Il nuovo libro di Mario Nejrotti: Guardati le spalle

Il nuovo libro di Mario Nejrotti: Guardati le spalle

Torino, Barriera di Milano: quartiere triste, operaio, duramente colpito dalla crisi economica e infiltrato dalla malavita organizzata.
Care, per gli amici, in realtà Amilcare, è un triste e scialbo quarantenne, barista di un bar di periferia. Ha passato la vita a “guardarsi le spalle” e a non schierarsi, alla ricerca di un’occasione per fuggire da quel quartiere che gli sembra un carcere fin da quando era bambino.
Una sola difesa: la mediocrità.
Una sola consolazione: la passione per i film western, che colleziona e guarda da sempre.
Convinto di essere un vigliacco, come suo padre, sorvegliante fallito, non giudica i suoi clienti e accetta il loro denaro senza farsi troppe domande: “Un barista può non avere una coscienza, non gli serve per fare il caffè.”
Ma quando la malavita organizzata decide di usare il bar per i suoi affari, incominciano i guai, in un crescendo che coinvolgerà anche il suo amore.
Alla fine dovrà decidere da che parte stare ed escogitare un piano per liberarsi di tutti i cattivi, perché di veri buoni in questo romanzo non ce ne sono.
Deve eliminare tutti: camorristi, ’ndranghetini, poliziotti corrotti, ma lui non è Gary Coopere non può affrontarli in duello, come in Mezzogiorno di Fuoco.
Dovrà fare a modo suo e prevedere le mosse di tutti.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1572 KB
  • Lunghezza stampa: 114
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (14 marzo 2018)
  • Venduto da: AmazonKoboEEE
  • ISBN: 978-88-6690-430-4

I vincitori del V concorso EEE per il giallo, il thriller, l’horror e il noir

I vincitori del V concorso EEE per il giallo, il thriller, l’horror e il noir

Il quinto concorso EEE, dedicato questa volta ai generi giallo, thriller, horror e noir, si è concluso e ne sono emersi cinque scrittori che sono riusciti a incontrare i gusti della nostra esigente Editora, Piera Rossotti Pogliano. Non è stato facile scegliere, ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato e tutti quelli che hanno collaborato per individuare i testi che meglio avrebbero potuto inserirsi nel vasto catalogo EEE.

Terzi classificati a pari merito

Massimiliano ROSSI

È solo questione di tempo

Eros BELLISTRACCI

Un taglio al passato

Secondi classificati

Giancarlo IBBA e Cinzia MOREA

Lo Spirito del Lago

Prima classificata

Elena GRILLI

Il cerchio delle donne

Tutti i romanzi saranno pubblicati con regolare contratto editoriale in formato e-book; il primo e il secondo romanzo classificati saranno pubblicati anche in formato cartaceo. Nel VIDEO della proclamazione a seguire sono presenti anche le motivazioni.

Vi ricordiamo, inoltre, che è stato bandito da poco il nuovo concorso EEE (il bando di concorso lo potete trovare QUI), questa volta dedicato al romantico contemporaneo, intendendo per romantico contemporaneo un romanzo incentrato su sentimenti ed emozioni vissuti al giorno d’oggi, non necessariamente romanzi d’amore con il classico lieto fine. I manoscritti potranno essere inviati entro il 31 marzo 2018.

Preparatevi per il prossimo concorso EEE

Preparatevi per il prossimo concorso EEE: GTN

Per tutti gli scrittori che prediligono il genere giallo, thriller o noir, sta arrivando il nuovo concorso EEE che sarà incentrato proprio su questa tematica.

EEE è sempre alla ricerca di talenti in grado di regalare autentiche emozioni ai lettori e quale migliore occasione se non un concorso per stuzzicare le capacità degli autori?

Ebbene, anche questa volta vi proporremo un concorso a partecipazione gratuita che avrà in palio la pubblicazione dei più meritevoli. Giusto per essere chiari, per pubblicazione s’intende senza alcun contributo da parte dei prescelti.

