EEE al Salone del Libro

Andare al Salone del Libro, nonostante tutto.

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Anche quest’anno, nonostante tutte le difficoltà oggettive che si riscontrano nel partecipare a un evento così importante come il Salone del Libro, saremo presenti, insieme ai nostri autori, portando la nostra filosofia. Tuttavia, perché un piccolo editore, oltretutto digitale, dovrebbe sobbarcarsi un impegno del genere, tra l’altro gravoso anche da un punto di vista economico? Cosa gliene viene in tasca? In effetti, se dovessimo solo valutare l’aspetto economico esisterebbero diversi motivi validi per restare a casa ed evitare di sottostare a diverse leggi, non scritte, che privilegiano la grande editoria, relegando i piccoli a ruoli da comprimari. Non solo, lo sforzo umano, che si richiede all’editore e ai suoi collaboratori, è davvero notevole, se non altro per tutte le ore che vengono passate in un ambiente rumoroso, caotico e, spesso, privo del sollievo dato dal ricambio ottimale di aria. Quindi, se nonostante tutti questi disagi, l’esserci al Salone Internazionale del Libro di Torino è ancora una meta a cui ambire, può solo voler dire che dei vantaggi ci sono. E non è solo per un fattore dato dal prestigio, dal poter dire: “io c’ero”. A monte persiste quella passione che permette di compiere dei passi, anche onerosi, pensando comunque ai propri autori, ai libri che così amorevolmente si è deciso di pubblicare, di portare al cospetto di un pubblico spesso critico e poco propenso a dare una chance a dei nomi sconosciuti, benché validi. Dietro a tutto questo sacrificio c’è l’amore di un editore per il proprio lavoro e per tutti coloro che lo aiutano a realizzarlo. In ogni singola azione esiste quel fuoco che permette di superare ogni ostacolo e ogni difficoltà pur di garantire un posto onorevole a quelle “creature” che noi definiamo semplicemente libri.

Per questi motivi, anche quest’anno, saremo presenti a Torino e porteremo la nostra passione nei corridoi affollati, fra i banchi cosparsi di volumi, in mezzo alle pubblicità di nomi famosi e volti noti. Ci saremo con il nostro bagaglio prezioso di opere belle, scritte bene, amate in ogni loro singola parte e scaturite dalla fantasia prodigiosa di autori ricchi di talento. Non sarà difficile trovarci, saremo quelli che sorrideranno radiosi ai passanti e s’intratterranno in piacevoli chiacchiere con chiunque vorrà chiederci informazioni e spiegazioni di vario genere. E se vorrete venirci a trovare, nel Padiglione 2 presso lo stand N 114, accoglieremo con gioia anche gli amici.

 

Haiku: la poesia dell’essere

Haiku: la poesia dell’essere, oltre il mondo fluttuante

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Giovedì 2 aprile, alle ore 21 ad Appiano Gentile, presso l’Associazione Culturale Carlo Linati, Andrea Tavernati illustrerà la sua opera poetica L’intima Essenza. Il percorso ideale partirà dalla definizione di haiku, come genere poetico, passando alle sue incarnazioni in occidente per arrivare all’introduzione vera e propria del suo libro. Dunque non solo una presentazione, ma un’occasione per approfondire l’arte poetica, analizzandola nelle sue varie forme.

Associazione Culturale Carlo Linati, presso Villa Rosnati, via Baradello 4, Appiano Gentile, Como.

Chiunque volesse intervenire sarà il benvenuto! Naturalmente l’ingresso è libero.

La centunesima infelice si presenta

Presentato a Caorle il libro di Nicoletta Parigini, La centunesima infelice.

di Nicoletta Parigini

Sabato 28 febbraio 2015 si è svolta a Caorle, il mio paese natale e il luogo in cui vivo, la prima presentazione de La Centunesima Infelice. Il piccolo evento, a cui ha partecipato un nutrito pubblico, mi ha dato l’opportunità di parlare del mio romanzo e della mia attività di scrittura, e ha fornito l’occasione per un breve momento culturale e conviviale.
La discussione, la lettura ad alta voce e la musica di Alessandro e Luca, sono stati gli ingredienti fondamentali di un riuscito e piacevole incontro tra amici da cui è emersa la passione comune per la lettura e l’interesse per “le storie”, sostanza e nutrimento primo della narrativa.
Ecco di seguito le domande e le risposte che, durante la presentazione, si sono alternate alle letture dei brani e ai pezzi musicali.

