Un’altra estate su Rai Radio3

Un’altra estate su Rai Radio3, Paolo Ferruccio Cuniberti in diretta.

Domani mattina in diretta alle 6:00 o sul podcast di Radio3

un'altra estateUn’altra estate è un magnifico esempio di come si dovrebbe affrontare un viaggio alla scoperta di un’epoca passata: con gli occhi delle persone che l’hanno vissuta e con la giusta ironia, la necessaria leggerezza. Perché a ben vedere la storia di Carlo e Maria è la storia dell’Italia di ieri, dell’Italia di oggi e anche, data la validità del vecchio “corsi e ricorsi storici”, dell’Italia del domani. È la storia di due personaggi inventati, la storia dei nostri padri, dei nostri nonni, è la storia di come la Storia, al pari della vita, riesca sempre a conciliare i molteplici mondi che si alternano sotto, intorno e dentro, ognuno di noi.

(Giampietro Marra, Giuria Premio Sanremo Writers 2014)

Queste sono le motivazioni che hanno condotto Cuniberti verso quella finale di Sanremo Writers, del 2014, di cui vi abbiamo ampiamente parlato anche QUI. In tale occasione Paolo espresse tutta la propria soddisfazione (come non capirlo), godendosi la meritata targa che ha riportato a casa.

Dunque, domani mattina alle 6:00 (lo sappiamo che è presto ma sarà disponibile a breve il podcast della registrazione), Paolo Ferruccio Cuniberti avrà modo di raccontare il suo libro e le sue esperienze, come scrittore, in diretta radiofonica. La trasmissione, in seguito, sarà reperibile QUI

 

Le radici nel folclore

Folclore, identità, memoria.

cuniberti sanremo writers

Le tradizioni popolari appartengono al bagaglio culturale che ognuno di noi porta appresso nella vita. Radici che influenzano il nostro modo di essere e di concepire l’esistenza. Paolo Ferruccio Cuniberti, autore di diversi libri editi con EEE (Body and soul, Indagine su Anna e Un’altra estate), studia da tempo le culture popolari, soprattutto in ambito piemontese, e questo suo interesse antropologico si è tradotto proprio nei suoi romanzi. All’autore abbiamo chiesto in che modo si sono evoluti gli usi e i costumi dal recente passato a oggi.

Paolo Ferruccio Cuniberti ha pubblicato con EEE: Body and Soul, Indagine su Anna, Un’altra estate

Folclore, identità, memoria

di Paolo Ferruccio Cuniberti 

L’etnologo Franco Castelli di Alessandria un giorno mi ha scritto che della cultura popolare “noi oggi riusciamo a individuare solo i frammenti, come relitti di un grande naufragio”. Perché di questo si tratta, quando osserviamo le sopravvivenze di un mondo arcaico che si è da tempo estinto, e ciò è avvenuto nel giro di pochi decenni. Il “grande naufragio” altro non è che la fine della civiltà contadina avvenuta a partire dal dopoguerra, con l’industrializzazione dell’Italia e l’inurbamento di ingenti masse di contadini in fuga da una miseria atavica; miseria che non era rappresentata solo dalla fame, ma anche da una esigenza più diffusa, “psicologica” di nuovo benessere. Quei lavoratori, con le loro famiglie, che costituivano la metà della popolazione attiva fino agli anni 50 e che oggi è stimata appena intorno al 4-5 per cento. Per la mia storia familiare e personale, per le mie radici tra Langhe e Roero in Piemonte, ho avuto la fortuna di conoscere gli ultimi palpiti di quel mondo che è definitivamente collassato negli anni 60-70. 10974264_645406882231278_9114958146421260781_oForse per questa ragione ho sempre sentito sulla pelle la curiosità, se non l’obbligo, di saperne di più e di fare in modo anch’io che la memoria di tutta quella storia non andasse perduta. Ci sono stati altri che ne hanno fatto letteratura: da Pavese (La luna e i falò, Paesi tuoi), a Fenoglio (La malora, I racconti) e fino a un intellettuale come Nuto Revelli che, girando tutta la provincia di Cuneo con il magnetofono negli anni 70, ha dato la parola a quello che ha chiamato Il mondo dei vinti. E tanti altri – impossibile nominarli tutti – hanno fatto studi e ricerche salvando musiche, canti, balli, leggende, fiabe, dall’oblio di usanze e storie che avevano perso la loro necessità sociale. Qualcosa ho prodotto anch’io, raccogliendo le mie ricerche nel libro Orsi, spose e carnevali e poi lavorando anche nei romanzi sul tema della memoria: chi siamo e da dove arriviamo. Da un anno, con altri autori delle Langhe stiamo girando per il Piemonte con il Langhe di carta tour per parlare di questi temi. Ciò che resta, sono appunto quei frammenti che dicevo all’inizio: abbiamo raccolto le tessere di un grande puzzle. Ma qua e là, più o meno miracolosamente, c’è qualcosa che è sopravvissuto e quando capita di incontrarlo è sorprendente. 10959789_645407322231234_7975137409162581771_nCosì succede di incontrare uomini mascherati da orsi a carnevale in Valle di Susa che rimandano addirittura, forse, ad antichi rituali pagani e che hanno corrispettivi perfino tra certe popolazioni siberiane; oppure che per assistere ad alcune feste con la partecipazione corale di una comunità e ricche di colore come la Baìo di Sampeyre, occorra attendere la loro cadenza quinquennale; e che per vivere certi momenti più celati al grande pubblico, ci si debba inerpicare per disagevoli strade alpine d’inverno, fino a incontrare maschere demoniache che vi fanno mille dispetti. Alcuni di questi esempi non hanno mai cessato di esistere (sono i “relitti del naufragio”), altri invece sono tornati prepotentemente alla ribalta per iniziativa di intellettuali locali o di associazioni culturali, in un intento di riappropriazione e riaffermazione della propria identità. Ed è quest’ultimo un tema spinoso, di questi tempi, spesso sbandierato a sproposito. Identità non significa chiusura sociale, ma solo consapevolezza di chi siamo, contro l’omologazione culturale già denunciata tanti anni fa da Pasolini (e da Flaiano: “Fra 30 anni l’Italia sarà non come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione”). 1622515_645407092231257_333186323824426787_oSolo su queste basi, al di fuori di improbabili e infondati rigurgiti “celtici”, “padani” o “romani” si può, come ho scritto nella Prefazione al mio libro citato: “osservare la realtà con lucidità, senza filtri e senza pregiudizi, […] un impegno intellettuale stimolante che va colto senza timore o impossibili nostalgie, ma senza dimenticare.”