Il genere GTN è senza dubbio uno dei più letti sia dai lettori italiani che da quelli internazionali in quanto, probabilmente, meglio si presta ad essere rapportato, in modo più realistico, con la quotidianità. EEE ha già costituito un ottimo catalogo di titoli con autori del calibro di Ibba, Nejrotti, Gagliardi, Cirillo e altri ancora che meriterebbero di raggiungere stabilmente la top 100 delle vendite su amazon per categoria. Tuttavia non fatevi intimorire, siamo certi che là fuori esistono altri talenti in grado di regalare nuovi momenti di tensione ai nostri lettori.

Quindi, seguiteci perché prossimamente renderemo pubblico anche il bando con scadenze e metodi d’invio.

Bugie e Verità: il magazzino delle prove

Bugie e Verità: il magazzino delle prove

coverbovIn questa antologia incontrerete ben trenta cadaveri sparsi fra le pagine, fate attenzione che non ne salti fuori qualcuno che non siamo riusciti a individuare! Fra questi ci sono diciannove uomini, nove donne e, purtroppo, anche due bambini. Interessanti sono due racconti piuttosto anomali rispetto agli altri, dal momento che in uno l’assassino non è umano e nell’altro non vi è alcun morto, a meno che non vogliate far fuori voi il personaggio per comprovata antipatia verso lo stesso!
In tutto questo gli assassini sono dieci, tra cui sei uomini, tre donne e il non umano di cui sopra. C’è da notare che non sempre le signore si sono limitate a metodi poco invasivi, come il veleno, ad esempio, ma hanno dimostrato una crudezza al pari dei signori uomini.
Nel totale abbiamo, su dieci racconti, sei casi risolti, di cui uno da un personaggio non appartenente alle forze dell’ordine, mentre quattro casi restano irrisolti per i più disparati motivi… senza dubbio inquietanti.
Le armi bianche sono state decisamente predilette rispetto ad altri metodi di soppressione, probabilmente perché il sangue, derivante da incisioni e tagli, fa più scena rispetto a un comune veleno, anche se, quest’ultimo, è stato ugualmente efficace. Gli altri metodi utilizzati sono stati i più vari e, talvolta, anche piuttosto fantasiosi, oltre che scenografici.
Singolare è il fatto che nessuno dei nostri autori ha ben pensato di far fuori l’editore, cosa che, spesso, gli scrittori meditano di fare e non negatelo perché sapreste di mentire. A parte questo, siamo soddisfatti del risultato ottenuto con questa antologia, perché i dieci racconti selezionati coprono un vasto campo di possibilità, partendo dall’omicidio più classico all’indagine più particolareggiata. La nostra giuria, composta sia da una parte tecnica sia da un gruppo selezionato di lettori forti, ha scelto in modo unanime fra i molti testi pervenuti, offrendo al lettore una buona occasione per inquadrare a 360 gradi il mondo del giallo, del thriller e del noir.
Fra gli scrittori abbiamo ritrovato vecchie e nuove conoscenze, in egual misura, scoprendo, con immenso piacere, che alcuni autori affezionati non hanno potuto fare a meno di regalarci un altro testo da inserire fra le nostre pagine.

Bugie e Verità per noi rappresenta un altro modo per poter dare visibilità a degli autori che hanno saputo rendere il tema particolarmente stuzzicante.

Intervista a Irma Panova Maino

Intervista a Irma Panova Maino

la resa degli innocentiIl libro scritto da Irma Panova Maino affronta temi attuali e scottanti, offrendo al lettore una visione alternativa per quel che riguarda il risolvere determinati avvenimenti. Tuttavia, tutta la produzione letteraria dell’autrice ha un’impronta ben precisa, ovvero quella sfumatura sovrannaturale che sfiora il mondo del fantastico pur rimanendo ancorata al reale.

In La resa degli innocenti viene descritto un mondo molto realistico, duro e a tinte decisamente noir. A cosa è dovuta questa svolta rispetto alla precedente produzione Urban Fantasy?

