Manuela Leonessa e Il Gioco di Libri

gioco-di-libriManuela Leonessa e Il Gioco di Libri

Talvolta è capitato di passare qualche ora in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un personaggio, un piatto tipico e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

Sarà mica per Sempre

Sinossi

 Leonessa_EST Alice è morta annegata, ma l’assassino l’ha poi rinchiusa nella sua auto e ha collegato il tubo di scarico all’abitacolo per simulare un suicidio. Perché? Non certo per depistare le indagini alle quali è bastata l’autopsia per svelare la messinscena. Sembra, piuttosto, il rispetto di un rituale, di un sacrificio umano. La polizia archivia il caso, ma Emma, la migliore amica di Alice, esige delle risposte e convince l’ispettore Moreno a proseguire le indagini, almeno in via ufficiosa. Al loro fianco anche Barbara, psicologa radiata dall’albo per un errore letale, che si mantiene come domestica presso la famiglia di Alice.Forse Alice è morta al posto di qualcun altro?E chi è la misteriosa Savana? La sua storia si intreccia a quella di Emma e Alice in quello spazio ignoto che è la follia umana, e la soluzione di questo thriller psicologico ambientato a Torino sarà sconcertante e terribile.

Se “Sarà mica per Sempre” fosse

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Una città: Tutte ma non lei

Se chiedessi a voi con quale città abbinereste il mio romanzo cosa rispondereste? Con un margine di errore che reputo bassissimo, direi, Torino, perché è la città in cui è ambientato il romanzo e anche quella in cui vivo. Ma quello dei thriller è un genere che si nutre di imprevisti, colpi di scena, e suspense. Proponendovi la città sabauda, non stupirei nessuno e non avrei centrato l’obiettivo. Ma se la città fosse Senigallia, oppure Forlimpopoli vi chiedereste incuriositi il perché, e continuereste a leggermi per scoprire la risposta

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Un piatto: Le zeppole

Perché vicino a casa mia c’è un posto dove le fanno buonissime. Pertanto, per me che amo la dolcezza in tutte le sue forme, e credo nel valore terapeutico dello zucchero, abbinare il mio romanzo a un dolcetto ben fatto suona come un augurio.

Se dopo averlo letto avrete la sensazione che la vita vada un po’ meglio, ditemelo. Mi verrà il diabete e sarò felice.

 charlie-chaplin

Un personaggio: Charlie Chaplin

Perché ha saputo essere un personaggio, allo stesso tempo, ironico e toccante, e non mi dispiacerebbe scoprire come ha fatto

Una canzone: Ederlezi di Goran Bregovich

Perché ascoltarla a tutto volume è ogni volta un’emozione forte. Una di quelle che mi serra la gola. Non importa se l’ho già ascoltata centinaia di volte, scopro sempre qualcosa di nuovo, un accordo nascosto, un violino di cui non mi ero mai accorta, un’emozione diversa. E penso che un buon libro debba essere come lei, capace di avere sempre qualcosa di nuovo da dire

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 2240 KB
  • Lunghezza stampa: 273
  • Editore: EEE-book (13 aprile 2016)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-306-2

Presentazione di L’aria non può parlare

firmaPresentazione di L’aria non può parlare di Gaetano Manna

Venerdì, 18 novembre 2016, alla Libreria “Il cammello” di Nichelino (TO), è stato presentato il romanzo di Gaetano Manna L’aria non può parlare (EEE, 2016)

Venerdì abbiamo assistito a una di quelle presentazioni che vorremmo vedere più spesso in libreria. Intanto il luogo: una saletta – gremita – in una libreria centrale, una libreria unica nel suo genere, perché indipendente e gestita da una cinquantina di volontari (trovate la pagina su FB), un pubblico interessato e partecipe.

Introdotto da Aura Rosati e da Ornella Zanirato, l’Autore ha dialogato con l’editore Piera Rossotti e con il pubblico, mentre la dott.ssa Cecilia Ventìgeno ha letteralmente “interpretato” alcuni brani dell’opera, con la sua bravura di docente di lettura ad alta voce, capace di far davvero risaltare l’eccellente scrittura di una storia lunga e complessa che si può leggere su piani diversi.presentaz

“Il punto di partenza per ideare il protagonista” ci racconta Gaetano Manna, che di mestiere fa lo psicologo e si occupa di tossicodipendenze, “è stata la storia di un uomo che è stato spinto all’omicidio dall’esasperazione, non perché fosse un criminale, e che ha passato 52 anni di vita in un OPG, un manicomio criminale, eppure è riuscito a conservare la sua lucidità e la sua dignità”.

