Daniela Vasarri e Il suo Libro da Gustare – Donne oggi

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella.
Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa dare soddisfazione anche al palato

Donne oggi e Caprese con melone

Noi donne sappiamo essere sorprendenti proprio come un’insalata, nella quale puoi abbinare colori e sapori diversissimi e ottenere ogni volta un risultato diverso e piacevole. Il verde delle foglie dell’orto, il dolce del prosciutto crudo, la delicatezza delle mozzarelle e la trasgressione dei pistacchi: ecco un’insalata che le “Donne oggi” possono preparare in pochi minuti

Donne oggi

Insalata caprese con melone

vasarri donne
Caprese con melone

L’immagine della pietanza è tratta da: www.cucchiaio.it

Ingredienti

  • 1 melone medio
  • 200 g di mozzarelle ciliegine
  • 300 g di pomodori ciliegino
  • 100 g di prosciutto crudo dolce
  • sale
  • pepe
  • olio qb
  • foglioline di menta
  • origano fresco
  • erba cipollina
  • una cucchiaiata di pistacchi

Preparazione

Lavate il melone, dividetelo a metà, togliete la parte centrale con i semi. Usando uno scavino porzionatelo e tenetelo da parte. Scolate le mozzarelline e tamponatele con carta assorbente.

Lavate i pomodorini. In un bel piatto di portata mettete le palline di melone, le mozzarelline e i pomodorini.  

Disponetevi sopra le fettine di prosciutto e decorate con le erbe spezzettate e i pistacchi tritati grossolanamente. Finite con una grattata di pepe fresco e servite subito.

La ricetta della pietanza è tratta www.cucchiaio.it

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La trama

Dalla A alla Zeta, da un capo all’altro nel mondo. Qual è il comune denominatore dell’universo femminile? La forza, la passione di vivere le proprie emozioni con grande coraggio, mantenendo il proprio equilibrio. Donne oggi, ma anche di ieri e di domani.

Donne che si devono confrontare con uomini talvolta straordinari, talaltra meschini o violenti, che devono misurarsi con il mondo del lavoro e le sue crudeltà, con il desiderio di maternità, con una quotidianità piena di piccoli e grandi problemi, non di rado anche con altre donne, più rivali che complici.

Racconti che fanno sognare, pensare, sorridere. A volte, anche indignare.

Marcello Armellino e La sua Postazione

Marcello Armellino e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

Non ho un posto ben preciso dove mi fermo a scrivere anche perché non mi sono mai detto : “Ora mi siedo e scrivo una poesia”.

Il desiderio di scrivere nasce all’improvviso, in qualunque momento del giorno e in qualunque posto io mi trovi, ma è anche vero che durante le mie passeggiate in spiaggia, che dista pochi Km da casa mia, buona parte delle mie poesie hanno cominciato a prendere forma.

Sarà perché amo il mare o per la tranquillità che si respira lontano dalla città ma è li, in spiaggia, che spesso ho sentito il bisogno di scrivere

GRANELLI DI SABBIA

Sto
come granello di sabbia
in una spiaggia deserta
come spuma nell’oceano
nel passaggio per la verità.

Marcello Armellino

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da questo autore

Morris Maggini e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella.
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Voglio un cuore vero e Pasta al pesto

Il protagonista è buono nell’animo, nonostante tutto quello che gli capita: quel che si dice una PASTA d’uomo. Quello che fanno le due donne, protagoniste delle disavventure sentimentali di Federico, è piuttosto sgradevole e diabolico per certi versi.

Entrambe lo picchiano, seppur in maniera morale (che molte volte risulta peggiore di quella fisica), e perciò alla fine delle due storie lui si ritrova con un animo PESTO.

Come non cedere alla tentazione di abbinare il delizioso piatto della tradizione ligure al libro?

Voglio un cuore vero

Pasta al pesto

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L’immagine della pietanza è tratta da: Pexel

Ingredienti

Linguine 320 g

Aglio ½ spicchio

Sale grosso 1 pizzico

Olio extravergine d’oliva 100 g

Basilico 50 g

Pecorino (da grattugiare) 30 g

Pinoli 15 g

Parmigiano Reggiano DOP (da grattugiare) 70 g

per decorare

Basilico q.b.

