Cinzia Morea e il Gioco di Libri – Costantino e Rosa Scompiglio
Cinzia Morea e il Gioco di Libri – Costantino e Rosa Scompiglio
Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”
Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, una ricetta, un personaggio e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.
Se “Costantino e Rosa Scompiglio” fosse |
Una canzone:O Fortuna ~ Carmina BuranaLa storia di Costantino e Rosa Scompiglio procede al ritmo dei Carmina Burana, l’opera composta da Carl Orff nella prima metà del XX secolo, ispirandosi alla poesia profana medievale. Un’opera moderna quindi, ma dal sapore misterioso e antico, che potrebbe risuonare per ogni via della Milano antica e moderna in cui vive Costantino. |
Dettagli del libro
Gabriella Grieco e Il suo Libro da Gustare
Gabriella Grieco e Il suo Libro da Gustare
Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.
Lampi di oscurità |
macedonia di frutta con zenzero |
Lampi di oscurità & macedonia di frutta con zenzero
Un libro è cibo per la mente, è cosa risaputa. Ma se provassimo anche a trasformarlo in cibo e basta? Cibo per la bocca intendo, o meglio, per la gola. Ma sì, pensateci… La primavera porta con sé il risveglio delle piante, la natura si rianima, i fiori sbocciano, il sole splende, gli uccellini cinguettano… E noi? Noi lettori, dico, quelli che senza un libro proprio non ci possiamo stare, che quando viaggiamo ci portiamo dietro l’e-reader che è meglio di un tomo da mezzo chilo, figuriamoci di cento/duecento/trecento libri!
Beh, non è mica detto che ci nutriamo solo di parole, anche perché altrimenti moriremmo e tutta l’editoria entrerebbe in crisi profonda. E noi lettori – che poi ci siamo anche noi scrittori tra quelli, eh! – questo proprio non lo vogliamo.
E così, la soluzione ce l’ho, proprio qui, eccola: fare finta che il mio libro sia un cibo e immaginare quale possa essere. Facile! “Lampi di oscurità” è una raccolta di miei racconti di vario genere e stile, un pot-pourri insomma, o una macedonia. Dunque, il mio suggerimento è di sedervi in un prato, appoggiarvi a una bella quercia frondosa che vi ripari dal sole – perché il primo sole di aprile è già bello caldo, almeno dalle mie parti – e mentre tenete l’e-reader con la sinistra, usate la mano destra per affondare il cucchiaio nella ciotola colma di frutta fresca e zenzero e degustate la dolcezza dei kiwi per l’amore, il retrogusto asprigno dei frutti di bosco per la vendetta, il succo rosso delle fragole per il sangue. E su tutti questi sapori, a unirli ed esaltarli, il pizzico pungente dello zenzero per il sapore che vi rimarrà in bocca.
Buon letturappetito!
Ingredienti
- 1/2 ananas medio
- 2 kiwi
- 1 papaia
- 2 cucchiai di banana essiccata
- 1 pezzo di zenzero fresco
- 50 g di zucchero di canna
Preparazione
Eliminare completamente la scorza dell’ananas e suddividere la polpa in cubetti e adagiarli in una insalatiera con 2 cucchiai di zenzero fresco grattugiato e lo zucchero, mescolare molto bene. Unire poi i kiwi, la papaia a fettine e la banana essiccata.
Lasciare in frigo fino al momento di servire.
Variante: potete aggiungere cocco liofilizzato o fresco grattugiato a piacere.
Ricetta tratta da: www.amando.it
Lampi di oscurità
La vita è una sola, si dice. Ma quanti sono i modi possibili in cui si può incontrare la morte?
La incontri per caso di notte, perché non hai dato retta all’istinto, oppure si presenta con lingue di fuoco e odore di bruciato. Può arrivare all’improvviso da chi meno te l’aspetti, o ne hai timore senza motivo perché non è per te che è venuta. Puoi anche sceglierla liberamente, se vuoi, pagando tuttavia un prezzo che va oltre la tua vita.
