Daniela Vasarri e Il suo Libro da Gustare – Donne oggi

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella.
Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa dare soddisfazione anche al palato

Donne oggi e Caprese con melone

Noi donne sappiamo essere sorprendenti proprio come un’insalata, nella quale puoi abbinare colori e sapori diversissimi e ottenere ogni volta un risultato diverso e piacevole. Il verde delle foglie dell’orto, il dolce del prosciutto crudo, la delicatezza delle mozzarelle e la trasgressione dei pistacchi: ecco un’insalata che le “Donne oggi” possono preparare in pochi minuti

Donne oggi

Insalata caprese con melone

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Caprese con melone

L’immagine della pietanza è tratta da: www.cucchiaio.it

Ingredienti

  • 1 melone medio
  • 200 g di mozzarelle ciliegine
  • 300 g di pomodori ciliegino
  • 100 g di prosciutto crudo dolce
  • sale
  • pepe
  • olio qb
  • foglioline di menta
  • origano fresco
  • erba cipollina
  • una cucchiaiata di pistacchi

Preparazione

Lavate il melone, dividetelo a metà, togliete la parte centrale con i semi. Usando uno scavino porzionatelo e tenetelo da parte. Scolate le mozzarelline e tamponatele con carta assorbente.

Lavate i pomodorini. In un bel piatto di portata mettete le palline di melone, le mozzarelline e i pomodorini.  

Disponetevi sopra le fettine di prosciutto e decorate con le erbe spezzettate e i pistacchi tritati grossolanamente. Finite con una grattata di pepe fresco e servite subito.

La ricetta della pietanza è tratta www.cucchiaio.it

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La trama

Dalla A alla Zeta, da un capo all’altro nel mondo. Qual è il comune denominatore dell’universo femminile? La forza, la passione di vivere le proprie emozioni con grande coraggio, mantenendo il proprio equilibrio. Donne oggi, ma anche di ieri e di domani.

Donne che si devono confrontare con uomini talvolta straordinari, talaltra meschini o violenti, che devono misurarsi con il mondo del lavoro e le sue crudeltà, con il desiderio di maternità, con una quotidianità piena di piccoli e grandi problemi, non di rado anche con altre donne, più rivali che complici.

Racconti che fanno sognare, pensare, sorridere. A volte, anche indignare.

Morris Maggini e Il suo Libro da Gustare

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Voglio un cuore vero e Pasta al pesto

Il protagonista è buono nell’animo, nonostante tutto quello che gli capita: quel che si dice una PASTA d’uomo. Quello che fanno le due donne, protagoniste delle disavventure sentimentali di Federico, è piuttosto sgradevole e diabolico per certi versi.

Entrambe lo picchiano, seppur in maniera morale (che molte volte risulta peggiore di quella fisica), e perciò alla fine delle due storie lui si ritrova con un animo PESTO.

Come non cedere alla tentazione di abbinare il delizioso piatto della tradizione ligure al libro?

Voglio un cuore vero

Pasta al pesto

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L’immagine della pietanza è tratta da: Pexel

Ingredienti

Linguine 320 g

Aglio ½ spicchio

Sale grosso 1 pizzico

Olio extravergine d’oliva 100 g

Basilico 50 g

Pecorino (da grattugiare) 30 g

Pinoli 15 g

Parmigiano Reggiano DOP (da grattugiare) 70 g

per decorare

Basilico q.b.

Preparazione

Per preparare il pesto, ricordatevi che, una volta sfogliate, le foglie di basilico non vanno lavate sotto il getto d’acqua, ma pulite con un panno morbido oppure possono essere messe in una ciotola d’acqua fredda e sciacquate delicatamente.

Ponete quindi l’aglio sbucciato nel mortaio insieme a qualche grano di sale grosso. Cominciate a pestare e, quando l’aglio sarà ridotto in crema, aggiungete le foglie di basilico insieme ad un pizzico di sale grosso.

Schiacciate, quindi, il basilico contro le pareti del mortaio, ruotando il pestello da sinistra verso destra e contemporaneamente ruotate il mortaio in senso contrario (da destra verso sinistra) e continuate così fino a quando dalle foglie di basilico non uscirà un liquido verde brillante.

A questo punto unite i pinoli e ricominciate a pestare per ridurre in crema. Aggiungete i formaggi un po’ alla volta che andranno a rendere ancora più cremosa la salsa e per ultimo unite l’olio di oliva extravergine che andrà versato a filo, mescolando continuamente con il pestello. Amalgamate bene gli ingredienti fino ad ottenere una salsa omogenea.

Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata e, quando l’acqua avrà sfiorato il bollore, fate cuocere la pasta. Ora mettete il pesto in una padella ampia (a fuoco spento) e stemperatelo con un po’ di acqua di cottura della pasta.