Preparazione

Per preparare il pesto, ricordatevi che, una volta sfogliate, le foglie di basilico non vanno lavate sotto il getto d’acqua, ma pulite con un panno morbido oppure possono essere messe in una ciotola d’acqua fredda e sciacquate delicatamente.

Ponete quindi l’aglio sbucciato nel mortaio insieme a qualche grano di sale grosso. Cominciate a pestare e, quando l’aglio sarà ridotto in crema, aggiungete le foglie di basilico insieme ad un pizzico di sale grosso.

Schiacciate, quindi, il basilico contro le pareti del mortaio, ruotando il pestello da sinistra verso destra e contemporaneamente ruotate il mortaio in senso contrario (da destra verso sinistra) e continuate così fino a quando dalle foglie di basilico non uscirà un liquido verde brillante.

A questo punto unite i pinoli e ricominciate a pestare per ridurre in crema. Aggiungete i formaggi un po’ alla volta che andranno a rendere ancora più cremosa la salsa e per ultimo unite l’olio di oliva extravergine che andrà versato a filo, mescolando continuamente con il pestello. Amalgamate bene gli ingredienti fino ad ottenere una salsa omogenea.

Mettete sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata e, quando l’acqua avrà sfiorato il bollore, fate cuocere la pasta. Ora mettete il pesto in una padella ampia (a fuoco spento) e stemperatelo con un po’ di acqua di cottura della pasta.

Mescolate con una spatola e, non appena la pasta sarà pronta, aggiungetela direttamente al pesto; amalgamate il tutto per insaporire, infine servite le vostre bavette al pesto, guarnendo con qualche foglia di basilico.

La ricetta della pietanza è tratta da: Le ricette di GialloZafferano

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La trama

Che cosa vorrebbe trovare un uomo nell’amore?

Forse Federico, che pure è un uomo nel pieno della maturità, non un ragazzo, non l’ha ancora messo bene a fuoco.

Lo sanno benissimo, invece, le due donne che incontra in questo periodo della sua vita: diversissime tra loro, con obiettivi diversi, ma perfettamente consapevoli di ciò che stanno cercando.

Gli sbagli, però, aiutano Federico a crescere, a capire cosa vuole e, alla fine, con un po’ di sano ottimismo, a comprendere che si può andare avanti, superare i momenti bui, e che sperare in un futuro migliore è non soltanto lecito, ma un dovere verso se stessi.

Cinzia Morea e il Gioco di Libri – Costantino e Rosa Scompiglio

Cinzia Morea e il Gioco di Libri – Costantino e Rosa Scompiglio

Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, una ricetta, un personaggio e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Costantino e Rosa Scompiglio

Sinossi

È ora di tornare a scuola, e Costantino si trova a doversi misurare con numerosi impegni, il liceo, le lezioni di magia, e con difficili promesse da mantenere: liberare Priscilla, la ragazza del suo amico Maurizio, dalla strega Garulfa, che ne tiene in ostaggio tre quarti di vita, e riempire il mondo di alberi, ma soprattutto si dibatte nelle difficoltà che richiede vivere insieme alla sua nuova amica a quattro zampe, la cucciola Nube.

Un educatore cinofilo, Ernesto, lo potrebbe aiutare, ma sta trascurando un po’ il lavoro perché la sua fidanzata, Rosa Scompiglio, lo ha lasciato e lui non sa più dove sia.

Costantino gli propone un accordo, lui la rintraccerà in cambio dell’aiuto con Nube. Costantino trascura così il problema di Priscilla e Maurizio, furibondo, cerca aiuto altrove, cacciandosi in mani ancora peggiori di quelle di Garulfa.

Per aiutarlo Costantino dovrà far ricorso, suo malgrado, alla magia, una magia, forse, troppo potente per lui…

Se “Costantino e Rosa Scompiglio” fosse

Una città: Milano

Se Costantino e Rosa Scompiglio fosse una città sarebbe Milano. Una Milano moderna, simile a quella che tutti noi possiamo visitare, con la brutta torre Velasca che interrompe il disegno del cielo visto dal chiostro di via Festa del Perdono e il traffico congestionato che invade le strade come un drago dai molti corpi e nessuna testa, ma una Milano con un cuore antico di magia dove i maghi probabilmente si danno convegno davanti agli alberi più annosi di Parco Sempione, dove ogni altorilievo scolpito sulle guglie del Duomo potrebbe essere in procinto di staccarsi dal marmo e prendere il volo seminando il panico tra i piccioni, dove ogni pietra antica canta il suo incantesimo alle orecchie di Costantino e dove anche le voci della folla sono complici della magia.

