serial killer

Serial killer – come si riconosce un assassino seriale

Serial killer – come si riconosce un assassino seriale

Una panoramica introduttiva sul mondo degli omicidi seriali

di Stefania Napoli

Il tema dell’omicidio seriale occupa una nicchia all’interno della giustizia criminale, eppure attira grande attenzione da parte di media, pubblico, esperti di salute mentale e mondo accademico a causa delle caratteristiche implicite nella natura del crimine. Pur essendo un evento relativamente raro, stimato in meno dell’1% degli omicidi commessi in un dato anno, quello seriale presenta, infatti, un impatto notevole sul senso di sicurezza e suscita interesse in quanto coinvolge molte sfere, da quella psichiatrica a quella socio-culturale.

Le difficoltà connesse alla cattura di un serial killer sono notevoli sia per l’assenza di precedenti relazioni tra assassino e vittima, quindi di un movente identificabile, sia per la ‘doppia vita’ del killer che conduce un’esistenza apparentemente normale. Ecco perché il criminal profiling, ossia la definizione del profilo sociale e psicologico di un criminale, costituisce un valido strumento investigativo utile a coadiuvare le indagini di polizia sui crimini di stampo seriale.

Ma come si riconosce un assassino seriale e in cosa si differenzia dall’omicida comune?

L’FBI definisce ‘assassino seriale’ qualcuno che ha commesso almeno due omicidi intervallati da un periodo di cooling-off o raffreddamento emotivo durante il quale il soggetto torna alle sue normali attività quotidiane. Questo elemento si rivela essenziale ai fini della distinzione dei fenomeni criminosi, perché dimostra che ogni evento omicida viene vissuto come emozionalmente differente dall’assassino e permette agli investigatori di distinguere tale tipologia di killer da altri assassini plurimi, come il mass murderer che uccide più persone all’interno dello stesso episodio omicidiario e lo spree killer che commette omicidi in un lasso di tempo molto breve e in luoghi differenti, spesso in seguito a un’esplosione di violenza improvvisa.

I mass murderer

Tra i mass murderer rientrano assassini come Stephen Craig Paddock, responsabile della Strage di Las Vegas avvenuta il 1 ottobre 2017. Paddock, ex imprenditore immobiliare e assiduo frequentatore dei casinò, sparò dalla finestra della sua stanza da letto del Mandalay Bay Hotel oltre mille colpi di arma da fuoco sulla folla di partecipanti a un festival di musica Country, causando la morte di cinquantanove persone e il ferimento di altre ottocentocinquantuno. Alla medesima categoria appartengono anche Eric David Harris e Dylan Bennet Klebold, autori del tristemente noto Massacro di Columbine avvenuto il 22 aprile 1999 alla Columbine High School. I due liceali assassinarono dodici studenti, un insegnante e ferirono gravemente altri ventiquattro compagni di scuola prima di suicidarsi nella biblioteca del liceo.

Gli spree killer

Tra gli spree killer più famosi citiamo Bonnie Elizabeth Parker e Clyde Chestnut Barrow, coppia di criminali statunitensi attivi negli anni ’30 che in tre anni commise un centinaio tra rapine e omicidi, e il francese Guy Martel che il 19 giugno 1985 uccise sette persone e ne ferì almeno altre cinque in diverse città nei dipartimenti Ille-et-Vilaine e Cotes-du-Nord. L’esempio più caratteristico di spree killer è rappresentato da Benjamin Nathaniel Smith, membro della neo-nazista World Church of the Creator, che durante il fine settimana del 4 luglio 1999 si accanì contro persone appartenenti a minoranze etniche e religiose tra gli Stati dell’Illinois e dell’Indiana. Tra venerdì 2 e domenica 4 luglio, Smith ferì nove ebrei ortodossi, un pastore afroamericano della Greater Faith Temple Church, e assassinò un ex allenatore di basket di colore e un giovane dottorando coreano di 26 anni, quindi si suicidò.

È dunque evidente come a fare la differenza nella classificazione degli assassini multipli non sia il numero di vittime o il luogo prescelto per commettere i delitti, ma la ritualità dell’esecuzione e la presa di distanza emotiva da un omicidio all’altro.

In riferimento alla motivazione che spinge il serial killer a commettere i suoi crimini, e in accordo con le caratteristiche statisticamente rilevanti definite dal Dipartimento di Analisi Comportamentale dell’FBI, gli assassini seriali sono stati suddivisi in cinque differenti categorie nelle quali ci addentreremo nei prossimi articoli.

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