Amazon fa i capricci

Disservizi su variazioni e operazioni.

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Questa settima avremmo dovuto presentarvi la nuova promozione inerente uno dei libri presenti nel nostro catalogo, tuttavia, a causa di alcuni disservizi forniti da Amazon, non sarà possibile. Purtroppo lo store online, in queste ultime due settimane, sta avendo delle difficoltà nel gestire le operazioni più comuni, quali l’inserimento tempestivo dei commenti degli utenti, le variazioni istantanee relative a vendite e acquisti nonché, evidentemente, anche le variazioni sui prezzi per quel che riguarda le promozioni. Quindi, per la prossima settimana avremo ben due libri in evidenza, ma trattandosi di generi diversi, non sarà affatto difficile amarli entrambi. Vi anticipiamo solo, giusto per stuzzicare la vostra curiosità, che uno di questi sarà più rivolto verso un pubblico femminile e l’altro verso un pubblico maschile. Tuttavia, essendo stati scritti da due eccellenti autori, selezionati con la solita attenzione che contraddistingue ogni opera pubblicata da Edizioni Esordienti Ebook, siamo certi che incontreranno il favore di ogni tipo di lettore. Quindi, godetevi nel frattempo i libri che vi abbiamo già proposto e lasciate, sempre che Amazon lo consenta, un vostro commento nello spazio dedicato. Oppure, per avere una visione completa di quelle che sono le nostre offerte, avventuratevi nella pagina dedicata all’editore, sempre presente nello store, scegliendo fra i vari titoli quello che più di avvicina ai vostri gusti.

Link dedicato all’editore: Amazon

Dal manoscritto al libro

manoscritto L’avventura di un manoscritto: primi passi verso la pubblicazione.

 

Mettere la parola “fine” al fondo di un manoscritto è una grande emozione. Poniamo che si tratti di un romanzo: per settimane, mesi, forse per anni avete convissuto con dei personaggi scaturiti dalla vostra immaginazione, li avete seguiti, spiati, coccolati. Avete guardato se mangiano mentine o preferiscono le gelatine alla frutta e se buttano a terra le carte di caramella. Adesso, devono avventurarsi nel vasto, infido mondo editoriale e voi, trepidi come genitori…

Vabbè, facciamola più corta. Avete scritto e volete pubblicare. Vi siete informati, avete scansato le trappole che i neoautori trovano sul loro cammino, avete selezionato un certo numero di case editrici che potrebbero fare al caso vostro. Supponiamo che tra queste ci sia EEE (succede, a giudicare dalle vagonate di manoscritti che arrivano nelle nostre caselle di posta!).

Ecco, mi è appena arrivato il vostro manoscritto. E adesso, che ne facciamo?

Banale: per prima cosa lo vedo io, apro gli allegati, per verificare che non ci siano problemi, poi salvo tutto in una sottocartella delle “Opere in esame” che porta il vostro nome; preparo anche una scheda cartacea con la vostra mail, titolo e genere dell’opera e vi rispondo, indicandovi anche entro quando, più o meno, potremo leggere il vostro manoscritto. Cerchiamo di rispettare i tempi, anche se non ci riusciamo al 100%. Attualmente, l’attesa è di circa sei mesi.

Un passaggio successivo consiste nel riprendere in mano il vostro file e nel leggerne le prime 10-20 pagine, qualche pagina centrale e la conclusione. Purtroppo, molto spesso questo semplice passaggio porta a rifiutare immediatamente un manoscritto, generalmente a causa di una “cattiva” scrittura. Per farmi capire: provate a prendere foglio e matita e a disegnare un cavallo. Qualcuno di voi saprà rendere il movimento, l’eleganza di questo stupendo animale, altri disegneranno una specie di barilotto con una coda e quattro zampe, o qualcosa di intermedio. Ecco, per la scrittura è lo stesso. Se il vostro scritto è l’equivalente del barilotto con la coda, c’è poco da fare. Se la scrittura è buona o almeno è così così, andiamo a valutare più a fondo.

