Frittate e grattacieli – versione free

Frittate e grattacieli - versione free

Un uomo bello, intelligente, musicista, talentuoso ballerino di tango (ma un gran bastardo) e una donna disposta ad annullarsi per lui, a dedicargli la sua vita, con il solo scopo di vederlo felice.

La storia di Alessandro e Mina, che vivono insieme da sette anni, sembra in effetti banale, destinata ad avvitarsi su se stessa. Ma l’allontanamento dell’uomo, che si stabilisce a Bruxelles per motivi di lavoro, con l’intesa che anche Mina lo raggiungerà appena possibile, rappresenta l’occasione, per la donna, attraverso le mail e i contatti su Skype, di fare il bilancio della sua storia d’amore, e anche della propria vita, di cui vede debolezze, difetti e mancanze.

Mina si racconta ad Alessandro e, soprattutto, si racconta a se stessa, riuscendo finalmente a capire chi è e cosa vuole fare della sua vita, diventandone la regista e decidendo che è arrivato il momento di non accontentarsi. Mai più.

Il romanzo completo è su tutti i webstore.
Ecco alcuni link diretti: Amazon, Kobo, StreetLib… ma lo trovate ovunque.

Buona lettura!

Frittate e grattacieli – versione free epub
Frittate e grattacieli – versione free mobi

Come leggere gli ebook

Se non avete un software apposito che decodifica il formato dell’ebook in vostro possesso, non riuscirete mai ad aprirlo e leggerlo.

Quindi basta fornirsi di un lettore apposito, una applicazione o un software e tutto si risolve.

Margherita Terrosi e Il suo Libro da Gustare – Gelatina

libri-da-gustareMargherita Terrosi e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Gelatina

Rum e cioccolato

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Una sbronza DOC

Con i vostri amici avete deciso di trascorrere insieme una serata alcolica. Obiettivo: rimediare una sonora sbronza, ma pur sempre una sbronza di classe. Pertanto avete rinunciato in partenza alla birra (ne servirebbe una cisterna e vi farebbe ruttare per una settimana) e avete optato per l’elegantissimo abbinamento rum e cioccolata. Intenzionati a stupire i vostri amici, e volendo evitare di fare la figura del pidocchioso, avete acquistato una o più bottiglie di Rum Opthimus della Repubblica Dominicana e del cioccolato di Modica IGP, aromatizzato allo zenzero, al peperoncino, alla cannella e all’arancia. Siccome sia questo rum che il cioccolato costano una tombola, limitate l’invito a due e tre amici al massimo.

Ingredienti

Per una sbornia radical chic e un tasso glicemico da capogiro, sono necessari i seguenti ingredienti:

  • Una o più bottiglie di Rum. La quantità varia in base alle vostre capacità di reggere l’alcool.
  • Cioccolato di Modica in abbondante quantità e varietà di gusti. Quello che avanza lo consumate alla vostra prossima crisi per carenza d’affetto.
  • Una confezione di Maalox, per sopperire ai conseguenti reflussi gastrici.
  • Una confezione di Moment, per stroncare il mal di testa che vi si pianterà in mezzo alla fronte come la roncola sulla testa di San Pietro da Verona.

 

Preparazione

Bevete il rum e gustate la cioccolata fino al raggiungimento del vostro massimo picco di euforia. Poi preparatevi a superare, nel miglior modo possibile, gli effetti di questo stravizio. Un consiglio: organizzate la serata alcolica in un giorno prefestivo, in modo da avere a disposizione 24 ore di tempo per fermare la centrifuga che si agita nel vostro stomaco e rimuovere la roncola dalla testa.

 

Gelatina

Gelatina narra la storia d’amore clandestina tra Anna e Giorgio. Si amano Anna e Giorgio; si amano tanto. E questo sentimento ha, su di loro, lo stesso effetto che comporta la fase iniziale di una sbronza: euforia e felicità. La vita appare loro piena e completa, degna di essere vissuta a fondo in ogni istante. Ma, come in ogni sbornia che si rispetti, dopo la fase di eccitamento ed estasi, segue la fase depressiva, in cui entrambi realizzano che la realtà non è così bella come sembra e che gli ostacoli da superare sono molti.

