Forse dovremmo proprio uccidere Cenerentola

Forse dovremmo proprio uccidere Cenerentola

Una storia antica, quella di Cenerentola, originaria, pare, dell’antico Egitto o della Cina, che si raccontava assai prima che la scrivessero Perrault o i fratelli Grimm.
Ma bisognerebbe davvero smetterla di raccontarla alle bambine. Rousseau diceva che le fiabe e le favole sono diseducative, perché non insegnano la verità.
Allora, storie come quella di Cenerentola che sposa il principe azzurro non andrebbero più raccontate alle bambine, o almeno non dovrebbero chiudersi sul lieto fine del “felici e contenti”, ma raccontare il “poi”, le croste polverose che si depositano sul prosieguo della vita coniugale.
Qual è il vero destino di una donna? Cedere tutta se stessa a un uomo, e l’unico traguardo a cui può aspirare è che un uomo l’ami fino alla fine dei suoi giorni. Ma è un desiderio impossibile.
Certo, alcune riescono ad essere donne prima che femmine, amanti prima che innamorate, individui prima che coppia. Ma sono una sparuta minoranza. Per le altre restano i sogni, il desiderio di fuga o – più difficile, ma più onesto – il disincanto.
Il romanzo di Miria Spada, Uccidi Cenerentola, che pubblichiamo questa settimana è centrato sull’erotismo, ma costituisce, in realtà, la sua eclatante negazione, per farsi invece analisi impietosa e profonda della condizione femminile delle quarantenni di ieri e di molte di oggi. Delle quarantenni di domani?
Vi segnalo che nel nostro blog troverete questo ebook nella sezione “free”, in versione parziale gratuita, insieme a molti altri titoli. Sono disponibili in formato epub e mobi e c’è anche un articolo chiarificatore, per chi avesse problemi a scaricarli sullo smartphone.
E, se volete sorridere con Achille Campanile, vi segnalo il consueto video settimanale.

Buon fine settimana e buona lettura a tutti.
Piera Rossotti Pogliano
Direttore Editoriale di Edizioni Esordienti E-book

Piera Rossotti Pogliano e La sua Postazione

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Piera Rossotti Pogliano e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

L’editora e una delle sue postazioni di lavoro

No, le mie postazioni di lavoro a tavolino non posso mostrarvele: mi togliereste il saluto! Vi si ammonticchiano libri, vi si aggrovigliano i cavi di stampanti, pc ecc., ci sono sparsi qua e là occhiali, pennarelli, tazzine del caffè da lavare, due cellulari, un vecchio “ascoltino” mp3 per la musica che mi ostino ad usare…

Quella che vi voglio mostrare è la postazione “lettura manoscritti inediti”, inaugurata di recente, e che mi piace moltissimo: quell’aggeggio bianco che vedete non è un trapano da dentista (!), ma un sostegno per il Kindle.

Non sapevo che esistessero delle cose del genere, me l’ha insegnato Irma al Salone, l’ho cercato in rete… et voilà! Così la sera, quando vado a letto, posso leggere i manoscritti senza paura di addormentarmi e lasciar cadere il reader; se il manoscritto mi piace, vado avanti finché l’attenzione mi sostiene, mentre, se la lettura è soporifera, dormo tranquilla il sonno dell’editora che, un giorno di più, ha cercato di fare bene il suo mestiere, o perlomeno ci ha provato… e il reader va silenziosamente in stand-by. Buona notte!

 

Il diario intimo di Filippina de Sales – versione free

Il diario intimo di Filippina de Sales - versione free

Eroina di un secolo di storia tormentata, Filippina de Sales, futura marchesa di Cavour, illustra con la penna del cuore i suoi sentimenti di Savoiarda combattiva, madre, nonna, alle prese con il suo destino.

Dietro le parole intime del suo diario, traspare tutta la grande storia del XVIII e XIX secolo: dalla Rivoluzione francese al periodo del Consolato e dell’Impero napoleonico, quando il Piemonte è diventato parte integrante della Francia, alla Restaurazione, fino all’inizio delle guerre per l’Indipendenza.

La discendente di san Francesco di Sales, presto nella bufera degli intrighi napoleonici, e poi negli anni bui della Restaurazione, dedica la sua vita alla famiglia Cavour, di cui diviene il capo morale indiscusso.

Il romanzo completo è su tutti i webstore.
Ecco alcuni link diretti: Amazon, Kobo, StreetLib… ma lo trovate ovunque. Il cartaceo, senza spese di spedizione, si trova sul sito dell’Editore.

Buona lettura!

Il diario intimo di Filippina de Sales – versione free epub
Il diario intimo di Filippina de Sales – versione free mobi

Come leggere gli ebook

Se non avete un software apposito che decodifica il formato dell’ebook in vostro possesso, non riuscirete mai ad aprirlo e leggerlo.