A questo punto, trasformo grossolanamente il manoscritto in epub (senza indice, capitoli ecc.), tirando moccoli se mi avete mandato un pdf, che è il formato di partenza peggiore. Tra l’altro, noi richiediamo sempre un doc o un odt (Word, Open Office), perché non stampiamo il manoscritto su carta, ma lo leggiamo con un tablet. Mando questo manoscritto ad un collaboratore, che legge e redige una scheda, NON destinata agli occhi dell’autore, ma solo ad uso interno, e anche molto breve, perché la materia prima che più mi fa difetto è il tempo. Se la scheda è negativa, il manoscritto termina lì la sua avventura con EEE, altrimenti finisce di nuovo nel mio tablet e lo rileggo integralmente. Di solito, dopo, ci dormo su almeno una notte e poi decido se mi piace o non mi piace.

Se il manoscritto mi entusiasma, ve lo dico subito, altrimenti suggerisco qualche miglioria, se lo ritengo sanabile. A questo punto l’autore dovrà decidere se ha voglia di riscrivere e correggere, oppure di cercarsi un altro editore. La terza possibilità è che il manoscritto sia piaciuto ai miei collaboratori, ma che non piaccia a me (per tanti motivi, ormai sapete che sono una vecchia signora bisbetica). Qualcuno mi chiede un editing o una scrittura assistita: in questo caso, a volte accetto, ma non di frequente, sempre per quel benedetto fattore tempo e, in ogni caso, soltanto per i manoscritti che ritengo potenzialmente davvero buoni. Ma non siamo a caccia di editing.

E adesso, se il manoscritto non va, riceverete una mail di rifiuto gentile (anche se non manca chi si offende lo stesso), perché sappiamo che scrivere, che lo si sappia fare bene o male, costa comunque fatica, e le persone che scrivono ci piacciono. Qualcuno di voi si risente, magari risponde che “non sappiamo leggere opere di un certo spessore”, magari si cancella dalla newsletter. Ci dispiace, ma pazienza. Altri sono più umili, promettono di ritentare, sovente ringraziano.

Se il manoscritto va bene, invece vi scrivo io, magari due righe secche secche. E, se siete d’accordo, si comincia a lavorare insieme, perché siamo soltanto all’inizio.

by Piera Rossotti

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Concorso in scadenza

Il concorso dedicato al Romanzo Storico è in scadenza.

Il concorso gratuito di Edizioni Esordienti Ebook, dedicato al Romanzo Storico, sta avviandosi verso le sue battute finali. Molti sono i partecipanti e la selezione sarà un compito arduo per coloro che dovranno scegliere i migliori testi da pubblicare. Scrivere un romanzo storico non è proprio un facile esercizio benché, ed è ovvio, per gli appassionati del genere trovare il giusto equilibrio fra finzione e realtà può divenire una scommessa piacevole da vincere. Tuttavia, esistono delle regole ben definite e degli accorgimenti che non si possono eludere ed è proprio per questo motivo che Piera Rossotti (autrice del romanzo storico Il diario intimo di Filippina de Sales, marchesa di Cavourha girato ben quattro video con i quali spiega il percorso necessario per giungere a un risultato concreto e il più realistico possibile. Tutte e quattro le spiegazioni sono reperibili su Youtube e partono dalle origini per arrivare alle caratteristiche più salienti. Dunque, non solo per gli esperti, ma anche per i neofiti che volessero cimentarsi in un genere non propriamente alla portata di tutti.

Andrea Camilleri ha scritto:

“[Il romanzo storico] È uno strumento letterario essenziale, che permette di raccontare la realtà nel suo divenire processuale, dialettico, di cogliere e delineare le sfumature dell’esistenza, di prospettare e sviluppare sui piani diversi la storia umana.”

