Voce al Laboratorio Sociale 100 Celle

Voce al Laboratorio Sociale 100 Celle.

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Presso il Laboratorio Sociale 100 Celle, in Viale della Primavera 319/B, il giorno 17 luglio alle ore 19.00 Elisabetta Bagli presenterà Voce, la nuova silloge poetica edita da EEE. Conversazione, letture e contributi sul tema a cura di Annamaria Giannini, Stefania Di Lino e Simonetta Ramacciani.

Parteciperanno, per offrire il proprio contributo sul tema “Voce“, i seguenti autori (in ordine alfabetico):
Sarina Aletta
Laura Cingolani
Raffaele Cozzolino
Ksenja Laginja
Anita Napolitano
Emiliano Scorzoni

Nel corso della presentazione sarà possibile degustare un aperitivo nel bar del Laboratorio Sociale e fermarsi per cena presso la Biosteria Saltatempo, in grado di offrire prodotti provenienti da colture biologiche e autocertificate a km 0.

Evento FB https://www.facebook.com/events/1137608236256497/

Introduzione a Voce di Andrea Leonelli:

Con la seconda edizione della sua silloge Voce, Elisabetta Bagli riprende alcuni dei temi che le sono più cari e allarga ulteriormente il suo sguardo, tornando anche a osservare, con il suo modo di sentire viscerale, il mondo che le sta attorno. Affronta temi quali le radici, anche se la terra, in cui esse affondano, assume sapori diversi; le donne e la femminilità, raccordandosi a uno degli argomenti a lei più cari; la vita nelle sue molteplici sfumature e, immancabile, l’Amore. Un amore che coglie tutte le accezioni possibili: vissuto, negato, frustrato, passionale, finito e sognato.
Una raccolta poetica completa e intensa, che ripropone i versi raccolti in un periodo fresco nella poetica dell’autrice, arricchiti oggi da una sapiente dose di maturità stilistica e di maggiore introspezione personale.
Le poesie presentate, in versi liberi, sono tutte caratterizzate da uno stile ricercato e raffinato, ma senza mai diventare pesanti o nebulose. La vita è vita e se ne parla, per quanto in veste poetica, in modo diretto, toccando, come solo pochi autori sanno fare, l’anima del lettore. Conducendolo nei meandri dell’intimo, anche in anfratti mai visitati prima, attraverso la parola che scorre a volte placida, altre volte impetuosa.
Voce presenta una panoramica a 360° sull’esistenza e sulle situazioni quotidiane, viste, interpretate e descritte dall’occhio sensibile e dalla mano unica di una poetessa che è un astro nascente nel panorama poetico italiano e internazionale.

Link all’acquisto: AmazonKobo

Voce al Festival letterario Monte San Giovanni Campano

Voce al Festival letterario Monte San Giovanni Campano

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Voce, silloge poetica edita dalla EEE (Edizioni Esordienti E-book) e la sua autrice Elisabetta Bagli saranno presenti all’interno del Festival letterario del borgo laziale Monte San Giovanni Campano nel frusinate. Il festival è alla sua prima edizione ed è stato ideato e coordinato dallo scrittore Alessio Silo che, per l’occasione, ha deciso di promuovere esclusivamente il territorio facendo conoscere opere letterarie moderne di artisti locali e non solo. A tal proposito, l’invito alla partecipazione è stato esteso ad artisti di fama Nazionale e Internazionale, contribuendo con il Concorso Letterario “Letteralmonte” alla divulgazione della letteratura in ogni suo ambito, dalla prosa alla poesia, alla saggistica.

Nel pomeriggio del 4 luglio avverrà la presentazione di libri di diverso genere di varie case editrici. Tra questi ci sarà anche la presentazione della seconda edizione di Voce, rivista  e ampliata, che verrà presentata per la prima volta in pubblico. Sarà una gran bella esperienza per l’autrice essere davanti al pubblico numeroso di una importante piazza quale quella di questo splendido borgo arroccato a 420 metri dal livello del mare.

Il libro

VoceCon la seconda edizione della sua silloge Voce, Elisabetta Bagli riprende alcuni dei temi che le sono più cari e allarga ulteriormente il suo sguardo, tornando anche a osservare, con il suo modo di sentire viscerale, il mondo che le sta attorno. Affronta temi quali le radici, anche se la terra, in cui esse affondano, assume sapori diversi; le donne e la femminilità, raccordandosi a uno degli argomenti a lei più cari; la vita nelle sue molteplici sfumature e, immancabile, l’Amore. Un amore che coglie tutte le accezioni possibili: vissuto, negato, frustrato, passionale, finito e sognato.
Una raccolta poetica completa e intensa, che ripropone i versi raccolti in un periodo fresco nella poetica dell’autrice, arricchiti oggi da una sapiente dose di maturità stilistica e di maggiore introspezione personale.
Le poesie presentate, in versi liberi, sono tutte caratterizzate da uno stile ricercato e raffinato, ma senza mai diventare pesanti o nebulose. La vita è vita e se ne parla, per quanto in veste poetica, in modo diretto, toccando, come solo pochi autori sanno fare, l’anima del lettore. Conducendolo nei meandri dell’intimo, anche in anfratti mai visitati prima, attraverso la parola che scorre a volte placida, altre volte impetuosa.
Voce presenta una panoramica a 360° sull’esistenza e sulle situazioni quotidiane, viste, interpretate e descritte dall’occhio sensibile e dalla mano unica di una poetessa che è un astro nascente nel panorama poetico italiano e internazionale.

