Chiara Curione e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareChiara Curione e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Il tramonto delle aquile

Calzone di ricotta dolce

 

Unire libri e cibi dai sapori antichi

Ai lettori del “Il tramonto delle aquile” vorrei consigliare di degustare il calzone dolce di ricotta, perché è un dolce antico della tradizione pugliese, un dolce che amo particolarmente, di cui ho persino ritrovato la ricetta in un ricettario medievale dell’epoca federiciana, mentre affrontavo le tante ricerche storiche per la scrittura del romanzo. Il profumo di questo dolce e il gusto così particolare riportano a sapori antichi, tramandati nel tempo, con ingredienti che si ritrovano tutt’oggi come la ricotta e le uova, lo zucchero, la farina. Quando osservo i castelli di epoca sveva disseminati in Puglia, allora penso che le innovazioni realizzate da Federico II non riguardavano solo il codice delle leggi Melfitane, gli studi scientifici e in particolare il suo trattato sulla falconeria, ma anche l’arte culinaria con ingredienti freschi e semplici come la ricotta di cui erano ghiotti anche i suoi falchi. Ebbene, leggendo “Il tramonto delle aquile” vi consiglio di gustare un pezzetto di questo dolce che potrete preparare voi stessi sognando di essere ad un pranzo alla corte fantastica dell’imperatore FedericoII .

Ingredienti

Un dolce semplice e gustoso.
Ingredienti:
Per il ripieno: un kg di ricotta, 12 uova, 300gr di zucchero, la buccia grattugiata di un limone.
Per la pasta frolla: 300 gr di farina, 150 gr di zucchero, 100 gr di olio, un po’ di lievito Pan degli Angeli(un cucchiaino circa), 2 uova intere, buccia di mezzo limone grattugiato.

Preparazione

Preparate il ripieno sbattendo le uova intere con lo zucchero per mezz’ora, poi unire poco alla volta la ricotta passata al setaccio, mescolando delicatamente e infine la buccia grattugiata del limone.

Per la pasta frolla, mischiare la farina e lo zucchero con le uova, l’olio e un po’ di lievito Pan degli Angeli, aggiungendo la scorza grattugiata di mezzo limone. Formare una palla liscia e omogenea, poi dividerla in due parti, una più piccola e una più grande.
Con la parte maggiore di pasta fare una sfoglia sottile per foderare il tegame, riempire con il ripieno. Con la restante parte di pasta ricavare delle strisce con cui coprire il ripieno formando un reticolato.
Infornare a 180 gradi e cuocere per mezz’ora circa. Sfornare il dolce e cospargerlo di zucchero al velo, se gradito.

Il tramonto delle aquile

“Il tramonto delle aquile” è l’ultimo romanzo storico di Chiara Curione. Il protagonista è Manfredi di Svevia che racconta in prima persona la sua vita sin dall’adolescenza alla corte paterna e, successivamente, dopo la scomparsa del’imperatore, della sua ascesa al potere fino alla battaglia di Benevento in cui perse la vita. Il testo tende a mettere in luce i valori umani del protagonista e dei personaggi che lo circondano, parla di amore, di amicizia, ma anche di tradimento, di morte, di battaglie per riconquistare il potere nell’eterna lotta della supremazia tra impero e papato. In scena c’è la numerosa famiglia imperiale.

Federico e i suoi tanti figli, avuti da mogli diverse e amanti, figli spesso in competizione tra loro. Il romanzo, che unisce la storia e la leggenda, racconta di un’epoca travagliata ma piena di sviluppo, dove l’arte fioriva con grandi novità e la ricerca scientifica si intensificava, dove anche nell’architettura tutt’oggi si possono ammirare le numerose opere volute dall’Imperatore e da suo figlio Manfredi. Manfredi fu il figlio illegittimo più amato, colui che somigliava più di tutti all’imperatore e che che diventò il re di Sicilia e di Puglia.

Un re amato da tutti anche dal popolo, il quale ha tramandato attraverso le numerose leggende la storia di Manfredi, di sua madre Bianca Lancia, di Federico II. Con questa storia non solo si apprendono gesta di eroismo e di coraggio, ma anche la tenacia, l’onore, la lealtà. Una storia che parte dai nostri avi e arriva fino a noi per raccontare le nostre radici e le nostre tradizioni. L’ambientazione per la maggior parte è realizzata nei castelli più famosi di Puglia e parla di un medioevo dove la coloratissima corte federiciana attraversava paesi e città, lasciando esterrefatto il popolo che accorreva a vedere passare Federico II, in sella al suo bellissimo cavallo nero, seguito dai dignitari di corte e studiosi, al centro della carovana che si apriva con il serraglio di animali esotici. Seguivano i saltimbanchi e i giocolieri, poi le temibili guardie del corpo, i saraceni, in fondo c’erano gli elefanti che trasportavano palanchini con le donne del suo harem, seguivano i cavalli e i muli che trasportavano casse cariche di libri, vettovaglie e tutto il necessario per la corte.

