Cinzia Morea e La sua Postazione

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Cinzia Morea e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

Scrivere ovunque

 

la-postazione-di-cinziaIl mio tempo per scrivere è frammentario per cui porto con me sempre almeno un taccuino su cui annotare idee e riflessioni, quando non interi capitoli e scelgo la mia postazione da scrittore in base alle circostanze.

Ricordo per di aver scritto della visita di Costantino alla biblioteca magica di Milano, dove si imbatte in un pericoloso incantesimo, mentre attendevo il mio turno allo sportello di un ufficio pubblico, e davanti a me c’erano quaranta persone. Ci furono anche dei litigi quella mattina, ma quasi non me ne accorsi, così come poco mi curai di non essere riuscita a risolvere il mio problema quel giorno, e di dover tornare in seguito.

A casa, nel fine settimana, riporto le idee dal taccuino a Word, ma anche in questo caso non è detto che decida di lavorare sempre nello stesso posto.

In primavera o estate mi sistemo fuori, sul terrazzino; stipo taccuino e PC su un tavolino traballante e mi accomodo al sole, anche se in quel caso spesso ho qualche problema a visualizzare sullo schermo quello che sto digitando.

Se decido di stare alla scrivania mi preparo una tazza di tè verde e accendo una candela, così, mentre rifletto, mi fermo a contemplare i movimenti sinuosi della fiamma. E poi mi piace il profumo che sprigiona bruciando.

Quando l’ispirazione arriva, il mio cane Sansone si allunga sul pavimento di fianco alla scrivania e aspetta che arrivi il momento di uscire, e se non si agita e non si presenta con il guinzaglio fra le fauci, è solo perché con l’età ha acquisito maggiore tolleranza verso l’irregolarità dei miei orari.

Tituba, la micia epilettica, invece si dimostra partecipe soprattutto quando decido di scrivere sul divano o sul letto: mi si accoccola accanto mentre io sistemo il PC sul cuscino porta computer -un accessorio comodissimo che ho adottato di recente- e dorme; dei gatti si dice che dormano fino a sedici ore al giorno, ma lei, a causa della medicina che deve prendere per la sua malattia, riesce a dormirne anche di più e una volta che abbia trovato una posizione comoda so che mi stancherò prima io di stare seduta a scrivere, che lei di rimanere immobile al mio fianco.

Cinzia Morea e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareCinzia Morea e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Costantino e Rosa Scompiglio

Cartellate

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Cartellate

La ricetta che più mi ricorda Costantino e Rosa Scompiglio è quella di un dolce che mia mamma, emiliana, imparò a fare dalla mia nonna paterna: le cartellate, rose di sottilissima sfoglia croccante intinte in un bagno di miele caldo.
Dolci di Natale che, passato S. Ambrogio sarebbe sicuramente possibile trovare anche sulla tavola imbandita della Teiera di Bisù, la caffetteria prediletta da Rosa nei bui pomeriggi autunnali, hanno un sapore inimitabile.
Ricordo di averli visti per la prima volta accatastati a formare una piramide dorata, nell’aprire gli sportelli della dispensa, nel corso una delle vacanze invernali trascorse in Puglia. Non potei mangiarli subito –mancavano ancora un paio di giorni a Natale- ma è ricordando quel momento che risento il sapore dolce e friabile della sfoglia sulla lingua, e inizia il mio viaggio nei Natali passati.
È un sapore struggente, magico e un po’ misterioso, come la fantasia che ho messo nel mio libro, che fa sì che, come per il pan di via degli elfi, consumato da Frodo e dagli amici della compagnia dell’Anello nelle loro peregrinazioni verso est, sia difficilissimo non mangiare un’altra cartellata e poi un’altra, una volta che se ne abbia gustato il primo pezzetto.
La ricetta è ancora quella tramandata da mia nonna, Anna Francesca di Paola Sportelli, che non sapeva leggere, ma aveva dita inimitabili nel tirare la sottilissima sfoglia e nell’arrotolarla a formare le delicate rose da friggere: possiate anche voi condividere un po’ della sua pazienza e maestria, il risultato vi ripagherà.

Ingredienti

½ kg di farina, 100 g di olio extravergine d’oliva + quello per friggere, ¼ panetto di lievito di birra, 2 arance e 1 limone, acqua q.b.