I martedì poetici

I martedì poetici di San Pietro in Atrio

Locandina 23 giugno

La MagMarsiglione Arts Gallery, in collaborazione con La casa della poesia e Pietro Berra – è lieta di presentare I martedì poetici, un ciclo di reading che animerà tutti i martedì sera fino al 28 luglio lo spazio espositivo di San Pietro in Atrio. Per l’occasione, le due mostre – a giugno Vanitas vs Veritas di Sandro Chia, a luglio Rigeneratio di Giorgio Celiberti – allestite nella chiesa sconsacrata, rimarranno aperte fino alle 23 e faranno da cornice alla lettura dei versi dei nove poeti invitati. Il quarto appuntamento si è svolto con la partecipazione del poeta Andrea Tavernati che ha letto al pubblico, intervenuto il 23 giugno, versi tratti da L’intima essenza, La via degli haiku, edito da EEEbook editore.

L’occasione fonde immagine e parola, pittura e poesia si incontrano e diventano un’opportunità, quindi, per contemplare assieme due arti diverse ma che vogliono toccare le stesse corde dell´animo umano.

Andrea Tavernati nasce a Pavia nel 1960 e vive in provincia di Como. Laureato in Filologia medievale e umanistica e diplomato in Paleografia e Archivistica, ha lavorato dapprima come insegnante e poi come creativo pubblicitario e copywriter a Milano. Nel 2013 ha pubblicato con la casa editrice EEEBook il libro di poesia L’Intima Essenza, la via degli haiku. Nel 2015 ha pubblicato la raccolta di racconti E Niente Indietro (Factory editoriale I Sognatori). Con i propri testi poetici e narrativi è presente in numerose antologie ed è stato premiato in diversi concorsi.

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I MARTEDÌ POETICI
San Pietro in Atrio, via Odescalchi 3, ore 21, ingresso libero

Premio letterario Isabella Morra

Andrea Tavernati vince il terzo posto al Premio letterario Isabella Morra

Invito premio Isabella Morra 2015

Il Premio letterario Isabella Morra, il mio mal superbo 2015, è alla sua quinta edizione; anche quest’anno ha avuto il privilegio di avere come Presidente Onorario il poeta Guido Oldani, una delle voci più significative della poesia contemporanea.
Hanno partecipato al Premio molti testi, alcuni anche dall’estero, per la giuria la lettura delle poesie è stata intensa e la scelta difficile. In particolare, una sezione del premio è stata dedicata agli adolescenti che hanno composto testi di grande raffinatezza e spessore.

Tra le poesie che hanno partecipato a questa edizione vi sono stati alcuni temi dominanti: il tormento dell’essere donna e poeta, lo scavo interiore, il ricordo del passato, ma anche la riflessione sul presente, spesso inquietante.
La cerimonia di premiazione si terrà il 28 giugno alle ore 11 presso il Teatrino di Corte, Reggia di Monza, Viale Brianza 2, Monza.

Le poesie premiate:

Poesia inedita:

  1. Vicoli di Marina Minet ( pseudonimo di Teresa Anna Biccai)
  2. Le stagioni delle zucche di Valerio Cascini
  3. Dissolvenze di Andrea Tavernati

Poesia inedita – sezione giovani:

  1. Il corvo all’usignolo di Ilaria Soren
  2. Il momento di Sara Bellelli
  3. Signum belli di Eleonora Norcini

Menzione della critica:

  • Anna di tutte le Russie di Piero Marelli

Premio poesia edita:

  • Antonella Antinucci, Burqa di vetro, Edizioni Tracce

Menzioni della giuria:

  • Heram di Francesco di Ruggiero
  • Lager di Filippo Passeo
  • Europa di Livia Rocco
  • Quando di Fabiano Braccini

Con la poesia che segue Andrea Tavernati ha vinto il terzo premio al Concorso internazionale Isabella Morra, indetto dalla Casa della Poesia di Monza.

DISSOLVENZE

Lo scorrere delle polaroid
urta le soglie del ricordo.
L’album di famiglia
inciampa su indizi
di voci sfarinate
farfugli intermittenti.
Siamo poveri stanchi negromanti.
Saremo dissolvenze d’eco
ombre sui muri
come i morti a Nagasaki.

