1° Convegno congiunto EEE – Il Mondo dello Scrittore

convegno-autori-e-web-720x5401° Convegno congiunto EEE – Il Mondo dello Scrittore

Tema: Autori e Web – Un autore che non è presente in rete difficilmente riuscirà a farsi conoscere.
Data e luogo: domenica 23 Ottobre – presso Ken & Zen Dojo Shin Ho Kan – località Pollini 3 – 28010 Fontaneto d’Agogna (Novara) – dalle 10 alle 18.30 (orario indicativo)
Partecipazione limitata e gratuita: 30 persone – prenotazione obbligatoria. Riservato ad autori EEE e Soci MDS Network.
Relatori: Piera Rossotti, Andrea Leonelli, Irma Panova Maino

In questo nostro primo Convegno congiunto vogliamo trattare un argomento che, apparentemente, sembra piuttosto scontato, ma non lo è affatto: la promozione degli Autori attraverso la rete e il Web. Le perplessità sono sempre le stesse e i dubbi si accumulano. Gli autori che approdano sui social, completamente privi di esperienza, si ritrovano a commettere errori piuttosto grossolani, ma non sono i soli. Esistono regole che non dovrebbero essere scordate, la prima fra tutte il BUON SENSO.

Un esempio fra tutti: che senso ha promuovere un libro self nel gruppo dedicato a un editore specifico? Peggio ancora, con quale criterio pubblicare nello stesso gruppo una campagna di reclutamento per un altro editore?

Quindi non sono solo gli autori a non sapere come muoversi sui social e sul web, spesso non lo sanno nemmeno gli “addetti ai lavori”… e questo fatto è ben più triste.

Programma

10:00 – 13:00: Autori e Web – Il punto della situazione inquadrato da editori, blogger e autori. Dibattito fra relatori e presenti.

Relatori: Piera Rossotti, Andrea Leonelli, Irma Panova Maino

13:00 – 15:00: Pausa pranzo

15:00 – 19:00: Autori e Web: Strategie e presenza – come dove e quando. Dibattito fra relatori e presenti.

Relatori: Piera Rossotti, Andrea Leonelli, Irma Panova Maino

Un italiano a Madrid: Gastone Cappelloni

Un italiano a Madrid: Gastone Cappelloni

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A cura di Elisabetta Bagli

Ogni volta che Gastone Cappelloni mette piede in Spagna si sente, dall’atmosfera improvvisamente allegra che si respira, che è arrivato. Con la sua proverbiale pacatezza quasi zen, riesce a mettersi in gioco e ad attirare l’attenzione delle persone, non solo degli addetti ai lavori, ma anche di coloro che lo conoscono per la prima volta.

3Il tour di Gastone Cappelloni è stato intenso e ricco di sorprese e di splendide conferme, come quella a Radio Círculo, al Círculo de Bellas Artes il 1 giugno, partecipando al programma “La vita è bella” curato dal conduttore e artista Marco Ricci. Dopo due anni si sono incontrati di nuovo due grandi amici che hanno avuto la capacità di saper ridere e sorridere insieme agli ascoltatori, coinvolgendomi, visto che mi trovavo con loro in veste di interprete e traduttrice.  Nel corso del programma Gastone ha presentato i suoi due libri, “Tu, Ottava nota“, edito dalla casa editrice EEE di Torino e l’edizione spagnola di “Una semilla más allá del océano“, che ha già visto presentazioni in Spagna e in Argentina, pubblicato in una nuova edizione dal prestigioso editore Pablo Méndez con la sua casa editrice Ediciones Vitruvio di Madrid. Tra una chiacchiera e l’altra ci sono stati interventi musicali e anche poetici, nei quali si è data lettura alle poesie di entrambi i libri, in italiano e in spagnolo.

5A fine puntata siamo andati all’Azotea del Círculo de Bellas Artes e abbiamo visto il panorama a 360º di Madrid: unico, da mozzare il fiato!

