CoverLAB

Nuova iniziativa EEE: CoverLAB

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Questo spazio sarà dedicato alle copertine dei libri già pubblicati da Edizioni Esordienti Ebook. Ogni mese prenderemo in esame una cover e cercheremo di capire quali emozioni vi provoca, quali sono i punti che più vi colpiscono. D’altra parte le copertine fanno parte integrante di un libro e il successo dello stesso a volte dipende anche dalla sua “confezione”, quindi l’abito adatto è sempre quello preferibile.

In ogni pagina dedicata all’evento saranno presenti la trama e la copertina, in modo che possiate farvi un’idea del genere trattato, così da avere un quadro completo del libro che verrà preso in esame. Non vi chiediamo di essere critici esperti, ma semplicemente dei lettori, ovvero delle persone che esprimono un gradimento su un prodotto che viene posto in esame.

Vi verrà, inoltre, proposto un brevissimo sondaggio per capire meglio le vostre reazioni; non vi preoccupate, saranno solo quattro semplici domande alle quali vi chiediamo la cortesia di rispondere, apponendo la spunta sulla risposta che riterrete più idonea, anche con suggerimenti personali, se volete, da inserire nella sezione “altro”. Alla fine di ogni mese pubblicheremo quanto emergerà dalle vostre risposte. In fin dei conti per noi il confronto con il pubblico che ci segue è di fondamentale importanza, perché solo attraverso un’interazione positiva è possibile crescere e migliorare.

#EEE #EdizioniEsordientiEbook

Nicoletta Parigini svela Venezia nel suo libro

Nicoletta Parigini svela Venezia nel suo libro

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SABATO 17 OTTOBRE 2015, alle ore 10.30, presso la sala “L. Pizzolitto” della Biblioteca di Caorle, la scrittrice Nicoletta Parigini ci svelerà alcuni segreti sulle tecniche narrative, su Venezia e sulla costruzione del suo romanzo veneziano: La centunesima infelice

La trama: 

Quante persone vivono, o sono vissute, a Venezia? Quanti, che vi hanno abitato in passato, sono ancora lì, camminatori instancabili, presenze in genere silenziose e ignote… a meno che non incontrino qualcuno che riesca a percepirli o a cui possano apparire in sogno.
Nell’attesa di transitare definitivamente nell’aldilà, le anime di coloro che hanno amato trLa centunesima infeliceoppo la vita, che hanno lasciato qualcosa di incompiuto, o che hanno timore di ciò che li attende, vagano per le calli e, talvolta, interferiscono con il mondo dei viventi.
Marino Sanudo, uomo politico ed attento cronista della Serenissima, vissuto a cavallo tra il Quattro e il Cinquecento, che non ha nessuna voglia di abbandonare la sua città e non è certo ansioso di sottoporsi al Giudizio, trova nella quattordicenne Angelina il legame perfetto con il mondo visibile. Legame strano e curioso, quello tra un fantasma che ama vestirsi secondo la moda di epoche successive alla propria (predilige la marsina), e che addirittura prova a scrivere dei testi rap, e un’adolescente con una famiglia normalmente infelice: una sorella di poco maggiore che le ha “soffiato” il ragazzo, una madre depressa, un padre disorientato, un delizioso fratellino in età di asilo nido, una nonna bisbetica e una badante polacca.
Per una ragazzina che ha già le normali difficoltà legate alla sua età, per di più innamorata anche di Dario, un giovane rapper che sembra avere qualche problema di cui nessuno vuole parlarle, non è certo facile venire anche in contatto con la sofferenza che sente nelle voci dei trapassati, che le comunicano il loro dolore, l’attesa, l’impazienza, la paura. Ma se Marino Sanudo comunica con Angy, una ragione c’è, e quando la ragazza comprenderà, si potrà finalmente chiudere il cerchio della vicenda.
Una bella storia, questa della Centunesima infelice, perché parte come un racconto di fantasmi ma diventa un romanzo di formazione, fresco e immediato, che passa attraverso gli occhi e il linguaggio di una ragazzina di oggi, quella che potreste trovarvi vicina su un vaporetto veneziano, mentre va a scuola al mattino e magari stupirvi se, passando in un certo tratto del Canal Grande, si mette le mani sulle orecchie e comincia a canticchiare un brano di rap.

