Il linguaggio efficace per il nostro cervello

Il linguaggio efficace per il nostro cervello

PARLA MEGLIO PER SENTIRTI MEGLIO

Rubrica a cura di Maria Flora Spagnuolo

Il linguaggio efficace per il nostro cervello

“Non pensare a un piatto di spaghetti”

Il giochino con le parole del post precedente, è stato utile, vero?

Hai cominciato a prendere confidenza con le sensazioni e le parole che le evocano? Ottimo!

Qui entriamo nel vivo, e vediamo insieme il meccanismo che fa funzionare il nostro cervello. Sottolineo che qui siamo nell’ambito delle Neuroscienze, ci sono precisi studi e ricerche scientifiche su questi argomenti, non parlo di opinioni personali o di teorie campate per aria, e nelle fonti indicate puoi trovare ampio materiale per l’approfondimento.

Ora supponendo che ti piacciano molto gli spaghetti, torna per un momento alla frase introduttiva del post non pensare ad un piatto di spaghetti.

Qual è la prima cosa che ti viene in mente? Ovvio, un piatto di spaghetti. Ma se ho detto “non pensare a… ”come mai pensi proprio al piatto di spaghetti?

Perché il cervello comprende la negazione “fisicamente”, ma non è in grado di capire una frase che inizia con il “non”.

Ecco perché se dico “non pensare ad un piatto di spaghetti” tu pensi a… un piatto di spaghetti. Inoltre ogni parola che dici manda il cervello verso una specifica direzione, e più adoperi quella parola, più lui ne rinforza il concetto e ne segue la direzione.

Quindi, siccome ho parlato di “piatto di spaghetti” il cervello va in quella direzione, ne rinforza l’immagine e le sensazioni, creando immediatamente tutte le reazioni chimiche di piacere, acquolina in bocca, appagamento e simili e producendo ormoni quali serotonina, ossitocina e dopamina. E meno male che avevamo detto di non pensarci!

Quindi: se ti dico: “Non preoccuparti” cosa intende il tuo cervello? “Preoccupati, preoccupati! e la conseguenza sarà di ottenere esattamente la preoccupazione, quindi di ormoni dello stress, adrenalina e cortisolo. Con una bella dose di sottile ansia gratuita.

Se dico al figlio piccolo “Non correre!” cosa intende il suo cervellino istintivo che capisce tutto alla lettera e non registra le negazioni? “Corri, corri!”

Se prima di una presentazione o di una lezione che devo tenere mi dico “Non agitarti” cosa registra il mio cervello, in senso letterale? “Agitati, agitati!”  E io devo fare uno sforzo triplo per “non agitarmi”.

Ma se mi dico “stai tranquilla”, cambio la mia postura e il mio respiro, già le cose vanno meglio per il mio corpo, perché cambiano le reazioni chimiche all’interno. Attenzione, qui non stiamo parlando di intenzioni, è chiaro che si dicono queste frasi per rassicurare o proteggere noi stessi o il nostro interlocutore, con tutte le buone intenzioni del mondo! È giusto essere gentili, perché la gentilezza è fondamentale e le buone intenzioni pure. Qui, indipendentemente dalle intenzioni, stiamo facendo un’analisi neuro-linguistica, ovvero come le parole influenzano il nostro cervello, e di conseguenza, i nostri comportamenti.

Negare un’immagine la rinforza

Questi concetti sono stati espressi da un grandissimo linguista, George Lakoff, che ha elaborato e dimostrato la seguente teoria: “negare un’immagine la rinforza”.

Alla luce di questa teoria, e dagli studi di Paolo Borzacchiello da cui ho tratto queste informazioni, ragioniamo insieme sulle frasi che usiamo quotidianamente, e torniamo al giochino del primo post.

Quando dici al tuo capo “non c’è problemail suo cervello istintivo registra “esiste un problema e i suoi ormoni si mettono in allerta. Se invece gli dici ci penso io” o “ti risolvo la situazione”, il suo cervello registra un senso di rassicurazione e piacere e… nessun “problema” all’orizzonte. Stessa situazione, linguaggio diverso. Perché c’è sempre un modo diverso di dire le cose.

Siamo talmente abituati a parlare in un certo modo, che ormai nemmeno ce ne accorgiamo, ma portare il nostro cervello a una consapevolezza diversa sulle parole che usiamo, può farci solo del bene, soprattutto in un momento storico così impegnativo. Ecco. Vedi? Potevo scrivere momento “difficile”, “terribile” “drammatico”. Non toglie nulla e non sminuisce il periodo che stiamo attraversando, ma perché attivare gli ormoni dello stress e farti produrre inutile cortisolo con parole “pesanti”?

La vera grande sfida con noi stessi è quella di trovare parole ed espressioni alternative, che, senza sminuire la situazione, creano una reazione completamente diversa nel nostro cervello, e quindi un comportamento diverso nella nostra vita.

Ti aspetto nel prossimo post, con un’altra avvincente puntata sulla magia delle parole!

Più parole sai, più libero sei” P.Borzacchiello

FONTI:

-HCE La scienza delle Interazioni Umane – P.Borzacchiello L.Mazzilli Ed. Gribaudo

-Soft Skills Express / Le Parole Tossiche – P.Borzacchiello – Amazon Audible Podcast

-Parole per Vendere – P.Borzacchiello  – Alessio Roberti Editore

-Il codice segreto del linguaggio – P.Borzacchiello ROI Edizioni

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