Gli autori EEE vendono anche all’estero

Gli autori EEE vendono anche all’estero

Per quanto possa sembrare strano (ma non lo è affatto), gli autori EEE vendono anche all’estero. In alcuni casi perché vi risiedono, come ad esempio la poetessa Elisabetta Bagli o la scrittrice Francesca Mereu, in altri perché le loro opere sono state tradotte in altre lingue (per lo più in inglese, ma non solo), in altri ancora perché i loro titoli rientrano a far parte di quei pochi libri italiani che sono stati inseriti in cataloghi esteri. Ovviamente, l’essere presenti su Amazon e su altri rinomati store online facilita molto la diffusione e rende anche più semplice l’acquisto per chi non si trova su suolo italiano.

L’ultimo esempio lo ha fornito Lidia Chiarelli, i cui libri sono presenti nei circuiti OverDrive di 4 biblioteche americane e di una canadese.

Tuttavia non è un caso isolato. Le sillogi poetiche di Gastone Cappelloni vanno letteralmente a ruba nei paesi latino americani e in Spagna, Nunzio Russo se la cava egregiamente negli Stati Uniti e l’esordio di Zekharia Blum’s secret dream (Il sogno segreto di Zekharia Blum), scritto dal nostro Claudio Oliva, lascia ben sperare nei paesi anglofoni.

Dunque, che siano tradotti o meno, per una piccola CE digitale, come lo è la nostra, questo è davvero un traguardo notevole.

Questi sono, dunque, i nostri autori all’estero:

Menzione di Merito alla silloge Voce

Menzione di Merito alla silloge Voce

Elisabetta Bagli ha ottenuto la Menzione di Merito per la sua silloge Voce alla XVII edizione del Premio Letterario Nazionale Umberto Fraccacreta istituito dal Centro Culturale Internazionale Luigi Einaudi di San Severo.

Il Centro, fondato nel 1990, tra le sue finalità ha anche quella di promuovere “Cultura e Territorio”. Istituito nel 1997, nel 50° della morte del poeta per conservarne la memoria, la presente edizione del Premio vede un ritorno alle radici e al territorio per privilegiare alcuni lavori memoriali della Puglia. Al Premio partecipano opere edite ed inedite segnalate da editori, lettori, docenti, Biblioteche…

La Giuria, formata da storici, poeti, scrittori, editori, valuta le opere ed assegna il Premio in base ai requisiti di originalità, autenticità e profondità di contenuti per la poesia; attinenza alle linee del Centro “Einaudi”: difesa dei diritti e della libertà, amore per le tradizioni, recupero della memoria storica e delle proprie radici per la prosa; e premia opere fuori concorso ma di risonanza nazionale che rispondano ai Programmi del Centro.

Quest’anno la Giuria ha inoltre inteso dare un concreto riconoscimento a Coloro che si sono distinti per meriti scientifici ed umanitari.

Il Centro Einaudi, in virtù della storia locale, è partner dell’ITINERARIO CULTURALE “LE VIE DI CARLO V” riconosciuto dal Consiglio d’Europa e di conseguenza partner dell’Itinerario Internazionale “Strade di Lepanto- Dalla battaglia di Lepanto per l’Unione europea”.

La cerimonia di conferimento del Premio 2017 si è tenuta giovedì 6 aprile nell’Aula Magna della Scuola elementare “E. De Amicis” in Piazza Felice Cavallotti,16 a San Severo.

 

Elisabetta Bagli e La sua Postazione

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Elisabetta Bagli e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

La mia postazione

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Ecco la mia postazione. Non è cambiata, da quando scrivo è sempre la stessa, ma è cambiata la casa in cui è stata inserita, visto che pochi anni fa abbiamo fatto uno di quei mega traslochi che non augurerei a nessuno. Ancora dobbiamo finire di sistemare la nostra casetta, perché nel frattempo la vita ci chiama e noi dobbiamo risponderle!