Disponibile su Amazon e Kobo

Il filo di Arianna di Luisa Ferretti

Il filo di Arianna di Luisa Ferretti

il filo di Arianna

Mi chiamo Luisa Ferretti e sono nata ad Ancona nel 1978. Mi considero da sempre una “apprendista scrittrice e poetessa” e ho scritto molte cose fino a oggi che spaziano fra narrativa e poesia. Il libro che voglio presentarvi s’intitola Il filo di Arianna ed è un romanzo che affronta, attraverso una narrazione alternata fra prima e terza persona, l’esperienza personale dell’anoressia. Sebbene sia un libro di poco più di novanta pagine, ha richiesto un lungo lavoro di revisione… fortemente emotivo. Ogni pagina, infatti, è un meditato esercizio di consapevolezza, non privo di una sottile ironia di fondo che ritengo indispensabile nella scrittura quanto nella vita vissuta. Non è un romanzo che parla della malattia in termini medici o garantisce risposte assolute riguardo questo tema. Purtroppo, nessun libro può rispondere a certe problematiche. Neanche, temo, quelli scritti da “eminenti” psichiatri ed esperti in materia. Semplicemente narra la vicenda di una ragazza che cerca di combattere questo “mostro senza volto” che vive dentro di lei e lo fa rivelando le sue emozioni attraverso una difficoltosa, quanto necessaria, ricerca del proprio Io: l’unico “filo” che può veramente aiutarla a uscire dal labirinto delle sue paure e ossessioni!

Volevo che fosse una storia in cui tutti potessero riconoscersi, perché alla base di certe patologie vi sono malesseri di natura esistenziale che interessano ognuno di noi. E devo dire che molte persone, che l’hanno letto finora, pur non avendo provato direttamente l’esperienza dell’anoressia, si sono riconosciute in Arianna, nel suo appassionato, quanto drammatico, percorso di crescita e nel suo bisogno di dare un senso alla propria vita. Una vita scandita da legami affettivi, familiari e sociali in crisi – oltre che da un rapporto sfalsato con il proprio corpo – ma che le permette ancora di riconoscere la bellezza autentica di un’opera d’arte o di un cielo stellato.  È un libro che, malgrado affronti un tema delicato, cerca di guardare oltre e offre diversi spunti di riflessione. Spero che chi lo leggerà potrà dunque ritrovare qualcosa di se stesso.

Disponibile su Amazon e Kobo

Pagina del romanzo su EEE Edizioni Esordienti Ebook:
www.edizioniesordienti.com

Pagina del romanzo su EEE Edizioni Esordienti Ebook blog:
edizioniesordientiebook.altervista.org

Blog personale dell’autrice www.luisaferretti.it

 

 

Sito nuovo e Ufficio stampa

Già online il sito in veste grafica nuova e apertura dell’Ufficio stampa.

sito EEE

Molti di voi avranno potuto notare che il sito istituzionale di Edizioni Tripla E veste una grafica del tutto rinnovata (non confondete il sito con il blog, mi raccomando!) e la scelta è stata voluta, nonostante l’immane lavoro che questa decisione ha comportato, per permettere a chiunque di collegarsi a EEE da qualsiasi dispositivo portatile, traendo una visione immediata e più scorrevole del contenuto. Ci siamo resi conto che molti dei nostri visitatori interagivano con il sito tramite smartphone e tablet e la visione, di come apparivano prima le pagine, non offriva un’ottimale navigazione all’interno della struttura. Inoltre, sempre per facilitare l’utilizzo dello store online, tutta la parte della produzione digitale, dunque gli ebook, è stata dirottata su StreetLib in modo da offrire un unico accesso e un unico rendiconto finale per i nostri autori, senza dover attendere le diverse tempistiche date da ogni piattaforma, ovviamente per gli acquirenti non cambia nulla se non una grafica diversa e facilmente fruibile. La vendita dei libri in versione cartacea viene effettuata sia dal sito EEE sia da Amazon. Inoltre, è stato creato l’Ufficio stampa, ovvero quell’organismo che permette a qualsiasi azienda di poter avere un canale diretto con il mondo esterno.

Dunque, a cosa serve un Ufficio stampa?