Il finale del romanzo è facilmente intuibile: Giorgio è fatto di gelatina e, in quanto tale, non ha le caratteristiche di resilienza che sarebbero necessarie per dare una svolta alla sua vita. E, proprio come avviene nella fase di smaltimento di una sbronza, i due protagonisti si ritroveranno a soffrire per gli immancabili, e invitabili, bruciori di stomaco e i mal di testa lancinanti. In fondo, nella vita, tutte le cose belle richiedono un prezzo da pagare…

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1393 KB
  • Lunghezza stampa: 218
  • Editore: EEE-book (7 novembre 2016)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-334-5

Margherita Terrosi e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareMargherita Terrosi e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Frittate e Grattacieli

Noce

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Il gusto della rottura

Hai presente quando, arrivato a fine pasto, hai ancora voglia di mangiare qualcosa che metta definitivamente il “punto” a quel pranzo o a quella cena ma, nella tua mente, non hai ancora chiaro cosa sia quel qualcosa? Ti dai un’occhiata in giro e, nel cesto della frutta, scorgi l’ultima noce rimasta. Evviva! Due volte Evviva! Perché mangiare una noce non significa soltanto gustare un tipo di frutto salutare e ricco di magnesio, ma significa anche regalare del tempo a te stesso: per poterla gustare. Devi, prima, dedicarti alla rottura del guscio e poi alla separazione dei frantumi di quest’ultimo dal frutto vero e proprio. È un rito quello che precede il consumo di una noce; un rito che ha bisogno dei suoi tempi e degli strumenti adatti.

Ingredienti

La parola “noce” viene intesa comunemente per indicare la parte commestibile del frutto dell’albero del noce (Juglans regia). Scientificamente, questa è il seme contenuto in una drupa, insieme con il suo endocarpo legnoso.
Ingredienti:
Una noce
Uno schiaccianoci

Preparazione

Inserire la noce fra le fauci dello schiaccianoci. Esercitando una pressione decisa ma controllata, rompete il guscio della noce, cercando di non disintegrarne il frutto contenuto all’interno.

Nel caso in cui lo schiaccianoci fosse mal funzionante, è possibile utilizzare metodi meno ortodossi (lancio della noce contro il pavimento, utilizzo di un martello e simili).

Frittate e Grattacieli

Frittate e Grattacieli è un romanzo epistolare a un’unica voce, in cui la protagonista, raccontandosi al suo compagno lontano, prende coscienza di se stessa, imparando a perdonarsi. La presa di coscienza e il perdono le consentono di vedere la sua vita e il suo rapporto di coppia con una nuova ottica e una nuova consapevolezza. Saranno dunque le mail e il tempo che lei regala a se stessa per scriverle, che consentiranno a Mina di maturare la decisione della rottura; una rottura che le consentirà, finalmente di iniziare a gustare la vita. E proprio come per gustare una noce servono uno schiaccianoci e del tempo a disposizione, così per maturare la fine di un legame servono riflessione e tempo.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato Ebook
  • Dimensioni file: 1191 KB
  • Lunghezza stampa: 160
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (5 gennaio 2016)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-291-1

Se non è rosa, di che colore è?

