Breve storia del segnalibro
Un estratto da un libro appena uscito che la racconta: si parla di Perugina, don Abbondio e delle foglie infilate tra le pagine da D’Annunzio
di Redazione Il Post
Breve storia del segnalibro è un libretto scritto da Massimo Gatta, bibliotecario dell’Università degli studi del Molise e studioso di editoria, e appena pubblicato dalla casa editrice Graphe.it. Racconta, in una cinquantina di pagine, le origini medievali del segnalibro e com’è cambiato fino a oggi.
Il testo è accompagnato da una vasta bibliografia e da riproduzioni di quadri cinquecenteschi dove spuntano libri e segnalibri realizzati nel Novecento da aziende come Cinzano, Chianciano, marche di sigarette e case editrici.
È pieno di aneddoti curiosi: l’usanza medievale di disegnare delle manine per tenere il segno, simili ai bookmark degli ebook; l’abitudine del bibliofilo ed erudito Antonio Magliabechi di infilare fette di salame tra le pagine, lasciandole bisunte e dimenticandone qualcuna; la nascita dei post-it, pensati per non sostituire i segnalibri che si perdevano.
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