L’origine moderna di tale organismo risale all’epoca del fascismo, quando, per questioni politiche, uomini dediti a cause pubbliche decisero di avvalersi di professionisti, nella maggior parte dei casi di giornalisti con comprovata esperienza nel settore, per le proprie campagne promozionali. Da allora la figura dell’addetto stampa ha spesso coinciso con la figura dell’addetto alle pubbliche relazioni, sopratutto per quelle piccole realtà societarie in cui le due figure suddivise non avrebbero avuto motivo di esistere. Negli anni ’80, la “Milano da bere” ha ulteriormente estremizzato la figura dell’Ufficio stampa, conferendogli un atteggiamento più aggressivo e più all’avanguardia. Da questa situazione è diventato evidente che per poterne fare parte i requisiti necessari avrebbero dovuto essere ben più attuali e ben più tecnologici. Per questo motivo oggigiorno non è più richiesto all’addetto stampa di far parte dell’Ordine dei Giornalisti, anche se è comunque tenuto a rispettarne la deontologia fissata dalla legge professionale, seguendo le direttive imposte dalla “Carta dei doveri del giornalista degli Uffici Stampa“, emanata nel 2002. Quindi non è solo richiesta una buona capacità dell’utilizzo della lingua, sia scritta sia parlata, ma sono necessarie una buona attitudine alla comunicazione con il pubblico e una buona conoscenza di tutto quello che il web può offrire in termini di promozione online. Non dimentichiamo questo strumento essenziale, spesso sottovalutato da chi, evidentemente, conosce poco le leggi del mercato e l’evoluzione che il sistema pubblicitario ha intrapreso. Riassumendo, l’Ufficio stampa serve all’azienda per informare il pubblico su quelle che sono le produzioni, gli eventi e la politica societaria; mentre per il pubblico serve per poter entrare in contatto con qualcuno che possa fare da portavoce per la Casa Editrice e che ne conosca le peculiarità. Evidentemente, non serve per raccogliere l’invio dei manoscritti da valutare né, tanto meno, per richiedere informazioni di carattere personale. In poche parole, un autore che non sia già EEE e avesse bisogno di avere ulteriori delucidazioni su quanto richiede l’editore per poter pubblicare una sua eventuale opera, non si rivolgerà all’Ufficio stampa ma a un canale apposito (info@edizionitriplae.it); differentemente, chiunque abbia necessità di ottenere ulteriori informazioni in merito alle novità editoriali, ai prossimi eventi (o quelli già tenutisi) oppure qualsiasi altro argomento che abbia attinenza con la politica aziendale e le promozioni fatte agli scrittori presenti in catalogo, allora può tranquillamente rivolgersi all’Ufficio stampa.

Quindi, se avete necessità di contattare l’Ufficio stampa di Edizioni Esordienti Ebook non dovrete fare altro che scrivere a ufficio.stampa@edizionitriplae.it

Da cosa nasce cosa

Andres_EEEI libri usciti nel mese di settembre portano fra gli autori EEE diversi nomi eccellenti e alcuni li conosciamo già, grazie alla loro partecipazione al concorso Amore e Morte: Roberta Andres e Luca Ranieri. Entrambi gli autori si sono distinti con i loro racconti e sono alla fine arrivati alla pubblicazione con EEE. Dalla Penna di Roberta scopriamo quali sono state le sue emozioni quando è arrivata alla firma del contratto editoriale per il libro Le foto di Tiffany.

