre agli ospiti, alla stampa e agli appassionati del settore poesia fino ad esaurimento delle copie omaggio.
I vincitori sono tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione e a ritirare personalmente il premio. È ammessa delega al ritiro.

Premiazione:

Domenica 27 novembre 2016, ore 10 – presso la Sala Conferenze dell’Hotel Lido Garda –  Piazza G. Caboto 8 – 00042 Anzio – Roma – tel. 069870354 (convenzione speciale per i poeti che volessero pernottare).

Giuria:

Tito Cauchi (presidente)
Maria Bartolomeo
Paola Leoncini
Gianfranco Cotronei
Loretta Sebastianelli
Paolo Procaccini
Nicoletta Gigli (ufficio stampa)
Angela Giassi (segretaria del premio).

Gli autori autorizzano la pubblicazione di stralci di poesie sulla stampa che interverrà alla premiazione.
Tutte le opere spedite non saranno restituite.
I partecipanti accettano tutte le condizioni del presente bando.

Andrea Leonelli e il valore terapeutico della scrittura

logo scritturaAndrea Leonelli e il valore terapeutico della scrittura

di Andrea Leonelli

Scrivere può salvare la vita? Sì. Per quel che mi riguarda è andata proprio così.
In un brutto periodo della mia vita ho riscoperto, dopo anni, il piacere (o il sollievo) che può dare la scrittura.
Spesso infatti esporre, o meglio trasporre, se stessi su carta (o su monitor) permette di estraniare dal sé interiore quelli che sono i problemi che creano conflitti. Si sa che, quando una qualsiasi cosa è troppo vicina, si rischia di non vederla quindi, portare “al di fuori” quei tumulti che si hanno dentro ci da la possibilità di riconoscerli meglio, di affrontarli da punti di vista diversi e di trovare soluzioni che, altrimenti, non si sarebbero potute trovate perché troppo coinvolti da quello che stiamo vivendo.
Lo stile che si sceglie nello scrivere e il tipo di risultato che ne viene fuori sono ininfluenti e, di solito, “non scelti coscientemente” ma sono semplicemente il risultato di inclinazioni personali, gusti, istinto e divengono semplicemente funzionali all’atto dell’esternare. In questo modo ho scritto alcune di quelle che sono, a parere mio, fra le mie poesie più intense.
Inoltre, questo estrarre dal proprio intimo i pesi che ci gravano, alleggerisce l’animo, permette di risalire dagli abissi in cui ci si trova e riprendere quelle boccate d’aria che, spesso, sono la chiave del salvarsi. Con l’animo più leggero, non accecati dallo sconforto, si riesce ad avere una visione più realistica di ciò che si ha intorno. Si può affrontare la vita con uno spirito più positivo.
Si potrebbe anche dire che scrivere le proprie intenzioni, simulare gli atti sulla carta, magari attribuendoli a un personaggio, ed è indifferente se sia un alter ego o una persona completamente diversa da chi scrive, ci consente anche di immaginare meglio le reazioni, del mondo circostante, a un qualsiasi evento. Ciò ci pone davanti agli occhi quelle che potrebbero essere conseguenze non immediate a gesti, parole o atti che pianifichiamo nell’immediato ma i cui strascichi potrebbero non apparirci subito chiari nella nostra mente. Dovendo descrivere infatti le interazioni fra i personaggi, questi “prendono vita” e ci rispondono, quasi in maniera autonoma, talvolta in modi inaspettati. Fatto che, lasciando le nostre idee rinchiuse solo nella nostra testa, potrebbe anche non accadere. Spesso ci si aprono davanti agli occhi scenari inattesi.
Potrei parlarvi anche più nel dettaglio della mia esperienza personale, di quanto sia l’esternare che l’alleggerirmi mi abbia aiutato. Potrei anche raccontarvi che lo scrivere i vari “come farei…”, in un racconto, mi abbia evitato di compiere azioni errate e deleterie, ma non credo che scendere troppo nei dettagli possa essere di ulteriore supporto a queste brevi riflessioni. Inoltre, diventerebbe uno spoiler su quanto sto già scrivendo per il mio prossimo libro, dal titolo ancora in bilico fra “Battiti” e “L’inferno dentro”.
Dunque, scrivere salva la vita? Rispondo nuovamente a questa domanda con un sempre più convinto SI.

Casi strani

Casi strani: il mistero del manoscritto leonelliano

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Andrea Leonelli è vittima (si fa per dire) di uno di quei casi strani che capitano talvolta nella vita e che non hanno alcuna spiegazione logica.

Partiamo dall’inizio. Andrea lavora in rianimazione e quella che svolge giornalmente è un’occupazione che coinvolge tutta la sua sfera emotiva e le sue energie. A suo tempo, quando gli chiesi di scrivermi un articolo che potesse far capire cosa si prova nell’affrontare tutti i giorni un mestiere simile, lui produsse un pezzo decisamente d’impatto (QUI). Il blog era aperto da poco tempo e, nel giro di pochissimi giorni, il suo articolo divenne virale, al punto che comparve sulle riviste specializzate del settore e colleghi da tutta Italia lo lessero arrivando anche a scrivere un buon numero di commenti.

