I nostri scarponi sulla Via Francigena – versione free

I nostri scarponi sulla Via Francigena - versione free

In questo libro voglio raccontare il nostro pellegrinaggio su un tratto della Via Francigena diretti a Roma, così come mio marito Alessandro ed io lo abbiamo organizzato e vissuto nei venti giorni delle nostre ferie estive.

Siamo partiti l’8 Luglio 2000 da Modena con sulle spalle i nostri zaini pesanti, ma scrupolosamente organizzati. Eravamo forniti di quel minimo di attrezzatura tecnica che faceva di noi dei pellegrini moderni del XXI secolo, ma anche se diversi nell’apparenza esteriore, lo Spirito che ci guidò fu lo stesso che sostenne coloro che nel Medioevo intrapresero con Fede questo viaggio.

Tutto quello che abbiamo provato e vissuto lungo il cammino ci ha aiutati a recuperare una dimensione più umana di noi stessi, fatta di forza di volontà, di perseveranza e di fiducia nelle nostre capacità, ma anche di debolezza, di impotenza di fronte agli elementi della natura e di umile abbandono.

Certamente la cosa più bella sono stati gli incontri, molte volte fortuiti, con moltissime persone diverse, generose, interessate e desiderose di capire cosa ci spingesse a percorrere a piedi circa 380 chilometri, sotto il sole e la pioggia, un passo dopo l’altro, fino alla Meta.

Il romanzo completo è su tutti i webstore.
Ecco alcuni link diretti: Amazon, Kobo, StreetLib… ma lo trovate ovunque.

Buona lettura!

I nostri scarponi sulla Via Francigena – versione free epub
I nostri scarponi sulla Via Francigena – versione free mobi

Come leggere gli ebook

Se non avete un software apposito che decodifica il formato dell’ebook in vostro possesso, non riuscirete mai ad aprirlo e leggerlo.

Quindi basta fornirsi di un lettore apposito, una applicazione o un software e tutto si risolve.

Secondo posto per Elena Moscardo

Secondo posto per Elena Moscardo

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Sabato 18 Aprile 2015 si è svolta la premiazione dei vincitori del concorso “UNDICI – parole di pace”.

Nel corso della serata, organizzata dall’Associazione CircumnavigArte presso l’Az. Agricola ‘La Torre Pasini’ (BS), nella splendida location dell’azienda, con parte dei fabbricati che risalgono al XVII° e XVIII° secolo e immersi nell’oceano dei vigneti della Valtenesi, che hanno fatto da magica cornice, gli invitati hanno assistito all’attribuzione dei premi dati per le sezioni Poesia – Adulti, Racconti e Fotografia. La nostra Elena Moscardo è giunta al secondo posto, nella sezione Racconti, con il testo Il sentiero per la scuola, che è disponibile nel blog dell’autrice.

Il tema portante del Concorso è stato “la pace e la solidarietà”, argomento meglio definito e identificato dall’Art.11 della Costituzione Italiana: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.”CSC_0378A

Elenco autori selezionati per la fase finale del concorso:

SEZIONE A “Poesia Adulti” Alfonzetti Mario (Ladispoli—RM) Binda Gianna (Como—CO) Borrini Enrica (Padenghe del Garda—BS) Ciervo Antonio (Trento—TN) Coccolo Italo (Pognacco-UD)

SEZIONE B “Racconti” Accardo Assuntina (Ragusa-RG) Ferlini Vanes (Imola-BO) Moscardo Elena (Lavagno san Bricco-VR) Vailati Luigi (Cremosano-CR) Van Der Cluser Johann (Bruges-Belgio)

SEZIONE C “Fotografia” Bertoloni Mariangela (Rezzato-BS) Delétre Jean-Claude (Montreal-Quebec-Canada) Rota Maristella (Bergamo-BG) Steynmair Manfred (San Candido—BZ) Vasconcelos Norma Julia (Brasilia-Brasile)

 

Presentazione di Elena Moscardo

Presentazione di Elena Moscardo a Soave

i nostri scarponi sulla via Francigena A

Lo Spazio Culturale LaFogliaeilVento di Soave presenterà, mercoledì 10 dicembre alle ore 20.45, presso la Sala Convegni, Elena Moscardo e il suo libro I nostri scarponi sulla Via Francigena.

