C’è paura e paura…

C’è paura e paura…

La paura ci accompagna, in questi tempi scellerati che stiamo vivendo, col suo carico di insicurezza e di angoscia. Ma la paura è anche compagna inseparabile della condizione umana.
Io, che mi occupo di libri, sono tuttavia persuasa che ci sia una paura che fa molto bene al nostro spirito, ed è la paura “controllata” che proviamo leggendo un thriller o un romanzo horror: partecipiamo con le nostre emozioni, ci lasciamo coinvolgere, siamo magari testimoni di eventi terribili… poi chiudiamo il libro, è tutto finito, siamo ancora liberi e integri.
E scarichiamo le nostre tensioni. Abbiamo provato una paura catartica e liberatoria.
Anche nel video di questa settimana affronto il tema dell’orrore in letteratura, argomento che ho già avuto modo di toccare più volte in passato, per esempio in questo vecchio video che si intitola “I meccanismi della paura”.
Antarctica Observer, un horror con una particolare ambientazione di tipo “gotico” è il romanzo, appena pubblicato, di un giovane autore, Andrea De Magistris, che situa l’azione in una base scientifica in Antartide. 

Per l’agente dell’FBI Tom Hewitt l’incubo ha inizio in una fredda mattina di fine settembre, in un desolato vicolo di New York. A fare la differenza con ogni altro caso di omicidio però è l’identità della vittima; perché sotto i flash implacabili delle fotocamere degli uomini della scientifica non si delineano i tratti di uno sconosciuto, ma le linee familiari e care di Claire Savage, la partner di una vita. La ricerca della verità inizia il suo corso, ostacolata da misteri e segreti che lottano per rimanere nell’ombra, da forze celate nell’oscurità che operano nel più impensabile dei luoghi. Per far chiarezza sulla morte della sua collega l’agente Hewitt dovrà addentrarsi tra i cunicoli labirintici della Observer, base scientifica nel cuore del Plateau Antartico, e combattere contro nemici e contro un male dalla natura inimmaginabile.

Piera Rossotti Pogliano
Direttore Editoriale di Edizioni Esordienti E-book

  • Formato: Formato epub – Kindle
  • Dimensioni file: 2079 KB
  • Lunghezza stampa: 455
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (5 giugno 2017)
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-394-9

Cinzia Morea e il Gioco di Libri

gioco-di-libriCinzia Morea e il Gioco di Libri

Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un colore, un animale, un quadro e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Costantino al Festival delle Nuvole

Sinossi

 
Costantino è un ragazzo come tanti altri , forse un tantino introverso, con una famiglia come tante altre: una sorella con cui non va troppo d’accordo, e genitori un po’ distratti ma amorevoli.
E poi ha uno zio. Un uomo dalle misteriose occupazioni, che non vede da tempo e che doveva ospitarlo, insieme alla sua famiglia, per le vacanze estive, ma che pochi giorni dopo il loro arrivo scompare.
Costantino scopre allora che suo zio esercita il mestiere inconsueto di cacciatore di meraviglie e che il momento della sua scomparsa è alquanto inopportuno, in quanto coincide con un periodo di lavoro intenso: lo zio doveva soddisfare importanti ordinazioni ed è necessario trovare al più presto un cane di una razza particolare, un Mastino Nuvolare per un’eccentrica cliente…
Da Ferrara a Biella e da qui a Vieste, Costantino parte alla scoperta di luoghi dalla magia insospettata, incontra persone speciali, scopre di essere capace di gestire la sua vita e di voler decidere che cosa fare “da grande”, senza che altri scelgano al posto suo.

 

Se “Costantino al Festival delle Nuvole” fosse

 

Una città: Atlantide

Se Costantino al Festival delle Nuvole fosse una città sarebbe l’acropoli posta da Poseidone al centro della misteriosa isola di Atlantide, circondata da due cinte di terra e tre di mare e da alte mura, rivestite di bronzo, stagno e oricalco.

La misteriosa isola su cui sorge, più grande di Asia e Africa messe insieme, governava, ai tempi della sua grandezza, su metà del mondo allora conosciuto e si estendeva, per quanto ne sappiamo, appena al di là delle colonne d’Ercole. Purtroppo scomparve senza lasciare traccia, tra inondazioni e terremoti, dopo una sanguinosa guerra combattuta contro la città di Atene. Platone, come unica fonte antica, ci racconta della sua esistenza e da allora sognatori, utopisti, storici, ciarlatani ed avventurieri si scervellano sulla sua esatta ubicazione mentre molti romanzieri hanno fantasticato riguardo la potente civiltà di discendenza divina che la abitava.

Silvestro, lo zio di Costantino, da bravo cacciatore di meraviglie, non potrebbe fare a meno di tentare di cercare la verità nella leggenda, né di coinvolgere il nipote nell’avventura.

Forse potrebbero accettare di scoprire dove sorgeva la città in cambio della notizia su chi fosse il vero padre di Merlino, o dell’ubicazione del tesoro dei Templari.

Costantino anche in questa circostanza non rifiuterebbe il suo aiuto, e avrebbe anche un’idea su dove cominciare a cercare: Priscilla infatti un giorno si lasciò sfuggire con lui che Atlantide sarebbe l’isola di Madera, un tempo coperte di vasti boschi di Quercus expandens. Costantino di certo inizierebbe a indagare da lì…

 

Un personaggio: Antoine de Saint Exupery

Se fosse un personaggio famoso il mio romanzo… sarebbe Antoine de Saint Exupery, l’ammaliante autore de Il Piccolo Principe, la cui strada, come afferma la moglie Consuelo nella sua biografia Memorie della Rosa, era tra le stelle.

Pilota della compagnia aeropostale francese e poi pilota di guerra ai tempi in cui da ogni viaggio si poteva anche non tornare, nel suo romanzo Volo di notte descrive le emozioni che si provano quando si vive avendo come stanza il mondo e come soffitto il cielo e forse, a differenza di Costantino, avrebbe apprezzato un giro su una mongolfiera che non è altro una nuvola alata.