Il genere noir, in realtà, non si discosta troppo dalla categoria Urban Fantasy. Difficilmente s’incontrano vampiri e mostri vari alla luce del sole (a meno che non debbano luccicare), dunque, di solito, in entrambi i casi le atmosfere sono piuttosto fosche e offrono quell’ambiguità necessaria per la creazione di trame cupe, in cui ciò che si cela nell’ombra dovrebbe suscitare paura. La resa degli innocenti è un libro che trae spunto da fatti quotidiani, da avvenimenti reali e il quotidiano spesso diventata ben più terribile di qualsiasi intreccio fantasioso che un autore possa elaborare nella propria mente.

Nella tua biografia dici di voler sostenere la crociata pro mostri, denunciando la crudezza del mondo reale rispetto a quella del fantastico. Trovi che ci sia bisogno di più concretezza e consapevolezza in questo periodo difficile?

Come dicevo prima, la realtà è decisamente più crudele e meno pietosa del mondo fantastico. Persino il più sanguinario dei mostri può suscitare la giusta pena, un pedofilo no. Mai. Al mondo d’oggi molte barriere morali sono venute meno, molti tabù sono stati sradicati al punto da far diventare “normale” ciò che non lo è. La violenza ci circonda, ne assorbiamo gli effluivi malefici in ogni momento, sia attraverso i media che nel corso delle interazioni con gli altri. Ci dimentichiamo che la violenza verbale non è affatto dissimile da quella fisica e gli effetti prodotti, purtroppo, sono alquanto simili. Quindi, più che concretezza punterei sulla consapevolezza, quanto meno la capacità di comprendere che le nostre azioni si riflettono sempre sugli altri. Dunque, se manca la tolleranza e la pacatezza, nessun dialogo può essere affrontato serenamente e le conseguenze possono diventare irreversibili.

Il personaggio di Barbara/Rian descrive una donna “normale” a cui gli eventi non hanno lasciato più nessuna ancora per legarla alla vita comune e socialmente accettata di tutti i giorni. Quando non si ha più nulla da perdere, pensi che ci si possa davvero trasformare fino a diventare un essere in preda a degli istinti primordiali?

Sì, ne sono convinta. Esiste sempre una soglia oltre la quale l’essere umano perde la propria umanità. Questo limite è diverso per ognuno di noi, ma reale e concreto. Nessuno può sopportare all’infinito. Inoltre, in un periodo come questo, in cui viene a mancare la certezza della pena, le persone tendono a delimitare i propri confini in modo ancora più drastico. Se questo fatto sottolinea lo stato d’insicurezza in cui viviamo, pone anche l’accento sulle problematiche sociali che portano a reazioni impensabili.

Quanto dell’autrice risiede in Rian? E quali altre parti di te hai utilizzato per gli altri personaggi? Sono comunque “tuoi” o hai preso ispirazione da altri per costruirli?

Rian riflette molto del mio carattere, del mio modo di pensare e di agire. Forse, fra tutti i personaggi che ho descritto fino ad ora, lei è quella che mi assomiglia di più. Persino nella fase depressiva. Qualcuno ha scritto: “la depressione non è altro che rabbia inespressa”. Per mia esperienza personale trovo che sia decisamente vero. Il non poter esprimere, anche con i dovuti modi, ciò che agita il nostro animo, porta a quella compressione che, prima o poi, è destinata comunque a esplodere. In quanto agli altri miei personaggi, in ognuno di loro c’è quasi sempre qualcosa di me, a parte qualche rara eccezione.

Metti molta cura nella descrizione dei dettagli delle scene. Cosa ti aiuta a farlo così bene?

Osservo spesso il mondo che mi circonda, con questo non penso di essere un profondo conoscitore dell’animo umano ma l’età, e l’esperienza, mi hanno spesso condotto per vie impervie, portandomi ad affrontare diverse branche dell’umanità stessa. Credo che la sensibilità, che consente di cogliere le varie sfumature, sia uno strumento utile in mano a qualcuno che voglia scrivere. Non voglio prendermi il merito per un qualcosa che la natura ha così generosamente deciso di darmi, tuttavia, cerco di usare questo “dono” al meglio che posso.

Quando scrivi, lo fai di getto o preferisci rivedere di volta in volta ogni singolo capitolo? Quanto lavoro ti richiede ogni libro?