In breve:

In questo libro l’Autrice racconta il suo pellegrinaggio su un tratto della Via Francigena verso Roma, così come lo ha organizzato e vissuto insieme al marito Alessandro nei venti giorni delle loro ferie estive. Partiti da Modena l’8 Luglio 2000 hanno percorso a piedi circa 380 km. Nel diario del loro viaggio ci sono i luoghi pieni di storia, la bellezza dei paesaggi naturali che hanno attraversato e gli incontri con moltissime persone diverse. Un viaggio fuori e dentro se stessi…

Biografia dell’Autrice:

Nata a Verona il 30 Gennaio del 1970, Elena Moscardo, oggi è sposata con due figli e vive in un paesino San Briccio di Lavagno sulle colline Veronesi. Elena si è laureata in Scienze Biologiche con specializzazione in Etologia e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Imaging Multimodale in Biomedicina.  Appassionata per formazione alla natura, alla zoologia e, in particolare, al  comportamento degli animali e alla loro interazione con l’uomo, ha collaborato e tutt’oggi partecipa a progetti internazionali nell’ambito zoologico-naturalistico e delle neuroscienze cognitive. Numerose pubblicazioni scientifiche su varie riviste internazionali documentano la sua attività professionale.  Nel suo libro d’esordio “I Nostri scarponi sulla Via Francigena” Elena racconta l’esperienza del pellegrinaggio a piedi che ha vissuto con il marito Alessandro nell’anno Giubilare del 2000, testimonianza di un cammino di Fede, di ricerca e d’amore per la natura e l’uomo.

I nostri scarponi sulla Via Francigena

Presentazione del libro I nostri scarponi sulla Via Francigena in parrocchia a San Briccio.

i nostri scarponi sulla via Francigena A

La serata di presentazione del mio libro I nostri scarponi sulla Via Francigena, svoltasi in giugno nel salone Parrocchiale di San Briccio, Lavagno (VR) è stata un vero successo! Una grande soddisfazione.
La sala era gremita:  sono intervenuti molti amici, parenti, ma anche tante persone che non conoscevo. Questa grande partecipazione è stata sicuramente il frutto di un’ottima comunicazione e pubblicizzazione dell’evento, fatta dal carissimo Don Gabriele, da Ketty, da Cristina dello SBIF (Associazione San Briccio In Festa) e da Maria Grazia dell’Università Popolare di Lavagno.
Quella sera, mentre scorrevano le diapositive… sentivo che tutti erano lì attenti, partecipavano con il cuore, oltre che con la mente, al racconto del nostro viaggio e si emozionavano mentre rileggevo alcuni brevi passi del libro.
Molti hanno detto che, ascoltando il nostro racconto e vedendo le immagini dei luoghi che abbiamo attraversato lungo il cammino sulla Via Francigena, è venuta loro veramente voglia di viaggiare leggendo il libro… e tanti di coloro che lo avevano già letto, mi hanno rivelato di essere riuscita a far tornare loro il desiderio di rileggerlo.
Numerose persone hanno anche espresso la loro voglia di partire, prima o poi, per vivere di persona un pellegrinaggio sulla Via Francigena italiana. Sarei felice ed onorata se il mio libro, nel suo piccolo, potesse dare un contributo alla valorizzazione della Via Francigena, invogliando tanti a percorrerla fisicamente, o anche soltanto con il pensiero. Spero vivamente che questo antico cammino di Fede ottenga sempre più il riconoscimento che merita, che gli sarà reso in misura proporzionale al numero di pellegrini che vorranno, come secoli fa, calpestare di nuovo le sue indimenticabili strade, fermarsi ospiti nei suoi Monasteri, a pregare nelle piccole Pievi e immergersi nelle tradizioni, nelle leggende e nei racconti che animano borghi, boschi e laghi incontrati sulla via.
Il coinvolgimento sincero dei presenti si è dimostrato soprattutto con le tante belle, curiose e, al tempo stesso, profonde domande che sono state rivolte a me e a mio marito Alessandro al termine della presentazione.
Ed infine… il momento sempre speciale delle dediche e degli autografi!
Cosa può desiderare di più una scrittrice? Sentire che le persone desiderano leggere ciò che hai scritto per condividere le emozioni, le sensazioni, i paesaggi e gli incontri di un’esperienza che hai vissuta è una cosa bellissima, che fa crescere in me la voglia di scrivere ancora e di utilizzare la scrittura per CONDIVIDERE.