Il protagonista del romanzo, Antonio, nato da una famiglia della buona borghesia messinese nel 1901, finisce infatti in un manicomio criminale per un involontario omicidio, che i suoi nemici sfruttano come pretesto per farlo rinchiudere: siamo negli anni in cui il fascismo prende piede in Sicilia, e il protagonista rimarrà nella struttura-lager fino al 1982, anno in cui comincia il romanzo, quando Roberto, un nipote di Antonio che vive a Torino e che fino ad allora aveva ignorato l’esistenza dello zio, parte per la Sicilia per andare a ritrovare il suo congiunto e lo porta a casa sua. Qui, dopo un primo, difficile periodo di adattamento, lo zio inizierà a narrare la sua storia, e la sua presenza arricchirà notevolmente la famiglia ospite, contribuendo a sanare incomprensioni e attriti. E ci sarà anche una felice conclusione per Antonio… ma anche una bellissima e buonissima conclusione per tutti i presenti: una torta preparata da Eleonora Manna appositamente per la presentazione del papà!torta

Dettagli prodotto

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 2331 KB
  • Lunghezza stampa: 589
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (26 gennaio 2016)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-288-1

La musica classica nei libri: tanti consigli di lettura – Il Libraio

Finire su Il Librario offre una certa soddisfazione!

L’autore Franco Pulcini, che per lungo tempo ha fatto parte della scuderia EEE, non ha dimenticato le proprie origini e lo ha sottolineato in questo articolo apparso sul sito Il Librario.

La musica classica nei libri: tanti consigli di lettura – Il Libraio

Franco Pulcini, scrittore, professore e critico musicale, consiglia su ilLibraio.it una serie di romanzi in cui c’è spazio per la musica classica

di Franco Pulcini

La musica classica è da sempre cara alla letteratura. Molti dei più grandi scrittori d’ogni tempo ne hanno scritto nei loro libri: da Thomas Mann a D’Annunzio, passando per Lev Tolstoj, Milan Kundera e Julian Barnes. Su IlLibraio.it i consigli di lettura del musicologo Franco Pulcini, in libreria con il romanzo “Delitto alla Scala”

Chi ama trovare la musica e i musicisti nella letteratura ha solo l’imbarazzo della scelta. Il capolavoro in questo senso è il Doktor Faustus di Thomas Mann, sul problema della spinosa musica contemporanea, un autore che ha sempre inserito l’arte dei suoni nei suoi romanzi e racconti. Prima di lui, già D’Annunzio si era dedicato alla musicografia letteraria: nel Trionfo della morte un intero capitolo è dedicato all’evocativa descrizione del Tristano e Isotta di Wagner. Anche Proust era musico-dipendente, e il suo rapporto con la musica, come per Mann, è argomento di dotti saggi. La sua prosa sublime riusciva a rendere ispirata anche qualsiasi lagna da salotto. Ma questi grandissimi non sono certo stati i primi. E senza iniziare dal mito di Orfeo, basta ricordare il romanzo breve di Lev Tolstoj La sonata a Kreutzer, sul potere sensuale della musica, che spinge i deboli sensi della donna all’adulterio. No comment. A proposito di russi, di recente ho letto Il rumore del tempo di Julian Barnes, sulla vita di Dmitrij Šostakovič. Vi azzarda la difficile convivenza della verità storica con la creatività letteraria. Non è niente male, anche se una volta le chiamavano “vite romanzate” e ci dicevano di tenercene alla larga. Infatti Milan Kundera, il cui padre era un musicologo moravo collaboratore di Janáček, quando ha trattato del grande musicista ceco lo ha fatto in forma saggistica (I testamenti traditi) e come scrittore si è tenuto in genere lontano dalla musica.

A me piacciono i racconti di fantasia con protagonista la scatenata follia dei musicisti: ricordo l’oltraggioso e strepitoso romanzo Insaziabilità del polacco Stanislaw Witkiewicz sulla decomposizione dei valori, con musiche e musicisti altrettanto debosciati. Ho letto volentieri Il caso Bellwether di Benjamin Wood, un romanzo recentissimo; non importa che fosse incentrato su un musicista minore come Mattheson, tanto la musica viene solo descritta, non ascoltata. Una musicista invece molto concreta è l’arpista Noga ne La comparsa di Abraham Yehoshua, che torna ed essere una persona vera quanto riprende il suo posto in orchestra e torna a vivere nella musica.

Uno dei miei scrittori preferiti – Thomas Bernhard, altro appassionato di musica – ha pubblicato un libro su tre pianisti che s’incontrano a Salisburgo: Il soccombente. Il risentimento e l’odio tra interpreti trova comunque il suo culmine ne La pianista di Elfriede Jelinek, da cui il bellissimo film con Isabelle Huppert. La serie dei pianisti letterari è lunga, ma voglio ricordare La leggenda del pianista sull’oceano di Alessandro Baricco, uno scrittore che quando parla di musica, lo fa sempre con arguta cognizione di causa. Se poi parliamo del mondo dell’opera, è come entrare nei grandi archetipi narrativi.Io stesso mi sono dilettato con un romanzo, Lei è una grande, che è una parafrasi paradossale del Cavaliere della rosa di Strauss, opera che “l’eroe” va a vedere all’Opera di Vienna al centro della vicenda.