Il 2 giugno, invece, è stato presente all’apertura di “Passione Italia 2016”, evento giunto all’ottava edizione, presso la Scuola Statale Italiana di Madrid, per l’appuntamento annuale allestito nel cortile dell’istituto in occasione della Festa della Repubblica italiana, organizzata dalla nostra Camera di Commercio presente nella capitale spagnola, nel quale si mettono in evidenza le eccellenze nostrane, il MADE IN ITALY. Inoltre, Gastone ha partecipato anche alla Feria del Libro di Madrid 2016, e anche in questo caso non ha mancato di dare voce al suo animo sensibile, facendosi portavoce dell’iniziativa dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) di cui Ivan Cottini, amico del nostro poeta, è testimonial. Successivamente, siamo andati alla Biblioteca Eugenio Trías del Retiro a depositare i nostri nuovi libri, per renderli disponibili alla lettura.

9Il 3 giugno, invece, la giornata è stata la più intensa di tutte e, dopo essere andati alla Scuola italiana per Passione Italia, è stata fatta la presentazione del suo libro “Una semilla más allá del océano” nel Ristorante Tolezamar, limitrofo al Parco del Retiro dove si svolge la Fiera. A questa presentazione oltre a me sono stati presenti l’editore Pablo Méndez e altri poeti di grande calibro, quali Francisco J. Castañón e Fernando López Guisado.12 La serata si è conclusa in meravigliosa compagnia al Taste Gallery con Debora Marchesiello e alcune amiche che hanno ascoltato la lettura delle poesie di Gastone Cappelloni in occasione di un evento privato.

Gastone è un poeta sensibile ma, soprattutto, un uomo molto aperto alle nuove avventure e affronta tutto quel che gli capita intorno con la meraviglia di un bimbo e con la consapevolezza che la vita deve essere vissuta ogni minuto in modo intenso e indimenticabile.

E noi, a Madrid, lo aspettiamo ancora e sempre a braccia aperte! Gastone, non vediamo l’ora di accogliere le tue nuove opere e di ascoltare ancora altri aneddoti della tua vita, non vediamo l’ora di costruire insieme questo spaccato di vita artistica e non solo! Gastone, Madrid ti chiama e ti ama!

Cinzia Morea ha presentato il suo libro, in buona compagnia

Cinzia Morea ha presentato il suo libro, in buona compagnia

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di Cinzia Morea

Sala Consigliare del Comune di Arluno.

Il nove aprile ero invitata alla festa del libro presso la scuola secondaria inferiore di Arluno. Avrei incontrato i ragazzi delle prime classi nella sala consigliare del municipio del paese per chiacchierare con loro di Costantino e delle sue avventure.

Poiché è Sansone ad avermi ispirato il Mastino Nuvolare che Costantino deve ritrovare nel primo romanzo della trilogia e poiché sempre dalle mie giornate con lui ho tratto ispirazione per molte pagine del secondo romanzo, e infine poiché è nel corso delle nostre lunghe passeggiate insieme che mi vengono le idee, Adriana Carnazzola, Assessore alla Cultura e Ambrogina Ceriani, responsabile della biblioteca del comune di Arluno, avevano chiesto che presenziasse alla manifestazione.

Emozionati giungemmo alla sala un po’ in anticipo perché Sansone potesse esplorarla e mettersi a suo agio.

All’arrivo dei ragazzi lui si era già accomodato sotto un tavolo, pronto a raccogliere lodi e complimenti con una calma e un aplomb degni di un consumato cane da palcoscenico. Io meno imperturbabile di lui presi il microfono e iniziai a parlare. Ma non c’era motivo di sentirsi nervosi, i ragazzi delle prime cinque classi della scuola Guglielmo Marconi sono stati interlocutori splendidi, attenti, curiosi e appassionati mi hanno rivolto moltissime domande sulla passione di leggere e scrivere e spero di aver contribuito a che non rinuncino a leggere mai, e a che mai perdano il gusto di far volare la fantasia.