Grazie a tutti coloro che hanno potuto e voluto partecipare a questa splendida serata, che non dimenticherò!

Un grazie di cuore, in particolare, va ai miei amici e fotografi ufficiali Sabrina e Nicola, alla loro seconda presenza attiva e professionale in occasione della presentazione del libro. Con i loro magici scatti fanno sì che attimi speciali e ricchi d’emozione restino per sempre. Grazie!!!

Di Elena Moscardo

Elena Moscardo alla Trottola

Presentazione del libro I nostri scarponi sulla Via Francigena alla Cooperativa Sociale La Trottola Onlus.

i nostri scarponi sulla via Francigena A

Il 14 Maggio 2014 ho presentato, per la prima volta in pubblico, il mio libro I nostri scarponi sulla Via Francigena. Ho scelto di fare questa prima uscita pubblica come scrittrice in un ambiente che mi rende serena e tra persone a cui voglio molto bene: alla Cooperativa Sociale LA TROTTOLA Onlus (Via XX Settembre n. 50, Verona), con cui collaboro ormai da alcuni anni.
Nella cooperativa operano ragazzi normodotati, altri svantaggiati e altri con situazioni di disagio. Essi condividono quotidianamente, assieme a volontari e amici come me, non solo una ricca esperienza di lavoro artigianale ma anche umana, fatta di amicizia, di tolleranza e di presa di coscienza dei limiti e dei doni che sono in ciascuno di noi. E’ stata, quindi, una grande gioia per me condividere questo importante momento con le educatrici e le ragazze/i della cooperativa (Vanna, Alessia, Serena, Matteo, Marilisa, Cristina, Michela, Rosa). Tutti loro mi hanno fatto sentire il loro affetto, l’amicizia e l’entusiasmo in questa occasione speciale, ed hanno condiviso anche l’ansia del debutto!
Per festeggiare l’uscita del libro in versione cartacea in occasione di questa prima presentazione, con le ragazze/i della cooperativa abbiamo progettato, realizzato e decorato una splendida formella e un segnalibro in ceramica. Il segnalibro è stato offerto come ricordo-omaggio a tutti coloro che hanno acquistato il libro in quell’occasione.
Ve lo siete perso? Niente paura! Per chi fosse interessato, alla Trottola (http://www.latrottola.org/home.html) nei prossimi mesi saranno ancora disponibili alcune copie del libro ‘I nostri scarponi sulla Via Francigena’ con in omaggio il segnalibro dedicato.
Questo vuole anche essere un invito a tutti a passare al negozio in Via XX Settembre n.50, Verona per vedere le bellissime opere uniche in ceramica fatte a mano e con amore da tante persone speciali.
Lo spazio del laboratorio artigianale della Trottola non è molto grande, ma le persone che hanno partecipato alla presentazione del libro hanno potuto godere di un’ambiente famigliare e ospitale, dove è ben visibile l’attività ed il lavoro quotidiano della cooperativa.
La prima presentazione del mio libro è stata veramente un momento emozionante e non privo di timori dato il mio carattere riservato. E’ stato un bel modo per rompere il ghiaccio e prepararsi ai prossimi eventi che mi attendono, che assieme a quello svolto dall’editore di EEE-book, rappresenta un grande impegno ricco di soddisfazioni per far conoscere il mio libro a più persone possibile.
Sicuramente una delle più grandi emozioni della giornata è stata quella di scrivere dediche ed autografare le copie del libro… come una grande scrittrice!

