Le vincitrici del VI° concorso EEE

Le vincitrici del VI° concorso EEE

Le vincitrici del VI° concorso EEE, quello dedicato al romantico contemporaneo, sono due scrittrici (Patrizia Poli e Maria Flora Spagnuolo) che si sono cimentate in un libro dal sapore decisamente moderno, senza tralasciare, però, l’aspetto sentimentale della vicenda. Eccomi qui, amica mia, questo è il titolo dell’opera che ha raggiunto il primo posto.

Le autrici

Patrizia Poli

Patrizia Poli nasce a Pavia il 5 agosto 1954. Il suo interesse per la letteratura nasce sui banchi delle elementari dove la sua maestra, insegnante appassionata, declama i sonetti di Dante. Con questo imprintig la parola scritta diventa parte integrante della sua vita piena di drammi e commedie che si intrecciano tra le numerose esperienze vissute o sognate.

Patrizia partecipa a corsi di scrittura creativa, collabora con una rivista nel selezionare racconti da pubblicare. Oggi scrive a quattro mani con Flora, sua grande amica e, finalmente, questa passione ha dato i suoi frutti.

Maria Flora Spagnuolo

Maria Flora Spagnuolo è nata a Milano il 5 novembre 1965, dove vive con Aramis e Peepito, i suoi due gatti trovatelli. Scrive insieme a Patrizia Poli per divertimento, e considera la scrittura il “suo gioco più divertente e appassionante”.

Ha insegnato Tai Chi Chuan e Difesa Personale, come hobby, per diciotto anni. Lavora come impiegata amministrativa a Milano. Non insegna più, è serenamente single, ama la buona cucina (ma solo se cucinano gli altri, così evita disastri) ed è un Life-Coach per passione.

La trama

Anche over 40, l’amore è un bel casino. Per fortuna, tra amiche ci si aiuta, e le mail sono un ottimo strumento per fermarsi a riflettere e analizzare, tra un WhatsApp, una telefonata e un messaggino, come fanno due affezionate amiche, Olimpia e Maria Vittoria, felicemente single, ma disponibili a ripensarci, se ne vale la pena….

Però, a venti o trent’anni ci si può permettere di buttarsi a pesce in una storia… oltre i quaranta è meglio rifletterci un po’… ma non troppo. Tanto, ci si fa male lo stesso ma, se non si fanno i conti con i propri bisogni affettivi, si rischia di perdere la parte bella della vita, di non trovare mai l’altra metà della mela. Certo, una quarantenne non cade dal pero, conosce tutti i pericoli che si celano nell’abbandonarsi ai sentimenti, è dotata di un sano realismo e sa andare al sodo.

Ma è davvero così?

 

Dettagli del libro

Formato: Formato ebook e cartaceo
Dimensioni file: 1511 KB
Editore: Edizioni Esordienti E-book (27 aprile 2018)
Venduto da: AmazonKoboEEE
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-436-6

 

 

 

Gabriella Grieco e Il suo Libro da Gustare

Gabriella Grieco e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Lampi di oscurità

macedonia di frutta con zenzero

 

Lampi di oscurità & macedonia di frutta con zenzero

Un libro è cibo per la mente, è cosa risaputa. Ma se provassimo anche a trasformarlo in cibo e basta? Cibo per la bocca intendo, o meglio, per la gola. Ma sì, pensateci… La primavera porta con sé il risveglio delle piante, la natura si rianima, i fiori sbocciano, il sole splende, gli uccellini cinguettano… E noi? Noi lettori, dico, quelli che senza un libro proprio non ci possiamo stare, che quando viaggiamo ci portiamo dietro l’e-reader che è meglio di un tomo da mezzo chilo, figuriamoci di cento/duecento/trecento libri!
Beh, non è mica detto che ci nutriamo solo di parole, anche perché altrimenti moriremmo e tutta l’editoria entrerebbe in crisi profonda. E noi lettori – che poi ci siamo anche noi scrittori tra quelli, eh! – questo proprio non lo vogliamo.
E così, la soluzione ce l’ho, proprio qui, eccola: fare finta che il mio libro sia un cibo e immaginare quale possa essere. Facile! “Lampi di oscurità” è una raccolta di miei racconti di vario genere e stile, un pot-pourri insomma, o una macedonia. Dunque, il mio suggerimento è di sedervi in un prato, appoggiarvi a una bella quercia frondosa che vi ripari dal sole – perché il primo sole di aprile è già bello caldo, almeno dalle mie parti – e mentre tenete l’e-reader con la sinistra, usate la mano destra per affondare il cucchiaio nella ciotola colma di frutta fresca e zenzero e degustate la dolcezza dei kiwi per l’amore, il retrogusto asprigno dei frutti di bosco per la vendetta, il succo rosso delle fragole per il sangue. E su tutti questi sapori, a unirli ed esaltarli, il pizzico pungente dello zenzero per il sapore che vi rimarrà in bocca.

Buon letturappetito!