Quindi basta fornirsi di un lettore apposito, una applicazione o un software e tutto si risolve.

Scrivere mi piace: INTERVISTA alla Casa Editrice EEE Ed.Esordienti Ebook

Scrivere mi piace: INTERVISTA alla Casa Editrice EEE Ed.Esordienti Ebook

Dal Blog Scrivere mi piace, un’intervista a Piera Rossotti Pogliano, Direttore Editoriale di EEE

Eccomi tornata con le interviste alle Case Editrici.

Quando sono stata al Salone Internazionale del libro di Torino, ho collezionato molti contatti degli Editori che hanno attirato la mia attenzione, quindi in questi giorni vi presenterò alcuni di loro, che hanno gentilmente risposto alle mie domande.

Oggi ho il piacere di presentarvi EEE Edizioni Esordienti Ebook

1. QUANDO E COME E’ NATA LA CASA EDITRICE, E QUAL ERA LA VOSTRA IDEA DI PARTENZA? PERCHE’ HA QUESTO NOME?

La CE è nata nel settembre 2011; l’idea di partenza era quella di pubblicare autori esordienti, e per “esordienti” intendiamo autori “non ancora famosi, ma meritevoli di diventarlo”, e di farlo puntando soprattutto sull’e-book, una scelta che allora è stata quasi una scommessa, ma che si è rivelata vincente, anche se molti titoli li pubblichiamo anche in formato cartaceo.

2. COME SI STRUTTURA LA PRODUZIONE EDITORIALE?

Pubblichiamo e-book e cartacei, precisamente romanzi (mainstream e romanzi di tutti i generi, dalla collana “L’amore ai tempi del web” che parla d’amore nel mondo contemporaneo, a “Adrenalina”, per i romanzi thriller e horror, “Grande e piccola storia” per gli storici, “Luci rosse” per il genere erotico… ecc. ), poesia, collana “Poësis” , teatro, collana “Fuoridallequinte”. Abbiamo anche qualche titolo che documenta esperienze specifiche e che riteniamo interessanti, in una collana che si chiama “Esperienze e testimonianze”.

3. QUAL E’ IL FILO COMUNE CHE LEGA LE VS. PUBBLICAZIONI?

La qualità dei testi, che sono selezionati. Secondo noi, il valore aggiunto di una pubblicazione attraverso una CE, oggi che in realtà è facilissimo pubblicare in self, è proprio la selezione. Mettiamo il marchio solo su quello che ci piace e che, a nostro giudizio, vale la pena di promuovere e il criterio che ci guida è il rispetto per il lettore.

4. QUANTI TITOLI PUBBLICATE L’ANNO?

Una settantina di pubblicazioni all’anno, tenendo conto che i due terzi sono sia e-book, sia cartaceo, gli altri solo e-book… diciamo una media di 50 nuovi titoli.

5. COME SCEGLIETE GLI AUTORI E/O GLI ILLUSTRATORI DA PUBBLICARE?

Gli autori ci mandano i loro manoscritti, li leggiamo e, se ci piacciono e sono in linea con il nostro catalogo, pubblichiamo. Semplice semplice.

6. QUALI SONO I TITOLI CHE HANNO RICEVUTO UNA MIGLIORE ACCOGLIENZA DA PARTE DEL PUBBLICO IN TERMINI DI VENDITA?

Il nostro primo best-seller (quindicimila copie in e-book) è stato Io dormo da sola, di Salvatore Paci e Emanuela Baldo, poi ripubblicato da Newton&Compton sotto lo pseudonimo autoriale di Asia Stella; tra i nostri autori, il best-seller è Alessandro Cirillo, che scrive thriller d’azione, abbiamo appena pubblicato il suo sesto romanzo, poi ci sono Giancarlo Ibba, Andrea Ravel, Mario Nejrotti, Sabrina Grementieri (che oggi pubblica con Rizzoli e Sperling&Kupfer, ma di cui abbiamo ancora due titoli in catalogo) e Emanuele Gagliardi. Quindi, vendono soprattutto thriller, giallo e rosa, i romanzi di genere, insomma.

7. QUANTO SONO DIFFUSI E CONOSCIUTI I VOSTRI LIBRI IN ITALIA? SIETE SODDISFATTI DELLA DISTRIBUZIONE E DELLA VISIBILITA’ A VOI RISERVATA IN LIBRERIE, BIBLIOTECHE, ECC.?