Da parte mia posso dire che per me sono stati senz’altro fonte di ispirazione. Ringrazio Adriana ed Ambrogina per avermi dato la possibilità di partecipare a questa entusiasmante iniziativa.

 

La fede dei ragazzi diventa un romanzo

Swatch: la fede dei ragazzi diventa un romanzo

Questa intervista a Davide Baraldi, di Barbara Sartori, è apparsa su Il Nuovo Giornale di Piacenza, Venerdì 08. 04. 2016 a pagina 08

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Don Davide Baraldi, bolognese, martedì 12 aprile in Cattolica presenta “Swatch

Luca ha lasciato la parrocchia dopo la Cresima, gioca a football americano nei Rockets Bologna e ha un sogno: fare carriera nella National Football League. Allyson è una studentessa del liceo classico, fa parte degli scout e, complice la passione per la fotografia, si ritrova a immortalare le finali dei campionati studenteschi, in cui gareggia anche Luca. Non sarà proprio “colpo di fulmine”, ma qualcosa succederà.

Luca ed Allyson sono i protagonisti di “Swatch”, romanzo d’esordio di don Davide Baraldi, sacerdote bolognese che ha scelto la via della narrativa per parlare di adolescenza e fede. E non solo.

Don Baraldi sarà ospite del ciclo “Let’s book” in Università Cattolica martedì 12 aprile dalle ore 11 alle 13 in aula Gasparini. Classe 1978, prete dal 2003, è parroco a Santa Maria della Carità, in centro a Bologna e insegna teologia fondamentale alla Scuola di Formazione Teologica della sua città.

— Don Davide, da dove nasce l’idea di scrivere un romanzo?

Mi ha stimolato la domanda che rilancia un autore della materia che insegno, teologia fondamentale: come si fa a comunicare la fede senza usare linguaggi troppo stereotipati dal mondo ecclesiastico? Io provo a farlo servendomi della narrazione contemporanea, ma andando oltre il classico romanzo cattolico. Da amante dei libri quale sono, mi sono accorto che l’esperienza di fede dei ragazzi -­ in Italia sono ancora il 75% quelli che passano per il mondo delle parrocchie -­ è completamente trascurata. Quei pochi testi che parlano della dimensione religiosa dei ragazzi, dipingono quelli che sono in parrocchia come – ­mi passi il termine ­- degli “sfigati”. Un esempio, per quanto sia un bellissimo romanzo, è “Emmaus” di Baricco, che dipinge quattro ragazzi uno messo peggio dell’altro.

La realtà non è così. La narrativa deve anche descrivere la realtà, quindi ho provato a rendere ragione di questi giovani che non sono come li si ritrae, anzi, spesso sono invece i più brillanti.

— Nei ragazzi che popolano il suo romanzo ci sono volti e incontri che ha fatto nella sua vita di sacerdote?

Nessun personaggio esiste in quanto tale, ma ogni personaggio è il risultato di un puzzle che ho messo insieme a partire da esperienze che ho rielaborato e ricucito in una sorta di vestito di Arlecchino. Ogni singolo evento, anche quello più strano, ha però una corrispondenza con la realtà.

Ingenui davanti al futuro

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— “Swatch” ai più fa venire in mente il famoso orologio. Ma è pure il titolo di una canzone degli Stadio che lei cita a mo’ di epigrafe del romanzo. Quel che è certo, è che nella sua narrazione è centrale l’idea del tempo. Come vivono il tempo i ragazzi che incontra?

C’è un vivere il tempo cronologico, che i ragazzi vivono con meno problemi di noi adulti, nella gratuità. Vedo dal mio osservatorio dei ragazzi molto impegnati, e anche in cose buone: sport, attività, volontariato…

Ma c’è un secondo livello, quello del rapporto con il tempo della vita e lì mi sembra che nei giovani si colga molta ingenuità. È questo uno dei grandi temi del libro.