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Milena Fernandez: Per fortuna dei lettori, un giorno Nicoletta Parigini decide di mollare il lavoro di restauratrice di opere d’arte per tuffarsi nella scrittura. Oggi le sue mani non sono impegnate a rammendare una tela del Rinascimento o del Settecento, ma trasmettono l’arte e l’ammirazione per la bellezza attraverso i libri.
I bravi scrittori e scrittrici imparano il mestiere nel miglior modo di sempre: leggendo. Fin da bambina, Nicoletta è stata una gran lettrice. Poi, per lei, è arrivato il momento di confrontarsi con il lampeggiare del cursore del computer e con la voglia di scrivere storie tutte sue.
Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo Agata, ripubblicato come ebook insieme al suo seguito Agata e il manoscritto di Melchiorre con Edizioni Esordienti Ebook nel 2012. Entrambi sono romanzi per ragazzi.
Nel 2014 ha vinto il Premio Streghe Vampiri e co. –concorso indetto dalla Giovane Holden Editore– con il fantasy Nina Tempesta e il signor Schmitt che sarà pubblicato a breve dalla citata casa editrice.
Il suo ultimo romanzo, La Centunesima infelice, è stato pubblicato a gennaio 2015 da Edizioni Esordienti Ebook.

Tutto l’articolo e l’intervista che segue sono presenti nel blog dell’autrice: QUI

centunesima_cover.EEELa trama:

Quante persone vivono, o sono vissute, a Venezia? Quanti, che vi hanno abitato in passato, sono ancora lì, camminatori instancabili, presenze in genere silenziose e ignote… a meno che non incontrino qualcuno che riesca a percepirli o a cui possano apparire in sogno.
Nell’attesa di transitare definitivamente nell’aldilà, le anime di coloro che hanno amato troppo la vita, che hanno lasciato qualcosa di incompiuto, o che hanno timore di ciò che li attende, vagano per le calli e, talvolta, interferiscono con il mondo dei viventi.
Marino Sanudo, uomo politico ed attento cronista della Serenissima, vissuto a cavallo tra il Quattro e il Cinquecento, che non ha nessuna voglia di abbandonare la sua città e non è certo ansioso di sottoporsi al Giudizio, trova nella quattordicenne Angelina il legame perfetto con il mondo visibile. Legame strano e curioso, quello tra un fantasma che ama vestirsi secondo la moda di epoche successive alla propria (predilige la marsina), e che addirittura prova a scrivere dei testi rap, e un’adolescente con una famiglia normalmente infelice: una sorella di poco maggiore che le ha “soffiato” il ragazzo, una madre depressa, un padre disorientato, un delizioso fratellino in età di asilo nido, una nonna bisbetica e una badante polacca.
Per una ragazzina che ha già le normali difficoltà legate alla sua età, per di più innamorata anche di Dario, un giovane rapper che sembra avere qualche problema di cui nessuno vuole parlarle, non è certo facile venire anche in contatto con la sofferenza che sente nelle voci dei trapassati, che le comunicano il loro dolore, l’attesa, l’impazienza, la paura. Ma se Marino Sanudo comunica con Angy, una ragione c’è, e quando la ragazza comprenderà, si potrà finalmente chiudere il cerchio della vicenda.
Una bella storia, questa della Centunesima infelice, perché parte come un racconto di fantasmi ma diventa un romanzo di formazione, fresco e immediato, che passa attraverso gli occhi e il linguaggio di una ragazzina di oggi, quella che potreste trovarvi vicina su un vaporetto veneziano, mentre va a scuola al mattino e magari stupirvi se, passando in un certo tratto del Canal Grande, si mette le mani sulle orecchie e comincia a canticchiare un brano di rap.

