Irma Panova Maino e il valore terapeutico della scrittura

Irma Panova Maino e il valore terapeutico della scrittura

logo scrittura

di Irma Panova Maino

Scrivere crea un senso di liberazione, di sollievo e diventa una vera “palestra” in cui sfogare tutte le energie, le frustrazioni e persino le delusioni.

Altrimenti perché mai si dovrebbe scrivere? A scuola impariamo l’arte della scrittura puramente a livello “tecnico”, prima a mettere insieme le lettere, scritte con bella mano, e poi a mettere insieme le parole, stando attenti a tutte le regole grammaticali che distinguono un testo comprensibile da uno poco leggibile. Tuttavia, nessuno insegna come esternare ciò che si ha dentro. Non esiste alcuna legge, suggerimento, elenco che possa fornire istruzioni adeguate sul valore dell’esternazione e su come questa possa essere effettuata. Soprattutto non sono segnalate le controindicazioni, anche se queste poi esistono con l’andare del tempo.

Spesso basterebbe mettere nero su bianco i propri pensieri per cogliere le soluzioni, per sciogliere i nodi e arrivare al nocciolo effettivo di una questione. Forse tanti dubbi e malintesi, soprattutto discussioni, non ci sarebbero nemmeno se solo si fosse perso un po’ di tempo nell’analizzare, per iscritto, i pensieri e le ipotesi. Forse, molta violenza verbale si esaurirebbe sopra un foglio di carta, anche se virtuale, lasciando lì la propria impronta e non sopra altri volti o altra carne.

Il forse, purtroppo, è d’obbligo, ma tant’è che molti autori (e loro lo sanno), utilizzano proprio la scrittura per eviscerare dall’anima tutta la negatività che li circonda, offrendo buoni spunti alla positività e alla speranza. Sono sogni, è vero, mere chimere che a volte possono produrre un effetto risonante piuttosto spiacevole, ma è il carattere dello scrittore che alla fine predomina e il suo stile, il suo bisogno di esprimersi, talvolta, resta tristemente legato al proprio scritto. Quindi, se da una parte è vero che nella maggior parte dei casi lo scrivere può calmare l’anima, dall’altra è anche vero che può diventare la fonte di altre paranoie, fornendo spunti ulteriori per estraniarsi dai rapporti sociali. Forse, per questo molti scrittori diventano esseri solitari, chiusi nei propri mondi immaginari, intrappolati fra trame e personaggi.

Provate a immaginare cosa accadrebbe se doveste svegliarvi e scoprire che siete stati catapultati in uno dei vostri libri…

Gli autori horror potrebbero iniziare a provare serie apprensioni, ma anche per altri generi non sarebbe così semplice uscire indenni dall’immaginario. Dunque, nei nostri scritti riversiamo ciò che il nostro subconscio elabora, creando altre realtà parallele e se questo da una parte ci libera dalla pesantezza dei pensieri, dall’altra frustra le aspettative, diventando, talvolta, un circolo vizioso, pronto per essere sfogato nel libro successivo.

Libri Letti ai Ferri

Libri Letti ai Ferri: Fino all’ultima bugia di Mario Nejrotti  alla prova delle tricoteuses

12698465_762337113870399_5330760669542805144_o

Il pomeriggio del 10 febbraio 2016, a Torino, nel quartiere multietnico di San Salvario, alla bibloteca Ginzburg abbiamo chiacchierato del thriller poliziesco di Mario Nejrotti, Fino all’ultima bugia.
L’autore, accompagnato dall’Editore della EEE, Piera Rossotti e dalla lettrice Fausta Pignatelli, si è trovato in Sala Molinari di fronte ad un pubblico composto per la maggior  parte da gentili signore “sferruzzanti”.

Leggiamo da Wikipedia che il termine tricoteuses (da tricot,  lavoro fatto a maglia) veniva anche usato per le donne che stavano intorno al palco della ghigliottina durante la Rivoluzione francese, nella Francia del XVIII secolo, per assistere allo “spettacolo” della decapitazione, mentre continuavano a lavorare a maglia.

Però, l’organizzatrice dell’incontro e coordinatrice dell’iniziativa “Libri letti ai ferri”, Margherita Bratti ha fugato con la sua gentile presentazione ogni “preoccupazione” e le signore si sono dimostrate un pubblico attento e competente.
In un’atmosfera cordiale e divertita, Mario Nejrotti ha raccontato, senza svelare nulla, come è d’obbligo in un giallo, i punti salienti della trama del suo romanzo, che in parte si svolge proprio a San Salvario, a Torino, incuriosendo il pubblico, che si è lasciato condurre per strade e locali abituali per chi vive a Torino.
Il fascino della storia e di luoghi lontani, come l’isola di Vis, davanti a Spalato, in Croazia, dove si rifugia la protagonista Chiara, inseguita da una organizzazione di spacciatori di droga e dal suo misterioso capo, sono emersi dalla efficace lettura di alcune “clip”, molto scenografiche del romanzo.

