Come analizza questo periodo una studentessa

Come analizza questo periodo una studentessa

L’articolo che segue è stato scritto da Sara Menzolini, una studentessa dell’ultimo anno dell’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Riolo Terme. Le sue riflessioni nascono da sei tematiche trattate da Umberto Galimberti, filosofo, sociologo, psicoanalista e accademico italiano, nonché giornalista de La Repubblica.

Benché sia piuttosto lungo, v’invito ad arrivare fino in fondo perché la reale maturità di questa generazione supera ogni aspettativa.

di Sara Menzolini

PAURA E ANGOSCIA

La paura è un meccanismo di difesa e reazione contro un “qualcosa” di determinato. L’angoscia si riversa contro un “qualcosa” di indeterminato, che non conosciamo o non comprendiamo. Gli Stati Europei, per evitare l’angoscia della loro popolazione hanno attribuito il pericolo Coronavirus all’Italia, creando paura verso il popolo italiano.

La popolazione mondiale ha l’angoscia per il coronavirus: l’abbiamo contratto? Abbiamo infettato amici o parenti? Quando finirà? Tornerà tutto come prima? Ma ha molto paura. Paura di vedere un familiare, amici o noi stessi che stiano male e di conseguenza della morte, un soggetto ben definito che tutti conosciamo. Questa paura avrebbe dovuto generare un effetto di difesa e ci è stato anche giustamente imposto un meccanismo di difesa: stare a casa e rispettare le norme igieniche. Purtroppo questo messaggio è uscito rapidamente da casa degli Italiani che stufi della reclusione hanno ricominciato a rivivere come se nulla fosse.

Io penso che sia proprio il menefreghismo che ci farà portare dietro il fardello del coronavirus ancora per molto. Evidentemente non è chiaro che se il virus non attacca noi in primis o qualcuno di vicino, non vuol dire che si è tenuti a fregarsene degli altri individui e non è giusto mettere il proprio desiderio di uscire davanti alla salute e alla vita di milioni di persone.

I SOGGETTI IN CAMPO

La popolazione: interesse nella vita. Personalmente non ho capito se il popolo abbia più paura di non viverla, non andando al mare o fuori con gli amici, o di perderla del tutto. Questo virus, mi duole dirlo, ha confermato l’affermazione “il paese degli imbecilli”. All’inizio della diffusione del virus in Cina sono sorti grandi manifestazioni di razzismo. Poi il menefreghismo delle regole che ci erano state imposte dal governo e delle persone potenzialmente in pericolo a causa del virus.

Passiamo al panico generale con l’assalto ai supermercati, scorte di disinfettante, guanti e mascherine. Ed ora con l’innalzamento della temperatura tutti fuori a camminare, giocare al parco e persino file in autostrada per andare al mare. Ci vorrebbe un po’ più di buonsenso e saggezza.

La politica: che ha messo in atto delle precauzioni per evitare la diffusione del virus e il crollo dell’economia; si è ritrovata davanti un nuovo nemico difficile da combattere. Penso che abbia preso delle buone misure restrittive, purtroppo è mancata la trasparenza. Da subito non avremmo dovuto preoccuparci, il virus non sarebbe mai arrivato, poi è arrivato ma colpisce solo anziani e purtroppo decedono le persone che hanno già malattie. Poi chiudono le scuole, il maggior centro di diffusione, ma al tempo stesso bar e ritrovi di ragazzi rimangono aperti. Ed infine la chiusura totale delle città. Sono stati come Carlo Alberto di Savoia, “Re Tentenna”: hanno aspettato a prendere forti misure e ci hanno addolcito la situazione onde evitare il panico generale.

La sanità: che guarda la malattia e non si ferma dal fare tamponi e da costruire nuove strutture ospedaliere. Tuttavia la sanità lascia molto a desiderare, specialmente al sud dove le persone si sono chiuse in casa da subito perché sapevano che in caso di contagio ci sarebbero stati forti problemi e mancanza di cure. Al contrario al nord si sono costruite nuove aree di terapia intensiva.

Ma in ogni regione il personale sanitario si sta scontrando contro questo nuovo nemico.

SPIEGARE AI BAMBINI IL CORONAVIRUS

È importante dirgli la verità, fargli capire fin da subito che la vita non è sempre rassicurante e garantita, ma che viviamo in precarietà. Ovviamente loro capiranno la situazione nel limite della loro competenza. I bambini, essendo di natura molto curiosi, si troveranno davanti qualcosa di nuovo da scoprire e questo gli permetterà di entrare piano piano nell’ottica della vita.

EDUCARE AGLI SCENARI CON I LIBRI

l’insegnamento in questo periodo deve continuare, facendo leggere e conoscere nuovi libri ai bambini, anche libri come “I promessosi sposi” in cui si parla della peste. Può essere utile per fargli capire come sono cambiate le malattie e anche la sanità e sicurezza delle persone. Si sviluppa anche la dimensione di pace-aggressione. Ovvero che non vi è sempre una bolla protettiva intorno ai piccoli, ma che la protezione, crescendo, devono costruirsela loro.

Questa situazione può essere utile anche agli adulti per fare delle riflessioni interiori e accettare che la nostra routine quotidiana è stata spezzata ed è bene ricostruirne un’altra più sana. Sottolineiamo gli obbietti che vogliamo raggiungere, chi vogliamo essere nella vita. Con il virus e la lontananza abbiamo imparato quanto siano importanti i valori affettivi: che non è scontato andare la domenica a mangiare dai nonni, o vedere il/la fidanzato/a tutti i giorni e uscire con gli amici. Il coronavirus ci ha ridato un po’ di umanità che ci eravamo lasciati per strada con una visione scontata e superficiale della vita.