Nel mare magnum dell’editoria medio-piccola è dura emergere, e la nostra CE è giovane, anche se la sottoscritta non lo è più… Cerchiamo di farci conoscere per la serietà dell’impegno e la validità delle opere che proponiamo. Dire che siamo soddisfatti della visibilità non sarebbe veritiero, ma continuiamo a lavorarci e soprattutto, essendo una CE a vocazione in prima battuta digitale, cerchiamo di essere molto presenti nel web e con una presenza di qualità, sia attraverso il bloghttp://edizioniesordientiebook.altervista.org/, sia attraverso il canale Youtube, anche con lezioni di scrittura e lettura creativa:https://www.youtube.com/channel/UCbrNKDSs9eEtNQnFYKATozA
Intanto, sponsorizziamo il premio di poesia Parasio – Città di Imperia, il premio “Un bagaglio di Idee” della Fed.It.Art e siamo alla quinta edizione di un concorso tutto nostro, gratuito, questa volta dedicato al giallo-thriller-noir, che premia davvero chi merita. E poi, moltissimi dei nostri autori vincono premi, anche significativi, a livello nazionale, e questa è una bella pubblicità (sono segnalati nel blog).

8. QUAL E’ L’ASPETTO PIU’ COMPLICATO DEL VOSTRO MESTIERE?

Nell’editoria non c’è nulla di complicato, è soltanto un grande impegno, ma è anche molto interessante, è un lavoro bellissimo.

9. QUALI PROGETTI E AMBIZIONI COLTIVATE PER IL FUTURO?

Il progetto e il sogno è quello di diventare un vero punto di riferimento per gli autori non ancora conosciuti ma che hanno delle qualità e di farli conoscere. Nello stesso tempo, vogliamo continuare a considerarli amici e non soltanto numeri, come accade per la maggior parte degli autori che pubblicano con grandi CE.

E’ stato veramente bellissimo conoscere una realtà come questa, con tutti i pro e i contro, le gioie e i dolori… Cosa aspettate?
Visitate il loro SITO e leggete i loro romanzi.
E se siete autori esordienti, perché non proporvi?

Sorgente: Scrivere mi piace: INTERVISTA alla Casa Editrice EEE Ed.Esordienti Ebook

Tecniche per spy story

Tecniche per spy story… poi si può aggiungere il talento!

Cari Lettori e Autori,
eccoci di nuovo all’appuntamento settimanale con i video, per chi ha la pazienza e la voglia di seguirli, e con qualche notizia editoriale.
Questa settimana parliamo di spy story e, come sempre, di lettura e scrittura consapevoli: è il sessantesimo video della serie! Ma si impara a leggere e a scrivere soltanto facendolo, o almeno si imparano le tecniche, il talento è un qualcosa di più che, se c’è, può fare molto. Ma, senza la tecnica, il talento non basta.
Nel video parliamo di una spy story molto famosa, Il Codice Rebecca di Ken Follett, ma vorrei segnalarvi tre nostri ebook in promozione, la cui lettura, vi assicuro, sarà molto godibile, anche se i nomi degli autori sono meno conosciuti (per ora):

Emanuele Gagliardi, Nero pesto (Offerta Lampo Kindle e promo su tutti gli store soltanto il 21 gennaio). Roma, 1979. Sono gli anni in cui eversione nera e terrorismo rosso insanguinano la Capitale aggiungendosi agli attacchi diretti allo Stato culminati nel rapimento e uccisione di Aldo Moro. Omicidi, sequestri, rapine, violenze hanno spesso connotazione ideologica e così, quando un portinaio di 60 anni iscritto al MSI, Alfredo Mancini, viene trovato morto, orrendamente mutilato, il commissario capo della Squadra Mobile Umberto Soccodato si indirizza senza esitare sulla pista politica, benché le caratteristiche del delitto lascino ipotizzare un movente passionale forse omosessuale. Qualche giorno dopo, nello stesso stabile, avviene un secondo omicidio. A parte il teatro dei delitti e le simpatie destrorse delle vittime, non parrebbe esserci un comune denominatore tra i due casi. Ma è davvero così? Soccodato e i suoi collaboratori si muovono non senza grossi rischi e affanni nel sottobosco del terrorismo neofascista che per le sue aderenze con gli ambienti istituzionali e con la grande criminalità capitolina si rivela un nemico quanto e forse più insidioso delle temibili e meglio organizzate formazioni eversive di sinistra.

Alessandro Cirillo e Giancarlo Ibba, Angelus di sangue: (promozione fino alla fine del mese su tutti gli store) Il Palazzo Apostolico in Vaticano è certamente uno dei luoghi più monitorati al mondo, ma è davvero impenetrabile ad un attacco terroristico? Dalle penne di Alessandro Cirillo e di Giancarlo Ibba è nato un romanzo d’azione dai ritmi serrati e convulsi, denso di colpi di scena, in cui si misurano due grandi protagonisti: il terrorista afgano Fawaz, intelligente e crudele, ma con fortissime motivazioni all’azione e all’odio, e Bruno Majo, un diacono che sta per essere ordinato sacerdote, ma che ha un passato da militare addestrato e un terribile segreto da custodire.


