La qualità paga

La qualità paga

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A volte capitano quelle situazioni in cui tutto il lavoro svolto nel corso dell’anno ottiene una gratificazione anche solo grazie a una semplice frase.
EEE è una Casa Editrice digitale, dunque preposta a produrre libri in formato digitale. Libri provenienti da manoscritti scelti con cura, selezionati, formattati, editati, pubblicati e distribuiti ovunque attraverso i maggiori store online. Nonostante questo, nello stand sono stati presentati libri pubblicati in versione cartacea e il motivo di tale scelta è stato piuttosto ovvio. Tuttavia, a parte l’evidente praticità nel voler proporre un prodotto che potesse essere toccato, preso in mano e sfogliato, quello che volevamo sottolineare era la cura e la passione messa in ogni libro, fattore che non poteva essere messo in evidenza offrendo al pubblico un testo presentato in un lettore digitale. E questo ha condotto a diversi momenti in cui il nostro orgoglio è stato ampiamente soddisfatto, soprattutto quando le persone, dopo che avevano dato un’approfondita occhiata al nostro catalogo, chiedevano stupite: “Ah… ma voi siete editori digitali?”

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Ebbene sì, noi siamo editori digitali anche se esserlo non significa non aver cura delle proprie creature, quando la versione è diversa. La qualità dei libri è nel libro stesso, in come si presenta, nella rilegatura, nella scelta della carta, dell’impaginazione e del contenuto. Tuttavia non è solo questo. La qualità dei libri dipende anche dalla filosofia dell’editore, da quelle motivazioni che lo rendono un professionista serio, in grado di poter trattare diversi argomenti spinosi anche nel corso di una conferenza nella quale dovrebbe essere solo esaltato il suo lavoro. Ed è esattamente quello che è accaduto nel corso dell’evento tenutosi domenica 17 maggio, intitolato Come ti allevo uno Scrittore. D’altra parte, chi abitualmente ci segue sa bene che “parlarci addosso” non è esattamente uno dei nostri sport preferiti. Quindi diventa piuttosto naturale affrontare anche quegli argomenti che possono condurre un autore verso scelte consapevoli, magari anche lontane da noi. Non è così abituale sentire un editore che parla di contratti, clausole, codicilli e diritti, mettendo l’attenzione su quelle parti che di solito sono lesive proprio per gli autori. Un editore che spiega cosa sarebbe meglio firmare e cosa no. Questo è stato uno dei motivi che hanno fatto registrare un tutto esaurito nel corso della conferenza. Abbiamo visto persone passare, fermarsi, tornare indietro e andare ad accomodarsi per poter continuare a seguire il corso delle interviste e il dialogo aperto con Piera Rossotti, la quale non ha deluso le aspettative nemmeno questa volta.

E quando uno degli autori della CE dice: “Pensavo di trovare un Editore, invece ho trovato una famiglia”… ecco, questo ripaga di tutto.

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Essere editore oggi.

promozioni EEEEssere editore, oggi. E “fare squadra”. Perfino “fare cultura”

In occasione del recente Salone del Libro di Torino ho incontrato Ciccio Rigoli che, oltre a essere un giovane in gamba e di belle speranze, è anche la mia “interfaccia umana” con la piattaforma Stealth attraverso la quale distribuisco. Tra le altre cose, abbiamo parlato del self-publishing. Ciccio asserisce che è un mezzo per far emergere davvero le opere valide, gli scrittori che hanno qualcosa da dire: se non vali, se non piaci, il popolo della rete ti compra un e-book e poi tanti saluti. Se piaci, ti legge, ti retwitta, parla di te e ti promuove. E raggiungi un pubblico vastissimo.

Il ragionamento non fa una grinza. In ogni modo, supponendo che gli autori sappiano e abbiano voglia di fare accanita autopromozione, il self è una grande opportunità. In secondo luogo, c’è un aspetto molto interessante, ed è la possibilità di interazione e interscambio tra autori e lettori che, senza il web, non sarebbe possibile oltre un certo livello, e questo è democraticamente accessibile a chiunque sappia usare la rete, almeno un po’. A un numero sempre crescente di persone, insomma.

Allora, c’è ancora spazio per un piccolo editore?

Secondo me sì, almeno per un editore che voglia rispettare il lettore selezionando quello che pubblica, che percorra la via del digitale e che si dedichi soprattutto agli esordienti.