E come non ricordare Umberto Eco e i suoi meravigliosi arabeschi letterari descritti con perizia e arguzia ne Il nome della rosa? Sicuramente una  mente fervida è in grado di raccontare la storia così come non l’abbiamo mai vissuta e mai immaginata. Una giusta dose di immaginario e invenzione possono creare l’equilibrio necessario per rendere un romanzo verosimile, al punto da poter essere vissuto senza il preconcetto che sia solo finzione.

Quindi, vi ricordiamo che il concorso scade il 31 luglio e il bando è reperibile QUI.

Non perdetevi questa occasione!

In promozione un action thriller da non perdere

i servi del silenzio: action thrillerI Servi del Silenzio di Marino Fracchioni.

Il libro che vi proponiamo, in questa settimana di inizio giugno, raggela anche i cuori più caldi, soprattutto per i contenuti forti e incisivi che non lasciano molto spazio all’immaginazione. I Servi del Silenzio, scritto da Marino Fracchioni, è basato su fatti realmente accaduti e porta alla luce un gruppo segreto che, pur lavorando dalla parte della legalità, utilizza metodi del tutto non convenzionali per lottare contro il crimine organizzato. La logica è ferrea: i criminali non hanno scrupoli e non seguono le regole. Dunque, per poter essere efficaci, tutto diventa lecito e la guerra si trasforma in una lotta alla pari e all’ultimo sangue. Il gruppo, sorto per volontà di un importante uomo politico spagnolo, è capeggiato da Victor, un italiano che le circostanze hanno portato lontano dalla propria Patria e posto alle dipendenze del governo ispanico, ma il suo senso di giustizia non ha limiti e la sua determinazione nel voler catturare mafiosi, criminali di guerra e pedofili, non conosce barriere o confini. Quindi, godetevi questo action thriller vissuto sul filo del rasoio e lasciatevi trasportare in una realtà che esiste al di sotto della superficie, relativamente sicura, nella quale tutti noi viviamo.

Link all’acquisto: Amazon

Essere editore oggi.

promozioni EEEEssere editore, oggi. E “fare squadra”. Perfino “fare cultura”

In occasione del recente Salone del Libro di Torino ho incontrato Ciccio Rigoli che, oltre a essere un giovane in gamba e di belle speranze, è anche la mia “interfaccia umana” con la piattaforma Stealth attraverso la quale distribuisco. Tra le altre cose, abbiamo parlato del self-publishing. Ciccio asserisce che è un mezzo per far emergere davvero le opere valide, gli scrittori che hanno qualcosa da dire: se non vali, se non piaci, il popolo della rete ti compra un e-book e poi tanti saluti. Se piaci, ti legge, ti retwitta, parla di te e ti promuove. E raggiungi un pubblico vastissimo.

Il ragionamento non fa una grinza. In ogni modo, supponendo che gli autori sappiano e abbiano voglia di fare accanita autopromozione, il self è una grande opportunità. In secondo luogo, c’è un aspetto molto interessante, ed è la possibilità di interazione e interscambio tra autori e lettori che, senza il web, non sarebbe possibile oltre un certo livello, e questo è democraticamente accessibile a chiunque sappia usare la rete, almeno un po’. A un numero sempre crescente di persone, insomma.

Allora, c’è ancora spazio per un piccolo editore?

Secondo me sì, almeno per un editore che voglia rispettare il lettore selezionando quello che pubblica, che percorra la via del digitale e che si dedichi soprattutto agli esordienti.

Dire “esordiente” è usare un termine soggetto a molteplici interpretazioni; volendo semplificare, tuttavia, andrei oltre il significato di “scrittore che pubblica la sua prima opera” per definirlo, invece, “scrittore non ancora famoso”.  Puoi aver pubblicato dieci libri ed essere ancora un esordiente, ma la chiave sta in quel “non ancora”: non perché sarai sicuramente famoso, ma perché un editore serio pensa che tu meriti di esserlo. Forse non venderai mai migliaia di copie, ma lo meriteresti. Piccola consolazione? Forse. Ma se sei bravo, il grande pubblico potrebbe accorgersi di te e, quando qualcuno che di libri ne capisce un po’ ti dice che sai scrivere, questo è un grande incoraggiamento a proseguire. Puoi sognare… e non è poco.