Sorgente: La musica classica nei libri: tanti consigli di lettura – Il Libraio

I blog dei nostri autori

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I blog dei nostri autori

Gli autori non sono solo scrittori dediti al genere che presentano al pubblico. Per prima cosa sono persone, ognuna con i propri hobby, le proprie idee, le passioni. Dunque, non è affatto strano pensare che possano avere dei blog personali nei quali raccontano sì la propria bibliografia, cercando di offrire una vetrina variegata al lettore in merito alle proprie produzioni, ma sovente espongono anche altro. Andateli a scoprire e, ricordate, a ogni blogger fa piacere avere un riscontro di quanto scrive, fosse anche un commento stringato.

ATZORI MARINA

BAGLI ELISABETTA

BARALDI DAVIDE

BUCCELLATO SALVATORE

CAPPELLONI GASTONE

CELOTTO LAURA

CIRILLO ALESSANDRO

CURIONE CHIARA

DEL GAUDIO LIDIA

FERRETTI LUISA

GAGLIARDI EMANUELE

GRILLI ELENA

IBBA GIANCARLO

LEONELLI ANDREA

MARCELLI LORENA

MEREU FRANCESCA

MOSCARDO ELENA

NEJROTTI MARIO MICHELE

NIZZOLA BRUNA

PANOVA MAINO IRMA

PARIGINI NICOLETTA

RAVEL ANDREA

RUSSO NUNZIO

SPOCCI ALESSANDRO

TERROSI MARGHERITA

VASARRI DANIELA

VIGILANTE GIANNI

Paolo Fiorino e la sua esperienza con EEE

Paolo Fiorino è uno scrittore dalle grandi doti naturali e il suo romanzo storico, Eroi nel nulla ne è la riprova. Tuttavia, non fatevi fuorviare, al di sotto dell’immagine seria e competente si nasconde un animo gioioso che non vede l’ora di esprimere anche la sua parte più ironica e goliardica. #EEE #autoriEEE

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Paolo Fiorino e la sua esperienza con EEE

di Paolo Fiorino

Era una notte buia e tempestosa…

Questo, oltre che l’incipit preferito da Snoopy per i suoi racconti, potrebbe essere anche l’inizio di un immaginario romanzo sull’avventura dello scrittore che tenta di attraversare il mare burrascoso della pubblicazione.

L’unico modo di attraversare questo mare, seguendo la rotta sicura che permette di lasciarsi alle spalle le sirene tentatrici degli editori a pagamento, che lo attirano  solo per approfittare dei suoi sogni, gli scogli dei rifiuti che rischiano squarciare la fragile chiglia della sua voglia di scrivere, e i mostri marini dell’indifferenza che rischiano di stritolarlo e sommergerlo, è avere una buona nave, robusta e con un grande equipaggio. Ma una buona nave e un buon equipaggio non bastano, sono nulla senza una guida esperta.

E qui sta la forza della nostra nave: Capitan Piera al comando, l’editora che sa come far mantenere la rotta, Il primo ufficiale Irma, la guida che ha sempre una buona parola per tutti ma che non lesina ceffoni quando servono, l’ufficiale di macchina Andrea, animo poetico  sempre pronto a oliare i meccanismi del gruppo e poi Marina e tutti gli altri componenti dell’equipaggio che cercano sempre di tirare fuori il meglio da un pugno eterogeneo di marinai che, quando ci si mettono d’impegno, remando tutti nella stessa direzione, hanno la forza di spingere la nave fuori dalla burrasca.

Alla fine, per chi sceglie di farne parte, la nave EEE è come una casa, una famiglia di cui essere fieri e orgogliosi. Su questa nave, come in tutte le famiglie, ci si aiuta quando ce n’è bisogno e si impara. È un lavoro faticoso e continuo, per il quale servono anche i no, non quelli gratuiti e distruttivi ma quelli motivati e seguiti dai consigli.

Di notti buie e tempestose l’autore medio vi posso assicurare che ne vive parecchie, ma in questo mare un approdo sicuro esiste e io l’ho trovato al porto della EEE.

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Le valutazioni per Non altro che me stesso

CoverLab: Le valutazioni per Non altro che me stesso

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Avevamo sotto osservazione la cover di Non altro che me stesso di Lu Paer e questi sono stati i risultati ottenuti dal nostro sondaggio mirato a capire i gusti dei lettori riguardo alla scelte effettuate nella costruzione delle copertine, il biglietto da visita del libro.