In sostanza, quell’articolo è stato condiviso più di 5400 volte su Facebook e la pagina, qui sul blog, è stata vista più di 16.000 volte (al momento, mentre scrivo, la cifra è di 16.737). Va bene, e con questo?

Fino ad ora ho solo snocciolato dei numeri che possono andare bene per delle statistiche e che, al limite, mettono in risalto il fatto che l’argomento è sentito e che la categoria degli infermieri italiani ha trovato, nelle parole di Andrea, una voce in grado di mettere in risalto le loro emozioni. Ma la singolarità della vicenda non è questa, così come non lo sono i numeri, per quanto significativi, la questione è un’altra. Dopo l’articolo, ad Andrea sono state proposte alcune interviste, fra cui quella rilasciata a Nurse24 (il video è reperibile QUI), nella quale il nostro poeta ha dichiarato (incautamente) di aver scritto un testo in merito alla propria esperienza personale, quando si è trovato dalla parte del paziente, assistito proprio dai suoi colleghi in rianimazione. Ebbene, e qui si riscontra la stranezza del caso, ad Andrea stanno arrivando email in cui gli viene chiesto dove sia possibile comprare il libro e quale sia il titolo…

Caro Andrea, a questo punto (e penso che il tuo editore sarà d’accordo) non hai più scusanti, spicciati a finire il libro (non stai mica scrivendo Guerra e Pace!), così che si possa finalmente rispondere alle richieste!

Aggiornamento

Il libro finalmente è stato pubblicato ed è uscito in versione digitale il 30 novembre 2017 e in versione cartacea il 19 dicembre, con il titolo Domani ci sarà tempo

21 marzo, ode alla Poesia

21 marzo è la giornata dedicata alla Poesia

Caffè poesia

Potevamo forse lasciarci scappare questa occasione? No, che non potevamo, soprattutto per il fatto che si è da poco aperto il quarto Concorso EEE, dedicato proprio alla selezione di nuovi poeti nostrani. Sappiamo bene che ne esistono di veramente validi in giro per il web, li vediamo passare tutti i giorni con i loro post, nei quali alcune composizioni spiccano per la bellezza e l’eleganza dei versi. La nostra rosa di giudici avrà del valido materiale fra cui scegliere i prossimi poeti EEE e siamo contenti che siano proprio loro a selezionare i prossimi compagni di avventure.

Quindi parliamo un po’ dei nostri giudici, dei magnifici cinque che presenziano la giuria, insieme al nostro editore Piera Rossotti. Cinque splendide Penne, ognuna con caratteristiche diverse e particolarità che possono andare a stuzzicare l’anima sotto molti punti di vista. Perché la Poesia non è tutta uguale, il genere in sé racchiude mille sfumature che possono essere interpretare a seconda dello stile, dell’umore e della predisposizione dell’autore. Tuttavia i nostri cinque giudici si differenziano in modo piuttosto riconoscibile. Elisabetta Bagli possiede una mano decisamente femminile e i suoi versi si dipanano di solito con lunghe introspettive, in cui ogni colore viene preso in considerazione. Gastone Cappelloni è un’impressionista e ben si accordano i toni che utilizza per descrivere i propri sentimenti e le sensazioni, lasciando pennellate decise sulla tela poetica. Maurizio Donte ha ben chiaro il ritmo e la sua precisione si concretizza nei versi costruiti ad arte, pur restando saldamente ancorati al senso artistico. Andrea Tavernati preferisce racchiudere negli haiku le proprie espressioni poetiche, pur attenendosi, anche lui come Donte, a delle regole fondamentali che rendono il verso ancora più libero. Infine Andrea Leonelli. La sua prosa graffiante, e talvolta ermetica, lo rende capace di racchiudere in poche parole l’intera tavolozza della sofferenza umana.

Dunque, con cotanta giuria, potevamo forse non ricordarvelo in un giorno come questo?

Una Regina e i suoi Re

Una Regina e i suoi Re

Un altro poeta s’inserisce nella scuderia degli autori EEE, circondando la nostra Regina di nomi eccellenti.

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Maurzio Donte, con il suo Nell’incanto, stabilisce un nuovo filo conduttore con i propri lettori.

Elisabetta Bagli, Andrea Leonelli, Andrea Tavernati, Gastone Cappelloni e Maurizio Donte, formano una squadra poetica che assume già il sapore della leggenda. Elisabetta, con i suoi meravigliosi versi, offre una vita vista al femminile, con i suoi dubbi e le sue incertezze, condite con quella forza che ogni donna è in grado di avere. Andrea Leonelli travolge gli animi con l’energia di cui carica le sue composizioni, trovando, attraverso la sofferenza e lo strazio, la via verso il cuore dei lettori. Andrea Tavernati incanta con i propri Haiku, descrivendo in così pochi termini un universo ricco di emozioni e sentimenti. Gastone lascia senza fiato. La sua prosa, solo all’apparenza semplice, è un puro inno alla vita e a quanto possa far sentire vitale un uomo. Infine Maurizio Donte, un nome che porta l’arte poetica verso quella classicità che così bene padroneggia.