Preparazione

Scaldare in 100 g di olio extravergine d’oliva le scorze di un limone e di un’arancia private della parte bianca amara. Successivamente togliere le scorze e impastare la farina con l’olio caldo e acqua calda, quanta la farina ne richieda per ottenere una pasta elastica e asciutta.
Tirare la pasta così ottenuta in una sfoglia molto sottile, ricavarne con il tagliapasta delle striscioline di circa 1 cm di larghezza, piegarle delicatamente a metà per il senso della lunghezza e unire i due lembi ogni 2 cm circa. Arrotolare poi le strisce così ripiegate, facendo aderire la sfoglia del cerchio più interno con quella del cerchio più esterno là dove i lembi non siano già uniti, in modo da ottenere delle rose.
Friggere le cartellate in olio extravergine di oliva nel quale sia stata aggiunta la scorza di un’arancia. Metterle a scolare su un vassoio, con il fondo piatto rivolto verso l’alto. Lasciarle raffreddare.
Una volta raffreddate passarle ad una ad una in una pentola di miele caldo (se il miele arriva a bollore aggiungere pochissima acqua), quindi disporle a piramide su un vassoio.

Costantino e Rosa Scompiglio

È ora di tornare a scuola, e Costantino si trova a doversi misurare con numerosi impegni, il liceo, le lezioni di magia, e con difficili promesse da mantenere: liberare Priscilla, la ragazza del suo amico Maurizio, dalla strega Garulfa, che ne tiene in ostaggio tre quarti di vita, e riempire il mondo di alberi, ma soprattutto si dibatte nelle difficoltà che richiede vivere insieme alla sua nuova amica a quattro zampe, la cucciola Nube. Un educatore cinofilo, Ernesto, lo potrebbe aiutare, ma sta trascurando un po’ il lavoro perché la sua fidanzata, Rosa Scompiglio, lo ha lasciato e lui non sa più dove sia. Costantino gli propone un accordo, lui la rintraccerà in cambio dell’aiuto con Nube. Costantino trascura così il problema di Priscilla e Maurizio, furibondo, cerca aiuto altrove, cacciandosi in mani ancora peggiori di quelle di Garulfa. Per aiutarlo Costantino dovrà far ricorso, suo malgrado, alla magia, una magia, forse, troppo potente per lui…

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1841 KB
  • Lunghezza stampa: 159
  • Editore: EEE-book (26 ottobre 2015)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-272-0

Cinzia Morea ha presentato il suo libro, in buona compagnia

Cinzia Morea ha presentato il suo libro, in buona compagnia

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di Cinzia Morea

Sala Consigliare del Comune di Arluno.

Il nove aprile ero invitata alla festa del libro presso la scuola secondaria inferiore di Arluno. Avrei incontrato i ragazzi delle prime classi nella sala consigliare del municipio del paese per chiacchierare con loro di Costantino e delle sue avventure.

Poiché è Sansone ad avermi ispirato il Mastino Nuvolare che Costantino deve ritrovare nel primo romanzo della trilogia e poiché sempre dalle mie giornate con lui ho tratto ispirazione per molte pagine del secondo romanzo, e infine poiché è nel corso delle nostre lunghe passeggiate insieme che mi vengono le idee, Adriana Carnazzola, Assessore alla Cultura e Ambrogina Ceriani, responsabile della biblioteca del comune di Arluno, avevano chiesto che presenziasse alla manifestazione.

Emozionati giungemmo alla sala un po’ in anticipo perché Sansone potesse esplorarla e mettersi a suo agio.

All’arrivo dei ragazzi lui si era già accomodato sotto un tavolo, pronto a raccogliere lodi e complimenti con una calma e un aplomb degni di un consumato cane da palcoscenico. Io meno imperturbabile di lui presi il microfono e iniziai a parlare. Ma non c’era motivo di sentirsi nervosi, i ragazzi delle prime cinque classi della scuola Guglielmo Marconi sono stati interlocutori splendidi, attenti, curiosi e appassionati mi hanno rivolto moltissime domande sulla passione di leggere e scrivere e spero di aver contribuito a che non rinuncino a leggere mai, e a che mai perdano il gusto di far volare la fantasia.

Da parte mia posso dire che per me sono stati senz’altro fonte di ispirazione. Ringrazio Adriana ed Ambrogina per avermi dato la possibilità di partecipare a questa entusiasmante iniziativa.

 

DISNEY vs. DICKENS

DISNEY vs. DICKENS

I personaggi di Paperopoli annidati fra le pagine di Dickens

di Cinzia Morea

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Carl Barks, artista del fumetto reso immortale dalla creazione di Paperopoli e di buona parte dei suoi più famosi abitanti, creati per Disney, doveva essere un accanito lettore di Charles Dickens.

