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Intervista a Enea De Alberti

Intervista a Enea De Alberti

Enea De AlbertiRitorno a El Alamein non si può definire semplicemente un romanzo storico o di guerra. Ricco di colpi di scena e caratterizzato da una trama complessa, il libro fluttua attraverso i decenni portando il lettore a rivivere epoche passate ma mai dimenticate. Tuttavia, per quanto le ricostruzioni storico/ambientali siano ben curate e descritte in modo vivido, è il mistero alla base della storia che avvince e porta verso l’epilogo finale. Enea De Alberti miscela il sovrannaturale con la realtà quotidiana, dosando entrambi i fattori in modo che nulla di quanto descritto possa risultare scontato.

Tenendo conto di quanto l’intreccio propone, in che modo definiresti il tuo libro?

In che modo definirei il mio libro? Una carrellata di personaggi, situazioni e ambientazioni che mi sono divertito a scrivere. Se qualcuno si divertisse nella lettura ne sarei felice.

Il personaggio di Franz è molto particolare e, per quanto protagonista, vive una sorta di “sdoppiamento” a causa di Mario, come è nata l’idea?

Considero il doppione Franz/Mario, così come Ritorno a El Alamein, un artificio tecnico che mi ha permesso di raccontare un sacco di situazioni legandole tra di loro con un filo logico (logico?)

Dovendo scegliere, da un punto di vista puramente affettivo, in quanto autore, chi preferiresti fra Franz e Mario?

Scelgo Mario perché la sua storia ricalca parzialmente la storia militare di mio padre, aviere durante la seconda guerra mondiale. Ovviamente mio padre è tornato e io, nato nel 1951, ne sono la prova vivente

I tuoi personaggi sono fatti di “carne e di sangue”, questa raffigurazione è dovuta dal fatto che ti sei ispirato a persone reali, oppure sono esclusivo frutto di una fantasia alquanto vivace?

Assolutamente ispirato a persone e situazioni reali tramandate da tanti racconti che adesso vedo in bianco-nero. la mia patologica fantasia ha colorato la tela

Le figure femminili non son mai totalmente né vittime né carnefici, ma donne (come nel caso di Pinuccia) che lottano per sopravvivere agli eventi. In che modo vedi il ruolo della donna nella società e come pensi che sia cambiato nel corso degli anni?

Alla domanda sulla donna e sul suo ruolo rispondo solo in presenza del mio avvocato

Amore e vendetta, violenza e perdono si alternano nel corso della trama, creando situazioni estremamente reali e non soggette a quelle tipiche rarefazioni che spesso si leggono in taluni contesti. Questo equilibrio narrativo nasce dal carattere dell’autore o da una particolare esigenza data dalla trama?

Non mi piacciono i racconti dove il protagonista ha i super poteri o quasi e vince sempre. Preferisco personaggi reali, anche se spesso perdono

Avendo già avuto modo di leggere altre tue composizioni, ciò che spicca nella scrittura è una forma stilistica alquanto lineare e “materiale”, priva di fronzoli e abbellimenti che potrebbero rendere taluni passaggi meno crudi. Quanto della tua esperienza come medico influisce nel tuo modo di scrivere?

Tra le tante caratteristiche che può avere un racconto prediligo la trama fluida e ricca di sostanza. Non sono capace di restare su un capitolo intero per descrivere un personaggio o una situazione. L’uso smodato delle descrizioni, degli aggettivi e delle similitudini va benissimo per prendere nove nel compito in classe ma, a mio avviso, non per inchiodare il lettore al kobo. E a tale proposito – da medico – presumo che tanti, se non tutti i personaggi dell’antologia “Amore e morte”, sono schiattati a causa del diabete provocato loro dai quintali di melassa che tracimava dalle dolci ed eterne descrizioni di tristi amori.

Anche se tutto pare risolversi nella vita di Franz, egli è comunque spinto a tornare a El Alamein, dove tutto ha avuto una fine e un inizio, come a voler chiudere un ciclo. Dal tuo punto di vista, quanto è “predestinato” nella nostra vita e quanto possiamo essere realmente artefici di ciò decidiamo e scegliamo?

Non esiste la predestinazione, esiste la genetica ma è un terreno minato perché potrebbe giustificare personalità altamente negative

Quando Enea De Alberti non scrive, come occupa il proprio tempo?

Quando Enea De Alberti non scrive che fa? … lavora, pensa, suona, sogna, ama, vorrebbe amare di più, vergognosamente a volte (ma solo un po’) odia, studia, legge, si incazza, perdona, fa cacchiate, se ne pente, le ripropone, se ne ripente, decide che va bene lo stesso, subisce le prepotenze degli altri, a sua volta  propone le sue, guarda lo schermo del computer e non sa più che scrivere… insomma vive!

Quali sono i progetti futuri?

Ho due brevetti depositati, più centinaia di altre idee con le quali contagio chi mi sta attorno. La maggior parte della gente evita di seguirmi, qualche disperato collabora per realizzare qualche idea meno strampalata delle altre… non prendo psicofarmaci!

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