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Intervista a Luca Ranieri

Intervista a Luca Ranieri

Ranieri_EEEPer quanto possa essere un esordiente, Luca Ranieri possiede uno stile di scrittura inconfondibile, un’impronta elegante e raffinata che rende riconoscibili i suoi scritti. Dietro una porta chiusa è il primo libro che pubblica con EEE, tuttavia, fin dalle prime battute il lettore s’immerge nel racconto costruito con la stessa abilità con cui uno scrittore più navigato potrebbe intessere una trama.

Abbiamo avuto modo di conoscerti attraverso le antologie che abbiamo pubblicato, tuttavia, questo libro si “spinge” un po’ più in là rispetto alle trame a cui siamo abituati, scritte da tuo pugno. Lo definiresti più un giallo, un thriller o un horror?

Credo che “Dietro una porta chiusa” ricada più nel genere thriller, benché non ami molto porre etichette. Mi piace tenere un ritmo veloce e scrivere sul confine che separa il reale dal fantastico per suscitare nel lettore la sospensione dell’incredulità. È il terreno su cui preferisco camminare da lettore: quella zona in cui, pur nella consapevolezza di essere immersi in una storia di pura fantasia, ci voltiamo di scatto all’udire di un rumore improvviso.

Il tuo protagonista è un ragazzino di dodici anni. Nella letteratura vi sono diversi esempi eccellenti in cui sono proprio gli adolescenti quelli che meglio riescono a calcare il ruolo primario. Da Charles Dickens a Stephen King, diversi scrittori hanno prediletto questa soluzione lasciando intendere che solo attraverso occhi più giovani la realtà assume le proprie vere forme. Tu cosa ne pensi?

L’adolescenza è per tutti un difficile periodo di transizione. La realtà costruita dagli adulti è poco comprensibile agli occhi ingenui di un ragazzino, e diventa spaventosa qualora vengano a mancare delle figure di riferimento in cui trovare protezione. Andrea è solo al mondo come soltanto un ragazzo della sua età può sentirsi. Non c’è tempo né spazio per lui, tra gli interessi egoistici della madre e l’ondivaghezza della fede in cui cerca conforto alla fine.

Quanto si assomigliano, nella realtà, Andrea (il tuo protagonista) e Luca?

Credo che la personalità di un autore non possa fare a meno di contaminare in una certa misura i suoi personaggi. Il protagonista di “Dietro una porta chiusa” è un ragazzino spaventato e disorientato. La vita l’ha già colpito duramente all’inizio della storia, e il peggio deve ancora venire. Ma è anche dotato di una grande vitalità che gli infonde il coraggio, di cui ha bisogno, per trovare risposte fondamentali.
Parte della personalità dell’autore è in linea con il personaggio? Può darsi, ma questa non è in fondo la storia di tutti noi? Siamo tutti autori coraggiosi delle nostre vite: le scriviamo pagina dopo pagina tra tante difficoltà fino all’ultimo capitolo che irrimediabilmente pone fine alla storia. Siamo tutti eroi, quindi non esistono eroi, e nei miei racconti infatti non ne troverete. Amo parlare di persone normali che vengono catapultate in situazioni anormali. Così è più divertente, no?

Pubblicare in formato digitale è una scelta controversa per molti autori. Pensi che vi siano più possibilità, per un esordiente, di riuscire ad arrivare sul mercato in questo settore? Oppure la carta stampata possiede ancora quel suo fascino incontrastato?

Tutto il patrimonio culturale umano è in corso di digitalizzazione ormai da molti anni. È solo questione di tempo prima che il supporto fisico si estingua. Basta pensare a Wikipedia, allo streaming in alta definizione di musica e film, all’adozione dei tablet a scuola. Tutto ciò consente di ridurre l’investimento iniziale connesso alla distribuzione e, nella maggioranza dei casi, la pubblicazione dell’ebook è l’unica strada percorribile per un autore sconosciuto.
Ritengo che le case editrici si trovino di fronte a una grande sfida in tal senso: spero che dopo un periodo di transizione, dovuto alla novità, riconoscano le loro responsabilità nei confronti dei lettori e non siano tentate dalla pubblicazione indiscriminata di opere spesso non all’altezza. Gli ebook avranno la stessa dignità dei libri cartacei nell’immaginario collettivo soltanto se noi – autori e case editrici – gliela daremo.