Ingredienti

  • 1/2 ananas medio
  • 2 kiwi
  • 1 papaia
  • 2 cucchiai di banana essiccata
  • 1 pezzo di zenzero fresco
  • 50 g di zucchero di canna

Preparazione

Eliminare completamente la scorza dell’ananas e suddividere la polpa in cubetti e adagiarli in una insalatiera con 2 cucchiai di zenzero fresco grattugiato e lo zucchero, mescolare molto bene. Unire poi i kiwi, la papaia a fettine e la banana essiccata.
Lasciare in frigo fino al momento di servire.
Variante: potete aggiungere cocco liofilizzato o fresco grattugiato a piacere.

Ricetta tratta da: www.amando.it

Lampi di oscurità

La vita è una sola, si dice. Ma quanti sono i modi possibili in cui si può incontrare la morte?
La incontri per caso di notte, perché non hai dato retta all’istinto, oppure si presenta con lingue di fuoco e odore di bruciato. Può arrivare all’improvviso da chi meno te l’aspetti, o ne hai timore senza motivo perché non è per te che è venuta. Puoi anche sceglierla liberamente, se vuoi, pagando tuttavia un prezzo che va oltre la tua vita.
Tanti sono i modi, tante le storie, e quasi tutte accomunate dal male, forse nascosto, ma tuttavia presente in ogni uomo.
Come i lampi rompono l’oscurità della notte portando attimi di intensa luce, così questi racconti squarciano il giorno con i loro bagliori oscuri, evidenziando l’oscurità presente nell’animo

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1484 KB
  • Lunghezza stampa: 177
  • Editore: EEE-book (14 gennaio 2018)
  • Venduto da: AmazonKobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 9788866904250
Sabato10 febbraio

Le macchine per la vita

Le macchine per la vita

“Nunzio Russo, a quel punto, prende contatto con l’ex Meccanica Lombarda, nel frattempo assorbita dalle Officine Meccaniche Reggiane di Reggio nell’Emilia. Lo affascina la filosofia dell’azienda emiliana, dove lo stesso direttore generale abita una villa all’interno dello stabilimento, così come le famiglie dei dipendenti. Un perfetto esempio d’azienda sociale. E poi, le Reggiane hanno un ciclo produttivo chiuso. Fabbricano tutto in casa, utilizzando le migliori tecnologie disponibili. E questo vale per la sezione aeronautica, la costruzione di locomotori, vagoni ferroviari, attrezzature portuali e impianti per molini e pastifici. Si firma il contratto di fornitura. A Termini Imerese inizia la costruzione dello stabilimento in cemento armato e rivestito di mattoni rossi, mentre a Reggio gli ingegneri delle Officine disegnano gli impianti, che poi le maestranze iniziano a produrre. All’atto dell’ordinativo è questo il molino a ciclo alternato più grande di tutto il mezzogiorno d’Italia.”

Tratto da Il Romanzo della Pasta italiana

Oggi, la macchina industriale è esposta nello stesso capannone (diventato Tecnopolo Universitario di Reggio Emilia) dove è stata costruita ed è stata donata dall’odierno Nunzio Russo, discendente dell’omonimo citato nel libro.

A due anni dalla prima esposizione, prende vita il secondo capitolo di restituzione pubblica del lavoro, tuttora in progress, di conservazione e tutela dell’ingente patrimonio di documenti, immagini e oggetti delle ex Officine Reggiane. Un vasto e multiforme patrimonio che testimonia il percorso di un’azienda che per un secolo ha determinato la storia materiale e sociale di Reggio Emilia. Dalle casse e dai faldoni dell’Archivio aziendale emergono documenti che per la prima volta sono esposti, contestualizzati e resi accessibili al pubblico.

Sabato 10 febbraio, ore 10.30

Sabato, 10 febbraio, presso il TECNOPOLO, in Piazzale Europa 1 a Reggio Emilia, si terrà l’evento Le macchine per la vita. Produzioni “Reggiane” nel settore alimentare

Intervengono: Nunzio Russo, scrittore, ed Eugenio Menozzi, Accademia della Cucina Italiana. A cura del Club Unesco di Reggio Emilia

Presentazione de IL CUORE SBAGLIATO

Presentazione de IL CUORE SBAGLIATO

Giovedì 29 Giugno 2017 alle ore 21,00, Stefano Pavesio presenterà il suo nuovo libro “Il cuore sbagliato”.

La trama:

Un’impressionante serie di delitti efferati, tra il 2014 e il 2015, legati tra loro dalla presenza, accanto ai cadaveri o inciso sui loro corpi, di un numero a quattro cifre, mette a dura prova l’acume investigativo del tenente colonnello dei Carabinieri Corrado Beneghetti e della sua amica Carla Vicini, dei RIS. Un altro elemento comune alle vittime è la loro origine riconducibile alla val Tanaro, tranquilla, provinciale, quasi sonnacchiosa, con i suoi paesini dove tutti conoscono tutti. Ma il male si può annidare ovunque, e molti ricordano ancora un terribile delitto di dieci anni prima, quello di un bimbo di nove anni seviziato e sepolto ancora vivo in un bosco. È possibile che questa crudele uccisione abbia qualcosa a che fare con i delitti presenti? E, soprattutto, è possibile ricondurre tutti questi crimini ad un’unica mano assassina?