Alessandro Cirillo, Schiavi della vendetta
(promozione fino alla fine del mese su tutti gli store): Durante un’operazione militare in Somalia, il sergente Loiacono stupra una giovane donna con la complicità di alcuni commilitoni, mentre Samuel Pagano, uno dei soldati al comando di Loiacono, pur volendolo, non trova coraggio sufficiente per contrastare il gesto scellerato del suo superiore e dei suoi compagni.
Vent’anni più tardi, le vite dei protagonisti di quel turpe episodio hanno preso strade diverse: Pagano, ad esempio, si è laureato ed è diventato un importante uomo d’affari e un buon padre di famiglia; Loiacono, sempre scapolo alla ricerca di dubbie avventure con donne conosciute occasionalmente o prostitute, ha fatto carriera in politica ed è addirittura indicato come futuro presidente del Consiglio. Eppure, qualcuno non ha dimenticato, vorrà pareggiare i conti e lavare col sangue l’oltraggio subito nel passato dalla giovane somala e tenterà di farlo mettendo in campo tutta la sua rabbiosa determinazione e il suo odio cresciuto nel tempo.
Schiavi della vendetta è un romanzo denso d’azione, dal ritmo incalzante, pagina dopo pagina.

Questi libri sono anche in formato cartaceo e, se li ordinate dal sito EEE, senza spese di spedizione.

Buona lettura!

Piera Rossotti Pogliano

Piera Rossotti Pogliano e Il Gioco di Libri

Piera Rossotti Pogliano e Il Gioco di Libri

Talvolta è capitato di passare qualche ora in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un personaggio, un piatto tipico e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour

Sinossi

 il diario intimo di Filippina Il punto di partenza di Diario Intimo è stato la ricerca storica, ed in particolare la ricerca della risposta alla domanda: si può parlare di un Piemonte giacobino e napoleonico? In fondo, si tratta di un periodo talmente breve, soltanto un quindicennio, che forse è esagerato considerare tanto importante.
A mano a mano che approfondivo l’argomento, che mi perdevo tra ricerche d’archivio e contributi di studiosi di grande rilievo, mi rendevo conto che non sarei mai riuscita a trovare una risposta assoluta. L’unica possibilità era dare una risposta “parziale”, cioè guardare quel periodo attraverso gli occhi di un personaggio che me lo potesse far comprendere meglio.
Leggendo l’opera fondamentale che Rosario Romeo ha scritto su Cavour, e poi la corrispondenza degli anni giovanili dello statista, ho trovato a più riprese allusioni alla nonna paterna, Filippina de Sales, una Savoiarda venuta sposa giovanissima a Torino, nel 1781, deceduta nel 1849. Di quanta grande Storia è stata testimone questa donna, da un osservatorio privilegiato come quello che le poteva offrire una famiglia così in vista!
Dalla Rivoluzione francese, al periodo del Consolato e dell’Impero napoleonico, quando il Piemonte è diventato parte integrante della Francia, alla Restaurazione, fino all’inizio delle guerre per l’Indipendenza.
Allora, ho provato a guardare attraverso i suoi occhi.
Ma non c’era soltanto la grande Storia, c’erano anche tutte le minuzie della quotidianità. Così, mi sono inventata il suo Diario, per raccontare.
In fondo, troverete una bibliografia, ma questo è un ROMANZO, scusate se lo “scrivo a voce alta” utilizzando il carattere maiuscolo. È documentato con attenzione, ma NON è un documento storico.
Marguerite Yourcenar ha scritto, nei suoi Carnets allegati ai Mémoires d’Hadrien: “ In un modo o nell’altro, ricostruiamo sempre il passato a modo nostro. È già molto utilizzare solo pietre autentiche”.
Questo ho tentato di fare, ma posso anche dire, imitando Flaubert, che, almeno un pochino, “Philippine, c’est moi”. Non so se lei sarebbe d’accordo, io sono una proletaria miscredente, lei era una dama di antica nobiltà, pronipote di San Francesco di Sales. Ma ho cercato di entrare nella sua mente e nel suo cuore.
Se ci sono riuscita, potrà dirlo il lettore.

Se “Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour ” fosse

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Una città: Torino

Sicuramente Torino, una Torino parruccona di fine Settecento, ancora chiusa dalle mura, dove Filippina arriva diciannovenne, sposa di Filippo di Cavour, che ha il doppio dei suoi anni. Abituata ai paesaggi aperti e all’aria pura della Savoia, la prima cosa che la colpisce è la puzza della città, degli escrementi dei cavalli, dei rigagnoli al centro delle strade per lo scolo di liquami ed immondizie. Filippina apprezza però anche le prospettive della città, le vie larghe e dritte, i bei palazzi, tra cui Palazzo Madama, che unisce una maestosa parte medievale a una parte settecentesca, dovuta all’architetto Juvarra (la foto di Torino è appunto scattata dal fastigio di Palazzo Madama: a sinistra, la cupola di S. Lorenzo del Guarini, al centro la torre campanaria del Duomo, un pezzo di Palazzo Reale e la cupola della Sindone, sempre del Guarini).