Ricco di contraddizioni viveva, anche quando era al suolo, con la testa fra le nuvole e sapeva guardare il mondo con infantile stupore.  Il suo Baobab che con le possenti radici sgretola i piccoli pianeti mi ha ispirato la Quercus expandens e, senza che me ne rendessi conto, un po’ della poesia del suo grande Piccolo Principe dev’essersi posata sul mio Costantino, dato che i lettori hanno riscontrato una somiglianza fra i due.

Una pietanza:

Semifreddo alle meringhe

Se il mio romanzo fosse una pietanza sarebbe un dolce: il semifreddo alla panna che uno dei maghi nuvolari, il penultimo, ha scelto di solidificare al Festival delle nuvole, all’interno di una coppa fatta anch’essa di vapore solidificato, e che ad ogni cucchiaiata era in grado di far volare in aria chi lo mangiava.

Per prepararlo occorrerebbe una nuvola, meglio un cirro, da lavorare con l’aiuto di un soffianuvole e di un mago nuvolare secondo un procedimento segreto. Ma il risultato finale assomiglia molto al seguente semifreddo di Nigella Lawson:

SEMIFREDDO ALLE MERINGHE

500 ml di panna fresca

200 g di cioccolato fondente

200 g di meringhe

Rhum q.b.

Preparare la panna montata, aggiungervi un po’ alla volta e mescolando delicatamente il cioccolato tagliato a scagliette, le meringhe sbriciolate e il rhum. Versare il composto in uno stampo da plumcake foderato di pellicola trasparente e lasciarlo in freezer per 24 ore.

Tagliare a fette spesse e servire con crema al cioccolato o frutti di bosco.

Una canzone: Peter Pan di Enrico Ruggeri

E infine la canzone… Costantino al Festival delle Nuvole sarebbe Peter Pan di Enrico Ruggeri. È una canzone sognante e misteriosa in cui il protagonista non è mai nominato, se non nel titolo, eppure mi è sempre sembrato perfettamente chiaro che non potesse essere nessun altro se non il protagonista delle opere di James M. Barrie. Nulla la accomuna al mio romanzo se non la sensazione di voler rimanere almeno con un piede nel mondo dell’infantile meraviglia dove tutto è possibile.

Dettagli del libro

Formato: Formato ebook
Dimensioni file: 518 KB
Lunghezza stampa: 156
Editore: EEE-book (21 settembre 2014)
Venduto da: Amazon – Kobo
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-211-9

Gli autori italiani ci salveranno. Lo dicono i dati

Gli autori italiani ci salveranno. Lo dicono i dati

di Giovanni Peresson

Ormai da anni il dato strutturale del settore colloca le traduzione di libri stranieri (tutti i libri) – tra il 23 e il 24% fino a tutti gli anni Novanta – a un più modesto 17-18%. Detto altrimenti: si pubblicano oggi più libri di autori italiani e si compra meno dall’estero. Significa che, passo passo, anche la dimensione autoriale – dalla saggistica al libro per bambini, dall’illustrato al fantasy – si è rinnovata. Autori più giovani, che hanno viaggiato di più, sono stati spesso e per più tempo all’estero, hanno attraversato e sono stati attraversati dai nuovi linguaggi del graphic novel, dei videogiochi, del cinema seriale,  sono arrivati alla scrittura – a qualunque tipo di scrittura – da percorsi professionali non più necessariamente umanistico-letterari e molto più internazionali di quelli fatti dai loro colleghi negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Si sono «innovati» anche loro, all’interno della più generale innovazione del settore. E forse hanno incontrato sul loro cammino scuole di scrittura, editor e scout che, più o meno, hanno percorso le loro stesse esperienze.

All’interno di questo processo, la narrativa di autore italiano rappresenta una delle due punte emergenti dell’iceberg. Le vendite della narrativa di autore italiano nel 2011 (escluso Amazon, gli e-book e i testi di autori «indie») rappresentavano il 36% del valore  delle vendite nei canali trade. Nel 2016 sono salite al 41% (e senza considerare la narrativa YA che nell’editoria italiana è attribuita alla categoria della fiction generale). Anche a copie assistiamo a una crescita analoga: dal 37% al 41%. La domanda di storie, di personaggi, di linguaggi, di mondi narrativi da parte del pubblico, si è spostata. I lettori continuano a essere incuriositi da plot narrativi stranieri (non a caso abbiamo parlato in questi anni di cataloghi geo-editoriali: sud est asiatico, aree di letterature slave, nordeuropee, anche statunitensi di «riscoperta»), ma cresce l’interesse per il mondo e le realtà che abbiamo sotto casa. Che si fa probabilmente fatica a capire solo con le più usuali chiavi interpretative della saggistica e del giornalismo d’inchiesta.


Così la narrativa di autore italiano è tra i settori che hanno mostrato in questi anni andamenti migliori rispetto alla media del mercato, e migliori lungo tutto il periodo (con la sola eccezione del 2016). Ha attutito i segno «meno» e ha rafforzato (2015) i segni «più».

Le ragioni sono diverse, e ancora si differenziano per i tanti segmenti che la compongono: come mostrano alcune slide dell’indagine sul tema che ha presentato Nielsen a Tempo di libri. Alcune componenti sono trasversali. Il formarsi di una generazione di autori che lavora molto di più su una letteratura e una scrittura di genere: a cominciare dal giallo e dal fantasy o dalla letteratura YA e dal graphic novel. Autori che provengono da settori diversi da quelli tradizionali del lavoro umanistico o editoriale. Frutto anche di un’attività di scouting che ha saputo muoversi su territori assai meno esplorati, come quello dei social, e che – assieme all’editor – ha trasformato questi materiali in testi narrativi. Ma anche editori: il caso maggiormente emblematico è Sellerio (ma lo stesso discorso vale anche per E/O) che sotto l’ombrello di Camilleri è stato capace di scoprire e far crescere nuovi autori. Si è trattato, cioè, di un ampio e diffuso processo di innovazione e di investimento sugli autori: dall’editing ai tour di lettura.

In un articolo uscito qualche tempo fa sul «Venerdì di Repubblica» (Dal Nord al Sud, piccoli Montalbano crescono di Alberto Riva, 17 maggio 2017) si metteva bene in evidenza questo aspetto: la forte dimensione regionale che è venuta assumendo, ad esempio, la crescita del giallo di autore italiano. Esprimendo un bisogno del lettore di identificarsi in elementi geografici, paesaggistici, culinari, in modi di dire, costumi e abitudini. Senza per questo cadere nello stereotipo.