Il cuore sbagliato è un romanzo che va oltre i toni del thriller e del noir, per scavare nelle motivazioni profonde dell’assassino, delle sue responsabilità, ma anche dell’ineluttabilità delle sue scelte, in una storia dove quasi nessuno è davvero innocente.

Dettagli del libro:

  • Formato: Formato epub
  • Dimensioni file: 2479 KB
  • Lunghezza stampa: 189
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (6 maggio 2017)
  • Venduto da: Amazon – KoboEEE
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-387-1

Giovedì 29 giugno alle ore 21:00 Biblioteca Civica “F.lli Angelo e Stefano Jacomuzzi”

Via Lagrange, 1, 10020 Cambiano

 

Irma Panova Maino e La sua Postazione

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Irma Panova Maino e La sua Postazione

Ogni autore possiede una propria postazione in cui le idee prendono forma e le parole scorrono velocemente sul monitor. Per i più conservatori esistono ancora gli scrittoi, carta, penna, talvolta calamaio. Tuttavia, a prescindere dal mezzo con cui si esprimono i pensieri, la magia che scaturisce è quella insita in ogni forma d’arte e noi vogliamo farvi vedere come se la cavano i nostri autori.

Le radici

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La mia postazione è situata in un luogo completamente nuovo e non è sempre stata quella che vedete ora. Anzi, per molto tempo la mia postazione è stata un netbook molto piccolo che mi sono portata dietro in tutti gli innumerevoli viaggi.

Con il net ho scritto molti dei miei romanzi e racconti nelle sale d’aspetto degli aeroporti, nelle hall degli alberghi, in taxi e nel corso di qualche transfert da un luogo all’altro. Forse qualche personaggio è addirittura scaturito da qualcuno che ha attratto la mia attenzione e il cui comportamento ha fatto scattare l’ispirazione.

Il piccolo net ha fatto davvero un lavoro egregio perché, per quanto piccolo fosse e per quanto le sue prestazioni non fossero eccezionali, è riuscito a dare corpo a ogni mia fantasia e a mettere insieme le trame che hanno poi fatto nascere i miei libri.

Nella sua memoria sono state contenute centinaia di cartelle, milioni di parole, centinaia di personaggi… anche tanti file che sono rimasti lì, in attesa di essere sviluppati, che forse non vedranno mai la luce.

Da qualche tempo, però, la mia vita ha preso una piega un po’ meno vagabonda e questo mi ha permesso di ampliare la mia postazione, rendendola più comoda e molto più prestante. Un computer fisso, diversamente da un portatile, offre la possibilità di installare hardware e software migliori e più potenti.

Tuttavia, come potete vedere nella foto, oltre al pc c’è anche il mio fidato tablet, quello che mi permette di portare con me i libri a cui tengo e che leggo appena riesco. Intorno alla tastiera ci sono alcuni oggetti che mi sono cari e che mi aiutano a concentrarmi, oltre a uno dei miei “draghi”, simbolo dello zodiaco cinese a cui appartengo.

Non solo, proprio da questo pc, di solito, svolgo le mie mansioni come responsabile per l’ufficio stampa EEE e preparo le iniziative, nonché le promozioni per il Mondo dello Scrittore.

Dunque, non solo un luogo in cui creare ma anche un posto in cui una passione diventa un lavoro, nel senso più positivo del termine.

A proposito, le foto qui sotto sono le mie 😀

C’è paura e paura…

C’è paura e paura…

La paura ci accompagna, in questi tempi scellerati che stiamo vivendo, col suo carico di insicurezza e di angoscia. Ma la paura è anche compagna inseparabile della condizione umana.
Io, che mi occupo di libri, sono tuttavia persuasa che ci sia una paura che fa molto bene al nostro spirito, ed è la paura “controllata” che proviamo leggendo un thriller o un romanzo horror: partecipiamo con le nostre emozioni, ci lasciamo coinvolgere, siamo magari testimoni di eventi terribili… poi chiudiamo il libro, è tutto finito, siamo ancora liberi e integri.
E scarichiamo le nostre tensioni. Abbiamo provato una paura catartica e liberatoria.
Anche nel video di questa settimana affronto il tema dell’orrore in letteratura, argomento che ho già avuto modo di toccare più volte in passato, per esempio in questo vecchio video che si intitola “I meccanismi della paura”.
Antarctica Observer, un horror con una particolare ambientazione di tipo “gotico” è il romanzo, appena pubblicato, di un giovane autore, Andrea De Magistris, che situa l’azione in una base scientifica in Antartide. 

Per l’agente dell’FBI Tom Hewitt l’incubo ha inizio in una fredda mattina di fine settembre, in un desolato vicolo di New York. A fare la differenza con ogni altro caso di omicidio però è l’identità della vittima; perché sotto i flash implacabili delle fotocamere degli uomini della scientifica non si delineano i tratti di uno sconosciuto, ma le linee familiari e care di Claire Savage, la partner di una vita. La ricerca della verità inizia il suo corso, ostacolata da misteri e segreti che lottano per rimanere nell’ombra, da forze celate nell’oscurità che operano nel più impensabile dei luoghi. Per far chiarezza sulla morte della sua collega l’agente Hewitt dovrà addentrarsi tra i cunicoli labirintici della Observer, base scientifica nel cuore del Plateau Antartico, e combattere contro nemici e contro un male dalla natura inimmaginabile.