Grazie di cuore a tutti coloro che hanno voluto e potuto essere vicini a me in questo esordio.

Di Elena Moscardo

Elena Moscardo al Salone di Torino

Al Salone Internazionale del Libro di Torino 2014… per la prima volta come Autrice!

i nostri scarponi sulla via Francigena A

Quest’anno, dopo la recente pubblicazione in Febbraio del mio libro d’esordio I nostri scarponi sulla Via Francigena, ho voluto dedicare due giornate, l’8 e 9 Maggio 2014, al XXVII Salone Internazionale del Libro di Torino. Volevo provare l’emozione di esserci anch’io, non solo come lettrice, ma per la prima volta anche come Autrice.

Nei giorni precedenti all’appuntamento di Torino, ho fantasticato tanto sugli Autori famosi che avrei potuto incontrare, sul modo e l’occasione per congratularmi personalmente per le emozioni che riescono a trasmettermi con i loro scritti ed ottenere un autografo sul loro ultimo libro. E  così ho pianificato accuratamente la mia partecipazione a dibattiti e conferenze, con la certezza che almeno là, tra il numeroso pubblico, avrei potuto esserci anch’io ad ascoltare le loro voci sentendo risuonare nella mia memoria le tante parole da loro scritte…

E poi ci sarebbero state le Case Editrici. Quelle grandi e famose, considerate da molti inarrivabili. I loro stand erano immensi, ricolmi letteralmente di montagne di libri della copertina patinata, loghi luminescenti come in un grande Luna Park e frasi a lettere cubitali posti su grandi cartelloni. Avrei trovato poi, nei loro stand essenziali e accoglienti, le Case Editrici più piccole, perché dire ‘minori’ è un termine che non mi piace e, soprattutto, non rende affatto giustizia del grande lavoro e dell’estrema dedizione ai lettori e agli autori che molte di esse mettono in campo. E tra loro ci sarebbe stata anche la mia Edizioni-Esordienti-E-book (EEE-Book).

Dopo averla vissuta tutta, intensamente, posso dire che quella del Salone del Libro è stata una bella e interessante esperienza da cui sono uscita un po’ frastornata, ma certamente più colorata. In quest’occasione ho potuto conoscere la mia Editrice la Sig.ra Piera Rossotti e altri autori presenti allo stand EEE-book J154 (ecco i video che Piera ha voluto fare con ciascuno dei suoi autori presenti: http://youtu.be/R15J4z8R1c0; http://youtu.be/v_wWALzprmU).

Anzitutto mi hanno colpito le tantissime persone presenti di ogni età e colore, ciascuna probabilmente era lì con la sua motivazione, alla ricerca di un libro, di un autore, di un amico, di un’immagine o di chissà quale ispirazione. Mi sono rimasti nella mente i moltissimi libri, di tanti generi, per tutte le tasche e capaci di accontentare qualunque tipologia di lettore, anche il più esigente.

Quello del 2014 è stato un Salone del Libro ricco di informazioni, di idee e di tanti, tantissimi colori! Ho trovato molto simpatico il BookStock-Village, l’area dedicata a bambini e ragazzi, perché lì c’erano i fumetti, i racconti illustrati e molti laboratori interattivi e creativi, ed il disegno creativo è la seconda mia grande passione dopo la scrittura.

Non ho resistito alla tentazione di fare una foto vicino all’immagine gigante della Pimpa, con in testa il grande tormentone di quest’anno, la Peppa Pig!!!

Ma la mia preferita resta Mafalda, il suoi grandi occhi e la capacità di meravigliarsi di fronte alle piccole cose…

MAFALDA_SalTO

… e allo stand di Linus quindi ho voluto cimentarmi nella creazione della mia vignetta, che ovviamente ho dedicato al mio libro I nostri scarponi sulla Via Francigena!!!

di Elena Moscardo

Link all’acquisto: Amazon Kobo

Libri: promozioni e risultati

Quali sono i buoni libri?