Paolo Ferruccio Cuniberti in finale

Paolo Ferruccio Cuniberti in finale al premio letterario “Rèis ëncreuse, libro che cammina edizione 2014”

un'altra estate

Le Voci del Vento a Torino per il Premio Rèis ëncreuse.

Sarà una giuria popolare composta da 90 persone a decidere l’assegnazione del premio letterario Rèis ëncreuse, libro che cammina, 2014. La presentazione degli autori finalisti e la votazione conclusiva avverrà a Torino sabato 8 novembre con inizio alle ore 17,30 presso la sede della Famija Turineisa, in via Po, 43. Qualsiasi persona che abbia interesse a partecipare all’evento, incontrando gli autori finalisti e scegliendo l’opera ritenuta più significativa deve dare la propria adesione entro giovedì 6 novembre all’indirizzo mail langhearvangia@alice.it o previa telefonata al recapito 3381761673. Al momento il numero di giurati che si sono dichiarati disponibili è attestato a 50. Gli autori finalisti si presenteranno al pubblico portando in dono i punti loro assegnati dalla giuria tecnica e dalla giuria popolare che si sono espresse ad agosto e a fine ottobre. La giuria tecnica formata da 5 persone ha espresso un voto in ventesimi, mentre quella popolare proveniente dai corsi Terza Età di Asti era composta da 44 persone e si è limitata a scegliere il libro che durante la presentazione ha suscitato maggiore interesse, coinvolgendo dal punto di vista emotivo i giurati. Sommando i due punteggi la classifica provvisoria che potrà essere modificata sabato 8 novembre vede in testa con 22 punti lo scrittore originario di Govone Paolo Ferruccio Cuniberti, residente a Torino, autore del romanzo generazionale Un’altra estate, Edizioni EEE-book. Seguono a parimerito con 21 punti Mauri Aimassi di Magliano Alfieri, autore del volume autobiografico Ce l’ho messa tutta, San Paolo Edizioni, e la scrittrice Lidia Castrini Munafò, residente a Torino, autrice del romanzo Il bambino che sognava gli angeli, EDIZIONI Mille di Torino. Un solo voto di differenza tra il quarto classificato, Maurizio Rosso autore di La leggenda del cavaliere veloce, Araba Fenice Edizioni e il quinto finalista, Luigi Colli, autore del volume Dalle Langhe all’Etiopia, Daniela Piazza editore di Torino, fermo a 16 punti.

Nel corso della cerimonia di premiazione che concluderà i lavori della giuria popolare verranno assegnati due riconoscimenti ai libri editi dalla Casa Editrice Antares: Piantřa lì. Racconto della vite e del vino di una volta, autori Primo Culasso e Giancarlo Montaldo, e Scatti in Langa. Gente e tradizioni, antologia fotografica di Elio Scaletta.

