Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella.
Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa dare soddisfazione anche al palato
Motivazione
Lo so: abbinare racconti noir-hard-boiled con una pietanza al peperoncino sembra ovvio! Non sempre, però, ciò che è ovvio è anche scialbo o insipido…
Nelle storie contenute in DELITTI VIETATI AI MINORI il “piccante” non manca. Ma, come per la popolarissima “Arrabbiata”, non c’è nulla di sofisticato, di ricercato… La componente erotica che genera o accompagna le azioni criminali appartiene a gente comune, personaggi per i quali il sesso è desiderio proibito, vendetta, illusione, rivalsa, mezzo per arrivare a un risultato… sentimenti semplici, lontani da raffinate seduzioni…
Anche quando le indagini portano a una casa di appuntamenti ispirata a Histoire d’O, si tratta solo di facciata…
L’erotismo di DELITTI VIETATI AI MINORI è quello di una sveltina, non di uno strip-tease… Il sapore è quello di un piatto di Arrabbiata non certo di una composizione nouvelle-cuisine!
Delitti vietati ai minori
Penne all’arrabbiata
L’immagine della pietanza è tratta da: www.oggi.it
Ingredienti
- penne rigate 320 g
- pomodori pelati 500 g
- aglio 3 spicchi
- peperoncini 2
- olio extravergine di oliva 40 ml
- prezzemolo 20 g
- sale
Preparazione
Mettete a scaldare l’olio in una padella antiaderente, aggiungete l’aglio e il peperoncino. Quando l’aglio si sarà dorato, toglietelo.
Aggiungete i pelati tagliati a pezzetti e lasciate cuocere a fuoco medio per circa 15-20 minuti. Lessate le penne in abbondante acqua salata e scolatele al dente.
Saltate la pasta nella padella con il sugo per un paio di minuti. Aggiungete il prezzemolo fresco tritato, e servite subito.
La ricetta della pietanza è tratta da: www.oggi.it
La trama
La scrittura graffiante di Emanuele Gagliardi dà vita a undici racconti di carattere poliziesco, pulp e hardboiled, ambientati perlopiù nella Roma degli anni ’70, in cui il crimine si tinge di sfumature morbose: gli efferati omicidi che costituiscono il “perno” intorno al quale ruotano i racconti sono accompagnati da un corollario di perversioni, feticismi, tradimenti, stupri, giri di prostituzione dipingendo, senza falsi moralismi né atteggiamenti voyeuristici, un affresco credibile delle pulsioni oscure della natura umana.
I personaggi sono genuini, ottimamente caratterizzati nella loro complessità psicologica, nelle loro matrici culturali, nella loro estrazione sociale. Su tutti, svetta il Commissario Umberto Soccodato: pingue, fuori moda, estremamente umano, ma animato da una sincera e trasparente volontà di ricercare la giustizia.