Chiara Curione fa rivivere un’epoca mai dimenticata che ci fa sognare, dove la storia diventa non un semplice svolgersi di avvenimenti, ma la vita stessa di un popolo, della sua evoluzione e delle sue tradizioni.
Il romanzo, che è collocato in un’epoca di cui conserviamo alcune architetture, ci aiuta a studiare le nostre radici e i nostri stili di vita e a compararli con quelli del passato. Un romanzo storico serve appunto a riscoprire la storia in un modo diverso e più vicino a noi.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1554 KB
  • Lunghezza stampa: 254
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (25 novembre 2014)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-223-2

Chiara Curione e La sua Postazione

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Chiara Curione e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

La mia postazione, una finestra e la sua luce

la-postazione-di-chiara-curioneAmo scrivere al mattino e trovarmi vicino a questa finestra da cui proviene una bella luce. Io la chiamo la mia finestra sul mondo, in realtà arriva un pezzetto di cielo, e il verde delle mie piante, ma quanto basta per viaggiare con la fantasia. Questo è il posto dove ho scritto il mio ultimo romanzo “Il tramonto delle aquile” e dove sto scrivendo il seguito.
Non è un posto segreto e recondito in cui meditare è il cuore di tutta la casa, si tratta della cucina, il luogo dove nel silenzio del primo mattino la mente viaggia con l’immaginazione sui sentieri della fantasia. Penso alla nuova trama da costruire, ai personaggi che devono animarla e mi sembra quasi di vederli come se si muovessero davanti a me e spiegassero le ragioni del loro agire e dei loro sentimenti.
Sono in procinto di accendere il computer e penso alla protagonista del mio nuovo romanzo, una donna.
Si tratta della figlia di Manfredi di Svevia, Costanza, una donna straordinaria divisa tra il ruolo di regina e quello di madre che dopo la morte del marito affronta situazioni complicate e vede i suoi figli in conflitto e divisi profondamente.
Il ruolo della donna è sempre stato fondamentale e mai come oggi viene riscoperto, mi piace parlarne al passato per poterne trarre analogie al presente. Parlare di donne che da regine non hanno perso la loro femminilità agendo con coraggio. Guardo la finestra pensando anche ai personaggi secondari di questa storia e come muoverli, quando vedo una gazza che si posa sul ramo del mio albero e immagino la regina in viaggio che attraversa un bosco, circondata dalla sua scorta di guardie. Penso al modo diverso di viaggiare nel passato, a cavallo o in carrozza, attraversando zone impervie e penso alla storia del nostro sud Italia e tutte le dominazioni che si sono susseguite. Ecco che la luce del mattino diventa più intensa, nella mente si delinea un nuovo capitolo e mi accingo subito a scrivere.

Chiara Curione a LetterandoInFest

Ai nastri di partenza la settima edizione del LetterandoInFest

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Ai nastri di partenza la settima edizione del LetterandoInFest, il festival della letteratura prenderà il via il 24.25.26 giugno presso il complesso della Badia Grande a Sciacca. Nuovo appuntamento che per tre giorni darà spazio ai libri e i loro autori e non solo.  Saranno ospiti della manifestazione per la sezione “Storie di città”, gli scrittori Roberto Alajmo, Stefano Malatesta e Paola Caridi, chiamati a delineare rispettivamente  il volto di Palermo, Roma e Gerusalemme.

chiara a letterandoinfestVenerdì 24 giugno alle ore 19, presso la Sala Dei Palchi, Chiara Curione presenterà il suo libro Il tramonto delle aquile, in compagnia del nostro Nunzio Russo, che sarà presente in rappresentanza della EEE e introdurrà l’amica e collega all’evento. In loro compagnia ci sarà anche l’organizzatrice Betty Scaglione Cimò.

L’edizione di quest’anno si arricchisce anche della partecipazione di una importante azienda vitivinicola, l’Azienda Agricola Rallo di Marsala che proporrà all’interno della manifestazione un interessante Contest prendendo spunto da una delle rubriche a sfondo enogastronomico del Magazine “Con Rallo per Diletto”. La Rallo, in un apposito spazio diviso in tre diversi momenti, curerà  la presentazione di un’etichetta prodotta dalle proprie cantine lanciando come sfida l’abbinamento a questi vini di un libro che sia attinente.

A conclusione del Contest, i libri che per il tema trattato saranno stati selezionati per l’abbinamento a un vino, godranno della promozione e della visibilità che le Cantine Rallo potranno dare attraverso la propria distribuzione. Un connubio “libri-vino”  che si fonde perfettamente con la partecipazione attiva all’interno del Letterando 2016, degli Editori  Indipendenti del Mediterraneo.

Scarica QUI il programma completo o visita il sito di LetterandoInFest

I laboratori di scrittura di Chiara Curione

La mia esperienza sui laboratori di scrittura creativa e di lettura

di Chiara Curione

Parlare dei miei laboratori di scrittura creativa significa andare a ritroso nel tempo e raccontare in un certo senso il mio percorso di scrittrice fino ad oggi, dove la Biblioteca ha sempre avuto un ruolo importante.

IMG-20160315-WA0002Il contatto con la Biblioteca è stato una tappa fondamentale per il mio lavoro di scrittrice, soprattutto dopo l’uscita del mio primo romanzo “La sartoria di Matilde”.  Infatti, subito dopo ho iniziato collaborando con i laboratori di lettura della biblioteca di Gioia del Colle, il paese in cui vivo, organizzati da Cinzia Losito e scrivendo storie per i bambini.

