Il 2017 di Gastone Cappelloni

Il 2017 di Gastone Cappelloni

Buon giorno Gastone. Sei un poeta affermato, autore di 20 opere pubblicate, di cui l’ultima con noi, Tu Ottava Nota, nel 2015, che siamo molto fieri di aver pubblicato. Il tuo 2017, però, più che dedicato alla scrittura è stato dedicato al viaggio e alla promozione dei tuoi libri, tra l’altro al penultimo libro che hai scritto, Un seme oltre oceano.
Vuoi parlarci del tuo percorso?

Ho passato circa un mese in Argentina, questa primavera. Lo sentivo come un’esigenza, qualcosa che dovevo assolutamente fare, se vuoi puoi definirlo come una specie di tributo a mio zio Lino, che è emigrato in Argentina, ma anche a mio zio Domenico, emigrato in Francia, a Nizza. Un tributo a chi ha dovuto trovare il coraggio per lasciare la propria terra, il proprio Paese, per andare a stabilirsi altrove.

Avevo promesso a mio padre di fare questo viaggio, di andare a Mar del Plata, a ritrovare suo fratello Lino e, anche se mio padre non è più tra noi, sono sicuro che mi ha seguito e guidato da Lassù.

Parlaci del tuo viaggio, della tua esperienza di autore.

È stato un tour de force, da un certo punto di vista: 16 presentazioni, tra caffè letterari, presentazioni presso centri culturali e trasmissioni televisive, in 28 giorni, a Mar del Plata, a San Nicolas, a Ramallo, a Rosario, ma sarei pronto a ricominciare, per il calore, la solarità, la genuinità delle persone che sono intervenute. Come autore è stata una grande soddisfazione vedere l’interesse dei lettori, ma anche sentire la loro partecipazione emotiva alle vicende raccontate.

E come uomo?

Direi che è stato un momento ancora più importante. Mi sono trovato di riflesso coinvolto in una vita di emigrante che non mi appartiene, ma che mi sarebbe potuta appartenere. In fondo, anche la nostra vita è un viaggio, siamo sempre con le valigie in mano. E poi, in Argentina c’è ancora tanta italianità, anche se ormai sono italiani di quarta generazione, spesso non conoscono la lingua, ma rimane il ricordo delle loro origini attraverso il racconto famigliare, il senso delle loro radici.

Come poeta, tu giri anche l’Italia, hai presentato il tuo libro un po’ ovunque, hai ottenuto premi e riconoscimenti. Quanto sono importanti, per te, anche questi viaggi in un Paese che è il tuo?

Premi e riconoscimenti sono importanti, ma l’aspetto più bello dell’incontro con i lettori è quello umano, è sentire il contatto a livello di anima e di mente, sentire che la tua poesia “arriva” ai presenti, li emoziona.

Stai scrivendo il ventunesimo libro?

Per ora è ancora un segreto… Vedremo.

Il piede della statua della libertà

Il piede della statua della libertà

di Davide Rocco Capalbo

Conosciuta in tutto il mondo come simbolo di New York e degli Stati Uniti, la Statua della Libertà è una donna color verde rame di 93 metri piedistallo incluso (alta quasi quanto la Torre degli Asinelli di Bologna, per intenderci), che tiene in alto una fiaccola per illuminare il mondo. Il vero nome dell’opera è Liberty Enlightening the World, (La Libertà che illumina il mondo), ma probabilmente nessuno l’ha mai chiamata così. Fu realizzata dalla Francia come dono per gli Stati Uniti: con la Statua della Libertà la Francia voleva rendere omaggio ai moderni valori della democrazia e della libertà individuale che gli USA all’epoca incarnavano, in un mondo in cui ancora prevalevano le monarchie e la libertà scarseggiava.

Col tempo, poi, la Statua ha assunto altri significati, legati principalmente all’immigrazione. Quello che possiamo considerare il più americano dei simboli americani si trova a Liberty Island ed è diventato nel secolo scorso un vero e proprio monumento all’accoglienza dei migranti. Milioni di persone dall’Europa arrivavano negli Stati Uniti in cerca di fortuna, in fuga dalla povertà o per salvarsi dalle persecuzioni di nazisti e fascisti che per un paio di decenni hanno infestato il vecchio continente. Arrivando in nave attraverso l’Atlantico, era la prima cosa che si vedeva dopo settimane di mare e solo mare, e rappresentava per i migranti il sollievo di avercela fatta, di essere finalmente arrivati: la Statua della Libertà stava lì per dare loro il benvenuto in una nazione fondata sull’immigrazione.

