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Piera Rossotti Pogliano e Il Gioco di Libri

Piera Rossotti Pogliano e Il Gioco di Libri

Talvolta è capitato di passare qualche ora in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un personaggio, un piatto tipico e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour

Sinossi

 il diario intimo di Filippina Il punto di partenza di Diario Intimo è stato la ricerca storica, ed in particolare la ricerca della risposta alla domanda: si può parlare di un Piemonte giacobino e napoleonico? In fondo, si tratta di un periodo talmente breve, soltanto un quindicennio, che forse è esagerato considerare tanto importante.
A mano a mano che approfondivo l’argomento, che mi perdevo tra ricerche d’archivio e contributi di studiosi di grande rilievo, mi rendevo conto che non sarei mai riuscita a trovare una risposta assoluta. L’unica possibilità era dare una risposta “parziale”, cioè guardare quel periodo attraverso gli occhi di un personaggio che me lo potesse far comprendere meglio.
Leggendo l’opera fondamentale che Rosario Romeo ha scritto su Cavour, e poi la corrispondenza degli anni giovanili dello statista, ho trovato a più riprese allusioni alla nonna paterna, Filippina de Sales, una Savoiarda venuta sposa giovanissima a Torino, nel 1781, deceduta nel 1849. Di quanta grande Storia è stata testimone questa donna, da un osservatorio privilegiato come quello che le poteva offrire una famiglia così in vista!
Dalla Rivoluzione francese, al periodo del Consolato e dell’Impero napoleonico, quando il Piemonte è diventato parte integrante della Francia, alla Restaurazione, fino all’inizio delle guerre per l’Indipendenza.
Allora, ho provato a guardare attraverso i suoi occhi.
Ma non c’era soltanto la grande Storia, c’erano anche tutte le minuzie della quotidianità. Così, mi sono inventata il suo Diario, per raccontare.
In fondo, troverete una bibliografia, ma questo è un ROMANZO, scusate se lo “scrivo a voce alta” utilizzando il carattere maiuscolo. È documentato con attenzione, ma NON è un documento storico.
Marguerite Yourcenar ha scritto, nei suoi Carnets allegati ai Mémoires d’Hadrien: “ In un modo o nell’altro, ricostruiamo sempre il passato a modo nostro. È già molto utilizzare solo pietre autentiche”.
Questo ho tentato di fare, ma posso anche dire, imitando Flaubert, che, almeno un pochino, “Philippine, c’est moi”. Non so se lei sarebbe d’accordo, io sono una proletaria miscredente, lei era una dama di antica nobiltà, pronipote di San Francesco di Sales. Ma ho cercato di entrare nella sua mente e nel suo cuore.
Se ci sono riuscita, potrà dirlo il lettore.

Se “Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavour ” fosse

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Una città: Torino

Sicuramente Torino, una Torino parruccona di fine Settecento, ancora chiusa dalle mura, dove Filippina arriva diciannovenne, sposa di Filippo di Cavour, che ha il doppio dei suoi anni. Abituata ai paesaggi aperti e all’aria pura della Savoia, la prima cosa che la colpisce è la puzza della città, degli escrementi dei cavalli, dei rigagnoli al centro delle strade per lo scolo di liquami ed immondizie. Filippina apprezza però anche le prospettive della città, le vie larghe e dritte, i bei palazzi, tra cui Palazzo Madama, che unisce una maestosa parte medievale a una parte settecentesca, dovuta all’architetto Juvarra (la foto di Torino è appunto scattata dal fastigio di Palazzo Madama: a sinistra, la cupola di S. Lorenzo del Guarini, al centro la torre campanaria del Duomo, un pezzo di Palazzo Reale e la cupola della Sindone, sempre del Guarini).

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Un piatto: Biscottini alle nocciole

I biscottini alle nocciole, molto apprezzati dagli ospiti di Filippina. Ecco la ricetta originale:

Pelare le nocciole appena tostate e ben pestare in un mortajo con un pugillo di zuccaro, affinché non facciano olio; sbatterle per lo spazio di un quarto d’ora con un’oncia di farina, tre rossi d’uova e quattr’once di zuccaro fino, aggiugnendovi poi quattro bianchi d’uova sbattuti; mettete la pasta nelle forme di carta fatte in forma di cassa, della larghezza e altezza di due dita, unte al di dentro con butirro, coprendo poscia i biscottini con zuccaro e facendoli cuocere lentamente nel forno; quando saranno ben coloriti, levateli dalla carta che siano ancor caldi. (Anonimo, Il cuoco piemontese, Milano, Silvestri, 1832).

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Un personaggio: Camillo di Cavour

Il giovane Camillo di Cavour, che amava moltissimo la nonna Filippina. Quando, nel 1848 viene proclamato lo Statuto albertino, Camillo, appena entrato in politica, è molto contento, mentre la nobiltà torinese è assai preoccupata. Filippina, invece, è serena. “Ci intendiamo a meraviglia, voi ed, io, cara nonna” le dice il nipote, fregandosi le mani. “Ci intendiamo perché anche voi siete sempre stata un po’ giacobina!” Giacobina una gran dama come Filippina di Cavour! Solo il giovane Camillo poteva dirle impunemente una cosa simile

Una canzone: Cavatina dal Barbiere di Siviglia di Paisiello

Piuttosto una musica, magari la bella Cavatina dal Barbiere di Siviglia di Paisiello (1782). Paisiello era molto amato nella Torino settecentesca.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook – cartaceo
  • Dimensioni file: 443 KB
  • Lunghezza stampa: 280
  • Editore: EEE-book (7 aprile 2012)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-025-2
  • Formato: Formato Cartaceo
  • ISBN: 978-88-6690-040-5
  • Numero pagine:245

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