PaperoneÈ noto che a lui si ispirò nel 1947 per creare l’avaro multimiliardario Paperon de Paperoni che, in carattere, manie, comportamento e anche particolari dell’abbigliamento, ricalca e porta a volte agli estremi la figura di Ebenezer Scrooge, protagonista del Canto di Natale, il più famoso e coinvolgente dei Racconti di Natale dell’autore inglese.

Magari col tempo e in alcune delle storie, Zio Paperone si sarà un po’ addolcito rispetto al suo archetipo (l’Ebenezer che passò tutta la vita a lesinare il carbone al suo povero impiegato, per intenderci, non il convertito gioviale e munifico del dopo visita degli spiriti) ma resta incontestabile che nell’originale versione, pensata dal suo creatore, il vecchio papero si chiama Uncle Scrooge.

CiccioAnni prima però la matita di Carl Barks aveva dato alla luce un altro singolare personaggio, ispirato anch’esso dalle pagine di Dickens; si tratta di Ciccio dell’Oca, il famelico e letargico aiutante di Nonna Papera, il cui ispiratore è possibile incontrare tra le pagine de Il Circolo Pickwick.

Qui risponde al nome di Joe (o meglio non risponde essendo per la maggior parte del tempo immerso nel sonno) ma più di frequente l’autore lo indica con il semplice appellativo ragazzo grasso. Fa abbastanza presto la sua comparsa nella narrazione delle farsesche avventure del compassato e buon Pickwick, più o meno a metà del IV capitolo, e Dickens lo presenta con le seguenti parole:

Dietro la carrozza era strettamente legata una canestra di vaste dimensioni –una di quelle canestre che per una vaga associazione di idee non mancano mai di destare in una mente contemplativa visioni di polli raffreddi, lingue e bottiglie di vino – e a cassetta sedeva, in uno stato di profonda sonnolenza, un ragazzo grasso e rubicondo, che un arguto osservatore avrebbe subito riconosciuto pel dispensiere ufficiale del contenuto della canestra suddetta quando il tempo opportuno per la distribuzione di quella fosse arrivato.

E in effetti, di lì a poco, Joe distribuirà i viveri, addormentandosi più volte nel corso dell’operazione, salvo poi fissare, dopo essere stato bruscamente risvegliato, con occhi accesi di orrida luce il cibo che passa tra le sue mani.

È un po’ più maligno forse della sua versione disneyana, un po’ più maligno e pettegolo, lo si vedrà nel capitolo VIII, ma è a lui inequivocabilmente che Carl Barks deve essersi ispirato. È stata un’emozione trovarlo lì, tra pagine dove non pensavo potesse essere; chissà che nella lettura di qualche altra delle indimenticabili opere di Dickens non possa capitare di imbattersi in qualche altro abitante di Paperopoli.

 

Come puoi abbandonare tanto amore?

Campagna sociale: Come puoi abbandonare tanto amore? Parte terza

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Elisabetta Bagli: Perché abbandonare gli animali nel periodo estivo? Perché il loro peso diventa insostenibile durante le vacanze e il mare, la montagna, gli amici, gli amori, la famiglia richiedono tutte le attenzioni di questo mondo e non ci si diverte se si hanno responsabilità e quelle di un animale, del quale prendersi cura, per alcuni risulta essere davvero opprimente. Non si prende un animale in casa e lo si tiene solo finché fa comodo e fa compagnia e poi, come se fosse un qualsiasi oggetto rotto, o un alimento scaduto, lo si getta in strada abbandonandolo al suo destino. La responsabilità la si deve sentire fino in fondo, altrimenti meglio non prendere animali veri e comprare dei peluche, che fanno compagnia fin quando si desidera. Sono esseri che pensano, che vibrano, che hanno emozioni e sentimenti, esseri che amano il loro padrone, l’ambiente in cui sono cresciuti, esseri che se abbandonati muoiono dentro, spezzati nel loro essere vivi. Non abbandonerei mai mio figlio, mio padre, mia madre, mio nonno, mio fratello in strada, perché dovrei abbandonare il mio cane o il mio gatto?