Tanti sono i modi, tante le storie, e quasi tutte accomunate dal male, forse nascosto, ma tuttavia presente in ogni uomo.
Come i lampi rompono l’oscurità della notte portando attimi di intensa luce, così questi racconti squarciano il giorno con i loro bagliori oscuri, evidenziando l’oscurità presente nell’animo
Dettagli del libro
Elena Grilli e La sua Postazione
Elena Grilli e La sua Postazione
Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.
Anarchia e fantasia
Anarchica nel flusso di pensieri, anarchica nell’organizzazione del lavoro. Anarchica la postazione. Scrivo i miei romanzi in luoghi diversi, su PC diversi, a seconda di dove mi trovo. Può essere il PC di casa, la sera dopo cena, oppure il portatile che uso per il lavoro, nell’ora in cui un paziente mi dà buca, o il computer di mio padre quando nel week end decido di rilassarmi tornando alle origini. Il che crea un bel casino, perché a volte dimentico dove ho l’ultima versione del testo modificata.
Sì, lo so, ora mi direte: c’è il cloud, la nuvola, dove puoi archiviare il file e averlo disponibile quando vuoi, ovunque ti trovi, su qualunque dispositivo. La tecnologia ti toglie ogni alibi, cara mia. Tuttavia, una mente anarchica non può essere disciplinata così facilmente. A volte il file me lo invio per posta elettronica, a volte lo salvo sulla chiavetta, a volte nel cloud, a volte niente di tutto questo. Allora mi chiederete: Ma perché fai così? Se un comportamento è controproducente si abbandona e stop. E ci fai pure la psicologa? Ecco, qui sta il punto. È che non è controproducente affatto.
Un po’ seccante a volte, dover cercare. Però l’anarchia ha anche dei vantaggi. Come quando all’università non mi riusciva di studiare un testo alla volta con ordine. Ne iniziavo uno, poi quando mi stancavo ne iniziavo un altro, poi tornavo al primo, poi ne iniziavo un terzo, poi continuavo col secondo e così via, aggiungendo nozioni in modo disordinato fino alla fine. Risultato? Una buona capacità di collegare gli argomenti tra loro, creare associazioni, individuare nessi, in altre parole, vedere cose che se avessi proceduto in modo disciplinato forse non avrei visto.
Anche quando scrivo procedo in questo modo. Scrivo una parte, lascio un vuoto, inizio un altro capitolo, poi ricorreggo un passaggio precedente, poi mi viene un’idea per il finale, poi torno indietro e rimodifico l’inizio. Insomma, anarchia pura. Strano, ma è un modo di procedere che mi aiuta ad avere la visione d’insieme e ad arricchire la storia con idee che spuntano all’improvviso, che sono sicura, non mi verrebbero se mi costringessi a scrivere in modo ordinato.
In tutto questo, il caos delle postazioni non è un ostacolo, è un aiuto a non fossilizzarmi su idee troppo strutturate e prevedibili. Trovarsi in scenari sempre diversi suggerisce capovolgimenti, inversioni di rotta, colpi di scena. Quella della foto, di tutte è la mia postazione più rilassante. Paese natale, campagna, brezza, il suono del fiume che scorre, nuvole. Le nuvole vere, non il noioso cloud. Qui ho passato molto tempo questa estate a scrivere il mio secondo romanzo giallo, “Il cerchio delle donne”.
Giancarlo Ibba e Cinzia Morea e il Gioco di Libri
Giancarlo Ibba e Cinzia Morea e il Gioco di Libri
Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”
Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a un personaggio, una pietanza, una città e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.
Se “Lo spirito del lago” fosse |
Una canzone: Eleanor RigbyEleanor Rigby, la canzone più triste del mondo. Parla di solitudini incolmabili, per la mancanza di volontà a colmarle, di incontri mancati e di vite sprecate. Non è assolutamente un caso che questa canzone sia la colonna sonora della conclusione de Lo Spirito del Lago. Se il romanzo fosse una canzone, sarebbe questa dei Beatles. |
Dettagli del libro
Irma Panova Maino e il Gioco di Libri – Scintilla vitale
Irma Panova Maino e il Gioco di Libri – Scintilla vitale
Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”
Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un colore, un animale, un quadro e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.