Ma siamo sicuri che stia lì e basta? È quello che si è chiesto Dave Eggers nel suo ultimo libro per bambiniHer right foot (Il suo piede destro), illustrato da Shawn Harris e pubblicato a settembre da Chronicle Books.

copertina di Her right foot, di Dave Eggers e Shawn Harris (Chronicle Books, 2017)

copertina di Her right foot, di Dave Eggers e Shawn Harris (Chronicle Books, 2017)

Il libro, di 104 pagine, è una corposa raccolta di fatti, aneddoti e curiosità sulla Statua della Libertà. Si parla della sua storia, di ciò che rappresenta e del significato dei suoi simboli. La torcia è l’attributo più noto. Altri attributi ben visibili sono la costituzione che tiene in seno, la corona, il vestito e le catene sotto ai piedi, spezzate, simbolo di liberazione dall’oppressione.

Ma quello che passa più spesso inosservato è proprio quello che dà il titolo al libro: il suo piede destro.

Il suo piede destro è mezzo alzato, e la postura è leggermente protesa in avanti. Questo dà lo spunto a Dave Eggers per una teoria che non è proprio storicamente accurata, ma è comunque un bel modo per spiegare ai più piccoli un valore fondamentale come quello dell’accoglienza. La Statua della Libertà non sta lì e basta: sta andando da qualche parte.

Se la Statua della Libertà è un simbolo di libertà, dice Dave Eggers, come può starsene lì e basta? Per dare il benvenuto a tutte quelle persone povere, stanche del lungo viaggio, che hanno dovuto lottare per la propria libertà, non si accontenta di aspettare: deve andargli incontro in mare. Ecco dove sta andando.

Sorgente: Il piede della statua della libertà » Casa Editrice

Tutte le promozioni su IBS fino a gennaio

Tutte le promozioni su IBS fino a gennaio

Il mese di dicembre porta tante promozioni per i titoli EEE e sono davvero moltissimi i libri, presenti nel catalogo, che vengono proposti sulla piattaforma IBS. Inoltre, diversi autori sono stati messi in evidenza anche sul blog Il Giallista che ha dedicato loro una pagina personale.

Dalla letteratura ai grandi saggi: su IBS ogni mese puoi trovare tanti nuovi eBook in offerta. Scegli tra una selezione di titoli a prezzo fortemente scontato fino alla fine del mese.

Dal 1 dicembre fino al 4 gennaio 2018

Africa
I sette giorni mancanti di Goffr
La Bela Caplera
La collina dei girasoli
L’anno che portavi i capelli
La pavoncella
La stanza dei fiori
La voce del Maestrale
Le foto di Tiffany
L’eredità di Amos

Dal 4 dicembre al 12 dicembre

Ami dagli occhi color del mare
Nero pesto
Ritorno a El Alamein
Sarà mica per sempre
Swatch
Trame oscure
Uccidi Cenerentola
Un salto in paradiso
Vietato gettare rifiuti

I daily deal

Concerto a quattro mani – 24 dicembre
Costantino al festival – 25 dicembre
Dietro una porta chiusa – 26 dicembre
Feuilles d’album – 27 dicembre
Il cuore sbagliato – 31 dicembre

Ebook low cost dal 22 dicembre al 4 gennaio 2018

Angelus di sangue
Cappuccino italiano
C’era una volta in Sardegna
Come foglie al vento
Come il mare ad occhi chiusi
Cuore mancino
Frittate e grattacieli
Gelatina
Il Longobardo – Eredità
Il Longobardo – Terra
Il segreto di Punta Capovento
Il sogno della farfalla
L’imperatrice
L’uomo dei corvi
Noccioli di ciliegie
Tutta la vita per morire
Un’implacabile felicità
Un’altra direzione
Una seconda occasione
Una volta ancora
Voce e pianoforte

