Abracadabra o avada kedavra_

Abracadabra o avada kedavra?

PARLA MEGLIO PER SENTIRTI MEGLIO

Rubrica a cura di Maria Flora Spagnuolo

Abracadabra o avada kedavra?

Io amo le parole.
E certo, se -per diletto- sei una scrittrice e pubblichi due libri, è il minimo.
Mi danno più pensiero i numeri, mi mettono l’ansia e nei calcoli, rispetto a quelli che ti sanno dire a mente quanto fa il trentasette per cento di ottocentoventisei virgola due, sono un filo più lenta.

Sì, preferisco le parole.

Ho iniziato a leggere a due anni e mezzo, sono nata a metà degli anni Sessanta, e a quei tempi ti regalavano i chiodini colorati della Quercetti, e le lettere dell’alfabeto calamitate, da attaccare al frigorifero. Ho cominciato a comporre il mio nome, quelli di mamma e papà, poi piccole frasi di senso compiuto, e a leggere qualsiasi parola si presentasse davanti ai miei occhi, così alla scuola materna e in prima elementare leggevo già fluentemente rispetto al resto della classe.

Insomma, leggo da prima che mi ricordi. E sicuramente da qui arriva il mio amore per la lingua italiana e per le sue sfumature.

Negli ultimi due anni ho studiato e approfondito la PNL, Programmazione Neurolinguistica di Richard Bandler, allargando poi gli studi alle nuove teorie di Neuroscienze e Linguistica. E lì si è aperto un mondo, perché, ho scoperto una cosa ancora più straordinaria: le parole fanno magie.

Ad una delle più belle lezioni di Neurolinguistica a cui io abbia mai assistito, correva l’anno 2019, il docente Paolo Borzacchiello, riconosciuto come uno dei massimi esperti di intelligenza linguistica, iniziò la lezione così:

“Cosa fanno le parole? Due cose: ABRACADABRA e AVADA KEDAVRA.

Cosa significa? Abracadabra la conosciamo tutti, è la parola magica per eccellenza: Mago Merlino, con un piccolo gesto della bacchetta magica, la pronuncia e, dal nulla, crea qualsiasi cosa. Avada Kevadra per chi conosce la saga di Harry Potter, è uno degli incantesimi di distruzione più potenti. Quindi con le parole crei, con le parole distruggi”.

Che cosa crei? Reazioni chimiche, emozioni, stati d’animo e comportamenti

E qui entrano in gioco le Neuroscienze: le parole producono neurotrasmettitori, creando precise reazioni chimiche nel nostro cervello. In base a queste reazioni chimiche, proviamo sensazioni, parliamo, e agiamo.

Significa che alcune parole ed espressioni innescano letteralmente la produzione di ormoni, come la dopamina, l’ormone della ricompensa che ci fa sentire sicuri e appagati, e la serotonina, l’ormone della sicurezza di sé, quando va bene. O come l’adrenalina e il cortisolo, gli ormoni dello stress.

Quindi, molto semplicemente, se uso parole “buone” attiverò nel mio corpo o in quello di chi mi ascolta o mi legge, reazioni chimiche “buone”, con la produzione di serotonina e dopamina, per cui, inconsciamente, la persona “si sente meglio” e agirà in modo coerente al suo stato d’animo.

Se uso, o leggo, o mi rivolgono, parole “nocive”, nel mio corpo si innesca la produzione di cortisolo e adrenalina, quindi una reazione fisiologica, che, a livello inconscio, provocherà una sensazione di fastidio, malessere e reattività. E quali sono queste parole?

Il linguaggio efficace: c’è sempre un altro modo di dire le cose

Nella nostra meravigliosa lingua italiana, esistono centinaia di parole “buone” che possiamo usare per attivare in noi stessi, o nel nostro interlocutore, una reazione positiva a livello inconscio, che sicuramente ci fa stare meglio. Così come esistono un’infinità di parole ed espressioni che, seppur dette con le migliori intenzioni, non ci aiutano e non aiutano chi ci sta di fronte.

Scoprire questa semplice attenzione al linguaggio e alle parole che usiamo quotidianamente, ha cambiato la vita a me e alle persone che seguo nel Coaching, perché le parole, se usate bene, trasformano letteralmente il nostro stato d’animo, e quindi i nostri comportamenti.

Nei prossimi post vedremo nel dettaglio queste espressioni, ora ti lascio con un giochino: nell’elenco qui sotto ci sono alcune parole.

Leggile singolarmente, e, per ognuna, ascolta la prima immediata sensazione che ti arriva, e magari, scrivila su un quaderno. Non pensarci troppo, è un gioco di semplice istinto.

Cosa ti evocano queste espressioni? Cambia qualcosa nelle microespressioni del tuo viso? Senti qualcosa a livello del petto o dello stomaco? Vai!

  1. È difficile
  2. È armonioso
  3. No no, non c’è problema
  4. È illuminante
  5. Ho bisogno di…
  6. Combattere contro una situazione
  7. Mi sento libero
  8. È una meraviglia!
  9. Non voglio convincerti di niente
  10. Non preoccuparti

Ti do appuntamento al prossimo post sul linguaggio efficace per il nostro cervellino!

Più parole sai, più libero sei” P.Borzacchiello

FONTI:

 -HCE La scienza delle Interazioni Umane – P.Borzacchiello L.Mazzilli Ed. Gribaudo

-Soft Skills Express / Le Parole Tossiche – P.Borzacchiello – Amazon Audible Podcast

-Il codice segreto del linguaggio – P.Borzacchiello ROI Edizioni

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