Piera Rossotti Pogliano
Direttore Editoriale di Edizioni Esordienti E-book

  • Formato: Formato epub – Kindle
  • Dimensioni file: 2079 KB
  • Lunghezza stampa: 455
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (5 giugno 2017)
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-394-9

Dal Salone del Libro di Torino un bilancio per EEE

Dal Salone del Libro di Torino un bilancio per EEE

Si sono chiuse le porte della trentesima edizione del Salone Internazionale del Libro a Torino e ora, che siamo rientrati tutti a casa, è giunto il momento di tirare le somme e fare qualche considerazione.

Per quel che ci riguarda non vogliamo fare nessuna polemica e nessun confronto con la Fiera di Milano, di certo possiamo dire che se all’inizio un po’ di apprensione l’abbiamo provata, fin da giovedì mattina abbiamo compreso che sarebbe stata una grande festa e che a Torino l’entusiasmo non sarebbe mancato. Tuttavia, qualche pecca organizzativa c’è stata anche quest’anno (ma era da mettere in conto) e i disagi si sono sentiti soprattutto nelle piccole cose di tutti i giorni, come la mancanza dei cestini della spazzatura, una certa lentezza nei servizi e la scarsità del segnale wi-fi per il collegamento con internet, distribuito a macchia di leopardo nei padiglioni.

Ma queste sono, come già detto, piccolezze e non hanno smorzato l’entusiasmo che è andato crescendo di giorno in giorno, di conferma in conferma.

E di conferme questo Salone ne ha date tante, soprattutto è servito per sottolineare che non solo Torino o il Piemonte hanno partecipato all’evento, ma tutta l’Italia con editori, lettori e addetti ai lavori. Le oltre 165.000 mila persone che sono intervenute sia al Lingotto sia alle manifestazioni del Salone Off hanno dimostrato che la cultura c’è, esiste e ha bisogno di essere nutrita. Esiste la voglia di leggere, di raccogliersi insieme per parlare di libri, autori, trame e, perché no, spettegolare su quell’editore o sul best seller del momento. Inutile negare che un pizzico di soddisfazione per questo risultato lo proviamo, così come è inutile negare che ci assale lo sconforto di fronte a certi titoli “acchiappalettori” proposti da alcuni quotidiani e settimanali (vedi L’Espresso) più per sensazionalismo che per dare una reale dimensione dello stato in cui versa l’editoria nostrana. La buona editoria non è affatto morta e, anzi, questa manifestazione ha portato alla luce il fatto che non servono i “grandi nomi” per riempire i corridoi e i padiglioni del Salone.

Grandi nomi… sfatiamo anche questo mito, se per “grandi nomi” s’intendono le Case Editrici più blasonate, molte c’erano e mancavano solo alcune di quelle che fanno parte della cordata milanese, un vero peccato, anche se, e va detto, non di sola Mondadori è composta l’editoria italiana. Centinaia di stand carichi di libri sono stati una realtà tangibile, così come lo è stato la ricomparsa dei trolley e la mancanza di esposizioni che nulla avrebbero a che vedere con la letteratura (tipo stand con prodotti alimentari, stand con souvenirs e gadget, e simili).

Se vogliamo dirla proprio tutta, la lezione è stata data proprio dal pubblico, da coloro che sono arrivati da tutta Italia, che hanno investito una parte del loro tempo per venire fino a Torino (e sappiamo bene che il fattore economico non è da sottovalutare) per passare una giornata o due immersi in un’atmosfera gioiosa e ricca di opportunità, all’insegna di una tradizione che dura ormai da trent’anni.

Nel nostro stand, come di consueto, c’è stato un gran via vai di autori e l’aver messo a disposizione un numero telefonico dedicato ha permesso a diverse persone di collegarsi con noi e di porre le domande più disparate ad autori e alla Casa Editrice: un nostro piccolo successo. Tra l’altro, anche la possibilità di farsi dedicare un libro dall’autore preferito ha funzionato e diversi libri sono stati spediti verso le destinazioni richieste.

Tuttavia, l’effetto Salone non si è fermato fra le mura del Lingotto ma ha decisamente influenzato anche le vendite online, tant’è che molti titoli nuovi sono saliti nelle classifiche di vendita proprio in queste ore, con tanto di recensioni annesse. Nei prossimi giorni vi farò il consueto riassunto tratto da Amazon.

Per concludere, ringraziamo il nostro Editore perché i suoi sforzi sono sempre mirati a garantire ai propri autori la visibilità necessaria per poter emergere. Ringraziamo gli autori per aver partecipato, perché senza di loro non potremmo costruire alcun futuro. Ringraziamo i lettori e gli affezionati che ci sono venuti a trovare e che hanno manifestato il loro interesse anche aderendo alla nostra iniziativa online. Ringraziamo tutti i proprietari di cani che, in questa edizione, hanno allietato le nostre giornate, dandoci modo di godere anche dell’universo a quattro zampe. E ringraziamo anche la Giunti, nostro dirimpettaio, perché con il loro “gradino” hanno fatto “inciampare” diversi visitatori direttamente dentro il nostro stand.