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Un piatto: Biscottini alle nocciole

I biscottini alle nocciole, molto apprezzati dagli ospiti di Filippina. Ecco la ricetta originale:

Pelare le nocciole appena tostate e ben pestare in un mortajo con un pugillo di zuccaro, affinché non facciano olio; sbatterle per lo spazio di un quarto d’ora con un’oncia di farina, tre rossi d’uova e quattr’once di zuccaro fino, aggiugnendovi poi quattro bianchi d’uova sbattuti; mettete la pasta nelle forme di carta fatte in forma di cassa, della larghezza e altezza di due dita, unte al di dentro con butirro, coprendo poscia i biscottini con zuccaro e facendoli cuocere lentamente nel forno; quando saranno ben coloriti, levateli dalla carta che siano ancor caldi. (Anonimo, Il cuoco piemontese, Milano, Silvestri, 1832).

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Un personaggio: Camillo di Cavour

Il giovane Camillo di Cavour, che amava moltissimo la nonna Filippina. Quando, nel 1848 viene proclamato lo Statuto albertino, Camillo, appena entrato in politica, è molto contento, mentre la nobiltà torinese è assai preoccupata. Filippina, invece, è serena. “Ci intendiamo a meraviglia, voi ed, io, cara nonna” le dice il nipote, fregandosi le mani. “Ci intendiamo perché anche voi siete sempre stata un po’ giacobina!” Giacobina una gran dama come Filippina di Cavour! Solo il giovane Camillo poteva dirle impunemente una cosa simile

Una canzone: Cavatina dal Barbiere di Siviglia di Paisiello

Piuttosto una musica, magari la bella Cavatina dal Barbiere di Siviglia di Paisiello (1782). Paisiello era molto amato nella Torino settecentesca.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook – cartaceo
  • Dimensioni file: 443 KB
  • Lunghezza stampa: 280
  • Editore: EEE-book (7 aprile 2012)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-025-2
  • Formato: Formato Cartaceo
  • ISBN: 978-88-6690-040-5
  • Numero pagine:245

POS: una realtà ancora lontana

Il POS è una realtà ancora lontana per i piccoli editori

di Piera Rossotti Pogliano, Direttore editoriale EEE

McNally Espresso Machine

McNally Espresso Machine

Chiariamo anzitutto i termini: parliamo di POS (Print On Sale) quando è possibile stampare una singola copia cartacea di un libro che è appena stato acquistato (sono acquisti che avvengono online, ma potrebbero benissimo essere effettuati anche in libreria) e spedirla all’acquirente, mentre definiamo POD (Print On Demand) le piccole tirature (da 10 copie in su).

Come editore di e-book, il POS mi attira molto, perché sarebbe il modo per far arrivare tutti i libri che pubblico anche a chi, per scelta personale, abitudini e per qualsiasi altro motivo vuole leggere il cartaceo. In questo modo, ogni titolo sarebbe sempre disponibile, senza andare mai in esaurimento.

I vantaggi ci sarebbero per tutti, a mio parere: gli autori sarebbero senza dubbio soddisfatti, ma anche i piccoli editori, che non dovrebbero affrontare gravose spese di stampa, magazzino, distribuzione, recupero dei resi da mandare al macero. E gli stampatori? Ritengo che potrebbero ragionevolmente ammortizzare l’investimento iniziale e guadagnare anche loro, perché il problema non sarebbe quello di stampare tante unità dello stesso titolo, ma quello di arrivare a stampare tante unità, anche di moltissimi titoli diversi.

Purtroppo, la filiera stampa-distribuzione al momento non viene ancora incontro alle esigenze innovative degli editori e il POS (e il POD di una decina di copie) può al massimo soddisfare l’autore che si autopubblica e che è disposto a investire un po’ di denaro anche sapendo che difficilmente riuscirà a recuperare il suo investimento.

Alle mie precise domande a un addetto del settore tipografico, che non ha voluto apparire direttamente, mi ha confidato, sulla base della sua personale esperienza, che la stampa digitale ha la possibilità tecnica di realizzare una singola copia, anche a dei prezzi contenuti, ma i costi di gestione, intesi come presa in carico dell’ordine, inserimento nel cassetto della carta desiderata, gestione della plastificazione della copertina ecc. hanno costi superiori alla vera e propria produzione.