— Ingenuità nell’affrontare quel che accade?

Ingenuità rispetto alla prospettiva del futuro. Ci si convince di poter fare qualunque cosa. Mi sembra che nella giovinezza, per le caratteristiche proprie dell’età, non si possa avere piena consapevolezza di quanto sono dense e impegnative le sfide del futuro.

— L’Istituto Toniolo ha da poco pubblicato l’indagine sui giovani e la fede con un titolo emblematico: “Dio a modo mio”. C’è una forte domanda di Dio tra i ragazzi, ma sembra non riescano a trovarvi risposta nelle strade “istituzionali”. Lei che domande coglie nei giovani che incontra, quali sono le urgenze più forti, che sono entrate anche nel libro?

Domande di autenticità, relazione, comunicazione e di alleggerimento delle sofferenze del mondo. La cosa che ha registrato l’Istituto Toniolo è molto vera, il problema è che la Chiesa tende ancora a proporre gli aspetti dogmatici della fede e non quelli che toccano l’umano.

— A volte siamo portati a rispondere all’allontamento dei ragazzi dalla Chiesa cercando di attirarli con linguaggi particolari, proposte originali… Cos’è che permette ai ragazzi di vivere pienamente la comunità cristiana?

La vicinanza umana. L’unica cosa che paga è stare vicino, aiutare a rileggere le esperienze, offrire confronti. Il punto è che ci vuole tanto tempo e non solo noi preti, ma gli adulti in generale, compresi gli educatori meglio intenzionati, hanno poca disponibilità di farlo. È un problema molto serio.

— Al di là dell’ora settimanale del gruppo, trovare tutti i giorni degli spazi di incontro?

Se non tutti i giorni, almeno mantenere l’attenzione sulle cose che contano: un messaggino quando c’è un’interrogazione o un esame, una chiamata quando due morosi si lasciano, l’offrire un confronto quando ci sono temi importanti di attualità, penso agli attentati terroristici. Non conta tanto la quantità di tempo, ma l’esserci nelle vite reali.

— I social media che i ragazzi frequentano tanto possono diventare uno strumento per alimentare le relazioni?

Andrebbero usati come un momento di passaggio tra una relazione che inizia e la possibilità di un incontro faccia a faccia. Sono un luogo bellissimo, che però è invaso da una scarica di aggressività, di violenza verbale e da una marea di stupidaggini…

Nei sentimenti non si nasce imparati

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— “Swatch” è una storia d’amore. C’è una diffusa difficoltà nel vivere le relazioni, e non solo tra gli adolescenti. Qual è la cifra che vuol raccontare attraverso la vicenda di Luca e Allyson?

È vero quel che dice. Nel romanzo io ho scelto di rappresentare un mondo adulto tendenzialmente positivo. So che è una scelta di campo e assolutamente parziale, ma l’ho voluto fare apposta, perché credo che la cosa più importante di cui hanno bisogno i ragazzi, soprattutto nell’esperienza dei sentimenti e della sessualità, sia la possibilità di parlare liberamente, di raccontare anche i propri sbagli, di elaborarli pian piano e anche di imparare. Non si nasce imparati nei sentimenti e tanto meno nella sessualità. Mi sembra che invece in ambito cattolico se di sessualità si riesce a parlare in confessione è già molto… Anziché essere preoccupati subito della questione del peccato o meno, sarebbe più importante che i ragazzi si sentissero liberi di parlare, per aiutarli a crescere anche in questa dimensione. Siamo attenti a formarli con progressione in tutto – penso alla preghiera ­- e sui sentimenti non facciamo nulla?

— “Swatch” è uscito a settembre. Che risposta sta avendo?

Per quanto riguarda i numeri, ho venduto 800 copie cartacee, non ho ancora riscontri sulle vendite attraverso gli store on line e la versione e­book.

— E dal fronte dei lettori?