L’ambiente della nostra biblioteca attento alle novità e sensibile alla promozione della cultura, grazie alla competenza del personale e della bibliotecaria Arianna Addabbo, ha sempre creato un’atmosfera particolare, fornendomi libri interessanti capaci di stimolare la mia curiosità e fantasia per i testi che avevo intenzione di realizzare. Qui con Cinzia Losito che progettava i laboratori, Giovanna Laverminella che realizzava i disegni per le storie da raccontare ai bambini e Cataldo Donvito che suggeriva le letture, cominciai  scrivendo le fiabe storiche su Federico II.

Ci fu molto entusiasmo per l’idea che avevo di raccontare le vicende storiche dell’imperatore svevo e la sua discendenza in modo diverso. Pensando che anche la storia, quella reale, si potesse raccontare come una fiaba, decisi di unire elementi reali a elementi fantastici e leggendari, notando che i testi realizzati in questo modo attiravano i bambini e li avvicinavano alla storia. In breve tempo, il libro che avevo realizzato con le fiabe storiche “le Imprese di Federico II” fu pubblicato e adottato in numerose scuole come testo di narrativa e usato per laboratori di lettura. Dopo questa esperienza ci fu la pubblicazione di un altro mio lavoro: il romanzo storico sul brigantaggio dal titolo “Un eroe dalla parte sbagliata”, pensato proprio per raccontare ai ragazzi in modo semplice le complesse vicende del periodo storico Post-Unitario e della tragedia che segnò il sud Italia da quel momento in poi.

Vedere che i miei libri avevano successo presso le scuole e soprattutto che piacevano ai ragazzi mi ha dato la voglia di fare un passo in più. Trasmettere le tecniche della scrittura creativa, stimolando la fantasia che è racchiusa in loro e progettando dei laboratori di scrittura creativa. Tempo dopo, grazie all’incontro con Viviana Basile che è esperta di animazione, c’è stata l’idea di realizzare dei laboratori particolarmente avvincenti per i ragazzi con l’animazione.

Il primo di questi laboratori per bambini di nove anni ci è stato richiesto dall’associazione culturale “La casa del sorriso” ed è stato incentrato sulla figura di san Filippo Neri. Un personaggio fuori dalle righe, un uomo che univa ragazzi di estrazione sociale diversa, che amava il canto e la preghiera, un sacerdote che diventava un burlone con le sue strane penitenze date ai fedeli. Avevamo la certezza che i bambini si sarebbero incuriositi ascoltando le vicende della sua vita, tuttavia nessuno si aspettava che da questo laboratorio sarebbe nato un libro.

I bambini erano talmente attratti dalla vita del Santo che alla fine sembrava l’avessero conosciuto di persona, quando con l’animazione si entrava nell’atmosfera della vita cinquecentesca di Roma. Grazie a quest’idea i bambini si sentivano parte integrante dell’Oratorio creato da san Filippo, dopo ascoltavano una lezione di tecnica di scrittura creativa e partivano con la stesura dei loro racconti. Per ogni incontro i partecipanti hanno scritto delle storie incredibili, rapportandosi alla vita del Santo sia nel presente sia nel passato e nel futuro.

20151227_103859Da questo laboratorio, infatti, è nato un libro dal titolo “Noi bambini e San Filippo” che raccoglie i loro racconti, tutti originali e alcuni anche abbastanza ironici. In seguito abbiamo organizzato laboratori di scrittura creativa per i ragazzi più grandi, incentrandoli sulla figura di Federico II perché la Puglia in cui vivo era la sua amata terra. Qui, dai tanti castelli alle numerose cattedrali, tutto parla ancora di lui. Da questo laboratorio, in cui operavamo in tre con Viviana Basile e Marianna La Carbonara, esperta di arte, abbiamo realizzato qualcosa di più originale: calamite, segnalibri e calendari con illustrazioni tratte da codici miniati, queste opere sono accompagnate da iscrizioni tratte dagli incipit dei racconti elaborati dai ragazzi. Riuscire a trasmettere le tecniche di scrittura creativa ai più giovani è sicuramente un’attività interessante per uno scrittore, si dà e si riceve molto da queste esperienze, si va alla continua ricerca di testi che possano stimolare la fantasia, letture in cui facilmente ci si immedesima con i protagonisti, testi che possano essere per i partecipanti fonte di ispirazione, con incipit capaci di catturare il lettore  e dialoghi ad effetto.

Dopo quest’attività, abbiamo continuato organizzando i laboratori di lettura per i più piccoli in collaborazione con la Biblioteca. Determinate ad approfondire la lettura attraverso i nostri laboratori, cercando di catturare al massimo l’attenzione dei partecipanti, abbiamo elaborato in collaborazione con Cinzia Losito e Viviana Basile un progetto che ha l’obiettivo di ampliare le potenzialità dei bambini attraverso la lettura animata e il gioco creativo, suscitando un collegamento tra immaginazione e fantasia. In questo modo stiamo realizzando dei laboratori di lettura per bambini dai tre ai nove anni, seguendo l’idea di Rodari che riduce le funzioni di Propp a venti più uno, cioè l’inizio.