Espresso Book Machine

Espresso Book Machine

Quindi il POS in tipografia arriva ad avere un costo troppo alto per un editore, il quale dovrebbe pagare una somma X per la presa in carico dell’ordine e la verifica del file (Amazon chiede 40 € a titolo), fornire la copertina e il testo impaginato (e questo ha dei costi, variabili, ma comunque non trascurabili), tener conto delle spese di spedizione, a fronte di ricavi bassissimi, che saranno naturalmente da dividere con gli autori. Grosso modo, ognuno dei miei titoli richiederebbe un investimento medio che potrebbe essere recuperato soltanto con la vendita effettiva di 400/500 copie cartacee di ogni singolo titolo reso disponibile per il POS e soltanto con vendite superiori comincerebbe il guadagno. Impensabile.

Le aziende di stampa che si fregiano del POS – continua l’addetto ai lavori che ha accettato di rispondermi senza peli sulla lingua –“in realtà non sono in grado di produrlo in modo economicamente conveniente e quindi se ne inventano di ogni tipo, ad esempio mettono insieme, per lo stesso editore, tanti singoli volumi con le medesime caratteristiche, oppure si impegnano a dare quel servizio per produrre le tirature più interessanti e realizzano le singole copie a tempo perso.”

L’unico modo per rendere economicamente conveniente la produzione sarebbe automatizzare totalmente il processo, ma questo comporta una standardizzazione dei prodotti, stessa carta, formato, no plastificazione della copertina ecc…

Sinceramente, come editore che cura con maniacale attenzione anche le piccole tirature da 50 copie, facendo le copertine con le alette, utilizzando carta di marca e di alta grammatura e curando l’impaginazione e la correzione della bozza (faccio una bozza cartacea preliminare da ricorreggere anche per le piccole tirature, eppure il prezzo rimane molto inferiore a quello dei POS) sarei molto restia a mettere il mio marchio su un prodotto sul quale non avrei praticamente nessun tipo di controllo. Ci sono alcune ditte che, per il POS, richiedono la sola immagine della prima di copertina: il che significa che il libro finale non avrà quarta di copertina e, per ben che vada, sarà stampato su carta buona al massimo per le fotocopie da ufficio. Io non sarei soddisfatta e, ritengo, neppure l’autore.

Un altro problema che non viene mai affrontato dal POS è il deposito legale, che in Italia esiste, non è da trascurare e compete al responsabile della pubblicazione: se il singolo autore può permettersi di rischiare una multa (che può arrivare a 1500 € a titolo), lo stesso non può fare l’editore che pubblica 50-80 titoli all’anno, che quindi dovrebbe acquistare le copie necessarie come un qualunque acquirente, per poi provvedere ad inviarle alle Biblioteche preposte, con i necessari documenti di accompagnamento, e anche queste sono altre spese da considerare.

Insomma, siamo ancora in alto mare.

Eppure, sono sempre più convinta, il futuro del libro di carta del piccolo editore sarà sempre più un futuro POS, magari stampato in Cina…

 

La storia vista dai personaggi

Il Romanzo Storico: La storia vista dai personaggi

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di Piera Rossotti Pogliano

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Marguerite Yourcenar

Ne La luna e i falò, Cesare Pavese scrive che noi abbiamo bisogno del passato per non essere dei “bastardi”, per sapere da dove veniamo. Ma il nostro passato non lo possiamo trovare nei libri di storia o negli archivi. O, meglio, possiamo trovare la registrazione di avvenimenti, documenti, nomi, date… magari molto precisa, ma che vale? Ciò di cui abbiamo bisogno è un passato di cui riappropriarci, perché non sia tempo perduto, imbalsamato, affidato alle scartoffie, ma substrato ricco di humus in cui affondare le nostre radici.
Da soli, però, non siamo in grado di trasformare il tempo perduto in un proustiano “temps retrouvé”: abbiamo bisogno di un filtro che, a mio modo di vedere il romanzo storico, è quello dei personaggi: attraverso i loro occhi cogliamo la loro visione del mondo, la loro scala di valori, le loro angosce, ne comprendiamo affetti e risentimenti, gioie e sofferenze, in una parola possiamo recuperare qualcosa del passato ed arricchire il nostro presente.
Per quanto si faccia, scrive Marguerite Yourcenar nei suoi Carnets annessi alle Memorie di Adriano, si ricostruisce sempre il passato a modo proprio. L’importante, però, è farlo con pietre autentiche.
Scrivere un romanzo storico è impegnativo, anche perché richiede ricerche rigorose e non sempre facili, soprattutto se ci appoggiamo a documenti d’archivio sovente difficili da raggiungere (la preoccupazione degli archivisti e dei bibliotecari è quella di “conservare”, non di rendere disponibile agli studiosi!) o problematici da decifrare, ma anche perché poi questi documenti vanno interpretati, il periodo storico ricostruito nella sua verità sostanziale, in modo che il lettore vi si possa immergere, lo possa sentire, annusare, ci sia quel necessario “dépaysement” spazio-temporale.
Soprattutto, credo che sia essenziale comprendere e far comprendere, scrivendo del passato, le distanze che separano noi, gente del Terzo Millennio, da chi è vissuto in epoche magari molto lontane dalla nostra ma, al contempo, essere solidamente convinti che, senza quel passato che cerchiamo di visualizzare, noi non saremmo quello che siamo.
A me piace raccontare storie del passato, far vivere personaggi di epoche lontane, soprattutto raccontare la loro storia. Perché la vita umana è una storia, con un inizio, uno sviluppo, una conclusione, ed è uno straordinario soggetto narrativo. Forse il più perfetto, magari l’unico.