 

Ci vediamo il prossimo anno, sempre a Torino, dal 10 al 14 Maggio!

 

Intervista a Ludovico Alia

Intervista a Ludovico Alia

Affrontare un romanzo erotico, senza cadere nella mercificazione e nel pornografico non è così semplice, soprattutto non è facile stabilire un confine che possa far comprendere i meccanismi psicologici, morali e sociali che possono portare a determinate scelte. Il gusto dell’amarena selvatica porta il lettore ad assaporare sì l’asprezza ma anche la dolcezza insita che esiste nel frutto. E il frutto, in questo caso, è proprio il rapporto che esiste fra i protagonisti.

  • Può un romanzo erotico parlare di amore, inteso come sentimento e non come atto fisico?

Certamente. E questo può essere evidenziato descrivendo l’una e l’altra cosa e/o entrambe. Mi spiego: è possibile descrivere un momento in cui i personaggi vivano un rapporto del tutto fisico e magari mercenario, un’altra situazione in cui si illustri sentimento del tutto scevro di fisicità, oppure momenti in cui l’atto fisico sia accompagnato da un forte coinvolgimento sentimentale. Il lettore se ne accorge, senza ombra di dubbio. Penso che nell’”Amarena” ci siano tutti. Accidenti, mi sono accorto proprio ora che sono tre descrizioni e che l’amarena, intesa come frutto, possiede proprio tre gusti. E’ forse un segno del destino?

  • Histoire d’O affronta una tematica molto simile a quella presentata nel tuo libro, il cuckoldismo. Si può concedere solo ciò che ci appartiene e ci appartiene solo ciò che ci viene concesso. Tuttavia, in Histoire d’O non è l’amore il fattore scatenante, bensì il concetto di “possesso”. Quanto è sottile il confine fra amore e possesso, a tuo parere?

Non sono d’accordo. Histoire d’O è un romanzo impostato su un altro terreno. Tra i protagonisti non vi è amore, sentimento vero. Solo desiderio di possesso. La protagonista “crede” di essere innamorata. In realtà alla fine si renderà conto di non esserlo mai stata. Luca nell’Amarena non “possiede” Elena e viceversa lei non possiede lui. La loro unione è pura, cementata dal desiderio di compiacere i desideri del proprio compagno e nel contempo anche i propri; questo non solo in fatto di sesso ma anche per altri argomenti. Si adoperano entrambe per il proprio partner nel momento in cui ne abbia necessità. Histoire d’O è un romanzo asettico ambientato in un mondo distaccato, senza sentimento e lontano da una possibile vera realtà. Nell’amarena, ambientata nel mondo reale e in una situazione altrettanto vera e purtroppo attuale, l’amore è palpabile ed è questo sentimento la causa scatenante di tutta la narrazione. In definitiva secondo me c’è un abisso, tra amore e possesso.

  • In realtà, il menage a trois diventa una costante stabilizzata da un unico elemento, l’altro. Come hai scelto questa seconda figura maschile e cosa rappresenta per te?

Se intendiamo la figura di Sergio, direi che è un menage a trois molto particolare. In realtà il cuckold ‘concede’ la propria partner a chiunque lei desideri. Quindi la costante è Lui, lei e gli altri. Nel caso specifico Sergio è una figura da un lato paterna e dall’altro una persona che mendica la compagnia e la presenza della coppia. Rappresenta un po’ un esempio per tutti noi: cercare di dare prima di chiedere e ricevere aiuto da altri. Cercare di capire gli altrui desideri prima di soddisfare i nostri. Ma la cosa più importante di Sergio è guarda caso un esempio di devozione e amore assoluto e totale verso chi gli ha regalato gli anni più belli della sua esistenza: Aisha. Per lui Elena è solo una rappresentazione fisica della sua compagna, null’altro che un modo di illudersi che ella sia ancora in vita, completamente pazzo d’amore.

  • Dal tuo punto di vista, quanto realmente sono in grado di comprendere i lettori (se non hanno sperimentato di persona) il tuo romanzo?

Reputo che molti di coloro che leggono siano persone preparate e aperte. In una recensione un lettore ha scritto “ben scritto e ha di carino che non parla solo di sesso ma anche un minimo di altre cose”. Attendo una critica che dica “parla di molte cose ma anche di sesso”, anche se ahimè è stato relegato tra i libri ‘a luce rossa’ e probabilmente questo ne frena parecchio la visibilità. Ad ogni buon conto ho ricevuto riscontri molto positivi. alcuni sfioravano l’entusiasmo, probabilmente perché i vari contenuti erano stati perfettamente intesi.

  • Quali sono state le reazioni più comuni?

Le critiche che ho ricevuto sono state per la stragrande maggioranza positive. Ho provato a buttare lì un paragone con altri romanzi (50 sfumature) e mi è stato detto che l’Amarena è moooolto meglio e meriterebbe ben di più di quello scritto. Un sacerdote ha avuto il coraggio e la pazienza di leggerlo e per questo lo ringrazio a prescindere. E’ stato cortese e mi ha detto che non era molto d’accordo sul mio modo di intendere l’amore. D’altronde, non tutti i gusti sono all’Amarena.