Di questa cover, gli intervistati hanno apprezzato soprattutto il soggetto, ovvero il 60% di chi ha risposto, e l’aspetto totale nel suo insieme (30%). Il titolo scelto ha suscitato una certa curiosità, soprattutto per il fatto che esce un po’ dai soliti canoni.

Oltre il 55% ha trovato idoneo il carattere scelto e i colori utilizzati per la titolazione, mentre un 27% ha riferito che avrebbe preferito un colore diverso. Forse è stata fuorviante la banda verde che ne identifica il genere e che viene applicata a tutti i titoli della stessa collana: narrativa generica.

I due terzi degli intervistati hanno valutato come perfettamente azzeccato il titolo trovandolo adatto, mentre il rimanente degli interpellati ha sottolineato che avrebbe potuto essere scelto un titolo diverso per meglio rappresentare la storia. Questo, tenendo conto del fatto che è stato volutamente preferita una titolazione particolare, è già di gran lunga un risultato positivo.

Anche alla domanda sulla rappresentatività della copertina, rispetto alla presentazione/sinossi del libro, gli intervistati hanno espresso parere positivo in merito alla corrispondenza fra contenuto e cover, mentre, sul totale di chi ha risposto, solo una minoranza non ha trovato corrispondenza fra titolo e descrizione.

Facendo quindi un punto della situazione, possiamo dire che i risultati sono più che soddisfacenti. La cover è controversa e suscita emozioni piuttosto contrastanti e forti, ottenendo sicuramente l’effetto di essere notata e non per qualche dubbia immagine posta in copertina o a causa di qualche titolazione provocatoria. Ringraziando chi ha avuto la cortesia di rispondere alle domande e ringraziando anche Lu Paer per essersi messa in gioco con il suo Non altro che me stesso vi salutiamo e vi rimandiamo al nostro prossimo sondaggio.

 

I risultati del “fare squadra”

I risultati del “fare squadra”, in termini pratici, cosa vuol dire?

Vuole anche dire essere nella TOP 100 di Amazon. Tanti titoli EEE in classifica.

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Almeno una volta al mese passo in rete per vedere quali titoli EEE sono in classifica su Amazon e per “classifica” intendo nei primi 100 posti calcolati dalla piattaforma. Mi armo di tanta pazienza e verifico, titolo per titolo, la loro posizione, cercando di capire chi può essere aiutato a migliorarla e chi è senza speranza. Perché senza speranza? Vi chiederete, ma se non ve lo chiedete ve lo dico lo stesso. Perché chi continua a stazionare nelle parti più remote della classifica è, di solito, quell’autore (anche più di uno, purtroppo) che risulta essere una fantomatica apparizione all’interno del nostro gruppo. Per carità, si tratta sempre di libere scelte e di opportunità. Alcuni autori risentono del fatto che capiscono poco di tecnologia e quindi anche mandare una email diventa un esercizio complicato. Altri sono impegnati in faccende private e possiamo ben capire che abbiano altro da fare, per il momento… tuttavia, vi è un ristretto gruppetto di irriducibili che proprio non ne vogliono sapere di dare un minimo cenno della loro presenza. E questo a dispetto delle email che invio loro come ufficio stampa o dei tentativi di contatto. Al punto tale che ormai ho perso le speranze e prossimamente non mi resterà altro da fare che inviare dei San Bernardo, con tanto di botticella ricolma di acquavite, alla ricerca dei dispersi.

Tornando a noi e ai risultati del fare squadra, Amazon diventa la piattaforma che meglio sottolinea certe evidenze, portando degli esempi concreti a testimonianza della filosofia adottata. Nel corso del ponte del 2 giugno sono ben 13 i titoli che stazionano nella TOP 100 dei libri più venduti, tra l’altro uno risulta essere al momento il più venduto in assoluto. Certo, direte voi, quel particolare titolo è posto in una sezione in cui non vi sono tanti concorrenti, quindi non fa fatica a restare al primo posto. Però considerate che c’è arrivato e ci sta restando. Tanti o pochi che siano i rivali, lui c’è ed è lì in bella vista. E, a parte questo titolo, ve ne sono altri che stanno tritando la concorrenza in campi come il fantasy, giallo e thriller, avventura… insomma, non proprio spazi in cui non vi è un certo affollamento.

scarponi più venduto

 

Oltre a questi campioni, ve ne sono altri che restano nel range dei primi mille e, tenendo conto degli oltre 160.000 libri pubblicati in Amazon, in lingua italiana, anche in questo caso vi è una certa soddisfazione, soprattutto per il fatto che sono in molti a essere più vicini al cento che al mille. Fra questi, strano ma vero, spiccano anche le sillogi poetiche, dimostrando che la poesia in Italia non è del tutto agonizzante e che i nostri poeti se la cavano in maniera egregia.

Ora mettetevi comodi che vi racconto chi sono i nostri centometristi doc.