Elisabetta Bagli sarà presente alla Feria del libro de Madrid

74ª Feria del libro de Madrid

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Elisabetta Bagli sarà presente alla 74ª Feria del libro de Madrid, anno 2015, per firmare e dedicare copie della sua nuova silloge Voce, pubblicata dalla Edizioni Esordienti E-book (EEE). Anche quest’anno la scrittrice parteciperà a questo irrinunciabile appuntamento madrileno che vede molti autori impegnati nella promozione dei loro libri. La Feria del libro di Madrid è una fiera unica nel suo genere, nella quale i lettori sono a diretto contatto con gli autori ed è davvero straordinario poterli conoscere da vicino, poter parlare con loro e ricevere una dedica autografata dagli stessi. Si dice che in genere gli spagnoli, che frequentano la Feria del libro di Madrid, acquistino da un minimo di 5 a un massimo di 10 libri proprio in quell’occasione e che tale numero costituisca il 90% annuale degli acquisti in cartaceo (poi bisogna vedere se li leggono davvero!)11145198_683122898481412_6709991827436790220_o
La scrittrice Elisabetta Bagli vi attende numerosi il giorno 12 giugno dalle ore 19.00 fino alle 21.30 per salutarvi e trascorrere insieme bei momenti nella Caseta 103 della Libreria italiana di Madrid a Los Jardines del Parque del Retiro (Parque del Retiro).

Elisabetta Bagli estará presente en la 74ª Feria del Libro de Madrid, año 2015, firmando ejemplares de su poemario “Voce”, publicado por Edizioni Esordienti E-book (EEE).
La escritora os espera a todos el día 12 de junio desde las 19.00h hasta las 21h 30, para saludaros y disfrutar de un rato agradable juntos en la Caseta 103 de la Librería italiana de Madrid, en Los Jardines del Parque del Retiro (Parque del Retiro).

11148413_683122855148083_7722419227151606921_oLa silloge:

Con la seconda edizione della sua silloge Voce, Elisabetta Bagli riprende alcuni dei temi che le sono più cari e allarga ulteriormente il suo sguardo, tornando anche a osservare, con il suo modo di sentire viscerale, il mondo che le sta attorno. Affronta temi quali le radici, anche se la terra, in cui esse affondano, assume sapori diversi; le donne e la femminilità, raccordandosi a uno degli argomenti a lei più cari; la vita nelle sue molteplici sfumature e, immancabile, l’Amore. Un amore che coglie tutte le accezioni possibili: vissuto, negato, frustrato, passionale, finito e sognato.
Una raccolta poetica completa e intensa, che ripropone i versi raccolti in un periodo fresco nella poetica dell’autrice, arricchiti oggi da una sapiente dose di maturità stilistica e di maggiore introspezione personale.
Le poesie presentate, in versi liberi, sono tutte caratterizzate da uno stile ricercato e raffinato, ma senza mai diventare pesanti o nebulose. La vita è vita e se ne parla, per quanto in veste poetica, in modo diretto, toccando, come solo pochi autori sanno fare, l’anima del lettore. Conducendolo nei meandri dell’intimo, anche in anfratti mai visitati prima, attraverso la parola che scorre a volte placida, altre volte impetuosa.
Voce presenta una panoramica a 360° sull’esistenza e sulle situazioni quotidiane, viste, interpretate e descritte dall’occhio sensibile e dalla mano unica di una poetessa che è un astro nascente nel panorama poetico italiano e internazionale.

Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi

Andrea Tavernati al Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi “Ecopoetry: dall’emozione alla ragione”

Europa in versi

Redazione Como

Nelle giornate di Venerdì 8 maggio presso l’Associazione Carducci, sabato 9 maggio a Villa del Grumello e martedì 12 maggio presso il Chiostro di Sant’Abbondio dell’Università degli Studi dell’Insubria, si terrà a Como la quinta edizione del Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi dal titolo “Ecopoetry: dall’emozione alla ragione”.

L’evento è organizzato da La Casa della Poesia di Como in collaborazione con l’Associazione Giosuè Carducci e l’Associazione Culturale e Musicale Studentesca Sant’Abbondio.

POETRY SLAM: I PIÙ GRANDI SLAMMER ITALIANI A EUROPA IN VERSI

La nuova edizione di Europa in Versi si aprirà venerdì 8 maggio alle 18.15 presso l’Associazione Carducci di Como con un Poetry Slam organizzato dalla Lega Italiana Poetry Slam: una coinvolgente gara a colpi di versi tra giovani poeti che verranno valutati da una giuria sorteggiata tra il pubblico. Allo slam parteciperanno otto tra i maggiori poeti-slammer italiani: Paolo Agrati, Tiziana Cera Rosco, il duo Eell Shous, Roberta Galbani, Elisa SB Orlando, Alfonso Maria Petrosino, Simone Savogin e Tusco. Special guest sarà Pierluigi Lenzi, vincitore del campionato “Poetry Slam 2014 by LIPS”, mentre i Maestri di Cerimonia saranno Dome Bulfaro e Marco Borroni, che hanno condotto le finali nazionali dell’ultimo Campionato LIPS.