Mescolate con una spatola e, non appena la pasta sarà pronta, aggiungetela direttamente al pesto; amalgamate il tutto per insaporire, infine servite le vostre bavette al pesto, guarnendo con qualche foglia di basilico.

La ricetta della pietanza è tratta da: Le ricette di GialloZafferano

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La trama

Che cosa vorrebbe trovare un uomo nell’amore?

Forse Federico, che pure è un uomo nel pieno della maturità, non un ragazzo, non l’ha ancora messo bene a fuoco.

Lo sanno benissimo, invece, le due donne che incontra in questo periodo della sua vita: diversissime tra loro, con obiettivi diversi, ma perfettamente consapevoli di ciò che stanno cercando.

Gli sbagli, però, aiutano Federico a crescere, a capire cosa vuole e, alla fine, con un po’ di sano ottimismo, a comprendere che si può andare avanti, superare i momenti bui, e che sperare in un futuro migliore è non soltanto lecito, ma un dovere verso se stessi.

Gabriella Grieco e Il suo Libro da Gustare

Gabriella Grieco e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Lampi di oscurità

macedonia di frutta con zenzero

 

Lampi di oscurità & macedonia di frutta con zenzero

Un libro è cibo per la mente, è cosa risaputa. Ma se provassimo anche a trasformarlo in cibo e basta? Cibo per la bocca intendo, o meglio, per la gola. Ma sì, pensateci… La primavera porta con sé il risveglio delle piante, la natura si rianima, i fiori sbocciano, il sole splende, gli uccellini cinguettano… E noi? Noi lettori, dico, quelli che senza un libro proprio non ci possiamo stare, che quando viaggiamo ci portiamo dietro l’e-reader che è meglio di un tomo da mezzo chilo, figuriamoci di cento/duecento/trecento libri!
Beh, non è mica detto che ci nutriamo solo di parole, anche perché altrimenti moriremmo e tutta l’editoria entrerebbe in crisi profonda. E noi lettori – che poi ci siamo anche noi scrittori tra quelli, eh! – questo proprio non lo vogliamo.
E così, la soluzione ce l’ho, proprio qui, eccola: fare finta che il mio libro sia un cibo e immaginare quale possa essere. Facile! “Lampi di oscurità” è una raccolta di miei racconti di vario genere e stile, un pot-pourri insomma, o una macedonia. Dunque, il mio suggerimento è di sedervi in un prato, appoggiarvi a una bella quercia frondosa che vi ripari dal sole – perché il primo sole di aprile è già bello caldo, almeno dalle mie parti – e mentre tenete l’e-reader con la sinistra, usate la mano destra per affondare il cucchiaio nella ciotola colma di frutta fresca e zenzero e degustate la dolcezza dei kiwi per l’amore, il retrogusto asprigno dei frutti di bosco per la vendetta, il succo rosso delle fragole per il sangue. E su tutti questi sapori, a unirli ed esaltarli, il pizzico pungente dello zenzero per il sapore che vi rimarrà in bocca.

Buon letturappetito!

Ingredienti

  • 1/2 ananas medio
  • 2 kiwi
  • 1 papaia
  • 2 cucchiai di banana essiccata
  • 1 pezzo di zenzero fresco
  • 50 g di zucchero di canna

Preparazione

Eliminare completamente la scorza dell’ananas e suddividere la polpa in cubetti e adagiarli in una insalatiera con 2 cucchiai di zenzero fresco grattugiato e lo zucchero, mescolare molto bene. Unire poi i kiwi, la papaia a fettine e la banana essiccata.
Lasciare in frigo fino al momento di servire.
Variante: potete aggiungere cocco liofilizzato o fresco grattugiato a piacere.

Ricetta tratta da: www.amando.it

Lampi di oscurità

La vita è una sola, si dice. Ma quanti sono i modi possibili in cui si può incontrare la morte?
La incontri per caso di notte, perché non hai dato retta all’istinto, oppure si presenta con lingue di fuoco e odore di bruciato. Può arrivare all’improvviso da chi meno te l’aspetti, o ne hai timore senza motivo perché non è per te che è venuta. Puoi anche sceglierla liberamente, se vuoi, pagando tuttavia un prezzo che va oltre la tua vita.
Tanti sono i modi, tante le storie, e quasi tutte accomunate dal male, forse nascosto, ma tuttavia presente in ogni uomo.
Come i lampi rompono l’oscurità della notte portando attimi di intensa luce, così questi racconti squarciano il giorno con i loro bagliori oscuri, evidenziando l’oscurità presente nell’animo

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1484 KB
  • Lunghezza stampa: 177
  • Editore: EEE-book (14 gennaio 2018)
  • Venduto da: AmazonKobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 9788866904250

Chiara Curione e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareChiara Curione e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Il tramonto delle aquile

Calzone di ricotta dolce

 