Come sapete vivo a Madrid e scrivo. Da quando un mio amico mi disse “Perché invece di mettere i versi di Borges su FB non metti i tuoi??” non ho mai smesso di scrivere e credo che non lo farò mai! Perché non mettevo le mie poesie su FB? Semplice: perché non mi sentivo all’altezza, perché mi sono sempre sentita un punto piccolissimo in questo mondo e anche perché avevo paura di uscire allo scoperto. Ora le cose sono cambiate, ma ho ancora quel timore reverenziale nei confronti delle parole Scrittore e Poeta. E scrivo perché mi piace, perché mi sfogo scrivendo, mi aiuta a pensare, a sentirmi viva! Poi, mi rendo conto di dove sono arrivata dopo soli cinque anni e mi metto ancora più paura! Sono contenta del percorso che ho intrapreso, nonostante le mille difficoltà, gli alti e i bassi che questa “passione”, ormai per me evolutasi in lavoro, “regala”! Uso il vocabolo “regalare”, perché credo che tutte le esperienze, anche quelle negative o comunque meno belle, siano importantissime visto che ci regalano la possibilità di osservare il mondo da altre prospettive, perché ci fanno misurare con noi stessi, donandoci l’opportunità di superare quegli ostacoli mentali che spesso ci poniamo per difenderci dagli altri, temendo la nostra vulnerabilità. Ora sono molto più forte dell’inizio e so che ciò è avvenuto anche grazie alla scrittura. Scrivendo ho superato momenti tristi e ho vissuto momenti straordinari da ricordare.

La mia postazione, come potete vedere è semplice. Oserei dire che passerebbe inosservata se non fosse per il fatto che gli elementi che sono lì, ci sono per un motivo ben specifico. Non amo contornarmi di tante cose e, anche se la mia postazione non è del tutto ordinata, io la amo così com’è! Nel mio disordine ordinato riesco a trovare qualsiasi cosa! La mia famiglia è sempre con me, anche sulla scrivania: ho il righello con la coccinella comprato da Bartolucci al Pantheon che mi ha regalato mia figlia Francesca Romana, ho i due portapenne che mi ha regalato mio figlio Stefano, il fermacarte dell’ONU di Ginevra che mi ha regalato mio marito, il calendario della società di elaborazioni dati e dei commercialisti Bagli che è un gadget natalizio dei miei genitori e di mio fratello e la mitica tazza da té che mi hanno regalato i miei figli il giorno di un mio compleanno dove, solitamente, bevo il té verde. Quest’ultima, a volte, l’alterno con la “calabaza curada” per prendere la Yerba Mate, rito al quale mi introdusse una mia amica brasiliana nel lontano 1994 ai tempi dell’Erasmus spagnolo e che, da quattordici anni a questa parte, hanno risvegliato degli amici miei argentini. Ebbene sì, sono ormai quattordici anni che ho messo piede in pianta stabile qui a Madrid e non me ne andrei via per tutto l’oro del mondo!

Insomma, sulla mia postazione, ho tutto quello che mi serve a portata di mano: ho ciò che mi ricorda chi sono, da dove vengo e dove sicuramente andrò! Sì perché scrivere è viaggiare e io viaggio tantissimo, insieme ai miei personaggi, alle mie storie, alle mie poesie…. viaggio e non mi fermo mai! Perché farlo se “viaggiare” scrivendo lo trovo affascinante e nel contempo catartico? Non vi libererete facilmente di me e della mia postazione! Spero non sia una minaccia per voi, ma un piacevole svago, un intenso momento di riflessione… per me, vi assicuro, lo è!

Un italiano a Madrid: Gastone Cappelloni

Un italiano a Madrid: Gastone Cappelloni

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A cura di Elisabetta Bagli

Ogni volta che Gastone Cappelloni mette piede in Spagna si sente, dall’atmosfera improvvisamente allegra che si respira, che è arrivato. Con la sua proverbiale pacatezza quasi zen, riesce a mettersi in gioco e ad attirare l’attenzione delle persone, non solo degli addetti ai lavori, ma anche di coloro che lo conoscono per la prima volta.

3Il tour di Gastone Cappelloni è stato intenso e ricco di sorprese e di splendide conferme, come quella a Radio Círculo, al Círculo de Bellas Artes il 1 giugno, partecipando al programma “La vita è bella” curato dal conduttore e artista Marco Ricci. Dopo due anni si sono incontrati di nuovo due grandi amici che hanno avuto la capacità di saper ridere e sorridere insieme agli ascoltatori, coinvolgendomi, visto che mi trovavo con loro in veste di interprete e traduttrice.  Nel corso del programma Gastone ha presentato i suoi due libri, “Tu, Ottava nota“, edito dalla casa editrice EEE di Torino e l’edizione spagnola di “Una semilla más allá del océano“, che ha già visto presentazioni in Spagna e in Argentina, pubblicato in una nuova edizione dal prestigioso editore Pablo Méndez con la sua casa editrice Ediciones Vitruvio di Madrid. Tra una chiacchiera e l’altra ci sono stati interventi musicali e anche poetici, nei quali si è data lettura alle poesie di entrambi i libri, in italiano e in spagnolo.