Molti scrittori “non ancora famosi” all’inizio hanno bisogno di qualche dritta, anche di qualche bella ripassata alla loro bozza (lontani i tempi in cui a scuola si imparava il corretto uso dell’apostrofo…). Altri, hanno bisogno di qualcuno che gli dica di dare qualche sforbiciata al testo che hanno scritto (dolorosa, ma necessaria). Altri – ed esistono! – partono già da livelli molto alti. In genere, sono prima di tutto degli avidi lettori che hanno “rubato il mestiere” ad altri scrittori, però poi iniziano a scrivere trovando la loro voce originale, non imitando pedissequamente.

Partendo da queste considerazioni, è nato il progetto di Edizioni Esordienti E-book: tre parole che racchiudono un programma:

Edizioni: una casa editrice con dei lettori esperti che seleziona davvero gli autori e che ha rispetto per i lettori; non pubblichiamo ciarpame, lo leggiamo prima noi e poi decliniamo l’offerta;

Esordienti: abbiamo già detto a chi ci vogliamo rivolgere. Aggiungerei che gli “autori non ancora famosi” dovrebbero anche essere umili e avere voglia di crescere (tenendo presente che il successo commerciale non appartiene ai più!);

E-book: per sfruttare al meglio tutte le opportunità che offre il web e, al contempo, superare la logica della distribuzione del cartaceo, eccessivamente costosa, anche perché la maggior parte dei titoli di autori non conosciuti andrà in perdita e, per giunta, in libreria un libro diventa rapidamente obsoleto, al massimo regge per un mese, mentre l’e-book è decisamente più longevo, non si esaurisce mai ed è possibile aggiornarlo (magari correggendo qualche refuso sfuggito ai più rapaci correttori di bozze). Nel giro di qualche ora o al massimo di qualche giorno, gli e-book di EEE sono disponibili ovunque, il mercato è globale. Ed è uno strumento destinato a diffondersi sempre più. (Poi, se volete i libri di carta per le presentazioni, per la libreria di casa o per regalarlo alle zie a Natale, EEE li sa fare molto bene, anche in piccole quantità).

E perché “fare squadra”? Per tante ragioni. In primo luogo, perché è bene che un autore non si senta isolato, ma possa condividere con altri le sue esperienze e discutere. Poi perché deve partecipare e mettersi in gioco, ma è più facile farlo se non si è soli. È passato il tempo in cui l’autore affidava il suo libro all’editore e toccava a quest’ultimo cercare di venderlo: occorrono delle sinergie. Uniti e collaborativi, attraverso i social media si raggiungono più persone, un bacino di potenziali lettori moltiplicato per il numero degli autori coinvolti o quasi. Basta, però, con gli autori che parlano sempre e soltanto di se stessi e delle loro sublimi opere (sui social media c’è soprattutto questo!), è il momento di portare le proprie idee, di ascoltare quelle degli altri, in un interscambio fecondo e intelligente. Perché una casa editrice, che è fatta anche dai suoi autori, oltre che dalla redazione, deve fare cultura (non mi vergogno di pensarlo e di dirlo!).

Questa è la sfida di EEE. Anche il senso del blog che si affianca al nostro sito è soprattutto questo: incontro e interscambio. Grazie agli esordienti che l’hanno capito e che stanno percorrendo con noi questo cammino (difficile e faticoso, ma stimolante). Benvenuti a quelli che vorranno unirsi in questa avventura.

Profumo Criminale

Profumo Criminale è il nuovo libro in promozione su Amazon, questa settimana.