Destinazione Giappone

Il Giappone è il paese del sushi, dei lottatori di sumo, dei geniali disegnatori di cartoni animati e del famoso monte Fuji. Dal 1 dicembre al 16 dicembre è questo il titolo EEE in promozione:

Il cammino di Neko Kurotachi

Regala ebook per Natale. Dal 6 dicembre al 4 gennaio 2018

Antarctica Observer
Arduhinus
Attacco allo Stivale
Eroi dimenticati
Il filo rosso del male
I muri del buio
L’intruso
L’oro di Gorgona
L’uomo che sognava le onde
Schiavi della vendetta

L’emozione ha un sapore nuovo

L’emozione ha un sapore nuovo

Dopo aver scritto nel marzo 2015 uno degli articoli più letti del blog, L’inferno dentro: la rianimazione, per il quale ha ricevuto diversi commenti di consenso (tra cui anche diverse richieste di informazione sulla data di uscita del libro), Andrea Leonelli è riuscito a giungere alla fine di questa avventura, per lui alquanto significativa e sofferta.

Dall’inferno a volte si può uscire. Non è facile ma è possibile farcela.

di Andrea Leonelli

Devo ammetterlo. Questa volta è stata proprio ansia. E non è solo la trepidazione in attesa della risposta, perché ero già in ansia nel momento in cui ho ricevuto l’ultimo brano da inserire come contributo esterno al mio libro. È un’ansia globale, passata, presente e futura.

Non è il primo libro che presento a un editore, è il quinto. Stavolta però sono fuori dalla mia “comfort zone”. Molto fuori da essa… Infatti non è un’altra silloge poetica ma è un romanzo autobiografico. Un romanzo in cui mi sono messo a nudo (ma nudo nudo) con le mie fragilità, le mie debolezze, i miei errori e le mie contraddizioni.

La mia vita dopo quell’infarto che invece di uccidermi mi ha fatto rinascere. Cambiamenti, decisioni, bivi e strade da scegliere, giuste o sbagliate ma a senso unico. Un po’ come il tempo. Non si torna indietro.

Come dopo aver premuto il tasto “Invio” e si è inviata una email.

E le ansie si succedono ad altre ansie di tipo diverso: da “Riuscirò a finire definitivamente questo libro (ci ho messo anni a scriverlo, ma non per la lunghezza, per la mia difficoltà ad affrontarne i contenuti)?” a “Piacerà all’editore? Lo pubblicherà?” fino a “Piacerà al pubblico?

Ok, so che non si può piacere a tutti, ma spero che il messaggio veicolato da questo libro possa raggiungere le persone. Possa far capire che dall’inferno a volte si può uscire. Non è facile ma è possibile farcela.

Non importa a che punto critico si arrivi ma non ci si può arrendere. Si può lottare e le forme di “combattimento”, di ribellione, possono essere varie e diverse per ognuno di noi. Ognuno di noi “è un numero unico”, ognuno di noi ha la sua ricetta personale, la propria strada per uscire dall’abisso. A volte si può anche decidere di rimanere sul fondo, ma è talmente opprimente che, poi, ci si ritrova morti senza aver realmente vissuto. Si diventa comparse sullo sfondo delle vite di altri. Non voglio affermare che tutti dobbiamo essere dei protagonisti, ma possiamo ritagliarci, con un po’ di improvvisazione a volte, la nostra parte sul grande palcoscenico della vita.

La strada è ancora lunga, spero, e “Domani ci sarà tempo“.

Buon viaggio a tutti.

Andrea

La più bella libreria del mondo è in Cina

La più bella libreria del mondo è in Cina

Una struttura incredibile, a forma di occhio, che può contenere un milione e duecentomila libri

di Simone Stefanini

Se amate i libri e siete voraci lettori, non potete non amare  questa nuova libreria che si trova nel distretto culturale Binhai a Tianjin. È stata disegnata da MVRDV, uno studio olandese in collaborazione con il Tianjin Urban Planning and Design Institute.

È stata rinominata “L’occhio di Binhai” a causa della sfera gigante che campeggia in mezzo alla struttura. La libreria copre ben 34.000 metri quadri  e può contenere fino a un milione e duecentomila libri.