Il format del poetry slam, consolidato dal lontano 1987 e promosso dalla LIPS in tutto il Paese, ha tre ingredienti semplici ed efficaci: tre minuti a poeta (in due manche) per enunciare oralmente un proprio testo senza l’aiuto di basi musicali o vestiti di scena, una giuria popolare formata da cinque giurati scelti a caso tra il pubblico, e un pubblico attivo e protagonista. Lo spirito dell’evento non mira tanto a incoronare un vincitore ma a far trionfare la poesia, una forma d’arte che può dimostrarsi coinvolgente e trascinante.

ECOPOETRY: DALL’EMOZIONE ALLA RAGIONE

Europa in Versi continuerà sabato 9 maggio a partire dalle 14.30 a Villa del Grumello di Como, dove grandi poeti italiani e stranieri leggeranno i propri versi. Nell’anno di Expo il tema del festival non poteva che essere legato a cibo e letteratura: dalle metafore alimentari di Emily Dickinson al poemetto gastronomico- mitologico di Tomaso Kemeny. Tra gli altri temi affrontati, la tutela dei diritti umani, la condanna della guerra, i messaggi di pace, amore e solidarietà e la difesa dell’ambiente.

Alla giornata parteciperanno poeti europei, come il performer inglese Peter Waugh, i turchi Metin Cengiz e Müesser Yeniay, il catalano Manuel Forcano e l’estone Jüri Talvet, ma anche poeti provenienti da ogni parte del mondo, come le giapponesi Mariko Sumikura e Taeko Uemura, gli uruguaiani Julio Pavanetti, Annabel Villar e la libanese Hanane Aad.

A completare il parterre di ospiti saranno Maurizio Cucchi, Giovanni Tesio, Piera Mattei, Erik Lindner, Ottavio Rossani, Guido Oldani, Maria Pia Quintavalla, Donatella Bisutti, Mario Castro Navarrete e Andrea Tavernati.

I reading saranno intervallati da momenti musicali a cura degli allievi del Conservatorio di Como (Miriam Rigamonti al pianoforte, Mariella Rigamonti al violino ed Emanuele Rigamonti al violoncello) e del Liceo musicale Teresa Ciceri di Como, con la partecipazione della soprano giapponese Mika Satake.

continua a leggere su: Como: Festival Internazionale di Poesia Europa in Versi “Ecopoetry: dall’emozione alla ragione” | PORTALE di COMO.

Haiku: la poesia dell’essere

Haiku: la poesia dell’essere, oltre il mondo fluttuante

loc. giovedì 2 aprile IE

Giovedì 2 aprile, alle ore 21 ad Appiano Gentile, presso l’Associazione Culturale Carlo Linati, Andrea Tavernati illustrerà la sua opera poetica L’intima Essenza. Il percorso ideale partirà dalla definizione di haiku, come genere poetico, passando alle sue incarnazioni in occidente per arrivare all’introduzione vera e propria del suo libro. Dunque non solo una presentazione, ma un’occasione per approfondire l’arte poetica, analizzandola nelle sue varie forme.

Associazione Culturale Carlo Linati, presso Villa Rosnati, via Baradello 4, Appiano Gentile, Como.

Chiunque volesse intervenire sarà il benvenuto! Naturalmente l’ingresso è libero.

Essere genitori

Essere genitori: figli, sesso e cattiva educazioneeli2

Elisabetta Bagli è una poetessa molto impegnata nel trasmettere ai propri lettori le sensazioni che derivano dalle ingiustizie umane. Sempre in prima linea per difendere i diritti delle donne, dei bambini e delle persone più deboli, tesse nella propria poetica i drammi quotidiani che spesso sfociano in tragedie. La sua sensibilità, tutta femminile, ne ha fatto il portavoce ideale, la Penna in grado di non far mai dimenticare quello che accade intorno a noi, anche quando i nostri occhi sono troppo stanchi per vedere. Nell’articolo che segue, espone un classico esempio di cattiva educazione, da parte delle istituzioni, nei confronti dei minori in età scolare.

Elisabetta Bagli ha pubblicato con EEE: Voce

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Il non facile compito di Educare

Di Elisabetta Bagli

Le polemiche che si sono innalzate in questi giorni, in Spagna, su un evento increscioso di cui sono stati protagonisti un ex Ministro del Governo catalano, Marina Geli, e il giornalista Eduardo García Serrano mi hanno fatto riflettere (e non poco) sul mondo in cui viviamo.

