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Cinzia Morea e La sua Postazione

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Cinzia Morea e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

Scrivere ovunque

 

la-postazione-di-cinziaIl mio tempo per scrivere è frammentario per cui porto con me sempre almeno un taccuino su cui annotare idee e riflessioni, quando non interi capitoli e scelgo la mia postazione da scrittore in base alle circostanze.

Ricordo per di aver scritto della visita di Costantino alla biblioteca magica di Milano, dove si imbatte in un pericoloso incantesimo, mentre attendevo il mio turno allo sportello di un ufficio pubblico, e davanti a me c’erano quaranta persone. Ci furono anche dei litigi quella mattina, ma quasi non me ne accorsi, così come poco mi curai di non essere riuscita a risolvere il mio problema quel giorno, e di dover tornare in seguito.

A casa, nel fine settimana, riporto le idee dal taccuino a Word, ma anche in questo caso non è detto che decida di lavorare sempre nello stesso posto.

In primavera o estate mi sistemo fuori, sul terrazzino; stipo taccuino e PC su un tavolino traballante e mi accomodo al sole, anche se in quel caso spesso ho qualche problema a visualizzare sullo schermo quello che sto digitando.

Se decido di stare alla scrivania mi preparo una tazza di tè verde e accendo una candela, così, mentre rifletto, mi fermo a contemplare i movimenti sinuosi della fiamma. E poi mi piace il profumo che sprigiona bruciando.

Quando l’ispirazione arriva, il mio cane Sansone si allunga sul pavimento di fianco alla scrivania e aspetta che arrivi il momento di uscire, e se non si agita e non si presenta con il guinzaglio fra le fauci, è solo perché con l’età ha acquisito maggiore tolleranza verso l’irregolarità dei miei orari.

Tituba, la micia epilettica, invece si dimostra partecipe soprattutto quando decido di scrivere sul divano o sul letto: mi si accoccola accanto mentre io sistemo il PC sul cuscino porta computer -un accessorio comodissimo che ho adottato di recente- e dorme; dei gatti si dice che dormano fino a sedici ore al giorno, ma lei, a causa della medicina che deve prendere per la sua malattia, riesce a dormirne anche di più e una volta che abbia trovato una posizione comoda so che mi stancherò prima io di stare seduta a scrivere, che lei di rimanere immobile al mio fianco.

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