Paolo Fiorino: L’estate è un periodo particolarmente cupo per i nostri amici a quattro zampe. Tutte le estati la storia si ripete, sempre uguale a se stessa e sempre ugualmente avvilente e disumana. A un certo punto arriva la bella stagione, le vacanze sono alle porte e il padrone smette improvvisamente di essere un amico affettuoso per trasformarsi in un individuo egoista che, senza preoccuparsi minimamente dell’effetto delle proprie azioni, fa scendere dall’auto il proprio cane, magari in un posto isolato e scappa velocemente senza guardarsi indietro. Ciò che è più triste è che l’abbandono quasi mai nasce da una reale necessità. Spesso è solo il frutto dalla seccatura di prendersi cura dell’animale o di scegliere vacanze adeguate che prevedano il cane come parte della famiglia. Gli animali domestici riescono a donarci tutto l’affetto del mondo e noi con un gesto apparentemente banale, come aprire la portiera e lasciarli scendere, possiamo cambiare la loro vita, ma anche la nostra. Un appello in più forse non potrà risolvere molto, ma almeno proviamoci: per una volta la vita, la nostra e quella dei nostri amici, cambiamola in meglio.

Cinzia Morea: Cucciolo,
la tua vita ha arricchito la mia di una serie di preziosi ricordi. OLYMPUS DIGITAL CAMERAQuando ti ho portato a casa dal canile, grande quasi come un puledro, ma con le zampe malate, e alcuni consigliavano di sopprimerti, perché, a tre mesi, non riuscivi a camminare più.E vuoi mettere la soddisfazione, mia, di tutti gli operatori di canile e della veterinaria che ha trovato la cura, nel vederti, alla fine crescere sano?
Quando ho scoperto che ti piaceva l’acqua: non avevo mai visto un cane divertirsi tanto in una pozzanghera! Quando abbaiando hai avvertito che il centrotavola di Natale stava prendendo fuoco.
E le quotidiane avventure nel corso di innumerevoli passeggiate…
Ed ora, dopo tutto questo, vorresti che ti abbandonassi in autostrada solo perché hai paura di rovinare le mie vacanze? Non ci penso nemmeno, non sono mica senza cuore. Ci sono innumerevoli posti dove possiamo andare in vacanza insieme.

Giancarlo Ibba: Un tempo, quando avevo più spazio e meno impegni lavorativi, avevo tanti cani e altrettanti gatti in casa, nel giardino e nell’orto. ibbaFacevano parte della famiglia e hanno vissuto con noi fino al termine della loro vita. Oggi, nella casa natia, restano le mie due tartarughe… Portarle in Valle d’Aosta sarebbe stato un trauma per loro, così se ne occupano i miei genitori. Hanno 20 anni. Dopo il trasferimento però non ho resistito tanto senza un animaletto da coccolare: tre mesi in tutto. Poi ho adottato Tuco, il mio gatto. Era così piccolo che stava al calduccio nella tasca della mia felpa, mentre sbrigavo le faccende domestiche. Ora, quasi dieci anni dopo, nel tempo libero siamo quasi inseparabili. È un gatto strano, come il suo padrone. Apre le porte come i velociraptor di Jurassic Park, miagola pochissimo e guarda la televisione (preferisce Geo&Geo). Lo porto con me in vacanza e prenoto la cabina per gli animali. Adesso è qui e mi guarda mentre scrivo queste parole. Il suo sguardo sembra dire: guarda che il culo me lo lecco da solo, piantala di adularmi e dammi le crocchette!

Scrivere libri per ragazzi: Cinzia Morea

Scrivere libri per ragazzi: Cinzia Morea.

Scrivere libri per ragazzi a volte significa dare sfogo alla propria fantasia, alla propria capacità di riuscire a vedere un mondo privo di quei preconcetti che l’età adulta impone. Tuttavia, se la fantasia trova la via per potersi esprimere, altrettanto non si può dire del linguaggio e dello stile che si devono applicare.

CostantinoCinzia Morea nasce nel 1972 in provincia di Milano, dove tutt’ora vive con un cane ed un gatto.
Medico ed educatore cinofilo, è da sempre appassionata di favole e leggende. Ricorda la Puglia dalle vacanze estive dell’infanzia. A vent’anni scopre Ferrara, città magica e a trenta la Valle Cervo, scenari di questo libro.
Ha scritto il romanzo Costantino (il quale rientra nel progetto #teenreaders) dopo aver assistito, a Triora, al  Festival delle Streghe.

All’autrice abbiamo chiesto quali sono state le difficoltà riscontrate e quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a scrivere un romanzo per ragazzi.