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Attribuire un colore ai romanzi per identificarne il genere è una soluzione di comodo che serve a orientare immediatamente il lettore.
È difficile, per questo, parlare di letture “al femminile” senza far pensare immediatamente al genere rosa, che è abbastanza stereotipato, prevede una storia d’amore che ruota attraverso due protagonisti, qualche antagonista al contorno, è destinato a un pubblico femminile e mira a far identificare la lettrice con l’eroina; ovviamente, la storia avrà un lieto fine.
I romanzi di questa settimana sono assai lontani da questo cliché: sono tre storie che vedono delle donne come protagoniste, dove l’attenzione è focalizzata sui sentimenti, ma che non lasciamo mai in bocca quel sapore caramelloso al lampone tipico del romanzo rosa tradizionale.gelatina_eeeGelatina, di Margherita Terrosi: molte donne si riconosceranno nelle tre inquiete “over 30”, Anna, la protagonista, e le sue amiche Carlotta e Lella. Anche loro, come gli uomini del romanzo “un po’ gelatinose”, ma soprattutto alla ricerca della felicità, o perlomeno di qualcuno con cui condividere questa ricerca. Ma la vita non è semplice, non lo è mai. Così, si perdono occasioni, non ci si “riconosce” quando è il momento, si fanno anche delle sciocchezze, ma talvolta si impara anche dall’esperienza. Forse.
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Un’altra direzione, di Lorena Marcelli. Fine anni ’70: è già in vigore in Italia la legge sull’aborto, ma per la sedicenne Manuela, incinta di Augusto, di cui si è perdutamente innamorata, la famiglia rigorosa e benpensante non vede altra soluzione che il matrimonio “riparatore”. Il ragazzo, però, è dedito all’alcool e alla cocaina, e si rivela ben presto un marito violento e irresponsabile. Un grave incidente d’auto lascerà Manuela vedova con una figlia piccola e un altro bimbo in arrivo a soli ventitré anni.
Più tardi, Manuela cercherà di formare una nuova famiglia con Gianni, ma anche quest’ultimo si rivelerà essere l’uomo sbagliato. Grazie all’aiuto dell’amica Chiara, Manuela comprenderà alla fine che è possibile trovare, per la sua vita, un’altra direzione.
Un romanzo al femminile forte e vero, sulla difficoltà di essere donna e sul diritto ad essere felici e protagonisti della propria vita.
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L’anno che portavi i capelli corti di Danae Lorne e Lena Vinci. Silvana deve tornare in Toscana, dopo venti anni d’assenza, per seppellire suo padre. E rovistando tra le polverose cianfrusaglie di quel passato che si era lasciata alle spalle scopre delle lettere, vecchie lettere nascoste con cura. Chi scrive è Agnese l’amante di Elena… sua madre.
Le due donne si erano conosciute da ragazze e si erano innamorate nonostante tutto. Nonostante la vergogna, nonostante la paura e l’ipocrisia di un mondo che stava per cambiare (erano gli anni sessanta) ma che ancora non era pronto ad accettare un amore “diverso” come il loro. Per Silvana comincia quindi uno struggente viaggio a ritroso che le racconterà l’altra faccia dell’amore, di un amore sacrificato alla vergogna ma che resisterà al tempo e alla morte e darà a lei il coraggio di rimettersi in discussione e cambiare la sua vita.Sono tre romanzi al femminile sulla ricerca della felicità, senza nessuna controindicazione per lettori maschi: anzi, faranno molto bene a tutti!
Buona lettura!
Piera Rossotti Pogliano
Direttore Editoriale di EEE-book

Intervista a Margherita Terrosi

Intervista a Margherita Terrosi

Terrosi_EEEL’anima particolarmente sensibile di Margherita Terrosi si riversa in questo romanzo, ponendo a confronto due realtà, quella femminile e quella maschile, sottolineando sia le diversità che le similitudini di entrambi gli universi. Due mondi che dovrebbero essere destinati ad attrarsi ma che, spesso, invece si allontanano.

  • Frittate e Grattacieli, la curiosità è tanta. Da cosa è scaturita la scelta di un titolo così originale?

Frittate e Grattacieli è un titolo troppo geniale per essere farina del mio sacco! Me lo ha gentilmente “prestato” il Prof. Edoardo Lombardi Vallauri, linguista e professore presso l’Università degli Studi di Roma Tre, nonché autore di una trasmissione andata in onda su Radio 3 qualche anno ed intitolata “Castelli in aria”: Frittate e Grattacieli era appunto il titolo di una delle puntate. In un elegantissimo ed acuto gioco di semplificazioni, il Prof. Vallauri divide l’umanità in due categorie: “I grattacieli sono tutte quelle persone che hanno un obiettivo ben formato da raggiungere e dedicano la loro intera esistenza al conseguimento di esso. Tipici grattacieli sono tutte le grandi personalità: te ne potrei citare a centinaia a partire dai personaggi premi nobel per arrivare agli archistar. E queste persone sono grattacieli altissimi. Poi ci sono anche grattacieli non famosi ma pur sempre alti. Il resto dell’umanità è composto da frittate di varia forma e dimensione. A differenza del grattacielo che si sviluppa lungo una linea verticale che tende all’infinito, la frittata si spalma senza nessuna logica e predeterminazione sul piano orizzontale dell’esistenza”. (tratto dal romanzo).
Durante la sua trasmissione, Vallauri non dà un giudizio né sui grattacieli né sulle frittate; analizza, invece, in modo imparziale i pro e i contro delle due tipologie umane e si pone delle domande che lascia senza risposta, perché, in fondo, non vogliono essere niente altro che spunti di riflessione per l’ascoltatore. E allora, si chiede e ci chiede, è meglio avere accanto una persona determinata, che va dritta allo scopo senza frapporre distrazioni oppure è meglio vivere con una persona che ogni giorno ha voglia di re-inventarsi e di mettersi in discussione imbarcandosi in nuove esperienze? Io, nel romanzo, ho cercato di farmi ulteriori interrogativi e mi sono chiesta: cosa succede in una relazione fra una frittata ed un grattacielo? Quali sono le loro dinamiche di coppia? Ma soprattutto: quella fra una frittata e un grattacielo è una relazione possibile?