Propp, che era un antropologo e linguista, studiò le origini storiche della fiaba nelle società tribali traendone una struttura che rappresenta un modello per tutte le narrazioni. Si tratta di uno schema in cui identificò trentuno sequenze che compongono il racconto e rappresentano le situazioni tipiche dello svolgimento della trama di una fiaba, riferendosi in particolare ai personaggi e ai loro ruoli. Ma grazie a Rodari, sperimentando il suo metodo che gioca con la fantasia e l’immaginazione, i bambini hanno un approccio diverso con le storie, diventando loro stessi autori di nuove storie, così il laboratorio di lettura diventa magico.

Noi cominciamo con lettura animata delle storie, poi proponiamo di formare delle squadre per un gioco con le tavole illustrate con le quali i bambini devono rielaborare a modo loro la storia che hanno ascoltato. Il fatto straordinario che emerge alla fine di ogni laboratorio è che le storie inventate dai bambini attraverso le immagini sono realmente fantastiche, potrei definirle un misto di realtà e fantasia, con il solito lieto fine. Ai nostri laboratori hanno partecipato numerose classi e tutti i bambini hanno mostrato grande interesse. Ecco come l’ascolto di una storia, l’approfondimento della lettura attraverso i personaggi e il gioco di smontare e ricostruire una nuova storia anima i nostri laboratori, entusiasma i bambini.

Il mio contatto con la Biblioteca continua a essere fonte di nuove idee e motivo di ricerca per un mare di racconti. I programmi sono tanti, difficile è poterli realizzare tutti.

L’attività dei laboratori attraverso i quali si elaborano modi diversi per giocare con le parole, creare nuove storie, tramandare i miti e le leggende ci entusiasma sempre e ci fa notare come la semplicità dei bambini e la loro capacità di vedere oltre l’apparenza e giungere alla sostanza delle cose ci sorprende continuamente, facendoci riscoprire anche da adulti il fanciullo che resta sempre dentro di noi.

L’esperienza con EEE

Tre autrici di tutto rispetto raccontano la loro esperienza con EEE e le loro voci potrebbero accendere la speranza in chi ha subito notevoli delusioni nel campo editoriale. Piera Rossotti è un editore serio ma non è l’unico. Non pensate quindi che esistano solo case editrici pronte a spennarvi, perché esistono persone che credono in questo mestiere e cercano di costruire qualcosa di concreto, che non sia il solito e già visto circo degli orrori. #EEE #autoriEEE

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L’esperienza con EEE di Lu Paer, Elena Grilli e Chiara Curione

Lu Paer

La prima  impressione che ho avuto, entrando in contatto con il mio editore, è stata di una persona che fa questo mestiere prima di tutto per passione, dalla quale scaturisce una grande  disponibilità e serietà nei confronti di chi vuole scrivere. Per approdare alla pubblicazione del mio secondo romanzo ho ricevuto, senza sconti, da Piera Rossotti preziosi e più che  opportuni  suggerimenti, che ho accolto con totale disposizione. Insomma, quando un editore aiuta uno scrittore a crescere è un Editore con E maiuscola! Grazie. Lu Paer

Elena Grilli

Dopo delusioni, tentativi di raggiro e scoraggiamento, l’approdo alla casa editrice EEE è stato come un riuscire finalmente a rilassarsi, sapendo di essere fra persone capaci ed affidabili che credono in me. Ero diffidente date le precedenti esperienze, Piera è stata paziente nel coltivare la mia fiducia. Incontro davvero provvidenziale che ha risvegliato i miei sogni in un momento in cui ci stavo rinunciando. EEE per me è stata una sliding door.

Chiara Curione

La mia prima esperienza di pubblicazione con la Edizioni Esordienti è stata entusiasmante: per la seconda volta veniva pubblicato il mio primo romanzo “la sartoria di Matilde” e con mia grande sorpresa riuscivo a vendere un buon numero di copie con un libro che era uscito per la prima volta nel 2000. Pubblicare in e-book mi ha dato la possibilità di far conoscere quel libro a un pubblico più vasto e non solo, mi sono ritrovata in una casa editrice dove gli autori collaborano tra loro e si sostengono, questo a vantaggio di tutti. Inoltre, la Edizioni Esordienti è garanzia di selezione e serietà. La nostra editrice, Piera Rossotti, lavora con vera passione e sceglie solo i testi che le piacciono, promuovendoli in ogni modo. Pur avendo alle spalle pubblicazioni di altri libri solo in formato cartaceo, ho pubblicato con la Edizioni Esordienti anche il mio ultimo romanzo storico “Il tramonto delle aquile”.  A parte la mia esperienza di scrittrice, come lettrice  consiglio a tutti la lettura dei libri della EEE, di qualsiasi genere, rosa, fantasy, giallo, storico, sono tutti molto belli, e tra l’altro originali.

Chiara Curione a Santeramo

Si è svolta mercoledì 2 marzo la presentazione del libro di Chiara Curione, Il tramonto delle aquile, all’UTE di Santeramo

Chiara ci racconta come si è svolto l’incontro e quali sono state le sue impressioni.