Bella domanda!
Io, come editore, seguo un criterio molto semplice: pubblico i manoscritti che mi catturano, quelli che mi danno piacere durante la lettura, che sono intelligenti e ben scritti.
Molto prima di fare l’editore, ancora prima di scrivere, sono stata una lettrice accanita, e mi piace un po’ di tutto. Sono esigente e curiosa, ma posso leggere il saggio impegnato e il romanzo rosa, un grande autore classico o un giovane contemporaneo, buttare via dopo 50 pagine il best seller osannato dalla critica e divorare il romanzo di un autore sconosciuto pubblicato da un piccolo editore.
Oggi si pubblica tanto, forse troppo, ed è divenuto difficile, per un lettore, scegliere. Chi naviga in internet trova una valanga di pubblicità, opinioni, graduatorie, ha tante possibilità di confronto.
Se si ama leggere in e-book, la graduatoria di Kindle vi dirà quali titoli stanno facendo parlare di sé e tutti gli autori ed editori aspirano ad entrare nella sua famosa “top 100” sugli oltre 80.000 titoli pubblicati in italiano, presenti nello store di Amazon.

top 100
Edizioni Esordienti è una casa editrice minuscola, ma questa settimana ha Io dormo da sola di Emanuela Baldo e Salvatore Paci al 2° posto assoluto, il giallo Un solo colpevole di Alessandra Ponticelli all’81° posto, ma in rapida crescita, perché è in promozione soltanto da due giorni e il rosa di Sabrina Grementieri, Noccioli di ciliegie, attualmente al posto 106°, quindi molto vicino all’obiettivo. Sono autori molto diversi, ma meritano sicuramente il loro successo, anche se nel catalogo EEE ce ne sono parecchi altrettanto validi.
Vi segnalo ancora un e-book in promozione questa settimana, molto interessante e particolare, di Elena Moscardo, I nostri scarponi sulla Via Francigena  L’intervista all’autrice è visibile QUI. Questo bel romanzo racconta di un pellegrinaggio a piedi di una giovane coppia nel mese di luglio del 2000 da Modena a Roma, 380 km di fatica, ma soprattutto di gioia, di incontri, di esperienze.
Per chi non ama l’e-book, questi tre ultimi titoli sono anche in versione cartacea, sempre su Amazon.
Se vi va di rivedere un video, ecco dove parlo dei miei criteri di scelta editoriale e di Io dormo da sola.
Buona estate, buoni libri e buona lettura a tutti.

by  Piera Rossotti Pogliano

Intervista a Elena Moscardo

Intervista a Elena Moscardo, autrice di “I nostri scarponi sulla via MOSCARDO_ESTERNAFrancigena”

I nostri scarponi sulla via Francigena è un libro singolare, un diario di viaggio, che percorre il tragitto fra Modena e Roma, che i protagonisti hanno compiuto nell’anno Giubilare del 2000 per arrivare fino alla Capitale. Un pellegrinaggio vissuto in quest’epoca moderna in cui l’effimero pare abbia preso il sopravvento sulle nostre vite e in cui le scelte facili sono diventate il mal costume comune, Elena Moscardo, autrice del libro, racconta questa esperienza condivisa con il marito Alessandro.

  • Innanzi tutto, tu e tuo marito siete avvezzi camminatori e la comune passione per i viaggi a piedi vi ha portati a percorrere diversi tragitti, come nasce la scelta di raccontare al pubblico proprio questa vostra esperienza?

