La brandizzazione dei libri sta massacrando il fantasy?
La brandizzazione dei libri sta massacrando il fantasy?
articolo di Alberto Grandi
Qualche giorno fa, trovandomi a Marina di Pietrasanta, bellissima località versiliese che invito tutti a visitare, sono entrato in una libreria Mondadori e mi sono recato nella sezione dedicata al fantasy. La foto sotto, mostra ciò che ho trovato: saghe in più libri, riedizioni di classici, i soliti Martins e Brooks declinati in ogni possibile versione, tascabile, non tascabile, con cover tratta dalla serie tv, con cover non tratta dalla serie tv o in edizione “sacre scritture” per i fanatici. Ovviamente, essendo la fantascienza un genere in crisi di identità, c’erano anche parecchie distopie come Divergent, Metro 2033/34/35, e tanti libri ispirati a franchise cinematografici, come Star Wars.
Queste opere sono identificabili per il nome della saga che le accompagna se non addirittura per una loro simbologia (sulla simbologia e la sua importanza nella letteratura di genere, vi rimandiamo a questo articolo). Sono come catene di negozi segnalate da marchi e tag precisi che promettono una serie di emozioni, personaggi, panorami, ambientazioni eccetera. Ed in effetti è questo che il mercato editoriale sta facendo attraverso la fantascienza e soprattutto il fantasy, negli ultimi tempi, sta creando non storie, ma universi. Universi possibilmente declinabili attraverso più capitoli, prequel, sequel, spin-off, riadattamenti cinematografici, videoludici e quant’altro. Letteratura “esperienziale” (come certi ristoranti spuntati come funghi a Milano in epoca Expo che propongono cibo esperienza, sulla cui qualità… sorvoliamo), non letteratura e basta. Ed è attraverso questa logica editoriale che l’America detta legge e sconfina negli altri mercati, relegando la letteratura di genere locale a un ruolo marginale o costringendo i suoi autori ad adeguarsi e a scrivere alla maniera americana.
È un peccato perché la letteratura di genere, specie quella fantastica, in un qualche modo imparentata col fantasy, è una letteratura che, almeno in origine, attingeva dal folclore locale o da un passato territoriale ricco dove storia e leggenda si mescolano fino a confondersi. E il nostro è un Paese che in quanto a folclore e a leggende ha ben poco da invidiare agli altri. Lo sapeva Italo Calvino, che raccolse le nostre fiabe nell’antologia Fiabe italiane, lo sapeva Landolfi, scrittore che subì le suggestioni fantastiche e goticheggianti dell’Appennino centro-meridionale e della sua provincia come in Racconto d’autunno o ne Le due zittelle, lo sa bene Buzzati, forse il nostro più grande scrittore fantastico del Novecento. C’è qualche speranza in reparti librari come questo sempre più simili agli scaffali di un Blockbuster di imbattersi in un romanzo italiano fantasy o anche fantastico che non pretenda di diventare saga, quindi che abbia l’umiltà di concludersi in 200-300 pagine e, soprattutto, di raccontare una storia e non mettere in piedi un universo?
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La guardia delle Terre Rinate
La nostra editora è molto esigente per quel che riguarda il fantasy e la fantascienza, questo ormai è un fattore piuttosto noto, tuttavia non disdegna storie che abbiano un proprio fascino. Per questo motivo la pubblicazione di La guardia delle Terre Rinate, di Sergio Piergianni, ci sorprende piacevolmente.
di Piera Rossotti
Il video di questa settimana, come di consueto, è dedicato alla scrittura e lettura creativa e vi suggerisco un metodo che, a mio parere, è il migliore e il più piacevole per imparare a leggere e, se avete voglia di mettervi in gioco, anche a scrivere.
Ho appena pubblicato un romanzo di fantascienza: ricevo un discreto numero di manoscritti di questo genere, ma ne ho pubblicati pochi, perché raramente mi soddisfano. Molto piacevole, invece, questo romanzo di Sergio Piergianni, La guardia delle Terre Rinate; scritto con stile asciutto ed essenziale, ha un ritmo incalzante e veloce, è un romanzo adatto a tutte le età e piacerà anche alle ragazze.
La trama:
La città di Alba, una delle maggiori metropoli delle Terre Rinate, è spesso messa a rischio da mutanti e demoni, che attaccano gli esseri umani e i loro centri abitati. Per questo sono costantemente difesi dagli Esper, forme evolute dell’uomo, dotate di particolari poteri.
Un giorno si prospetta un pericolo ancora più grande per Alba, con la comparsa di un demone molto potente, Avart, da sempre alla ricerca di un antico avversario con il quale pare avere un conto in sospeso. Purtroppo nessuno sa dove si nasconda quest’ultimo, e lo stesso Avart si trova costretto a minacciare Alba per stanarlo. Intanto, a difesa della città, scende in campo Sid, un giovane Esper dai poteri eccezionali, ma dotato di un pessimo carattere. Tra mille difficoltà e tradimenti, con il sostegno del suo unico amico Stu e i battibecchi con un’adolescente umana di nome Lory, il ragazzo si opporrà ad Avart in ogni modo possibile, pur consapevole del fatto che le sue sole forze non sono sufficienti ad affrontare un avversario del genere, ma anche conscio del fatto che trovare l’unico in grado di tenere testa al demone potrebbe scoperchiare il vaso di Pandora…
Nicoletta Parigini al primo posto.
Un bel riconoscimento per Nicoletta Parigini.
Nicoletta Parigini, autrice dei libri editi da EEE, Agata e il manoscritto di Melchiorre e Agata e il segreto delle scarpette tecnomagiche, si è aggiudicato il primo posto nel concorso Premio Nazionale Streghe Vampiri e co indetto da Giovane Holden Edizioni con il racconto Nina Tempesta e il signor Schmitt. La cerimonia di premiazione, che si è svolta sabato 15 novembre 2014 con la proclamazione dei vincitori e organizzata in collaborazione con l’Agenzia Letteraria I soliti Ignoti e con il Patrocinio della Provincia di Lucca e del Comune di Viareggio, ha avuto il merito di portare alla ribalta, con opere di narrativa e poesia, un genere piuttosto amato dal pubblico: il fantasy.
In questo contesto, la nostra Nicoletta Parigini è riuscita a emergere con un libro fresco e ricco di suggestioni, adatto sia agli adulti che ai giovani. Queste le motivazioni che hanno indotto la giuria a preferirlo:
Una favola delicata e generosa, sorretta da un linguaggio moderno e da un’invenzione narrativa che permette all’autrice di interrogarsi e interrogarci sul significato dell’amore, della vita e soprattutto del vago confine tra quello che noi crediamo essere il mondo e quello che potrebbe essere. Uno stile limpido, lineare e accattivante sorregge una struttura narrativa che combina in modo ineccepibile gli elementi del fantasy con quelli del mistery. Un sistema di personaggi variegato e ben delineato anche nella psicologia che sottende azioni e comportamenti. Il punto di forza del testo è il duplice piano di lettura che permette una lettura gradevolissima sia a un pubblico giovanissimo che a un pubblico adulto.
Dunque, vi lasciamo con un anticipo di trama, facendo i nostri migliori auguri a Nicoletta:
Nina Tempesta ha appena iniziato a indagare su un caso di sparizione e già si trova nei guai: la faccenda è più complicata del previsto ed esige un impegno e un coinvolgimento che mai, nessun caso precedente, le aveva richiesto.
La detective ha trovato finalmente il suo mostro… o finalmente ha trovato se stessa?