Unire libri e cibi dai sapori antichi

Ai lettori del “Il tramonto delle aquile” vorrei consigliare di degustare il calzone dolce di ricotta, perché è un dolce antico della tradizione pugliese, un dolce che amo particolarmente, di cui ho persino ritrovato la ricetta in un ricettario medievale dell’epoca federiciana, mentre affrontavo le tante ricerche storiche per la scrittura del romanzo. Il profumo di questo dolce e il gusto così particolare riportano a sapori antichi, tramandati nel tempo, con ingredienti che si ritrovano tutt’oggi come la ricotta e le uova, lo zucchero, la farina. Quando osservo i castelli di epoca sveva disseminati in Puglia, allora penso che le innovazioni realizzate da Federico II non riguardavano solo il codice delle leggi Melfitane, gli studi scientifici e in particolare il suo trattato sulla falconeria, ma anche l’arte culinaria con ingredienti freschi e semplici come la ricotta di cui erano ghiotti anche i suoi falchi. Ebbene, leggendo “Il tramonto delle aquile” vi consiglio di gustare un pezzetto di questo dolce che potrete preparare voi stessi sognando di essere ad un pranzo alla corte fantastica dell’imperatore FedericoII .

Ingredienti

Un dolce semplice e gustoso.
Ingredienti:
Per il ripieno: un kg di ricotta, 12 uova, 300gr di zucchero, la buccia grattugiata di un limone.
Per la pasta frolla: 300 gr di farina, 150 gr di zucchero, 100 gr di olio, un po’ di lievito Pan degli Angeli(un cucchiaino circa), 2 uova intere, buccia di mezzo limone grattugiato.

Preparazione

Preparate il ripieno sbattendo le uova intere con lo zucchero per mezz’ora, poi unire poco alla volta la ricotta passata al setaccio, mescolando delicatamente e infine la buccia grattugiata del limone.

Per la pasta frolla, mischiare la farina e lo zucchero con le uova, l’olio e un po’ di lievito Pan degli Angeli, aggiungendo la scorza grattugiata di mezzo limone. Formare una palla liscia e omogenea, poi dividerla in due parti, una più piccola e una più grande.
Con la parte maggiore di pasta fare una sfoglia sottile per foderare il tegame, riempire con il ripieno. Con la restante parte di pasta ricavare delle strisce con cui coprire il ripieno formando un reticolato.
Infornare a 180 gradi e cuocere per mezz’ora circa. Sfornare il dolce e cospargerlo di zucchero al velo, se gradito.

Il tramonto delle aquile

“Il tramonto delle aquile” è l’ultimo romanzo storico di Chiara Curione. Il protagonista è Manfredi di Svevia che racconta in prima persona la sua vita sin dall’adolescenza alla corte paterna e, successivamente, dopo la scomparsa del’imperatore, della sua ascesa al potere fino alla battaglia di Benevento in cui perse la vita. Il testo tende a mettere in luce i valori umani del protagonista e dei personaggi che lo circondano, parla di amore, di amicizia, ma anche di tradimento, di morte, di battaglie per riconquistare il potere nell’eterna lotta della supremazia tra impero e papato. In scena c’è la numerosa famiglia imperiale.

Federico e i suoi tanti figli, avuti da mogli diverse e amanti, figli spesso in competizione tra loro. Il romanzo, che unisce la storia e la leggenda, racconta di un’epoca travagliata ma piena di sviluppo, dove l’arte fioriva con grandi novità e la ricerca scientifica si intensificava, dove anche nell’architettura tutt’oggi si possono ammirare le numerose opere volute dall’Imperatore e da suo figlio Manfredi. Manfredi fu il figlio illegittimo più amato, colui che somigliava più di tutti all’imperatore e che che diventò il re di Sicilia e di Puglia.

Un re amato da tutti anche dal popolo, il quale ha tramandato attraverso le numerose leggende la storia di Manfredi, di sua madre Bianca Lancia, di Federico II. Con questa storia non solo si apprendono gesta di eroismo e di coraggio, ma anche la tenacia, l’onore, la lealtà. Una storia che parte dai nostri avi e arriva fino a noi per raccontare le nostre radici e le nostre tradizioni. L’ambientazione per la maggior parte è realizzata nei castelli più famosi di Puglia e parla di un medioevo dove la coloratissima corte federiciana attraversava paesi e città, lasciando esterrefatto il popolo che accorreva a vedere passare Federico II, in sella al suo bellissimo cavallo nero, seguito dai dignitari di corte e studiosi, al centro della carovana che si apriva con il serraglio di animali esotici. Seguivano i saltimbanchi e i giocolieri, poi le temibili guardie del corpo, i saraceni, in fondo c’erano gli elefanti che trasportavano palanchini con le donne del suo harem, seguivano i cavalli e i muli che trasportavano casse cariche di libri, vettovaglie e tutto il necessario per la corte.