In onore degli autori finalisti la corale Voci del Vento del maestro Fabrizio Brandone eseguirà un concerto a partire dalle 21 presentando dieci brani di grande valenza espressiva, con arrangiamenti ed armonizzazioni studiati per l’occasione.

Questi i nomi dei finalisti:

1 – AIMASSI MAURO per il libro CE L’HO MESSA TUTTA, San Paolo Edizioni.

2 – CASTRINI LIDIA MUNAFO’ per il libro IL BAMBINO CHE SOGNAVA GLI ANGELI, Edizioni Mille.

3 –  LUIGI COLLI per il libro DALLE LANGHE ALL’ETIOPIA, Daniela Piazza Editore.

4 – ROSSO MAURIZIO, per il libro LA LEGGENDA DEL CAVALIERE VELOCE, Araba Fenice edizioni.

5 – CUNIBERTI PAOLO FERRUCCIO, per il libro UN’ALTRA ESTATE, Edizioni EEE-book.

Scheda di presentazione di Un’altra estate di Paolo Cuniberti:

1 – UN’ALTRA ESTATE, autore  CUNIBERTI PAOLO FERRUCCIO, Edizioni EEE-book, voto Giuria 17, voto espresso dalla Giuria popolare Utea di Asti 5 =  punti 22 .

La storia che racconta Paolo Cuniberti parte da lontano ed è, in principio, una storia che riguarda due famiglie, una piemontese e l’altra siciliana. Quella piemontese vive nel Roero e ha come patriarca Carlo Bongiovanni, purtroppo giunto a fine corsa. La siciliana si regge su tre uomini d’onore, i Bastiani, gente di fiducia di un barone che non si rende conto che il mondo sta cambiando.  Sono le due storie ad avere dentro l’inquietudine del cambiamento, a sospirare la fuga dalle campagne e la ricerca del nuovo, con il mito della Fiat a Torino e l’esercito dei terroni che prende posto sul treno della speranza. In un contesto così lacerante, il romanzo di Cuniberti focalizza l’attenzione su due adolescenti che mordono il freno, Carlo, contadino che sogna la modernità e Maria, picciotta alle prese con esperienze più grandi di lei. Con il sistema del racconto a doppio binario, Cuniberti spoglia il suo racconto di ogni retorica. Svela a noi lettori un’Italia di gente povera, emarginata e piuttosto fatalista, in procinto di tagliare il cordone ombelicale che la lega al destino sempre uguale di chi non ha conoscenza ne strumenti per procurarsela. La bravura dell’autore consiste anche nell’accompagnare i suoi personaggi con empatia, mettendo i lettori sulle loro tracce, nel loro senso di dislocazione, di non appartenenza, di solitudine, facendoli agire sempre nelle retrovie, in piccoli paesi e in periferia.  L’autore si muove con destrezza su due piani, operando uno slittamento tra presente e passato, raccontando la scoperta personale dei propri limiti e desideri dei due personaggi principali del suo libro.

Ma i personaggi nel romanzo di Cuniberti non mancano e viene spontaneo dividerli in due categorie: genitori e figli. I genitori finiscono con l’apparire più fragili, incapaci di trovare soluzioni al loro male di vivere, come persone stanche che girano le spalle al futuro. I giovani sono anche loro ricchi di imperfezioni ma decifrano il mondo con una messa a fuoco più rapida e si scrollano di dosso le incrostazioni lasciate da infanzie non sempre serene. L’ultima annotazione riguarda la lingua usata dall’autore, stringata ed essenziale. Si capisce subito che ha il pallino dei racconti e una passione linguistica che lo porta a scrivere facendo una giusta e mirata economia di parole.

Scheda libro
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Un’altra estate

Un'altra estate

Le promozioni continuano

Nel corso di questa settimana le nostre promozioni pongono sotto i riflettori Un’altra estate di Paolo Ferruccio Cuniberti, arrivato fra i 19 finalisti di Sanremo Writers 2014. Questo romanzo, facente ideologicamente parte di una trilogia riferita a epoche ben precise: Body and Soul riporta a galla gli anni ’70 e Indagine su Anna ricostruisce le atmosfere degli anni ’80, ambienta la storia in quegli anni ’60 in cui la società italiana ha subito quei cambiamenti che hanno influenzato il nostro vivere odierno. Le migrazioni delle masse lavoratrici, non solo intese da sud a nord, ma anche da est a ovest, ma soprattutto dalle campagne alle grandi città, diventano lo sfondo adatto per raccontare le vicende dei due protagonisti, Carlo e Maria, figli di quella generazione contadina che perde la propria identità, fagocitata dalla metropoli. Ed è proprio per non dimenticare che l’autore ha scritto questo romanzo, cercando di imprimere su carta i ricordi legati alla propria terra e a quella dei suoi famigliari.

La nostra intervista all’autore

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