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Presentazione Il tramonto delle aquile

Chiara Curione apre l’edizione 2015 della rassegna letteraria “I Giorni della mimosa” con Il tramonto delle aquile.

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Martedì 3 marzo 2015, alle ore 19.00 sarà Chiara Curione ad aprire la quarta edizione della rassegna letteraria tutta al femminile “I Giorni della Mimosa”. La scrittrice di romanzi per ragazzi e di romanzi storici e di ambientazione pugliese, presenterà presso il Circolo Pivot il romanzo “Il tramonto delle aquile”, pubblicato dalla EEE editrice e imperniato sulla triste vicenda di Manfredi di Svevia, un personaggio misconosciuto della storia medievale e della nostra regione. Anche questa quarta edizione de “I Giorni della mimosa”, omaggio alle donne scrittrici e protagoniste della letteratura, è organizzata dal Circolo Pivot e Fuoriluogo col patrocinio dell’Amministrazione comunale e il sostegno dell’Associazione Pugliese degli editori e nasce da un’idea della Libreria Piepoli e dalla Ebm di Eugenio Bernardi. Durante ognuna delle quattro serate della rassegna non mancherà anche un momento di sensibilizzazione sul tema, a cura dell’Aido presieduta dal dottor Giuseppe Carrieri.

Come di consueto, sarà assegnato al termine della rassegna il premio Donna e cultura 2015, ad una donna castellanese che si è distinta per particolari meriti e che sarà individuata tra le associazioni Maria Cristina di Savoia, Cultura in tandem, Filodrammatica Clori, Cittattiva, Iopinodj, Incontrada, Agica, Opificio delle idee e Amici Nostri (tutto l’articolo è disponibile QUI).

Pagina dell’evento su Facebook.

Trama:

Manfredi di Svevia, ultimo sovrano svevo del regno di Sicilia, racconta in prima persona le complesse e drammatiche vicende di cui fu protagonista, fino alla battaglia di Benevento, in cui perse la vita nel 1266, sconfitto da Carlo d’Angiò. Romanzo scorrevole, di buona scrittura, è adatto anche ad un pubblico giovane, ed ha il merito di avvicinare il lettore alla storia di un periodo complesso e travagliato, in cui il papato lotta per essere protagonista di primo piano, ed usa tutti gli strumenti, compreso quello della scomunica e il sostegno al partito guelfo, per tentare di avere ragione dei suoi avversari del partito ghibellino, di cui Manfredi è il capo riconosciuto. La documentazione attenta e accurata permette inoltre al lettore di immergersi nella vita quotidiana dell’epoca, ricostruita vividamente attraverso un’ambientazione convincente e di comprendere la mentalità medievale, le credenze, le abitudini, di un’epoca in cui affondano le radici del mondo moderno.

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Primo premio assoluto HOLMES AWARDS

La Pavoncella: Primo premio assoluto all’HOLMES AWARDS 2015

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La selezione a cui sottoponiamo i manoscritti che pubblichiamo premia gli autori (e la casa editrice).

Il romanzo è disponibile in e-book su Amazon, Kobo e tutti i webstore; in cartaceo su Amazon e sul sito EEE.

La pavoncella, di Emanuele Gagliardi, pubblicato da Edizioni Esordienti E-book è il vincitore assoluto del premio Holmes Awards 2015 (Napoli, 8 febbraio 2015), con la seguente motivazione:

Emanuele Gagliardi è un giornalista, oltre che scrittore. Le sue dinamiche grammaticali, fin dalle prime righe e fin dal primo capitolo, rivelano la padronanza sulle scene di attualità in veste giornalistica.
Un libro basato sull’assassinio di Pier Paolo Pasolini, ricco di fantasia, che non si discosta mai dalla realtà, dal fatto di cronaca che si vuole esaltare. Un libro degno di nota di un Autore di grande personalità, capace di mantenersi nelle righe anche quando in quelle righe ci si sta molto stretti. Il dottor Emanuele Gagliardi ci riesce, e lo fa da grande scrittore sulle orme del giornalista che rappresenta nel mondo reale.
Tante le metafore in questo libro, colpi di scena in scene apparentemente scontate, chiare. Ma di chiaro nel reale non c’è nulla, o quasi. Una realtà che sfugge, densa di misteri, e che attraversa superbamente un fatto di cronaca ancora avvolto nel mistero: il delitto Pasolini.
Il libro si apre direttamente sulla scena di un amplesso tra una donna e un dirigente ENI. La scena descritta molto minuziosamente, mai scivolando nel volgare, mostra sin dalle prime pagine un omicidio instaurato ad arte durante il momento di debolezza più estremo per un uomo: il sesso. Una donna e un uomo: non sempre il male sta nel male, spesso è proprio nel bene che lo ritroviamo, o in quello che riteniamo tale. Dopo pochi minuti l’uomo è morto. Sappiamo chi è l’assassino: una donna, la sua amante. Forse le cose sono sempre da rivedere.
Una rocambolesca investigazione da parte del commissario Umberto Soccodato arriverà ad un finale ricco di colpi di scena degno di un bestseller. È quando la realtà si presenta troppo chiara che bisogna indagare. Ma una realtà che si presenta troppo chiara può essere indagata solo quando si son fatti i conti con il quotidiano, con realtà sconcertanti, e soltanto se si hanno le capacità mentali di saper distinguere quello che vediamo da ciò che veramente è o potrebbe essere, attraverso l’analisi razionale che va contro ogni credenza e radicazione di principi e modelli tipici di vita, quella che chiamiamo vita ma altro non è che una serie di successioni illogiche cui prendiamo atto quando già le viviamo e, spesso, anche molto tempo dopo.
Questo ci insegna il libro di Emanuele Gagliardi e di questo dobbiamo fare patrimonio, come morale.

Elisabetta Bagli al ComItEs

Voce di Elisabetta Bagli al ComItEs

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Domani, nel corso del Cocktail di supporto alle liste del ComItEs (Comitato Italiani all’estero, Spagna), nel quale verranno presentati candidati e programmi, alcune poesie di Elisabetta Bagli, tratte dalla sua nuova silloge Voce, saranno lette da Marta Guardincerri. Elisabetta, neo Ambasciatrice culturale della Universum Accademy Spagna, non sarà l’unica italiana a mantenere alta la bandiera del Made in Italy, Nel corso della serata, verrà offerto a tutti i partecipanti un Cocktail organizzato da Pasta Mito, nuovo spazio gastronomico italiano dedicato alla scoperta dei sapori del nostro Paese. Ospite dell’evento anche il vincitore del prestigiosissimo premio Goya 2015, per il miglior cortometraggio d’animazione, il regista pratese di 37 anni, Giovanni Maccelli, ha ritirato, appena tre giorni fa, la celebre statuetta raffigurante il noto pittore grazie al suo lavoro: “Juan y la nube”. Il duo chitarra e voce composto dal chitarrista toscano Marco Ricci e la cantante italo spagnola Cristina Coriasso si esibirà poi dal vivo con una serie di coinvolgenti canzoni italiane.

Per maggiori informazioni www.comitesspagna.info

 

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Assetati di lettura: “Un racconto in bottiglia”!

Torino, Libreria A-Zeta: per gli “Assetati di lettura”, “Un racconto in bottiglia”!

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La libreria A-Zeta di Torino e lo scrittore Mario Nejrotti hanno inventato un’iniziativa originale per promuovere la lettura.

Da lunedì 26 gennaio 2015 chi acquista un libro all’A-Zeta, in via Saluzzo 44 a Torino riceve una bottiglia d’acqua minerale con un contenuto particolare.

Mario Nejrotti, medico scrittore di Torino, che ha pubblicato con Edizioni Esordienti Ebook due romanzi, ha deciso di regalare ai clienti della libreria alcuni suoi racconti, racchiusi uno per uno, come messaggi, in bottiglie di acqua minerale.

“Ho scelto dieci racconti tra quelli che ho scritto e un romanzo breve e ho deciso di offrirli ai lettori in questa iniziativa per dare un piccolo contributo alla promozione della lettura.”
Ci dice Mario Nejrotti.

