Milano investe nella lettura 22,3 milioni di euro, assume bibliotecari e regala ebook sui mezzi pubblici

Soldi, non parole. Milano investe 22,3 milioni nel rilancio delle biblioteche comunali e nell’assunzione di nuovi bibliotecari. Non solo: previste aperture serali, crescita dei prestiti di testi digitali e ebook in regalo sui mezzi pubblici (in collaborazione con le case editrici) – Il progetto

Milano si conferma “capitale” dell’editoria, e continua a investire nella promozione della lettura: il Comune del capoluogo lombardo lancia un progetto – presentato dal sindaco Giuseppe Sala, da Filippo Del Corno, Assessore alla Cultura, e da Stefano Parise, direttore dell’Area Biblioteche – di potenziamento del servizio bibliotecario della città, con un investimento di ben 22,3 milioni. Soldi, non parole, come ha sottolineato lo stesso Sala.

L’intenzione è quella di potenziare il servizio offerto dalle 26 biblioteche cittadine, le 24 rionali, la Sormani e il Bibliobus (di cui vi abbiamo già parlato, ndr).

La proposta prevede orari di apertura più ampi, mirati alle fasce orarie in cui l’affluenza è più alta e il prolungamento dell’apertura serale, in alcuni casi fino alle 23; si organizzano inoltre corsi di alfabetizzazione informatica e viene rinnovata la Gaming Zone, un’esperimento cominciato l’anno scorso che fornisce spazi dedicati ai videogiochi in diverse sedi.

Al fine di potenziare il servizio, Milano sta assumendo nuovo personale e ha in programma l’apertura di una nuova Biblioteca a Giambellino, oltre alla sostituzione della sede di Calvairate e diversi altri interventi su tutto il territorio cittadino; la somma di più di 22 milioni di euro investiti nel progetto è anche il risultato dei dati di funzionamento del sistema bibliotecario nello scorso anno: oltre un milione di libri prestati con 86.329 iscritti e all’incirca 28.000 libri fruiti sulla piattaforma per i libri elettronici, che permette di scaricare circa 7.250 titoli in formato digitale per 14 giorni, servizio che lo scorso anno è stato utilizzato da 3.500 persone.

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Scrittori in salotto, a teatro, al bar: tempo di cambiamenti per le presentazioni librarie

Scrittori in salotto, a teatro, al bar: tempo di cambiamenti per le presentazioni librarie

Aumentano le presentazioni nuove nell’impostazione e nei luoghi: il libro è così al centro di un evento che rende il lettore in grado di partecipare attivamente a un’esperienza.

di Camilla Pelizzoli

Portare il libro ai lettori è uno dei passi più difficili della filiera editoriale: la pubblicità, il posizionamento in libreria, l’utilizzo dei social, sono solo alcuni dei modi in cui una casa editrice può cercare di farsi conoscere, di conquistare la fiducia dei lettori e di mettere, se tutto va bene, il libro in mano a futuri appassionati. Tra questi strumenti, le presentazioni sono croce e delizia dell’editore: possono essere un enorme successo, e portare anche chi non conosceva l’autore ad appassionarsene, oppure possono essere un flop e costituire una perdita economica (e un colpo al morale). Certo è, però, che le presentazioni tradizionali nel corso degli ultimi anni sono più spesso del secondo che del primo tipo, e che spesso l’autore (salvo casi di comprovata popolarità) si trova a parlare di fronte a una platea poco gremita. Quindi sempre più spesso ci si sta muovendo per sviluppare nuovi tipi di presentazioni, nuovi format che riescano a richiamare e a coinvolgere nuovamente il lettore.

È il caso, ad esempio, dell’iniziativa avviata dall’editore pisano Mds, che ha dato il via a delle presentazioni che non puntano a richiamare lettori in libreria, ma a raggiungerli a casa loro. «Book at home» – questo il nome dato agli incontri – è un progetto lanciato all’inizio di quest’anno che punta a far tornare i salotti dei lettori dei veri e propri luoghi di ritrovo culturale; chiunque può partecipare, basta offrire casa propria e avere spazio per ospitare almeno una quindicina di persone. «Eravamo stanchi delle presentazioni in libreria fatti a volte con pubblico ridotto all’osso o con più relatori che spettatori» commenta Sara Ferraioli, presidente della casa editrice, parlando con Repubblica. I primi incontri sono già stati fatti e i risultati sono stati incoraggianti: «il piacere della lettura può essere condiviso in serenità e relax, per ascoltare cose che ci aiutano a capire il mondo in cui viviamo: i libri fanno questo, e lo fanno sia con la forza della letteratura, sia con la condivisone d’idee».