Di solito scrivo di getto le trame, la prima stesura scaturisce in breve tempo. I problemi nascono con le riletture successive. Molte scene d’azione vanno lette e rilette diverse volte, soprattutto per cercare di dare un senso all’azione stessa. I personaggi, nel muoversi in modo convulso, devono sempre trovare una giusta collocazione e i giusti tempi per dare il ritmo. Inoltre, non ci devono essere incongruenze e stonature “tecniche”. Nella realtà, molto di quello che vediamo passare sugli schermi, non è così facilmente realizzabile e certe situazioni non si risolvono così semplicemente come vogliono farci credere. Quindi, per me un libro non è finito fino a quando la trama non sia più che coerente e gli errori corretti.

Dopo aver già pubblicato 4 romanzi, cosa ha significato per te arrivare alla selezione nel concorso EEE, con il tuo inedito, visto soprattutto il genere diverso di libro?

Una profonda emozione. Mentre scorreva il video, in cui l’Editore Piera Rossotti nominava i vincitori e i segnalati, aspettavo con trepidazione, come se fossi al mio primo libro e non mi vergogno di dire che ho esultato come una liceale quando ho sentito fare il mio nome. La resa degli innocenti è un progetto in cui ho creduto fin dall’inizio e comprendere che è stato apprezzato mi ha reso decisamente felice.

Questa storia è anche un percorso interiore nell’abbrutimento di una persona reale. In questo senso, pensi che muoversi nello spazio possa aiutare a immergersi all’interno della propria persona? C’è un collegamento?

Penso che a volte il muoversi porti a credere, in modo del tutto illusorio, che si possa scappare dai problemi. Tuttavia la fuga non è mai una soluzione. Al contrario, muoversi fisicamente spesso porta a delle riflessioni che, stando seduti a casa, non si avrebbe il coraggio di poter affrontare. Il famoso stato di depressione porta alla chiusura, anche interiore della persona, quindi, quando questa è costretta a uscire dal proprio guscio, il processo rigenerativo trova nuovi spunti verso la guarigione. È evidente che tale guarigione, a volte, non percorre le vie più consone e quelle che la logica potrebbe volere.

Quando Irma Panova Maino non scrive, come occupa il proprio tempo?

Continuando a scrivere. Curare il network de Il Mondo dello Scrittore è un impegno che giornalmente mi porta immancabilmente verso lo scrivere. Inoltre, anche curare il blog EEE incrementa l’esercizio, facendo diventare la scrittura una parte quotidiana del mio vivere. Tutto sommato, in questo momento della mia esistenza non cambierei assolutamente nulla. Non c’è niente di più soddisfacente che fare giornalmente qualcosa che si ama. A parte la passione letteraria, esistono poi gli aspetti più realistici del convivere con una figlia adolescente (che adoro e che è spesso fonte d’ispirazione), di un cane innamorato di una gatta e di una gatta che è diventata ormai il tiranno di casa.

Quali sono i progetti futuri?

A parte sopravvivere a BOOKCITY MILANO? Scherzi a parte, molti dei miei impegni hanno già occupato il mio calendario fino alla fine del prossimo anno. Nel frattempo, mi sto dedicando anche ai nuovi libri che mi piacerebbe poter pubblicare con il mio Editore e, per finire (ma non so se mi avanzerà del tempo), dedicarmi a dei nuovi progetti per la promozione degli autori esordienti ed emergenti.

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L’inferno nell’anima

La resa degli innocenti: discesa verso l’inferno.

la resa degli innocenti

La resa degli innocenti, scritto da Irma Panova Maino, non è solo un libro noir, ma una reale discesa verso l’inferno nell’animo umano. Un percorso doloroso e devastante che una donna compie per cercare la verità sulla fine del proprio figlio. Una verità che non potrà lenire in alcun modo il suo animo sfregiato, ma che diventerà il sale su una ferita aperta. L’inferno non è solo quello che ci circonda, e i cui abissi sconvolgono la mente, ma anche quello che ognuno di noi porta nel proprio cuore. Questa è la storia di una donna a cui viene strappata la sola ancora fra la realtà e la bestia che la governa. Quella bestia che si libera per andare avanti quando non si ha più niente da perdere.

