Osservatorio Covid-19.
Il focus sulla piccola e media editoria

La quarta rilevazione dell’Osservatorio AIE sull’impatto che l’emergenza Covid-19 sta avendo sul settore editoriale è stata dedicata interamente alla piccola e media editoria (PmE).

I risultati mettono subito in evidenza la fragilità (strutturale) che il comparto già viveva nel 2019. Il 65% dei rispondenti dichiarava di operare già nello scorso anno in una fascia di fatturato che non superava il milione di euro. E di «fatturato» inteso come valore del venduto a prezzo di copertina, comprendente, quindi, anche i costi distributivi.

Appena l’8% dichiarava un valore delle vendite superiore ai 4 milioni di euro, e il 20% si collocava tra 1 e 2 milioni. Dati e valori che confermano quanto ha continuato a emergere in questi anni dalle ricerche presentate da AIE a Più libri più liberi. Nel vasto quadro della PmE abbiamo che i primi 100 PmE generano il 73% della parte di mercato che presidiano.

La rimodulazione del lancio novità

Come gli altri settori anche la PmE ha dovuto ridefinire il piano di uscite e i tempi dei lanci novità. La previsione che il settore ipotizza a fine 2020 è di una flessione del -32% di titoli che prevedeva di pubblicare quest’anno. Un valore che accentua ancor più il valore medio del -27% del settore che avevamo visto negli Osservatori precedenti.

Una previsione del calo dei lanci novità che va a incrociare la fragilità strutturale del settore della PmE: opere di cui si sono già acquisiti i diritti, tradotte e di cui si dovranno pagare le traduzioni, il lavoro grafico, pensate per l’uscita in un certo periodo dell’anno.

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