Tendenzialmente positiva, talvolta entusiasta. Qualcuno mi ha detto che il complimento più grande che poteva farmi è che non sembra scritto da un prete! Invece, un amico sacerdote mi ha rimproverato di aver dipinto i preti in modo troppo positivo, anche se in realtà la figura più importante alla fine sbaglia clamorosamente nei confronti di Allyson.

— Un’autocritica?

Mi sarebbe piaciuto intercettare un mondo estraneo all’ambito religioso, anche col rischio di avere riscontri più severi, ma mi pare che sia avvenuto meno. Questo un po’ mi dispiace.

Barbara Sartori

 

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Salone Internazionale del Libro 2016

EEE al Salone Internazionale del Libro 2016 di Torino

EEE sarà presente al Salone Internazionale del Libro 2016 nel Padiglione 2, presso lo stand N 118. Veniteci a trovare!

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Ci siamo, manca ormai davvero poco alla nuova edizione del Salone Internazionale del Libro e anche per quest’anno abbiamo predisposto tutto il necessario per esserci. Non dimentichiamoci che per una piccola realtà editoriale, come lo è EEE, partecipare a un simile evento rappresenta uno sforzo, in termini di energia, organizzazione e fattore economico, davvero notevole. Tuttavia, per il nostro editore “esserci” significa poter rafforzare quell’unione che lo lega ai propri autori e che permette a questi ultimi di sentirsi parte di un progetto più grande, di un sogno sempre più tangibile e reale. Ma non solo.

Ormai è diventata consuetudine fare dello stand EEE un punto di riferimento per tutti gli autori che, conosciutisi sul web, desiderano poi incontrarsi personalmente. Quindi, il nostro piccolo spazio avrà modo, anche quest’anno, di poter diventare un salottino per chiunque voglia fermarsi, fare quattro chiacchiere, scambiare opinioni e trovare nell’editore e in noi autori una testimonianza del fatto che in Italia, fare dell’editoria seria, si può. Inoltre, sempre come ogni anno, EEE organizza una conferenza stampa in cui la propria realtà editoriale serve solo come introduzione ad argomenti d’interesse comune. Piera Rossotti non teme il confronto e non ha paura di svelare gli inghippi contrattuali o quelle che sono le trappole che di solito pullulano nel web e in cui, purtroppo, diversi autori finiscono per cadere. Quest’anno, sabato 14 maggio, alle ore 18.30, presso la Sala Argento, avremo modo di parlare della sua convinzione che per poter emergere nel mare magnum dei titoli pubblicati, è necessaria una concreta cooperazione con solo fra editore e autore, ma fra gli autori stessi. Creare una squadra unita e collaborativa può diventare un dettaglio vincente… e i fatti lo dimostrano.

Venite a trovarci e non mancate alla nostra conferenza!

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Giorgio Bianco alla Libreria della Torre

Giorgio Bianco alla Libreria della Torre: nuova presentazione

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Giorgio Bianco ormai ha spiccato il volo e le sue presentazioni diventano sempre più frequenti, segno evidente che il fatto gli procura diverse soddisfazioni. Detto fra noi, non ce ne stupiamo, dal momento che Dammi un motivo, il suo ultimo libro pubblicato con EEE, è godibile sotto molti punti di vista, non ultima una trama diversa dal solito.

Martedì 19 aprile, alle ore 18.30, Giorgio presenterà il suo libro presso l’accogliente Libreria della Torre di Chieri (provincia di Torino), in Via Vittorio Emanuele II, 34, assistito dalle amorevoli cure della sua Editora, Piera Rossotti. La Libreria della Torre partecipa, tra l’altro, all’Italian Book Challenge, che vi ricordiamo essere il Campionato dei lettori indipendenti promosso da innumerevoli librerie sparse in tutta Italia.

Quindi, non perdetevi la presentazione di Giorgio Bianco, la simpatia della sua Editora e la possibilità d’incontrare due protagonisti di una piccola, ma solida, realtà editoriale italiana.