Una presentazione un po’ fuori dagli schemi, con una regia quasi cinematografica, che ha reso l’atmosfera molto partecipata e complice tra autore e pubblico.
Un bel pomeriggio durante il quale il romanzo d’esordio di Nejrotti, che a due anni dalla sua pubblicazione resiste nei primi cinquanta titoli nelle classifiche di genere di Amazon, ha avuto un buon successo.
L’Editore della Edizioni Esordiente Ebook, Piera Rossotti, ha ricordato che l’autore dal 2013 ha già pubblicato con lei tre romanzi, di cui il secondo, Il piede sopra il cuore, titolo suggestivo per un romanzo storico-fantastico, che si svolge nella Sicilia della seconda guerra mondiale, allo sbarco degli Americani, ha vinto anche il concorso per il “Romanzo Storico” della casa editrice stessa.
L’ultimo nato del medico-giornalista-scrittore torinese è un romanzo giallo classico, Tutta la vita per morire, che è appena uscito in tutti gli store della rete e naturalmente sull’immancabile Amazon. L’iniziativa, ormai consolidata e di successo, dei Libri Letti ai Ferri, che vuole promuovere la lettura (mentre si lavora a maglia) attraverso l’incontro con gli autori, è una delle molteplici attività culturali della biblioteca Ginzburg e del suo Direttore.

Irma Panova Maino

La resa e le Cronache in offerta

La resa degli Innocenti e i tre volumi delle Cronache dal Mondo Parallelo sono in offerta su Amazon.

pizap.com14453285605161

Per gli amanti del GTN, in questo caso noir, La resa degli innocenti può trasmettere qualche ora di pura tensione, immergendo il lettore in un’ambientazione cupa. Per gli amanti del Paranormal Romance ironico e, decisamente, per adulti le Cronache dal Mondo Parallelo potrebbero risultare essere una lettura sorprendente e piacevole.

La resa degli innocenti:

la resa degli innocentiCosa fareste se rapissero uno dei vostri figli? E cosa sareste disposti a fare per ritrovarlo? Queste le domande di partenza che si è posta Irma Panova Maino per scrivere un romanzo duro, a tratti crudo, che non lascia indifferenti. Con quel pizzico di sovrannaturale che caratterizza tutte le opere di questa autrice. Barbara è una donna dolorosamente segnata dalla vita per la morte del marito in un grave incidente, ma supera il momento terribile quando si accorge di essere incinta: è il piccolo Marco a darle, per dodici anni, la forza e il coraggio di continuare a vivere. Ma un giorno, una nuova tragedia la travolge: il figlio scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Questo le permette ancora di sperare, di ipotizzare che il piccolo non sia morto, ma che sia stato rapito. Inutile farsi illusioni, certamente la verità che si cela dietro quella scomparsa non può essere che drammatica, ma una madre ha il bisogno di sapere. Marco è stato rapito da chi voleva venderne gli organi, per farlo entrare nel lubrico circuito della pedofilia o per quali altri abietti motivi? Dopo un terribile periodo di depressione, la donna reagisce a suo modo, trasformando se stessa in un’arma letale, disposta a tutto, nascondendo sotto una scorza impenetrabile un cuore che non smette di sanguinare, mostrando all’esterno soltanto durezza e feroce determinazione. Barbara diventa Rian, spietata giustiziera, alla ricerca di qualche traccia del figlio. Una singolare figura maschile le sarà accanto fino alla fine, fino a quando lei troverà tutte le risposte che cerca e anche l’unica pace possibile.

Scintilla Vitale:

scintilla vitaleCarrie è una ventenne che per vivere fa il lavoro più vecchio del mondo. Nonostante la sua giovane età ha però davanti a sé un futuro incerto a causa dell’AIDS, perciò, disillusa dalla vita e dagli uomini, accetta di compiere una missione un po’ insolita e molto pericolosa: Reese, un vampiro tenebroso e testardo, la ingaggia per attirare a sé uomini molesti e assassini che lui prontamente uccide a sangue freddo. Tra i due si crea un legame particolare, benché Carrie non sappia quasi nulla del vampiro, è legata a lui perché le ha salvato la vita. Vorrebbe comunque conoscere qualcosa di più su di lui e sulle sue intenzioni, così, incalzato dalla donna, il vampiro confessa che dietro tutte quelle uccisioni c’è un preciso intento: uccidere un licantropo nemico molto pericoloso. Sebbene Carrie sia una donna molto coraggiosa e le resti poco da vivere, si sente in qualche modo umiliata e tradita da Reese, che sembra considerarla solo come un’esca per le sue prede. Per cui decide di riprendere il suo vecchio mestiere, ma proprio allora incontra un altro uomo da cui si sente particolarmente attratta e che scopre essere non solo un altro essere immortale, ma soprattutto un caro amico di Reese. A differenza del vampiro, però, il licantropo Devlin è molto sensibile e premuroso e tra i due è subito attrazione fatale. Nel rapporto a tre che si crea le differenze tra i due uomini si fanno evidenti: rude e violento Reese, dolce e attento Devlin. Profondamente esperta del sesso, Carrie non conosce però il piacere, che prova per la prima volta soltanto con il licantropo. Ma da questo momento niente sarà più come prima: dubbi, gelosie, interrogativi riempiranno la vita dei tre protagonisti fino allo scontro finale con il nemico e fino alla rivelazione, sorprendente e inattesa per la donna senza futuro, di un figlio cui dare non solo un padre, ma soprattutto un’eternità di amore e serenità famigliare con l’uomo che davvero ama.
Tratteggiato a tinte pastello e intervallato da ampie pennellate di nero e di rosso il romanzo affronta il rapporto tra amore e passione in maniera esemplare, senza lasciarsi sfuggire alcun particolare del conflitto che può nascere nel vissuto dei tre protagonisti della vicenda. Sebbene appartenenti a tre “specie” diverse Carrie, Reese e Devlin conoscono le emozioni forti e il sesso, ma l’esperienza che hanno accumulato non è sufficiente a non farsi sorprendere dall’amore che imprevisto e violento li travolge sconvolgendone l’esistenza. Rifacendosi ai grandi successi di Gena Showalter l’autrice ci fa entrare in un mondo “paranormale” in cui le differenze tra umano e sovraumano sembrano annullarsi quando entra in gioco il sentimento e quando i desideri più profondi dell’umana Carrie rispecchiano anche quelli di vampiri e licantropi. Agli immortali infatti apparentemente non manca nulla se non una compagna con la quale condividere l’eternità a cui sono loro malgrado destinati e condannati.