Marina Geli

Marina Geli

Non voglio assolutamente entrare nel merito politico della questione, che non è di mia competenza, ma sono stata fermata davanti alla Scuola, che frequentano i miei figli, da Intereconomia (testata giornalistica) che mi ha intervistato sull’argomento trattato in un video (per fortuna non più disponibile in rete NdR), proposto dal Ministro, in merito all’educazione sessuale per i minori nelle scuole. Mi è stato chiesto cosa ne pensassi e se ritenessi tale video idoneo per essere mostrato ai ragazzi in età scolare. Nel filmato si vede un ragazzo che fa ogni tipo di esperienza sessuale sia con i suoi coetanei e le sue coetanee sia con uomini più grandi. Alcune immagini istigano addirittura al bondage e al sadomasochismo. La seconda parte del video, invece, è incentrata su una ragazza che, per autodeterminazione, sceglie, “provando” i vari partners attraverso esperienze anche estreme, qual è l’uomo della sua vita. Non sono una bigotta, ma sono una madre di due bimbi di 9 e 12 anni e non credo che questo sia il modo adeguato per affrontare l’argomento “educazione sessuale” nelle scuole e sulle pagine istituzionali di siti governativi. Il video in questione era stato inserito nella pagina Sexo Joven de la Generalitat de Catalunya dall’allora Consigliere della regione Marina Geli, affinché fosse una sorta di manuale per i ragazzi.

Eduardo García Serrano

Eduardo García Serrano

Un giornalista, Eduardo García Serrano, ha denunciato questa pagina ritenendola offensiva e istigatrice per la nostra gioventù, insultando con parole dure il Ministro. Per questa sua rimostranza, lo Stato spagnolo l’ha condannato a dover pagare 22.000 Euro, mentre al Ministro è stato solo fatto ritirare il video dalla pagina.

Ripeto, non entro nel merito della condanna o della questione politica. Ma sono una mamma che tiene all’educazione dei suoi figli, come tante mamme in questo mondo e non credo che sia necessario proporre video di questo genere a dei bimbi o a degli adolescenti né nelle scuole né, tanto meno, sui siti istituzionali per impartire l’educazione sessuale ai nostri figli. È vero che la gioventù di oggi è diversa da quella di un tempo. È vero che a 12 anni io ancora giocavo con la Barbie e cercavo di fumare la prima sigaretta, come atto d’insubordinazione (ringrazio il cielo che mi ha stomacato appena messa in bocca, aiutandomi a stroncare il “vizio” sul nascere), mentre mia figlia, a poco meno di 12 anni, già sa molte cose della vita, del suo corpo, di ciò che le gira intorno e ha desideri diversi di quelli che avevo io alla sua età. È vero che i ragazzi di oggi sono più svegli e svelti a fare tutto, ma è anche vero che, pur credendo di avere il mondo in mano e di sapere tutto, pur pensando di essere i migliori e invincibili, non riescono, nel loro intimo, a essere sicuri di se stessi e sono molto più fragili di quel che mostrano. Hanno in mano molta informazione della quale spesso non sanno cosa farsene, come utilizzarla. Hanno voglia di sfidare il mondo, perché si credono invulnerabili, ma non pensano che spesso le prime vittime di questi loro atteggiamenti sono proprio. Gli atti di bullismo che ci sono per ogni dove, quelli di violenza ai propri simili, non solo fisica ma anche verbale, quegli atti di insubordinazione nei quali mancano di rispetto non solo ai genitori ma anche agli insegnanti e a tutto ciò che rappresenta la disciplina, sono ormai all’ordine del giorno.

Noi genitori ci siamo mai chiesti il perché di tutto questo? Mancano le linee guida, quei tre cardini fondamentali che sono stati il sostentamento delle generazioni da sempre: i genitori, la scuola, la società.

I genitori sono troppo occupati a cercare di fare bene i genitori moderni dalla mentalità aperta, dai sorrisi “smart”, senza comprendere che è necessario essere veramente genitori per educare i figli: non si deve essere fratelli, zii o amici, ma genitori!

Mom serie tv

Mom serie tv

Giorni fa mi sono imbattuta in una nuova serie televisiva che fanno vedere qui in Spagna da poco tempo, il titolo è “Mom”. Il limite minimo di età per vederla è di 12 anni! Sono rimasta allibita! Mia figlia e mio figlio avevano iniziato a vedere questa serie nella quale si parla di sesso, anche spinto, di alcool e di famiglie allargatissime. Ci sono delle donne che passano da un uomo a un altro in modo superficiale e che rimangono incinte di sconosciuti come se fosse la cosa più normale di questo mondo! Comprendo l’intento degli sceneggiatori di far ridere su argomenti che sono seri e che, quindi, molto dietro le righe, dovrebbero fare comunque riflettere, ma i bimbi di 12 anni non sono in grado di capirlo e il messaggio che passa è deleterio! Non hanno coscienza critica! Figuriamoci poi se hanno coscienza critica i bimbi di 9 come mio figlio! Ho proibito ai miei figli di vedere questa serie e loro, logicamente, si sono alterati, soprattutto mia figlia Francesca che mi ha detto: “Ma mamma, è proibito ai minori di 12 anni e io ne quasi 12! Dai!”