L’idea e la voglia di raccontare agli altri questa esperienza, non mi è venuta subito, ma quasi 10 anni dopo averla vissuta. Il tutto è iniziato quando, raccontando ai nostri figli o agli amici i vari fatti che erano accaduti, ho iniziato ad accorgermi che la mia memoria cominciava a fare capricci: le tappe, gli incontri, le sensazioni che avevamo provate durante il viaggio spesso si sovrapponevano e confondevano. Sono allora ritornata a prendere in mano il diario di viaggio che avevo scritto allora, e rileggendolo mi sono accorta delle tante cose descritte che già non ricordavo più e delle tante altre, invece, che mi tornavano in mente ma non avevo scritte. E’ allora che ho deciso di iniziare questo libro, perché fosse anzitutto un ricordo ed una testimonianza per me, per mio marito e per i nostri figli, ma poi anche per tutti coloro che avrebbero avuto voglia di leggerlo e di ripercorrere quei sentieri assieme a noi. Perché quando si vive un’esperienza di vita bella è proprio un peccato non condividerla!

  • Gli equipaggiamenti si discostano notevolmente da quelli usati in tempi meno recenti, che cosa c’era dentro nei vostri zaini e cosa cambieresti ora, a distanza di qualche anno?

Nei nostri zaini c’erano poche cose, perché dovevamo tassativamente rientrare nel peso di 11-12 kg consigliato a chi cammina per tratte di circa 10 giorni. Tra gli oggetti indispensabili: i bastoncini da trekking, una mini-guida cartacea fatta da Alessandro, alcune carte IGM delle località attraversate, una bussola, la torcia, la cassetta di primo-soccorso e pochi medicinali essenziali, un coltello serramanico multiuso, la macchina fotografica e un diario. Come capi di abbigliamento: due magliette, un micro-pile, due pantaloncini, due pantaloni lunghi, una mantella per la pioggia, un fazzoletto da usare come copricapo, gli scarponi e un paio di sandali da cammino. In aggiunta solo un po’ di biancheria, un asciugamani e un pezzo di sapone, per tenere rinfrescato questo ristrettissimo guardaroba.
Se dovessimo ripartire adesso riprenderei con me esattamente le stesse cose, purtroppo non gli stessi scarponi, a cui ero affezionatissima, perché sono durati per solo poche altre uscite dopo quel lungo viaggio! Unica cosa in più, non in sostituzione, sarebbe un buon telefono con riferimenti GPS, per avere a disposizione tutte le mappe e le indicazioni sulle varie tappe in tempo reale. Tuttavia il nostro navigatore per eccellenza resterebbe una buona mini-guida preparata con cura e su misura per noi nel periodo precedente alla partenza. Realizzarla è una delle cose più divertenti dell’avventura!

  • Per una donna, affrontare un viaggio del genere comporta diverse difficoltà, anche da un punto di vista puramente pratico, come hai affrontato il tuo personale pellegrinaggio?

Devo confessare che grazie alla mia buona capacità di adattamento anche in condizioni difficili, quando sono a disposizione pochi confort, non ho incontrato particolari disagi, o comunque non tali da non riuscire, in qualche modo, a trovare una strategia per affrontarli e superarli. Sono una donna forte, questo devo riconoscermelo! Per me le maggiori difficoltà sono state quelle psicologiche come quella di imparare a gestire lo scoraggiamento, che a volte mi ha presa, dovuto alla momentanea perdita della motivazione che mi aveva portato a fare quello che stavo facendo. E senza un buon sostegno motivazionale è più difficile affrontare tutto: la fame, la sete, il freddo, il caldo e la fatica fisica.
Il mio personale pellegrinaggio è stato un’ottima scuola per imparare a conoscere i miei limiti, ad accettarli e a conviverci. E forse la cosa tra tutte più importante che ho imparato da questa esperienza è stata quella di sapermi affidare. Questo per me significa accettare con umiltà e con Fede che le cose, dalle più piccole e quotidiane a quelle importanti, a volte non vanno come vorresti, e si divertono a sconvolgere i tuoi piani, ma se le accetti così come vengono ti fanno quasi sempre arrivare ad un risultato inaspettato ben al di sopra delle tue aspettative.

  • Come ogni buon diario che si rispetti, fra le pagine vi sono raccolti momenti d’intensa emotività dovuti ai più svariati motivi, sia personali che esterni, vi è stato un episodio che, a distanza di tempo, rammenti più di altri?