Vi ricordiamo che l’autrice presenterà il proprio libro nel corso dell’appuntamento previsto il 16 novembre, alle ore 11, presso le Sale Panoramiche del Castello Sforzesco di Milano. La presentazione rientra nella programmazione offerta da BOOKCITY MILANO e s’intitolerà: “Editoria Nativa Digitale. Il caso EEE”.

La trama:

Cosa fareste se rapissero uno dei vostri figli? E cosa sareste disposti a fare per ritrovarlo? Queste le domande di partenza che si è posta Irma Panova Maino per scrivere un romanzo duro, a tratti crudo, che non lascia indifferenti. Con quel pizzico di sovrannaturale che caratterizza tutte le opere di questa autrice. Barbara è una donna dolorosamente segnata dalla vita per la morte del marito in un grave incidente, ma supera il momento terribile quando si accorge di essere incinta: è il piccolo Marco a darle, per dodici anni, la forza e il coraggio di continuare a vivere. Ma un giorno, una nuova tragedia la travolge: il figlio scompare nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Questo le permette ancora di sperare, di ipotizzare che il piccolo non sia morto, ma che sia stato rapito. Inutile farsi illusioni, certamente la verità che si cela dietro quella scomparsa non può essere che drammatica, ma una madre ha il bisogno di sapere. Marco è stato rapito da chi voleva venderne gli organi, per farlo entrare nel lubrico circuito della pedofilia o per quali altri abietti motivi? Dopo un terribile periodo di depressione, la donna reagisce a suo modo, trasformando se stessa in un’arma letale, disposta a tutto, nascondendo sotto una scorza impenetrabile un cuore che non smette di sanguinare, mostrando all’esterno soltanto durezza e feroce determinazione. Barbara diventa Rian, spietata giustiziera, alla ricerca di qualche traccia del figlio. Una singolare figura maschile le sarà accanto fino alla fine, fino a quando lei troverà tutte le risposte che cerca e anche l’unica pace possibile.

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Feuilles d’album, un giallo insolito

Feuilles d’album: corrispondenza in giallo.

fuilles d'album

Leonora Signifredi ci introduce in un’atmosfera  creata ad arte attraverso le missive che Loïc Pelletier invia a diversi personaggi, i quali intrattengono con lui un’intima corrispondenza. Tuttavia, sarà al proprio maestro, padre Antoine Chausson, che il buon precettore Pelletier confiderà i propri sospetti a proposito di quanto accaduto nel castello appartenente alla famiglia Lachapelle. Feuilles d’album, dunque, non è il classico romanzo giallo in cui il colpevole assume un volto attraverso un’indagine poliziesca, ma è un libro che ripercorre i fatti attraverso gli occhi di un protagonista che osserva gli avvenimenti, giudicando e interpretando le situazioni a seconda della propria personalità, della propria cultura e della propria umanità. la trama si dipana di lettera in lettera e gli indizi si svelano di missiva in missiva, fino a rivelare uno spaccato torbido e ambiguo di una società francese alle prese con un secondo Impero dato da Luigi Napoleone, proclamatosi Napoleone III. Lo stile narrativo, pur essendo di facile lettura, ha profondamente impegnato l’autrice, la quale, attraverso l’escamotage dato dalla corrispondenza fra Pelletier e Chausson, intreccia una storia in grado di affascinare il lettore fino all’ultima pagina.

La trama:

Un antico castello in Auvergne: una sera Reynaud, uno dei figli del conte di Lachapelle, viene ucciso nel suo studio con un colpo d’arma da fuoco al petto. L’arma è una delle sue pistole da duello, il colpevole senza dubbio qualcuno di casa; tutti i famigliari, anche le donne, sanno maneggiare una pistola.
A condurre le indagini è un precettore che vive al castello, Loïc Pelletier, che racconta il suo percorso investigativo al suo antico maestro in lunghe lettere attraverso le quali si delinea progressivamente il ritratto di una famiglia nobile di stile patriarcale nella profonda provincia francese nei primi anni del Secondo Impero e si compone un grande affresco a tinte fosche, dove tra ipocrisie, diffidenze, colpevoli silenzi o sensi di colpa tutti sono, in definitiva, infelici e soli.
E quando Pelletier risolverà infine il mistero, nonostante la drammatica verità che emerge dalle sue indagini, si aprirà per qualcuno dei personaggi un piccolo spiraglio che è ancora difficile chiamare speranza.
Un romanzo epistolare stringato e coeso, che cattura il lettore e lo fa penetrare nell’antica dimora, per guardarla attraverso gli occhi di un detective singolare e non imparziale.