Chi decide il limite d’età? Che valori si prendono come termini di paragone per decidere questi limiti? Non comprendo… Ma poi penso al fatto che mia figlia tornerà a scuola, che i suoi compagni inizieranno a commentare “Mom” e che lei si sentirà esclusa, si sentirà una “mosca bianca” per non averlo visto, per non avere il cellulare, per non fare o dire o avere altre mille cose che i genitori “amici”, nella loro visione “moderna”, fanno, dicono o danno ai propri figli in un’età non consona. Non sono una mamma speciale, anzi sono normalissima, con i miei pregi e i miei difetti, come tutte le mamme che stanno imparando a crescere i propri figli, ma so che come me la pensano altre milioni di mamme e spesso, per quieto vivere, lasciano correre e lasciano che i figli facciano quel che credono, perché è più facile dire SÌ che dire NO.

Cos’altro manca a questi ragazzi? La scuola, intesa come docenti e non come struttura, perché badate bene che i mezzi e le strutture per fare bene ci sono, ma sono mal utilizzate. Ora, la maggior parte dei docenti sono votati a prendere lo stipendio a fine mese e basta. Sono realmente pochi coloro che si preoccupano di fare gli “educatori” nel vero senso della parola. E la scuola è formazione, è educazione, è trasmissione di messaggi giusti, di valori, al pari della famiglia. Ma oggi, è troppo spesso latitante.

L’ultimo punto cardine che manca ai ragazzi è la società. Nonostante ci siano strutture adeguate per sostenere i giovani, inadeguati sono spesso i modi con le quali vengono usate. Oggi la società è volta a insegnare il modello di vita del “tutto e subito”, perché solo ottenendo tutto e subito si può dire di aver vissuto davvero intensamente. Questo è il messaggio che viene dato ai ragazzi e non c’è nulla di più errato! Il modello del “tutto e subito” al giorno d’oggi viene applicato in ogni campo, anche nell’educazione sessuale proposta nel video, di cui vi ho parlato all’inizio, che prevede due giovani, un uomo e una donna, che per vivere in pieno la loro sessualità devono provare ogni tipo di esperienza, anche la più aberrante. Ma se ai ragazzi non vengono spiegate prima altre cose, quali l’amore, il desiderio, la vita, il piacere di condivisione con l’altro sesso, cosa potranno mai comprendere di quel che viene loro mostrato nel video? Nulla! Possono pensare solo che è quello il modo giusto di amare.

Julián Marías

Julian Marias

Ma bisogna ricordarsi che affinché ci possa essere una buona educazione sessuale ci deve essere un’ottima “educazione sentimentale”, così come ci diceva il filosofo Julián Marías nel suo famoso libro “La educación sentimental”.

Ma l’educazione sentimentale, a cui ogni società dovrebbe far riferimento, è ormai uno strumento educativo e formativo troppo obsoleto e lento per l’uomo di oggi. Si dovrebbe dedicare molto tempo a educare l’essere umano e l’uomo ormai non ha più tempo neanche per se stesso. Credo che si sia persa la bussola e che ciò che “normale non è” sia diventato la “normalità”, degradando il modello educativo personale e sociale, facendolo arrivare a uno tra i livelli più bassi della storia. Cosa fare, quindi?

Rimboccarsi le maniche. Ognuno di noi, nel suo piccolo, deve cercare di fermarsi e prendersi il tempo giusto per educare ed educarsi. Le esperienze vanno vissute e ogni persona è libera di scegliersi quelle che vuole provare e il modo in cui lo vuole fare, ma tutto deve avvenire a tempo debito, con coscienza e consapevolezza, cosa che i giovani di oggi credono di possedere e, purtroppo, non hanno.

È compito nostro, genitori, educatori e società, prendere in mano la situazione e cercare di capovolgerla perché non dobbiamo dimenticarci che l’oceano è formato da tante gocce e ogni piccola goccia può aiutare a ingrandire il mare.

L’inferno dentro: la rianimazione

Che cosa vuol dire lavorare come infermiere in rianimazione.

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Andrea Leonelli propone poesie dal sapore non proprio classico né, tanto meno, usuale. I suoi versi risuonano di una pena che parte dal profondo dell’anima, per riversarsi sulla carta con lo stesso impatto che potrebbe provocare un martello pneumatico. E una ragione esiste, una motivazione che spiega il perché di tanto coinvolgimento emotivo.

Andrea Leonelli ha pubblicato con EEE La selezione colpevole, Consumando i giorni con sguardi diversi, Crepuscoli di luce