5A fine puntata siamo andati all’Azotea del Círculo de Bellas Artes e abbiamo visto il panorama a 360º di Madrid: unico, da mozzare il fiato!

Il 2 giugno, invece, è stato presente all’apertura di “Passione Italia 2016”, evento giunto all’ottava edizione, presso la Scuola Statale Italiana di Madrid, per l’appuntamento annuale allestito nel cortile dell’istituto in occasione della Festa della Repubblica italiana, organizzata dalla nostra Camera di Commercio presente nella capitale spagnola, nel quale si mettono in evidenza le eccellenze nostrane, il MADE IN ITALY. Inoltre, Gastone ha partecipato anche alla Feria del Libro di Madrid 2016, e anche in questo caso non ha mancato di dare voce al suo animo sensibile, facendosi portavoce dell’iniziativa dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) di cui Ivan Cottini, amico del nostro poeta, è testimonial. Successivamente, siamo andati alla Biblioteca Eugenio Trías del Retiro a depositare i nostri nuovi libri, per renderli disponibili alla lettura.

9Il 3 giugno, invece, la giornata è stata la più intensa di tutte e, dopo essere andati alla Scuola italiana per Passione Italia, è stata fatta la presentazione del suo libro “Una semilla más allá del océano” nel Ristorante Tolezamar, limitrofo al Parco del Retiro dove si svolge la Fiera. A questa presentazione oltre a me sono stati presenti l’editore Pablo Méndez e altri poeti di grande calibro, quali Francisco J. Castañón e Fernando López Guisado.12 La serata si è conclusa in meravigliosa compagnia al Taste Gallery con Debora Marchesiello e alcune amiche che hanno ascoltato la lettura delle poesie di Gastone Cappelloni in occasione di un evento privato.

Gastone è un poeta sensibile ma, soprattutto, un uomo molto aperto alle nuove avventure e affronta tutto quel che gli capita intorno con la meraviglia di un bimbo e con la consapevolezza che la vita deve essere vissuta ogni minuto in modo intenso e indimenticabile.

E noi, a Madrid, lo aspettiamo ancora e sempre a braccia aperte! Gastone, non vediamo l’ora di accogliere le tue nuove opere e di ascoltare ancora altri aneddoti della tua vita, non vediamo l’ora di costruire insieme questo spaccato di vita artistica e non solo! Gastone, Madrid ti chiama e ti ama!

21 marzo, ode alla Poesia

21 marzo è la giornata dedicata alla Poesia

Caffè poesia

Potevamo forse lasciarci scappare questa occasione? No, che non potevamo, soprattutto per il fatto che si è da poco aperto il quarto Concorso EEE, dedicato proprio alla selezione di nuovi poeti nostrani. Sappiamo bene che ne esistono di veramente validi in giro per il web, li vediamo passare tutti i giorni con i loro post, nei quali alcune composizioni spiccano per la bellezza e l’eleganza dei versi. La nostra rosa di giudici avrà del valido materiale fra cui scegliere i prossimi poeti EEE e siamo contenti che siano proprio loro a selezionare i prossimi compagni di avventure.

Quindi parliamo un po’ dei nostri giudici, dei magnifici cinque che presenziano la giuria, insieme al nostro editore Piera Rossotti. Cinque splendide Penne, ognuna con caratteristiche diverse e particolarità che possono andare a stuzzicare l’anima sotto molti punti di vista. Perché la Poesia non è tutta uguale, il genere in sé racchiude mille sfumature che possono essere interpretare a seconda dello stile, dell’umore e della predisposizione dell’autore. Tuttavia i nostri cinque giudici si differenziano in modo piuttosto riconoscibile. Elisabetta Bagli possiede una mano decisamente femminile e i suoi versi si dipanano di solito con lunghe introspettive, in cui ogni colore viene preso in considerazione. Gastone Cappelloni è un’impressionista e ben si accordano i toni che utilizza per descrivere i propri sentimenti e le sensazioni, lasciando pennellate decise sulla tela poetica. Maurizio Donte ha ben chiaro il ritmo e la sua precisione si concretizza nei versi costruiti ad arte, pur restando saldamente ancorati al senso artistico. Andrea Tavernati preferisce racchiudere negli haiku le proprie espressioni poetiche, pur attenendosi, anche lui come Donte, a delle regole fondamentali che rendono il verso ancora più libero. Infine Andrea Leonelli. La sua prosa graffiante, e talvolta ermetica, lo rende capace di racchiudere in poche parole l’intera tavolozza della sofferenza umana.

Dunque, con cotanta giuria, potevamo forse non ricordarvelo in un giorno come questo?