Chiara Curione fa rivivere un’epoca mai dimenticata che ci fa sognare, dove la storia diventa non un semplice svolgersi di avvenimenti, ma la vita stessa di un popolo, della sua evoluzione e delle sue tradizioni.
Il romanzo, che è collocato in un’epoca di cui conserviamo alcune architetture, ci aiuta a studiare le nostre radici e i nostri stili di vita e a compararli con quelli del passato. Un romanzo storico serve appunto a riscoprire la storia in un modo diverso e più vicino a noi.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1554 KB
  • Lunghezza stampa: 254
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (25 novembre 2014)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-223-2

Alberto Zella e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareAlberto Zella e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Il paese dal cuore fumante

Polenta e brasato

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Unire sapori in una sera da gustare

Se qualcuno volesse leggere “Il paese dal cuore fumante” in autunno o in inverno, consiglio di associarlo alla polenta col brasato. La polenta è il piatto autunnale per eccellenza: quando la si versa, ancora calda e languida, sul tagliere di legno, prende una forma rotonda e col suo colore sembra un piccolo sole arrivato a sconfiggere il grigiore della brutta stagione. Essere uniti attorno al piccolo sole crea l’atmosfera che amo particolarmente.

Ingredienti

L’ingrediente principale di questo piatto è la pazienza, perché la preparazione è lunga e laboriosa.
La farina deve essere mista, fioretto e bramata, affinché raggiunga la giusta consistenza. Una farina troppo raffinata non acquisterà il gusto del brasato.
Ingredienti per quattro persone:

  • Almeno mezzo chilo di carne di manzo, dipende da quanto uno mangia. Preferiti i tagli della spalla del bovino: scamone o cappello del prete.
  • Vino rosso: barolo, rossi dell’Oltrepo, vini con buona acidità.
  • Cipolla, rosmarino, carote, sedano, chiodi di garofano, alloro, salvia.
  • Farina.
  • Burro, olio, sale, pepe.

Preparazione

Si inizia la sera prima, facendo marinare la carne (un pezzo unico, non tagliata) nel vino per tutta la notte, insieme alle verdure (la carne deve essere coperta totalmente). Preferibile che la carne sia legata. Il mattino dopo si fa sgocciolare la carne e la si fa rosolare in casseruola con olio e burro, a fuoco lento, da entrambi i lati. Si aggiungono le verdure sgocciolate e alloro, chiodi di garofano, salvia, rosmarino e sale e pepe. Si aggiunge il vino marinato e si fa cuocere a fuoco lento per due ore e mezza o tre, con un coperchio sulla casseruola. Non lasciare asciugare l’intingolo (se asciuga si può aggiungere del brodo). Una volta tolto dal tegame il brasato deve riposare per un quarto d’ora. Togliere le verdure e aggiungere al fondo di cottura un cucchiaio o due di farina. Tritare le verdure e aggiungerle al fondo di cottura. Tagliare la carne e servire il tutto con la polenta. Ringraziare il buon Dio di tanta abbondanza e ricordarsi di chi non ne ha.

Il paese dal cuore fumante

L’innamoramento è sempre un fenomeno positivo o qualche volta può causare dei disastri? E i paesi dove viviamo sono anch’essi creature che nascono, crescono, invecchiano e muoiono? A chi appartengono le enormi impronte che compaiono nottetempo nell’orto della vecchia casa?
Davide è, a sua insaputa, una forza della natura. Il romanzo lo coglie nel momento fondamentale del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. La sua giovinezza esplode incontenibile e lo porterà anche a commettere degli errori in buona fede. Ma vi è anche un altro passaggio fondamentale nel romanzo: quello del paese, Dragorma, che è ormai uscito dall’antica civiltà contadina, ma non è ancora entrato nell’era dei telefonini e dei computer che sorgerà qualche anno più avanti, e che per il paese significherà l’arrivo della vecchiaia.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 2223 KB
  • Lunghezza stampa: 251
  • Editore: EEE-book (26 ottobre 2015)
  • Venduto da: AmazonKobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-273-7

Salvatore G. Buccellato e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareSalvatore G. Buccellato e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Uomini nudi

testo teatrale di Salvatore G. Buccellato

Farfalle, zucca, olive nere al forno e provolone piccante

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È una ricetta per te… come non è vero è per te!

Non avrei mai pensato di consigliare una ricetta per accompagnarla al mio libro UOMINI NUDI, io di solito ascolto musica quando scrivo, meglio se strumentale e -se cantata- assolutamente in inglese così il testo non mi distrae.
Invenzione per invenzione io ho scritto il libro, io mi sono inventato la ricetta e poi l’ho realizzata.
E siccome siamo in stagione di castagne e zucche ho pensato ad un primo piatto (a Modena le chiamiamo MINESTRE) che fosse gustoso, dolce, avvolgente, leggero e quasi VEGANO (basta escludere la provola) e a km zero (BIO no che non ci credo!)
Come nella vita, e nei 7 racconti/monologhi dei personaggi del mio libro, in una ricetta l’importante è trovare un equilibrio, una propria definizione di bontà/vita e quindi ci sta la dolcezza che tutti vorremmo (la zucca), la sapidità del provolone, l’”Io te lo avevo detto!” del timo e la nota straniera e amara delle olive greche cotte al forno.
Nella vita forse è più difficile perché qui -secondo me- l’equilibrio trovato è perfetto.