Dammi un motivo, la trama:

Giulia, cartomante cinquantenne alcolizzata, salva una bambina, la ricchissima Céline, da un naufragio e dalla follia del padre. Contando sul fatto che Céline sia ritenuta morta da tutti, le due donne decidono di trascorrere un periodo insieme, inventando una parentela che giustifichi la presenza della ragazzina a casa della cartomante. Ma la loro complicità stenta a decollare. Infatti nasce nella disperazione e nello scontro fra età e situazioni sociali diverse. Eppure, poco alla volta, si consolida grazie alla scoperta di tanti punti in comune. Insieme, Giulia e Céline trovano uno scopo per vivere. Intanto progettano una fuga impossibile dall’altra parte del mondo.

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Si presenta «Swatch»

I ragazzi e la fede nel romanzo di don Davide Baraldi

Luca ha lasciato la parrocchia dopo la Cresima, gioca a football americano nei Rockets Bologna e ha un sogno: fare carriera nella National Football League. Allyson è una studentessa del liceo classico, fa parte degli scout e, complice la passione per la fotografia, si ritrova a immortalare le finali dei campionati studenteschi, in cui gareggia anche Luca. Non sarà proprio “colpo di fulmine”, ma qualcosa succederà.

Luca ed Allyson sono i protagonisti di “Swatch”, romanzo d’esordio di don Davide Baraldi, sacerdote bolognese che ha scelto la via della narrativa per parlare di adolescenza e fede. E non solo.

Don Baraldi sarà ospite del ciclo “Let’s book” in Università Cattolica martedì 12 aprile dalle ore 11 alle 13 in aula Gasparini. Classe 1978, prete dal 2003, è parroco a Santa Maria della Carità, in centro a Bologna e insegna teologia fondamentale alla Scuola di Formazione Teologica della sua città. “Mi ha stimolato la domanda che rilancia un autore della materia che insegno: come si fa a comunicare la fede senza usare linguaggi troppo stereotipati dal mondo ecclesiastico? Io provo a farlo servendomi della narrazione contemporanea, ma andando oltre il classico romanzo cattolico. Da amante dei libri quale sono, mi sono accorto che l’esperienza di fede dei ragazzi – in Italia sono ancora il 75% quelli che passano per il mondo delle parrocchie – è completamente trascurata. Quei pochi testi che parlano della dimensione religiosa dei ragazzi, dipingono quelli che sono in parrocchia in negativo. La realtà non è così. La narrativa deve anche descrivere la realtà, quindi ho provato a rendere ragione di questi giovani che non sono come li si ritrae, anzi, spesso sono invece i più brillanti”.

Leggi l’intervista completa a pagina 8 dell’edizione di Il Nuovo Giornale di venerdì 8 aprile 2016.

Sorgente: Si presenta «Swatch»

Una nuova presentazione per Dammi un motivo

Una nuova presentazione per Dammi un motivo di Giorgio Bianco, alla Biblioteca Civica di Cambiano

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Nel corso del tè letterario, svoltosi alla Biblioteca Civica di Cambiano (To), 11 marzo alle ore 17, Giorgio ha avuto modo di incontrare i propri lettori nel corso della presentazione di Dammi un motivocondotta dal giornalista Federico Gottardi. L’atmosfera simpatica e piacevole, in cui il tè, non virtuale ma ben caldo e con i biscottini, ha creato l’opportunità per rivolgere domande all’autore sulle sue fonti di ispirazione, sulle sue metodologie di scrittura e, naturalmente, sono diventate anche l’occasione per “curiosare” nei progetti di libri futuri.

Fra il pubblico presente non solo l’editora Piera Rossotti, sempre pronta per sostenere i propri autori, ma anche l’amico e “collega di Catalogo” Claudio Oliva.