In realtà tutti sono stati episodi belli e significativi per aspetti diversi, e non vorrei dimenticarne nessuno. Se proprio dovessi sceglierne uno solo da raccontare, sceglierei l’episodio del nostro incontro con il cane Mezzo-Husky sulla strada verso Larciano Castello. E’ stata un’occasione importante per riflettere su argomenti come l’amicizia, la fedeltà, il senso del dovere… Credo che quel cane, nell’accompagnarci per un tratto della nostra strada, ci abbia donato gioia e sicurezza, e soprattutto con la sua presenza ci abbia distratto dalla fatica e dalla noia delle tante ore di cammino.

  • Qual è stato il momento più difficile sia da descrivere nel libro che da affrontare durante il percorso?

Il momento più difficile da affrontare nel percorso è sicuramente stata la discesa dal Rifugio Duca degli Abruzzi a San Marcello Pistoiese sotto la piaggia, il vento ed immersi in una fitta nebbia che impediva di vedere dove mettevi i piedi. Lì ho dovuto veramente tirare fuori tutta la mia volontà.
Il momento più difficile da descrivere, invece… probabilmente la sofferenza di Alessandro per la sua borsite al tallone durante gran parte del viaggio; credo di non essere riuscita a rendere veramente quanto questo inconveniente abbia pesato su di lui fisicamente e psicologicamente. Lui è stato molto forte e tenace!

  • I momenti di difficoltà vissuti hanno sicuramente rinsaldato il vostro legame, tuttavia, considerando la vostra come una prova per misurare singolarmente voi stessi, pensi che gli ostacoli intercorsi siano stati creati appositamente anche per verificare la solidità dei vostri intenti?

Sicuramente, di questo ne sono convinta. Niente succede per caso, ed anche le prove, le difficoltà che si sono poste sul nostro cammino sono servite per farci riflettere sui nostri limiti, sulle nostre debolezze, perché è solo vedendole faccia a faccia che siamo riusciti ad affrontarle e a superarle. E poi, non si dice forse che: ‘…quando il gioco si fa duro… è lì che i duri cominciano a ballare!’ ?

  • Questa esperienza che cosa ti ha lasciato, oltre agli evidenti e splendidi ricordi che descrivi nel tuo libro?

Domanda difficile… non è facile spiegare una cosa così ‘intima’, ma proverò a rispondere. Questa esperienza mi ha lasciato tante cose, ed oggi non sarei la donna, la moglie e la mamma che sono se non l’avessi vissuta. E la cosa più importante che ho imparato è stata quella di saper accettare con umiltà che le cose non vadano secondo i miei programmi. E per una persona razionale, programmatrice e meticolosa come sono io, è stato un vero dono. Non è una cosa che ho imparata per sempre ed ora mi comporto di conseguenza… sarebbe troppo facile! E’ invece un pensiero che si è insinuato nel mio animo e nella mia mente e si ripresenta ad ogni occasione, come un monito, una voce interiore che non posso più far finta di non sentire, anche se ancora, a volte, mi infastidisce. Questo monito mi dice che, come lungo un sentiero, tutti i bivi di strada che si presentano nelle mie giornate sono importanti, perché da lì la strada prende direzioni completamente diverse, e che ce ne saranno sempre tanti, senza tregua, senza sosta, da affrontare in qualunque condizione, anche quando sarò stanca, demotivata o delusa. Mi ricorda che il modo migliore per continuare a camminare, superando questi bivi e scegliendo la via giusta per il mio cammino è quello di non credere superbamente di doverlo fare da sola, ma di sapermi affidare…e sapete, non è affatto facile per una come me che si considera una buona camminatrice, accettare, a volte, di farsi portare in braccio!

  • Una curiosità, quando siete finalmente giunti a Roma, qual è stato il tuo primo pensiero e che cosa hai fatto per prima cosa?