  • La pornografia spiccia dilaga in rete in modo del tutto incontrollato, ponendo i più giovani a contatto con una realtà che ha davvero ben poco a che vedere con un “normale” rapporto di coppia. Secondo te, quanti danni sta facendo?

In verità fa meno danni di tante altre cose. La pornografia c’è sempre stata. Vero è che oggi sul web ci sono una miriade di siti, filmati, chat a cui tutti possono accedere. Ma è anche vero è che al giorno d’oggi alcune cose sono cambiate e molti tabù e totem negli anni 70 e 80 sono crollati. Vedo molte persone frequentare club, o iscriversi a siti di annunci on-line. Forse la coppia del domani sarà più libera e slegata da certe idee. Per quanto mi riguarda deve essere sempre la famiglia a dover intervenire per spiegare questi fenomeni in modo intelligente alla propria prole.

  • A proposito, che cosa è “normale” in un rapporto di coppia?

Amarsi: rispettarsi sempre, confidarsi l’un l’altro i crucci e i dubbi, aiutarsi quando ve ne è necessità, gioire delle soddisfazioni del proprio partner e avere sempre un progetto per il futuro. Se invece la domanda era cosa è normale dal punto di vista “sesso” in una coppia rispondo che tutto ciò che i due componenti della stessa coppia concordano di poter mettere in pratica è normale.

  • Fra gli autori che propongono l’eros come genere tematico, hai delle preferenze?

Anais Nin e Alberto Moravia. Anais Nin perché racconta cose vere, solide assolutamente inconfutabili. Moravia per la fantasia, alle volte un pochino spicciola, ma insomma, scrive anche lui tra le righe e questo tipo di scrittura è sempre da valutare in modo molto positivo. Anche se lo hanno aspramente criticato per questo tipo di scritti. Gli autori contemporanei non mi convincono perché sfruttano in modo smodato temi e storie trite e ritrite e riproponendole fino allo sfinimento. In ciò che scrivo cerco sempre di descrivere un qualche argomento originale. Una piccola annotazione: in realtà la stragrande della maggioranza degli scrittori sono erotici: prendete ad esempio Follet e contate quante scene ‘erotiche ed esplicite’ si possono trovare nei suoi romanzi: ne sarete stupiti.

  • Quando Ludovico non scrive, come occupa il proprio tempo?

Facendo molte cose. In primis il papà e il marito, poi anche altre attività a livello hobbistico, che mi impegnano anche molto dal punto di vista squisitamente fisico.

  • Quali sono i tuoi progetti futuri?

Molto dipenderà dalla Casa Editrice. L’Amarena è una trilogia, poi ho scritto un altro romanzo e vorrei in seguito anche dedicarmi ad altri generi, ad esempio l’horror. Ma questo dipenderà dal tempo a disposizione e dal giudizio insindacabile dell’Editora.

Link all’acquisto: Amazon – EEE

Chiara Curione e Il suo Libro da Gustare

libri-da-gustareChiara Curione e Il suo Libro da Gustare

Lo spazio Libri da Gustare vuole stimolare la fantasia dei lettori e non solo quella. Dal momento che il vecchio detto recita che “il cibo nutre lo stomaco e i libri saziano la mente“, abbiamo pensato di stuzzicare i nostri autori proponendo loro di abbinare i titoli delle loro opere a una ricetta, un qualcosa che possa identificare e dare soddisfazione anche al palato.

Il tramonto delle aquile

Calzone di ricotta dolce

 

Unire libri e cibi dai sapori antichi

Ai lettori del “Il tramonto delle aquile” vorrei consigliare di degustare il calzone dolce di ricotta, perché è un dolce antico della tradizione pugliese, un dolce che amo particolarmente, di cui ho persino ritrovato la ricetta in un ricettario medievale dell’epoca federiciana, mentre affrontavo le tante ricerche storiche per la scrittura del romanzo. Il profumo di questo dolce e il gusto così particolare riportano a sapori antichi, tramandati nel tempo, con ingredienti che si ritrovano tutt’oggi come la ricotta e le uova, lo zucchero, la farina. Quando osservo i castelli di epoca sveva disseminati in Puglia, allora penso che le innovazioni realizzate da Federico II non riguardavano solo il codice delle leggi Melfitane, gli studi scientifici e in particolare il suo trattato sulla falconeria, ma anche l’arte culinaria con ingredienti freschi e semplici come la ricotta di cui erano ghiotti anche i suoi falchi. Ebbene, leggendo “Il tramonto delle aquile” vi consiglio di gustare un pezzetto di questo dolce che potrete preparare voi stessi sognando di essere ad un pranzo alla corte fantastica dell’imperatore FedericoII .

Ingredienti

Un dolce semplice e gustoso.
Ingredienti:
Per il ripieno: un kg di ricotta, 12 uova, 300gr di zucchero, la buccia grattugiata di un limone.
Per la pasta frolla: 300 gr di farina, 150 gr di zucchero, 100 gr di olio, un po’ di lievito Pan degli Angeli(un cucchiaino circa), 2 uova intere, buccia di mezzo limone grattugiato.

Preparazione

Preparate il ripieno sbattendo le uova intere con lo zucchero per mezz’ora, poi unire poco alla volta la ricotta passata al setaccio, mescolando delicatamente e infine la buccia grattugiata del limone.