Da cosa nasce cosa

di Roberta Andres

Come si dice, “da cosa nasce cosa” e la “cosa” da cui ha origine la nuova e speciale avventura editoriale che sto vivendo nasce molto molto indietro nel tempo, risalendo a quando avevo sei anni e sono diventata amica inseparabile della persona (anche lei scrittrice) che un anno fa mi ha messo in contatto con Ewwa (European Writing Women Association) rimproverandomi di essere “una scrittrice troppo pigra!”.
Io, che nonostante la pubblicazione di due raccolte di racconti, di molti singoli testi in antologie e dell’aver vinto qualche Concorso letterario, scrittrice non mi sono mai sentita (e neanche pigra!), pur rimanendo sconcertata, ho deciso di crederci: ho stabilito di comportarmi per un anno come se fosse vero, cercando di invertire la rotta e di investire tempo ed energie su questa parte della mia esistenza che, lo ammetto, c’è sempre stata, ma che ho lasciato sotterranea e misconosciuta.
Era esattamente il giugno del 2014 quando mi sono trovata di fronte a una scadenza tassativa (Devi scrivere un racconto per la nostra antologia entro questa data!) e, dopo alcuni anni, in cui non ero più riuscita a scrivere, mi sono seduta e l’ho fatto, rimanendo persino soddisfatta del risultato! Poi ho cominciato a guardarmi attorno, attraverso i mezzi di informazione dell’Associazione e, del tutto casualmente, sono approdata a EEE e a Il Mondo dello Scrittore attraverso la partecipazione a un Concorso: nel giro di poche settimane il mio racconto è stato scelto per l’antologia “Amore e Morte”. Le varie fasi di questa partecipazione mi avevano messo di fronte a una possibilità che avevo colto in pieno: quella di chiudermi in casa da sola per giornate intere (con 35 gradi fuori) e revisionare un testo che avevo scritto anni prima; lavorarci per ore, piangerci anche sopra, per poi, mesi dopo, assaporare lo stupore e la gioia di vederlo pubblicato in una bellissima e curata antologia.
E siccome, come abbiamo detto all’inizio, “da cosa nasce cosa”, una volta cominciato ho continuato, ligia al programma di dare spazio, appunto, per un anno alla scrittura: quel che avevo da affrontare (e che rimandavo da anni) era la stesura di un romanzo, faticoso impegno dei mesi successivi.
I fatti che vengono dopo non sono niente di diverso dall’iter vissuto da tutti coloro che scrivono e non hanno ancora un nome e una visibilità come autori; l’iter però è stato baciato dalla Fortuna, visto che l’Editore EEE ha scelto di pubblicare il mio romanzo. Senza nulla togliere a questa gratificante notizia, arrivatami a fine maggio, quando ero ormai entrata nell’ottica che l’anno stava per scadere senza grandi risultati e che avrei gettato la spugna (almeno sollevata dall’averci provato), il traguardo si è profilato all’orizzonte. Tutto sta nel constatare che gli avvenimenti, relativi alla scrittura, accaduti in quest’anno mi hanno felicemente costretto (e mi costringono ancora) a riconoscere finalmente e integrare questa parte di me, che da sempre è soffocata da montagne di impegni: fatti della vita, lavoro, figli, doveri. Una parte di me che ha pochissimo tempo (e se lo deve rubacchiare qua e là), pochissimo spazio (quasi che fosse indegna di accompagnare la mia identità “ufficiale”: la docente, la madre), pochissimo riconoscimento, ma che nella mia vita scorre ed è scorsa come un fiume carsico, da quando avevo 8 anni ed ho scritto il primo (tremendo) “testo teatrale”, in cui la maggior parte delle battute era costituita dai saluti che ogni personaggio, all’ingresso in scena, rivolgeva a tutti gli altri, in un copione assai ripetitivo (ma educatissimo!). Questo fiume si è inabissato per anni, dopo grandi traumi o grandi gioie (come la nascita dei miei figli), ma è sempre riemerso e ogni volta che è riemerso ha cercato di far capire alla testona, che sono, che dovevo credere nella sua esistenza, ma la mia parte disfattista, indaffarata nelle faccende quotidiane e imbarazzata dalla presunzione di scrivere, si è sempre voltata dall’altra parte.
E pensare che proprio io ho dedicato e dedico ore di studio, articoli e lezioni ai miei studenti sul tema: riconoscersi e autorizzarsi nella propria creatività; corollario: la difficoltà delle donne che scrivono a concedersi di farlo!
Credo sia iniziato un cambiamento, e questa è la novità entusiasmante e l’importanza fondamentale di questa esperienza; mi sento chiamata (ma da chi? Da me stessa, ovviamente!) a guardare questo fiume, a sedermi sulla riva e immergermi in esso, vincendo anche (o imparando a gestire) la paura di annegarci, che a momenti mi volteggia intorno, attualizzandosi nelle pietanze dimenticate sui fornelli mentre scrivo (e irrimediabilmente bruciate!) o nelle occhiaie del mattino dopo, quando vado a scuola con poche ore di sonno perché ho lavorato a un testo fino alle ore piccole!
Così mi sembra opportuno chiudere queste considerazioni personali con le parole di Nathalie Goldberg sul perché si scrive, parole sue ma che sento veramente mie e che da un anno campeggiano sul muro di fronte alla mia scrivania, a “memento” di qualcosa che so profondamente ma che rischio di dimenticare, in un auto-sabotaggio non più ammissibile:

Scrivere ci dà l’opportunità di prendere quelle emozioni che tante volte abbiamo provato e dar loro luce, colore, una storia. Così possiamo trasformare la nostra rabbia in un campo di tulipani color rosso fiamma e il nostro dolore nel vialetto affollato di scoiattoli in un giardino abbandonato, nella mezza luce di novembre. Scrivo perché sono sola, scrivo perché sono pazza e lo so e lo accetto, scrivo perché ci sono storie che la gente ha dimenticato di raccontare, scrivo perché soffro e scrivere è un modo per trasformare questa sofferenza in un bene. Scrivo per diventare forte e tornare a casa e questa potrebbe essere benissimo l’unica vera casa che avrò mai” (N. Goldberg).

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Le foto di Tiffany
Riferimento ISBN 9788866902584
Autore: Roberta Andres
Formato: Epub, Kindle

Daniela Vasarri presenta Maeva

Daniela e Maeva: due protagoniste.

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Venerdì 25 settembre Daniela Vasarri ha presentato il suo nuovo libro Maeva, la benvenuta. Nell’accogliente spazio dedicato dalla Biblioteca Oglio (a Milano) agli eventi, l’autrice ha coinvolto il numeroso pubblico intervenuto in un dialogo che ha posto alcuni accenti in merito agli argomenti proposti nel libro, primo fra tutti l’adozione e il conseguente atto d’amore verso un altro essere umano. Si può amare un bambino anche se non è nostro? E quando diventa nostro? Grazie a una firma su un pezzo di carta oppure per le sensazioni che ci trasmette il nostro cuore?

La trama, tra l’altro piuttosto complessa e affatto scontata, narra la vicenda di Matilde, la quale accompagna il lettore attraverso le mille difficoltà che una donna single può riscontrare nel cercare di adottare un bambino. Disagi e problematiche che non sono solo di ordine burocratico ma, soprattutto, psicologico. Non bisogna mai dimenticare che le persone coinvolte sono sottoposte a notevoli cambiamenti, in tutti i sensi e non sempre l’ambiente circostante è in grado di supportare situazioni così delicate.

Daniela prende lo spunto da un fatto reale, lo tzunami che ha sconvolto il sud-est asiatico alcuni anni fa e dai suoi viaggi effettuati proprio in Thailandia, per raccontare una vicenda che potrebbe essere reale e non una trama data solo dalla sua fervida fantasia. Nel corso della presentazione non sono mancati gli spunti per approfondire il suo ruolo di donna e scrittrice e per dialogare con i propri lettori.

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New Gothic a Cogne e misteri svelati

New Gothic e misteri a Cogne.

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Iniziamo subito con il raccontarvi che cosa è accaduto a Cogne il 20 agosto. Ebbene, in tale data Giancarlo Ibba ha presentato il suo ultimo libro: C’era una volta in Sardegna. Nella splendida piazzetta posta davanti al Comune, con uno sfondo mozzafiato dato dalle cime svettanti del Gran Paradiso, alle 17.30 è iniziata la presentazione, complici il bel tempo e un pubblico piuttosto folto. Giancarlo, per quanto ami definirsi timido e introverso, ha subito catturato l’attenzione dei presenti descrivendo il proprio stile e, lasciandosi trasportare da quella passione che gli è tipica, ha condotto l’evento immergendo gli astanti nel suo mondo personale. In breve la piazzetta davanti al Municipio si è trasformata nel luogo in cui gli incubi prendono forma e il Sulcis diventa reale. Quindi non solo nei libri l’autore riesce a coinvolgere i propri lettori, costruendo trame degne dei più classici horror, ma anche dal “vivo” Giancarlo è in grado di monopolizzare l’attenzione fondendo l’ironia con una realtà cruda e, a volte, fin troppo presente nel quotidiano. L’efficacia del suo horror nasce proprio da questo, dal riuscire a trasformare fatti, all’apparenza del tutto normali, in un qualcosa che deraglia da qualsiasi binario prestabilito, offrendo una nuova visione del quotidiano.