I nostri scarponi sulla via Francigena di Elena Moscardo. 1° posto
Africa di Lory Cocconcelli. 24° posto
Una seconda occasione di Sabrina Grementieri. 27° posto
Swatch di Davide Baraldi. 27° posto
Attacco allo Stivale di Alessandro Cirillo. 41° posto
Un piede sopra il cuore di Mario Nejrotti. 54° posto
Nessuna Scelta di Alessandro Cirillo. 64° posto
Trame oscure di Alessandro Cirillo. 73° posto
Il Longobardo – Terra di conquista di Andrea Ravel. 75° posto
Schiavi della vendetta di Alessandro Cirillo. 76°
Fino all’ultima bugia di Mario Nejrotti. 77°
Il Longobardo – eredità di sangue di Andrea Ravel. 90°
Angelus di sangue di Cirillo- Ibba. 92° posto

Tutte queste posizioni sono verificabili dagli screen che appaiono in fondo all’articolo, dunque stiamo parlando di fatti veri e concreti. Fare squadra significa anche questo e per un autore esordiente poter contare sulla propria Casa Editrice e sui propri colleghi diventa un valore aggiunto, un appoggio che fa comprendere quanto possa essere importante un aiuto del genere. Quindi, guardatevi intorno, questa filosofia può essere applicata ovunque e con chiunque voglia condividerla, non importa se fra autori provenienti da case editrici diverse o con autori self, l’importante è rendersi conto che da soli si rema con più fatica e i risultati non sono così soddisfacenti.

 

 

Danae Lorne e la sua esperienza

Danae Lorne è un’autrice schiva eppure appassionata. E lo è a tal punto che i suoi libri sono carichi di quella sensualità che solo una persona dotata di grande sensibilità potrebbe scrivere e riuscire a trasmettere. Per quanto la s’incontri di rado in rete, la sua presenza aleggia in modo costante in ogni nostra iniziativa e il suo appoggio non manca mai. #EEE #autoriEEE

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Danae Lorne e la sua esperienza con EEE

di Danae Lorne

Una famosa frase di Fernando Pessoa recita così: La letteratura, come ogni altra forma d’arte, è la dimostrazione che la vita non basta.

Per me è sempre stato così.

Da bambina ricordo che a occhi chiusi sognavo spesso altri mondi, altri scenari, altri amici, altre emozioni. Era entusiasmante, confortante. Ero altrove, riuscivo ad essere dove volevo. Una propensione naturale che negli anni si è dimostrato il mio più grande punto di forza e nello stesso tempo, forse, la mia più grande debolezza.

Si perché quando ho cominciato a scrivere sul serio, l’ho fatto per “scappare” da una situazione scomoda.

A volte scappare è l’unico rimedio che ti resta. E allora esternare il mio mondo interiore attraverso la scrittura all’inizio è stato necessario, quasi terapeutico perché  quello che è venuto fuori alla fine mi ha fatto bene, è stato come rifugiarmi in un luogo che non ha nome ma che sa tutto di me, e se ne sa prendere cura.

Questo è ancora il motivo principale che mi spinge a scrivere, anche se non smetterò mai di ringraziare Piera Rossotti, la mia “editora”, che per prima mi ha regalato la gioia e l’immensa soddisfazione di poter condividere tutto questo con i miei lettori.

Il mio primo contatto con la sua casa editrice è avvenuto attraverso un importante ed utilissimo sito (www.danaelibri.it) gestito da lei e dai suoi collaboratori. Ne Il Rifugio degli esordienti avevo trovato dritte importanti per presentare il mio romanzo alle varie case editrici, nel modo più appropriato.

Ricordo ancora l’emozione che provai quando, qualche tempo dopo, nella cassetta della posta, trovai due buste formato A4 contenenti le proposte di due case editrici. Ero felice, li lessi con attenzione e li misi da parte, in attesa di qualcosa… di altro. Quando mi arrivò la mail di Piera e la sua di proposta editoriale la accettai senza riserve. Il suo motto “Sono un editore scopritore di talenti e non un detentore di diritti” sbandierato nella home del vecchio sito della casa editrice (www.edizioniesordienti.com) mi  inorgogliva non poco e in seguito ho avuto modo di constatare che non si trattava solo di uno slogan pubblicitario. Con loro ho pubblicato la mia prima trilogia ed ho avuto la grandissima soddisfazione di ritrovare i miei romanzi in tutte le più importanti piattaforme della rete. La mia casa editrice è cresciuta moltissimo in questi ultimi tre anni, ed ogni loro passo è sempre stato contraddistinto dalla serietà e dalla passione.

Sono orgogliosa di fare parte di questa grande famiglia che spero di conoscere di persona al più presto.