Il gioco del demone:

il gioco del demone ebookQuesto libro è il secondo volume della serie di paranormal romance “Cronache dal Mondo Parallelo”, della stessa Autrice. Devlin Harmont, avvenente e sensuale nella sua forma umana, appartiene alla stirpe dei licantropi, con l’incarico del Direttivo di mantenere l’ordine nel Mondo Parallelo. Il suo compagno di missione, il vampiro Reese, ha formato una famiglia con un’umana, e Devlin ha bisogno di un nuovo partner. È Angmar la designata, ma c’è un problema: è un demone, e per il licantropo è difficile accettare di stringere il Giuramento di Sangue con un essere tanto diverso da lui… La situazione è ulteriormente complicata da una certa caratteristica sessuale del demone, assolutamente inaspettata… L’imprinting, la forza che lega i maschi licantropi alla loro compagna, è però molto forte, ed è capace perfino di far sbocciare l’amore e di abbattere barriere – anche mentali – che si pensavano inviolabili.

Le risonanze della folgore:

le risonanze della folgorePer ragioni diplomatiche Elsphet, bellissima e potente elfo, sposa il vampiro Ryan, un individuo affascinante, ma tenebroso e crudele, terzo nella successione al Trono del Vampiro.
Il matrimonio, in realtà, è un complotto per uccidere Ryan, sospettato di aver eliminato gli altri aspiranti al Trono. La speranza dei potenti capi del Direttivo è che l’elfo, maltrattata e brutalizzata a più riprese dal consorte, si vendichi uccidendolo non appena se ne presenti l’occasione.
La situazione, però, è molto più complessa e la bella Elsphet si renderà conto di essere stata usata nel peggiore dei modi proprio da chi riteneva al di sopra di ogni sospetto e dovrà prendere la decisione più difficile dei suoi duemila anni di vita, sprigionando tutta la sua energia e il suo potere per sopraffare gli avversari, fino a spingersi quasi ai limiti della sua stessa capacità di sopravvivenza.
Tra scene apocalittiche ed esplosioni di sensualità estrema, la storia si dipana veloce, fino alla conclusione e al trionfo delle forze creatrici e positive, il sesso e l’amore.
Irma Panova Maino è nata a Praga, ma vive in Italia da molti anni.Ha lavorato come tecnico televisivo, poi si è dedicata alla famiglia e, oggi che i figli sono cresciuti, si è lanciata in quello che considera una “crociata pro mostri”. “Cronache dal mondo parallelo”, di cui Il gioco del demone è il secondo episodio, dopo Scintilla vitale (entrambi pubblicati da Edizioni Esordienti E-book) fa parte di un progetto che vorrebbe riabilitare vampiri e licantropi, per lungo tempo considerati dalla letteratura mondiale come protagonisti di incubi di vario genere, o dei mostri. Ma non è forse il genere umano, a volte, più mostruoso dei mostri stessi?

Primo giorno al Salone del Libro

Primo giorno al Salone del Libro

11253860_10203860531022723_1434391860_nQuesto primo giorno in Fiera si sta dimostrando migliore dell’anno precedente. Se non altro il vociare delle scolaresche riempie i corridoi di risate, schiamazzi e di quella allegria tipica dei giovani. Probabilmente la posizione diversa dello stand EEE, sempre rispetto alla precedente edizione del Salone, attira diversi curiosi, sia per le copertine colorate, che i gadget che sono stati abilmente nascosti fra i libri esposti. E se è anche vero che il gadget fa presa, sono poi i libri a diventare protagonisti. Come sempre non mancano i curiosi, gli studenti che chiedono informazioni a proposito della Casa Editrice e gli autori in cerca di un editore che possa credere in loro.

Per il momento è tutto, Piera Rossotti, Sabrina Grementieri, Giancarlo Ibba, Andrea Leonelli ed io vi aspettiamo al PAD 2 stand 114.

I numeri dell’orrore

Una realtà che fa paura.