Noi lo abbiamo ribattezzato New Gothic.

Tuttavia, rispetto al classicismo più puro, in cui la complessità e spigolosità delle trame caratterizzavano l’evolversi dei personaggi e della storia, la nuova interpretazione di Giancarlo porta il gotico sulle soglie di casa, in quella realtà, vivibile giornalmente, che improvvisamente assume altre forme e nuovi significati, spesso più inquietanti del previsto. Come dire che gli orrori si nascondono sotto la luce dei lampioni e non negli angoli bui. E se questo non fosse stato più che sufficiente per dare una valida giustificazione al voler essere presenti, Giancarlo ha rivelato un ulteriore segreto, un gustoso aneddoto che può solo dare ulteriore conferma del carattere particolarmente complesso dell’autore: egli ha scritto un romanzo dedicato esclusivamente ai sentimenti. Il libro, pubblicato da EEE sotto lo pseudonimo di Claudio M, s’intitola Il Sogno della Farfalla (Amazon e Koboed è posto nella categoria l’amore ai tempi del web. Strano connubio, penserete…

Ebbene no. Analizzando la questione fino in fondo, non dovrebbe sorprendere il fatto che uno scrittore, in grado di descrivere in modo così eloquente le parti più oscure del genere umano, sia anche capace di tratteggiare gli aspetti più solari e sentimentali, offrendo al lettore anche l’altro “lato della medaglia”. Quindi, godetevi Giancarlo Ibba in tutte le sue forme, da quelle più tetre a quelle più rosee.

Link all’acquisto su Amazon e su Kobo

Il blog riapre i battenti

Il blog riapre!

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Dopo un lungo periodo di inattività forzata, eccomi tornata con tantissime novità. Nei prossimi giorni avrò modo di raccontarvi quanto accaduto nel corso di questa estate, gli eventi che hanno coinvolto i nostri autori, le presentazioni che ci sono state, e come si sono svolte, le reazioni al concorso MDS, Bugie e Verità, nonché le tempistiche che vedranno pubblicati i racconti scelti e, ultimi ma non ultimi, gli ultimi arrivi nella nostra piccola famiglia EEE.

Il nostro editore, Piera Rossotti, ha dedicato la propria estate per portare a termine le letture dei manoscritti previsti per questo periodo, arrivando a selezionare quelli che, secondo i criteri già noti della CE, sono i più meritevoli di essere pubblicati. Diversi nomi nuovi compaiono nella lista delle news, ma ci sono anche nomi già noti e già conosciuti ai nostri lettori. Nel frattempo vi invito a dare un’occhiata al nuovo sito istituzionale di Edizioni Esordienti Ebook, nuovo sia nella grafica, decisamente accattivante e visualizzabile da qualsiasi dispositivo portatile, che nelle funzionalità.

Quindi restate a portata di monitor, avremo molto da raccontarvi!

Andiamo in vacanza

Andiamo in vacanza, ma non del tutto.

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Il blog EEE andrà parzialmente in vacanza, o meglio, andranno in vacanza gli autori, un po’ meno il nostro editore, Piera Rossotti, impegnata nel preparare le novità di settembre (e saranno tante, quindi non mancate ai prossimi appuntamenti) e ancor meno andrà in vacanza la curatrice di questo spazio. In realtà ci sono moltissime cose da fare, talmente tante che chiudere per un mese il blog sarebbe davvero impensabile. A partire, sopratutto, dalla nostra campagna contro l’abbandono dei nostri amici a quattro zampe. Avrete sicuramente visto i nostri autori esprimersi in tal senso, dimostrando, ancora una volta, una particolare sensibilità verso argomenti sociali. Quindi non solo scrittori o poeti, ma anche persone di cuore, persone con un’anima capace di recepire le emozioni e le sensazioni che vanno ben al di là del puro sopravvivere quotidiano. Probabilmente non sarebbero autori di tanti splendidi testi se non possedessero tale anima sensibile.

Quindi, restate in nostra compagnia e venite a curiosare fra le pagine di questo blog un po’ fuori dagli schemi.

Prima di pubblicare

Cosa si prova prima di pubblicare.