Giancarlo Ibba e la sua esperienza

Giancarlo Ibba è l’autore che meglio rappresenta il New Gothic nel panorama letterario italiano e le sue storie, ambientate su suolo nostrano, specialmente nella sua amata Sardegna, portano il lettore a immergersi nell’orrore puro dato dal quotidiano. Come lo stesso Giancarlo afferma, non c’è nulla di più terrificante del terrore che scaturisce dalla normalità. #EEE #autoriEEE

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Giancarlo Ibba e la sua esperienza con EEE

di Giancarlo Ibba

Il mio primo contatto con la EEE risale all’ottobre 2011. Mi trovavo in Sardegna per trascorrere le ferie al caldo (nel Profondo Sulcis l’autunno arriva più o meno nel periodo natalizio) e ricaricare le batterie in vista della prossima Stagione Invernale. Un pomeriggio, mentre con la pancia piena dei manicaretti materni e del vino paterno contemplavo dalla sedia a sdraio l’oscillare delle fronde degli ulivi nel giardino, ricevetti una telefonata della Fidanzata. “Ho trovato su internet una nuova Casa Editrice che cerca manoscritti di autori esordienti!” annunciò. Con il mio solito entusiasmo pomeridiano post-banchetto, ho replicato: “Ah-ah.”

“Ti segno la mail?”

Risposta (immaginatela con lo stesso tono stralunato di Forrest Gump): “Okay”.

La mia scarsa eccitazione, oltre alla digestione lenta e i postumi del Cannonau di Jerzu, era dovuta principalmente a due fatti: primo, fino ad allora i miei tentativi di comunicare con una CE erano stati inutili; secondo, nonostante tutti gli amici che mi dicevano il contrario, io non ero ancora convinto di essere abbastanza bravo nello scrivere da poter addirittura pubblicare un libro. Alla fine del Liceo Scientifico, dopo aver vinto una Targa Premio in un Concorso Letterario Comunale, avevo spedito a un Presunto Editore un manoscritto intitolato “Verdetto Invisibile” (quello che oggi costituisce il nucleo originale de “L’alba del Sacrificio”). Qualche settimana dopo mi arrivò per posta un plico con la risposta. In breve, la storia era piaciuta (a chi? Dettaglio non specificato) e si voleva procedere con la pubblicazione. Facile, no? Dov’era la fregatura, direte voi? La fregatura era che mi si chiedeva un contributo di 7.500.000 lire e l’acquisto preventivo di minimo 500 copie.

Declinai l’offerta, ovviamente. A quei tempi, quasi diciottenne, tutte le somme oltre i tre zeri mi erano praticamente sconosciute. La paghetta settimanale, somministrata dai genitori ai figli, era un concetto mitologico, qualcosa che esisteva soltanto nei telefilm americani tipo “Casa Keaton”. L’unica paga che conoscevo era quella di mio padre, che arrivava il 27 di ogni mese (con il senno di poi, tutto sommato ero un privilegiato) e dovevamo farla bastare fino al 27 successivo. Quando andava bene, sbrigando qualche commissione o lavoretto, con grande parsimonia riuscivo a racimolare gli spiccioli per acquistare un pallone da calcetto Tango (5000 lire), un gelato (rigorosamente un ghiacciolo al limone, con il suo duro e appiccicoso bastoncino di liquirizia, prezzo 250 lire) e qualche caramella alla menta (25 lire ciascuna).

Non ho più spedito nulla fino ai tempi dell’università, quando, sollecitato dai pochi lettori-cavie dei miei raccontini horror, decisi di riprovarci. Non avevo grosse aspettative, ma perlomeno li avrei fatti contenti. Così investii in grandi buste arancioni, fotocopie rilegate e francobolli, una frazione del mio budget extra annuale. Questo extra proveniva dal lavoro estivo a cui nel frattempo mi ero dedicato… ma questa è un’altra storia, come si dice.

Tagliando corto, tutti i manoscritti inviati a CE più o meno grandi non ricevettero risposta e finirono chissà dove. In un certo senso, ne fui anche contento, perché in fondo mi vergognavo delle assurdità che andavo scrivendo. Così, smisi di pensarci e mi dedicai con pazienza a trasferire dal cartaceo al digitale le pagine dei miei block notes, malamente imbrattate di inchiostro in quegli anni spensierati e fuggevoli. Nel frattempo scrissi altre cose, parecchie incompiute, tra le quali un romanzo breve intitolato “Ragazzi Normali”.

E con “Ragazzi Normali” ritorniamo all’autunno del 2011.

Finite le ferie e tornato alle fresche montagne della Valle d’Aosta, recuperai l’indirizzo email e inviai in lettura alla EEE il file word di un romanzo horror intitolato “Frammenti di Terrore”. In poche parole, si trattava della versione espansa, corretta e rivista, del racconto adolescenziale spedito al Presunto Editore.