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Possiamo dire che lavoriamo in trincea e che seriamente ci sporchiamo le mani (in senso figurato, poiché in sostanza viviamo con indosso i guanti). A volte si fa fatica a respirare, vuoi per uno stato emotivo, vuoi per le mascherine che ci proteggono da germi particolarmente aggressivi. Sì, perché il nostro stare in trincea ci espone a proiettili microscopici ma, a volte, ugualmente letali quanto quelli di piombo. Spesso ci troviamo ricoperti di strati d’indumenti protettivi e sudiamo anche i liquidi che non abbiamo. Vuol dire mettere le mani addosso alla gente, andare a toccarla “dentro” e, badate bene, non sto parlando di anima o di parti intime. Vuol dire avere in mano la possibilità di ridare il respiro a chi abbiamo davanti, steso e inerme. Vuol dire tornare a casa così stanchi da non riuscire a prendere sonno. E vi assicuro che, spesso, è davvero faticoso sia a livello fisico che mentale, oltre che emotivo. Facendo i turni, i ritmi circadiani perdono il loro flusso naturale. Mangi a orari inconsueti e in modo irregolare, a volte facendo colazione la sera e cenando quando per tutti gli altri è mattina. Dormi in orari non fisiologici andando a riposare, o almeno provandoci, quando la maggior parte delle persone, che hai intorno, si è appena svegliata.IMG-20150208-WA0000
Al lavoro, invece, bisogna avere i sensi in allerta per cogliere i primi segni di un cambiamento nei parametri di un paziente, capire perché e cosa sta accadendo in modo da poter intervenire tempestivamente. Bisogna fare questo prima che una variazione fisiologica non controllata porti a conseguenze che hanno rimedi più difficili da mettere in pratica o che, addirittura, non hanno alcun possibile rimedio.
Vuol dire poter fare, a volte, la differenza. Vuol dire poter vedere persone che sono appese alla vita, per un filo sottile, riuscire a sopravvivere.
Ma per alcuni pazienti che ce la fanno, quante volte paghiamo il prezzo dell’impotenza? Quante volte possiamo soltanto assistere a una vita che si spegne? O alle morti improvvise e fulminee, nonostante tu ci abbia messo professionalità, capacità, conoscenze, lavoro di squadra, sangue freddo e tanta anima?
Tante. Troppe volte, forse. Quante ripetute scene di dolore, protratto e colmo di lacrime, viviamo.
Quanti parenti da sostenere e guidare, quanti ne abbiamo “preparati”, per quanto sia possibile, alla dipartita annunciata e imminente di un marito, un fratello, a volte di un figlio. Quanti dolori abbiamo vissuto doppiamente: noi in prima persona e poi, di riflesso, supportando un congiunto in lacrime.
Vuol dire far finta di essere forte per sostenere il collega, che si commuove, o dover indossare la maschera del cinico per non farsi scalfire troppo a fondo da queste pene quotidiane.
Siamo tutti umani e certe tragedie, personali e sociali, un “buco” da qualche parte te lo lasciano.
Il nostro non sarà riconosciuto come un lavoro usurante ma, vi assicuro, lo è.
Ognuno di noi ha quello che io chiamo un “sacco dei dolori”, che ogni volta si riempie un po’. Quando è pieno, diventa pesante e allora sfoghi questo peso con qualcuno che hai vicino, per condividere un po’ il gravare del tuo “sacco” e, se a volte sei tu che ti scarichi, in altre occasioni è il tuo collega che ha bisogno di una mano per portare il suo fardello. IMG-20120913-WA0003Con i colleghi, con le persone con cui vivi, fianco a fianco tutti i giorni, tutte queste situazioni portano a far sì che si sviluppi un rapporto speciale. Sai che se hai bisogno ci sono. E se tu sei impegnato su un malato molto critico e non puoi allontanarti dal paziente più di due passi, loro si prenderanno cura dei malati a cui non puoi provvedere, senza che tu debba chiederlo. Siamo una squadra, a volte una squadra speciale. Sai che non ti lasceranno solo e, in un lavoro come il nostro, sapere di poter contare sugli altri diventa questione di vita o di morte.
Il nostro è un lavoro che ti logora piano, lentamente e in modo subdolo. Ti consuma. Arriva a scavare nel profondo e gli unici che possono realmente comprendere i tuoi stati d’animo sono i colleghi. Chi nella vita personale ha vicino persone che, anche se non appartenenti alla nostra stessa professione, riescono ad ascoltare e a essere di supporto, può dirsi fortunato.
Fare questo lavoro, inoltre, vuol dire ritardare ai pranzi e alle cene, anche nelle festività. O festeggiare a date variabili. Quelli di noi che fanno i turni non conoscono le ferie o i canonici periodi di pausa dati dal calendario. Si lavora a Natale, a Pasqua e a Capodanno. I nostri famigliari festeggiano spesso senza di noi. Magari arriviamo a casa giusto in tempo per il dolce o partiamo per il lavoro subito dopo aver mandato giù in fretta un piatto di pasta. E se questo capita a riguardo della famiglia, il resto della nostra vita sociale ne risente ancora di più. Viviamo, infatti, una socialità rarefatta e spesso gli amici si organizzano a prescindere dai nostri turni. Gradualmente ci allontaniamo da loro e loro da noi. Inevitabilmente, anche se con le dovute eccezioni
Lavorare in rianimazione è un bellissimo inferno per quello che ti può dare e per quello che ti resta dentro. Per quello che trovi e per quello che lasci.
Lavorare in rianimazione può cambiarti la vita. In molti modi diversi.

