Ho iniziato a leggere a due anni e mezzo, sono nata a metà degli anni Sessanta, e a quei tempi ti regalavano i chiodini colorati della Quercetti, e le lettere dell’alfabeto calamitate, da attaccare al frigorifero. Ho cominciato a comporre il mio nome, quelli di mamma e papà, poi piccole frasi di senso compiuto, e a leggere qualsiasi parola si presentasse davanti ai miei occhi, così alla scuola materna e in prima elementare leggevo già fluentemente rispetto al resto della classe.
Insomma, leggo da prima che mi ricordi. E sicuramente da qui arriva il mio amore per la lingua italiana e per le sue sfumature.
Negli ultimi due anni ho studiato e approfondito la PNL, Programmazione Neurolinguistica di Richard Bandler, allargando poi gli studi alle nuove teorie di Neuroscienze e Linguistica. E lì si è aperto un mondo, perché, ho scoperto una cosa ancora più straordinaria: le parole fanno magie.
Ad una delle più belle lezioni di Neurolinguistica a cui io abbia mai assistito, correva l’anno 2019, il docente Paolo Borzacchiello, riconosciuto come uno dei massimi esperti di intelligenza linguistica, iniziò la lezione così:
“Cosa fanno le parole? Due cose: ABRACADABRA e AVADA KEDAVRA.
Cosa significa? Abracadabra la conosciamo tutti, è la parola magica per eccellenza: Mago Merlino, con un piccolo gesto della bacchetta magica, la pronuncia e, dal nulla, crea qualsiasi cosa. Avada Kevadra per chi conosce la saga di Harry Potter, è uno degli incantesimi di distruzione più potenti. Quindi con le parole crei, con le parole distruggi”.