Per molti, ma non per tutti

Per molti, ma non per tutti

di Piera Rossotti Pogliano

La scrittura non è per tutti, la lettura sì. Leggere è comunque il punto di partenza per chi vuole scrivere, se fatto con intelligenza, spirito critico e sensibilità. È una competenza da coltivare, non un dono innato. Questo è l’insegnamento di Raymond Carver, di cui parlo nel video di questa settimana, Come imparare/insegnare la scrittura creativa, ed è il messaggio che cerco di trasmettere a chi vuole provare a scrivere un libro o anche a chi, semplicemente, desidera trarre maggior piacere dalla lettura.
Mazzarini_EEEPer chi ama la poesia, segnalo la pubblicazione di una raccolta poetica bella e particolare:
Si aprano le danze, di Maria Luisa Mazzarini, è  una fantasmagoria di colori e di luci, è un susseguirsi incalzante di visioni e di sogni (chi, se non un visionario, sa ascoltare la luce e respirarla?) ed è al contempo un Viaggio alla ricerca del senso più profondo di sé, di quel giardino interiore che è segreto anche al cuore e che si trova forse soltanto attraverso l’Arte, la Poesia, prima rigagnolo, poi torrente in piena, che rompe gli argini e apre i sensi alla bellezza magica del mondo e alla Bellezza superiore dello spirito. Sensibile alla pittura e ai principi fondanti del Metateismo, l’Autrice crede alla possibilità di riconquistare attraverso l’Arte il legame spirituale che collega umano e divino, perché l’Arte è ciò che permette all’Uomo di “creare nel creato”, di ritrovare in sé il “sacro”, inteso come lo spirito dell’“Uomo portatore di divino” e di prenderne coscienza, per dar vita a un nuovo Umanesimo.

Prefazione di Piera Rossotti Pogliano a Si aprano le danze

(…)

ho scritto

d’una vita d’aria e di acqua,

di terra e di fuoco,

di Sogno di fiorita danza.

E di segreta lacrima.

In questi pochi versi è contenuta tanta parte dell’universo poetico di Maria Luisa Mazzarini.
C’è la vita, prima di tutto, guardata con stupore di bambino davanti ai fiori bianchi della primavera, ai petali di neve di un ciliegio, ai gigli di un campo.
C’è l’aria luminosa del giorno pieno, il brulichio di stelle e la luce di una luna segreta che illuminano la notte.
C’è l’aria che muove l’acqua e ne scompiglia i capelli come un amante, e la luce d’acqua di polla da respirare o un torrente gorgogliante / di Luce da ascoltare in una notte d’amore sotto le stelle.
Anche le parole sono acqua, cascate, fiumi, sorgenti, acque di smeraldo, vive di alghe, o gelide acque di cristallo capaci di sciogliersi come lacrime alla vita di una Donna che la luce del mattino sorprende nel prato, adagiata tra l’erba, fresca e limpida come nuovo cristallo di rugiada.
Si aprano le danze è una fantasmagoria di colori – di fiori, di acque, di cieli – e di luci – luce degli astri, Sole, Luna, stelle, ma anche luce tenue di lucciole, riflessi di acque – è un susseguirsi incalzante di visioni e di sogni (chi, se non un visionario, sa ascoltare la luce e respirarla?) ed è al contempo un Viaggio alla ricerca del senso più profondo di sé, di quel giardino interiore che è segreto anche al cuore e che si trova forse soltanto attraverso l’Arte, la Poesia, prima rigagnolo, poi torrente in piena, che rompe gli argini e apre i sensi alla bellezza magica del mondo e alla Bellezza superiore dello spirito.
Dalle dediche di alcune poesie si comprende la grande attenzione e sensibilità dell’Autrice per la pittura: Degas, Monet, Picasso e il contemporaneo Davide Foschi, fondatore del Metateismo e autore del Manifesto del Movimento che si propone di riconquistare attraverso l’Arte il legame spirituale che collega umano e divino, perché l’Arte è ciò che permette all’Uomo di “creare nel creato”, di ritrovare in sé il “sacro”, inteso come lo spirito dell’“Uomo portatore di divino” e di prenderne coscienza, per dar vita a un nuovo Umanesimo.
Cogito ergo sum oggi non ci può più bastare. L’Uomo dei nostri tempi ha bisogno di andare oltre e dire: Io sono perché intuisco la mia essenza.”[1]
Per riuscire a ritrovarsi, l’Artista deve però prima accettare di perdersi, accettare il sogno e il mistero, aprirsi al miracolo del mondo per arrivare al luogo-non luogo / di un paesaggio di luna, un LUOGO dove non si è stati mai, / di Poesia e di mare, un luogo remoto e segreto, di cui la Poetessa trova infine il nome:

È la Vita quel Luogo

di fiori.

[1] D.Foschi, Manifesto del Metateismo, www.davidefoschi.it /metateismo.