In questa città in cui la metropolitana forse porta in sconosciuti abissi sotterranei cui un tempo il Diavolo ebbe facilmente accesso tramite la colonna che porta il suo nome, Rosa Scompiglio usa gli alberi cavi come caselle della posta, colora di tinte vivaci ciò che è troppo grigio, e prende il tè in una caffetteria che vista da fuori sembra non esistere.

In questa città Costantino vivrà abbastanza tranquillo, fino al giorno in cui non incontrerà Rosa…

Un personaggio:

Mary Poppins

Nel suo celeberrimo film Walt Disney addolcisce un po’ i tratti della bambinaia immaginata da Pamela L. Travers.

La donna magra, con una lucida chioma nera e due piccoli occhi azzurri, che compare e scompare al cambiare del vento è misteriosa, brusca e laconica, e può apparire spesso irragionevole, soprattutto quando nega di aver condotto i bambini a vivere grandi avventure.

Sembra più simile ad una strega, una donna saggia della tradizione: vanesia, volitiva, anticonformista e in contatto con gli elementi, che alla dolce, se pur eccentrica, tata canterina interpretata da Julie Andrews.

Rigorosa e inflessibile ritiene che tutto possa essere considerato sistemato solo finché lei è soddisfatta.

Accetta l’impiego come elargisse una concessione regale e non si può guardarla e disobbedirle.

Rosa Scompiglio è forse un po’ più frivola, ma le assomiglia un po’ più di un po’ e come lei ha qualcosa che turba ed elettrizza.

Una pietanza:

Una tazza profumata di chai

Entrando in cucina… Costantino e Rosa Scompiglio potrebbe essere una tazza profumata di chai, la bevanda calda ed aromatica che in India preparano con il tè. Rosa lo gusterebbe a piccoli sorsi comodamente seduta ad un tavolo imbandito della Teiera di Bisù, il suo locale preferito.

E forse si azzarderebbe a provarlo anche Costantino.

Io non l’ho ancora mai preparato, ora sperimenterò questa ricetta. Da gustare in queste ultime mattine di freddo.

½ tazza di latte
½ cucchiaino di tè nero in polvere
½ stecca di cannella
½ cucchiaino di pepe nero in grani
½ cucchiaino di zenzero fresco grattugiato
½ cucchiaino di chiodi di garofano
½ cucchiaino di cardamomo
1 cucchiaino di miele.

Raccogliete in un pentolino il tè, le varie spezie e il miele; unite il latte e mezza tazza di acqua e portate a bollore; lasciate sobbollire per cinque minuti a tegame scoperto, quindi togliete dal fuoco, incoperchiate e lasciate macerare per 25 minuti. Filtrate e servite il tè: potete anche conservarlo in frigorifero e servirlo freddo, oppure riscaldarlo nuovamente e gustarlo caldo, magari arricchito con altro latte.

Una canzone:

O Fortuna ~ Carmina Burana

La storia di Costantino e Rosa Scompiglio procede al ritmo dei Carmina Burana, l’opera composta da Carl Orff nella prima metà del XX secolo, ispirandosi alla poesia profana medievale.

Un’opera moderna quindi, ma dal sapore misterioso e antico, che potrebbe risuonare per ogni via della Milano antica e moderna in cui vive Costantino.

Dettagli del libro

  • Formato: ebook e cartaceo
  • Dimensioni file: 1772 KB
  • Lunghezza stampa: 159
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (26 ottobre 2015)
  • Venduto da: AmazonIbsEEEKobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-272-0

Gabriella Grieco e Il suo Libro da Gustare

Gabriella Grieco e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Lampi di oscurità

macedonia di frutta con zenzero

 