Le bottiglie con il logo della libreria e quelli dell’iniziativa sono ben in vista sul bancone e la Signora Clementina, infaticabile animatrice della sua libreria, lascia che i clienti peschino in un cesto la bottiglia che preferiscono, per dir loro poi il titolo del racconto scelto, cosicché i più assidui possano farne una raccolta completa.
“Chi raccoglie almeno sei racconti, può avere in premio il mio romanzo breve dal titolo: Quello che è fatto, è fatto!”.
“Ma come mai regalare i suoi racconti, lei ha già pubblicato, perché non continuare?”
“I racconti, secondo me, sono una espressione letteraria molto più fruibile del romanzo, specie con i ritmi caotici della nostra vita di tutti i giorni, perché permettono di spezzare la lettura, ma di renderla nello stesso tempo compiuta. Sono anche certo che stimolino a leggere e ad avventurarsi sul terreno più complesso del romanzo.”

Quindi sono perfetti per l’iniziativa della Libreria A-Zeta, che ha come sotto slogan “Se compri un libro… ti offro da leggere!”.

“Lei ha pubblicato due romanzi, il primo di carattere giallo poliziesco dal titolo: “Fino all’ultima bugia.” e il secondo dal titolo: “Il piede sopra il cuore” di carattere storico fantastico, che si trovano all’A-Zeta e su Amazon e negli altri store della rete, spera che questa iniziativa promuova anche i suoi romanzi?”
“Naturalmente, la difficoltà più grossa per gli scrittori esordienti è farsi conoscere dal pubblico e dagli editori, spero che la gente giudichi con favore i miei racconti e sia invogliata a conoscermi meglio attraverso i miei romanzi.”

Quindi “Assetati di lettura” di ogni genere siete avvisati: alla libreria A-Zeta, in via Saluzzo 44 a Torino “Se comprate un libro… vi offrono da leggere” Nejrotti, uno scrittore che potrebbe sorprendervi…

HELIANTO presenta Andrea Tavernati

L’Associazione Artistico Culturale HELIANTO presenta Andrea Tavernati

Helianto

Sabato, 17 gennaio, presenterò il mio libro a Rovello Porro (Como) e sarò felice di incontrare chi ci vorrà essere.

L’ASSOCIAZIONE ARTISTICO CULTURALE HELIANTO
col Patrocinio del Comune di Rovello Porro

PRESENTA IL LIBRO DI POESIA

l'intima essenza

L’INTIMA ESSENZA – la via degli haiku
con l’autore Andrea Tavernati

Sala Conferenze Centro Civico,   Piazza Porro 2 – Rovello Porro (Como)
Sabato 17 gennaio 2015, ore 18.30

SEGUIRA’ RINFRESCO

Il nome Helianto è nato quasi per caso, mutuando, con una leggera variazione, il titolo di un libro di Stefano Benni. Helianto è il girasole, il colore, la passione, la quantità infinita di petali, la molteplicità di interessi che desidera sviluppare non dimenticando però la tradizione, la storia, ma con uno sguardo giovane, attento alla scena contemporanea. L’Associazione nasce da un’ idea di Gianluigi Alberio, pittore e appassionato d’arte che ha voluto riunire intorno a sé persone desiderose di diffondere la cultura in tutte le sue forme. Prende così forma Helianto, una quindicina circa di teste con tante idee. Era il 3 novembre 2004 quando è stato firmato l’atto costitutivo e si sono decisi gli scopi dell’Associazione artistico-culturale – diffondere la cultura in tutte le sue forme, proporsi come luogo di incontro e di aggregazione, favorire l’incontro tra le arti attraverso iniziative volte al dialogo e al confronto costruttivo e, infine, promuovere la conoscenza delle risorse artistico-culturali presenti, in particolare, nella zona al limitare tra le province di Como e Varese. Da allora Helianto ha moltiplicato i suoi soci riuscendo, con successo, a dare corpo a moltissime iniziative. l’Associazione ha saputo farsi conoscere e in breve tempo è diventata un interlocutore riconosciuto a Rovello Porro e nei comuni limitrofi. La sua forza risiede nel non fossilizzarsi in un solo ambito, ma nell’essere aperta, senza pregiudizi, a tutte le possibili proposte, tenendo ben presente un unico, imprescindibile vincolo: la qualità. Helianto ha così proposto concerti jazz, letture di poesie e lezioni di letteratura, laboratori teatrali e mostre di scultura e pittura. Ora punta a coinvolgere quanta più gente possibile: braccia e teste sono le benvenute. Se vuoi saperne di più sulle nostre iniziative, hai proposte o vuoi raggiungerci, contattaci all’indirizzo mail info@helianto.it