Ingredienti

Ingredienti x 2:
200 gr di pasta formato farfalle.
250 gr di zucca violina pulita e tagliata a cubi 1 cm.
80 gr di Provolone piccante tagliato a dadini 5mm.
20 olive nere greche cotte al forno denocciolate.
½ bicchiere di vino bianco
2 scalogni tagliati a fettine 3 mm
3-4 rametti di timo
Olio evo, Sale q.b.

Preparazione

In una padella mettete a soffriggere -coperto- lo scalogno fino a che non diventa trasparente. Aggiungete il vino e versate i cubetti di zucca. Aggiungete il timo, aggiustate di sale -scarseggiando poiché dopo metteremo del provolone- coprite e a fuoco basso fate andare per circa 15-20 min. stando attenti che non si asciughi troppo (se è così aggiungete un po’ di acqua).
A cottura quasi ultimata (la zucca deve essere morbida) unite le olive greche cotte al forno (si trovano in barattolo) dopo averle denocciolate e divise a metà. Evitate di cuocerle troppo perché potrebbero diventare amare. A fuoco spento aggiungete il provolone piccante, girate, e regolate di sale.
Cotte le farfalle gettatele in padella nel condimento appena preparato e fatele saltare per un minuto, poi servite.

Uomini nudi

La trama, il racconto di un testo teatrale, può parlare di tutto. Può farvi ridere con pochade, può farvi sognare con canzoni e balletti, può narrarvi storie antiche ma sempre attuali.
Tutte queste forme possono essere valide e degne e questo succede normalmente anche con il Cinema, coi libri.
Io credo che un testo teatrale oggi debba, per essere buono, portarmi lontano dal mio mondo dalle mie sicurezze da quello che conosco e farmi entrare in una storia che sia un regalo per la mia vita perché mi informa, mi fa riflettere, mi fa pensare.
Il testo di UOMINI NUDI è composto da 7 monologhi che narrano della condizione omosessuale. Ne parla un artista che si sente giudicato, un uomo cui sta morendo il compagno. una donna sposata che capito che il padre di suo figlio è gay e ha scelto di far finta di niente…
Quello che questo testo non contempla è il parlarsi addosso, l’essere auto referenziale. UOMINI NUDI vuole raccontare a chi omosessuale non è di un mondo che ci vive di fianco e che consapevolmente o meno ignoriamo o facciamo finta di non notare se non per fare frecciatine, battutine, sottili distinguo per evidenziare la distanza tra NOI e LORO.
Quando pensate ad un gay d’ora in avanti pensate e gente che vi vive intorno che NON AVENDO SCELTO niente si trova ad affrontare una vita contromano. Che deve nascondere i propri sentimenti e cosa più terribile si trova a doversi giustificare a pensare di essere colpevole.
L’OMOFOBIA esiste, siamo tutti razzisti perché ci piace poter supporre di essere superiore agli altri. Questo testo invece ci dice che basterebbe usare la PIETAS, cioè cercare di comprendere gli altri per potere stare meglio tutti.
Comprendere non ACCETTARE!

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 797 KB
  • Lunghezza stampa: 44
  • Editore: EEE-book (11 ottobre 2016)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-327-7

Margherita Terrosi e Il suo Libro da Gustare – Gelatina

libri-da-gustareMargherita Terrosi e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Gelatina

Rum e cioccolato

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Una sbronza DOC

Con i vostri amici avete deciso di trascorrere insieme una serata alcolica. Obiettivo: rimediare una sonora sbronza, ma pur sempre una sbronza di classe. Pertanto avete rinunciato in partenza alla birra (ne servirebbe una cisterna e vi farebbe ruttare per una settimana) e avete optato per l’elegantissimo abbinamento rum e cioccolata. Intenzionati a stupire i vostri amici, e volendo evitare di fare la figura del pidocchioso, avete acquistato una o più bottiglie di Rum Opthimus della Repubblica Dominicana e del cioccolato di Modica IGP, aromatizzato allo zenzero, al peperoncino, alla cannella e all’arancia. Siccome sia questo rum che il cioccolato costano una tombola, limitate l’invito a due e tre amici al massimo.