Profumo criminale

Il libro, scritto da Simone Fanni, è un giallo fuori dagli schemi, ricco di personaggi surreali e caratterizzato da una trama che, pur mantenendo gli ingredienti di una vera crime story, sorprende per l’ironia e l’umorismo con cui i fatti vengono raccontati, portando il lettore verso un finale decisamente sorprendente e imprevedibile. Non pensate di comprendere chi sia l’assassino, potrebbe essere chiunque e nessuno. La verità, che verrà svelata fra una battuta e una riflessione, saprà dare ancora più gusto a un romanzo già sapientemente speziato di suo. Profumo Criminale, selezionato nel nostro precedente concorso, è un noir da assaporare pagina per pagina, lasciandosi coinvolgere da un protagonista improbabile ma umano, che non può non suscitare la vostra simpatia.

Primo record

Primo record di pagine viste per il blog

Primo record

A meno di un mese dall’apertura, ieri, primo giorno di giugno, abbiamo registrato una visualizzazione di pagine che ha quasi raggiunto le cento unità, con un incremento del 60% di visitatori nuovi. Considerando il fatto che il blog è stato aperto il 16 maggio, non possiamo che essere contenti di questo risultato. Ovviamente, il nostro intento non si riduce alla mera soddisfazione derivata dall’aver reso evidenti gli articoli e le pagine ma, soprattutto, dall’approdo al blog di molti utenti nuovi che, speriamo, potrebbero trasformarsi in lettori altrettanto soddisfatti. Noi sappiamo bene che il catalogo proposto da EEE vanta libri di tutto rispetto, anche se scritti da autori esordienti o emergenti, ma crediamo che solo un’ottima visibilità potrà dare a tali opere il consenso necessario da parte del pubblico. Quindi, anche se sappiamo di essere nella direzione giusta, e i numeri ce lo confermano, siamo consapevoli che c’è ancora molto lavoro da fare per poter arrivare ai lettori più attenti. Dunque, questi risultati ci stimolano a proseguire con lo stesso impegno che abbiamo applicato fino ad ora nella selezione, nella realizzazione e nella diffusione dei libri presenti in catalogo, continuando a credere che la qualità ripaghi degli sforzi fatti.

Non dimenticatevi di fare anche voi il sondaggio proposto e intitolato “Che lettore sei?”, il quale sta dando ottimi risultati ed evidenzia alcune particolarità che vi diremo in seguito.

Sondaggio sulla lettura

logo-edizioni-esordienti-e-book1Che lettore sei?

Questo sondaggio, dedicato alla lettura, non contiene domande di carattere strettamente personale e non necessita di alcuna iscrizione. Le vostre risposte serviranno esclusivamente per conoscere meglio il lettore tipo, dandoci informazioni che non saranno in alcun modo condivise con terze parti.

Edizioni Esordienti Ebook, con questa indagine, desidera poter conoscere le opinioni dei lettori, non solo dei propri, ma di tutti coloro che amano i libri. Il rispetto nei confronti del lettore non nasce solo con la cura, indubbia, delle opere che vengono pubblicate, ma anche dalle opinioni espresse, dalle preferenze e dai suggerimenti che si possono ottenere attraverso alcune domande mirate. Vi ringraziamo per il tempo che ci dedicate, per noi altrettanto prezioso di quello che poniamo nel cercare di rendere sempre il nostro catalogo ricco e interessante, soprattutto di qualità. Quando arriverete alla fine sarà sufficiente cliccare sulla scritta Finish survey.