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di Chiara Curione

Il libro è stato introdotto dalla scrittrice Giulia Poli con Pierpaolo Benedettini che organizzano le presentazioni all’UTE di Santeramo. Benedettini ha presentato il libro ponendomi delle domande critiche sul tema: Perchè gli Svevi? Domande che approfondivano le tematiche del romanzo storico e domande sui personaggi, quelli reali e quelli di fantasia.12828413_1049419858460633_6860700264447306887_o

Giulia Poli ha analizzato nella sua relazione la struttura del romanzo. Infatti solitamente il romanzo storico è scritto in terza persona, ma io ho usato la prima persona e lei quando ha cominciato a leggere si è chiesta come avrei terminato la storia perché, come si sa, Manfredi è il protagonista e racconta la sua vita che termina tragicamente con la battaglia di Benevento. Da scrittrice si è chiesta in che modo avrei raccontato la sua fine. E notando che tutti gli avvenimenti successivi sono stati riportati dalla figlia Costanza, che ha sognato lungamente suo padre, ha sottolineato il valido espediente che ho usato. Inoltre, il pubblico era molto interessato, ho raccontato vari aneddoti, leggende del mito di Federico II e suo figlio Manfredi incuriosendo ed entusiasmando i presenti . Qualcuno ha detto: “Sembra di rivivere nel nostro Medioevo attraverso le tue parole”. Ma ti assicuro che le figure di Federico II e di Manfredi sono ancora vive qui tra le mura dei nostri castelli.

Il medioevo in Puglia

Il medioevo in Puglia e il fascino di Federico II e suo figlio Manfredi

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castello svevo di Trani

 

di Chiara Curione

È facile immergersi nell’atmosfera del Medioevo in Puglia dove si possono ammirare meravigliose cattedrali romaniche, favolosi castelli, torri di difesa, chiese rurali e santuari. Questa è stata una terra di particolare importanza nel Medioevo come crocevia per l’Oriente, porto d’imbarco di pellegrini e cavalieri verso la Terra Santa.

Qui si sono succeduti numerosi governi: arabi, longobardi, bizantini, normanni, svevi, angioini e aragonesi, lasciando in ogni luogo tracce del loro passaggio. In particolare durante il periodo normanno-svevo le città si sono arricchite da un punto di vista artistico se si pensa alle cattedrali più importanti con sontuose decorazioni, alle ristrutturazioni e ampliamenti  fortilizi già esistenti o alle costruzioni di nuovi castelli. Più di tutti un segno indelebile ha lasciato la dominazione sveva con l’imperatore Federico II e in seguito con il breve regno di suo figlio Manfredi.

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Ritratto di Federico II, dalla seconda pagina di “De arte venandi cum avibus”

In questo periodo la storia si arricchisce di numerosi eventi, le controversie tra papato e impero non bloccano la volontà innovatrice di Federico II con il suo codice di leggi Melfitane (la prima legislazione a impronta costituzionale di uno stato moderno e il più grande monumento legislativo laico del Medioevo) e una concezione diversa dello stato feudale che si era avuta fino a quel tempo. L’imperatore favorisce il commercio e l’agricoltura rendendo prospero il suo amato regno di Sicilia e di Puglia; promuove la cultura, e nella sua corte fiorisce la scuola poetica siciliana, dove nasce la prima lirica in volgare italiano; sostiene lo studio delle scienze e della medicina con la Scuola Medica Salernitana. Tutta la sua vita è una completa opera di rinnovamento, circondato dalla corte effervescente di studiosi, di consiglieri, di cavalieri, di poeti, di dame, di maghi. Memorabili i suoi matrimoni con belle principesse, le sue cacce col falco, e i tornei cavallereschi, la partenza dal porto di Brindisi per la VI Crociata, famosa perché pacifica, condotta con successo e senza spargimento di sangue.

Attraversando la regione pugliese non si può negare che Federico II, ristrutturando ed edificando numerosi castelli, abbia lasciato l’impronta dell’anima. Discendente da una dinastia di Imperatori del Sacro Romano Impero di Germania, figlio di Enrico VI di Svevia e Costanza D’Altavilla, era erede di immensi territori, da sua madre, figlia di re Ruggero D’Altavilla, ereditò il regno di Sicilia e di Puglia che divenne la sua terra prediletta. Abbellì e edificò castelli nei punti strategici del regno, facendo ristrutturare anche le roccaforti che già erano state costruite durante il regno degli Altavilla, oltre alle più belle cattedrali in stile romanico che si trovano nei centri più importanti.

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Castel del Monte

In Puglia è come se l’imperatore vivesse ancora a Castel del Monte, il castello ottagonale con otto torri ottagonali, intento a scrutare i cieli dall’alto di un  panorama unico di una vasta zona della Puglia e della Basilicata. In prossimità delle campagne e dei boschi, vedendo roteare i falchi nell’aria è come se si susseguissero le sue battute di caccia col falco; osservando pascolare gli imponenti cavalli murgesi, discendenti da quelli allevati dall’imperatore, s’immagina che stiano aspettando di essere scelti dai cavalieri del suo esercito per la prossima battaglia.