Segnalato al I Concorso Giallo, Thriller e Noir di Edizioni Esordienti E-book

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Un giallo in promozione

La promozione di questa settimana è all’insegna del giallo.

un solo colpevole

-Un romanzo molto avvincente. Un giallo che si svela progressivamente, pagina dopo pagina.

-Un romanzo che cattura magistralmente l’attenzione del lettore, spingendolo in un labirinto di intrecci che si dipanano man mano tra passato e presente.

-Un bel noir , ben costruito e con una trama senza troppe forzature che rispecchia il degrado morale che si nasconde (purtroppo anche nella realtà) in piccoli contesti in cui dilagano segreti sussurrati, vizi inconfessabili.

Questi alcuni dei commenti lasciati su amazon da lettori che hanno acquistato Un solo colpevole di Alessandra Ponticelli. La trama cattura l’attenzione fin dalle prime pagine, portando il lettore all’interno della vicenda, arrivando a immedesimarsi con i personaggi descritti dall’autrice. Quindi un giallo in piena regola.

La trama:

Adele torna, dopo vent’anni trascorsi a Parigi, nella casa della  natia Solaria, in terra di Romagna, dove, bimba di sette anni, ha assistito all’assassinio di entrambi i genitori. Per vent’anni ha sempre avuto la sensazione di conoscere l’identità del colpevole, ma non è mai riuscita a ricordare.
Anche a distanza di tempo, fare i conti col passato non è facile e, per ragioni che la ragazza non riesce a mettere a fuoco, in qualche modo lei stessa si ritiene colpevole di quanto è successo.
La presenza di Adele a Solaria turba molte persone che ben ricordano quei terribili avvenimenti e che certo sanno molto più di quanto non vogliano ammettere e ben presto la ragazza si sente in pericolo ma avverte anche, sia pure in modo confuso e non senza angoscia, che il passato e il presente sono strettamente interconnessi, che la morte dei genitori non è semplicemente un evento lontano, ma un dramma che continua ad accadere. Per se stessa, per poter progettare il suo futuro, è indispensabile che il mistero si sciolga, che tutto si chiarisca.
E i misteri da chiarire, con l’aiuto del Maresciallo Caputo e di Giuliano Belli, un giovane giornalista con il quale stringe amicizia, sono davvero tanti e vanno oltre l’episodio del delitto, rimettono in gioco tutta la visione del mondo della ragazza, i suoi ricordi infantili, l’affetto per il padre e per la madre, la bella, tanto chiacchierata Teresa.
La storia, ambientata in una Romagna d’atmosfere felliniane,  “amata e odiata terra, non sempre solare”, si snoda tra presente e passato, ricostruendo una vicenda, ma anche delineando un ambiente provinciale pieno di ombre, omertà, colpevoli silenzi.

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Profumo Criminale

Profumo Criminale è il nuovo libro in promozione su Amazon, questa settimana.

Profumo criminale

Il libro, scritto da Simone Fanni, è un giallo fuori dagli schemi, ricco di personaggi surreali e caratterizzato da una trama che, pur mantenendo gli ingredienti di una vera crime story, sorprende per l’ironia e l’umorismo con cui i fatti vengono raccontati, portando il lettore verso un finale decisamente sorprendente e imprevedibile. Non pensate di comprendere chi sia l’assassino, potrebbe essere chiunque e nessuno. La verità, che verrà svelata fra una battuta e una riflessione, saprà dare ancora più gusto a un romanzo già sapientemente speziato di suo. Profumo Criminale, selezionato nel nostro precedente concorso, è un noir da assaporare pagina per pagina, lasciandosi coinvolgere da un protagonista improbabile ma umano, che non può non suscitare la vostra simpatia.