Lampi di oscurità & macedonia di frutta con zenzero

Un libro è cibo per la mente, è cosa risaputa. Ma se provassimo anche a trasformarlo in cibo e basta? Cibo per la bocca intendo, o meglio, per la gola. Ma sì, pensateci… La primavera porta con sé il risveglio delle piante, la natura si rianima, i fiori sbocciano, il sole splende, gli uccellini cinguettano… E noi? Noi lettori, dico, quelli che senza un libro proprio non ci possiamo stare, che quando viaggiamo ci portiamo dietro l’e-reader che è meglio di un tomo da mezzo chilo, figuriamoci di cento/duecento/trecento libri!
Beh, non è mica detto che ci nutriamo solo di parole, anche perché altrimenti moriremmo e tutta l’editoria entrerebbe in crisi profonda. E noi lettori – che poi ci siamo anche noi scrittori tra quelli, eh! – questo proprio non lo vogliamo.
E così, la soluzione ce l’ho, proprio qui, eccola: fare finta che il mio libro sia un cibo e immaginare quale possa essere. Facile! “Lampi di oscurità” è una raccolta di miei racconti di vario genere e stile, un pot-pourri insomma, o una macedonia. Dunque, il mio suggerimento è di sedervi in un prato, appoggiarvi a una bella quercia frondosa che vi ripari dal sole – perché il primo sole di aprile è già bello caldo, almeno dalle mie parti – e mentre tenete l’e-reader con la sinistra, usate la mano destra per affondare il cucchiaio nella ciotola colma di frutta fresca e zenzero e degustate la dolcezza dei kiwi per l’amore, il retrogusto asprigno dei frutti di bosco per la vendetta, il succo rosso delle fragole per il sangue. E su tutti questi sapori, a unirli ed esaltarli, il pizzico pungente dello zenzero per il sapore che vi rimarrà in bocca.

Buon letturappetito!

Ingredienti

  • 1/2 ananas medio
  • 2 kiwi
  • 1 papaia
  • 2 cucchiai di banana essiccata
  • 1 pezzo di zenzero fresco
  • 50 g di zucchero di canna

Preparazione

Eliminare completamente la scorza dell’ananas e suddividere la polpa in cubetti e adagiarli in una insalatiera con 2 cucchiai di zenzero fresco grattugiato e lo zucchero, mescolare molto bene. Unire poi i kiwi, la papaia a fettine e la banana essiccata.
Lasciare in frigo fino al momento di servire.
Variante: potete aggiungere cocco liofilizzato o fresco grattugiato a piacere.

Ricetta tratta da: www.amando.it

Lampi di oscurità

La vita è una sola, si dice. Ma quanti sono i modi possibili in cui si può incontrare la morte?
La incontri per caso di notte, perché non hai dato retta all’istinto, oppure si presenta con lingue di fuoco e odore di bruciato. Può arrivare all’improvviso da chi meno te l’aspetti, o ne hai timore senza motivo perché non è per te che è venuta. Puoi anche sceglierla liberamente, se vuoi, pagando tuttavia un prezzo che va oltre la tua vita.
Tanti sono i modi, tante le storie, e quasi tutte accomunate dal male, forse nascosto, ma tuttavia presente in ogni uomo.
Come i lampi rompono l’oscurità della notte portando attimi di intensa luce, così questi racconti squarciano il giorno con i loro bagliori oscuri, evidenziando l’oscurità presente nell’animo

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1484 KB
  • Lunghezza stampa: 177
  • Editore: EEE-book (14 gennaio 2018)
  • Venduto da: AmazonKobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 9788866904250

Elena Grilli e La sua Postazione

Elena Grilli e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

Anarchia e fantasia

 

Anarchica nel flusso di pensieri, anarchica nell’organizzazione del lavoro. Anarchica la postazione. Scrivo i miei romanzi in luoghi diversi, su PC diversi, a seconda di dove mi trovo. Può essere il PC di casa, la sera dopo cena, oppure il portatile che uso per il lavoro, nell’ora in cui un paziente mi dà buca, o il computer di mio padre quando nel week end decido di rilassarmi tornando alle origini. Il che crea un bel casino, perché a volte dimentico dove ho l’ultima versione del testo modificata.

Sì, lo so, ora mi direte: c’è il cloud, la nuvola, dove puoi archiviare il file e averlo disponibile quando vuoi, ovunque ti trovi, su qualunque dispositivo. La tecnologia ti toglie ogni alibi, cara mia. Tuttavia, una mente anarchica non può essere disciplinata così facilmente. A volte il file me lo invio per posta elettronica, a volte lo salvo sulla chiavetta, a volte nel cloud, a volte niente di tutto questo. Allora mi chiederete: Ma perché fai così? Se un comportamento è controproducente si abbandona e stop. E ci fai pure la psicologa? Ecco, qui sta il punto. È che non è controproducente affatto.