Ad essere sincera, il mio primissimo pensiero è stato: ‘E’ finita, finalmente…Ce l’ho fatta!’. Il secondo pensiero è andato alla strada percorsa, alle difficoltà, ma anche alle tante gioie vissute, agli incontri, ai paesaggi, a noi stessi e a tutte le persone che amiamo.
La prima cosa che ho fatto arrivata a Roma è stata quella di chiedere ad un passante di scattarci una fotografia davanti alla Basilica di San Pietro. Volevo avere una prova concreta che eravamo lì, finalmente giunti alla tanto desiderata meta, mio marito ed io insieme, un istante bloccato nel tempo, da tenere per sempre come ricordo.

  • Hai affrontato numerose presentazioni in questo periodo, le quali ti hanno portato a contatto con persone diverse, qual è la domanda che ti senti rivolgere più spesso e, ovviamente, tu cosa rispondi?

La domanda che le persone mi rivolgono più spesso è ‘Che cosa te l’ha fatto fare?’ e la mia risposta è sempre la stessa. Abbiamo intrapreso quel viaggio a piedi di 380 km sulla Via Francigena con la voglia di fare un’impresa impegnativa, non tanto fisicamente, ma più per la ricerca del senso delle cose e di noi stessi, e per questo indimenticabile. Volevamo metterci alla prova fisicamente e psicologicamente, e vedere se, alla fine, ci saremmo riusciti. Sapevamo, per sentito dire, che il pellegrinaggio è un’esperienza che ti cambia nel profondo, e abbiamo voluto provarlo sui noi stessi. Il desiderio di fare questa esperienza insieme a mio marito è perché, allora inconsciamente oggi coscientemente, desideravamo che qualunque cambiamento fosse avvenuto in noi durante quel viaggio, doveva essere nella stessa direzione.

  • Il ritmo che impone una camminata permette di poter godere della natura circostante, in quanto esperta nell’ambito zoologico-naturalistico, come reputi che sia lo stato di salute della nostra fauna?

Dici proprio bene, perché veramente è solo il lento camminare che ti permette di accorgerti di quello che hai intorno, di sentire i rumori della natura e di cogliere le tracce del passaggio di qualche animale, che vive lì accanto, ma tende ad essere molto riservato. Ritengo che il paesaggio, le bellezze naturali come la fauna e la flora della nostra penisola risentano di un’eccessiva antropizzazione e che alle poche isole-riserve naturali sia data troppa poca valorizzazione e quasi nessun finanziamento perché possano sopravvivere. Il fatto è che lo Stato per primo, ma anche il modo diffuso di pensare della gente, purtroppo, le considera territorio perso per l’economia di mercato anziché, come dovrebbe essere, una risorsa enorme su cui creare un’economia sociale e solidale che coinvolga tutta la popolazione.

  • Quando Elena non scrive, come occupa il proprio tempo?

Attualmente oltre a cercare di fare al meglio la mamma e la moglie, collaboro con varie Associazioni Onlus e con il Museo di Storia Naturale della mia città per progetti nell’ambito culturale e della valorizzazione e salvaguardia ambientale-naturalistica del territorio intorno a Verona. E quando mi rimane un po’ di tempo ancora, naturalmente, cammino! Perché fermare una come me, è veramente difficile.

  • Quali sono i tuoi progetti letterari per il futuro?

Desidero scrivere ancora, questo è sicuro. In realtà sto già scrivendo un nuovo racconto i cui personaggi-protagonisti sono gli animali che ho avuto nella mia vita e con i quali ho condiviso intensi momenti di amicizia; in questo testo emerge preponderante la biologa-etologa che è in me, il mio amore per la natura, per gli animali ed il loro comportamento. Posso dire che scrivo anzitutto per raccontare le cose che vedo, che sento e che provo, soprattutto quelle che per me hanno significato molto e, pertanto, desidero condividerle anche con chi avrà voglia di leggerle.
Per il momento, quindi, come scrittrice resto legata al genere autobiografico, di cronaca e saggistica, ma non voglio escludere che nel futuro potrò spaziare anche in altri genere letterari, perché, come è nel mio carattere, mi piace mettermi alla prova!

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