Tradotto, significa che la narrativa italiana – non necessariamente di genere – sa oggi rispondere assai meglio rispetto al passato a bisogni di riconoscimento in mondi narrativi che sono più congeniali e vicini al lettore italiano. E anche le distanze tra qui e al di là dell’Atlantico, o delle Alpi o della Manica si sono fatte più brevi. Perché anche l’editore e il lettore straniero si riconosce in quelle narrazioni.

Tutto ciò ha poi un impatto non secondario sulla vendita di diritti all’estero. Non è un caso se la narrativa di autore italiano sia uno dei generi con il maggior tasso di crescita nell’export di diritti, con le oltre 1.600 opere vedute nel 2016 a editori stranieri.

Sorgente: Gli autori italiani ci salveranno. Lo dicono i dati

Le promozioni di giugno su Amazon

Le promozioni di giugno su Amazon

Avete tempo fino a domani per approfittare delle promozioni che Amazon ha riservato ad alcuni titoli EEE per il mese di giugno. Fra questi, sono diverse le novità proposte.

Fino al 13 giugno

Arduhinus di Grazia Maria Francese

Alla fine del decimo secolo l’Italia è cosparsa di rovine. Bande di Saraceni, Ungari, Norreni l’hanno devastata e i discendenti di Carlo Magno si sono dimostrati deboli, incapaci di respingerne le scorrerie. La popolazione per sopravvivere è costretta a rifugiarsi in bastide e castelli, sotto la protezione dei signori feudali.
La situazione di disordine del Regno Italico ha attirato le mire dei sovrani Sassoni, che si sono impadroniti del titolo imperiale. Quando i Sacri Romani Imperatori calano verso Roma per farsi incoronare dal Papa, i loro eserciti si lasciano dietro una scia di saccheggi e soprusi che colpiscono ugualmente contadini e abitanti delle città.
Molti tra i nobili, di origine longobarda o franca, tentano di ribellarsi a quella che sta diventando una dominazione straniera imposta con la forza e spesso sostenuta dai Pontefici romani. Tra loro manca, però, qualcuno capace di unire le forze di grandi feudatari e piccola nobiltà contro lo strapotere dei Sassoni, rivendicando la corona del Regno Italico.
A Plumbia, un castello sul fiume Ticino, nasce nel 955 il secondo figlio del conte Daido. Sul volgere dell’anno Mille, nelle cronache compare sempre più spesso il nome di quest’uomo: Arduhinus.

Eroi dimenticati di Paolo Fiorino

Franco Lucchini è un giovane pilota della Regia Aeronautica, eroe e asso dell’aviazione legionaria durante la guerra civile spagnola. La sua vita è il volo e il suo l’unico pensiero è lo stormo. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il suo dovere di combattente diventa più importante di ogni altra cosa, anche più della sua stessa vita e della giovane moglie Luisa. Franco Manzini al contrario è un soldato, un uomo semplice travolto da una guerra terribile che irrompe nella sua vita e lo trascina con sé nell’infinito deserto della Libia. Dall’Africa a Malta, all’estrema difesa della patria dai bombardieri alleati, tra duelli aerei, grandi battaglie, vittorie e spaventose tragedie, l’asso trova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, lo scopo di tutta la sua vita, mentre il soldato lotta strenuamente per tornare a rivedere la sua casa e la sua famiglia. Due uomini profondamente diversi, due vite parallele e lontane, accomunate dal doloroso incedere della guerra. Due destini che si incrociano solo per un istante, un fuggevole momento tra le sabbie del deserto africano, per poi tornare ad allontanarsi definitivamente, ciascuno in cerca del proprio epilogo sullo sfondo della peggiore tragedia che il mondo abbia mai vissuto.

Il cammino di Neko Kurotachi di Massimiliano Saputo

Nel Giappone della prima era Tokugawa, a cavallo del 1600, un ronin è un samurai ramingo, che non ha un signore da servire, è un pericoloso vagabondo senza onore e indegno di considerazione. Ma Yoshi “Neko” Kurotachi, ronin per tragiche circostanze, non può rinunciare al suo senso dell’onore, perché ritiene che chi è senza onore non possa essere un uomo.
Qualcuno, però, insegna a Neko che si può essere fedeli al bene prima ancora che all’onore, alla verità, prima ancora che alla giustizia. E oltre a tutto questo, c’è ancora l’amore. È questo il messaggio di un gesuita portoghese, Padre Guillermo, da anni in Giappone con pochi confratelli, per portare la parola di Cristo, apparentemente lontana dalla cultura giapponese. Neko, tuttavia, arriverà a rendersi conto che l’atteggiamento esistenziale di un samurai, un uomo votato alla morte con una fiducia assoluta nel suo signore e nell’appartenenza ad una ferrea gerarchia , non è più sufficiente a dare senso alla complessità della vita, al dolore e alla morte, perché il suo cuore è stato toccato dalla scoperta di un amore che perdona ogni errore e scende fin dentro l’oscurità di ognuno di noi.
Sullo sfondo delle atroci persecuzioni contro i cristiani, l’avventura umana e guerriera di Neko Kurotachi porta il lettore in un mondo lontano dal punto di vista temporale e culturale, mettendo però in risalto i sentimenti e le scelte inevitabili che appartengono agli uomini di qualsiasi tempo.

Il cuore sbagliato di Stefano Pavesio

Un’impressionante serie di delitti efferati, tra il 2014 e il 2015, legati tra loro dalla presenza, accanto ai cadaveri o inciso sui loro corpi, di un numero a quattro cifre, mette a dura prova l’acume investigativo del tenente colonnello dei Carabinieri Corrado Beneghetti e della sua amica Carla Vicini, dei RIS. Un altro elemento comune alle vittime è la loro origine riconducibile alla val Tanaro, tranquilla, provinciale, quasi sonnacchiosa, con i suoi paesini dove tutti conoscono tutti. Ma il male si può annidare ovunque, e molti ricordano ancora un terribile delitto di dieci anni prima, quello di un bimbo di nove anni seviziato e sepolto ancora vivo in un bosco. È possibile che questa crudele uccisione abbia qualcosa a che fare con i delitti presenti? E, soprattutto, è possibile ricondurre tutti questi crimini ad un’unica mano assassina?
Il cuore sbagliato è un romanzo che va oltre i toni del thriller e del noir, per scavare nelle motivazioni profonde dell’assassino, delle sue responsabilità, ma anche dell’ineluttabilità delle sue scelte, in una storia dove quasi nessuno è davvero innocente.