  • La comunicazione “epistolare” si è rivelata, per il tuo personaggio, un canale fondamentale di espressione e di sfogo nel tuo libro. Spiegaci il perché di questa scelta.

Vorrei poterti dare una risposta piena di solide motivazioni che giustifichino questa scelta. La realtà, invece, è che la forma epistolare era, per me “principiante”, la forma più semplice; e lo è stata ancora di più scegliendo di scrivere nella modalità ad un’unica voce: pochi dialoghi, un unico personaggio principale. Questa opzione mi ha consentito di concentrarmi sul solo personaggio di Mina e di essere liberamente di parte. È un romanzo volutamente e fortemente sbilanciato. Volevo che i lettori, ma in particolar modo le lettrici, riuscissero ad entrare in simbiosi con la protagonista e a sentire quello che lei sentiva mentre scriveva quelle lettere. E le lettere sono, forse, gli scritti in cui tiriamo fuori la parte più intima e vera di noi stessi.

  • Non è semplice per una donna, mettersi a nudo, con le sue fragilità. La protagonista del tuo libro ci riesce, cercando una sorta di riscatto nei confronti di sé stessa e delle innumerevoli occasioni perdute. Pensi che, forse, se non vi fosse stata una precisa situazione, la consapevolezza non sarebbe venuta a galla?

Domanda complessa che meriterebbe una risposta molto articolata… Non so se una precisa situazione possa essere la molla che fa scattare nella donna la decisione di guardarsi allo specchio e di chiedersi che cosa voglia fare della sua vita: a volte, neppure le violenze domestiche riescono a scardinare quei meccanismi mentali con cui siamo state cresciute ed educate e che ci limitano nel nostro modo di essere e di vivere. La società in cui viviamo è difficilissima per le donne; siamo in fondo, perennemente schiave: schiave dell’estetica, del marito, della famiglia, del lavoro, del sesso. In televisione veniamo catalogate e divise in ruoli schizofrenici che si concretizzano, alla fine, in poche categorie fortemente riduttive e svilenti: la fidanzata perfetta, la mamma perfetta, la figa perfetta/oggetto sessuale. Perché? – mi chiedo. Perché permettiamo agli uomini di farci questo? Perché permettiamo a qualcun altro di inserirci in una categoria? E perché dobbiamo accontentarci di rapporti di coppia che ci limitano e che ci prosciugano quando non ci uccidono? Dopo un matrimonio fallito ed un’infelice convivenza di sette anni, la protagonista decide che è arrivato il momento di guardarsi allo specchio: vorrei che tutte le donne si sentissero libere di guardarsi allo specchio; e vorrei che si sentissero libere di romperlo quello specchio, se l’immagine che vi vedono riflessa non piace. Perché quello specchio non lo hanno attaccato loro al muro: lo ha attaccato qualcun altro.

  • Quanto è stata decisiva la solitudine per la figura femminile presente nel tuo romanzo? Cosa la spinge a non accontentarsi più della sua relazione?

Personalmente, credo che sia solo nel silenzio della solitudine che riusciamo a “sentire” noi stessi. A volte manca il coraggio di ascoltarlo, quel silenzio… Perché è, in fondo, un silenzio molto rumoroso, pieno dei nostri pianti di dolore e dei cocci rotti delle nostre aspettative infrante. Mina è coattamente costretta ad ascoltare la sua solitudine; e l’ascolta tutta, fino in fondo. L’ascolta talmente tanto da rendersi conto di essere molto più in compagnia quando è sola con se stessa che in un rapporto di coppia. E non c’è solitudine più dolorosa di quella che scaturisce nel sentirsi soli in una relazione d’amore.