LA DIMENSIONE POLITICA E IL VIRUS

Ovviamente il coronavirus per alcuni si è trasformato in un’opportunità da cogliere al volo: per raccogliere voti, o opposizioni verbali nei confronti dell’attuale governo e sfruttare il momento per mettere in atto strategie per arrivare ad uno scopo già prefissato. Come giustamente dice Galimberti, un momento come questo dovrebbe farci unire, mettere da parte le liti, i contrasti politici e metterci insieme per trovare nuove proposte per sconfiggere l’epidemia e salvaguardare il nostro paese.

LE OPPORTUNITÀ PER CRESCERE IN UN MONDO DIFFICILE

Ora noi soffriamo per essere definiti “gli appestati” dai paesi stranieri, ed è giusto, perché ci siamo scavati molte fosse da soli, avendo trattato spesso e volentieri gli altri come “appestati”. Termini come appestati o diversi portano ad una sola parola: razzismo. Continuiamo negare ma c’è dentro ad ogni persona. Allora bisogna riflettere su come da accusatori siamo diventati gli accusati ed imparare che “non bisogna fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”.

Forse, e dico forse, questa sarà l’alba di una nuova società.

Magari ci sarà meno cattiveria fra gli uomini, meno monopolizzazione per raggiungere i propri scopi e meno incoerenza: prima di questi avvenimenti le bocche delle persone erano sempre pieni di insulti, auguri di morte e prese in giro verso i pubblici ufficiali o al personale sanitario e ora striscioni fuori dagli ospedali per ringraziarli o commenti del tipo “i poliziotti dovrebbero fare il proprio lavoro e andare a fare le multe a chi è in giro”.

Di come i ragazzi odino la scuola e ora piagnistei perché vorrebbero tornarci; prima c’erano lamentele perché bisognava stare seduti in un banco scomodo ad ascoltare per ore, adesso ci si lamenta perché si sta comodamente a casa ma davanti ad uno schermo. O ancora adulti che non facevano altro che lamentarsi del proprio lavoro ogni giorno ed ora lo rimpiangono. Il destino ci ha dato molte opportunità per capire, rimediare e non dimenticare gli errori e orrori che abbiamo fatto, questa ne è l’ennesima prova.

Ora io non so se il coranvirus sia opera del destino o dell’uomo, al riguardo ci sono stati molti interventi ed interviste di persone specializzate che è bene ascoltare per avere una visione chiara di quello che sta accadendo, è importante informarci e comprendere quello che succede intorno a noi. Devo dire che a me il Coronavirus ha insegnato molto.

Sto vivendo sia angoscia che paura in casa mia e nonostante ciò non sono mai stata così serena ed in pace con me stessa. Mi sono dedicata del tempo, ho riscoperto molte cose lasciate nel dimenticatoio, ho legato molto di più i rapporti con mia sorella e ho capito quante cose davo per scontato. Ho voglia di rivedere i miei nonni, di abbracciare mia madre, stare con il mio fidanzato, di fare le piccole cose come portare in giro il cane e persino andare a fare la spesa (cosa che ho sempre odiato). Anche il pianeta sta silenziosamente ringraziando il Virus per avergli permesso di respirare un po’, e forse anche noi una volta usciti dalle nostre case respireremo un’aria nuova.

Purtroppo ci siamo visti distrutti i progetti come viaggi, lavoro, incontri, impegni ecc. Viaggi e lavoro sono due parole chiave nella mia vita, perché lavoro nell’ambito turistico e perché amo sia viaggiare che lavorare. Ho molti dubbi su come questi due soggetti fondamentali per l’economia e per la persona, possano riprendersi in fretta. Avevo in progetto di viaggiare molto all’estero per aumentare le mie conoscenze linguistiche e lavorative ed ora mi ritrovo a casa, senza uno stipendio da mesi, con la speranza di riuscire a trovare un nuovo lavoro e biglietti aerei stracciati.

In questi tempi piattaforme come Instagram, TikTok, Facebook stano fruttando molto, ma dovremmo prendere l’occasione di disintossicarci dai social. Anche shop online, Amazon, Netflix o librerie ci stanno guadagnando ed ora non abbiamo più la scusa “sono troppo impegnato non riesco mai a leggere un libro” o “questo film lo volevo vedere da mesi ma non ci sono mai riuscito”. Abbiamo recuperato un po’ di buoni comportamenti: il tempo libero da prendere in famiglia anziché correre da una parte all’altra della città.

Un’alimentazione sana anziché buttarci sui cibi spazzatura. Allenamento fisico che è indispensabile ora che siamo sedentari. Costruire o inventare qualcosa con le proprie mani anziché andare a comprarlo nel negozio affianco. Dicono che la quarantena ci stia facendo impazzire, ma secondo me ci sta rendendo più sani e ne avevamo bisogno.

Come in ogni situazione ci troviamo davanti dei punti negativi e positivi, ma anziché vedere tutto in bianco o nero, ora che ne abbiamo l’opportunità, dovremmo provare a conoscere tutte le sfumature di colore che ci sono in mezzo. E soprattutto capire che lo stare chiusi in casa oggi servirà a renderci più liberi e consapevoli domani.

Non credo che nei libri di storia del futuro ci sarà evidenziato come ne siamo usciti forti e migliori; ma come un virus ci abbia colpito come una guerra, come abbia messo in ginocchio le persone, distrutto l’economia, dello scompiglio che ha creato e di come ogni volta a noi umani debba accadere qualcosa di devastante per farci socchiudere gli occhi. E nonostante tutto non riusciremo mai ad aprirli perché coperti da ignoranza, menefreghismo, lotta per il potere, egoismo, razzismo, avidità, egoismo e sfruttamento.

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