Il piede sopra il cuore di Mario Nejrotti

Sicilia, 1943: mentre gli Alleati sbarcano in Sicilia, la mafia si prepara ad essere protagonista dei nuovi scenari politici del dopoguerra collaborando con gli americani e cercando di insediare i suoi uomini ai posti di potere, mentre cerca di trarre ancora tutti i guadagni possibili dalla borsa nera e dalle connivenze con il fascismo, che ormai sferra gli ultimi colpi di coda.
Le persone integre, quelle che rifiutano la collusione, vengono eliminate senza pietà: è il caso del professor Di Salvo, che muore in un attentato in cui è sterminata anche la sua famiglia. Per un caso fortuito, si salverà soltanto il piccolo Santino, che resta solo al mondo. Ma un personaggio molto singolare entrerà in gioco per prendersi cura di lui.
Questo romanzo, dove è protagonista la “piccola storia” quotidiana delle persone, che scorre a fianco della Grande Storia, conduce anche a una riflessione più intima e profonda sul significato della libertà, della responsabilità, della giustizia, della comprensione e, in definitiva, della difficoltà e della grandezza di essere uomini.

Il volo delle coppie di Sergio Rustichelli

Il volo delle coppie è un racconto in dodici episodi, che vedono coinvolte dodici coppie cui nell’arco temporale di un anno succederanno degli avvenimenti eccezionali che stravolgeranno le loro vite. Sarà solo un caso? Ci saranno delle forze che periodicamente si adopereranno per propiziare questi accadimenti? Tutto alla fine sarà cambiato, e solo alla fine tutto sarà svelato. La penna di Sergio Rustichelli è ironica, a tratti graffiante, quasi sempre impietosa.

I muri del buio di Lu Paer

Lorenzo è un giovane romano avvenente e sfaccendato. La sua vita cambia radicalmente un giorno quando decide di trascorrere una settimana sulle Dolomiti. Qui incontra Anna, convinta ecologista e acerrima nemica della caccia; il giovane è affascinato dalla ragazza, dalle sue idee e dai suoi amici animali e, a poco a poco, cambia la sua visione del mondo e comprende quanto sia sbagliato uccidere gli animali per il semplice gusto di farlo. Ma il tranquillo villaggio di montagna viene sconvolto da una serie di inquietanti delitti, che coinvolgeranno anche Anna e Lorenzo.

L’oro di Gorgona di Alessandro Cirillo

9 settembre 1943: il giorno dopo l’armistizio di Badoglio, una nave militare attracca all’isola di Gorgona per nascondervi quattro tonnellate d’oro. Eseguita la missione, la nave viene silurata sulla via del ritorno e l’unico sopravvissuto registrerà in un diario personale l’avvenimento, indicando il luogo segreto dove è seppellito il tesoro. Sarà un bisnipote a leggere quel diario e a permettere il ritrovamento del tesoro. Mentre è in corso il trasferimento al caveau della Banca d’Italia, la malavita italiana, in combutta con la mafia albanese, riesce a sottrarre il tesoro e a trasportarlo in Albania.
L’oro di Gorgona lascerà dietro di sé una lunga scia di sangue, ed i responsabili di questo non sono solamente i malviventi, ma anche personaggi insospettabili, “mele marce” ben nascoste e assolutamente nostrane.
Toccherà ancora una volta a Nicholas Caruso, Ruben Monteleone e ai loro compagni sotto copertura cercare di ristabilire la giustizia, e lo faranno, come sempre, con i loro metodi non sempre ortodossi ma coraggiosi ed efficaci.

Nero pesto di Emanuele Gagliardi

Roma, 1979. Sono gli anni in cui eversione nera e terrorismo rosso insanguinano la Capitale aggiungendosi agli attacchi diretti allo Stato culminati nel rapimento e uccisione di Aldo Moro. Omicidi, sequestri, rapine, violenze hanno spesso connotazione ideologica e così, quando un portinaio di 60 anni iscritto al MSI, Alfredo Mancini, viene trovato morto, orrendamente mutilato, il commissario capo della Squadra Mobile Umberto Soccodato si indirizza senza esitare sulla pista politica, benché le caratteristiche del delitto lascino ipotizzare un movente passionale forse omosessuale. Qualche giorno dopo, nello stesso stabile, avviene un secondo omicidio. A parte il teatro dei delitti e le simpatie destrorse delle vittime, non parrebbe esserci un comune denominatore tra i due casi. Ma è davvero così? Soccodato e i suoi collaboratori si muovono non senza grossi rischi e affanni nel sottobosco del terrorismo neofascista che per le sue aderenze con gli ambienti istituzionali e con la grande criminalità capitolina si rivela un nemico quanto e forse più insidioso delle temibili e meglio organizzate formazioni eversive di sinistra.

Scrivere mi piace: INTERVISTA alla Casa Editrice EEE Ed.Esordienti Ebook

Scrivere mi piace: INTERVISTA alla Casa Editrice EEE Ed.Esordienti Ebook

Dal Blog Scrivere mi piace, un’intervista a Piera Rossotti Pogliano, Direttore Editoriale di EEE

Eccomi tornata con le interviste alle Case Editrici.

Quando sono stata al Salone Internazionale del libro di Torino, ho collezionato molti contatti degli Editori che hanno attirato la mia attenzione, quindi in questi giorni vi presenterò alcuni di loro, che hanno gentilmente risposto alle mie domande.

Oggi ho il piacere di presentarvi EEE Edizioni Esordienti Ebook

1. QUANDO E COME E’ NATA LA CASA EDITRICE, E QUAL ERA LA VOSTRA IDEA DI PARTENZA? PERCHE’ HA QUESTO NOME?

La CE è nata nel settembre 2011; l’idea di partenza era quella di pubblicare autori esordienti, e per “esordienti” intendiamo autori “non ancora famosi, ma meritevoli di diventarlo”, e di farlo puntando soprattutto sull’e-book, una scelta che allora è stata quasi una scommessa, ma che si è rivelata vincente, anche se molti titoli li pubblichiamo anche in formato cartaceo.