Immediatamente (grande novità!) ricevetti una risposta automatica di avvenuto ricevimento. Il giorno seguente una cortese mail della signora Piera Rossotti mi informava che il file era stato messo in lista di attesa per la lettura. I tempi previsti per un responso erano di circa sei/otto mesi e, in ogni caso, mi sarebbe stata fornita una scheda di lettura e un parere obbiettivo sulle possibilità di pubblicazione.

Benissimo, pensai.

Ho tanti difetti, ma come quasi tutti i Sardi (evoluzione genetica dovuta alla pratica millenaria della pastorizia?) possiedo la virtù della pazienza. Così, mi dedicai ad altre faccende e lasciai che il tempo facesse il suo corso. In primavera, inattesa, ricevetti un’altra mail con allegata scheda di valutazione. Mi aspettavo quattro righe messe in croce (come era accaduto con il Presunto Editore, invece mi trovai sotto gli occhi un paio di pagine belle fitte. Ogni aspetto della mia “opera” era stato analizzato, evidenziandone i pregi e sottolineando i numerosi difetti. In definitiva, la conclusione era: così com’è adesso il romanzo non mi convince e non lo riteniamo pubblicabile. Non me la presi. Scrissi una lettera di ringraziamento per il lavoro svolto e, comunque, anche solo per avermi degnato di una risposta. Ne nacque un breve scambio epistolare digitale con la signora Rossotti, dove lei mi spiegò che parte delle sue perplessità sul mio romanzo (oltre alla incasinata struttura temporale non lineare) derivavano da un fatto di gusto personale: non le piacevano le storie di autori italiani ambientate negli Stati Uniti. Perché non provare ad ambientare il racconto in Sardegna? buttò lì, semplicemente. Accettai il suggerimento e le risposi che avrei riscritto tutta la vicenda da capo, localizzandola nel Sulcis. Già mentre scrivevo questa risposta, un bel po’ di nuove idee mi balzarono in mente. Non ero sicuro di farcela, ma avrei di certo fatto del mio meglio.

Passò qualche mese. Cominciai a riscrivere “Frammenti di Terrore” e, nel frattempo, ripassai per l’ennesima volta il file di “Ragazzi Normali”. Pensavo: questa storiella di studenti fuoricorso e docenti fatti a pezzi potrebbe piacere o no? A fine giugno, superando la mia ritrosia, inviai in lettura il file alla EEE. A questo punto della narrazione dovete sapere una cosa: il primo romanzo era il mio figlio preferito (il primogenito), mentre il secondo lo consideravo un figlio… minore. Perché? Perché uno era stato scritto in vent’anni, mentre l’altro in poco più di un mese, senza sforzo e senza mai richiedere grandi modifiche.

Figli e figliastri, insomma.

Comunque sia, a questo punto accade una cosa curiosa. Per vari motivi, resto un mesetto senza ispezionare la mail, anche perché in quel periodo ricevevo soltanto spam, pubblicità e poco altro. Un giorno di fine luglio controllo la casella di posta elettronica e, in cima alla lista delle ricevute, trovo una mail della Rossotti. La apro e leggo: Buongiorno. Allora, pubblichiamo? Resto di stucco. Così scorro in basso la lista e trovo un’altra mail, scritta una settimana prima. Mi comunicava che aveva letto personalmente “Ragazzi Normali”, le era piaciuto (a parte il fatto che non avrebbe più guardato le braciole di maiale e le cernie negli acquari con gli stessi occhi di prima) e voleva pubblicarlo. Naturalmente, accettai la proposta. La correzione della bozza richiese pochissimo tempo: decidemmo di cambiare il titolo in “La vendetta è un gusto”, eliminammo qualche refuso e un errore madornale riguardo agli stipiti che sbattono.

Ad ogni modo, credo di essere uno dei pochi aspiranti scrittori che si è perso la prima mail che gli annunciava la prossima pubblicazione del suo romanzo d’esordio. Bella roba, eh? Tuttavia, quelle due parole, tra lo stupito e l’impaziente (allora, pubblichiamo?), mi sono rimaste impresse. Del resto, a mia parziale giustificazione, come potevo aspettarmi una risposta dopo nemmeno un mese?

Ai primi di agosto il contratto editoriale era firmato e l’ebook pubblicato nei vari store digitali.

Nel giro di dieci mesi ero entrato nel catalogo e nella scuderia EEE, a quell’epoca ancora esiguo, ma con buone prospettive per il futuro, come ripeteva spesso Renato Pozzetto nel film “Il ragazzo di campagna”.

Con i piedi ben saldi sul terreno, come sempre, la signora Rossotti mi comunicò di non aspettarmi grandi cose, poiché il mercato digitale era solo agli inizi e un autore sconosciuto poteva considerarsi soddisfatto se raggiungeva le 500 copie vendute. Io, che di solito non mi aspetto niente di buono dalla vita, pensai che ero già soddisfatto soltanto per aver pubblicato. Potete darmi torto? Le aspettative generano frustrazione, diceva Buddha.