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Nejrotti su OttoInforma

Il dottor Mario Nejrotti, medico di base nella 8 e giornalista scientifico, che scrive romanzi

Di Augusto Montaruli

Dopo “Fino all’ultima bugia” è stato pubblicato il suo secondo libro “Il piede sopra il cuore”, presentato recentemente dall’autore presso la libreria A-Zeta di via Saluzzo.

Abbiamo incontrato Massimo Nejrotti, medico di base che opera e vive nel nostro territorio, da A Zeta Libri partecipando da lettori alla presentazione del suo ultimo romanzo: “Il piede sopra il cuore”. Dopo averlo letto abbiamo voluto incontrarlo, ci incuriosiva la relazione tra la professione del medico e la passione di scrivere.

Lei scrive testi scientifici oltre ad essere redattore della rivista Torino Medica, la “narrazione” la pratica anche in campo tecnico?
Alcuni miei libri mostravano già in embrione la necessità di dare sfogo alle “storie” che ascoltavo. A due testi per studenti e giovani medici sono particolarmente affezionato. La era ispirata dai gialli: “Il mistero del colpo di tosse” e “Il caso della Signora Danielle ovvero il problema delle gambe gonfie”. In questi libri di medicina cercavo di spiegare come “il parlato” dei pazienti fosse la chiave per porre diagnosi corrette.” Ma anche i miei articoli sono mutati nel tempo per abbracciare una visione della salute che comprenda ed esplori tutti quei “determinanti” socio ambientali e storici che contribuiscono alla qualità della vita. E in questi ultimi anni l’influenza della crisi socio economica che ci ha investito è divenuta essa stessa causa di grave danno alla salute di una gran parte della popolazione e protagonista dei loro racconti.”

Poi Nejrotti è passato dal testo scientifico al romanzo portandosi il vissuto quotidiano
“Quattro o cinque anni fa, quasi senza accorgermene, ho incominciato a scrivere racconti nei quali riversavo brandelli di storie che affioravano con prepotenza. Non le storie dei miei pazienti, ma sensazioni, impressioni, come quelle delle vecchie lastre fotografiche, più o meno sfumate, più o meno consapevoli, che mi avevano particolarmente coinvolto emotivamente. Mi rendevo conto che scrivere era piacevole.”

Il primo romanzo “Fino all’ultima bugia” inizia sull’isola di Vis, davanti a Spalato in Croazia e prosegue nelle strade di San Salvario con i suoi problemi e le sue passioni. Nejrotti comincia con un giallo perché, ci dice, facilitato dal cercare le cause nascoste del malessere dei suoi pazienti.
Il secondo lavoro è quello che abbiamo letto “Il piede sopra il cuore” (Edizioni Esordienti Ebook), un romanzo tra lo storico e il fantastico che si svolge nel 1943 in Sicilia, allo sbarco degli Alleati e li racconta attraverso gli occhi di un bambino e di un misterioso personaggio che si prende cura di lui. E non finisce qui, il terzo, si torna al giallo, è concluso. Ha un titolo provvisorio che speriamo sia quello defintivo, “Tutta la vita per morire”, perché sentirselo dire da un medico ci rasserena.

I romanzi di Mario Nejrotti si trovano in formato digitale e cartaceo in tutti i migliori store della rete da www.amazon.it a www.kobo.it a www.ibs.it e alla Libreria A-Zeta Via Saluzzo 44 Torino.