I numeri dell'orrore

Pedofilia, furto di organi, tratta dei minori. Problemi scottanti e di cui si parla troppo poco, forse perché troppo dolorosi da affrontare, forse perché fanno veramente tanta paura. Pensare di ignorarli però non è assolutamente utile per trovare una soluzione. Irma Panova Maino ne ha parlato, con il suo stile personale, nel libro “La resa degli innocenti” e per fare questo ha svolto delle ricerche documentandosi su quelli che sono i numeri dell’orrore. Cifre spaventose che riguardano il problema della sparizione dei minori, bambini che non tornano più a casa e di cui non si sa più niente. In questo articolo ci illustra le cifre basate sulle sue ultime ricerche.

Irma Panova Maino ha pubblicato con EEE: Scintilla vitale, Il gioco del demone, Le risonanze della folgore, La resa degli innocenti

1391967_51320846

di Irma Panova Maino

“Se perdete un coniuge diventate vedovi, se perdete i genitori diventati orfani, ma se perdete un figlio, cosa diventate?”

Con questa introduzione parte un nuovo serial televisivo francese incentrato proprio su un tema che mi sta molto a cuore: le sparizioni dei minori.
Se in Francia ne spariscono quasi 1800 all’anno (di cui molti non vengono ritrovati) L’Italia non è sicuramente da meno.
Che fine hanno fatto Angela Celentano o Denise Pipitone?
Se nel mondo si contano quasi 8 milioni di sparizioni, in Europa ogni due minuti un bambino svanisce nel nulla e se pensate che queste cifre siano esagerate o spaventose, considerate che non tutte le scomparse vengono effettivamente denunciate. Non per il fatto che i genitori preferiscano nascondere l’accaduto, piuttosto per l’impossibilità di gestire una determinata situazione, con la conseguente verifica da parte delle Forze dell’Ordine o degli Enti preposti, nei casi in cui sono coinvolti extracomunitari o clandestini.
Dal 1 gennaio al 31 luglio 2014, quasi 9.000 bambini sono arrivati via mare non accompagnati. Di questi solo 5600 sono stati registrati nelle 1073599_45550087strutture di accoglienza, degli altri non si sa più nulla. Tuttavia, su un totale di quasi 15.000 bambini clandestini, non sempre coloro che li accompagnano sono realmente i genitori e l’impossibilità di stabilire con certezza l’identità, sia degli adulti che dei minori, rende il dato statistico alquanto aleatorio. Forse potremmo pensare che, essendo stranieri, la cosa non ci riguarda. Forse potremmo sentirci sollevati dal fatto che la questione non coinvolge i nostri figli, i quali dormono sonni tranquilli e sono assiduamente controllati dai genitori. Ebbene, se la pensate in questo modo, vi state decisamente sbagliando. I numeri dell’orrore italiani non sono dissimili da quelli francesi (o di quelli di qualsiasi altro paese del mondo) e solo di una piccola parte si sa che fine abbia fatto.
Il Lazio detiene il triste primato di cui stiamo parlando, seguito a ruota da Lombardia e Sicilia.
Per quanto si possa dire che dei tanti allontanamenti da casa molti si risolvono con il ritrovamento o il ritorno della prole, non si possono ignorare tutti quei casi in cui, pur restando sotto l’egida dell’apparente sicurezza domestica, i ragazzi vengono comunque invischiati in situazioni scabrose e pericolose. Circostanze non sempre a lieto fine che, spesso, segnano a vita i minori implicati.
È di marzo il fatto di cronaca che ha visto come protagonista una sedicenne desiderosa di intraprendere una carriera come modella. Adescata su un social network, è stata blandita e convinta a posare per foto via via sempre più hard. Alla fine i genitori si sono accorti delle anomalie comportamentali della figlia e hanno denunciato quanto stava succedendo. L’indagine della polizia di Genova, ha interessato 6 province del nord e centro Italia (Genova, Savona, Alessandria, Milano, Brescia e Roma) e fino a ora ha portato a 5 arresti per violenza sessuale su minori, divulgazione e detenzione di materiale pedopornografico.
Come potete vedere, in questo caso la ragazza non è sparita, ma possiamo davvero dire che non ci saranno conseguenze e ripercussioni? Certo, la giovane è stata fortunata e i genitori sono intervenuti per tempo, ma quante volte accade che la fortuna assista gli ingenui? Quanti sono i casi in cui non c’è stato tempo e la tragedia alla fine si è consumata. Pensate di conoscere i vostri figli, di sapere chi frequentano e chi cerca di adescarli sui social?
Vedo una marea di ragazzine posare in atteggiamenti di cattivo gusto, persino espliciti. Minorenni che mostrano boccucce provocanti, indossando abiti che nemmeno la prostituta di un bordello oserebbe mettere… e mi chiedo: “Ma i genitori dove sono? Dove guardano?”
Per non parlare poi delle fanciulle, che frequentano le medie inferiori, che vanno a scuola abbigliandosi in modi decisamente inopportuni, dato il luogo che dovrebbero frequentare per istruire il cervello e non per esporre la carne.
Eppure, se questa gioventù è decisamente a rischio, un po’ per la superficialità data proprio dall’età, un po’ per la noncuranza di noi adulti, dall’altra parte esiste un sottobosco criminale sempre più vasto e sempre più sfrontato. Complice anche il fatto che l’Italia non è fra i paesi più organizzati nella lotta contro questo genere di criminalità Molto si sta facendo ma siamo ancora lontani dall’aver risolto il problema. Quindi sta a noi, a noi che viviamo a contatto con questi ragazzi, aiutarli e proteggerli, anche se non sono i nostri. Perché sono loro il futuro del mondo, la nostra eredità e il nostro lascito.