Come potete vedere dalle foto, le pareti sono dislocate nello spazio, irregolari e circolari, altissime e raggiungibili con le scale. L’effetto che danno al pubblico è semplicemente spettacolare.

La libreria è stata costruita in soli tre anni e oltre all’incredibile numero di libri disponibili, ospita anche un’area lettura, un’area relax, spazi per socializzare, alcuni uffici e delle sale in cui trovare computer e materiale audio.

Un luogo semplicemente fuori dal tempo e dallo spazio, un monumento alla modernità e alla cultura.

Per tutte le informazioni, visitate il sito ufficiale.

Sorgente: La più bella libreria del mondo è in Cina

Gaetano Manna presenta il suo romanzo a l’ARTeficIO

Gaetano Manna presenta il suo romanzo a l’ARTeficIO

Domenica 10 dicembre, presso l’ARTeficIO – Showroom & Art Factory di via Bligny 18 a Torino, alle ore 17, Gaetano Manna presenta il suo libro L’aria non può parlare.

“L’aria non può parlare” è il primo romanzo di Gaetano, Nichelinese di origini siciliane. Psicologo clinico, lavora per la Regione Piemonte e si occupa soprattutto delle patologie della dipendenza. Felicemente sposato con Consiglia, ha due splendidi figli, Eleonora e Andrea.

Nel corso dell’evento si parlerà proprio della sua opera letteraria, in un’intervista affidata a Andrea “Frisk” Lazzero, che incontrerà l’autore, e con la lettura di alcuni brani estratti dal romanzo, a cura di Marinella Ferrero. Seguiranno letture, proiezioni di contributi video e dibattito con il pubblico, che potrà anche provare un’esperienza agghiacciante come quella del “tranquillizzatore” usato negli ospedali psichiatrici giudiziari.

L’evento su Facebook

La trama:

Roberto, dopo la morte di sua madre Angela, si scontra con un’inquietante verità emersa dai contenuti di una lettera lasciatagli dalla stessa madre: l’esistenza di un fantomatico zio di nome Antonio, fratello maggiore di Angela, rinchiuso da lungo tempo dentro un manicomio criminale.
Attraverso il racconto di Antonio scorre in filigrana la storia della Sicilia del primo Novecento, con le conseguenze del devastante terremoto di Messina del 1908, la vita difficile e misera del popolo e l’opulenza delle classi più abbienti, l’educazione dei ragazzi nei collegi destinati ai ricchi, lo squadrismo e la presa di potere del fascismo, la vita senza dignità all’interno dell’Ucciardone prima, e poi di un manicomio criminale.
La ferma decisione di conoscere il passato dell’anziano zio scatenerà una sequenza impressionante di straordinarie vicissitudini che si ripercuoteranno nelle vite di Roberto, della sua famiglia e dello stesso Antonio, con esiti imprevedibili e inimmaginabili.

Come funziona la moderazione su Facebook. Una fonte lo rivela a Valigia Blu

Una fonte rivela a Valigia Blu come funziona la moderazione su Facebook

Giorni fa abbiamo ricevuto una mail da una fonte che vuole rimanere anonima e che lavora per una delle aziende a cui Facebook ha appaltato il lavoro di moderazione. Cosa emerge dal suo racconto e qual è la risposta di Facebook Italia.

di Marco Nurra

Il 2017 è segnato dall’evoluzione continua di Facebook nel tentativo di migliorare il proprio ecosistema. La lotta al clickbait, alle notizie false, al linguaggio d’odio e al razzismo, da una parte, e le problematiche legate al rischio di censura, ai video in diretta, alla trasparenza e alle pressioni dei governi, dall’altra, hanno portato Facebook a confrontarsi con questioni che fino a pochi anni fa potevano essere considerate marginali.

Possiamo dire che nell’ultimo anno la moderazione dei contenuti è stata il tallone d’Achille del social network. E come abbiamo visto in diverse occasioni, trovare un giusto compromesso tra diritto di parola (che negli Stati Uniti è considerato uno dei valori più importanti della democrazia) e rimozione dei contenuti non è per niente facile.