Piera Rossotti Pogliano ha scritto, per la collana Romanzo Storico, Il diario intimo di Filippina de SalesFilippina va in città

Intervista a Maria Gabriella Olivi

Intervista a Maria Gabriella Olivi

copertina_ocho_EEEMaria Gabriella Olivi ha vinto il Concorso Teatrale Un Baule di idee, proponendo una pièce brillante, pur tenendo conto delle difficoltà rappresentate dai parametri proposti per il concorso: oggetti di scena e scenografie che dovevano categoricamente entrare all’interno di una valigia da viaggio e un massimo di quattro personaggi. Questa vittoria le ha permesso di pubblicare il testo con EEE e giungere, quindi, al pubblico anche attraverso la distribuzione del libro.

  • Come nasce l’idea per Ocho Cortado?

L’occasione è stata il bando del concorso “Un bagaglio di idee” indetto dalla Federazione Italiana Artisti. I requisiti per partecipare erano intriganti: il numero ristretto di personaggi e, soprattutto, la limitazione che riguardava gli oggetti di scena e le scenografie, che avrebbero dovuto entrare all’interno di una valigia da viaggio. Ho lasciato per un po’ che le idee mi si muovessero dentro, sbucando fuori all’improvviso, sistemandosi in modo da risuonare bene l’una con l’altra: pensavo a un’opera che anche a me sarebbe piaciuto leggere e vedere rappresentata. E se poi il tempo della scrittura è stato rapido, quello della correzione e ri-scrittura è stato invece tormentato. Volevo che il testo risultasse veloce come lo avevo in mente, e per questo ho avuto bisogno di procedere lentamente.

  • A parte la traduzione letterale (otto tagliato) e il riferimento a un noto passo di tango, che cosa rappresenta il titolo?

Nel testo, un uomo e una donna si incontrano, si scontrano, si avvicinano; e nessuno dei due è più importante dell’altro. L’espressione Ocho Cortado porta con sé la suggestione del tango, un ballo davvero di coppia, nel quale la donna ascolta la musica ma soprattutto il suo compagno; in cui lo segue ma non si fa trascinare. In cui nessuno, neanche il più bravo dei due, dà lezioni all’altro, ma danza insieme con lui. In cui ogni volta è diversa da tutte le altre, un piccolo capolavoro irripetibile mentre il codice dei passi è sempre uguale.
Non a caso Logan, uno dei due personaggi femminili del testo, dice: “Il tango non è maschio, è coppia: cinquanta per cento uomo e cinquanta donna”. Anche se, poco più in là, con maliziosa strafottenza rimarca che “il passo più importante, l’otto, lo fa la donna!”. Inoltre, il titolo completo dell’opera è “Ocho Cortado ovvero Un movimento appena iniziato e bruscamente interrotto”, proprio come capita a Jacopo e Maria Beatrice, i due coprotagonisti il cui incontro viene all’improvviso inaspettatamente interrotto.

  • I personaggi sono ispirati a persone reali oppure sono completamente inventati? 

Quando scrivo, assai raramente racconto qualcosa di me o delle persone che conosco. E quando capita, è solo uno spunto per parlare d’altro. Nello stesso tempo, come per tutti, anche se parlo d’altro, in realtà parlo di me: mi dichiaro, al di là delle storie che racconto e talora anche in contrasto con esse.

  • Il suo background letterario riporta a due precedenti pubblicazioni e conducono verso un passato vissuto con gli studenti, questo bagaglio ha influito sui successivi approcci letterari come autore? 