Raggiungendo uno dei suoi tanti castelli si ha la sensazione che da un momento all’altro giunga l’imperatore con la sua spettacolare corte itinerante: il serraglio degli animali esotici, i saltimbanchi e giocolieri, la temibile guardia del corpo dei saraceni, i notabili di corte, i cavalieri, le donne dell’harem su palanchini trasportati da elefanti. In ogni castello c’è una leggenda legata al suo nome o ai personaggi della sua famiglia. Immergersi in quest’atmosfera è fantastico, un luogo dove l’imperatore ha lasciato tracce di sé rendendosi immortale per aver eletto questa terra a luogo prediletto, paragonandola alla Terra Promessa da Dio al popolo ebraico, quella che produce latte e miele.

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De arte venandi cum avibus

La sua opera è stata immensa e innovativa in tutto il regno di Sicilia e di Puglia e non può che appassionare chiunque si accinga a conoscerla, suscitando curiosità e interesse in ogni campo, dal punto di vista culturale, artistico, legislativo e scientifico.
E approfondendo la sua conoscenza, attraverso le opere e la storia e i personaggi che hanno fatto parte della sua vita, ci s’imbatte nella sua numerosa famiglia e si riesce persino a dare un volto umano a Federico II, alle sue quattro mogli, ai figli prediletti, tra i quali spicca Manfredi. Su di lui più che su gli altri figli si concentrano le leggende. Lui è il figlio più amato, nato al di fuori del matrimonio dall’unica donna che conquistò il cuore dell’imperatore, Bianca Lancia. Un figlio riconosciuto con il matrimonio in punto di morte di Bianca Lancia.

Come pugliese e come scrittrice anch’io ho subito il fascino di Federico II e di suo figlio Manfredi che gli somigliava, scrivendo di loro attraverso racconti e romanzi. La loro opera è costantemente sotto i nostri occhi e se ci soffermiamo davanti a uno dei tanti castelli svevi, non possiamo evitare di ricordare le leggende a cui sono legati.
Gioia del Colle ad esempio è un paese nel cuore della Murgia, dove c’è uno dei castelli normanno-svevi più belli che Federico ristrutturò al ritorno dalla Crociata. Questo castello, che era la dimora preferita di Bianca Lancia, la donna più amata dall’imperatore, è famoso per la leggenda secondo la quale lei fu accusata di aver tradito Federico con un altro uomo e fu imprigionata per gelosia perché era in attesa di un bambino. Quando Bianca diede alla luce Manfredi, per mostrare la sua fedeltà all’imperatore si tagliò i seni e glieli inviò insieme al neonato su un vassoio d’argento. L’imperatore vide che il bambino aveva il suo stesso neo sulla spalla destra, oltre a somigliargli, e lo riconobbe come suo figlio perdonando e sposando Bianca.

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Il castello di Gioia del Colle, in primo piano la cornice Ovest e la torre De’ Rossi.

Sono tante le dimore leggendarie che ricordano anche di Manfredi, il castello di Trani ad esempio dove lui ruppe il cerimoniale di corte per raggiungere il porto e andare incontro a Elena D’Epiro, la bellissima e giovane promessa sposa che era appena giunta dal mare con il suo seguito. Ancora oggi viene rievocato dalla città questo episodio che suscitò nella folla esplosione di canti e gioia per il tanto amato sovrano.
Manfredi che continuò l’opera innovatrice del padre, ordinò di fondare una città sul mare, Manfredonia la città che porta il suo nome. Manfredi che come suo padre ordina nuove costruzioni per ampliare porti, incentivando il commercio secondo un piano per promuovere lo sviluppo di una terra capace di produrre grandi ricchezze. La figura di questo giovane re appassiona per la sua tenacia e il coraggio: egli decide di continuare l’opera paterna, scontrandosi con il potere del Papa, diventando capo dei Ghibellini in Italia e superando problemi e pericoli insormontabili come gli eroi che non si arrendono mai e che solo la morte può bloccare.

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Bianca Lancia e Federico II, nel Codex Manesse

Tra le tante ricerche storiche per lo studio di questi personaggi, ci sono libri particolari come quelli dei viaggiatori inglesi e tedeschi di fine Ottocento che visitavano la Puglia e ne rimanevano affascinati, descrivendo i luoghi più belli e raccontando le numerose leggende. Tra questi cito per originalità il libro di Janet Ross “la Puglia nell’Ottocento (La terra di Manfredi)”. Un testo antico, ritrovato in biblioteca, un libro raro e prezioso come testimonianza delle impressioni positive e delle emozioni di chi visitò la Puglia fine Ottocento sulle tracce degli svevi. Sono le stesse emozioni di chi vive in questa terra e continua a osservarla con incanto, un luogo dove il sole sempre così luminoso vivacizza quei castelli, quelle chiese e borghi medievali da far sognare di trovarsi a rivivere un’epoca lontana.

Chiara Curione a TG Norba 24

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Questa sera, martedì 21 luglio ore 21.10, Chiara Curione comparirà in un’intervista curata da Daniela Mazzacane all’interno del programma TG Norba 24. Il telegiornale, oltre a trattare articoli attuali di politica e cronaca si occupa anche delle realtà locali in grado di dare lustro al territorio pugliese. Chiara Curione, in quanto rappresentante culturale, racconta il suo ultimo libro “Il tramonto delle aquile” ai microfoni dell’emittente televisiva Telenorba.