2. COME SI STRUTTURA LA PRODUZIONE EDITORIALE?

Pubblichiamo e-book e cartacei, precisamente romanzi (mainstream e romanzi di tutti i generi, dalla collana “L’amore ai tempi del web” che parla d’amore nel mondo contemporaneo, a “Adrenalina”, per i romanzi thriller e horror, “Grande e piccola storia” per gli storici, “Luci rosse” per il genere erotico… ecc. ), poesia, collana “Poësis” , teatro, collana “Fuoridallequinte”. Abbiamo anche qualche titolo che documenta esperienze specifiche e che riteniamo interessanti, in una collana che si chiama “Esperienze e testimonianze”.

3. QUAL E’ IL FILO COMUNE CHE LEGA LE VS. PUBBLICAZIONI?

La qualità dei testi, che sono selezionati. Secondo noi, il valore aggiunto di una pubblicazione attraverso una CE, oggi che in realtà è facilissimo pubblicare in self, è proprio la selezione. Mettiamo il marchio solo su quello che ci piace e che, a nostro giudizio, vale la pena di promuovere e il criterio che ci guida è il rispetto per il lettore.

4. QUANTI TITOLI PUBBLICATE L’ANNO?

Una settantina di pubblicazioni all’anno, tenendo conto che i due terzi sono sia e-book, sia cartaceo, gli altri solo e-book… diciamo una media di 50 nuovi titoli.

5. COME SCEGLIETE GLI AUTORI E/O GLI ILLUSTRATORI DA PUBBLICARE?

Gli autori ci mandano i loro manoscritti, li leggiamo e, se ci piacciono e sono in linea con il nostro catalogo, pubblichiamo. Semplice semplice.

6. QUALI SONO I TITOLI CHE HANNO RICEVUTO UNA MIGLIORE ACCOGLIENZA DA PARTE DEL PUBBLICO IN TERMINI DI VENDITA?

Il nostro primo best-seller (quindicimila copie in e-book) è stato Io dormo da sola, di Salvatore Paci e Emanuela Baldo, poi ripubblicato da Newton&Compton sotto lo pseudonimo autoriale di Asia Stella; tra i nostri autori, il best-seller è Alessandro Cirillo, che scrive thriller d’azione, abbiamo appena pubblicato il suo sesto romanzo, poi ci sono Giancarlo Ibba, Andrea Ravel, Mario Nejrotti, Sabrina Grementieri (che oggi pubblica con Rizzoli e Sperling&Kupfer, ma di cui abbiamo ancora due titoli in catalogo) e Emanuele Gagliardi. Quindi, vendono soprattutto thriller, giallo e rosa, i romanzi di genere, insomma.

7. QUANTO SONO DIFFUSI E CONOSCIUTI I VOSTRI LIBRI IN ITALIA? SIETE SODDISFATTI DELLA DISTRIBUZIONE E DELLA VISIBILITA’ A VOI RISERVATA IN LIBRERIE, BIBLIOTECHE, ECC.?

Nel mare magnum dell’editoria medio-piccola è dura emergere, e la nostra CE è giovane, anche se la sottoscritta non lo è più… Cerchiamo di farci conoscere per la serietà dell’impegno e la validità delle opere che proponiamo. Dire che siamo soddisfatti della visibilità non sarebbe veritiero, ma continuiamo a lavorarci e soprattutto, essendo una CE a vocazione in prima battuta digitale, cerchiamo di essere molto presenti nel web e con una presenza di qualità, sia attraverso il bloghttp://edizioniesordientiebook.altervista.org/, sia attraverso il canale Youtube, anche con lezioni di scrittura e lettura creativa:https://www.youtube.com/channel/UCbrNKDSs9eEtNQnFYKATozA
Intanto, sponsorizziamo il premio di poesia Parasio – Città di Imperia, il premio “Un bagaglio di Idee” della Fed.It.Art e siamo alla quinta edizione di un concorso tutto nostro, gratuito, questa volta dedicato al giallo-thriller-noir, che premia davvero chi merita. E poi, moltissimi dei nostri autori vincono premi, anche significativi, a livello nazionale, e questa è una bella pubblicità (sono segnalati nel blog).

8. QUAL E’ L’ASPETTO PIU’ COMPLICATO DEL VOSTRO MESTIERE?

Nell’editoria non c’è nulla di complicato, è soltanto un grande impegno, ma è anche molto interessante, è un lavoro bellissimo.

9. QUALI PROGETTI E AMBIZIONI COLTIVATE PER IL FUTURO?

Il progetto e il sogno è quello di diventare un vero punto di riferimento per gli autori non ancora conosciuti ma che hanno delle qualità e di farli conoscere. Nello stesso tempo, vogliamo continuare a considerarli amici e non soltanto numeri, come accade per la maggior parte degli autori che pubblicano con grandi CE.

E’ stato veramente bellissimo conoscere una realtà come questa, con tutti i pro e i contro, le gioie e i dolori… Cosa aspettate?
Visitate il loro SITO e leggete i loro romanzi.
E se siete autori esordienti, perché non proporvi?

Sorgente: Scrivere mi piace: INTERVISTA alla Casa Editrice EEE Ed.Esordienti Ebook

Le lettere dal manicomio del genio Artaud, tra deliri e poesia

Le lettere dal manicomio del genio Artaud, tra deliri e poesia

Le lettere dal manicomio di un genio del ‘900, Antonin Artaud: tra manie di persecuzione e deliri religiosi non mancano gli squarci lirici

di Camilla Tagliabue

“Scritti di Rodez” raccoglie le lettere dal manicomio di un genio del ‘900, Antonin Artaud (autore, tra gli altri, di due fondamentali manifesti sul “Teatro della crudeltà”). Malato da tempo, quando scrisse queste missive, il maestro subì pesanti sedute di elettroshock. Ma tra manie di persecuzione e deliri religiosi non mancano gli squarci lirici

Nell’aprile del 1943, dopo sei anni di silenzio fra le mura dei manicomi, Antonin Artaud (Marsiglia, 1896 – Ivry-sur-Seine, 1948) ricominciò a scrivere a medici, familiari e amici: fu l’inizio di una lenta ripresa dal suo stato psicotico, una ripresa che sarebbe durata non meno di tre anni, e il cui prezzo sarebbe stato una lunga serie di elettroshock, con gli orribili effetti di spossessamento e di torpore che ne conseguivano, descritti negli Scritti da Rodez.

