Tornare sui banchi di scuola

Tornare sui banchi di scuola

Tornare sui banchi di scuola

Invecchiare non è automaticamente sinonimo di un cammino ormai giunto sul viale del tramonto, ad esempio tornare sui banchi di scuola può essere un ottimo stimolo sia per il corpo che per la mente.

tornare sui banchi

di Daniela Vasarri

Non è certo semplice accettare il correre degli anni, specialmente dai cinquanta in su, proprio quella soglia che, non più tardi di qualche decennio fa, veniva etichettata come vecchiaia. Oggi, grazie a molti fattori tra i quali l’alimentazione, il benessere, l’assistenza sanitaria, a cinquant’anni si è considerati giovani o perlomeno accettati da ventenne e trentenni, con i quali puoi interagire “alla pari”.

Tuttavia, il tempo vola e lo sappiamo, così ti accorgi che ti resta molto da fare, che hai lasciato indietro quei sogni piccoli o grandi e che forse potresti provare a realizzarli. Adesso o mai più.

La straordinaria opportunità che ti offre la vita odierna è di poter rimetterti in gioco, a dispetto dei nostri nonni che attendevano di vedersi incurvare ed ingrigire.

L’università

Così ho voluto tornare sui banchi di scuola, di quella università che è rimasta sempre nel mio cuore e che non ho potuto vivere come si sarebbe meritata. Da giovani si è spesso distratti e non si apprezzano le opportunità uniche che ti vengono regalate, vivendole come un obiettivo da raggiungere non sempre piacevole.

Tornare nelle stesse aule, negli stessi cortili e biblioteche, cercare di capire come funziona adesso il sistema mi ha per certi versi emozionata, per altri spaventata. Così come il primo esame, a fianco di ragazzi che potrebbero essere tuoi figli se non tuoi nipoti e che si rivolgono a te dandoti del lei, imbarazza certamente ma poi capisci che anche loro non sono così pieni di certezze. Si danno da fare, proprio come facevamo noi, tuttavia con vantaggi maggiori, come i supporti preziosi dei testi informatici e l’atteggiamento dei docenti che li rispettano ma non li intimoriscono.

Insomma, una bella sfida. Hai dei tentennamenti, dei momenti di stanchezza (oh mio Dio, mi pare di non ricordare nulla!) ma alla fine ti accorgi che, anche con i capelli bianchi, non sei così lontano dal ragazzino con lo zaino che si arrotola una sigaretta e in un momento mette a fuoco l’aspettativa del docente.

Invecchiare è meraviglioso, quarant’anni fa non lo sapevo.

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