Un po’ seccante a volte, dover cercare. Però l’anarchia ha anche dei vantaggi. Come quando all’università non mi riusciva di studiare un testo alla volta con ordine. Ne iniziavo uno, poi quando mi stancavo ne iniziavo un altro, poi tornavo al primo, poi ne iniziavo un terzo, poi continuavo col secondo e così via, aggiungendo nozioni in modo disordinato fino alla fine. Risultato? Una buona capacità di collegare gli argomenti tra loro, creare associazioni, individuare nessi, in altre parole, vedere cose che se avessi proceduto in modo disciplinato forse non avrei visto.

Anche quando scrivo procedo in questo modo. Scrivo una parte, lascio un vuoto, inizio un altro capitolo, poi ricorreggo un passaggio precedente, poi mi viene un’idea per il finale, poi torno indietro e rimodifico l’inizio. Insomma, anarchia pura. Strano, ma è un modo di procedere che mi aiuta ad avere la visione d’insieme e ad arricchire la storia con idee che spuntano all’improvviso, che sono sicura, non mi verrebbero se mi costringessi a scrivere in modo ordinato.

In tutto questo, il caos delle postazioni non è un ostacolo, è un aiuto a non fossilizzarmi su idee troppo strutturate e prevedibili. Trovarsi in scenari sempre diversi suggerisce capovolgimenti, inversioni di rotta, colpi di scena. Quella della foto, di tutte è la mia postazione più rilassante. Paese natale, campagna, brezza, il suono del fiume che scorre, nuvole. Le nuvole vere, non il noioso cloud. Qui ho passato molto tempo questa estate a scrivere il mio secondo romanzo giallo, “Il cerchio delle donne”.

 

Giancarlo Ibba e Cinzia Morea e il Gioco di Libri

Giancarlo Ibba e Cinzia Morea e il Gioco di Libri

Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a un personaggio, una pietanza, una città e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Lo spirito del lago

Sinossi

 

Nella comatosa cittadina di Villa Reso, l’improvvisa e inspiegabile scomparsa della dottoressa Molteni lascia sconcertati i colleghi dello studio medico in cui lavora e scatena le malelingue dei residenti.

Il dottor Guido Gubernatis, in particolare, si lascia coinvolgere suo malgrado nella ricerca della donna. La vita privata di quest’ultima, fin dall’inizio, appare più complicata di quanto Gubernatis potesse immaginare.

Nelle sue involontarie indagini, l’uomo, improvvisatosi detective, si imbatte spesso nelle allusioni a una misteriosa leggenda popolare locale: quella di un fantomatico “Spirito del Lago” che infesterebbe un piccolo specchio d’acqua melmosa, circondato da boschi e canneti, situato a pochi chilometri da Villa Reso.

Un luogo spettrale, isolato, ma apparentemente molto frequentato durante la notte. E non solo da fantasmi…

Se “Lo spirito del lago” fosse

Una città:

Twin Peaks

Atmosfere sonnacchiose e mentalità ristrette, vie tranquille i cui abitanti sembrano vivere giorni ordinari, rispettosi del senso comune, fino a quando qualcosa non interviene a scoperchiare i segreti brulicanti sotto la superficie immota di questa apparente, lieta normalità: se “Lo Spirito del Lago” fosse una città, sarebbe Twin Peaks, la cittadina verde e nebbiosa, situata negli Stati Uniti, al confine con il Canada, che David Lynch immaginò come ambientazione delle indagini di Dale Cooper.

La città è circondata da una foresta antica, dove dominano entità demoniache con strani gusti in fatto di arredamento. Le indagini dell’agente Cooper porteranno in parte a scaricare gli umani dalle responsabilità per i torbidi fatti narrati nella serie, in cui i demoni hanno messo il loro zampino.

Villa Reso, la cittadina del nostro romanzo, è forse meno accattivante, ma sorge sulle rive di un lago. Un anonimo specchio d’acqua, forse infestato da un fantasma.

Non per questo però qualcuno dei suoi abitanti potrà essere considerato meno colpevole.