Sei arrivato alla scrittura di un libro grazie a qualche autore che ti ha particolarmente colpito? Oppure hai scritto la storia di getto, senza seguire uno stile particolare?

L’autore che mi ispira maggiormente è Stephen King, ma amo anche H.P. Lovecraft ed Edgar Allan Poe. Leggo comunque anche numerosi altri autori come Peter Straub, Patricia Cornwell, Glenn Cooper, Giorgio Faletti, solo per citarne alcuni.

Ho iniziato a scrivere racconti ai tempi di scuola. All’epoca non esisteva Facebook e i blog erano appannaggio di giornalisti e personaggi pubblici. Le comunità online erano formate da sparuti gruppi che avevano ben pochi mezzi per entrare in contatto.
Gli aspiranti scrittori potevano comunque proporsi gratuitamente e anonimamente su Usenet, la rete dei gruppi di discussione (newsgroup). È proprio qui che ho iniziato a confrontarmi, raccogliendo i primi frutti di una passione che troppo spesso resta sopita, vuoi per pudore, vuoi perché la vita di tutti i giorni ci obbliga a dedicare la quasi totalità del tempo ad attività “più importanti”, quelle con cui, parliamoci chiaro, ci guadagniamo da vivere.
Dopo anni di pausa, ho pensato fosse il momento di rispolverare la vecchia passione, quell’impeto creativo che mi faceva stare tanto bene durante l’adolescenza. Ho scoperto che funziona ancora e negli ultimi tempi mi sono dedicato alla scrittura di romanzi e racconti.

Fatti strani e incomprensibili possono sempre trovare una spiegazione logica? Oppure può esistere un “territorio” in cui è meglio non entrare? E quanto può essere semplicemente imputabile alla suggestione?

La mente umana cerca sempre delle risposte e quando esse sono al di fuori della sua portata, ricorre alla fede e al soprannaturale. Molto spesso il terreno minato è proprio il subconscio, per cui si tende a proiettare le paure e creare mostri o illusioni che consentano alla natura umana di dissociarsi da una realtà troppo ardua da sopportare. È ciò che accade al piccolo Andrea in “Dietro una porta chiusa”, dove lo spettro è proprio la sua guida verso la verità che tanto teme.

Pur avendo girato il mondo, hai ambientato il tuo romanzo a Roma. Il tuo è un omaggio alla Terra natale oppure una scelta obbligata?

Roma è la città in cui ho vissuto più a lungo e di cui conosco meglio la realtà. La mia storia aveva bisogno di un’ambientazione pervasa da degrado e chiusura mentale, e le periferie romane sono il teatro ideale di certe rappresentazioni. Un consiglio che do a tutti gli scrittori esordienti è quello di scrivere di ciò che si conosce.

Cosa si cela dietro alla tua porta chiusa?

Le paure che affliggono la nostra vita quotidiana di esseri umani moderni e civilizzati. Non c’è bisogno di immaginare fantasmi e mostri feroci per suscitare emozioni forti nel lettore, anche se a volte essi sono protagonisti di una simbologia utile a visualizzare le paure e a proiettarle al di fuori, proprio allo scopo di renderle meno difficili da sopportare.
I nostri fantasmi sono il dubbio dell’inadeguatezza, la paura della solitudine, lo spauracchio del tradimento, il senso di perdita imminente che proviamo in certi frangenti. Cosa c’è, infine, di più spaventoso dell’eterna incertezza in cui le nostre esistenze di esseri mortali sono sospese?
I veri mostri sono quelli che abbiamo dentro: non c’è bisogno di crearli, basta evocarli.

Quando Luca non scrive, come occupa il proprio tempo?

Amo ascoltare la musica (rock e jazz) e fare lunghe camminate. La lettura occupa poi un posto molto importante: leggo tutte le sere fino ad addormentarmi. Nessuno può diventare un buon autore se non è prima un grande lettore.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sono impegnato a tempo pieno con un lavoro molto interessante, che mi fa girare il mondo e conoscere tante realtà diverse. Nel tempo libero continuo a lavorare su un paio di romanzi che spero di pubblicare. Non so se la scrittura occuperà mai un posto anche nella mia vita professionale. Di certo resterà sempre una grande passione.

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