ARTAUD SCRITTI DI RODEZ

di Camilla Tagliabue

Non sapessimo che l’autore è un genio, derubricheremmo gli Scritti di Rodez a caso clinico: le lettere di uno psicotico – grave – utili a inquadrare scientificamente una patologia psichiatrica, il cui valore poetico e profetico è pressoché nullo.

Si sa però che l’autore è un genioAntonin Artaud (1896-1948) –, quindi è d’obbligo compulsare questi Scritti di Rodez, editi da Adelphi (a cura di Rolando Damiani), alla ricerca di una qualche poesia e profezia. È utile innanzitutto precisare che i materiali, perlopiù epistolari, sono tra gli ultimi del teatrante – attore, regista, drammaturgo, teorico ecc. –: risalgono infatti al periodo del ricovero di Artaud presso l’ospedale psichiatrico di Rodez, dal 1943 al 1946.

Antonin Artaud

Le missive erano dirette, anche se non tutte recapitate, ai medici, alle amiche, agli amici intellettuali (come l’editore Jean Paulhan e gli scrittori André Gide e Arthur Adamov), alla madre (Euphrasie Nalpas, col cui cognome Antonin si firma spesso), ai teatranti (Jean-Louise Barrault, Roger Blin), agli artisti, pure a Pablo Picasso, nel tentativo di coinvolgerlo in un’asta di beneficenza per finanziare il ritorno di Artaud a Parigi (tra gli altri, concessero le loro opere Braque, Chagall e Giacometti).

A Rodez ci era finito, il folle marsigliese ricoverato in un manicomio parigino, grazie all’intercessione di un amico, il poeta Robert Desnos, che lo aveva affidato alle cure avanguardistiche del dottor Gaston Ferdière, seguace dell’arteterapia e pioniere della “terapia per convulsioni elettriche”.

Grazie alle accuratissime note, forse la parte meno ripetitiva e giocoforza più cristallina del libro, si viene a sapere delle numerose e pesanti sedute di elettroshock cui fu sottoposto il paziente, che all’epoca “pesava 55 chili e gli restavano solo otto denti in bocca”. Le diagnosi mediche si soffermavano, poi, sull’ampio spettro di disturbi del ricoverato, a vario titolo inquadrato come nevrastenico, sifilitico, psicotico, tossicomane, bipolare e quant’altro: “Nei primi elettroshock gli abbiamo rotto una vertebra”, annota il guru Ferdière. “Ma è irrilevante”.

Artaud era un uomo malato, e da tempo: dal 1917, scrive, “mi hanno fatto fare centinaia di iniezioni di ectina, di Galyl, di cianuro, di mercurio, di novarsenobenzolo e di quinby… un lungo avvelenamento con l’arsenico e il cianuro di potassio”. A Rodez lamenta di essere sempre affamato e reclama costantemente l’oppio, o la codeina, o la nicotina, o l’eroina, da cui era dipendente da anni, ben prima del famoso viaggio iniziatico in Messico, nel 1936, in cui scoprì i magici poteri del Peyote.

Il pensiero magico è un’altra patologia di cui soffre Antonin, che si sente “perseguitato e affatturato”: ora è vittima di forze ultraterrene, del malocchio, del Male, di Satana e delle “manovre erotiche dei demòni”; ora è bersaglio di un complotto e della “favola poliziesca ebrea”. Il suo feroce antisemitismo fa il paio con il conservatorismo sciocco, quando ad esempio sostiene che gli Inglesi siano peggio dei nazisti: era il 1943.

Il catalogo delle manie di persecuzione è lungo: Artaud dice di essere “misconosciuto e respinto”, “intossicato di sperma ed escrementi che mi vengono dai peccati di voi tutti” e, “come i veri poeti, e più degli altri uomini, orribilmente tormentato dai demòni”. Tutto si sente, insomma, fuorché pazzo, e infatti continua a parlare di sé in terza persona, ripetitivo come tutti gli ossessionati e ostinatamente sessuofobico.

Notevolissimo è anche il suo delirio religioso, grazie al quale si identifica in Gesù Cristo, o in Dio, o in San Patrizio – motivo per cui fu espulso dall’Irlanda nel ’37 e prontamente internato con la camicia di forza a Le Havre: “La mia vita è un esempio vivente dell’esistenza di tutti gli stati soprannaturali di cui la letteratura e i libri discutono senza conoscerli e che gli uomini odiano perché odiano il soprannaturale, il meraviglioso e Dio… La mia famiglia non è della terra ma del cielo”, e via così, ma basta col voyeurismo psichiatrico e veniamo alla poesia e profezia di cui si diceva.

Sorgente: Le lettere dal manicomio del genio Artaud, tra deliri e poesia – Il Libraio

EEE a Portici da leggere

EEE a Portici da leggere

Domenica 4 giugno 2017, si è svolta a Carmagnola (Torino) la prima manifestazione denominata “Portici da leggere”, con una nutrita partecipazione di editori e librerie piemontesi, che hanno esposto i loro titoli e presentato alcuni dei loro libri. Organizzazione impeccabile e attenta dell’Assessorato alla Cultura, e la presenza durante tutta la manifestazione del sindaco, Ivana Gaveglio, e dell’assessore alla cultura, Alessandro Cammarata.

EEE era naturalmente in prima fila con i suoi libri e con due dei suoi autori: Valeria De Cubellis, che ha presentato il suo primo romanzo, Un salto in paradiso, e Alessandro Cirillo, autore bestseller di EEE (“un ragazzo da diecimila copie”, come lo definisce l’editora e le copie sono nel frattempo aumentate!), che ha presentato il suo sesto romanzo, L’oro di Gorgona.