 

Un personaggio:

Alfred Hitchcook

Se Lo Spirito del Lago fosse un personaggio sarebbe Alfred Hitchcook, memorabile regista di più di cinquanta film (di cui alcuni sono tra i preferiti di Guido Gubernatis) e inventore del Mc Guffin, espediente che è stato di ispirazione a noi autori.

Forse sono i personaggi di Hitchcook, ad aver trasmesso al nostro dottore le sue velleità investigative, d’altronde è possibile giocare a trovare qualche punto di somiglianza tra loro e Gubernatis:

Jeff Jefferies, il protagonista de La finestra sul Cortile, è spinto a ficcanasare nella vita dei propri vicini dalla noia, come Gubernatis è spinto ad impicciarsi della vita dei propri colleghi dalla depressione. Ed entrambi rischieranno di lasciarci le penne, ma si salveranno e troveranno l’amore.

 Roger Thornill, l’agente pubblicitario interpretato da Cary Grant in Intrigo Internazionale, si trova invischiato in una cospirazione di cui avrebbe fatto volentieri a meno di conoscere l’esistenza, come Gubernatis si butta in un’indagine verso la quale non sente la minima propensione.

Di Rupert Cadell, il professore di Nodo alla Gola, Gubernatis ha forse l’ostentato cinismo, che però si scioglie come panna montata nella cioccolata calda, di fronte alla crudeltà dei fatti di cui si trova ad essere protagonista.

D’altronde il dottor Gubernatis, cinefilo che però apprezza solo i film girati precedentemente al 1989, conosce perfettamente tutte queste pellicole, come anche le altre del suo regista preferito, e di Nodo alla Gola parafrasa anche una pungente battuta.

Ma tra le pagine del romanzo si nascondono anche altre citazioni hitchcockiane, leggete e divertitevi a scovarle tutte.

 

Una pietanza:

Grigliata di carne e verdure

Se si trattasse di un pietanza Lo Spirito del Lago sarebbe una grigliata di carne e verdure: un piatto da consumare all’aria aperta in compagnia, di cui anche la preparazione è una festa.

Una piccola vacanza dalla quotidianità che Guido Gubernatis si è concesso una domenica, prima che le inquietudini legate al lavoro e ai misteri riprendessero il sopravvento su di lui.

INGREDIENTI

Salsiccia, carne di manzo, petti di pollo, zucchine, peperoni, melanzane in quantità a piacere.

  • Olio, limone, sale e spezie.
  • Rosmarino.
  • Un giardino con barbecue, carbonella e fiammiferi.
  • Sedie a sdraio.
  • Bibite.
  • Bel tempo.
  • Parenti e amici simpatici.

PREPARAZIONE

Accendere il fuoco nel barbecue, mettere i petti di pollo a marinare in olio, succo di limone e spezie a piacere, tagliare le verdure in grosse falde.

Quando le braci sono pronte arrostire la carne, grigliare le verdure, salare, pepare, guarnire con il rosmarino e gustare comodamente spaparanzati sulla sdraio, tra chiacchiere amichevoli.

Una canzone: Eleanor Rigby

Eleanor Rigby, la canzone più triste del mondo. Parla di solitudini incolmabili, per la mancanza di volontà a colmarle, di incontri mancati e di vite sprecate. Non è assolutamente un caso che questa canzone sia la colonna sonora della conclusione de Lo Spirito del Lago.

Se il romanzo fosse una canzone, sarebbe questa dei Beatles.

Dettagli del libro

  • Formato: ebook e cartaceo
  • Dimensioni file: 1557 KB
  • Lunghezza stampa: 307
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (29 novembre 2017)
  • Venduto da: AmazonIbsEEEKobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-415-1

Irma Panova Maino e il Gioco di Libri – Scintilla vitale

gioco-di-libriIrma Panova Maino e il Gioco di Libri – Scintilla vitale

Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un colore, un animale, un quadro e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Scintilla vitale

