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Prima di pubblicare

Cosa si prova prima di pubblicare.

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Molti di voi si riconosceranno in quanto più avanti scrive Lidia Del Gaudio, recente acquisto fra gli autori EEE. Il suo nuovo Romanzo deve ancora essere pubblicato e, nel momento in cui esce questo articolo, è ancora in quella fase di correzione della bozza e di quei ritocchi finali che ne faranno un altro bellissimo titolo del catalogo EEE. Tuttavia, questa fase precedente, rappresenta sempre per un autore l’ultimo atto finale prima della “Prima”, l’ultimo ripasso prima di entrare in scena. Ed è un momento in cui le emozioni si accavallano e diventano quasi incontenibili. Godetevi, quindi, quanto scrive l’autrice.

Di Lidia Del Gaudio

Sono emozionata.
Sto per pubblicare un romanzo.
In effetti non è la prima pubblicazione in senso assoluto, ma per me è come se lo fosse.
Si tratta di un Romanzo con la lettera maiuscola, quello che ho scritto, perché volevo sognare e far sognare; un sogno che coltivo da anni e rileggo, revisiono senza mai stancarmi. È il Romanzo che non vorrei mai lasciare andare perché credo che possa ancora migliorare, definirsi, esplodere. E, soprattutto, emozionare chi lo leggerà, così come ha emozionato me quando l’ho scritto. Una di quelle storie per cui sogno ad occhi aperti un grande film, con famosi attori hollywoodiani e pubblico impazzito ai botteghini. O, magari, anche solo una fiction per la tv.
Un romanzo che mi è costato molto lavoro, fatica, impegno, passando in mezzo a tanta indifferenza e pareri discordanti, giudizi che a volte si sono fermati all’apparenza.
Ma andiamo con ordine.
scrittori-consapevoliIl bisogno di scrivere, che viene prima di tutto. Perché si è letto tanto, perché i libri sono stati i migliori compagni della tua infanzia e anche dell’adolescenza, ti hanno permesso di correre, avventurarti, giocare, così come nella realtà non potevi fare. I libri hanno curato la tua sete di giustizia e d’amore, i libri ti hanno cresciuta, insomma. E quindi, ora hai parole dentro che non puoi fermare. E le affidi alla tastiera.
La storia che ti intriga. Ma non si tratta di scrivere un diario. Ora ti viene voglia di raccontare una storia completa, con i personaggi che ti piacerebbe trovare in un romanzo da leggere. Perché pian piano ti accorgi che hai il potere di conferire loro sentimenti, di farli felici o soffrire. Un potere che non avresti in nessun altro modo e che, in fondo, non fa male a nessuno.
Le parole da usare. E passi notti insonni, l’idea che ha preso forma nella tua mente deve trovare un senso, parole scritte che s’inseguono pagina dopo pagina. Non si tratta di un’idea semplice, commerciale, ma di cuore, quindi ti sforzi di trovare una forma adeguata per l’amore e per la rabbia e la disperazione. E per questo cerchi di studiare ogni parola giusta e a lungo andare ti innamori del tuo lavoro, l’unica cosa che può renderti davvero felice.
writers-at-work-ingeborg-bachmannE il tempo sedimenta l’entusiasmo dei primi momenti. Perché dopo qualche mese, forse un anno, capisci che non è abbastanza. Non è mai abbastanza, scena dopo scena, termine dopo termine, le parole devono raggiungere quel perfetto equilibrio che cercavi. E allora ancora un ritocco, un taglio, qualche sforbiciata grande e dolorosa, ancora un verbo da cambiare, un aggettivo o un avverbio da eliminare.
La tristezza. Perché poi, dopo tanta fatica, capisci d’aver per davvero finito e ti chiedi se ti riuscirà mai di condividere questa storia coi lettori. Se mai riuscirai a farla volare. Ti chiedi se quei tuoi protagonisti, ormai appagati dal loro sorprendente finale, riusciranno a lasciarti libera di cercare nuove storie e nuovi personaggi. O meglio se davvero TU potrai dimenticarli e fare a meno di loro.
Il sogno che s’avvera. E un bel giorno, quando mano te l’aspetti, ecco che accade ciò che non avresti mai creduto. Un editore bravo e serio riconosce in quel Romanzo il potere di far sognare che avevi inteso dargli e decide di offrirlo al mondo dei suoi lettori.
Ora, dite, come si fa a non essere emozionati?

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