Come sarebbero le fascette dei libri se dicessero la verità
“La nostra imitazione sfigata di quell’altro libro che è andato fortissimo”, “Si abbina bene a ogni tazza”, eccetera
Un comune divertimento di chi lavora nel mondo dei libri o ne legge molti è commentare le fascette, cioè le strisce di carta che nelle librerie avvolgono gran parte dei volumi pubblicati più di recente e su cui vengono riportate presunte buone ragioni per cui si dovrebbe acquistare un certo libro.
Alcune dicono quante copie di quel libro sono già state vendute o quante ristampe sono state fatte, altre citano il giudizio di un altro scrittore sul libro o un premio letterario che ha vinto. Come molti altri tipi di pubblicità, spesso esagerano.
Per prendere in giro le fascette (e tutta l’editoria) domenica l’editore di Sur Marco Cassini ha proposto su Twitter un gioco con l’hashtag #FascettaOnesta: provare a scriverne una che dica qualcosa di vero su tanti libri non così speciali che vengono pubblicati e «rivelare i segreti del mondo editoriale».
come promesso ieri dopo il 3º gin tonic al @festletteratura, sono pronto a lanciare l’hashtag che rivela i segreti del mondo editoriale!
siete pronti?#FascettaOnestasi parte con:
«Un insuccesso da 1.300 copie» e
«Il sequel di cui francamente non si sentiva il bisogno».a voi! pic.twitter.com/0fvj1lFTDg
— marco cassini (@marcominimum) 8 settembre 2019
Continua a leggere questo articolo su: Come sarebbero le fascette dei libri se dicessero la verità – Il Post