Una Regina e i suoi Re

Una Regina e i suoi Re

Un altro poeta s’inserisce nella scuderia degli autori EEE, circondando la nostra Regina di nomi eccellenti.

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Maurzio Donte, con il suo Nell’incanto, stabilisce un nuovo filo conduttore con i propri lettori.

Elisabetta Bagli, Andrea Leonelli, Andrea Tavernati, Gastone Cappelloni e Maurizio Donte, formano una squadra poetica che assume già il sapore della leggenda. Elisabetta, con i suoi meravigliosi versi, offre una vita vista al femminile, con i suoi dubbi e le sue incertezze, condite con quella forza che ogni donna è in grado di avere. Andrea Leonelli travolge gli animi con l’energia di cui carica le sue composizioni, trovando, attraverso la sofferenza e lo strazio, la via verso il cuore dei lettori. Andrea Tavernati incanta con i propri Haiku, descrivendo in così pochi termini un universo ricco di emozioni e sentimenti. Gastone lascia senza fiato. La sua prosa, solo all’apparenza semplice, è un puro inno alla vita e a quanto possa far sentire vitale un uomo. Infine Maurizio Donte, un nome che porta l’arte poetica verso quella classicità che così bene padroneggia.

Vi presentiamo la parte iniziale della presentazione di Nazario Pardini al libro Nell’incanto

Bolero

Donte_EEEVaga sulle onde un fremere d’incanto,
mentre trema la luce della Luna
e alzo nel vento a te un notturno canto
che flebile s’inizia sotto il cielo;
con arte io vengo a te, mia sola amata,
tu danzi quasi fossi una sirena
nel mare dell’estate che è passata.
Mi ricordo il motivo della danza
ed il tuo passo al muoversi del suono,
lento Bolero, dentro la risacca,
in languide movenze d’abbandono.

Iniziare da questa citazione testuale significa andare a fondo, da subito, nella epigrammatica vicenda del canto di Maurizio Donte. Un canto dolce, estremamente musicale, nutrito di cospirazioni emotive di grande abbandono erotico-intimistico, dove il verso, con tutta la sua potenza ermeneutica, si fa corpo risolutivo degli abbrivi vitali del Poeta. Sì, c’è l’amore, vissuto con plurima collaborazione panica, con espansioni iperbolico-allusive, e con abbracci semantici di urgente vocazione narratrice, ma un amore plurimo, totale, universale che coinvolge la vita nella sua polisemica significanza: il sogno, la realtà, il tempo, la memoria, la pace, la società e quell’inquietudine che nella poesia si fa flauto sotterraneo ad accompagnare il fluire dello spartito: “Mi ricordo il motivo della danza”, una rievocazione che si traduce in alcova rigenerante, in edenico ritorno, in visione incantatrice trasferita in mondi dal sapore neoplatonico, dove tutto è leggero, inviolabile e sonoro come una musica sublimante. Ed è l’endecasillabo – trattato in tutte le salse, in tutte le sue tonalità, a majore e a minore di sonetti, odi e canzoni – a evidenziare l’esperienza metrica del Nostro; la sua abilità versificatoria, aduso, Egli, al verso nobile del canto: “con arte io vengo a te, mia sola amata,/ tu danzi quasi fossi una sirena/ nel mare dell’estate che è passata”. Un mare d’infinita portata, i cui orizzonti si estendono fino all’inverosimile, fino a traguardi a cui l’uomo non può allungare lo sguardo, data la sua pochezza. E il Poeta è cosciente della futilità del tempo, del gioco delle sue fauci, della sua rapacità e voracità: “E vano è lo sperare che ritorni:/ rapido fugge il tempo tra le dita.”, per questo si affida al memoriale, a quel “passato” che tanto vorrebbe riattivare “in languide movenze d’abbandono”; a un eros che, comunque, non circoscrive il panorama ispirativo del Nostro; dacché la perlustrazione ontologica delle piecès e lo scavo analitico si estendono, a tutto tondo, al bene e al male della vita, col ricorso a uno sguardo impegnato e addolorato su tutto ciò che crea sofferenza; su tutto ciò che si allontana dalla fraternità, e dalla umanità, visto che “Non più vi fosse guerra, ma fraterno/ amore” è l’auspicio più sentito del Poeta

Intervista a Elisabetta Bagli

Intervista a Elisabetta BagliVoce

Voce è la nuova silloge di Elisabetta Bagli, una poetessa che s’impone sul panorama internazionale per la sua grande capacità d’interpretare l’universo femminile, rendendolo attuale, seppure impregnato dell’emotività tipica di un mondo ancora per molti versi tutto da scoprire. Elisabetta porta con sé un bagaglio notevole, compreso fra cariche e onorificenze, nonché riconoscimenti per quanto i suoi versi riescono a trasmettere.

