Si può vivere senza Amazon?

Si può vivere senza Amazon?

Dopo la recente decisione della Edizioni E/O di non vendere più i propri libri attraverso lo store, viene spontaneo chiedersi se si può davvero vivere senza Amazon, come editori.

Il dubbio nasce anche dai molteplici fattori che costituiscono appunto il rapporto con il più grosso store online sul mercato, rapporti spesso non facili e, ancora più spesso, più vantaggiosi per il grande colosso che per il piccolo editore.

Non c’è nemmeno da fare paragoni con le grandi Major nostrane dell’editoria, le quali si sono costituite piattaforme dalle quali vendere i propri prodotti, decisamente in barba ad Amazon, arrivando a far costruire appositi lettori digitali così da non dover dipendere proprio da nessuno. Il resto del mercato editoriale, costituito però dalla maggioranza delle Case Editrici medio/piccole, è legato a doppia catena con il grande store, il quale impone politiche che, per tanti aspetti, diventano penalizzanti e spesso creano disagi non sempre risolvibili in modo celere.

Dalla scarsa comunicazione al boicottaggio vero e proprio, avere a che fare con Amazon non è mai semplice e talvolta è più facile evitare il confronto piuttosto che perdere tempo in inutili e snervanti procedure burocratiche. Eppure, la considerazione più immediata che viene da fare è quella che porta alla domanda: ma senza, quanta visibilità potremmo avere?
Detto in poche parole, un piccolo editore quante possibilità ha di potersi far notare, di poter far conoscere i titoli che ha in catalogo, se non può usufruire di un mezzo come quello che Amazon propone?

Per contro, quante possibilità ci sono di sparire in mezzo a milioni di altri titoli, se lo stesso colosso decide di “guardare da un’altra parte”?

In realtà, i modi per affossare i libri di un editore sono tanti e non sempre sono così facilmente individuabili. Basta davvero poco. Basta non inserirlo nelle promozioni programmate. Basta ritardarne gli ordini. Basta non farlo comparire nel motore di ricerca. Basta creare continui intoppi, come copertine che non si vedono e libri che sembrano non essere al momento disponibili.
Ogni singolo aspetto, ogni singolo ostacolo costituisce un granello che porta il meccanismo a incepparsi e il risultato diventa evidente quando un possibile lettore non riesce a ottenere il libro che vorrebbe leggere. O che potrebbe voler leggere.

A questo punto torniamo alla domanda iniziale: si può vivere senza Amazon?

Probabilmente sì. Probabilmente, con molta fatica e con una buona dose di fortuna, continuare a vendere libri, senza dover passare attraverso le maglie del mega store, si può. Edizioni E/O ha già una buona fetta di lettori su cui poter contare, persone che già costituiscono una base solida che non necessita di altro se non di poter continuare a leggere i propri beniamini, come ad esempio la Ferrante. Ma il resto dei medio/piccoli editori può davvero permettersi questo rischio?

Forse sì. Forse i tempi sono abbastanza maturi per poter azzardare un simile passo, tenendo conto che ormai i lettori non sono più così sprovveduti, come lo erano una decina di anni fa, e che in molti si sono attrezzati per letture in digitale e sanno che cosa è un download.

Quali sarebbero i vantaggi per l’editore? Costi e guadagni prima di tutto, poi un rapporto diretto con i lettori, un migliore investimento dei budget destinati alla promozione e, soprattutto, un controllo totale del venduto.

Gli autori, dall’altra parte, dovrebbero cambiare determinate abitudini, alcune decisamente perverse (il girone dantesco che s’innesca con le recensioni su Amazon sta rasentando la follia) e altre forse un po’ più faticose ma, a lungo andare, magari anche più soddisfacenti.
Per i lettori non cambierebbe poi molto, esistono altri store online che si possono utilizzare per i propri acquisti letterari, esistono i siti istituzionali dei vari editori dai quali poter comprare ed esistono migliaia di blog e gruppi sui più comuni social network pronti a dare consigli di lettura, recensioni più o meno veritiere e pareri su qualsiasi cosa.

Quindi, nella mia visione di un futuro più roseo esistono store online che non dettano legge e non costringono i piccoli editori a sottostare a clausole più o meno vessatorie con la scusa che se non esisti sulla loro piattaforma non sei nessuno.