La manifestazione, nonostante la presenza delle autorità cittadine, si è svolta in un piacevole clima di informalità; molti lettori si sono fermati a guardare i libri, informandosi su contenuti e autori, oppure semplicemente per parlare dei propri gusti letterari o, identificando EEE soprattutto come editore digitale, per parlare di lettura in e-book (e curiosamente, molti di questi lettori erano persone di mezz’età, che affermavano di essersi abituate all’e-book, anzi, di preferirlo al cartaceo per leggere in viaggio, portandosi dietro un’intera biblioteca, oppure di notte, o ancora per poter leggere senza l’uso di occhialini da presbite, regolando la dimensione del carattere).

Brillante la presentazione dei libri, curata dal giovane consigliere Diego Quaterni, che ha dato prova di aver letto con grande attenzione i due testi ed ha sottolineato come le trame fossero costruite con maestria, rendendo “leggera” la lettura dei romanzi che tuttavia, ben al di là del puro intrattenimento, presentano entrambi tematiche varie e tutt’altro che superficiali, dalle motivazioni degli antagonisti “cattivi, ma mai del tutto” di Alessandro Cirillo alle ambientazioni di Valeria De Cubellis, che situa le sue storie in luoghi familiari, come i piccoli paesi della collina torinese, che sembrano sicuri e vivibili ma che, in realtà, non sono certo il “paradiso”, come si sarebbe invece portati a credere.

Alle parole di elogio del presentatore per i due autori, l’editora Piera Rossotti Pogliano è intervenuta sottolineando prima di tutto che la “filosofia” della casa editrice è proprio quella di selezionare con attenzione i manoscritti che vengono inviati alla redazione, e che gli autori pubblicati sono “esordienti” non semplicemente nel senso che sono agli inizi della loro carriera letteraria, ma intendendo con questo termine “autori non ancora famosi, meritevoli di diventarlo”, che sappiano raccontare delle storie, scriverle bene, farsi amare dai lettori.

Elena Grilli vince il Premio Giallo Indipendente

Elena Grilli vince il Premio Giallo Indipendente

Elena Grilli ha vinto il Premio Giallo Indipendente con il suo romanzo Come il mare ad occhi chiusi

di Elena Grilli

Il ricordo che più mi rimarrà impresso, non sarà il momento in cui il presidente della giuria di qualità ha chiamato il mio nome, per ultimo, dopo aver chiamato il 5°, il 4°, il 3° e il 2°. Lì c’è stata la grondata di adrenalina, quella che solletica in modo fastidioso lo stomaco, prende a schiaffi il muscolo cardiaco e prosciuga le fauci peggio dell’aspiratore del dentista.

Non sarà nemmeno la sequenza di immagini successive, sbiadite nella mente per l’ottundimento e sbiadite nelle foto, per la luce abbagliante che arrivava dalla vetrina, in un pomeriggio caldo di fine maggio a Torino. Le immagini di quando mi alzo, raggiungo la giuria, prendo in mano la pergamena, quella su cui sta scritto “Premio Giallo Indipendente – 1˄ Classificata Sezione A, romanzi editi – Elena Grilli con il romanzo  Come il mare ad occhi chiusi”. La stretta delle mani dei giurati, il braccio del presidente che mi circonda le spalle mentre scattano i click delle fotocamere su tutti i lati. Io, col sorriso tirato e posticcio come quello dello Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Sabato 20 maggio è avvenuta la cerimonia di premiazione del primo concorso letterario nazionale “Premio Giallo Indipendente”, indetto dalla WLM Edizioni. Il “pomeriggio in giallo” faceva parte del programma ufficiale del Salone Internazionale del Libro Torino 2017 nella sezione Salone Off e si è tenuto presso la libreria Belgravia di via Vicoforte. La giuria di qualità era rappresentata dallo scrittore Ezio Gavazzeni, la scrittrice Luciana Navone Nosari e il giornalista Alberto Pattono. Un pomeriggio emozionante, tanto emozionante per me: la prima volta che ottengo un riconoscimento da persone addette ai lavori (senza contare la mia bravissima editora Piera Rossotti, della EEE, che per prima ha dato valore al mio manoscritto). In effetti non ci si sente veramente una scrittrice, finché gli apprezzamenti vengono da familiari e amici, col dubbio che vi sia una pesante deformazione del giudizio legata all’affetto che c’è.

Dicevo, a restare impresso nella memoria più di tutto, probabilmente non sarà nulla di quello che ho raccontato finora. Il momento magico è stato prima, giorni e giorni prima, quando una mail mi comunicava che ero una dei 5 finalisti. Non sapevo ancora di avere vinto. Perché forse, dico forse, non era nemmeno questa la cosa importante. È lì che ho cominciato a sognare. Quella che prima era una speranza senza fiducia in se stessa, è diventata una meravigliosa brama, capace di farmi aprire gli occhi al mattino subito felice di fare quello che faccio, anche quando è faticoso e senza gratificazioni immediate. È stato il momento in cui mi sono detta: Ok, adesso sono una vera scrittrice.

La trama

Un omicidio strano, quello di un barista ritrovato con un foro di proiettile in fronte e misteriosi segni su una mano. Un delitto che risveglia la sonnolenta città di Ancona, desta antiche paure, scuote fino a far emergere segreti che erano sepolti dietro rassicuranti apparenze. Una coraggiosa ragazza usa il suo acume per destreggiarsi in una trama intricata che evolve con ritmo frenetico, sfiorando pericoli e doppi giochi mortali. Uscirne viva è una sfida che non è scontato vincere.
Come il mare ad occhi chiusi è un giallo mozzafiato, dove nemmeno la soluzione finale è in grado di offrire il conforto di una certezza. La verità è molteplice, ha più facce e quando il caso sembra risolto, tutto si capovolge di nuovo, per far affiorare segreti ancora più reconditi ed inquietanti.

  • Formato: Formato epub
  • Dimensioni file: 1219 KB
  • Lunghezza stampa: 233
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (3 febbraio 2016)
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-292-8
  • Link all’acquisto: AmazonKobo EEE

Dal Salone del Libro di Torino un bilancio per EEE

Dal Salone del Libro di Torino un bilancio per EEE

Si sono chiuse le porte della trentesima edizione del Salone Internazionale del Libro a Torino e ora, che siamo rientrati tutti a casa, è giunto il momento di tirare le somme e fare qualche considerazione.