  • Perché il titolo è proprio Voce?

Il titolo di questa silloge è Voce perché è la mia voce interiore che si fa leggere e ascoltare per la prima volta. Questa raccolta è stata il mio debutto letterario nel 2011 e, pertanto, in quel momento mi sembrava opportuno evidenziare la mia voce, che rinchiusa per tanti anni nel mio cuore e nella mia testa, aveva trovato il modo di uscire allo scoperto, rivelandosi senza pudore, ovvero senza quel pudore tipico di chi sa che con la poesia si rimane completamente “nudi”. La prima lirica del libro, infatti, si intitola proprio Voce ed è proprio leggendola che si comprende il significato del titolo dell’intera raccolta. Nel frattempo, però, la mia Voce è maturata e, quando mi si è proposta l’occasione di pubblicarla di nuovo, ma questa volta in altra veste, con una casa editrice, la EEE, abbandonando l’autopubblicazione con la quale era nata, l’ho fatto ben volentieri, decidendo di inserire un’ultima sezione, quella dedicata alle donne, proprio per far gustare al lettore il mio percorso interiore in continua evoluzione.

  • I temi trattati nella tua silloge sono tanti, ma tutti hanno in comune una tipica visione femminile della realtà. Cosa ispira la tua lirica?

La mia fonte di ispirazione è il mio mondo, quello in cui vivo quotidianamente, fatto di piccole e grandi cose. La società, nella quale è necessario combattere per potersi far sentire è anch’essa una fonte inesauribile di ispirazione. Spesso, uso proprio la tastiera o la penna, a seconda se mi trovo a casa o per strada, per modulare la mia voce in ogni luogo, proprio per farla divenire più forte ogni giorno che passa. La paura di essere se stessi c’è sempre, ma ora so che, nonostante le critiche più o meno costruttive che si possano ricevere, l’importante è tirar fuori quello che si ha dentro e farlo arrivare al lettore, farglielo sentire.

  • Le condizioni femminili sono cambiate nel corso dei secoli, tuttavia, alcuni episodi di cronaca confermano che, per certi versi, tanto ancora si deve fare. Quanto senti tua la condizione di donna in questa era moderna?

La sento moltissimo, ma devo dire che la sento più per i miei figli che per me. Ormai io ho raggiunto quel che ho raggiunto, allonatanandomi un bel po’ da quel che prevedevo per me agli inizi e sono molto soddisfatta. I nostri figli hanno da imparare e molto. Instillare in loro la cultura del rispetto verso il genere femminile e verso l’umanità nel senso più ampio, formata da tante persone simili e diverse, è per me il compito più arduo che possa esistere. I genitori devono educare al rispetto dell’altro e per se stessi, sempre! Per me è uno dei più grandi valori da trasmettere. La donna ora sta riscoprendo la sua reale forza e sa che ora ce la può fare a sconfiggere violenze e soprusi, a farsi valere perché non è inferiore a nessuno. Non parlo di maschilismo o di femminismo, parlo di donne che nel corso della storia sono state denigrate e usurpate (non solo dagli uomini) solo ed esclusivamente per il fatto di essere donne. Questo, oggigiorno è inaccettabile. Uomini e donne conoscono il valore della parità dei sessi e sanno che la collaborazione tra di loro porta a grandi risultati in ogni campo. Perché schiacciare il mondo femminile, quando invece, proprio da lì esplode la forza motrice che dà la vita in ogni senso?

  • Cosa pensi che potrebbero fare le donne per migliorare determinate situazioni in cui vengono coinvolte?

Trovare la forza di denunciare, di parlare, di dire quel che accade per trovare una soluzione, non dico la migliore, ma almeno la meno traumatica. È essenziale aiutarsi reciprocamente, sostenendosi con parole e fatti che vanno al di là del mero ausilio, ma che si traducono in vere e proprie cooperazioni capaci di costruire le fondamenta per un futuro diverso. Per questo ben vengano le Associazioni che sorgono all’uopo e ben vengano tutti i mezzi che sono atti alla protezione delle donne in difficoltà.

  • Tu vivi a Madrid, quanto influisce su di te il tuo essere straniera in terra straniera?

