La nascita di Erica obbliga il padre, Diego, a fare i conti con il suo passato traumatico, sepolto nell’inconscio. Il bisogno di riconoscimento sociale ossessiona Diego, che è alla ricerca di una sorta di immortalità, d’imperitura memoria, concessa, a suo modo di vedere, dalla società a coloro che si distinguono.
Questi due elementi: la bambina trascurata da una parte e l’ambizione di Diego dall’altra, lo lacerano al punto di farlo ammalare. In verità non si tratta di una vera e propria malattia: Diego non può più tagliarsi la barba, i capelli e le unghie; se lo fa, sanguinano ed in breve l’uomo si trasforma in una sorta di naufrago e vede la sua vita famigliare e professionale naufragare con lui.
Ma a un tratto, un’immagine emerge con violenza dal suo inconscio, il ricordo del trauma. L’esistenza, che gli si sta sgretolando davanti agli occhi, ricompone la frattura con il passato e acquisisce un senso nuovo.