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Molti di voi si riconosceranno in quanto più avanti scrive Lidia Del Gaudio, recente acquisto fra gli autori EEE. Il suo nuovo Romanzo deve ancora essere pubblicato e, nel momento in cui esce questo articolo, è ancora in quella fase di correzione della bozza e di quei ritocchi finali che ne faranno un altro bellissimo titolo del catalogo EEE. Tuttavia, questa fase precedente, rappresenta sempre per un autore l’ultimo atto finale prima della “Prima”, l’ultimo ripasso prima di entrare in scena. Ed è un momento in cui le emozioni si accavallano e diventano quasi incontenibili. Godetevi, quindi, quanto scrive l’autrice.

Di Lidia Del Gaudio

Sono emozionata.
Sto per pubblicare un romanzo.
In effetti non è la prima pubblicazione in senso assoluto, ma per me è come se lo fosse.
Si tratta di un Romanzo con la lettera maiuscola, quello che ho scritto, perché volevo sognare e far sognare; un sogno che coltivo da anni e rileggo, revisiono senza mai stancarmi. È il Romanzo che non vorrei mai lasciare andare perché credo che possa ancora migliorare, definirsi, esplodere. E, soprattutto, emozionare chi lo leggerà, così come ha emozionato me quando l’ho scritto. Una di quelle storie per cui sogno ad occhi aperti un grande film, con famosi attori hollywoodiani e pubblico impazzito ai botteghini. O, magari, anche solo una fiction per la tv.
Un romanzo che mi è costato molto lavoro, fatica, impegno, passando in mezzo a tanta indifferenza e pareri discordanti, giudizi che a volte si sono fermati all’apparenza.
Ma andiamo con ordine.
scrittori-consapevoliIl bisogno di scrivere, che viene prima di tutto. Perché si è letto tanto, perché i libri sono stati i migliori compagni della tua infanzia e anche dell’adolescenza, ti hanno permesso di correre, avventurarti, giocare, così come nella realtà non potevi fare. I libri hanno curato la tua sete di giustizia e d’amore, i libri ti hanno cresciuta, insomma. E quindi, ora hai parole dentro che non puoi fermare. E le affidi alla tastiera.
La storia che ti intriga. Ma non si tratta di scrivere un diario. Ora ti viene voglia di raccontare una storia completa, con i personaggi che ti piacerebbe trovare in un romanzo da leggere. Perché pian piano ti accorgi che hai il potere di conferire loro sentimenti, di farli felici o soffrire. Un potere che non avresti in nessun altro modo e che, in fondo, non fa male a nessuno.
Le parole da usare. E passi notti insonni, l’idea che ha preso forma nella tua mente deve trovare un senso, parole scritte che s’inseguono pagina dopo pagina. Non si tratta di un’idea semplice, commerciale, ma di cuore, quindi ti sforzi di trovare una forma adeguata per l’amore e per la rabbia e la disperazione. E per questo cerchi di studiare ogni parola giusta e a lungo andare ti innamori del tuo lavoro, l’unica cosa che può renderti davvero felice.
writers-at-work-ingeborg-bachmannE il tempo sedimenta l’entusiasmo dei primi momenti. Perché dopo qualche mese, forse un anno, capisci che non è abbastanza. Non è mai abbastanza, scena dopo scena, termine dopo termine, le parole devono raggiungere quel perfetto equilibrio che cercavi. E allora ancora un ritocco, un taglio, qualche sforbiciata grande e dolorosa, ancora un verbo da cambiare, un aggettivo o un avverbio da eliminare.
La tristezza. Perché poi, dopo tanta fatica, capisci d’aver per davvero finito e ti chiedi se ti riuscirà mai di condividere questa storia coi lettori. Se mai riuscirai a farla volare. Ti chiedi se quei tuoi protagonisti, ormai appagati dal loro sorprendente finale, riusciranno a lasciarti libera di cercare nuove storie e nuovi personaggi. O meglio se davvero TU potrai dimenticarli e fare a meno di loro.
Il sogno che s’avvera. E un bel giorno, quando mano te l’aspetti, ecco che accade ciò che non avresti mai creduto. Un editore bravo e serio riconosce in quel Romanzo il potere di far sognare che avevi inteso dargli e decide di offrirlo al mondo dei suoi lettori.
Ora, dite, come si fa a non essere emozionati?