Foto Claudio Furlan /Lapresse
08-03-2019 Milano 
Babel, opera di Andrea Mastrovito, sede Assab one

La storia dei puzzle – IlPost

La storia dei puzzle

Foto Claudio Furlan /Lapresse

In questi giorni sono molto richiesti per passare il tempo in casa, come già era successo durante la crisi degli anni Trenta

In questi giorni c’è grande richiesta di puzzle. La settimana scorsa negli Stati Uniti erano il settimo tipo di prodotto più cercato su Amazon.com, dopo una serie di oggetti per pulire e disinfettare e la carta igienica, ma poi Amazon ha smesso di ordinarne di nuovi per i suoi magazzini – come ha fatto con i libri in Italia nelle scorse settimane – per poter dare la precedenza a prodotti considerati beni di prima necessità.

Nella seconda metà di marzo Ravensburger, l’azienda tedesca che è la più grande produttrice di puzzle del mondo, è passata da fare i conti con un aumento delle vendite del 370 per cento rispetto all’anno precedente, con numeri simili a quelli del periodo natalizio, a incontrare grossi problemi nel consegnare i puzzle. A un certo punto ha interrotto le vendite dirette dal suo sito americano, per poter rifornire i negozi online delle grandi catene. Alcuni piccoli negozi di giocattoli, costretti a chiudere al pubblico per le restrizioni dovute al coronavirus (SARS-CoV-2), si sono messi a consegnare puzzle a domicilio, ma una volta esaurite le scorte non è detto che possano rifornirsi a loro volta.

Dovendo passare molto tempo in casa, i puzzle sono in effetti una forma di intrattenimento efficace per i bambini ma anche per gli adulti, soprattutto se sono grandi e complessi come quelli da 1.000 pezzi in su. Anche in passato i puzzle erano stati un passatempo molto popolare in un periodo di difficoltà, sempre negli Stati Uniti: si diffusero durante la cosiddetta Grande depressione, la crisi economica degli anni Trenta, quando erano fatti soprattutto di legno invece che di cartone. Esistono però da molto più tempo: dalla fine del Settecento.

Chi inventò i puzzle

Non si sa con certezza, anche se ci sono un paio di ipotesi. Quello che è certo è che i primi puzzle furono realizzati e venduti nel Regno Unito, che erano fatti di legno e che le figure che mostravano una volta ricomposti erano carte geografiche: per questo venivano chiamati “mappe sezionate”. Erano pensati come strumenti didattico per imparare la geografia per i bambini delle famiglie abbienti, che per la prima volta in quel periodo storico cominciavano a preoccuparsi dell’istruzione dei ragazzi. Uno di questi puzzle geografici è citato anche in un romanzo di Jane Austen, Mansfield Park.

continua su www.ilpost.it/2020/04/05/puzzle

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