Un bel po’, in quanto mi sento più libera di esprimermi. Sembra un controsenso, lo so, esprimersi in un’altra lingua potrebbe “incatenare” le emozioni e i pensieri. Ma in Spagna c’è un modo di vivere che è completamente diverso dal nostro; nonostante ci siano moltissimi punti in comune con il Bel Paese, qui hanno un concetto di vita molto più libero, molto più tranquillo, meno formale. E anche se la vita scorre, scorre al ritmo dei madrileni che sono molto più calmi e si prendono le loro giuste pause dal lavoro, dal dovere. Non che non sentano la responsabilità di fare e di vivere, ma la sentono in un modo completamente diverso dal nostro. Per tale motivo, ho imparato a rallentare un po’ di più il ritmo e a godermi meglio quel che mi ruota intorno, famiglia e amici in primo luogo!

  • I tuoi interessi sono molteplici e non si fermano solo alla parola scritta, se non fossi una poetessa, cosa ti sarebbe piaciuto fare in campo artistico, o al di fuori di esso?

Bella domanda. Sono laureata in Economia e Commercio che poco ha che vedere con le materie umanistiche. Ho lavorato come commercialista nello studio di famiglia finché mi sono sposata nel 2002 e sono venuta a vivere qui a Madrid. Da quel momento in poi ho sentito la necessità di cambiare “chip”. La poesia e la scrittura in genere sono state passioni tardive e consapevoli e credo che avevo bisogno di essere un po’ più grande per sentirmi sicura della mia voce e tirarla fuori. Ma il primo amore non si scorda mai. Avrei voluto fare il liceo linguistico ed essere impiegata in qualche aerolinea per poter viaggiare. Sì, avrei voluto viaggiare, esplorare il mondo intero e non mi sarei stancata mai! Lo so ora come allora! Ma ho comunque avuto la fortuna di poterlo fare sia fisicamente, prendendo un aero, un treno o l’auto, sia in un modo più economico, ma molto soddisfacente, prendendo una penna in mano e scrivendo i miei viaggi, costituiti da panorami interiori e non. Ragazzi, scrivendo viaggio come una pazza, fuori e dentro di me! Sono tutto e tutti e nessuno, sono me stessa e mille e più persone anche quando scrivo poesie! Ecco cosa avrei fatto al di fuori del campo artistico, viaggiare! In campo artistico proprio non so… dipingo pure male! Anche se ho un discreto successo e chissà che un giorno non mi metta a fare un’opera d’arte che rimanga nella memoria… almeno la mia!

  • Tra le altre cose sei anche una cuoca provetta e le tue pietanze sono famose fra tutti coloro che ti conoscono, qual è il tuo piatto preferito?

Il mio piatto preferito è senza ombra di dubbio la parmigiana di melanzane. Poi la pasta alla norma, sempre con le melanzane. Mi piacciono molto le mozzarelle di bufala e il dolce per il quale farei delle vere e proprie pazzie è il cannolo siciliano! Amo il salato, l’amaro e il piccante e poco i dolci, ma per il cannolo farei davvero cose dell’altro mondo! È più forte di me, ne potrei mangiare un bel vassoio da due chili in meno di dieci minuti! Diciamo che i miei gusti culinari sono molto rivolti verso il Sud Italia! Per quanto riguarda la Spagna, invece, devo dire che adoro il modo di cucinare il pesce e i “mariscos” che ho iniziato ad apprezzare da che vivo qui, ma non parlatemi di dolci spagnoli vi prego! L’influenza araba si sente molto e sono… come dire… molto dolci!

  • Un libro è come una ricetta, le giuste dosi compongono un piatto perfetto, la mancanza di equilibrio fra i sapori portano a un qualcosa di poco commestibile, come vedi questo accostamento?

Lo vedo un accostamento fantastico, è calzante al massimo. Senza equilibrio nei sapori non si raggiunge la perfezione e il piatto non avrà successo. La stessa sorte tocca al libro. Se non si riesce a mantenersi equilibrati nelle varie parti, ma si dà maggiore importanza o all’una o all’altra parte, non si riuscirà neanche a terminarne la stesura, figuriamoci la lettura! La materia, sia essa narrativa o poesia, deve essere esposta in modo originale e unico per poter interessare il lettore.    

  • Quando Elisabetta non scrive, come occupa il proprio tempo?

Lo occupo lavorando, visto che da poco sono diventata Segretaria del Comites degli italiani a Madrid nella rete consolare italiana e traducendo poesie e articoli, non solo per diporto. Ma soprattutto, occupo il mio tempo per stare insieme alla mia famiglia. Ho due bimbi piccoli e un marito ai quali, mai e poi mai farei mancare la mia presenza e il mio supporto. Sono la mia vita, la mia vita vera!

  • Quali sono i tuoi progetti futuri?