Maria Gabriella Olivi, premiazione (5) (1)Scrivo da sempre o meglio, da sempre leggo, leggo leggo. La scrittura è arrivata dopo, affiancandosi ai libri suggeriti dagli insegnanti; scovati nelle librerie e nelle biblioteche; scelti perché mi incuriosivano magari solo per il titolo o la copertina; e anche quelli lasciati a metà o addirittura dopo le prime pagine. Da ragazzina scrivevo storie e filastrocche che illustravo e rilegavo per mio conto. I lettori erano i miei genitori e mia sorella: produzione e distribuzione a chilometro zero! Al tempo della Scuola Media, arriva il primo testo “professionale”: un racconto pubblicato sul giornalino della chiesa del quartiere. Più tardi, ai testi narrativi si sono affiancati saggi e articoli su temi legati agli interessi professionali – ho insegnato a lungo Lingua e Letteratura Italiana e Latina nei Licei – insieme con la cura di una rubrica di divulgazione letteraria su un mensile e la presenza nel Comitato di Direzione di una rivista sulla Scuola.  E proprio da insegnante, in un bando del Salone del Libro di Torino ho trovato lo spunto per organizzare un laboratorio di scrittura con un gruppetto di allievi. Ne è uscito il testo di narrativa Studenti si nasce, prof si diventa: un testo fortunato per come si è svolto il lavoro di scrittura: gli studenti si sono fidati di me e io ho cercato di assumere il loro sguardo. Fortunato anche per l’interesse che ha suscitato: dopo la vittoria al Concorso, Orietta Fatucci (Edizioni EL) ha deciso di pubblicarlo  e fin dalla prima uscita è stato un susseguirsi di interviste sui giornali e nelle trasmissioni televisive e radiofoniche, di inviti a Convegni e Incontri con l’Autore, e di riconoscimenti. Da lì ha preso slancio la mia attività come scrittrice. L’Editore che investe su di te, i lettori sconosciuti – quelli che scaricano il tuo e-book o che escono dalla libreria col tuo libro tra le mani – e la fortuna ti danno la gioia e la responsabilità di (voler) essere uno scrittore.

  • Questo non è il suo primo approccio in ambito teatrale, come nasce la passione per il teatro?

Al teatro – alla scrittura di testi drammatici intendo – mi dedico solo da qualche anno. Ma, nei luoghi deputati (e non) e sui libri, l’ho sempre frequentato con curiosità e passione, anche da lontano grazie alle dirette live, nelle sale cinematografiche, di opere e balletti che vanno in scena in altri Paesi. Al cinema non è la stessa cosa che essere a teatro, ma nel buio la suggestione dell’Opéra o del Mariinskij rimane tutta. E poi, in qualunque posto tu sia seduto, le riprese ti permettono di assistere allo spettacolo in prima fila; e un giorno sei in Francia, un altro a San Pietroburgo!

  • Che emozione ha provato quando ha saputo di essere la vincitrice del concorso?

OliviUn anticipo della gioia che avrei provato alla proclamazione della vittoria è stata la lettura di un estratto dell’opera durante il XX Festival Internazionale del Teatro Urbano, organizzato da Abraxa Teatro. Con in mente una famosa pubblicità: sentir recitare quello che hai scritto, nella magnifica cornice del Giardino degli Aranci, con sullo sfondo la cupola di San Pietro, in mezzo a celebrati e amati (non solo da me) maestri e artisti drammatici, “non ha prezzo!”. Poi è arrivata la serata della premiazione – i risultati erano stati tenuti segreti fino a quel momento – che si è svolta lo scorso dicembre a Roma, nello storico Teatro dell’Orologio, in apertura della VII edizione della rassegna Exit. Sono felice che “Ocho Cortado” faccia parte del catalogo EEE e conto che la lungimiranza di Piera Rossotti Pogliano, “editore scopritore di talenti”, mi valga come buon augurio per il futuro:  dal momento che un testo drammatico è, per statuto direi, un testo da rappresentare, ora spero e sogno di vederlo messo in scena.

  • Quando Maria Gabriella non scrive, come occupa il proprio tempo?

Si occupa di Gustavo Modena! Mi spiego: non molto tempo fa ho cominciato a seguire le lezioni del corso di Teatro, Musica e Danza del Dams, presso l’Università degli Studi Roma Tre. Ora, superati gli esami, sono al momento della compilazione della tesi proprio su questo grande attore dell’Ottocento. Solo che il “momento” sta diventando molto molto lungo. Catturata dalla scrittura di un testo narrativo che dovrebbe uscire tra poco nelle librerie e del testo drammatico pubblicato ora da EEE, mi ritrovo con l’imbarazzo di giustificarmi davanti al mio Relatore, quel professor Geraci che, nonostante la sua disponibilità gentile e… la mia superiorità anagrafica, mi intimidisce tanto è bravo. A parte i miei tormenti di studentessa ritardataria e questa ammissione che sembra un tentativo per sollecitare la comprensione del prof – e forse un po’ lo è – il periodo passato nel “mio” Dams, scoprendo mondi e persone, e lasciandomene sedurre, mi ha reso felice.