Costantino

Scrivere libri per ragazzi: Cinzia Morea

Scrivere libri per ragazzi: Cinzia Morea.

Scrivere libri per ragazzi a volte significa dare sfogo alla propria fantasia, alla propria capacità di riuscire a vedere un mondo privo di quei preconcetti che l’età adulta impone. Tuttavia, se la fantasia trova la via per potersi esprimere, altrettanto non si può dire del linguaggio e dello stile che si devono applicare.

CostantinoCinzia Morea nasce nel 1972 in provincia di Milano, dove tutt’ora vive con un cane ed un gatto.
Medico ed educatore cinofilo, è da sempre appassionata di favole e leggende. Ricorda la Puglia dalle vacanze estive dell’infanzia. A vent’anni scopre Ferrara, città magica e a trenta la Valle Cervo, scenari di questo libro.
Ha scritto il romanzo Costantino (il quale rientra nel progetto #teenreaders) dopo aver assistito, a Triora, al  Festival delle Streghe.

All’autrice abbiamo chiesto quali sono state le difficoltà riscontrate e quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a scrivere un romanzo per ragazzi.

Correre col pensiero dietro alla fantasia, dando sfogo alla parte di noi che è rimasta fanciulla, è probabilmente l’unico modo in cui possiamo essere completamente liberi, senza scalfire l’altrui diritto alla stessa libertà.
Ho scritto accogliendo, in piena libertà, tutte le storie che sceglievano di venire a farmi visita, intrecciando quelle che andavano più d’accordo tra loro e se l’arazzo che alla fine è scaturito dal mio lavoro ha colori vivaci, che possono piacere a giovani e giovanissimi (o a qualunque adulto abbia mantenuto in sé un animo da fanciullo), allora sarà a loro che mi rivolgerò.
Nel mio romanzo volevo raccontare l’avventura di imboccare sentieri che si allontanino dalla nostra vita di tutti i giorni per immergersi nella bellezza e nella magia di piccole cose: pietre, nuvole, alberi, la cui bellezza e magia non siamo più abituati a considerare, dietro la lente della ragionevolezza attraverso cui progressivamente, fin da bambini, ci abituiamo a guardare il mondo.
Il mio punto di partenza dunque è stata la storia di questa magia che aspettava di essere raccontata, da qui è scaturito il progetto del romanzo:

“Chiunque voglia raccontare certi eventi meravigliosi” scriveva Michael Ende “deve descrivere il mondo in maniera tale che tali eventi siano in quel mondo plausibili e verosimili. Ed è una questione di registro e di stile.” (M. Ende, Storie Infinite. Ed. Rubettino).

Quindi si può dire abbia scritto per i giovani perché sono i più attratti dal meraviglioso, che è quello che, in quanto mi circonda, affascina anche me, e che da questa attrazione siano conseguiti non solo la scelta di scrivere per i giovani, ma anche quella delle tematiche e del modo in cui scrivere.
La maggiore difficoltà è stata capire poi se non avessi errato in queste scelte di registro e stile. Essendo alla mia prima esperienza, ho sottoposto il romanzo finito a parenti e amici per sapere cosa ne pensassero e i pareri sono stati discordanti, qualcuno pensava che fosse un romanzo godibile anche da un pubblico adulto, qualcun altro invece che, essendo un romanzo per bambini, aveva un linguaggio troppo difficile. Allora ho ricontattato una delle mie maestre delle elementari, ben più abituata di me ad avere a che fare con giovanissimi lettori, che con il suo parere mi ha incoraggiato a continuare per la strada che avevo intrapreso (grazie Ambro!).

 

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