1049880_73189252Il 25 maggio verrà celebrata la Giornata Internazionale per i Bambini Scomparsi. Questa commemorazione è nata per ricordare la scomparsa di Ethan Patz, rapito a New York il 25 maggio 1979, e anche per voler sensibilizzare l’opinione pubblica in merito a un problema che mina, in modo allarmante, tutto il nostro futuro.
Non dimentichiamoci che molti dei bambini scomparsi in epoche meno recenti, se ancora vivi, ora potrebbero essere diventati adulti e tale condizione fa decadere automaticamente qualsiasi ulteriore tentativo di ricerca. Tuttavia, il fatto che siano maggiorenni, li rende meno vittime innocenti?

Gli autori EEE a BOOKCITY MILANO

Esordienti in primo piano.

5

In occasione dell’evento tenutosi a Milano il 16 novembre presso le Sale Panoramiche del Castello Sforzesco, nel contesto di BOOKCITY MILANO, sono stati diversi gli autori EEE che sono intervenuti a sostegno del proprio Editore, Piera Rossotti Pogliano e della propria “collega” Irma Panova Maino. La conferenza, intitolata Editoria Nativa Digitale: il caso EEE, ha visto avvicendarsi come oratori sia l’Editore che l’autrice, nonché Desiree Pedrinelli, curatrice del blog Letture al Contrario e organizzatrice dell’evento. Questa è stata un’ottima occasione per ritrovare alcuni volti conosciuti e scoprirne di nuovi, un momento socializzante in cui è stato possibile rivolgersi a dei lettori e non soltanto ad altri autori.

Dunque, conosciamo un po’ più da vicino gli autori intervenuti.

Paolo Fiorino. Autore del libro Eroi nel nulla, Paolo ha confessato che sta lavorando su nuovi scritti e noi non vediamo l’ora di sapere che cosa tirerà fuori dai suoi “cassetti”. Classe 1968, appassionato di cinema, ha da sempre preso la scrittura come una sfida personale. Da qualche tempo lontano dai circuiti tradizionali, quali i social network e la rete in genere, Paolo ha promesso di tornare in grande stile.

Andrea Tavernati. Poeta vincitore di numerosi riconoscimenti, ha scritto il bellissimo L’intima essenza, una raccolta di Haiku. Andrea, nonostante le mille difficoltà, è riuscito a essere presente, dando il proprio sostegno morale all’Editore e all’amica Irma. Nato a Pavia nel 1960, Andrea da buon creativo pubblicitario, oltre a scrivere meravigliose poesie è anche colui che spesso suggerisce nuove idee per il brand di EEE. Malato di scrittura fin dall’adolescenza, a 16 anni ha cominciato a scrivere un romanzo fiume. Quando, quattro anni dopo, l’ha concluso e riletto, ha deciso di sotterrarlo in giardino (tratto dalla sua biografia).

Franco Pulcini. Personaggio straordinario, Franco è intervenuto con la moglie, rivelandosi un profondo conoscitore della cultura musicale e di alcuni fra i più grandi compositori dell’est europeo. Ha collaborato con personaggi di spessore, come ad esempio Abbado, Schiavoni e Battiato, e dal 2005 lavora nella Direzione Artistica del Teatro alla Scala in qualità di “Coordinatore scientifico e responsabile editoriale”. Dopo Il maltempo dell’amore è in preparazione un secondo libro che, speriamo, possa avere lo stesso successo del primo.

Andrea Leonelli. Uno dei migliori esponenti del periodo poetico moderno, ha in preparazione la sua prossima silloge che, dopo La selezione colpevole e Consumando i giorni con sguardi diversi, offrirà nuovi spunti di riflessione per gli estimatori dell’arte poetica. Al BOOKCITY MILANO si è offerto di spostare le panche delle Sale Panoramiche, di fare le foto e sostenere le oratrici, a dimostrazione del fatto che un uomo è fatto anche di carne, oltre che di anima.

Cinzia Morea. Autrice new entry di EEE, suo il libro Costantino, Cinzia è una splendida giovane donna che scrive libri improntati a dare la stessa freschezza, dote che le è caratteristica, al mondo che la circonda. Medico ed educatore cinofilo, è da sempre appassionata di favole e leggende. Ha scritto il suo romanzo dopo aver assistito, a Triora, al  Festival delle Streghe. Il suo sorriso ha illuminato la sala.

Enea De Alberti. Enea De Alberti non smette mai di sorprendere. La sua ironia è contagiosa e l’allegria aleggia fra i tratti del suo volto regalandogli un’aura molto goliardica. La signora De Alberti, che ha accompagnato il marito, è stata costretta a frenare i suoi molteplici entusiasmi letterari, sorridendo con aria benevola. Dopo Ritorno a El Alamein, Enea è già pronto per mettere in moto la sua penna verso nuove sfide.