Andrea Tavernati conquista il Secondo Premio

tavernati3Andrea Tavernati conquista il Secondo Premio al Concorso Internazionale Pennacalamaio

La giuria del Concorso letterario Pennacalamaio (che era stato Bandito dall’Associazione Culturale Savonese Zacem in collaborazione con Libro Mondo e con il patrocinio della Provincia di Savona, Comune di Savona e hotel San Marco di Savona) ha proclamato i vincitori delle 15 sezioni in gara. La cerimonia della premiazione, che si è svolta il 25 maggio a Savona, ha visto la partecipazione di innumerevoli autori, italiani e stranieri, tra cui il nostro Andrea Tavernati, giunto al secondo posto nella sezione “libro edito di poesia” grazie al suo libro “Intima essenza”. Per tale occasione, abbiamo chiesto ad Andrea le sue impressioni:

“Dunque, i concorsi letterari sono un’ottima occasione per esercitare la propria autodisciplina zen.
Li considero uno strumento per farsi conoscere un po’ di più. Uno strumento come un altro. Da quando ho pubblicato l’Intima Essenza ho partecipato e sto partecipando a parecchi eventi di questo tipo. Purtroppo ormai quelli completamente gratuiti sono pochi, anche se i contributi richiesti sono in genere contenuti. Dato che il mio libro è fatto di haiku sto privilegiando i concorsi dedicati a questo genere o che prevedono una sezione dedicata a questo genere. In Italia sono pochissimi.

tavernati1In quanto agli esiti, ho imparato che se si ottengono dei riconoscimenti, si gioisce con soddisfazione e si trova almeno un minimo di conferme sul fatto che, forse, quello che si scrive non fa proprio schifo. Se invece non si ottiene nulla, non bisogna sprecare tempo a farsi troppi mea culpa, archiviare la pratica e tirare dritto. Ai concorsi ne succedono di tutti i colori e le ragioni per cui non si viene selezionati sono imperscrutabili.

Nel caso specifico ho partecipato proprio perché era prevista una sezione dedicata agli haiku, il che vuol dire che gli organizzatori hanno un minimo di sensibilità per questa forma. Ho trovato il concorso sulla newsletter di concorsiletterari, ho notato la sezione haiku e ho partecipato. Tra l’altro il concorso prevedeva una marea di altre sezioni e io non amo i concorsi “di tutto, di più”. Se non ci fosse stata la sezione haiku, sicuramente non avrei partecipato.

Non conoscevo l’associazione che l’ha organizzato e men che meno sapevo “chi o cosa” ci stava dietro. Per cui apprendere di aver vinto il secondo premio mi ha fatto molto piacere, perché vuol dire che semplicemente qualcuno ha letto e apprezzato, come dovrebbe sempre essere.

La cerimonia di premiazione è stata molto semplice. Tra l’altro era proprio domenica scorsa e tra le elezioni e il primo caldo in Liguria, non c’era molta gente. Comunque anche leggere le proprie poesie in pubblico è sempre una bella esperienza (quando si alzano gli occhi dal foglio si è lì a chiedersi, tra gli applausi: “cosa diavolo avranno capito?”, ma tant’è…).

tavernati2Bene. Conseguenze pratiche: Mia figlia, che si è generosamente offerta di accompagnarmi, ha scattato qualche foto. Ho aggiunto una riga in più sul curriculum che dice: “Secondo premio, ecc…” Ho pubblicato un simpatico post su una serie di pagine Facebook di Gruppi di poeti haiku e associazioni varie e ho inviato un comunicato stampa ai quotidiani della mia zona e ad altre associazioni culturali locali… Non avrò un lettore in più… ma chissà… dai e dai…”

Intervista a Simone Fanni

Profumo criminaleIntervista a Simone Fanni

 

  • Simone Fanni non è nuovo al genere giallo, nel recente passato ha pubblicato e ricevuto dei riconoscimenti proprio per il suo talento innato. Con “Profumo criminale” propone un romanzo dallo stile originale, per nulla scontato: un ottimo giallo. Come nasce la tua passione per questo genere?