È uscito da poco il mio quarto libro, il primo in spagnolo “Voz” (versione castigliana di Voce) con la casa editrice Ediciones Vitruvio e del quale faremo una prima presentazione a gennaio e poi… ho un progetto un po’ particolare che mi vedrà protagonista insieme a una poetessa del passato. Ma ne parleremo in un’altra occasione. Intanto prosegue sempre la promozione di Voce pubblicato dalla casa editrice Edizioni Esordienti E-book e poi ho anche altri progetti a breve e lunga scadenza che conoscerete a tempo opportuno.
Grazie di cuore per questa splendida opportunità che mi avete offerto per trascorrere un po’ di tempo insieme e potermi far conoscere, aprendo le porte della mia anima.

Voce e Voz

I due volti di Elisabetta Bagli: Voce e Voz

Elisabetta, dopo aver pubblicato con Edizioni Esordienti Ebook la sua silloge Voce, ha anche prodotto la versione spagnola, Voz, con Ediciones Vitruvio, editore madrileno specializzato nella pubblicazione di poesie.

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Voce e Vox

A noi piace sottolineare la versatilità dei nostri autori, soprattutto quando una poetessa, dello stampo di Elisabetta Bagli, trova lo spazio in un catalogo così ben fornito di nomi noti. E questo ci fa onore perché, ancora una volta, riconosce il fiuto del nostro editore che non si lascia scappare Penne di talento, che siano specializzate in narrativa o poesia. Tuttavia, il fatto che più colpisce la nostra immaginazione e, diciamolo, anche il nostro orgoglio è poter vedere entrambi i libri promossi su una piattaforma come casadellibro.com, famoso portale spagnolo per la vendita dei libri online .12208594_758901514236883_8980818305531526199_n

Sia Voce che Voz portano in giro per il mondo una produzione italiana di tutto rispetto, tenendo soprattutto conto del fatto che stiamo parlando di Poesia elegante, intensa e con la P maiuscola.

 

Voce a Firenze

Domenica 19 Luglio, ore 18.00, Voce a Firenze

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Estate 2015, FestivalFiume d’Arte” alla “Casetta del Buon Vino“.
Readings e presentazioni editoriali, perfomances teatrali e poetiche ogni giorno dalle 18. Musica dal vivo presente all’aperitivo dalle 20 alle 22 e videoproiezioni fino a tarda notte in una delle più suggestive location del lungarno. Un vero e proprio “Fiume d’Arte” per un’estate indimenticabile. In questo contesto si svolgerà, domenica 19 Luglio ore 18.00, la presentazione di Voce, ultima silloge di Elisabetta Bagli, pubblicata con EEE.

Sarà Annamaria Pecoraro (Direttore di Deliri Progressivi) a condurre Elisabetta attraverso il proprio percorso poetico, all’interno del piccolo chiosco pronto ad offrirvi primi piatti gustosi per pranzo e una selezione di vini rossi e bianchi, birre e cocktail fino a dopo il tramonto.

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Domenica 19 Luglio ore 18.00
CASETTA DEL BUON VINO
Piazza Demidoff—FIRENZE

Evento su Facebook:
https://www.facebook.com/events/460413957470744/

Tratto dalla recensione di Marina Atzori: 

La Poesia possiede un universo di sensazioni che spesso vengono espresse tramite le parole. Elisabetta Bagli da una voce ai sentimenti, unica e profonda. Ebbene devo dire che leggendo questa silloge si è scatenato il terremoto dei sensi. Uso consapevolmente un elemento forte ed eclatante per descrivere le mie percezioni; questa calamità esplode quando la terra inizia a tremare. Ho avuto come l’impressione che l’autrice volesse trascinarmi in un vortice fatto di involucri, traballanti scossi, in cui emerge l’anima impaurita, sgretolata. Non vi sono lanterne a guidarvi in questo viaggio quasi ultraterreno. L’unica luce è il verbo. La parola scritta si traveste, si mimetizza, diviene quasi camaleontica, e si rimane inesorabilmente rapiti da quella che oltre ad essere Poesia diviene suono e quindi anche musica. Resto infatti in balia di tonalità alte, basse e anche mute come il silenzio espresso in questa splendida silloge. Elisabetta Bagli si improvvisa direttore d’orchestra di spartiti che sanno di magia.

Link all’acquisto: AmazonKobo

 

Come puoi abbandonare tanto amore?