Per quel che ci riguarda non vogliamo fare nessuna polemica e nessun confronto con la Fiera di Milano, di certo possiamo dire che se all’inizio un po’ di apprensione l’abbiamo provata, fin da giovedì mattina abbiamo compreso che sarebbe stata una grande festa e che a Torino l’entusiasmo non sarebbe mancato. Tuttavia, qualche pecca organizzativa c’è stata anche quest’anno (ma era da mettere in conto) e i disagi si sono sentiti soprattutto nelle piccole cose di tutti i giorni, come la mancanza dei cestini della spazzatura, una certa lentezza nei servizi e la scarsità del segnale wi-fi per il collegamento con internet, distribuito a macchia di leopardo nei padiglioni.

Ma queste sono, come già detto, piccolezze e non hanno smorzato l’entusiasmo che è andato crescendo di giorno in giorno, di conferma in conferma.

E di conferme questo Salone ne ha date tante, soprattutto è servito per sottolineare che non solo Torino o il Piemonte hanno partecipato all’evento, ma tutta l’Italia con editori, lettori e addetti ai lavori. Le oltre 165.000 mila persone che sono intervenute sia al Lingotto sia alle manifestazioni del Salone Off hanno dimostrato che la cultura c’è, esiste e ha bisogno di essere nutrita. Esiste la voglia di leggere, di raccogliersi insieme per parlare di libri, autori, trame e, perché no, spettegolare su quell’editore o sul best seller del momento. Inutile negare che un pizzico di soddisfazione per questo risultato lo proviamo, così come è inutile negare che ci assale lo sconforto di fronte a certi titoli “acchiappalettori” proposti da alcuni quotidiani e settimanali (vedi L’Espresso) più per sensazionalismo che per dare una reale dimensione dello stato in cui versa l’editoria nostrana. La buona editoria non è affatto morta e, anzi, questa manifestazione ha portato alla luce il fatto che non servono i “grandi nomi” per riempire i corridoi e i padiglioni del Salone.

Grandi nomi… sfatiamo anche questo mito, se per “grandi nomi” s’intendono le Case Editrici più blasonate, molte c’erano e mancavano solo alcune di quelle che fanno parte della cordata milanese, un vero peccato, anche se, e va detto, non di sola Mondadori è composta l’editoria italiana. Centinaia di stand carichi di libri sono stati una realtà tangibile, così come lo è stato la ricomparsa dei trolley e la mancanza di esposizioni che nulla avrebbero a che vedere con la letteratura (tipo stand con prodotti alimentari, stand con souvenirs e gadget, e simili).

Se vogliamo dirla proprio tutta, la lezione è stata data proprio dal pubblico, da coloro che sono arrivati da tutta Italia, che hanno investito una parte del loro tempo per venire fino a Torino (e sappiamo bene che il fattore economico non è da sottovalutare) per passare una giornata o due immersi in un’atmosfera gioiosa e ricca di opportunità, all’insegna di una tradizione che dura ormai da trent’anni.

Nel nostro stand, come di consueto, c’è stato un gran via vai di autori e l’aver messo a disposizione un numero telefonico dedicato ha permesso a diverse persone di collegarsi con noi e di porre le domande più disparate ad autori e alla Casa Editrice: un nostro piccolo successo. Tra l’altro, anche la possibilità di farsi dedicare un libro dall’autore preferito ha funzionato e diversi libri sono stati spediti verso le destinazioni richieste.

Tuttavia, l’effetto Salone non si è fermato fra le mura del Lingotto ma ha decisamente influenzato anche le vendite online, tant’è che molti titoli nuovi sono saliti nelle classifiche di vendita proprio in queste ore, con tanto di recensioni annesse. Nei prossimi giorni vi farò il consueto riassunto tratto da Amazon.

Per concludere, ringraziamo il nostro Editore perché i suoi sforzi sono sempre mirati a garantire ai propri autori la visibilità necessaria per poter emergere. Ringraziamo gli autori per aver partecipato, perché senza di loro non potremmo costruire alcun futuro. Ringraziamo i lettori e gli affezionati che ci sono venuti a trovare e che hanno manifestato il loro interesse anche aderendo alla nostra iniziativa online. Ringraziamo tutti i proprietari di cani che, in questa edizione, hanno allietato le nostre giornate, dandoci modo di godere anche dell’universo a quattro zampe. E ringraziamo anche la Giunti, nostro dirimpettaio, perché con il loro “gradino” hanno fatto “inciampare” diversi visitatori direttamente dentro il nostro stand.

 

Ci vediamo il prossimo anno, sempre a Torino, dal 10 al 14 Maggio!

 

Approfitta del Salone del Libro per avere il tuo libro con dedica

Approfitta del Salone del Libro per avere il tuo libro con dedica

Un libro con dedica dal vostro autore EEE, anche senza essere presenti a Torino? Si può!

In occasione della trentesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, EEE vi propone un’iniziativa che vi permetterà di avere la copia di un libro, di un autore EEE, con tanto di dedica! Dov’è la novità? Vi chiederete pensando che ogni anno, venendo a trovarci nel nostro stand, sicuramente avrete trovato alcuni autori EEE a disposizione, pronti a soddisfare ogni curiosità possibile sui loro libri.

Ebbene, la novità è che se non sarete in grado di arrivare a Torino e non potrete essere presenti, non dovrete rinunciare all’opportunità di ottenere una copia firmata, di soddisfare una curiosità, di porre una domanda o, semplicemente, di salutare uno dei nostri autori.

Basterà mandare un messaggio al numero 389 4775588 e noi cercheremo, in tempo reale, di soddisfare ogni vostra richiesta. Ricordatevi che esiste lo sconto fiera su tutte le pubblicazioni EEE e ricordatevi anche che le spese di spedizioni della versione cartacea sono a carico nostro, quindi perché non approfittarne?

Ogni giorno, nell’evento dedicato su Facebook, vi segnaleremo gli autori presenti, le novità e le altre iniziative, a sorpresa, che vi abbiamo preparato.

Dunque segnatevi il numero 389 4775588 (i costi dei messaggi variano a seconda del piano tariffario che avete stipulato con il vostro operatore, senza alcuna aggiunta ulteriore) e con un sms o un messaggio attraverso whatsapp potrete mettervi in contatto con noi!