Sinossi

  L’intreccio del romanzo è semplice: Lei, Lui e L’altro. Ma non è il classico triangolo meyeriano, tutto buonismo e sentimenti puliti. È un triangolo atipico nella sua banalità, con personaggi insoliti e stuzzicanti, che sanno essere profondamente dolci e terribilmente insopportabili, che fanno la cosa giusta e quella sbagliata contemporaneamente: insomma, sono umani. Nonostante l’unica umana sia Lei, anche se pervasa di una sorta di sovrannaturalità dovuta alla sua malattia, che le fa perdere il senso umano della vita in quanto ha vicinissima la morte. Lui è un vampiro, personaggio dotato di ammirevole self-control, che qui però vediamo essere il più in difficoltà. Probabilmente perché essere un vampiro innamorato e più difficile che essere una prostituta con l’AIDS. L’altro è un licantropo, che solo apparentemente sembra essere importante per Lei. In realtà lo è molto di più per Lui, a causa del rapporto profondo che lega le due figure maschili una all’altra. Lo stile è trascinante, coinvolgente, con dialoghi brillanti e mai scontati. La prima battuta che mi ha fatto capire che mi sarebbe piaciuto?

Lei, in una stanza con il vampiro e un uomo morto: “Nooo! Ma che dici? Non vedi quanto mi diverto a stare qui, nuda, legata ed in compagnia di due cadaveri?”

di Elisa Vangelisti

Se “Scintilla vitale” fosse

 

Una città: Londra

I vicoli stretti e bui di Londra potrebbero fare da cornice all’inizio della vicenda raccontata in Scintilla Vitale, se non altro per le atmosfere cupe. Tuttavia è tutta la vita notturna di una grande metropoli ad essere coinvolta. Un luogo in cui il prosperare di etnie e culture diverse potrebbero permettere ad altre “SPECIE” di convivere indisturbate con gli esseri umani.

 

Un personaggio: Domino

Domino è un personaggio interpretato da Keira Knightley nell’omonimo film del 2005, diretto da Tony Scott, con la partecipazione di Mickey Rourke. La vicenda è ispirata alla vera storia di Domino Harvey, figlia di una modella e di un attore, che intraprende la carriera della cacciatrice di taglie.

Per me Domino è l’esatta immagine di Carrie (la protagonista femminile), la sua trasposizione visiva.

 

Una pietanza: Pad thai

Il pad thai è un tipico street food thailandese a base di noodles di riso saltati al momento nel wok con l’aggiunta di gamberi, carne o tofu, oltre che verdure, arachidi, spezie e saporiti condimenti come succo di tamarindo o salsa di pesce.

Rappresenta egregiamente l’essenza e l’armonia della cucina thailandese ed è in grado di trovare l’equilibrio perfetto fra note salate, dolci, amare, acide e piccanti! Tenendo conto della trama proposta in questo libro, il connubio di sapori così contrastanti non può che essere perfetto.

La ricetta si può trovare su:

ricette.giallozafferano.it

Una canzone: Mea Culpa

Mea Culpa è un brano estratto dall’album MCMXC a.D del gruppo musicale tedesco Enigma. Il ritmo trascinante, sensuale e coinvolgente ben si accosta alle tematiche proposte e alle atmosfere che spesso vengono descritte.

Scintilla vitale è anche in versione free

Dettagli del libro

Formato: ebook e cartaceo
Dimensioni file: 592 KB
Lunghezza stampa: 225
Editore: EEE-book (21 novembre 2011)
Venduto da: Amazon – Kobo – StreetLib – EEE
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-022-1

Piera Rossotti Pogliano e La sua Postazione

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Piera Rossotti Pogliano e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

L’editora e una delle sue postazioni di lavoro

No, le mie postazioni di lavoro a tavolino non posso mostrarvele: mi togliereste il saluto! Vi si ammonticchiano libri, vi si aggrovigliano i cavi di stampanti, pc ecc., ci sono sparsi qua e là occhiali, pennarelli, tazzine del caffè da lavare, due cellulari, un vecchio “ascoltino” mp3 per la musica che mi ostino ad usare…

Quella che vi voglio mostrare è la postazione “lettura manoscritti inediti”, inaugurata di recente, e che mi piace moltissimo: quell’aggeggio bianco che vedete non è un trapano da dentista (!), ma un sostegno per il Kindle.