Campagna sociale: Come puoi abbandonare tanto amore? Parte terza

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Elisabetta Bagli: Perché abbandonare gli animali nel periodo estivo? Perché il loro peso diventa insostenibile durante le vacanze e il mare, la montagna, gli amici, gli amori, la famiglia richiedono tutte le attenzioni di questo mondo e non ci si diverte se si hanno responsabilità e quelle di un animale, del quale prendersi cura, per alcuni risulta essere davvero opprimente. Non si prende un animale in casa e lo si tiene solo finché fa comodo e fa compagnia e poi, come se fosse un qualsiasi oggetto rotto, o un alimento scaduto, lo si getta in strada abbandonandolo al suo destino. La responsabilità la si deve sentire fino in fondo, altrimenti meglio non prendere animali veri e comprare dei peluche, che fanno compagnia fin quando si desidera. Sono esseri che pensano, che vibrano, che hanno emozioni e sentimenti, esseri che amano il loro padrone, l’ambiente in cui sono cresciuti, esseri che se abbandonati muoiono dentro, spezzati nel loro essere vivi. Non abbandonerei mai mio figlio, mio padre, mia madre, mio nonno, mio fratello in strada, perché dovrei abbandonare il mio cane o il mio gatto?

Paolo Fiorino: L’estate è un periodo particolarmente cupo per i nostri amici a quattro zampe. Tutte le estati la storia si ripete, sempre uguale a se stessa e sempre ugualmente avvilente e disumana. A un certo punto arriva la bella stagione, le vacanze sono alle porte e il padrone smette improvvisamente di essere un amico affettuoso per trasformarsi in un individuo egoista che, senza preoccuparsi minimamente dell’effetto delle proprie azioni, fa scendere dall’auto il proprio cane, magari in un posto isolato e scappa velocemente senza guardarsi indietro. Ciò che è più triste è che l’abbandono quasi mai nasce da una reale necessità. Spesso è solo il frutto dalla seccatura di prendersi cura dell’animale o di scegliere vacanze adeguate che prevedano il cane come parte della famiglia. Gli animali domestici riescono a donarci tutto l’affetto del mondo e noi con un gesto apparentemente banale, come aprire la portiera e lasciarli scendere, possiamo cambiare la loro vita, ma anche la nostra. Un appello in più forse non potrà risolvere molto, ma almeno proviamoci: per una volta la vita, la nostra e quella dei nostri amici, cambiamola in meglio.

Cinzia Morea: Cucciolo,
la tua vita ha arricchito la mia di una serie di preziosi ricordi. OLYMPUS DIGITAL CAMERAQuando ti ho portato a casa dal canile, grande quasi come un puledro, ma con le zampe malate, e alcuni consigliavano di sopprimerti, perché, a tre mesi, non riuscivi a camminare più.E vuoi mettere la soddisfazione, mia, di tutti gli operatori di canile e della veterinaria che ha trovato la cura, nel vederti, alla fine crescere sano?
Quando ho scoperto che ti piaceva l’acqua: non avevo mai visto un cane divertirsi tanto in una pozzanghera! Quando abbaiando hai avvertito che il centrotavola di Natale stava prendendo fuoco.
E le quotidiane avventure nel corso di innumerevoli passeggiate…
Ed ora, dopo tutto questo, vorresti che ti abbandonassi in autostrada solo perché hai paura di rovinare le mie vacanze? Non ci penso nemmeno, non sono mica senza cuore. Ci sono innumerevoli posti dove possiamo andare in vacanza insieme.

Giancarlo Ibba: Un tempo, quando avevo più spazio e meno impegni lavorativi, avevo tanti cani e altrettanti gatti in casa, nel giardino e nell’orto. ibbaFacevano parte della famiglia e hanno vissuto con noi fino al termine della loro vita. Oggi, nella casa natia, restano le mie due tartarughe… Portarle in Valle d’Aosta sarebbe stato un trauma per loro, così se ne occupano i miei genitori. Hanno 20 anni. Dopo il trasferimento però non ho resistito tanto senza un animaletto da coccolare: tre mesi in tutto. Poi ho adottato Tuco, il mio gatto. Era così piccolo che stava al calduccio nella tasca della mia felpa, mentre sbrigavo le faccende domestiche. Ora, quasi dieci anni dopo, nel tempo libero siamo quasi inseparabili. È un gatto strano, come il suo padrone. Apre le porte come i velociraptor di Jurassic Park, miagola pochissimo e guarda la televisione (preferisce Geo&Geo). Lo porto con me in vacanza e prenoto la cabina per gli animali. Adesso è qui e mi guarda mentre scrivo queste parole. Il suo sguardo sembra dire: guarda che il culo me lo lecco da solo, piantala di adularmi e dammi le crocchette!