Correre col pensiero dietro alla fantasia, dando sfogo alla parte di noi che è rimasta fanciulla, è probabilmente l’unico modo in cui possiamo essere completamente liberi, senza scalfire l’altrui diritto alla stessa libertà.
Ho scritto accogliendo, in piena libertà, tutte le storie che sceglievano di venire a farmi visita, intrecciando quelle che andavano più d’accordo tra loro e se l’arazzo che alla fine è scaturito dal mio lavoro ha colori vivaci, che possono piacere a giovani e giovanissimi (o a qualunque adulto abbia mantenuto in sé un animo da fanciullo), allora sarà a loro che mi rivolgerò.
Nel mio romanzo volevo raccontare l’avventura di imboccare sentieri che si allontanino dalla nostra vita di tutti i giorni per immergersi nella bellezza e nella magia di piccole cose: pietre, nuvole, alberi, la cui bellezza e magia non siamo più abituati a considerare, dietro la lente della ragionevolezza attraverso cui progressivamente, fin da bambini, ci abituiamo a guardare il mondo.
Il mio punto di partenza dunque è stata la storia di questa magia che aspettava di essere raccontata, da qui è scaturito il progetto del romanzo:

“Chiunque voglia raccontare certi eventi meravigliosi” scriveva Michael Ende “deve descrivere il mondo in maniera tale che tali eventi siano in quel mondo plausibili e verosimili. Ed è una questione di registro e di stile.” (M. Ende, Storie Infinite. Ed. Rubettino).

Quindi si può dire abbia scritto per i giovani perché sono i più attratti dal meraviglioso, che è quello che, in quanto mi circonda, affascina anche me, e che da questa attrazione siano conseguiti non solo la scelta di scrivere per i giovani, ma anche quella delle tematiche e del modo in cui scrivere.
La maggiore difficoltà è stata capire poi se non avessi errato in queste scelte di registro e stile. Essendo alla mia prima esperienza, ho sottoposto il romanzo finito a parenti e amici per sapere cosa ne pensassero e i pareri sono stati discordanti, qualcuno pensava che fosse un romanzo godibile anche da un pubblico adulto, qualcun altro invece che, essendo un romanzo per bambini, aveva un linguaggio troppo difficile. Allora ho ricontattato una delle mie maestre delle elementari, ben più abituata di me ad avere a che fare con giovanissimi lettori, che con il suo parere mi ha incoraggiato a continuare per la strada che avevo intrapreso (grazie Ambro!).

 

Libri per ragazzi

I libri per ragazzi nel catalogo EEE.

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Le letture per i ragazzi sono spesso sottovalutate, eppure, è proprio da giovani che si sviluppa l’amore per la lettura, per gli scenari fantastici che portano a sognare, che trasportano in mondi lontani e fanno vivere da eroi le trame più affascinanti. Chi non ricorda Salgari? Tuttavia, senza andare troppo nel fantastico, sono diverse le letture che ci sono state consigliate quando eravamo adolescenti e quando le nostre menti, ancora fresche e curiose, erano pronte ad assimilare testi anche più impegnativi. Il panorama odierno, oltre alla saga di Harry Potter, pare essersi dimenticato di questa fascia di lettori, forse perché gli stessi sono meno spronati alla lettura e troppo distratti da altre attività, forse anche meno educative. Ciò nonostante, noi ancora crediamo che possano esistere libri per ragazzi di buona qualità e scrittori che sentano la necessità di poter comunicare con i giovani, attraverso storie moderne in grado di rispecchiarli e che possano raccontare le loro vicissitudini, a volte anche rocambolesche, senza mai perdere di vista la società odierna.

Quindi il catalogo EEE propone i propri titoli, dedicati appunto ai giovani, in promozione a partire proprio da questa settimana. Da Nicoletta Parigini a Claudio Oliva, passando attraverso Cinzia Morea, Beppe Forti e Caterina Peschiera.

Il sogno segreto di Zekharia Blum di Claudio Oliva
Costantino al festival delle nuvole di Cinzia Morea
A scuola di futuro di Caterina Peschiera
Fuga da Raggiropoli di Caterina Peschiera
Quasi sedici! di Beppe Forti
Pacific Vortex di Caterina Peschiera
Viaggio in camper di Caterina Peschiera
Agata e il manoscritto di Melchiorre di Nicoletta Parigini
Agata e il segreto delle scarpette tecnomagiche di Nicoletta Parigini

 

Gli autori EEE a BOOKCITY MILANO

Esordienti in primo piano.