Se “Scintilla vitale” fosse |
Una canzone: Mea CulpaMea Culpa è un brano estratto dall’album MCMXC a.D del gruppo musicale tedesco Enigma. Il ritmo trascinante, sensuale e coinvolgente ben si accosta alle tematiche proposte e alle atmosfere che spesso vengono descritte. |
Scintilla vitale è anche in versione free
Dettagli del libro
Formato: ebook e cartaceo
Dimensioni file: 592 KB
Lunghezza stampa: 225
Editore: EEE-book (21 novembre 2011)
Venduto da: Amazon – Kobo – StreetLib – EEE
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-022-1
Piera Rossotti Pogliano e La sua Postazione
Piera Rossotti Pogliano e La sua Postazione
Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.
L’editora e una delle sue postazioni di lavoro
No, le mie postazioni di lavoro a tavolino non posso mostrarvele: mi togliereste il saluto! Vi si ammonticchiano libri, vi si aggrovigliano i cavi di stampanti, pc ecc., ci sono sparsi qua e là occhiali, pennarelli, tazzine del caffè da lavare, due cellulari, un vecchio “ascoltino” mp3 per la musica che mi ostino ad usare…
Quella che vi voglio mostrare è la postazione “lettura manoscritti inediti”, inaugurata di recente, e che mi piace moltissimo: quell’aggeggio bianco che vedete non è un trapano da dentista (!), ma un sostegno per il Kindle.
Non sapevo che esistessero delle cose del genere, me l’ha insegnato Irma al Salone, l’ho cercato in rete… et voilà! Così la sera, quando vado a letto, posso leggere i manoscritti senza paura di addormentarmi e lasciar cadere il reader; se il manoscritto mi piace, vado avanti finché l’attenzione mi sostiene, mentre, se la lettura è soporifera, dormo tranquilla il sonno dell’editora che, un giorno di più, ha cercato di fare bene il suo mestiere, o perlomeno ci ha provato… e il reader va silenziosamente in stand-by. Buona notte!
Oliviero Angelo Fuina e il Gioco di Libri
Oliviero Angelo Fuina e il Gioco di Libri
Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”
Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un colore, un animale, un quadro e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.
Se “Poesie uroboriche” fosse |
Una pietanza:Riso all’Indiana (o Riso alla Casimiro)è un piatto che mi riporta alla memoria mio padre, Chef talentuoso di cucina. E alla mia adolescenza nei momenti speciali condivisi a tavola con la sua cucina e, in parte, con lui stesso. Il gusto contrastato e contradditorio del piatto, cioè quell’agro, piccante e speziato ben amalgamato con il dolce della frutta quale ananas e mele e quelle perle gustose di carne che impreziosiscono il tutto rappresentano la contradditorietà e l’uniformità stessa di tutta la mia silloge. Per la ricetta consultare il sito: acquavivascorre.blogspot.it |
Una canzone: sarebbe… due canzoni di Roberto Vecchioni“Lettere d’amore” e “Momentaneamente lontano”. Non ho mai taciuto che Vecchioni è uno dei miei “Vate” di riferimento e in questi due brani c’è tutto il senso delle mie “Poesie uroboriche”: la constatazione che scrivere poesie sulla vita non equivale a vivere infine la vita stessa e quel senso di distanza dal me stesso che in qualche modo vorrei si affermasse pubblicamente ma con tante, troppe, controindicazioni e contraddizioni emotive. |
Dettagli del libro
Formato: Formato ebook e cartaceo
Dimensioni file: 1530 KB
Lunghezza stampa: 93
Editore: EEE-book (2 dicembre 2016)
Venduto da: Amazon – Kobo
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-340-6