Andrea Leonelli

Serata al ComItEs

Elisabetta Bagli racconta la sua serata al ComItEs

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È stata una serata speciale al Consolato e non solo perché dalle firme degli italiani residenti a Madrid dipendeva la sussistenza del Com.It.Es, struttura di sostegno per gli italiani all’estero, ma perché vari artisti di ogni genere si sono riuniti a supporto di un comitato che tanto farà per chi vive qui.
Artisti di levatura internazionale si sono presentati e alcuni di loro anche esibiti nelle antiche sale consolari del Consolato italiano di Madrid. Tra questi artisti ci sono state vecchie e nuove conoscenze per me, che mi hanno emozionato moltissimo e mi hanno dato l’opportunità di crescere, soprattutto dal punto di vista umano, condividendo con loro una splendida esperienza. Il primo intervento è stato dedicato a Giovanni Maccelli, regista e produttore di Prato, che ha deciso da quasi undici anni di stabilirsi in Spagna e di dar vita a una splendida avventura, quella del cortometraggio di animazione “Juan y las nubes”, che ha recentemente vinto il Premio Goya di qust’anno. Straordinario corto che è stato proiettato in sala e l’ovazione, che a lui e al suo staff è stata dedicata, è stata davvero eccezionale. C’è stato anche un siparietto fuori programma, considerando che un altro regista italiano, molto famoso qui in Spagna e in Argentina, Antonello Novellino, co-regista di “Blue Lips”, era in sala ed è stretto collaboratore di Maccelli che l’ha chiamato immediatamente sul palco. Personalmente sono due anni che conosco Antonello su FB ed era ora che ci conoscessimo dal vivo! Un grande abbraccio ha suggellato il nostro incontro, all’insegna dell’italianità nel mondo! Inoltre, un altro strepitoso napoletano era presente in sala, Giuseppe Devastato, musicista e compositore acclamato in tutto il mondo, che si è esibito di recente alla Carnegie Hall di New York. Ma non essendo provvista di pianoforte la sala nella quale ci stavamo esibendo, non ha potuto deliziarci con le sue note. Sarà per un’altra volta!
10998404_629689713824731_2956945141350807459_nDi seguito si è esibito, nella cottura in diretta di alcune pietanze tipiche italiane, il cuoco del Top Chef televisivo Borja Letamendia che ha coinvolto gli astanti in un viaggio attraverso la cultura culinaria italiana. Nel frattempo, mentre eravamo tutti assorti a presenziare a questa esibizione, passavano camerieri servendo il cocktail.
Tra una chiacchiera e una risata e le interviste di Radio Pizza, magistralmente condotte da Marta Guardincerri, attrice e voce prestata alla radio e da Daniele siamo arrivati al momento delle canzoni con Cristina Coriasso, professoressa universitaria appassionata di musica e Marco Ricci, musicista, compositore, cantante nonché conduttore di “La vita è bella”, programma di Radio Círculo, la Radio del Círculo de Bellas Artes a Madrid. Hanno cantato musiche composte dallo stesso Marco in spagnolo e una canzone del mitico Fabrizio De AndréIl Pescatore”. Una grande ovazione per entrambi e una grande soddisfazione per le nostre orecchie.
Cristina Coriasso, colei che ha scritto la prefazione alla mia nuova silloge poetica “Voce”, edita da EEE, è poi rimasta sul palco per presentare la mia silloge e la mia persona. 10487287_629690300491339_4621383425042230289_nEd è successo che salire lì sopra, vedere le persone emozionate e visibilmente interessate a quanto stavamo dicendo, è stato davvero meraviglioso. Poi, ho chiamato Marta Guardincerri sul palco ed è stata davvero straordinaria nell’interpretazione delle mie poesie. Le poesie che ha letto sono state: “Ero bianca”, “La stella di Davide”, “Aria di Madrid” e “Amore e Psiche” e a me, come sempre capita nelle occasioni in cui ascolto le poesie recitate da attori veri, sono venuti dei brividi per l’emozione! “Voce” era lì, per la prima volta davanti a un vasto pubblico. “Voce”, la mia prima opera, vestita a nuovo, con poesie inedite, con le sfumature di una me in continua crescita, alla ricerca della mia anima, di me. A prescindere dal luogo in cui ero, è stato importante per me dare nuova “Voce” alla mia opera, perché è con lei che sono nata, perché è grazie a lei che sento sempre più la necessità di continuare a far sentire la mia voce.
Poi è stata la volta di Tommaso Franco e il suo thriller “Madrid da morire”, una storia che ha a che fare con il vino, tutta da leggere! Complimenti anche a lui che unisce la passione per la scrittura alla sua vita da insegnante di italiano per stranieri!
Tra le personalità intervenute devo ringraziare Isabel Moño Campos, attrice spagnola del pluripremiato corto “Beep” di Antonello Murgia, che con una produzione del tutto sarda (Fabio Marceddu e “Il teatro dell’armadio”) è riuscito a portare il sogno anche al Festival di Venezia, nel quale è stato acclamato e amato.
Credo che gli italiani nel mondo abbiano molte potenzialità per far bene, perché siamo un popolo di artisti e l’arte in tutte le sue espressioni, insieme all’amore, sono i motori che muovono l’universo.