Ingredienti

Per una sbornia radical chic e un tasso glicemico da capogiro, sono necessari i seguenti ingredienti:

  • Una o più bottiglie di Rum. La quantità varia in base alle vostre capacità di reggere l’alcool.
  • Cioccolato di Modica in abbondante quantità e varietà di gusti. Quello che avanza lo consumate alla vostra prossima crisi per carenza d’affetto.
  • Una confezione di Maalox, per sopperire ai conseguenti reflussi gastrici.
  • Una confezione di Moment, per stroncare il mal di testa che vi si pianterà in mezzo alla fronte come la roncola sulla testa di San Pietro da Verona.

 

Preparazione

Bevete il rum e gustate la cioccolata fino al raggiungimento del vostro massimo picco di euforia. Poi preparatevi a superare, nel miglior modo possibile, gli effetti di questo stravizio. Un consiglio: organizzate la serata alcolica in un giorno prefestivo, in modo da avere a disposizione 24 ore di tempo per fermare la centrifuga che si agita nel vostro stomaco e rimuovere la roncola dalla testa.

 

Gelatina

Gelatina narra la storia d’amore clandestina tra Anna e Giorgio. Si amano Anna e Giorgio; si amano tanto. E questo sentimento ha, su di loro, lo stesso effetto che comporta la fase iniziale di una sbronza: euforia e felicità. La vita appare loro piena e completa, degna di essere vissuta a fondo in ogni istante. Ma, come in ogni sbornia che si rispetti, dopo la fase di eccitamento ed estasi, segue la fase depressiva, in cui entrambi realizzano che la realtà non è così bella come sembra e che gli ostacoli da superare sono molti.

Il finale del romanzo è facilmente intuibile: Giorgio è fatto di gelatina e, in quanto tale, non ha le caratteristiche di resilienza che sarebbero necessarie per dare una svolta alla sua vita. E, proprio come avviene nella fase di smaltimento di una sbronza, i due protagonisti si ritroveranno a soffrire per gli immancabili, e invitabili, bruciori di stomaco e i mal di testa lancinanti. In fondo, nella vita, tutte le cose belle richiedono un prezzo da pagare…

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1393 KB
  • Lunghezza stampa: 218
  • Editore: EEE-book (7 novembre 2016)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-334-5

Elena Grilli e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareElena Grilli e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Come il mare ad occhi chiusi

Piatto arcutinato

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Niente regole!

Se proprio sono messa nella condizione di dover scrivere una ricetta, subito penso di essere già perdente. Già, perché la cucina non si può annoverare né tra le mie passioni né tra le mie abilità. Diciamo l’abilità sufficiente a non finire in pronto soccorso per intossicazione, ecco.
Il primo pensiero va a mamma Vally. Lei è bravissima. Non c’è competizione.
Il secondo pensiero è: adesso li frego tutti, mi faccio dare una ricetta da mamma, la spaccio per mia e il gioco è fatto.
La rimuginazione successiva, più onesta e autentica, mi riporta a contatto con me stessa e a un verbo del nostro dialetto marchigiano, di un entroterra che sta gomito a gomito con l’Umbria: “arcutinà”. Significa raccogliere, raccattare. Anche mettere ordine, volendo.
Ecco, io sono brava ad “arcutinà”. Quando scrivo sicuramente. Quando cucino pure.
Apro il frigorifero, afferro quanto rimasto sui miseri ripiani, do priorità a quello che è in scadenza, appoggio il tutto davanti a me e mi pongo in concentrata riflessione. E mi domando: come vanno insieme queste cose? Il risultato non è scontato, è ogni volta diverso.
Arcutinà è un gesto profondo, non solo di ordine fisico, ma anche di intima creatività. C’è qualcosa di esistenziale nell’atteggiamento dell’arcutinà. È un mettere insieme in modo inedito. È una base ordinaria e mediocre, che inaspettatamente acquisisce un significato esclusivo. È un matrimonio di convenienza dove gli sposi imparano ad amarsi dopo un po’.
Ma soprattutto, arcutinà è capriccioso, intollerante delle regole e delle ricette. Fa sberleffi ai migliori chef, non si piega all’autorità. Anarchico e gioioso, è un paradosso. Il suo significato è quello di mettere ordine e poi, ribelle, si sottrae a ogni disciplina. Crea ogni volta un assetto imprevedibile, ecco.
E non potrei trovare metafora culinaria migliore per il mio libro, “Come il mare ad occhi chiusi”. Perché è così che è nato, arcutinando. È un giallo, per definizione un genere che pretende ordine e logico rigore. Se un pezzo non va al posto giusto nel complesso puzzle, è la fine. Mentre scrivo le idee vengono, le intuizioni saltano fuori e sono buone, ma capita che non vadano bene insieme, è un caos. Bisogna avere fiducia e sangue freddo. L’indole sovversiva dell’arcutinà verrà fuori, butterà in aria per ricomporre il tutto come le aggrada in quel momento. Alla fine un quadro si comporrà, come una pietanza. E sarà buono.
E poi ti chiederanno: “Che c’è per cena?” Solo un secondo di smarrimento, prima si allargare un gran sorriso ed esclamare: “Sorpresa!”