Non perdetevi, dunque, l’intervista che verrà trasmessa alle ore 21.10 (in replica alle 22) sul canale 180 del digitale terrestre o 510 di Sky.

Come puoi abbandonare tanto amore?

Campagna sociale: Come puoi abbandonare tanto amore? Parte seconda

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Prosegue la nostra campagna sociale di sensibilizzazione. In questa seconda parte saranno gli scritti di Chiara CurioneAndrea Tavernati, Lu Paer, Roberta Andres, Andrea Ravel e Marina Atzori a dire la loro in merito alla pratica incivile che vede migliaia di creature abbandonate durante questo periodo estivo.

Chiara Curione: Ho avuto un cane meticcio trovato da cucciolo che è stato un membro della famiglia per quattordici anni.
Nerino era fonte di gioia continua e non saremmo mai andati in vacanza senza di lui. Abbandonare un cane è come lasciare un bambino solo per strada. Quando si decide di prendere un animale in casa bisogna pensare che non è un peluche, ma un essere vivente da amare. Noi umani non siamo capaci di ricambiare l’affetto e la fedeltà che loro ci donano. È un delitto abbandonare i nostri piccoli amici che ci regalano tanta gioia in cambio di un po ‘ di cura e qualche piccola carezza.

Andrea Tavernati e Gordon: Se ci riflettiamo un attimo, il torto maggiore che facciamo abbandonando un animale non è verso l’animale, ma verso noi stessi. GordonL’abbandono fa parte di quella pratica sempre più generalizzata che riduce la nostra quotidianità ad un usa e getta, che Montale, in altri tempi, aveva definito: lo scialo. Scialo di cose, di esperienze, di parole e perfino di affetti e sentimenti subito bruciati e dimenticati per essere soppiantati da nuovi oggetti di interesse che in breve faranno la fine dei precedenti, non solo non lasciandoci nulla, ma portandoci via ogni volta un pezzetto della nostra umanità. Non stabilire gerarchie, non dare realmente importanza a nulla, scrollarsi tutto di dosso con una semplice alzata di spalle tradisce la nostra dilagante paura: paura di accettare le sfide, di credere in qualcosa; in definitiva paura di vivere. Perché vivere da esseri umani vuol dire prima di tutto essere coscienti di ciò che si fa e quindi maturare il senso della propria responsabilità nei confronti dei propri simili e del mondo che ci circonda. Lo sappiamo: vuol dire pensare, soppesare le conseguenze di quello che si decide di fare. Impegnativo, persino faticoso. Ma non è quello che dovrebbe distinguere gli uomini da tutti gli altri esseri viventi? Allora, se si accetta nella propria famiglia un animale senza pensare che quando andremo in vacanza bisognerà prendersi la briga di occuparsi anche di lui, e nel migliore dei modi, saremo capaci di ragionare in un modo diverso quando il “fastidio” ci sarà procurato dai nostri figli, o da un genitore anziano? Si può dubitarne, perché l’uomo cambia il pelo ma non il vizio e, guardandosi allo specchio, un uomo così, magari saprà, razionalmente, di avere dei lontani parenti animali, ma non saprà riconoscere la bestia che intanto è diventato.

Lu Paer: Nulla fa più male del tuo sguardo che non riconosco mentre accompagna il silenzio assordante della tua voce. Più in là, più in là, la palla; oggi ho un caldo opprimente e mi sento addosso una tristezza strana, ma corro come un matto per farti contento. Mi giro e non ci sei più. Ti cerco, ancora. Nulla. Sono come trafitto.
luQuale la strada che mi riporta a te? Inseguo impazzito il tuo odore che si perde in quello denso e spietato dell’asfalto. Tornerai, lo so. Tornerai con la luce, la stessa luce che ha dissolto l’ultima immagine che ho di te.
Ma è di nuovo buio.

Ho raccolto Molly, in Puglia, l’estate scorsa. Correva a tre zampe sull’asfalto rovente. Molly ora è al sicuro presso una famiglia che la ama, ma i suoi fratelli sono ancora là. Con questa esperienza ho toccato con mano le difficoltà enormi che hanno gli eroici volontari del nostro sud, dove il randagismo è una piaga. Chi ha cuore e coraggio al sud ne ha da vendere.

Ciò che la natura aborrisce di più è l’abbandono. Raffaele Morelli (Medico psichiatra)

Marina Atzori: È arrivata l’estate. Il nostro unico pensiero è quello di partire per le ferie e di goderci le vacanze senza gratta capi. briscolaI nostri piccoli e grandi amici a quattro zampe iniziano a diventare un peso, una grana da gestire, richiedono maggior attenzione da parte nostra per via del caldo. Purtroppo l’incubo dell’abbandono è dietro l’angolo. Vorrei fare un appello a tal proposito, che potrà sembrare scontato, ma vi assicuro non lo è mai troppo, se si pensa ai numeri spaventosi degli abbandoni, specialmente in questo periodo. Perché non portarli con noi? Oppure, dove questo non fosse proprio possibile, perché non affidarli ad una struttura adeguata alle loro esigenze, magari per il lasso di tempo in cui saremo assenti? Non bisogna dimenticare che il nostro gatto e il nostro fedele cagnolino si affezionano a noi in maniera incondizionata e nutrono per noi un rispetto del quale dovremmo sempre tenere conto e dal quale dovremmo a volte prendere esempio. La loro compagnia non è da dare per scontata. Infatti Felix o Fido salvano dalla noia le serate tristi e lunghe dell’inverno, colmano il vuoto della solitudine delle persone sole, allietano le nostre passeggiate quotidiane nelle sere d’estate, rendono giocose le giornate dei nostri bambini; insomma la loro presenza mette allegria per tutta la casa! Pensate per un attimo a quando vi segue come un’ombra, mentre bagnate i fiori in giardino, oppure a quando si accuccia vicino al suo padrone, mentre legge il giornale in veranda, o quando vi protegge da uno sconosciuto che vuole entrare in casa vostra. Un animale è un essere vivente utile e da proteggere, esattamente come lui protegge voi, pertanto non merita di essere trascurato, o nella peggiore delle ipotesi abbandonato, non dimenticatelo mai!