Per la pasta frolla, mischiare la farina e lo zucchero con le uova, l’olio e un po’ di lievito Pan degli Angeli, aggiungendo la scorza grattugiata di mezzo limone. Formare una palla liscia e omogenea, poi dividerla in due parti, una più piccola e una più grande.
Con la parte maggiore di pasta fare una sfoglia sottile per foderare il tegame, riempire con il ripieno. Con la restante parte di pasta ricavare delle strisce con cui coprire il ripieno formando un reticolato.
Infornare a 180 gradi e cuocere per mezz’ora circa. Sfornare il dolce e cospargerlo di zucchero al velo, se gradito.

Il tramonto delle aquile

“Il tramonto delle aquile” è l’ultimo romanzo storico di Chiara Curione. Il protagonista è Manfredi di Svevia che racconta in prima persona la sua vita sin dall’adolescenza alla corte paterna e, successivamente, dopo la scomparsa del’imperatore, della sua ascesa al potere fino alla battaglia di Benevento in cui perse la vita. Il testo tende a mettere in luce i valori umani del protagonista e dei personaggi che lo circondano, parla di amore, di amicizia, ma anche di tradimento, di morte, di battaglie per riconquistare il potere nell’eterna lotta della supremazia tra impero e papato. In scena c’è la numerosa famiglia imperiale.

Federico e i suoi tanti figli, avuti da mogli diverse e amanti, figli spesso in competizione tra loro. Il romanzo, che unisce la storia e la leggenda, racconta di un’epoca travagliata ma piena di sviluppo, dove l’arte fioriva con grandi novità e la ricerca scientifica si intensificava, dove anche nell’architettura tutt’oggi si possono ammirare le numerose opere volute dall’Imperatore e da suo figlio Manfredi. Manfredi fu il figlio illegittimo più amato, colui che somigliava più di tutti all’imperatore e che che diventò il re di Sicilia e di Puglia.

Un re amato da tutti anche dal popolo, il quale ha tramandato attraverso le numerose leggende la storia di Manfredi, di sua madre Bianca Lancia, di Federico II. Con questa storia non solo si apprendono gesta di eroismo e di coraggio, ma anche la tenacia, l’onore, la lealtà. Una storia che parte dai nostri avi e arriva fino a noi per raccontare le nostre radici e le nostre tradizioni. L’ambientazione per la maggior parte è realizzata nei castelli più famosi di Puglia e parla di un medioevo dove la coloratissima corte federiciana attraversava paesi e città, lasciando esterrefatto il popolo che accorreva a vedere passare Federico II, in sella al suo bellissimo cavallo nero, seguito dai dignitari di corte e studiosi, al centro della carovana che si apriva con il serraglio di animali esotici. Seguivano i saltimbanchi e i giocolieri, poi le temibili guardie del corpo, i saraceni, in fondo c’erano gli elefanti che trasportavano palanchini con le donne del suo harem, seguivano i cavalli e i muli che trasportavano casse cariche di libri, vettovaglie e tutto il necessario per la corte.

Chiara Curione fa rivivere un’epoca mai dimenticata che ci fa sognare, dove la storia diventa non un semplice svolgersi di avvenimenti, ma la vita stessa di un popolo, della sua evoluzione e delle sue tradizioni.
Il romanzo, che è collocato in un’epoca di cui conserviamo alcune architetture, ci aiuta a studiare le nostre radici e i nostri stili di vita e a compararli con quelli del passato. Un romanzo storico serve appunto a riscoprire la storia in un modo diverso e più vicino a noi.

Dettagli del libro

  • Formato: Formato ebook
  • Dimensioni file: 1554 KB
  • Lunghezza stampa: 254
  • Editore: Edizioni Esordienti E-book (25 novembre 2014)
  • Venduto da: Amazon – Kobo
  • Lingua: Italiano
  • ISBN: 978-88-6690-223-2

Andrea Leonelli e il Gioco dei Libri – La selezione colpevole

gioco-di-libriAndrea Leonelli e il Gioco dei Libri – La selezione colpevole

Talvolta è capitato di passare qualche ora in buona compagnia con gli amici, cercando di indovinare quale fosse il soggetto estratto e ponendo domande del tipo: “Se fosse una città, quale sarebbe?”

Ebbene, abbiamo chiesto ai nostri autori di abbinare il titolo del loro libro a una città, un personaggio, un piatto tipico e una canzone. Ed ecco uno dei risultati.

La selezione colpevole

Sinossi

la selezione colpevole Introduzione a “Crepuscoli di luce”

La totale e completa negazione di una visione positiva regala in realtà la massima espressione del contrario della stessa. Cosa mai potrebbe esserci di peggiore? Ed ecco che il pessimismo si tramuta nella timida speranza che non vi sia affatto niente di peggio. “ma lascio la radice sperando di rifiorire”. L’animo sprofondato nel nulla risorge dalla propria miseria, facendo tesoro della bruttura umana. Francamente trovo che la raccolta contenga delle vere ed autentiche perle di pessimismo estremo che adoro, perché per quanto possa essere buio il pozzo in cui c’immergiamo, la luce del nostro IO brilla comunque. Come Dorian Gray trasmuta nel ritratto la propria essenza, così il mostro t’invita a vedere “il riflesso del tuo sporco interiore”. E la prosa contenuta è talmente estrema da riempire con la sua sofferenza ogni angolo disponibile, diventando “importante”.