Sabrina Grementieri. Sabrina è uno degli autori “scippati”, a EEE, da una grande realtà editoriale. Donna speciale e multitasking, ancora una volta ha confermato di essere infaticabile. Dopo Una seconda occasione e Noccioli di ciliegie, Sabrina, in compagnia del suo inseparabile trolley color zucca fluorescente, è pronta per nuove avventure.

6

In conclusione, la presenza degli autori, a un evento non correlato alla presentazione di una loro opera, ma strettamente legato alla propria CE e alle tematiche esposte nel libro di una collega, dimostra quanto Piera Rossotti sia riuscita a valorizzare ognuno dei propri autori, facendoli sentire parte di un progetto più ampio e non semplicemente un codice ISBN.

BOOKCITY MILANO: una splendida giornata

Piccole realtà crescono a BOOKCITY MILANO.

1

Nella splendida location posta all’interno del Castello Sforzesco di Milano, nel contesto di BOOKCITY MILANO (#BCM14), domenica 16 novembre  si è svolto l’evento intitolato Editoria Nativa Digitale: il caso EEE. La conferenza, organizzata da Desiree Pedrinelli, ha coinvolto sia il Direttore Editoriale di Edizioni Esordienti Ebook, Piera Rossotti Pogliano, che l’autrice e blogger Irma Panova Maino, in qualità di testimoni di quanto sta accadendo nel piccolo mondo editoriale. Nel corso dell’evento è stato anche presentato il libro dell’autrice, La resa degli innocenti, come esempio di quanto EEE sia in grado di fare per i propri autori.

E dopo il doveroso cappello introduttivo, passiamo alle impressioni personali.

Personalmente, per quanto mi riguarda, posso affermare che non avrei potuto chiedere di meglio, come location e come pubblico, per presentare il mio libro, per la prima volta, nella città in cui risiedo. L’atmosfera imponente e storica, data proprio dal Castello Sforzesco, è stata ampiamente stemperata da quella sorta di informalità che si è creata non appena la conferenza ha avuto inizio. Desiree Pedrinelli ha introdotto l’argomento con grande professionalità, lasciando però le porte aperte agli stati emotivi che potevano suscitare sia la trama del libro che la presenza dell’Editore. Inutile negare che La resa degli innocenti sia un libro d’impatto, la cui trama propone tematiche spinose che lasciano poco spazio al sorriso. In Italia scompaiono più  di 3000 bambini in un anno, vittime di pedofili, di rapimenti, di criminali che ne fanno “carne da macello” per il mercato nero clandestino che alimenta i trapianti degli organi non autorizzati. Ed è stato confortante vedere quante “mamme” in platea hanno annuito convinte, quando ho dichiarato, senza mezze misure, che la protagonista del libro compie ciò che ogni madre, in cuor suo, vorrebbe e farebbe nel momento stesso in cui uno dei propri figli dovesse sparire. Tuttavia, La resa degli innocenti rappresenta ciò che l’Editore ama poter offrire ai propri lettori. Ed è stata la voce di Piera Rossotti a spiegare quello che è il proprio ruolo e quelle che sono le sue responsabilità come Editore. Il “caso” EEE è decisamente controverso, il fatto che una piccola Casa Editrice, oltretutto digitale, possa diventare un simbolo nel panorama editoriale, diventa un segnale allarmante per tutte quelle realtà blasonate che hanno fatto la storia dell’editoria italiana (di questo argomento ne avevamo parlato QUI). Ciò che Piera Rossotti ha ampiamente sottolineato è stato che, in realtà, compie tutto quello che avrebbe voluto fosse stato fatto quando lei non era altro che un’autrice. Il fatto di leggere, valutare e selezionare dei testi non è altro che l’azione primaria e basilare sul quale si fonda un lavoro editoriale, tutto ciò che segue è solo la conseguenza di tale scelta. Quindi, definire “caso” ciò che in realtà è un dovere richiesto a ogni buon editore, diventa sconfortante proprio perché dovrebbe essere ovvio. Inoltre, la presenza di un buon numero di autori, della stessa CE, conferma il sostegno che gli stessi scrittori offrono al proprio Editore, come testimonianza di un lavoro ben fatto.

Intervista a Irma Panova Maino

Intervista a Irma Panova Maino

la resa degli innocentiIl libro scritto da Irma Panova Maino affronta temi attuali e scottanti, offrendo al lettore una visione alternativa per quel che riguarda il risolvere determinati avvenimenti. Tuttavia, tutta la produzione letteraria dell’autrice ha un’impronta ben precisa, ovvero quella sfumatura sovrannaturale che sfiora il mondo del fantastico pur rimanendo ancorata al reale.

In La resa degli innocenti viene descritto un mondo molto realistico, duro e a tinte decisamente noir. A cosa è dovuta questa svolta rispetto alla precedente produzione Urban Fantasy?