Non sapevo che esistessero delle cose del genere, me l’ha insegnato Irma al Salone, l’ho cercato in rete… et voilà! Così la sera, quando vado a letto, posso leggere i manoscritti senza paura di addormentarmi e lasciar cadere il reader; se il manoscritto mi piace, vado avanti finché l’attenzione mi sostiene, mentre, se la lettura è soporifera, dormo tranquilla il sonno dell’editora che, un giorno di più, ha cercato di fare bene il suo mestiere, o perlomeno ci ha provato… e il reader va silenziosamente in stand-by. Buona notte!

 

Oliviero Angelo Fuina e il Gioco di Libri

gioco-di-libriOliviero Angelo Fuina e il Gioco di Libri

Talvolta è capitato di passare qualche ora, in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un colore, un animale, un quadro e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Poesie uroboriche

Sinossi

  La domanda è lecita: cosa sono le poesie uroboriche?
Uroborico deriva da Uroboro (meglio conosciuto come “Ouroboros” che in greco significa “serpente che si mangia la coda”).
È un simbolo molto antico e rappresenta, appunto, un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine.
Apparentemente immobile, ma in eterno movimento, rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, l’energia universale che si consuma e si rinnova di continuo, la natura ciclica delle cose che ricominciano dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine.

Se “Poesie uroboriche” fosse

 

Una città: Lecco

Perchè la presenza dell’amato lago è imprescindibile ad ogni mio sguardo “oltre” e interiore. In questa mia silloge “uroborica”, poi, l’onda lunga e lenta del lago che sembra sempre la stessa ma si rinnova ad ogni deflusso rende bene l’idea della ciclicità costante, apparentemente simile e sempre diversa e unica in base all’attimo emotivo che determina il singolo sguardo.

Un personaggio:

Marcel Proust

Personaggio imprescindibile dalla sua “Alla ricerca del tempo perduto”.
Proust É la “Recherche”.

La struttura della “Recherche” è circolare. Le tremila pagine del romanzo (sarebbero state molte di più se Proust non fosse morto prima di correggere gli ultimi volumi) sono state sintetizzate in tre parole: «Marcel diventa scrittore».
Per tremila pagine Marcel, io narrante, combatte contro la sua mancanza di volontà, la sua bassa autostima, la sua fragilità fisica e psichica, il tempo che scorre troppo veloce, per arrivare finalmente a prendere la grande decisione: scriverà un romanzo sugli uomini e sul tempo.
Ma il romanzo che scriverà non è un’altra Alla ricerca del tempo perduto, bensì proprio quelle tremila pagine di cui si è arrivati alla fine. Quindi la Recherche si trova ad essere sia il libro che si è appena letto, sia, in seconda lettura, il romanzo che Marcel ha trovato finalmente la forza di scrivere.
A simbolo di questa circolarità, Proust comincia il suo romanzo con le parole: «Longtemps, je me suis couché», e lo termina con le parole «dans le Temps». Proust ha sempre affermato che l’inizio e la fine dell’opera erano stati scritti simultaneamente. Essi infatti risultano legati proprio come in un percorso che torna su sé stesso.

 

Una pietanza:

Riso all’Indiana (o Riso alla Casimiro)

è un piatto che mi riporta alla memoria mio padre, Chef talentuoso di cucina. E alla mia adolescenza nei momenti speciali condivisi a tavola con la sua cucina e, in parte, con lui stesso. Il gusto contrastato e contradditorio del piatto, cioè quell’agro, piccante e speziato ben amalgamato con il dolce della frutta quale ananas e mele e quelle perle gustose di carne che impreziosiscono il tutto rappresentano la contradditorietà e l’uniformità stessa di tutta la mia silloge.

Per la ricetta consultare il sito: acquavivascorre.blogspot.it


Una canzone: sarebbe… due canzoni di Roberto Vecchioni

“Lettere d’amore” e “Momentaneamente lontano”.

Non ho mai taciuto che Vecchioni è uno dei miei “Vate” di riferimento e in questi due brani c’è tutto il senso delle mie “Poesie uroboriche”: la constatazione che scrivere poesie sulla vita non equivale a vivere infine la vita stessa e quel senso di distanza dal me stesso che in qualche modo vorrei si affermasse pubblicamente ma con tante, troppe, controindicazioni e contraddizioni emotive.

Dettagli del libro

Formato: Formato ebook e cartaceo
Dimensioni file: 1530 KB
Lunghezza stampa: 93
Editore: EEE-book (2 dicembre 2016)
Venduto da: Amazon – Kobo
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-340-6