Dire “esordiente” è usare un termine soggetto a molteplici interpretazioni; volendo semplificare, tuttavia, andrei oltre il significato di “scrittore che pubblica la sua prima opera” per definirlo, invece, “scrittore non ancora famoso”.  Puoi aver pubblicato dieci libri ed essere ancora un esordiente, ma la chiave sta in quel “non ancora”: non perché sarai sicuramente famoso, ma perché un editore serio pensa che tu meriti di esserlo. Forse non venderai mai migliaia di copie, ma lo meriteresti. Piccola consolazione? Forse. Ma se sei bravo, il grande pubblico potrebbe accorgersi di te e, quando qualcuno che di libri ne capisce un po’ ti dice che sai scrivere, questo è un grande incoraggiamento a proseguire. Puoi sognare… e non è poco.

Molti scrittori “non ancora famosi” all’inizio hanno bisogno di qualche dritta, anche di qualche bella ripassata alla loro bozza (lontani i tempi in cui a scuola si imparava il corretto uso dell’apostrofo…). Altri, hanno bisogno di qualcuno che gli dica di dare qualche sforbiciata al testo che hanno scritto (dolorosa, ma necessaria). Altri – ed esistono! – partono già da livelli molto alti. In genere, sono prima di tutto degli avidi lettori che hanno “rubato il mestiere” ad altri scrittori, però poi iniziano a scrivere trovando la loro voce originale, non imitando pedissequamente.

Partendo da queste considerazioni, è nato il progetto di Edizioni Esordienti E-book: tre parole che racchiudono un programma:

Edizioni: una casa editrice con dei lettori esperti che seleziona davvero gli autori e che ha rispetto per i lettori; non pubblichiamo ciarpame, lo leggiamo prima noi e poi decliniamo l’offerta;

Esordienti: abbiamo già detto a chi ci vogliamo rivolgere. Aggiungerei che gli “autori non ancora famosi” dovrebbero anche essere umili e avere voglia di crescere (tenendo presente che il successo commerciale non appartiene ai più!);

E-book: per sfruttare al meglio tutte le opportunità che offre il web e, al contempo, superare la logica della distribuzione del cartaceo, eccessivamente costosa, anche perché la maggior parte dei titoli di autori non conosciuti andrà in perdita e, per giunta, in libreria un libro diventa rapidamente obsoleto, al massimo regge per un mese, mentre l’e-book è decisamente più longevo, non si esaurisce mai ed è possibile aggiornarlo (magari correggendo qualche refuso sfuggito ai più rapaci correttori di bozze). Nel giro di qualche ora o al massimo di qualche giorno, gli e-book di EEE sono disponibili ovunque, il mercato è globale. Ed è uno strumento destinato a diffondersi sempre più. (Poi, se volete i libri di carta per le presentazioni, per la libreria di casa o per regalarlo alle zie a Natale, EEE li sa fare molto bene, anche in piccole quantità).

E perché “fare squadra”? Per tante ragioni. In primo luogo, perché è bene che un autore non si senta isolato, ma possa condividere con altri le sue esperienze e discutere. Poi perché deve partecipare e mettersi in gioco, ma è più facile farlo se non si è soli. È passato il tempo in cui l’autore affidava il suo libro all’editore e toccava a quest’ultimo cercare di venderlo: occorrono delle sinergie. Uniti e collaborativi, attraverso i social media si raggiungono più persone, un bacino di potenziali lettori moltiplicato per il numero degli autori coinvolti o quasi. Basta, però, con gli autori che parlano sempre e soltanto di se stessi e delle loro sublimi opere (sui social media c’è soprattutto questo!), è il momento di portare le proprie idee, di ascoltare quelle degli altri, in un interscambio fecondo e intelligente. Perché una casa editrice, che è fatta anche dai suoi autori, oltre che dalla redazione, deve fare cultura (non mi vergogno di pensarlo e di dirlo!).

Questa è la sfida di EEE. Anche il senso del blog che si affianca al nostro sito è soprattutto questo: incontro e interscambio. Grazie agli esordienti che l’hanno capito e che stanno percorrendo con noi questo cammino (difficile e faticoso, ma stimolante). Benvenuti a quelli che vorranno unirsi in questa avventura.