Irma Panova Maino

Se “La selezione colpevole” fosse

 faenza

Una città: Faenza

«Le città di Lamone e di Santerno
conduce il lïoncel dal nido bianco,
che muta parte da la state al verno.»
(Dante Alighieri, Inferno, Canto XXVII)

Faenza è un comune italiano di 58541 abitanti della provincia di Ravenna in Emilia-Romagna.
Posta sulla via Emilia tra Imola e Forlì, poco a ovest del centro della Romagna, si trova ai piedi dei primi rilievi dell’Appennino faentino ed è sede vescovile della diocesi di Faenza-Modigliana nonché storicamente nota per la produzione di ceramica.
Oltre che faentini, un nome classico con il quale sono raggruppati gli abitanti di Faenza è “manfredi”, dal nome della famiglia che governò la città.

Faenza è la città in cui ora risiedo e lavoro, dove vivo. La città in cui sono avvenuti i cambiamenti della mia vita adulta. In cui mi sono scoperto persona, in cui mi sono perso e ritrovato in cui sono quasi morto e poi rinato.
Questa prima silloge, scritta in questa città è figlia anche del mio “essere” qua, in questa città per cui provo sentimenti contrastanti.
Né città né paese ha molte delle caratteristiche di entrambe, e non sempre sono le migliori. Ma non credo esista una “media città” perfetta. E come si può amare o odiare sia la metropoli che il villaggio rurale, lo stesso si può dire per queste località che stanno a metà strada.

 fegatoveneziana

Un piatto: Fegato alla veneziana

Ingredienti per 4 persone

400 g di fegato di vitella tagliato a fette sottili; 2 o 3 cipolle bianche del peso complessivo di circa 400 g; 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva; 2 dita di vino bianco secco; prezzemolo, sale e pepe.

Minuti preparazione: 20

Minuti cottura: 25

Spellate le cipolle e affettatele sottili. Togliete la pellicina tutto intorno alle fette di fegato e tagliatele a listarelle larghe circa due dita.
Scaldate l’olio in una larga padella antiaderente e fatevi appassire le cipolle. Mantenete la fiamma a metà altezza e mescolate spesso in modo che le cipolle si cuociano senza quasi prendere colore.
Dopo circa un quarto d’ora, insaporite con sale e pepe e bagnate con il vino. Distribuite sulle cipolle le listerelle di fegato, rialzate la fiamma e lasciate cuocere per non più di quattro o cinque minuti, mescolandolo spesso e salandolo solo a fine cottura.
Perché il fegato non indurisca, dovrete cuocerlo solo all’ultimo momento, facendo attenzione che non passi di cottura senza tuttavia rimanere al sangue ma solo leggermente rosato all’interno.
Servitelo caldo, spolverato di prezzemolo tritato, accompagnandolo con fette di polenta arrostita.

fonte ricetta: Gambero Rosso

Perché il fegato? In primis perché lo adoro, poi perché il suo essere dolciastro e amarognolo racchiude un po’ la delusione e la rivalsa che provavo nel periodo un cui lo scrivevo. Dolore solitudine e disillusione mentre lo scrivevo, rivalsa e soddisfazione quando l’ho visto pubblicato. Questi i motivi per il fegato alla veneziana accanto a “La selezione colpevole”

 charles-bukowski

Un personaggio: Charles Bukowski

I suoi racconti e le sue poesie trovano spazio su giornali come “Story” ma soprattutto sulle pagine delle riviste underground. Non è infatti una fugace o “poetica” linfa creativa che lo induce a scrivere, ma la rabbia verso la vita, l’amarezza perenne del giusto di fronte ai torti e all’insensibilità degli altri uomini. Le storie di Charles Bukowski sono imperniate su un autobiografismo quasi ossessivo. Il sesso, l’alcol, le corse dei cavalli, lo squallore delle vite marginali, l’ipocrisia del “sogno americano” sono i temi sui quali vengono intessute infinite variazioni grazie a una scrittura veloce, semplice ma estremamente feroce e corrosiva.

Autodistruttivo… Per un periodo lo sono stato anche io. Poi sono, almeno parzialmente, rinsavito. Ma lo spirito corrosivo e sarcastico mi è rimasto. Forse ha sempre fatto parte di me.
Insieme al dolore e alla solitudine, l’autodistruzione e la cattiveria sono parte della mia silloge.

Disturbed Down with the sickness

L’energia di questa canzone è quella che ricevevo, ascoltandola, assieme agli altri brani dell’album The Sickness, mentre scrivevo le poesie di questa silloge. La scrittura e la musica mi hanno aiutato moltissimo a superare questo periodo critico della mia vita.

Dettagli del libro

Formato: Formato ebook
Dimensioni file: 575 KB
Lunghezza stampa: 116
Editore: EEE-book (10 agosto 2012)
Venduto da: Amazon – Kobo
Lingua: Italiano
ISBN: 978-88-6690-088-7