Il genere noir, in realtà, non si discosta troppo dalla categoria Urban Fantasy. Difficilmente s’incontrano vampiri e mostri vari alla luce del sole (a meno che non debbano luccicare), dunque, di solito, in entrambi i casi le atmosfere sono piuttosto fosche e offrono quell’ambiguità necessaria per la creazione di trame cupe, in cui ciò che si cela nell’ombra dovrebbe suscitare paura. La resa degli innocenti è un libro che trae spunto da fatti quotidiani, da avvenimenti reali e il quotidiano spesso diventata ben più terribile di qualsiasi intreccio fantasioso che un autore possa elaborare nella propria mente.

Nella tua biografia dici di voler sostenere la crociata pro mostri, denunciando la crudezza del mondo reale rispetto a quella del fantastico. Trovi che ci sia bisogno di più concretezza e consapevolezza in questo periodo difficile?

Come dicevo prima, la realtà è decisamente più crudele e meno pietosa del mondo fantastico. Persino il più sanguinario dei mostri può suscitare la giusta pena, un pedofilo no. Mai. Al mondo d’oggi molte barriere morali sono venute meno, molti tabù sono stati sradicati al punto da far diventare “normale” ciò che non lo è. La violenza ci circonda, ne assorbiamo gli effluivi malefici in ogni momento, sia attraverso i media che nel corso delle interazioni con gli altri. Ci dimentichiamo che la violenza verbale non è affatto dissimile da quella fisica e gli effetti prodotti, purtroppo, sono alquanto simili. Quindi, più che concretezza punterei sulla consapevolezza, quanto meno la capacità di comprendere che le nostre azioni si riflettono sempre sugli altri. Dunque, se manca la tolleranza e la pacatezza, nessun dialogo può essere affrontato serenamente e le conseguenze possono diventare irreversibili.

Il personaggio di Barbara/Rian descrive una donna “normale” a cui gli eventi non hanno lasciato più nessuna ancora per legarla alla vita comune e socialmente accettata di tutti i giorni. Quando non si ha più nulla da perdere, pensi che ci si possa davvero trasformare fino a diventare un essere in preda a degli istinti primordiali?

Sì, ne sono convinta. Esiste sempre una soglia oltre la quale l’essere umano perde la propria umanità. Questo limite è diverso per ognuno di noi, ma reale e concreto. Nessuno può sopportare all’infinito. Inoltre, in un periodo come questo, in cui viene a mancare la certezza della pena, le persone tendono a delimitare i propri confini in modo ancora più drastico. Se questo fatto sottolinea lo stato d’insicurezza in cui viviamo, pone anche l’accento sulle problematiche sociali che portano a reazioni impensabili.

Quanto dell’autrice risiede in Rian? E quali altre parti di te hai utilizzato per gli altri personaggi? Sono comunque “tuoi” o hai preso ispirazione da altri per costruirli?

Rian riflette molto del mio carattere, del mio modo di pensare e di agire. Forse, fra tutti i personaggi che ho descritto fino ad ora, lei è quella che mi assomiglia di più. Persino nella fase depressiva. Qualcuno ha scritto: “la depressione non è altro che rabbia inespressa”. Per mia esperienza personale trovo che sia decisamente vero. Il non poter esprimere, anche con i dovuti modi, ciò che agita il nostro animo, porta a quella compressione che, prima o poi, è destinata comunque a esplodere. In quanto agli altri miei personaggi, in ognuno di loro c’è quasi sempre qualcosa di me, a parte qualche rara eccezione.

Metti molta cura nella descrizione dei dettagli delle scene. Cosa ti aiuta a farlo così bene?

Osservo spesso il mondo che mi circonda, con questo non penso di essere un profondo conoscitore dell’animo umano ma l’età, e l’esperienza, mi hanno spesso condotto per vie impervie, portandomi ad affrontare diverse branche dell’umanità stessa. Credo che la sensibilità, che consente di cogliere le varie sfumature, sia uno strumento utile in mano a qualcuno che voglia scrivere. Non voglio prendermi il merito per un qualcosa che la natura ha così generosamente deciso di darmi, tuttavia, cerco di usare questo “dono” al meglio che posso.

Quando scrivi, lo fai di getto o preferisci rivedere di volta in volta ogni singolo capitolo? Quanto lavoro ti richiede ogni libro?

Di solito scrivo di getto le trame, la prima stesura scaturisce in breve tempo. I problemi nascono con le riletture successive. Molte scene d’azione vanno lette e rilette diverse volte, soprattutto per cercare di dare un senso all’azione stessa. I personaggi, nel muoversi in modo convulso, devono sempre trovare una giusta collocazione e i giusti tempi per dare il ritmo. Inoltre, non ci devono essere incongruenze e stonature “tecniche”. Nella realtà, molto di quello che vediamo passare sugli schermi, non è così facilmente realizzabile e certe situazioni non si risolvono così semplicemente come vogliono farci credere. Quindi, per me un libro non è finito fino a quando la trama non sia più che coerente e gli errori corretti.

Dopo aver già pubblicato 4 romanzi, cosa ha significato per te arrivare alla selezione nel concorso EEE, con il tuo inedito, visto soprattutto il genere diverso di libro?