Roberta Andres: Cammino in bilico sulla ringhiera del ponte, guardo giù, passano macchine veloci. Non ero abituato a frugare nei rifiuti e bere alle pozzanghere ma: “è un gatto, non vuol bene a nessuno!”. Chissà perché allora all’alba mi mettevo dietro la porta della tua stanza in attesa di salutarti e quando arrivava qualcuno a casa uscivo sul pianerottolo ma poi schizzavo dentro spaventato!
Non ero abituato a questi rumori di automobili, ad aver fame e troppo caldo, nessuno che mi tocca; a vedere gatti schiacciati sull’asfalto, rossi di sangue e senza qualche pezzo. Dove sei? Mi hai lanciato dal finestrino sapendo che atterro, sempre e comunque, sulle quattro zampe e trotterello via; credevo fosse il solito gioco, non che l’automobile fuggisse via veloce. Ti amo dal momento in cui mi avevi comprato ma… come diceva la poesia che tua figlia ripeteva per la scuola quest’inverno?

“…ti si sfaccia la casa/la malattia ti impedisca/i tuoi nati torcano il viso da te!”

Andrea Ravel: Devo confessare che, quando mi è stato chiesto di scrivere qualche riga per spiegare perché non si devono abbandonare gli animali, mi sono trovato in difficoltà.
Arnaudo_13piccolaGli animali non si abbandonano e basta, così come non si abbandonano i figli o i genitori. Quando è stato scelto, è diventato parte della famiglia, dentro di lui c’è un pezzetto della nostra vita e della nostra umanità. Ha condiviso con noi gioie e dolori, ci ha dato conforto nei momenti tristi o disperati.
Quando penso a questi argomenti mi torna sempre in mente uno dei capolavori del neorealismo: “Umberto D” sceneggiato da Zavattini e diretto da De Sica. Se avete in mente di abbandonare il vostro animale andate a rivedervi questo film, vi insegnerà molto di più delle mie poche e inadeguate parole.

Chiara Curione al Castello di Trani

Il Castello di Trani: una location storica per Il tramonto delle aquile di Chiara Curione.

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Circondata dall’atmosfera offerta dal Castello di Trani, domenica 7 giugno, alle ore 17.00, Chiara Curione presenterà il suo libro Il tramonto delle aquile. L’evento rientra nella serie di iniziative promosse dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, prendendo il nome di #domenicalmuseo. La promozione offre l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, in tutti i monumenti, musei, gallerie, parchi, aree archeologiche e giardini monumentali dello Stato. Il Castello di Trani, nella fattispecie, è una delle strutture difensive più importante fatta erigere da Federico II di Svevia a tutela del suo prediletto Regno di Sicilia.
Importante caposaldo sulla costa pugliese, sorge strategicamente al centro di una rada, i cui bassi fondali si sarebbero sempre rivelati un’ottima difesa naturale, sia dalla furia delle onde che da eventuali attacchi sul fronte settentrionale. In questa splendida cornice storica, Maria Forina introdurrà il romanzo storico di Chiara Curione, il quale racconta, in prima persona, le complesse e drammatiche vicende di cui fu protagonista Manfredi di Svevia, ultimo sovrano del Regno di Sicilia, fino alla battaglia di Benevento in cui perse la vita sconfitto da Carlo d’Angiò.

il tramonto delle aquileLa trama:

Manfredi di Svevia, ultimo sovrano svevo del regno di Sicilia, racconta in prima persona le complesse e drammatiche vicende di cui fu protagonista, fino alla battaglia di Benevento, in cui perse la vita nel 1266, sconfitto da Carlo d’Angiò. Romanzo scorrevole, di buona scrittura, è adatto anche ad un pubblico giovane, ed ha il merito di avvicinare il lettore alla storia di un periodo complesso e travagliato, in cui il papato lotta per essere protagonista di primo piano, ed usa tutti gli strumenti, compreso quello della scomunica e il sostegno al partito guelfo, per tentare di avere ragione dei suoi avversari del partito ghibellino, di cui Manfredi è il capo riconosciuto. La documentazione attenta e accurata permette inoltre al lettore di immergersi nella vita quotidiana dell’epoca, ricostruita vividamente attraverso un’ambientazione convincente e di comprendere la mentalità medievale, le credenze, le abitudini, di un’epoca in cui affondano le radici del mondo moderno.

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