L’iniziativa di Mds non è la prima del suo genere: anche la libreria Modusvivendi di Palermo, con i suoi incontri «Citofonare interno Modus», ha organizzato delle presentazioni estive a casa di chi, tra i propri clienti, ha messo a disposizione la propria abitazione o il terrazzo per dare vita a incontri accompagnati spesso da musica dal vivo.
Il punto comune di queste esperienze, dunque, sembra la creazione di una nuova convivialità: lontani dai paradigmi della presentazione classica in cui autore e relatore parlano tra loro a un pubblico «inerme», e più vicino a un incontro di un club di lettura in cui si discute e ci si approccia in maniera diretta e amichevole. Si tratta cioè di mettere il libro al centro di un evento che lo circondi e lo renda oggetto d’interesse non solo in quanto libro, ma anche in quanto occasione di partecipare in maniera attiva a un’esperienza.

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La musica classica nei libri: tanti consigli di lettura – Il Libraio

Finire su Il Librario offre una certa soddisfazione!

L’autore Franco Pulcini, che per lungo tempo ha fatto parte della scuderia EEE, non ha dimenticato le proprie origini e lo ha sottolineato in questo articolo apparso sul sito Il Librario.

La musica classica nei libri: tanti consigli di lettura – Il Libraio

Franco Pulcini, scrittore, professore e critico musicale, consiglia su ilLibraio.it una serie di romanzi in cui c’è spazio per la musica classica

di Franco Pulcini

La musica classica è da sempre cara alla letteratura. Molti dei più grandi scrittori d’ogni tempo ne hanno scritto nei loro libri: da Thomas Mann a D’Annunzio, passando per Lev Tolstoj, Milan Kundera e Julian Barnes. Su IlLibraio.it i consigli di lettura del musicologo Franco Pulcini, in libreria con il romanzo “Delitto alla Scala”

Chi ama trovare la musica e i musicisti nella letteratura ha solo l’imbarazzo della scelta. Il capolavoro in questo senso è il Doktor Faustus di Thomas Mann, sul problema della spinosa musica contemporanea, un autore che ha sempre inserito l’arte dei suoni nei suoi romanzi e racconti. Prima di lui, già D’Annunzio si era dedicato alla musicografia letteraria: nel Trionfo della morte un intero capitolo è dedicato all’evocativa descrizione del Tristano e Isotta di Wagner. Anche Proust era musico-dipendente, e il suo rapporto con la musica, come per Mann, è argomento di dotti saggi. La sua prosa sublime riusciva a rendere ispirata anche qualsiasi lagna da salotto. Ma questi grandissimi non sono certo stati i primi. E senza iniziare dal mito di Orfeo, basta ricordare il romanzo breve di Lev Tolstoj La sonata a Kreutzer, sul potere sensuale della musica, che spinge i deboli sensi della donna all’adulterio. No comment. A proposito di russi, di recente ho letto Il rumore del tempo di Julian Barnes, sulla vita di Dmitrij Šostakovič. Vi azzarda la difficile convivenza della verità storica con la creatività letteraria. Non è niente male, anche se una volta le chiamavano “vite romanzate” e ci dicevano di tenercene alla larga. Infatti Milan Kundera, il cui padre era un musicologo moravo collaboratore di Janáček, quando ha trattato del grande musicista ceco lo ha fatto in forma saggistica (I testamenti traditi) e come scrittore si è tenuto in genere lontano dalla musica.

A me piacciono i racconti di fantasia con protagonista la scatenata follia dei musicisti: ricordo l’oltraggioso e strepitoso romanzo Insaziabilità del polacco Stanislaw Witkiewicz sulla decomposizione dei valori, con musiche e musicisti altrettanto debosciati. Ho letto volentieri Il caso Bellwether di Benjamin Wood, un romanzo recentissimo; non importa che fosse incentrato su un musicista minore come Mattheson, tanto la musica viene solo descritta, non ascoltata. Una musicista invece molto concreta è l’arpista Noga ne La comparsa di Abraham Yehoshua, che torna ed essere una persona vera quanto riprende il suo posto in orchestra e torna a vivere nella musica.

Uno dei miei scrittori preferiti – Thomas Bernhard, altro appassionato di musica – ha pubblicato un libro su tre pianisti che s’incontrano a Salisburgo: Il soccombente. Il risentimento e l’odio tra interpreti trova comunque il suo culmine ne La pianista di Elfriede Jelinek, da cui il bellissimo film con Isabelle Huppert. La serie dei pianisti letterari è lunga, ma voglio ricordare La leggenda del pianista sull’oceano di Alessandro Baricco, uno scrittore che quando parla di musica, lo fa sempre con arguta cognizione di causa. Se poi parliamo del mondo dell’opera, è come entrare nei grandi archetipi narrativi.Io stesso mi sono dilettato con un romanzo, Lei è una grande, che è una parafrasi paradossale del Cavaliere della rosa di Strauss, opera che “l’eroe” va a vedere all’Opera di Vienna al centro della vicenda.

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