  • Quali difficoltà hai riscontrato nell’addentrarti nei meandri della descrizione degli stati d’animo dei tuoi personaggi?

Per descrivere certe emozioni devi viverle o averle vissute in prima persona. La difficoltà sta nell’andare a ricercare queste emozioni dentro di noi, perché, a volte, può essere molto doloroso andare ad aprire certi cassetti di ricordi di cui pensavamo di aver buttato via la chiave. E ancora più difficile è cercare di trasferire sulla carta queste emozioni in modo non banale, non scontato; soprattutto in un modo che possa coinvolgere il lettore e renderlo partecipe, meglio se simbiotico, con gli stati d’animo dei personaggi.

  • Quanto è importante, in un romanzo come il tuo, l’aspetto psicologico? In quali degli aspetti salienti potrebbe ritrovarsi il lettore?

In un romanzo come il mio credo che l’aspetto psicologico sia fondamentale: in fondo, è un romanzo in cui gli eventi che si verificano sono pochi. È un romanzo intimo che descrive una catarsi: la protagonista si trova a dover gestire una situazione emotiva per la quale non era preparata. Entrare nella mente di Mina, per capire le sue reazioni e le sue scelte, è stata la mia priorità. Se volevo che il lettore comprendesse Mina, le sue fragilità e le sue mancanze, perché la “perdonasse” per la sua arrendevolezza, dovevo descriverne la psiche.

  • L’essere frittate o grattacieli sono prerogative tipicamente maschili e femminili? Oppure possono essere intercambiabili?

Se penso ad un grattacielo, penso a Rita Levi Montalcini, ma anche ad Umberto Eco. Sono intercambiabili certo. Eppure il prezzo più alto per diventare un grattacielo lo paga la donna, molto meno l’uomo. Nel suo libro “Elogio dell’imperfezione” la Montalcini racconta molto bene di come ha dovuto rinunciare ad avere un rapporto stabile e, conseguentemente a una famiglia, per proseguire la sua attività di ricerca: era ben consapevole che i due ruoli, quello di ricercatrice e quello di moglie e madre, non potevano coesistere. Fino a che a una donna non sarà concesso di diventare un grattacielo, senza per questo abbandonare il sogno di avere una famiglia o anche solo un compagno, il nostro pianeta sarà prevalentemente costellato di grattacieli di sesso maschile.

  • Sappiamo che hai uno spirito animalista molto ben radicato, da cosa nasce questo tuo impegno?

Gli animali, come i bambini, non hanno in sé, nel loro essere, la dicotomia bene/male: non è nella loro natura recare sofferenza, cosciente e  volontaria, a un altro essere vivente. L’uomo adulto sì. L’uomo adulto ha la capacità, la volontà e il potere di imporre sofferenze ad altri esseri, siano essi suoi simili o no. Gli animali e i bambini sono coloro che meno possono difendersi dagli atti di violenza dell’uomo adulto: saranno sempre vittime e saranno sempre vittime silenziose. Io non voglio che la mia vita si basi e costruisca sulla sofferenza e sul dolore di un altro essere vivente: la scelta di diventare vegetariana, di non indossare capi in pelle o pellicce, è una scelta puramente etica, è una scelta di coscienza.

  • Quando Margherita non scrive, come occupa il proprio tempo?

Se per tempo intendi quello libero, ti dirò che amo praticare sport, leggere, andare al cinema, cucire. E poi mi piace il tempo speso insieme alle mie amiche del cuore, alle quali sono legata dai tempi del liceo.

  • Quali sono i tuoi progetti futuri?

Sognare è libero e gratuito: possiamo farlo in qualunque momento del giorno e in qualunque luogo, e anche  in qualunque modalità. Allora io lascio la mia mente libera di pensare e sognare in grande. La lascio immaginare la pubblicazione di un mio libro che diventerà un best seller e da cui trarranno la trama di un film.
E poi la lascio libera di sognare una storia d’Amore con la maiuscola, in cui da parte di entrambi i partner vi sia complicità, fiducia, sostegno e intesa. Ma questa è Fantascienza. E io non so scrivere di Fantascienza.

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