Ingredienti

Diversi ingredienti qualunque, purché commestibili.

Preparazione

Mah…

Come il mare ad occhi chiusi

Un omicidio strano, quello di un barista ritrovato con un foro di proiettile in fronte e misteriosi segni su una mano. Un delitto che risveglia la sonnolenta città di Ancona, desta antiche paure, scuote fino a far emergere segreti che erano sepolti dietro rassicuranti apparenze. Una coraggiosa ragazza usa il suo acume per destreggiarsi in una trama intricata che evolve con ritmo frenetico, sfiorando pericoli e doppi giochi mortali. Uscirne viva è una sfida che non è scontato vincere.

Come il mare ad occhi chiusi è un giallo mozzafiato, dove nemmeno la soluzione finale è in grado di offrire il conforto di una certezza. La verità è molteplice, ha più facce e quando il caso sembra risolto, tutto si capovolge di nuovo, per far affiorare segreti ancora più reconditi ed inquietanti.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1219 KB
  • Lunghezza stampa: 233
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (3 febbraio 2016)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-292-8

Grazia Maria Francese e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareGrazia Maria Francese e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

L’uomo dei corvi

Bollito misto alla piemontese

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Il gusto della rottura

La ricetta tradizionale che prevede sette tipi di carne, sette frattaglie e sette salse, si può trovare ormai solo in qualche ristorante specializzato. Si preparava in casa quando esistevano ancora famiglie numerose, e in grado di permettersi un piatto ‘da signori’ che era comunque riservato alle grandi occasioni.La mia è una ricetta da single che ha ospiti, decisamente eretica rispetto alla tradizione. Spero che divulgarla non mi esponga alla persecuzione della Confraternita del Bollito (esiste veramente! Se non ci credete, cliccate QUI).

Una premessa: non mangio carne quasi mai, ma quelle poche volte dev’essere di prima qualità. Per preparare questo piatto occorre un macellaio di fiducia, non un supermercato.

Ingredienti

Acquisto due tagli di manzo, uno destinato alla cottura lunga, biancostato oppure pancia, e l’altro a quella più breve: il “cappello del prete” va benissimo (anche se voi non sapete cos’è, il macellaio lo sa). La quantità? 200 grammi per ospite di ciascun tipo di carne ma, come minimo, ogni taglio dev’essere di un chilo. Se gli ospiti sono di meno, ci sono infiniti modi di riciclare gli avanzi.

Preparazione

In una grande pentola metto 5-6 litri di acqua minerale naturale, verdure miste (cipolla, carota, sedano), una patata o due, una striscia di alga kombu (si trova nei negozi di prodotti naturali), sale marino grosso, pepe in grani e il taglio da cuocere a lungo, che va messo quando l’acqua è ancora fredda. Lascio bollire per almeno tre ore, finché la carne è pressoché disfatta. Per evitare sprechi (e per ottenere una cottura ideale) una volta preso il primo bollore, si può proseguire la cottura sulla stufa a legna.

Nel frattempo preparo le salse. Quella di prezzemolo (il famoso bagnét) a casa mia c’è sempre: la preparo quando nell’orto c’è prezzemolo in avanzo, poi la congelo, per cui basta ricordarmi di toglierla dal freezer. Se si dovesse prepararla sul momento: 50 grammi di prezzemolo, due acciughe, due spicchi d’aglio, sale, un po’ di mollica di pane bagnata nell’aceto. Frullare il tutto in un robot da cucina, alla fine aggiungere un po’ d’olio. Fine. Ma è più buona preparata in anticipo. Ottima anche per fare crostini.

Salsa di daikon. Il daikon è una radice giapponese di colore bianco o rosato. Se non riuscite a procurarvelo, va bene anche una rapa. Grattugiare a crudo, ne basta una tazza piccola. Aggiungere un po’ di salsa di soia e un goccio d’aceto di vino. Servire fredda.

Salsa numero tre: variante di quella che tradizionalmente si chiama avèja. La faccio all’ultimo momento, ripescando la patata dal bollito “lungo” e schiacciandola con aggiunta di un po’ di brodo, un cucchiaio di miele, un cucchiaino di senape e alcune noci tritate. Servire tiepida.

Nel frattempo ho preparato il bollito “breve”. Qui la carne, cappello del prete o altro taglio tradizionalmente riservato all’arrosto, si butta quando è già bollente l’acqua (2-3 litri) dove ho messo un mazzetto di aromi: alloro, salvia, rosmarino, una cipolla steccata con chiodi di garofano, sale e pepe. Cuocere finché è morbida, non disfatta. A seconda del taglio ci vorranno 40-60 minuti.