Credo che siano tutti quei morti. In un giallo si possono mettere dentro tantissimi morti. Ogni scrittore di gialli sa bene che nel suo romanzo può metterci un numero a piacere di morti, la sola cosa che conta è che inizi a farlo già nelle prime pagine. Ho molta paura di morire, perché in quel momento sarò costretto a esserci. Mi consola il pensiero di non temere la morte, perché credo che la morte sia il niente. Sfido chiunque a toccare il niente. Qualcuno provi ad annusarlo e qualcun altro aguzzi l’udito nel tentativo di ascoltarlo. E vogliamo parlare di chi possa essere in grado di vedere il niente? Ho fatto questo discorso alla mia parrucchiera e mi ha detto che se guardassi i programmi di Maria de Filippi cambierei opinione.

  • Lo stesso inizio da modo di capire una certa propensione anche per l’horror, dal momento che la storia si basa proprio su uno scrittore di romanzi sui vampiri, condita però da una vena ironica davvero notevole. Questa caratteristica, data dal sarcasmo, è presente in tutti i tuoi romanzi?

L’ironia è la spada più affilata. Taglia in due il pubblico, separa quelli che la colgono da quelli che non ci riescono. Ma è anche la spada con l’impugnatura più scivolosa, se il colpo non è calibrato bene, la testa che vola è proprio quella dello spadaccino. Per questo, in tutte le mie storie, durante le operazioni di revisione, mi sono accorto di essermi decapitato almeno mille volte. Così, mi sono ricucito la testa prima di mettere i romanzi in vetrina. Purtroppo sono altre mille le teste che ho perduto quando ormai era troppo tardi.

  • I personaggi sembrano caricature di quel classico stereotipo presente in quasi tutti i romanzi gialli, tuttavia le descrizioni e il modo con cui li fai muovere all’interno della trama denotano una ricerca molto accurata del particolare, da dove trai lo spunto per scegliere i tuoi protagonisti?

Li metto nella scena che sto scrivendo e poi qualcosa succede sempre. Loro fanno cose, uccidono, amano, vincono e perdono, dormono e così via. Però non posso dire di avere una sorgente di spunti dalla quale sgorghino personaggi. Comunque “Profumo criminale” è diverso. Per la prima volta ci sono alcuni amici veri che si muovono in tempi e spazi immaginari. Sono Giulia, Augusto, Michele e Patrizio. Ognuno di loro, in qualche modo, condivide con me il piacere di collegare lo stomaco ai polpastrelli e pestare sui tasti di un computer per dare un corpo alle proprie fantasie.

  • Profumo criminale è decisamente un romanzo atipico, la lettura è talmente scorrevole e divertente che, arrivando alla fine, si ha quasi voglia di tornare all’inizio e ricominciare. Questo denota una grande maestria nel saper apporre dialoghi e fasi narrative, come e quando nasce la tua passione per la scrittura?

Nasce alla fine degli anni novanta del secolo scorso. Ero povero, pieno di debiti e il mio corpo emanava un’aura di creatività repressa. Era un’aura insopportabile, la mia ex ragazza non riusciva a dormire per colpa della mia aura. Così, una sera, era tornata a casa con un corso di scrittura creativa preso in edicola per duemila lire. Non lo avevo neppure aperto, ma sotto il mio primo foglio bianco non avrei potuto avere nulla di più rassicurante. Con la biro tra le dita della destra, la fronte tra quelle della sinistra e il gomito sulla scrivania presa a rate, avevo partorito tutto d’un fiato un racconto breve sulla faccenda della diga del Vajont. Ecco là, il mio hobby low cost. Alcune ore dopo, la mia aura di repressione si era estinta e la mia ex aveva ripreso a dormire.

  • Nonostante l’ironia e la parte umoristica, il libro è veramente un giallo e la trama si dipana in modo elegante e fluido fino alla conclusione finale, ciò nonostante si ha quasi l’impressione che il protagonista sappia esattamente di essere all’interno di un romanzo e che tutte le decisioni finali le prenderà comunque lo scrittore. Questa scelta è voluta?