Pochi giorni fa Arianna Ciccone faceva l’esempio di quanto accaduto a Marco Tonus, disegnatore satirico bloccato su Facebook per un’illustrazione di qualche anno fa scambiata per apologia del nazismo.


Nel caso di Tonus il blocco è stato rimosso pochi giorni dopo, con il riconoscimento dell’errore da parte di Facebook. Ma come funziona esattamente la moderazione dei contenuti? Siamo davvero nelle mani di algoritmi che non sono in grado di capire l’ironia? E come può migliorare questa situazione?

Dopo lo status di Arianna Ciccone, siamo stati contattati da un analista-moderatore Facebook (che preferisce mantenere l’anonimato e noi abbiamo accettato visto che potrebbe perdere il lavoro), che lavora per un’impresa di servizi tecnologici, che gestisce la moderazione per conto di Facebook. Il social network esternalizza infatti queste operazioni a imprese specializzate nell’analisi e gestione delle conversazioni online come Arvato, Cpl Recruitment, BCforward, Accenture, etc.

continua a leggere su: Come funziona la moderazione su Facebook. Una fonte lo rivela a Valigia Blu – Valigia Blu

Il segreto dietro la Creazione di Adamo di Michelangelo

Il segreto dietro la Creazione di Adamo di Michelangelo

Si tratta di uno degli affreschi più noti della storia dell’arte: è la Creazione di Adamo, commissionata da papa Giulio II e realizzata intorno al 1511 all’interno della Cappella Sistina.



Secondo una teoria emersa nel 2010 e portata avanti da un gruppo di esperti di neuro-anatomia, Michelangelo Buonarroti avrebbe realizzato qualcosa di sensazionale con la nube che circonda la figura di Dio e gli angeli: avrebbe rappresentato la forma di un cervello umano.

Gli scienziati hanno potuto mettere in evidenza le numerose somiglianze tra l’affresco e il cervello umano, che avrebbe permesso al grande artista di rappresentare anche particolari minimi, come il cervelletto, il nervo ottico e l’ipofisi.

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Questa teoria suggestiva dimostra che Michelangelo conosceva molto bene l’anatomia umana e che l’inserimento di questo particolare all’interno di un affresco così importante abbia un preciso significato: dimostrare che Dio non ha concesso ad Adamo solo la vita, ma anche la ragione e l’intelligenza.

Sorgente: Il segreto dietro la Creazione di Adamo di Michelangelo | Amanti della storia

Intervista di Piera Birolo a Gianni Bosco

Intervista di Piera Birolo a Gianni Bosco

Piera Birolo, assessore alla cultura di San Sebastiano da Po, ha rivolto dieci domande a Gianni Bosco, autore del romanzo “I sette giorni mancanti di Goffredo Olon Ribaud“, danno un quadro sufficientemente esauriente del contenuto del libro

di Piera Birolo

DIECI DOMANDE SU GOFFREDO OLON RIBAUD

L’ambiente, il paesaggio, nella prima parte del libro sono i veri protagonisti. Quale ruolo hanno per Goffredo?

R. rappresentano un luogo esclusivo, dove nessuno, oltre al protagonista (che in questo caso è Goffredo, ma potrebbe essere chiunque) può e ha il diritto di stare. Anche se unico e irripetibile, quello che Goffredo compie in questo luogo è tuttavia un viaggio tutti dovremmo fare. La descrizione dettagliata dell’ambiente serve a far comprendere che per quanto paradossale, si tratta di un luogo reale.

Ulrica è il primo personaggio che torna alla mente di Goffredo. La scena è ambientata a Torino.Chi è Ulrica?, che cosa rappresenta?

R. Ulrica è un personaggio che ho riesumato da un romanzo che avevo scritto da ragazzo e mai pubblicato. Rappresenta la coscienza civica della gente. Capisce che nell’uomo c’è una potenzialità che la società non esprime. Eppure la società è fatta di quegli stessi individui. È convinta che nel corso della storia qualcosa sia andato storto e ne ricerca le cause indagando nei musei. Questo incontro risveglia, inconsciamente, in Goffredo il dubbio che i suoi sogni e progetti non riusciranno da soli a portarlo alla piena realizzazione di sé.