Una profonda emozione. Mentre scorreva il video, in cui l’Editore Piera Rossotti nominava i vincitori e i segnalati, aspettavo con trepidazione, come se fossi al mio primo libro e non mi vergogno di dire che ho esultato come una liceale quando ho sentito fare il mio nome. La resa degli innocenti è un progetto in cui ho creduto fin dall’inizio e comprendere che è stato apprezzato mi ha reso decisamente felice.

Questa storia è anche un percorso interiore nell’abbrutimento di una persona reale. In questo senso, pensi che muoversi nello spazio possa aiutare a immergersi all’interno della propria persona? C’è un collegamento?

Penso che a volte il muoversi porti a credere, in modo del tutto illusorio, che si possa scappare dai problemi. Tuttavia la fuga non è mai una soluzione. Al contrario, muoversi fisicamente spesso porta a delle riflessioni che, stando seduti a casa, non si avrebbe il coraggio di poter affrontare. Il famoso stato di depressione porta alla chiusura, anche interiore della persona, quindi, quando questa è costretta a uscire dal proprio guscio, il processo rigenerativo trova nuovi spunti verso la guarigione. È evidente che tale guarigione, a volte, non percorre le vie più consone e quelle che la logica potrebbe volere.

Quando Irma Panova Maino non scrive, come occupa il proprio tempo?

Continuando a scrivere. Curare il network de Il Mondo dello Scrittore è un impegno che giornalmente mi porta immancabilmente verso lo scrivere. Inoltre, anche curare il blog EEE incrementa l’esercizio, facendo diventare la scrittura una parte quotidiana del mio vivere. Tutto sommato, in questo momento della mia esistenza non cambierei assolutamente nulla. Non c’è niente di più soddisfacente che fare giornalmente qualcosa che si ama. A parte la passione letteraria, esistono poi gli aspetti più realistici del convivere con una figlia adolescente (che adoro e che è spesso fonte d’ispirazione), di un cane innamorato di una gatta e di una gatta che è diventata ormai il tiranno di casa.

Quali sono i progetti futuri?

A parte sopravvivere a BOOKCITY MILANO? Scherzi a parte, molti dei miei impegni hanno già occupato il mio calendario fino alla fine del prossimo anno. Nel frattempo, mi sto dedicando anche ai nuovi libri che mi piacerebbe poter pubblicare con il mio Editore e, per finire (ma non so se mi avanzerà del tempo), dedicarmi a dei nuovi progetti per la promozione degli autori esordienti ed emergenti.

Link all’acquisto: Amazon – Kobo

L’inferno nell’anima

La resa degli innocenti: discesa verso l’inferno.

la resa degli innocenti

La resa degli innocenti, scritto da Irma Panova Maino, non è solo un libro noir, ma una reale discesa verso l’inferno nell’animo umano. Un percorso doloroso e devastante che una donna compie per cercare la verità sulla fine del proprio figlio. Una verità che non potrà lenire in alcun modo il suo animo sfregiato, ma che diventerà il sale su una ferita aperta. L’inferno non è solo quello che ci circonda, e i cui abissi sconvolgono la mente, ma anche quello che ognuno di noi porta nel proprio cuore. Questa è la storia di una donna a cui viene strappata la sola ancora fra la realtà e la bestia che la governa. Quella bestia che si libera per andare avanti quando non si ha più niente da perdere.

Vi ricordiamo che l’autrice presenterà il proprio libro nel corso dell’appuntamento previsto il 16 novembre, alle ore 11, presso le Sale Panoramiche del Castello Sforzesco di Milano. La presentazione rientra nella programmazione offerta da BOOKCITY MILANO e s’intitolerà: “Editoria Nativa Digitale. Il caso EEE”.

La trama:

Cosa fareste se rapissero uno dei vostri figli? E cosa sareste disposti a fare per ritrovarlo? Queste le domande di partenza che si è posta Irma Panova Maino per scrivere un romanzo duro, a tratti crudo, che non lascia indifferenti. Con quel pizzico di sovrannaturale che caratterizza tutte le opere di questa autrice. Barbara è una donna dolorosamente segnata dalla vita per la morte del marito in un grave incidente, ma supera il momento terribile quando si accorge di essere incinta: è il piccolo Marco a darle, per dodici anni, la forza e il coraggio di continuare a vivere. Ma un giorno, una nuova tragedia la travolge: il figlio scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Questo le permette ancora di sperare, di ipotizzare che il piccolo non sia morto, ma che sia stato rapito. Inutile farsi illusioni, certamente la verità che si cela dietro quella scomparsa non può essere che drammatica, ma una madre ha il bisogno di sapere. Marco è stato rapito da chi voleva venderne gli organi, per farlo entrare nel lubrico circuito della pedofilia o per quali altri abietti motivi? Dopo un terribile periodo di depressione, la donna reagisce a suo modo, trasformando se stessa in un’arma letale, disposta a tutto, nascondendo sotto una scorza impenetrabile un cuore che non smette di sanguinare, mostrando all’esterno soltanto durezza e feroce determinazione. Barbara diventa Rian, spietata giustiziera, alla ricerca di qualche traccia del figlio. Una singolare figura maschile le sarà accanto fino alla fine, fino a quando lei troverà tutte le risposte che cerca e anche l’unica pace possibile.

Link all’acquisto: Amazon