Naturalmente. Gli scrittori sono tutti pazzi e la scrittura non è altro che uno strumento per veicolare un delirio di onnipotenza. Lo scrittore non decide solo la sorte degli altri, per fare questo basterebbe essere un assassino, un giudice, un insegnante, un dittatore o il direttore di una banca. Lo scrittore decide chi ama e chi non deve essere amato, nessun altro può farlo nella vita reale.

  • Francesco, il tuo protagonista, è decisamente un personaggio bizzarro, un anti eroe che non sfoggia né muscoli né particolari doti alla Sherlock Holmes per giungere a scoprire il vero colpevole della vicenda. Tuttavia, la sua simpatia e il suo essere quasi fatalista lo aiutano a superare i momenti critici, quanto sei Francesco nella vita reale?

Quale vita reale?

  • E a proposito di vita reale, un passaggio del tuo libro dice: “Anche se certe volte non si può fare a meno di confondere il romanzo con la realtà, morire fra le righe di un libro non è proprio come morire nella vita” il tutto scritto in un momento piuttosto surreale. Questi accostamenti fra “serio” e “faceto” sono studiati appositamente oppure hanno origini naturali?

È tutto studiato. Il senso di questa storia è l’inevitabile distorsione della realtà. Il messaggio nascosto tra una parola e l’altra è che ciascuno di noi vede le cose dal proprio punto di vista e su quello costruisce un’opinione. La condizione geografica e sociale, la musica che possiamo ascoltare, l’arte che ci circonda, avere due genitori che si amano, essere un figlio sano, andare in parrocchia oppure a visitare un museo, tutte queste cose sono fogli trasparenti sui quali qualcuno ha scarabocchiato qualcosa per noi. Dopo aver sovrapposto tutti i fogli trasparenti, gli scarabocchi si incrociano ed è impossibile vedere cosa ci sia dall’altra parte. Quindi, non credo che esista un’oggettività delle cose, se questo è il modo di intendere la realtà.

  • Il protagonista è appunto uno scrittore che spesso si interroga sulle strategie migliori per vendere un libro e per tornare a cavalcare l’onda del successo, quanto hai studiato realmente il mondo dell’editoria per giungere a determinate conclusioni?

Ogni prodotto, un paio di occhiali, un orologio, l’articolo di un quotidiano, il panino del pub di Giulio, è cucito su misura per il cliente e i libri non fanno eccezione. Le realtà locali sono la strada per vendere quel tanto di copie che basta per arrotondare lo stipendio. Ti faccio un esempio: se scrivessi un libro sulla madonna che appariva ogni terza domenica del mese sul soffitto della camera da letto di un’amica di mia zia, quasi tutte le parrocchie del Nordest farebbero a gara per avermi come ospite della domenica e i fedeli sarebbero felici di acquistare una copia del libro con la mia dedica. Ma a me non interessa, preferisco raccontare i morti ammazzati a quelli che vogliono leggere i capricci del mio stomaco.

  • Isabella e Francesco sono nomi piuttosto ricorrenti nelle tue pubblicazioni, che cosa rappresentano per te?

L’amore.

  • Quanto tempo impieghi per preparare un libro che sia pronto per la pubblicazione?

Le storie che ho pubblicato le ho scritte quasi tutte in meno di dodici mesi. “Profumo criminale” è il romanzo più breve che abbia mai pensato, ma ho lavorato due anni su queste pagine perché le riempivo contemporaneamente a quelle di un’altra storia a proposito della quale sono costretto a mantenere la massima segretezza.

  • Passiamo ora a conoscere brevemente l’autore, non solo come magnifico scrittore di gialli, ma anche come persona. Quando Simone Fanni non scrive, come occupa il proprio tempo?

Quasi tutti i giorni Simone Fanni legge qualcosa e fotografa qualcuno. Una volta all’anno, insieme a pochi parenti e amici, gira l’abominevole film di Natale. Il film è abominevole perché i parenti e gli amici sono veramente degli attori cani.

  • Quali sono i prossimi progetti che hai nel cassetto?

Scrivere ancora, naturalmente.

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