Intervista tratta dal Periodico OttoInforma 

Intervista ad Alessandro Cirillo

Intervista ad Alessandro Cirillo

nessuna sceltaNessuna scelta è un romanzo che ha il sapore delle spy story di una volta, in cui la trama definisce i buoni e i cattivi, lasciando l’onere agli eroi di salvare il mondo. Tuttavia, a differenza dei classici a cui siamo abituati, come Ian Fleming o Robert Ludlum, Alessandro Cirillo utilizza il suolo nostrano e protagonisti spiccatamente italiani per dare vita a scenari internazionali, che ben si accordano con la cronaca reale, di tutti i giorni. Dunque, il filone delle Action Stories all’italiana hanno trovato un degno rappresentante del genere.

  • Come nasce la passione per tutto ciò che è militare?

La passione è nata inspiegabilmente già quando frequentavo la scuola materna. Ricordo quando giocavo con le costruzioni insieme agli altri bambini. Mentre tutti realizzavano case, automobili o treni, io facevo pistole e fucili. Nel corso degli anni ho continuato ad interessarmi a questioni militari, ma il punto di svolta l’ho raggiunto quando ho letto il primo libro di Tom Clancy. Da lì ho iniziato a documentarmi più seriamente.

  • I tuoi due protagonisti, già visti in Attacco allo Stivale, sono ispirati da persone reali o sono frutto della tua fantasia?

Con la mia passione sarebbe stata naturale una carriera nelle forze armate. Purtroppo a causa di una lieve scoliosi sono stato riformato alla visita di leva. La delusione è stata forte ma l’interesse per le questioni militari non è mai scomparso. Uno dei miei due personaggi principali rappresenta in un certo senso l’uomo che avrei voluto diventare quando ero ragazzo. L’altro personaggio ha qualche tratto caratteriale del mio più caro amico.

  • L’ambientazione scelta è quella fra Afghanistan e Pakistan, quante ricerche hai dovuto svolgere per poterla rendere così realistica?

Scrivere action thriller non è una cosa facile, tutta la storia deve risultare il più credibile possibile. Prima di iniziare è necessaria una corposa fase preparatoria volta a raccogliere informazioni. La difficoltà raddoppia quando ci sono scene che si svolgono nel passato o in luoghi lontani da dove l’autore vive e in cui non ha mai messo piede. Al giorno d’oggi internet è sicuramente lo strumento essenziale per queste ricerche. Con Nessuna scelta ho provato a cimentarmi in un romanzo nello stile di Tom Clancy. Per farlo mi serviva una potenziale crisi internazionale. Dopo aver studiato diverse zone calde del mondo ho scelto l’Afghanistan e il Pakistan. Quest’ultimo è uno Stato con discrete capacità militari (nel libro ingigantite per scopi narrativi), possesso di armi nucleari e una situazioni politica abbastanza instabile. Le forze armate hanno un’influenza piuttosto forte nel Paese. In Afghanistan l’esercito nazionale è stato addestrato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, tra cui l’Italia. Nonostante i milioni di dollari spesi è ancora piuttosto debole. Molti soldati sono arruolati giusto per avere uno stipendio. Nel romanzo descrivo il modo in cui le truppe si sciolgono come neve al sole durante l’avanzata delle forze pachistane. Ripensando alla disfatta dell’esercito iracheno (addestrato sempre dagli occidentali) contro l’ISIS ho capito di non essere andato lontano da quello che succederebbe nella realtà.

  • Altrettanto realistiche sono le scene d’azione, molto visive. Come studi la descrizione?

Buona parte del merito va alle centinaia di film d’azione visti nel corso della mia vita. Nei miei libri ho però eliminato le esagerazioni hollywoodiane, come Rambo che uccide da solo un battaglione intero. Le mie scene d’azione si avvicinano il più possibile a come  si svolgerebbero nella realtà, che non sempre è fatta di movimenti limpidi e puliti. Per esempio, durante la scena finale di Attacco allo Stivale il protagonista Nicholas Caruso si trova a dover mordere il braccio del suo avversario per evitare di essere strangolato.