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In occasione dell’evento tenutosi a Milano il 16 novembre presso le Sale Panoramiche del Castello Sforzesco, nel contesto di BOOKCITY MILANO, sono stati diversi gli autori EEE che sono intervenuti a sostegno del proprio Editore, Piera Rossotti Pogliano e della propria “collega” Irma Panova Maino. La conferenza, intitolata Editoria Nativa Digitale: il caso EEE, ha visto avvicendarsi come oratori sia l’Editore che l’autrice, nonché Desiree Pedrinelli, curatrice del blog Letture al Contrario e organizzatrice dell’evento. Questa è stata un’ottima occasione per ritrovare alcuni volti conosciuti e scoprirne di nuovi, un momento socializzante in cui è stato possibile rivolgersi a dei lettori e non soltanto ad altri autori.

Dunque, conosciamo un po’ più da vicino gli autori intervenuti.

Paolo Fiorino. Autore del libro Eroi nel nulla, Paolo ha confessato che sta lavorando su nuovi scritti e noi non vediamo l’ora di sapere che cosa tirerà fuori dai suoi “cassetti”. Classe 1968, appassionato di cinema, ha da sempre preso la scrittura come una sfida personale. Da qualche tempo lontano dai circuiti tradizionali, quali i social network e la rete in genere, Paolo ha promesso di tornare in grande stile.

Andrea Tavernati. Poeta vincitore di numerosi riconoscimenti, ha scritto il bellissimo L’intima essenza, una raccolta di Haiku. Andrea, nonostante le mille difficoltà, è riuscito a essere presente, dando il proprio sostegno morale all’Editore e all’amica Irma. Nato a Pavia nel 1960, Andrea da buon creativo pubblicitario, oltre a scrivere meravigliose poesie è anche colui che spesso suggerisce nuove idee per il brand di EEE. Malato di scrittura fin dall’adolescenza, a 16 anni ha cominciato a scrivere un romanzo fiume. Quando, quattro anni dopo, l’ha concluso e riletto, ha deciso di sotterrarlo in giardino (tratto dalla sua biografia).

Franco Pulcini. Personaggio straordinario, Franco è intervenuto con la moglie, rivelandosi un profondo conoscitore della cultura musicale e di alcuni fra i più grandi compositori dell’est europeo. Ha collaborato con personaggi di spessore, come ad esempio Abbado, Schiavoni e Battiato, e dal 2005 lavora nella Direzione Artistica del Teatro alla Scala in qualità di “Coordinatore scientifico e responsabile editoriale”. Dopo Il maltempo dell’amore è in preparazione un secondo libro che, speriamo, possa avere lo stesso successo del primo.

Andrea Leonelli. Uno dei migliori esponenti del periodo poetico moderno, ha in preparazione la sua prossima silloge che, dopo La selezione colpevole e Consumando i giorni con sguardi diversi, offrirà nuovi spunti di riflessione per gli estimatori dell’arte poetica. Al BOOKCITY MILANO si è offerto di spostare le panche delle Sale Panoramiche, di fare le foto e sostenere le oratrici, a dimostrazione del fatto che un uomo è fatto anche di carne, oltre che di anima.

Cinzia Morea. Autrice new entry di EEE, suo il libro Costantino, Cinzia è una splendida giovane donna che scrive libri improntati a dare la stessa freschezza, dote che le è caratteristica, al mondo che la circonda. Medico ed educatore cinofilo, è da sempre appassionata di favole e leggende. Ha scritto il suo romanzo dopo aver assistito, a Triora, al  Festival delle Streghe. Il suo sorriso ha illuminato la sala.

Enea De Alberti. Enea De Alberti non smette mai di sorprendere. La sua ironia è contagiosa e l’allegria aleggia fra i tratti del suo volto regalandogli un’aura molto goliardica. La signora De Alberti, che ha accompagnato il marito, è stata costretta a frenare i suoi molteplici entusiasmi letterari, sorridendo con aria benevola. Dopo Ritorno a El Alamein, Enea è già pronto per mettere in moto la sua penna verso nuove sfide.

Sabrina Grementieri. Sabrina è uno degli autori “scippati”, a EEE, da una grande realtà editoriale. Donna speciale e multitasking, ancora una volta ha confermato di essere infaticabile. Dopo Una seconda occasione e Noccioli di ciliegie, Sabrina, in compagnia del suo inseparabile trolley color zucca fluorescente, è pronta per nuove avventure.

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In conclusione, la presenza degli autori, a un evento non correlato alla presentazione di una loro opera, ma strettamente legato alla propria CE e alle tematiche esposte nel libro di una collega, dimostra quanto Piera Rossotti sia riuscita a valorizzare ognuno dei propri autori, facendoli sentire parte di un progetto più ampio e non semplicemente un codice ISBN.