In ogni caso, sorprendentemente, “La vendetta è un gusto” cominciò a vendere. Superò le 500, le 1000 e le 1500 copie, piazzandosi anche per qualche tempo in cima alla classifica generale di Amazon Kindle. Uno dei primi inaspettati bestseller della EEE, testuali parole della signora Rossotti durante l’emozionante Salone del Libro 2012 (il primo della mia vita), e ne vado fiero e orgoglioso!

Per concludere, oggi, quattro anni dopo gli eventi narrati nelle ultime righe di questo lungo resoconto, posso affermare (ma penso che si sia capito, no?) che la mia esperienza con la EEE e l’esimia editora Piera Rossotti è stata, è e sarà molto positiva. La EEE è una Casa Editrice a misura d’uomo (a misura d’autore, oserei affermare), dove è possibile creare un rapporto personale oltre che professionale con la boss e con gli altri colleghi (quelli che ho conosciuto, perlomeno), un rapporto basato sul rispetto reciproco, la collaborazione e la franchezza delle opinioni. L’importante, come ho già detto, è restare tutti con i piedi per terra e la testa fra le nuvole. Infine, dove altro avrebbe potuto trovare il ragazzo di campagna che vive in me, un’editora a cui dare impunemente del tu se non alla EEE?

Bruno Bruni e la sua esperienza

Bruno Bruni ha il piglio del sognatore incallito, anche se un po’ disilluso dalle esperienze. Eppure, sotto quella scorza, nasconde un’anima in grado di regalare grandi emozioni, a 360 gradi. Conoscerlo e comprendere di essere di fronte a un vero “personaggio” è davvero un tutt’uno… poi, quando si riesce a conoscere anche sua moglie Paola, allora tutto diventa chiaro: il sogno è reale, tangibile ed è diventato una gran bella coppia. #EEE #autoriEEE

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Bruno Bruni e la sua esperienza con EEE

di Bruno Bruni

Ho inviato manoscritti a molte case editrici, grandi e piccole. Quasi tutte mi hanno ignorato senza problemi. Solo tre mi hanno risposto. La prima, una piccolissima, di cui non ricordo più il nome, che gentilmente mi spiegava come il mio romanzo non fosse in linea con i loro piani editoriali. La seconda è stata l’Editore “Il giovane Holden”. Disposti a pubblicare in cambio di un acquisto di molte copie da parte mia. Ho declinato. Terza è arrivata EEE.

A dirla tutta, anche EEE un mio romanzo, “I Viandanti”, lo aveva rifiutato. Dicendomi onestamente che non era piaciuto. Altrettanto onestamente, penso sia stata una errata valutazione. Ma io sono testardo, ne ho inviato un secondo, Voce e pianoforte… E stavolta è andata bene. Ebook pubblicato. Soddisfazione da parte mia, naturalmente. Non esultanza né sbalordimento. Sono troppo vecchio, troppo scettico, per esultare facilmente. E poi, credo, di essere sempre stato conscio di aver scritto un buon romanzo, ne ero convinto già mentre lo scrivevo, completamente immerso nella storia. Quindi, soddisfazione per essere pubblicato ma anche convinzione che fosse, come dire, quasi inevitabile che accadesse. Con tanti saluti alla modestia…

Come mi sono trovato in casa EEE? Bene, naturalmente. Editore ben strutturato, con idee chiare e capacità di scegliere buoni autori. E poi, e questa è forse la cosa migliore, qui si fa parte di un gruppo, non si è mai soli. Noi scrittori siamo un poco… ipocondriaci (mi passate l’espressione?) e trovare gente paziente e comprensiva che ci rassicura, beh, non è certo cosa da poco!

Un’altra cosa, però, ci tenevo a dirla. Una cosa forse solo mia, non so. Ho amato i miei personaggi dal primo istante in cui li ho… incontrati, credo di averlo detto anche nell’intervista. Ma prima, quando erano inediti, erano un amore segreto, quasi vergognoso, nascosto nella mia testa. Adesso è diverso. Adesso, che chiunque lo voglia possa leggere le loro storie, amarli come me, o anche detestarli, non importa, non sono più segreti. Non sono più solo miei. Sono diventati “veri”.

È come se fossero nati, diventati esseri in carne e ossa che camminano per le strade di questo mondo. Per me è la sensazione più appagante che abbia mai provato. E non dispero di incontrarli veramente, un giorno, in un bar, in un viale. Per poterli salutare, e dirgli “Visto? Ve lo avevo detto che vi avrei fatto uscire dalle pagine. Ringraziate me, e ringraziate Edizioni Esordienti Ebook, testoni…”