  • Molti pensano che l’Italia sia esentata da certe situazioni, ormai tristemente famose, come l’11 settembre. Tuttavia, diversi fatti dimostrano che non è così. Tu cosa ne pensi?

Nessuno può considerarsi al sicuro da attacchi terroristici. I servizi segreti e le forze dell’ordine fanno sicuramente un ottimo lavoro per cercare di prevenire queste situazioni, tuttavia, non possono essere ovunque e in qualsiasi momento. Io credo che il pericolo maggiore sia costituito dai cosiddetti “cani sciolti”, persone spesso non legate a nessun movimento terrorista. Non ci vuole nulla a entrare  con una pistola in un centro commerciale affollato e fare una strage.

  • Anche se i tuoi sono libri autoconclusivi, il filo conduttore dei due romanzi è uno solo. Pensi di proseguire su questo filone e avventurarti, sperimentando, in altri generi o sei affezionato alla spy story d’azione?

Sono troppo affezionato al genere spy story d’azione, per il momento non ho intenzione di abbandonarlo. Nel 2015 uscirà il mio terzo libro che ha come protagonisti ancora una volta Nicholas Caruso e Ruben Monteleone. Per questo romanzo ho lasciato perdere il terrorismo concentrandomi suoi collegamenti tra mafia e politica. Approfitto per ringraziare Giancarlo Ibba per avermi aiutato cesellare il testo e renderlo sicuramente più bello.

  • Gli ultimi fatti di cronaca rendono il tuo lavoro di capotreno un mestiere rischioso, almeno quanto quello dell’agente operativo. Che provvedimenti pensi potrebbero essere presi per prevenire avvenimenti vergognosi, come quelli presenti sui giornali, soprattutto nell’ultimo periodo?

Faccio il capotreno dal 2006 e da allora il fenomeno delle aggressioni al personale ferroviario è aumentato di anno in anno. Nel 2014 ci sono state già più di trecento aggressioni ai danni del personale delle ferrovie. Il mese scorso un capotreno in Sicilia è stato accoltellato a un polmone, un altro si è ritrovato con entrambi i polsi fratturati, mentre una collega è stata buttata giù dal treno (fermo per fortuna). Giusto qualche giorno fa ho dovuto gestire un tipo piuttosto aggressivo che voleva salire senza biglietto. La situazione si sta facendo drammatica. Per risolverla occorrerebbe un potenziamento della polizia ferroviaria e un inasprimento delle pene contro gli aggressori. Nella realtà succede, invece, che i posti di Polizia vengono chiusi, gli agenti ridotti e gli aggressori spesso non fanno neanche un giorno di carcere a causa di simpatici provvedimenti come l’indulto. Per cercare di difendermi da solo, da diversi anni ho scelto di praticare una disciplina di difesa personale di origine israeliana, il Krav maga.

  • Quanti libri riesci a leggere in un anno? E quali sono i tuoi autori/generi preferiti?

Mediamente riesco a leggere tra i quaranta e i cinquanta libri l’anno. Il mio genere preferito è ovviamente la spy story d’azione ma adoro anche il romanzo storico e i libri di storia militare. Tra gli autori che amo leggere, oltre a Tom Clancy, ci sono Patrick Robinson e Andy Mc Nab.

  • Quando Alessandro Cirillo non scrive come impiega il suo tempo?

Scrivere impiega buona parte del mio tempo libero. Oltre ai libri ci sono la cura del mio blog e la collaborazione con una rivista che opera nel settore militare. Fino a qualche tempo fa, oltre al Krav maga, giocavo anche a calcio e andavo a nuotare. Attualmente mi dedico solo alla difesa personale. Saltuariamente mi rilasso con il modellismo militare. Sono inoltre un grande appassionato di serie animate come i Simpson e i Griffin.

  • Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Il mio progetto più immediato è quello di diventare papà, ormai mancano pochi mesi. Voglio anche continuare a scrivere, in lavorazione c’è un quarto libro che trae spunto da una controversa vicenda accaduta negli anni novanta.

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