Possiamo dire che Giorgio inizia a prenderci gusto nel presenziare a questi incontri, sicuramente il contatto diretto con i propri lettori non può essere che stimolante per uno scrittore, offrendogli magari qualche spunto in più per le sue prossime produzioni. Tuttavia, avendolo visto aggirarsi, con aria furtiva, nei pressi del tavolo su cui era stato appoggiato il vassoio dei biscotti, sospettiamo che possano essere questi ultimi la vera ragione dell’aria soddisfatta che appare sul suo volto nelle foto dedicate alla giornata.

 

Presentazione del libro Il segreto di Monte Navale

Presentazione del libro Il segreto di Monte Navale

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3 marzo 2016: nella bella Sala Consiliare settecentesca del Municipio di Rivarolo Canavese, ha avuto luogo la presentazione, con la partecipazione dell’editora Piera Rossotti, del romanzo giallo Il segreto di Monte Navale, di Claudio Danzero.

L’Autore ha incuriosito l’uditorio senza raccontare le vicende del romanzo, per non togliere il piacere della lettura, ma ha rievocato il “come eravamo” di mezzo secolo fa, con particolare riguardo ai luoghi del libro – Torino, Ivrea, Castellamonte, Pont Canavese – alle abitudini, ai locali di svago e di lavoro (in particolare, all’Olivetti di Ivrea), attraverso la proiezione di foto d’epoca tratte dal suo archivio personale.

Dopo il romanzo storico La sposa del sud, che molto è piaciuto agli amanti del genere, Claudio Danzero torna con un giallo che riporta comunque un’impronta d’epoca, catapultando il lettore negli anni sessanta. Questa la trama:

Il mistero di Monte Navale è un romanzo poliziesco, con omicidi e relative indagini condotte, nel caso specifico, da una giovane giornalista rampante e da un brillante commissario di polizia, ma, soprattutto, è un acquerello della vita di Torino e della sua provincia negli anni Sessanta, quando la crescita economica inizia a cambiare profondamente la vita quotidiana, le abitudini e i consumi della popolazione, mentre si assiste ai fenomeni dell’inurbamento e dell’immigrazione, e anche allo sviluppo dell’istruzione, come chiave per l’accesso a migliori condizioni di vita e di lavoro.

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Chiara Curione a Santeramo

Si è svolta mercoledì 2 marzo la presentazione del libro di Chiara Curione, Il tramonto delle aquile, all’UTE di Santeramo

Chiara ci racconta come si è svolto l’incontro e quali sono state le sue impressioni.

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di Chiara Curione

Il libro è stato introdotto dalla scrittrice Giulia Poli con Pierpaolo Benedettini che organizzano le presentazioni all’UTE di Santeramo. Benedettini ha presentato il libro ponendomi delle domande critiche sul tema: Perchè gli Svevi? Domande che approfondivano le tematiche del romanzo storico e domande sui personaggi, quelli reali e quelli di fantasia.12828413_1049419858460633_6860700264447306887_o

Giulia Poli ha analizzato nella sua relazione la struttura del romanzo. Infatti solitamente il romanzo storico è scritto in terza persona, ma io ho usato la prima persona e lei quando ha cominciato a leggere si è chiesta come avrei terminato la storia perché, come si sa, Manfredi è il protagonista e racconta la sua vita che termina tragicamente con la battaglia di Benevento. Da scrittrice si è chiesta in che modo avrei raccontato la sua fine. E notando che tutti gli avvenimenti successivi sono stati riportati dalla figlia Costanza, che ha sognato lungamente suo padre, ha sottolineato il valido espediente che ho usato. Inoltre, il pubblico era molto interessato, ho raccontato vari aneddoti, leggende del mito di Federico II e suo figlio Manfredi incuriosendo ed entusiasmando i presenti . Qualcuno ha detto: “Sembra di rivivere nel nostro Medioevo attraverso le tue parole”. Ma ti assicuro che le figure di Federico II e di Manfredi sono ancora vive qui tra le mura dei nostri castelli.