Vi presentiamo la parte iniziale della presentazione di Nazario Pardini al libro Nell’incanto

Bolero

Donte_EEEVaga sulle onde un fremere d’incanto,
mentre trema la luce della Luna
e alzo nel vento a te un notturno canto
che flebile s’inizia sotto il cielo;
con arte io vengo a te, mia sola amata,
tu danzi quasi fossi una sirena
nel mare dell’estate che è passata.
Mi ricordo il motivo della danza
ed il tuo passo al muoversi del suono,
lento Bolero, dentro la risacca,
in languide movenze d’abbandono.

Iniziare da questa citazione testuale significa andare a fondo, da subito, nella epigrammatica vicenda del canto di Maurizio Donte. Un canto dolce, estremamente musicale, nutrito di cospirazioni emotive di grande abbandono erotico-intimistico, dove il verso, con tutta la sua potenza ermeneutica, si fa corpo risolutivo degli abbrivi vitali del Poeta. Sì, c’è l’amore, vissuto con plurima collaborazione panica, con espansioni iperbolico-allusive, e con abbracci semantici di urgente vocazione narratrice, ma un amore plurimo, totale, universale che coinvolge la vita nella sua polisemica significanza: il sogno, la realtà, il tempo, la memoria, la pace, la società e quell’inquietudine che nella poesia si fa flauto sotterraneo ad accompagnare il fluire dello spartito: “Mi ricordo il motivo della danza”, una rievocazione che si traduce in alcova rigenerante, in edenico ritorno, in visione incantatrice trasferita in mondi dal sapore neoplatonico, dove tutto è leggero, inviolabile e sonoro come una musica sublimante. Ed è l’endecasillabo – trattato in tutte le salse, in tutte le sue tonalità, a majore e a minore di sonetti, odi e canzoni – a evidenziare l’esperienza metrica del Nostro; la sua abilità versificatoria, aduso, Egli, al verso nobile del canto: “con arte io vengo a te, mia sola amata,/ tu danzi quasi fossi una sirena/ nel mare dell’estate che è passata”. Un mare d’infinita portata, i cui orizzonti si estendono fino all’inverosimile, fino a traguardi a cui l’uomo non può allungare lo sguardo, data la sua pochezza. E il Poeta è cosciente della futilità del tempo, del gioco delle sue fauci, della sua rapacità e voracità: “E vano è lo sperare che ritorni:/ rapido fugge il tempo tra le dita.”, per questo si affida al memoriale, a quel “passato” che tanto vorrebbe riattivare “in languide movenze d’abbandono”; a un eros che, comunque, non circoscrive il panorama ispirativo del Nostro; dacché la perlustrazione ontologica delle piecès e lo scavo analitico si estendono, a tutto tondo, al bene e al male della vita, col ricorso a uno sguardo impegnato e addolorato su tutto ciò che crea sofferenza; su tutto ciò che si allontana dalla fraternità, e dalla umanità, visto che “Non più vi fosse guerra, ma fraterno/ amore” è l’auspicio più sentito del Poeta

In anteprima su Alibi – Altrove letterario

Quattro poesie inedite su Alibi – Altrove letterario

di Andrea Leonellialibi

Cari amici sono lieto di annunciarvi che la redazione della rivista “Alibi- Altrove letterario” mi ha scelto per partecipare al loro nuovo numero, il primo del 2016, con 4 mie poesie ancora inedite ma che saranno incluse nella mia prossima raccolta dal titolo, per ora provvisorio, di “Aperti Ermetismi”.
La rivista si occupa soprattutto di letteratura d’avanguardia e sperimentale. “Altrove letterario” è quindi una definizione eccellente di quello che la redazione propone ai lettori. Esce trimestralmente e il nome può dare la giusta comprensione di cosa tratti il progetto. Una letteratura che non si avvicina assolutamente alla narrativa di consumo che ci assale quando entriamo in libreria. L’intento è stato creare, quindi, un luogo altro dove poter scrivere e leggere. La rivista trae ispirazione da altre testate quali: Malebolgie, Marcatre, Quindici, Il Caffé ecc.. In più “Alibi”, oltre ad essere una vetrina per gli scrittori, recupererà materiali dal passato ormai relegati nell’oblio.

Per seguire le attività della rivista su Facebook, questo è l’indirizzo della loro pagina
Alibi rivista

Le poesie di mia produzione, proposte sul periodico, sono completamente inedite e parlano di un cambio di direzione nella mia linea creativa:
Entropie terminali, Aperte cicatrici, Universi contigui e Si muore senza un perché.

La nostra attività divulgativa di “desuetudini” letterarie, non convenzionali e fuori dagli schemi, esiste grazie a loro e a coloro che in futuro sceglieranno le nostre pagine per far sentire la propria voce. Buona lettura!