Furio Levi l’artista, il pittore di Crocefissi… Quanto conta l’Arte per Te? Quanto aiuta Goffredo nella sua ricerca?

R. L’arte ha un’importanza fondamentale nella nostra vita, perché è un’espressione dello Spirito e non dell’anima (io non decido di fare arte, io esprimo arte). È la testimonianza evidente che l’uomo è uno spirito che ha un’anima che vive in un corpo. L’incontro con Furio inferisce un’altra picconata alle certezze di Goffredo. Furio è un puro. Non accetta compromessi e l’averlo fatto lo fa sentire sbagliato. La sua figura è associata alla selva che è rigogliosa ma soffocante. Lui è un ebreo che ha la fissazione del Crocifisso. Non riesce a comprendere come i cosiddetti cristiani possano accettare l’evento cristologico con indifferenza. Confrontandosi con lui, Goffredo si rende conto di non essere quello che si definisce. La sua è una maschera, un’etichetta che altri hanno appiccicato su di lui.

La palude: salamandre, felci, umidità, melma, difficoltà di ogni genere, lessico quasi aulico… Ma c’è una voce: “Freddy, Freddy, sono qui amore, mi senti?” Chi è Michela? Cosa rappresenta?

R. Ovviamente parliamo di quella che una mia lettrice ha definito Michela 2. Michela Raggiodisole è il desiderio del cuore. La donna di cui si è innamorato. L’obiettivo da raggiungere : “raggiungimi!” gli ha chiesto lei. È il legame con la vita nel senso più elevato del termine perché intuitiva e spirituale.

La storia dell’anello di Jacò Malanima: è una ricerca dell’identità? Qui le colpe dei padri ricadono sui figli. Perché sempre questi sensi di colpa? Raccontaci questa storia

R Più che una ricerca è la denuncia, la presa di coscienza di una condizione alla quale nessuno può sottrarsi. La morte è una maledizione alla quale tutti gli uomini sono sottoposti. L’anello rappresenta la paura, ed è una catena che ci tiene legati alla maledizione. È qualcosa che ci è stato imposto, non è qualcosa che inscindibilmente fa parte di noi , e come tale si può rompere. L’apostolo Giovanni nella sua prima lettera scrive: “L’amore perfetto caccia via la paura”, e più avanti aggiunge: “Dio è Amore”. Noi non siamo nati per morire, ma per vivere!

4° giorno: il deserto. Salire sul monte, ancora Ulrica sono tutte immagini metaforiche?

R. Assolutamente sì. ogni ambiente mette a nudo uno stato d’animo del protagonista e preannuncia il ricordo che seguirà, che ne è la causa.

Diogene, forse il personaggio più affascinante. Un’altra arte: la musica. Come può la musica aiutarci a conoscerci meglio? “Per cosa vive l’uomo?”

R. Il personaggio di Diogene nasce in un modo curioso. Un mio amico tastierista, mi ha chiesto di inserire un pianista nella trama del libro. Stranamente questo suggerimento era perfetto per quello che volevo dire e non solo l’ho accontentato, ma lo pure ringraziato. La musica è arte e quindi espressione dello spirito. Lo spirito parla una lingua universale e la musica ha un linguaggio universale, non c’è bisogno di traduzione e sa comunicare all’anima mettendo a nudo i sentimenti e le emozioni. Diogene intuisce che i modelli proposti dalla società sono artificiosi e che mal si adattano alla vera natura dell’uomo e ancor meno possono soddisfarne i veri bisogni, ma la sua ricerca lo ha portato in un vicolo cieco perché è puramente intellettuale e filosofica. Per quanto riguarda “per cosa vive l’uomo” , so di cavarmela a buon mercato se dico: per entrare nella vita, ma è la verità. Se uno vive solo per ritardare il più possibile il giorno in cui finirà nella fossa, anche se vivesse mille anni la sua vita sarebbe comunque stata vana. L’uomo vive per vivere e non per andare incontro alla morte.

La valle, la caverna (voragine del cuore. Trasposizione di esperienza somatica, non virtuale) “Quell’isola ero io” spiegaci queste parole

R. A metà del suo viaggio, Goffredo comprende che le sollecitazioni emotive che sta vivendo non sono dovute alle vicissitudini che sta attraversando, ma alla scoperta di stati d’animo un tempo sepolti, nascosti dentro di lui e che ora, trovandosi immerso nella propria solitudine, emergono rivelandogli chi lui veramente è.