Servire i due tipi di carne su un tagliere provvisto di sgocciolatoio, accompagnati dalle salse e da una tazzina ciascuno dei due tipi di brodo. In quello del bollito “lungo”, che sarà molto grasso, mettere un goccio di cognac. Con il brodo avanzato, e opportunamente porzionato in freezer, la single può sopravvivere a lungo.

L’uomo dei corvi

Non fatevi ingannare dalla cover! Titolo e immagine fanno pensare a un fantasy, mentre si tratta di un romanzo storico scaturito dallo studio dell’alto medioevo italiano. La vicenda ha venature di quello che per noi può essere fantastico, mentre a quell’epoca era considerato del tutto normale.

I Franchi di Carlo Magno hanno conquistato il regno longobardo. Nel 774 l’ultimo duca del popolo sconfitto, Rothgaudo del Friuli, tenta la ribellione che si trasforma in una disfatta. Molti guerrieri sono catturati e ridotti a una condizione di prigionia e lavori forzati. Tra questi si trova anche Arechi, fratello del famoso Paolo Diacono il quale dopo una decina d’anni riesce a ottenerne la liberazione.

Adelwin, figlio di Arechi, può finalmente rivedere il padre. È attraverso gli occhi di questo ragazzo, destinato da zio Paolo alla vita monastica, che il lettore assiste alla nascita della più celebre cronaca medioevale: la HistoriaLangobardorum.

Carlo Magno ha incaricato Paolo di mettere per iscritto la storia e le leggende del popolo da lui assoggettato. Il monacovuole farlo, ma è vincolato alla propria visione del mondo e alla condizione di cortigiano del nascente impero carolingio.  Qui interviene Hrefna, l’Uomo dei Corvi: un kennaman, ossia un conoscitore di saghe e tradizioni tramandate oralmente. La sua narrazione ci trasporta indietro nel tempo, all’epoca dell’invasione avara del Friuli avvenuta un paio di secoli prima e ancora più in là, ai tempi della Grande Migrazione.

Adelwin non potrà che ritrovare se stesso nella rievocazione della storia della sua gente, e sfuggirà al destino che lo zio Paolo aveva tracciato per lui proprio per intervento di Hrefna, nonché di un lupo. L’incontro con l’Uomo dei Corvi lascerà però anche in Paolo Diacono una traccia che finirà per trasparire nelle pagine della sua opera.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1451 KB
  • Lunghezza stampa: 194
  • Editore: EEE-book (26 ottobre 2015)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-268-3

Margherita Terrosi e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareMargherita Terrosi e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Frittate e Grattacieli

Noce

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Il gusto della rottura

Hai presente quando, arrivato a fine pasto, hai ancora voglia di mangiare qualcosa che metta definitivamente il “punto” a quel pranzo o a quella cena ma, nella tua mente, non hai ancora chiaro cosa sia quel qualcosa? Ti dai un’occhiata in giro e, nel cesto della frutta, scorgi l’ultima noce rimasta. Evviva! Due volte Evviva! Perché mangiare una noce non significa soltanto gustare un tipo di frutto salutare e ricco di magnesio, ma significa anche regalare del tempo a te stesso: per poterla gustare. Devi, prima, dedicarti alla rottura del guscio e poi alla separazione dei frantumi di quest’ultimo dal frutto vero e proprio. È un rito quello che precede il consumo di una noce; un rito che ha bisogno dei suoi tempi e degli strumenti adatti.

Ingredienti

La parola “noce” viene intesa comunemente per indicare la parte commestibile del frutto dell’albero del noce (Juglans regia). Scientificamente, questa è il seme contenuto in una drupa, insieme con il suo endocarpo legnoso.
Ingredienti:
Una noce
Uno schiaccianoci

Preparazione

Inserire la noce fra le fauci dello schiaccianoci. Esercitando una pressione decisa ma controllata, rompete il guscio della noce, cercando di non disintegrarne il frutto contenuto all’interno.

Nel caso in cui lo schiaccianoci fosse mal funzionante, è possibile utilizzare metodi meno ortodossi (lancio della noce contro il pavimento, utilizzo di un martello e simili).

Frittate e Grattacieli

Frittate e Grattacieli è un romanzo epistolare a un’unica voce, in cui la protagonista, raccontandosi al suo compagno lontano, prende coscienza di se stessa, imparando a perdonarsi. La presa di coscienza e il perdono le consentono di vedere la sua vita e il suo rapporto di coppia con una nuova ottica e una nuova consapevolezza. Saranno dunque le mail e il tempo che lei regala a se stessa per scriverle, che consentiranno a Mina di maturare la decisione della rottura; una rottura che le consentirà, finalmente di iniziare a gustare la vita. E proprio come per gustare una noce servono uno schiaccianoci e del tempo a disposizione, così per maturare la fine di un legame servono riflessione e tempo.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato Ebook
  • Dimensioni file: 1191 KB
  • Lunghezza stampa: 160
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (5 gennaio 2016)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-291-1