Aristide: chi rappresenta? Le storie dei frati, la vita monastica esperienza a cui aspiri o studiata appositamente per Goffredo?

R. Aristide è un personaggio chiave nella vicenda di Goffredo. È colui che gli indica lo strumento attraverso il quale può arrivare a scoprire il vero senso della vita: la fede! Non a caso gli parla di Abrahamo che è il padre della fede. I frati e la vita monastica, al contrario rappresentano la religione che può appagare l’anima, ma non può soddisfare lo spirito. Nessuna religione lo può fare. l’apostolo Paolo spiega bene queste cose nella lettera ai Galati. Quello che può soddisfare veramente l’uomo è una relazione intima con Dio che si può avere solo attraverso la fede, la quale non è un concetto puramente astratto, ma, per usare l’espressione dell’autore della lettera agli Ebrei: “la fede è certezza delle cose che si sperano e dimostrazione delle cose che non si vedono”.

La montagna, il cratere, il viaggio di ritorno e il “nuovo innamoramento” era proprio qui che volevi arrivare? Perché?

R. Goffredo s’innamora di Michela non soltanto perché è una bella ragazza, ma soprattutto perché lei riesce a comunicargli qualcosa di profondo del tutto affine al suo più intimo bisogno. Ma anche se capisce che lei gli sta dicendo la verità, è bloccato dalla ragione e non riesce a “raggiungerla” . Nel raccontare questa storia paradossale ho voluto far comprendere che per superare le barriere intellettuali bisogna affidarsi a qualcosa capace di bai-passare la razionalità che è pur sempre limitata e frutto delle nostre più o meno vaste esperienze. Ma la verità non è razionale è semplicemente vera.

Il TDGC a noi ha portato fortuna

Il TDGC a noi ha portato fortuna

Il TDGC a noi ha portato fortuna, ovvero partecipare al Premio Letterario Internazionale Terra di Guido Cavani ha posto due nostri autori sul podio nella terza edizione

La quarta edizione è partita da poco e noi speriamo che i nostri autori, anche questa volta, decidano di partecipare. Tuttavia, pensiamo che non sarà facile emergere in questa nuova edizione, e sicuramente non per il fatto che gli scrittori EEE non siano bravi, anzi, piuttosto crediamo che, visto il successo ottenuto nella precedente edizione, questa volta il girone degli ebook sarà piuttosto affollato.

Di seguito vi riportiamo le linee guida della sezione B, quella dedicata, appunto agli ebook editi:

Una prima Giuria di tecnici porterà 10 degli ebook iscritti in Finale. questi saranno valutati da una Giuria di assidui lettori che premierà i primi 7 classificati. La sezione aggiudica anche 4 Premi Speciali. Questa è l’unica sezione del Terra di Guido Cavani dove – essendo logicamente impossibile rendere anonimi gli Autori degli ebook – ad essere anonimi saranno i componenti delle Giurie.

SEZIONE B – EBOOK EDITI

  • Ebook ammessi: editi tra il 1° gennaio 2014 e il 31 dicembre 2017, dotati di ISBN o ASIN
  • Età di partecipazione: dai 18 anni in su
  • Massimo battute consentite: 400.000 spazi inclusi, considerando il solo testo
  • Montepremi totale: € 960,00 in contanti
  • Premiati: primi 7 della Classifica Assoluta – Vincitore Assoluto: € 500,00 + Trofeo
  • Quota iscrizione: € 17,00 – Quota iscrizione associati: € 14,00
  • Scadenza iscrizioni: ore 23.59 del 21 febbraio 2018

Per le specifiche di partecipazione a questa sezione vedere l’allegato B del Bando.

Non dimenticatevi però che è anche possibile cimentarsi con un racconto inedito che risponda al tema proposto dal Premio: l’Equivoco

Il bando nella versione integrale, le specifiche, il regolamento e il form d’iscrizione li potete trovare sul sito ufficiale www.terradiguidocavani.com